Città di Torino

Consiglio Comunale

Città di Torino > Consiglio Comunale > VERBALI > Torna indietro

Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 16 Febbraio 2009 ore 15,00
Paragrafo n. 20
DELIBERAZIONE DI INIZIATIVA CONSILIARE 2009-00673
PROPOSTA DI REVOCA DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE AI SENSI DELL'ARTICOLO 32, COMMA 7, DELLO STATUTO DELLA CITT? DI TORINO.
Interventi

COPPOLA Michele (Vicepresidente)
Riprendiamo l'esame della proposta di deliberazione n. mecc. 200900673/02,
presentata in data…, avente per oggetto:
"Proposta di revoca del Presidente del Consiglio Comunale ai sensi dell'articolo 32,
comma 7, dello Statuto della Città di Torino"

COPPOLA Michele (Vicepresidente)
Il Consigliere Ravello può proseguire il suo intervento, anche se, in effetti, come mi
è stato fatto notare dal Consigliere Giorgis, avrebbe dovuto prima terminare
l'intervento e poi chiedere la verifica del numero legale. In ogni caso, credo che non
ci siano problemi a concedere al Consigliere ancora qualche minuto per concludere i
suoi ragionamenti, essendo questa una discussione molto importante per l'Aula.

RAVELLO Roberto Sergio
Le confesso che, tra l'altro, mi sta anche passando la voglia: la cosa mi appassiona
poco.
Vorrei, però, capire se, in questa Sala, ci siano Consiglieri di serie A e Consiglieri di
serie B.
Forse per il Sindaco il Regolamento non vale, per cui può deambulare, vagare ed
andare a colloquiare proprio con colui che invitava, quando presiedeva le sedute, i
Consiglieri Comunali a non deambulare in Sala Rossa. Forse è così e mi sono
sbagliato; poi, a me fa anche piacere essere testimone di questa ricomposizione.
Anzi, ne sono lieto: sembra di essere in una trasmissione televisiva.
In conclusione, Presidente (poiché mi pare non vi siano più le condizioni per
continuare), vorrei soltanto ricordare a questa Sala che il problema politico cui
facevo riferimento è un problema che investe pesantemente il Partito della
Rifondazione Comunista.
Presidente, abbia pazienza, faccio fatica a sentirmi.

COPPOLA Michele (Vicepresidente)
Signor Sindaco, la devo richiamare formalmente. O lei torna al suo posto, oppure
esce dall'Aula. Mi perdoni, Signor Sindaco, ma lei dovrebbe essere il più
responsabile ed aiutarmi. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Certo, le
permetto tutto - ci mancherebbe altro! - ma soltanto quando toccherà a lei. Al suo
turno - mi creda - potrà intervenire come tutti, non c'è alcun problema.
Prosegua, Consigliere Ravello.

RAVELLO Roberto Sergio
Sembra di trovarsi nella fiera delle vanità.
Vorrei ricordare a questa Sala tutte le volte in cui il Partito della Rifondazione
Comunista, di cui Giuseppe Castronovo è un illustre esponente, ha dimostrato di non
avere, nelle proprie corde, la capacità di interpretare ruoli istituzionali, che
dovrebbero spingere i rappresentanti dei cittadini a comportarsi in maniera meno
faziosa.
Vorrei ricordare di quando, di recente, l'Assessore Saragnese si rifiutò di illustrare ad
una Commissione Consiliare progetti relativi all'edilizia scolastica.
Vorrei ricordare di quando il Presidente della IV Commissione Silvestrini abbandonò
la Sala per protestare contro la modifica della legge elettorale per le elezioni europee,
abbandonando diverse persone ospitate, persone disabili che aspettavano di
intervenire o, quanto meno, di sentire l'Amministrazione parlar loro di progetti
relativi alla disabilità.
Vorrei ricordare di quando militanti e simpatizzanti di Rifondazione Comunista
irruppero in Sala dell'Orologio, pochi mesi fa, lanciando volantini e srotolando uno
striscione, minacciando anche qualche Consigliere (come il sottoscritto), militanti
invitati a partecipare a quella Commissione tramite le pagine del sito web provinciale
di Rifondazione Comunista.
Vorrei ricordare quando alcune unità, una manciata di masnadieri dei centri sociali,
occuparono per un'intera giornata la Sala Carpanini, persone su cui, di nuovo, garantì
il Presidente della IV Commissione Silvestrini. Vorrei ricordare che, in
quell'occasione, il Presidente Castronovo si rifiutò di far entrare le Forze dell'Ordine
per ripristinare la legalità all'interno di una sede del Consiglio Comunale.
In ultimo, vorrei ricordare quanto accaduto, forse poco più di un'ora fa, quando
l'Associazione Solidarietà Proletaria, alla quale aderiscono i CARC (ricordo che
alcuni rappresentanti dei CARC furono auditi dal Presidente Castronovo e ricordo
che sono indagati per banda armata, poiché fiancheggiatori alle Brigate Rosse) ha
espresso la solidarietà al Presidente Castronovo, gettando qualche volantino in questa
Sala.
Credo che non sia corretto giudicare una persona dalle sue amicizie, però non ci può
sfuggire che l'opinione pubblica, i cittadini e l'elettorato giudichino le Istituzioni
dalle loro simpatie.
Devo dire che tutto posso accettare, ma non posso di essere giudicato dai miei
concittadini in quanto rappresentante di un'Istituzione che simpatizza per chi
manifesta per Hamas, che simpatizza e che manifesta le proprie amicizie per i CARC
e che simpatizza con chi brucia le bandiere di uno Stato.
Questo è intollerabile, è inaccettabile, è un atteggiamento al quale si deve porre fine;
onestamente, però, dubito che il passaggio della revoca dall'incarico di Giuseppe
Castronovo possa servire. È un problema politico del rapporto tra una maggioranza
(in particolare, tra un partito post-comunista) e un partito della sinistra estrema, che
non è ancora stato risolto.

COPPOLA Michele (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Angeleri.

ANGELERI Antonello
Anzitutto vorrei esprimere la solidarietà al Vicepresidente del Consiglio Coppola:
evidentemente, ha ragione il Consigliere Ravello, quando dice che qui ci sono
Consiglieri di serie A e Consiglieri di serie B. Il Sindaco è un Consigliere di serie A:
quindi non è possibile rivolgergli alcun rimprovero. Impari, Vicepresidente Coppola.
Abbiamo visto la reazione, che ritengo completamente sbalorditiva; d'altronde, una
tale caratura di livello nazionale non può scendere in questa umile Sala e discutere
con i poveri Consiglieri Comunali. Tenga presente queste parole per il prossimo
rimprovero, Vicepresidente Coppola, semmai ci sarà.
Detto questo, abbiamo dieci minuti di tempo per discutere di un argomento che
vorrei capire quanto interessi i cittadini, un argomento di cui io stesso, sinceramente,
ho difficoltà a parlare, anche perché, così come hanno già riferito altri Consiglieri, si
è trattato di uno spettacolo non educativo non soltanto per i cittadini di Torino, ma
per la politica. Devo dire che io, che sono vecchio di quest'Aula, rimpiango la I
Repubblica, quella dei partiti, che ha avuto certamente grandi piaghe, ma che faceva
in modo che, all'interno delle Istituzioni, le regole fossero rispettate.
Comportamenti di questo tipo (e non mi riferisco soltanto alla vicenda del Presidente
Castronovo) oggi sono possibili solo ed esclusivamente per la degenerazione della
politica, che vede usare le diverse forme di rappresentanza per un uso esclusivamente
personale, che nulla ha a che vedere con il rispetto delle regole della politica.
C'è, poi, un altro dato: qualche minuto prima di ricevere quelle persone (che, tra
l'altro, hanno manifestato all'inizio di questa seduta), il Presidente del Consiglio, in
maniera amichevole, è stato invitato a riflettere da un punto di vista non politico.
Come ricordava il Consigliere Carossa, io e lo stesso Consigliere Carossa gli
abbiamo detto - e il Presidente Castronovo lo può confermare - di avere
l'impressione che, se avesse fatto una cosa del genere, "ci avrebbe lasciato le
piume", come si suol dire.
Devo dire che la maggioranza non ha aspettato nemmeno un minuto per saltare alla
gola del Presidente e far sì che la legittimazione (aspetto istituzionalmente scorretto
che lui ha dato a chi vive senza il minimo rispetto delle regole di civile convivenza,
cioè coloro che abbiamo visto anche nella manifestazione poco fa) diventasse uno
strumento per ricompattare una maggioranza con grossi problemi politici.
Grossi problemi, che abbiamo constatato anche nel discorso del Capogruppo Giorgis,
che viene a raccontarci che questo fa parte di un normale confronto all'interno della
maggioranza. Ma di quale "normale confronto" parliamo, quando, in quest'Aula,
contiamo decine e decine di volte la mancanza del numero legale? Tra l'altro, una
mancanza del numero legale non casuale, non dovuta a disattenzione, ma provocata,
molto spesso, da divergenze all'interno della maggioranza stessa.
Penso che quest'atto rimarrà, purtroppo, nei verbali di questo Consiglio Comunale
(personalmente, a livello nazionale, non ho visto sconfessare tanti altri Presidenti del
Consiglio, né conosco altre situazioni di questo genere); però mi auguro che ci sia, da
parte del Presidente (lo dico con la stessa amicizia con cui, qualche settimana fa, l'ho
invitato ad evitare l'incontro che poi ha voluto fare), un preciso atto.
Presidente, prima di arrivare al voto, onori questa Sala dimettendosi.

COPPOLA Michele (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Ventriglia.

VENTRIGLIA Ferdinando
Intervengo a livello personale, perché credo che la delicatezza politica del momento
comporti l'intervento del nostro Capogruppo, così come sono intervenuti tutti i
Capigruppo degli altri partiti, salvo forse un'eccezione.
Intervengo per esprimere un forte disagio a livello personale, perché - mi spiace
dover dare ragione al Consigliere Gallo - in questa operazione c'è un'evidente
strumentalità, dimostrata anche dall'elenco incompleto e parziale dei precedenti
elencati dal Consigliere Ravello.
Aggiungo un altro caso, un precedente che, forse, è il più grave di tutti: si era nel
"Castellani 2", quando morì, in una rissa ai Murazzi, un noto spacciatore
pregiudicato clandestino. All'epoca, quella zona era al centro di molti problemi
(molto più di oggi) e l'episodio fece rumore, per tutto ciò che significava quella
morte. Autonomamente e senza ascoltare nessuno, il Sindaco Castellani decise di
andare a rappresentare la Città ai funerali di questa persona. In quel caso, nessuno si
sognava di negare la pietà cristiana, ma ci sembrava non commendevole che il
Sindaco, con la fascia tricolore, rappresentasse la Città ai funerali di un delinquente,
allo stesso modo di come sarebbe andato ai funerali di una vittima del lavoro, di un
servitore dello Stato, di un carabiniere caduto nell'adempimento del proprio dovere.
Alla luce dei precedenti, non può non mettere a disagio un'operazione di questo
genere, che copre totalmente e contraddice, nel tentativo di retroattività che ne fanno
anche gli estensori in questa formulazione proposta, il fatto che questo tipo di
atteggiamento, da parte di un componente della maggioranza, è andato bene non per
mesi, ma per anni, e non soltanto nel caso del Presidente Castronovo, ma anche nel
caso delle maggioranze di coalizione che si sono susseguite in questo Comune, con
la partecipazione politica di esponenti eletti della sinistra cosiddetta radicale.
Aggiungo un secondo elemento, che è già stato tratteggiato: il Consigliere Gallo mi
sembra abbia parlato di rozzezza politica. Personalmente, sono stato tentato di
chiedere alla Presidenza la trattazione della deliberazione a porte chiuse, perché la
formulazione che ha usato il PD è tale da dover quasi scendere nel dettaglio dei
comportamenti del singolo, cosa tanto più particolare quanto stiamo parlando di una
persona che lo stesso Consigliere Giorgis, che oggi vuol farla dimettere con un
riferimento al suo comportamento errato di anni, era intervenuto per farla rieleggere
pochi mesi fa. Ma introduce un linguaggio che di istituzionale non ha niente, caro
Consigliere Avvocato Galasso (che ora non vedo, forse sarà a seguire
istituzionalmente il dibattito al Gruppo): è un linguaggio che ha qualcosa di politico e
che ha molto della cronachetta effimera e che stabilisce, in quest'Aula, un precedente
che ritengo gravissimo e pericoloso.
Mi spiace che, tra i 16 Consiglieri del PD (con gli altri che si sono aggiunti, tra cui
anche persone con una preparazione giuridica specifica e persone che sono sempre
molto prodighe nel dare lezioni a noi ignoranti del centrodestra), non ci sia nessuno
che abbia avvertito la necessità di una formulazione più sobria, più asciutta, più
adulta e, se mi consentite, più istituzionale.
È chiaro, quindi, che tutto sarebbe più semplice, cari Consiglieri del PD, se aveste
aderito, senza tanto cincischiare, alla proposta di deliberazione che avevamo
cominciato a stendere il minuto dopo il verificarsi degli eventi. Ma così non è stato.
È diventata il resto, come si suol dire, politica, e ne parlerà il mio Capogruppo.
Però, permettetemi di esternarvi questo senso di forte disagio: credo che, oggi, il
Partito Democratico e i Consiglieri che hanno sottoscritto questa mozione abbiano
reso un pessimo servigio a quest'Aula ed abbiano aperto, sotto un certo punto di
vista, un vaso di Pandora, che continuerà a produrre danni negli anni, a partire da un
precedente devastante come quello che stabilite qui oggi.

COPPOLA Michele (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Lonero.

LONERO Giuseppe
Mai come in questo momento mi compiaccio del fatto che, ad assistere ai Consigli
Comunali, ci siano pochissimi cittadini: ho sempre auspicato una maggiore
partecipazione da parte dei cittadini ai Consigli Comunali, la caldeggio anche tra i
sostenitori del Partito che rappresento e constato, sempre tristemente, che questo non
avviene. Questa sera, invece, mi compiaccio di questo, perché lo spettacolo al quale
stiamo assistendo è uno spettacolo di bassissimo profilo.
Voglio sottolineare l'unico aspetto positivo di questa discussione, costituito, a mio
avviso, dall'intervento pregevole - lo dico da avversario politico - del Consigliere
Cassano, che ha dato - forse unico - dignità a questo dibattito, rivendicando la
funzione dei Consiglieri e rivendicando anche il motivo per cui siamo stati eletti in
questa Sede. Come lui, penso che non siamo stati eletti per parlare di questi
argomenti (che, se vogliamo, sono frutto di personalismi, sono frutto di un
regolamento di conti da bassa macelleria), ma siamo stati eletti, ritengo (e mi
impegno quotidianamente per raggiungere questo obiettivo), per fare gli interessi dei
cittadini torinesi. Sono sicuro che ai cittadini torinesi, se non agli addetti ai lavori, di
questa discussione non interessi nulla, nonostante abbia avuto grande visibilità
mediatica e nonostante, anche questa sera, la Sala sia piena di giornalisti, fotografi e
cineoperatori.
Viene da chiedersi: perché? Perché su argomenti di questo tipo c'è così grande
attenzione? Perché intervengono buona parte dei Consiglieri Comunali e sicuramente
tutti gli esponenti dei Gruppi? Perché un approfondimento di questo tipo e di questo
valore non si ha, invece, quando si discutono varianti urbanistiche importanti o
deliberazioni in cui si stanziano milioni di Euro (che invece potrebbero, se
modificate e approfondite, migliorare la qualità di vita dei cittadini)?
Il mio intervento vuole proprio stigmatizzare questo atteggiamento, che è un
atteggiamento che, in questi anni di attività nel Consiglio Comunale, ho visto troppe
volte. Oggi, mi sembrava giusto sottolineare questo aspetto che deprime - e oggi
ancor di più - l'attività del Consiglio e dei Consiglieri che lavorano seriamente e che
prendono seriamente il loro mandato politico, a discapito del cittadino torinese
stesso.
Non ho molto altro da dire, tranne il fatto -e questo, invece, lo voglio sottolineare -
che ritengo che il Consigliere Castronovo (che non ho votato né nel momento della
sua prima elezione, né in quello della sua rielezione -, se ha commesso una
disattenzione grave, questa sia costituita dal fatto di aver dato dignità di
rappresentanza a persone che, invece, hanno calpestato la dignità di uno Stato
legalmente riconosciuto come quello di Israele, bruciandone la bandiera, che è uno
dei suoi simboli.
Non voglio entrare nel discorso delle amicizie, delle connivenze: non voglio entrare
in queste polemiche.
Ritengo che, però, sia assolutamente non contestabile il fatto che, quando
un'Istituzione mette sullo stesso livello, ricevendole, persone - definiamole così - che
calpestano uno Stato legalmente riconosciuto, quell'Istituzione sia sicuramente in
fallo e che questo errore debba avere delle logiche conseguenze.

COPPOLA Michele (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Cantore.

CANTORE Daniele
Mi pare che, in quest'Aula, si possano fotografare due tipi di atteggiamento:
l'atteggiamento cordiale e ilare di chi è contento di quanto sta avvenendo e
l'atteggiamento di chi fa finta che tutto vada bene.
Personalmente sento - e lo dico senza particolare enfasi - un grande senso di
tristezza, e non soltanto per quanto è stato detto finora dai Consiglieri. Tra l'altro,
anch'io apprezzo molto l'intervento del Consigliere Cassano (anche se non vorrei che
gli arrivassero troppi apprezzamenti che possano metterlo in difficoltà, ma lui sa che
si tratta di apprezzamenti sinceri).
Vede, Presidente - mi rivolgo a lei ed anche al Sindaco -, questa sera mi aspettavo
un'altra cosa: mi aspettavo, da una parte, che il Consigliere Giorgis ci dicesse che
ritirava la mozione, dall'altra, che il Presidente Castronovo si dimettesse e che questo
fosse il frutto di un lavoro all'interno della maggioranza, con protagonista il Sindaco,
i Capigruppo della maggioranza e i segretari dei partiti (è da un mese che è avvenuto
l'incidente di cui parliamo questa sera).
Questa sera, sono triste non soltanto per voi, ma soprattutto per la politica e le
Istituzioni.
Voi venite in quest'Aula a consumare la vicenda "Castronovo" in un modo
vergognoso, per le cose che sono state dette, senza nessuna ricaduta! Da domani,
infatti, ricomincerà il valzer all'interno della maggioranza: è questo l'incredibile, è
questo che non ci sta con la politica, con l'ABC della politica! Non ci sta il fatto di
avere l'arroganza e la presunzione che avete: questa sera, probabilmente, anche se
non avrete i voti, arriverà il soccorso bianco dell'amico Goffi (e quindi avrete, forse,
anche altri voti), perché così devono andare le cose, nel senso che si manda a casa
Castronovo, ma, da domani, ricomincerà la telenovela, dato che non siete nemmeno
stati in grado di prefigurare un percorso! E' inutile che, qui dentro, vi riempiate la
bocca con il fatto che non volete far perdere tempo alle Istituzioni e che i problemi
sono giù per la strada, quando, di fatto, avete soltanto perso tempo e adesso stiamo
rivedendo il film dell'elezione Castronovo del 15 dicembre, che abbiamo dovuto
ritardare, di settimana in settimana, per le vicende all'interno del Partito
Democratico, nonostante poi il Capogruppo del Partito Democratico abbia avuto
anche il coraggio di venirci a dire in Aula che non c'era alcun candidato del Partito
Democratico che correva per la Presidenza.
Questa sera mi aspettavo di vedere una maggioranza portatrice di una politica seria,
matura (quella a cui fa riferimento il Consigliere Cassano), che trova gli accordi
prima! Certo, si possono verificare incidenti e ci possono essere incomprensioni
all'interno della maggioranza, ma non si può essere così superficiali, così - come dire
- spregevoli nei confronti delle Istituzioni e venire qui a consumare un atto che -
vorrei ricordare, Consigliere Giorgis - deriva da una nostra mozione che non ha
raccolto le firme. Noi per primi, infatti, abbiamo chiesto che il Presidente Castronovo
fosse revocato. Se la vostra intenzione politica fosse stata pulita e seria e se non ci
fossero state, invece, altre sbavature - mi fermo a questo termine -, avreste
sottoscritto la nostra mozione.
Perché è inutile che, in questi ultimi giorni, ci abbiate richiamato ad un senso
istituzionale, sapendo di essere in grave difficoltà, dopo aver presentato una mozione
che io mi vergognerei a leggere (voglio dirvi le cose come stanno): questa mozione -
mi verrebbe un termine immediato, che non lo uso per rispetto dell'Aula - fa senso,
per come è stata scritta e nei suoi contenuti, perché mescola vicende personali,
politiche ed istituzionali.
Sulle vicende personali, personalmente mi sarei vergognato di scriverla; per quanto
riguarda le vicende politiche, credo che possa giustamente essere impugnata, perché
non avete nemmeno avuto l'accortezza di proporre una mozione che non potesse
essere, in futuro, impugnata. Il problema istituzionale, invece, ci sta.
Se aveste avuto la gentilezza di leggerla, avreste visto che la nostra era una mozione
pulita, senza retropensieri e senza affanni, sul fatto.
Ancora oggi, noi condanniamo che il Presidente Castronovo abbia ricevuto la
delegazione e che la delegazione, poi, abbia bruciato una bandiera in piazza e che ci
sia stato il tentativo di una persona - obiettivamente, dobbiamo essere sinceri - di
entrare in Sala delle Congregazioni. Questo lo ribadiamo.
Da quel momento, caro Consigliere Giorgis, dalla Conferenza dei Capigruppo, dove
era evidente il senso di amarezza, con il Presidente che si scusava e con altri
Consiglieri ai quali non pareva vero (hanno ragione i Consiglieri Ravello e Carossa)
che il Presidente Castronovo fosse caduto nella trappola, da quel momento, ferma la
condanna rispetto a quell'atteggiamento, è iniziata una telenovela per giocare il ruolo
della Presidenza.
Questo non dobbiamo nascondercelo, perché sarebbe ipocrita: vi siete divertiti ed
avete giocato sulla pelle delle Istituzioni, sulla pelle del Presidente Castronovo (l'ha
detto chiaramente chi mi ha preceduto) che, in realtà, avrebbe dovuto avere una
mozione di censura, ma non questa violenza, con la volontà di aggiustare i conti
all'interno della maggioranza e con la volontà per alcuni di cambiare la maggioranza.
Questa è la verità ed è questo il motivo per cui l'UDC vi viene in soccorso: perché
spera che, domani mattina, avvenga qualcosa di nuovo. Personalmente credo che,
caro Consigliere Goffi, lei si stia sbagliando e questa, di nuovo, è l'altra tristezza che
stiamo vivendo. Non succederà nulla. Cercheranno di aggiustarla con la Sinistra
Democratica o con Rifondazione Comunista (anche se ho appena letto un
comunicato del Segretario di Rifondazione Comunista, che ha comunicato la sua
rinuncia a qualsiasi incarico), oppure si giocherà di nuovo all'interno del Partito
Democratico.
Ringrazio il Consigliere Rattazzi per ciò che ha dichiarato: sono d'accordo con lei e
mi fa piacere che abbia detto che il Partito Democratico non può avere tutti i vertici
di queste Istituzioni. Ma io dico: ci fosse un Partito Democratico, un gruppo del
Partito Democratico unito! La nostra preoccupazione è che, da domani, nella
maggioranza e, soprattutto, nel PD, ricominci una vicenda lunghissima.
Dopodiché, ho il senso della realtà, so che si tratta di un problema che, forse, affanna
più noi di chi sta all'esterno, però, almeno, non venite a farci lezioni di
responsabilità: siete voi a dover essere responsabili, siete voi che avreste dovuto
arrivare in quest'Aula con una soluzione, siete voi che avreste dovuto convincere il
Presidente Castronovo a dimettersi e a non portare questa situazione all'eccesso.
Forse, come ha ricordato qualcuno, per la prima volta capiterà che in un Consiglio
Comunale il Presidente del Consiglio sia revocato. Questa è la realtà, la realtà di un
partito, il Partito Democratico, che ha voluto sommare ai grandi problemi che ha al
suo interno la vicenda relativa al Presidente del Consiglio.
Sarebbe facile ironizzare sulla corsa alle poltrone, che conoscono tutti.
Ritengo, però, che oggi ci debba essere un atteggiamento di responsabilità, non
soltanto da parte del Presidente Castronovo, ma anche da parte del partito di
maggioranza relativa (che, del resto, ha già verificato che i suoi alleati lo seguono
abbastanza, e questo è un fatto positivo). Però, ripeto: assumetevi una seria
responsabilità.
Ha ragione il Consigliere Carossa: in questo momento, non avete nemmeno i numeri
per far approvare la mozione! Questo non ci sta di nuovo, questa è la superficialità
della politica e dell'amministrazione.
Non possiamo andare avanti così, non siamo - con tutto il rispetto - in una bocciofila.
Voi avete preso il Consiglio Comunale come una bocciofila della città di Torino
(anche se, oggi, non abbiamo discusso deliberazioni dell'Assessore Montabone): non
va bene così, ci vuole rispetto per l'Istituzione, ci vuole rispetto nei confronti della
maggioranza e dell'opposizione, trovando soluzioni che non facciano perdere tempo
ai Consiglieri Comunali e ai nostri cittadini.

COPPOLA Michele (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Giorgis, che è già intervenuto per l'illustrazione e che ora ha
titolo, a norma di Regolamento, ad intervenire nel merito.

GIORGIS Andrea
Ho ascoltato con attenzione l'intervento del ritrovato leader dell'opposizione,
Capogruppo Cantore.
Io credo che - devo essere sincero - faccia bene a quest'Aula avere un'opposizione
agguerrita, che incalzi la maggioranza e che sia presente in Aula.
Questa sera, ho sentito un Capogruppo Cantore molto duro nei confronti della
maggioranza e molto duro nei confronti del Partito Democratico. Io credo che questo
sia il suo ruolo, non mi preoccupa; anzi, sarà un motivo in più per questa
maggioranza ad operare meglio. Peccato solo - ecco l'unico rincrescimento - che tutta
questa grinta e tutto questo livore verso la maggioranza si consumi sull'unica vicenda
nella quale sarebbe stato desiderabile praticare quella distinzione che mi è sembrato
che il Capogruppo Cantore abbia sempre praticato, a differenza del Partito al quale
appartiene a livello nazionale (che confonde un po' tra sedi Istituzionali e questioni
di maggioranza, rispetto delle regole e posizioni personali). Fino a questa sera, ho
sempre avuto di fronte un Gruppo di Forza Italia che mi sembrava un po' in distonia
rispetto a quella che é la vicenda della cronaca nazionale che, quotidianamente, il
nostro Governo ci fa vedere ed ascoltare: non voglio ricordare le ultime tristissime
dichiarazioni del nostro Presidente del Consiglio.
Mi sembrava che qui fosse diverso e spero che questo sia soltanto uno scivolone.
La questione è istituzionale. Questa è una questione istituzionale! E mi sembrerebbe
normale che chi presenta una mozione di revoca, se poi non ha tutte le firme
sufficienti, stia al merito: il merito è la mozione di revoca.
In questa sede, invece, ho sentito rivolgere insulti a forze politiche che fanno il
soccorso bianco ad una maggioranza che non è autosufficiente (INTERVENTI
FUORI MICROFONO). Questa è una questione che non ha carattere politico, nel
senso tradizionale di maggioranza e opposizione. Perché? Perché in Conferenza dei
Capigruppo ho sentito tutte le forze politiche muovere delle critiche nel merito e ho
sentito adesso, qualche minuto fa, dire che c'era una mozione da parte
dell'opposizione. Allora, delle due l'una: se questa proposta di revoca, viene
dall'opposizione, cosa succede? Succede che, nell'ultimo minuto, l'opposizione pensa
di trasformare una vicenda di carattere istituzionale in un momento di crisi politica
della maggioranza, perché questa maggioranza dovrebbe dimostrarsi autosufficiente -
questo è il ragionamento - nel censurare un comportamento che l'opposizione,
qualche minuto fa, ha detto di essere stata la prima a voler censurare?
Devo essere sincero: trovo in questo argomento - ovviamente legittimo, come tutti gli
argomenti che vengono spesi - un po' di contraddittorietà.
E allora si chiuda il più in fretta possibile questa pagina relativa alla Presidenza e si
realizzi quel duro, aspro confronto politico sul merito, cercando, facendo tesoro di
questa vicenda, di ritrovare dei luoghi e degli spazi neutralizzati rispetto al conflitto
politico, perché questo è ciò di cui abbiamo bisogno, anche a Torino, non soltanto nel
nostro Paese.

COPPOLA Michele (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Porcino.

PORCINO Gaetano
Ho perso un po' l'abitudine di frequentare questo luogo, quindi vorrei chiederle,
Presidente, se ho dimenticato anche il Regolamento, perché non mi pare che, da
Regolamento - lei mi corregga, visto che è così zelante, se sbaglio -, gli interventi
vadano né richiesti, né sollecitati: il Presidente, se non ricordo male, si deve limitare
a verificare, da notaio, se esistono interventi, altrimenti chiude la discussione e
procede oltre, come da ordine del giorno. Se, però, mi sbaglio, mi corregga,
Presidente, visto che lei, sicuramente, lo conosce meglio di me.

COPPOLA Michele (Vicepresidente)
Ne approfitto per dirle con estrema sincerità, Consigliere Porcino, che non ricordo a
memoria che cosa prescrivano gli articoli del nostro Regolamento. Ricordo, invece,
molto bene quanto detto poche ore fa in seno alla Conferenza dei Capigruppo.
Tuttavia, se il mio comportamento ha offeso lei o qualche altro Consigliere, sarò
sempre il primo a domandare scusa, come ho sempre fatto in passato.

PORCINO Gaetano
Presidente, non ci sono offese.
Noi viviamo in uno stato di diritto ed è un bene per tutti che le regole siano applicate;
personalmente, cito soltanto ciò che ricordo a memoria, visto che, come lei dice,
frequento poco queste Aule (e non per mio demerito, ma perché sono altrove a
rappresentare indegnamente una porzione della popolazione torinese).
Anzitutto vorrei dire che intervengo, visto che bisogna dichiarare l'appartenenza, a
nome dell'Italia dei Valori, come Capogruppo dell'Italia dei Valori; ringraziando il
Consigliere Crossa della sollecitazione, vorrei dirgli che intervengo per evitare che
qualcuno pensi che siamo privi del dono della parola: la mia non sarà una bella voce,
ma ce l'ho. Spero anche di dare una delusione al Consigliere Ventriglia e di non
sbagliare qualche congiuntivo, così non posso essere annoverato tra i dipietristi.
Adesso mi cimento con l'intervento, vediamo se ho qualche buona reminiscenza di
grammatica.
Presidente, non riesco a seguire un filo logico; seguendo il dibattito, infatti, ho visto
che si parla a ruota libera, di tutto e di più. Faccio qualche flash, riallacciandomi a
qualche intervento di miei autorevoli Colleghi, per poi trarre le mie conclusioni.
L'esimio Consigliere Carossa (che stimo ed apprezzo come Consigliere e come
politico) ha introdotto, come elemento portante del suo intervento, le divaricazioni, i
distinguo e le liti ipotetiche che ci sarebbero nella maggioranza. Non voglio andare
molto indietro, Consigliere Crossa, le ricordo soltanto gli avvenimenti di oggi.
Sarebbe un gioco troppo semplice per noi, se volessimo metterci a discutere in questa
Sede dei grovigli esistenti all'interno della maggioranza. Oggi si sta discutendo
dell'aggiuntivo pacchetto sicurezza che avreste dovuto già discutere ed approvare
tempo fa, di quella sicurezza - slogan di campagna elettorale - che poi si è rivelata
assolutamente inesistente. Sul pacchetto sicurezza, tanto per parlare della vostra
maggioranza, c'è chi vuole le ronde padane e chi, invece, non le vuole: per il
Ministro La Russa serve l'Esercito, non le ronde, che considera "baggianate", per
Calderoli, molto più candidamente, serve la castrazione chimica, non le ronde, né
l'Esercito. Questo per dire quanto accordo ci sia all'interno della maggioranza a
livello nazionale. Alemanno dice che serve il pugno duro, non servono le ronde. Su
un unico provvedimento, c'è una pluralità di opinioni divergenti. (INTERVENTO
FUORI MICROFONO). Sono talmente in tema, caro amico Lonero, che addirittura
un suo ex compagno di Partito ha rievocato Hamas (INTERVENTO FUORI
MICROFONO). Amici, compagni di viaggio. (INTERVENTO FUORI
MICROFONO) Consigliere Lonero, le chiedo scusa: nel Partito dove lei militava
prima. Questo per dire quanto sono in tema: il Consigliere Ravello, addirittura, è
arrivato ad Hamas.
Vorrei dire, allora, che, forse, non è utile essere avventati in questa dichiarazione:
ricordo al Consigliere Ravello che l'amico privilegiato del nostro Presidente del
Consiglio è Putin (purtroppo, devo dire il "nostro"), anche se non fa altro, in tutte le
campagne elettorali, che parlare di comunisti che mangiano i bambini.
Le voglio ricordare, poi, una cosa ancor più importante e che forse le sfugge,
Consigliere Ravello: la Libia che, fino a ieri, era considerata da tutta la vostra
compagine governativa uno dei maggiori nemici al mondo, focolaio di terroristi
(INTERVENTO FUORI MICROFONO). Per la cronaca, voglio ricordare a chi non
ha avuto modo di seguire il dibattito parlamentare, che il nostro beneamato
Presidente del Consiglio ha avuto la spudorataggine, la settimana scorsa, di far votare
(come al solito, a maggioranza) un trattato italo-libico per dare a Gheddafi (a colui
che era considerato il nemico numero 1) la modica cifra di 5 miliardi di dollari in
vent'anni. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Consigliere Ravello, capisco
che lei si senta molto ferito, quando si risponde in modo appropriato alle sue
affermazioni, ma, ogni tanto, cerchi di essere democratico e di consentire anche agli
altri di esprimere un'opinione. Ovviamente, il fatto che non la condivida non è
importante: io, infatti, non le sto chiedendo la condivisione. (INTERVENTO FUORI
MICROFONO).

COPPOLA Michele (Vicepresidente)
Consigliere Ravello, la richiamo formalmente, per la prima volta.
Prosegua, Consigliere Porcino.

PORCINO Gaetano
L'accordo è stato giustificato dal Presidente Berlusconi con il fatto che la Libia
dovrebbe aiutarci ad evitare gli sbarchi a Lampedusa.
Voglio invitare i Consiglieri che, prima, hanno fatto il loro autorevole intervento ad
andare a verificare i dati, relativi all'ultimo anno, degli sbarchi a Lampedusa e quelli
relativi agli ultimi periodi, dopo l'approvazione del trattato. Forse, potrebbero farsi
un'idea della situazione.
Circa il gioco delle parti, capisco che la minoranza debba fare la sua parte, cercando
strumentalmente tutte le occasioni utili per inserirsi nel dibattito e per mettere in
difficoltà la maggioranza. Non siamo vecchissimi di politica, ma siamo abbastanza
abili da capire qual è il leitmotiv di questo tipo di intervento e a non cascare nel
tranello.
Un'altra cosa che non riesco a capire (perché l'intervento è tutto mirato nella stessa
direzione) è questa: Consigliere Cantore, non è che, per caso, la vostra è gelosia,
perché vi siete sentiti quasi impediti dal fatto che la maggioranza non abbia firmato
la vostra mozione di sfiducia? Perché se, da parte delle minoranze, l'idea era quella
di sfiduciare il Presidente Castronovo (così mi pare sia nata, inizialmente, la cosa),
non si capisce quale sia lo sconvolgimento nel vedere, poi, la presentazione, da parte
della maggioranza, di una deliberazione per sfiduciare il Presidente Castronovo,
giusto o sbagliato che sia. Quando vi preoccupate del fatto che ci siano i 27 voti utili,
che ci sia la maggioranza utile a sfiduciarlo, si tratta di una preoccupazione perché
continuate a volere la sua sfiducia, oppure è una preoccupazione che avete perché
avete cambiato idea e non volete più che sia sfiduciato?
Per venire a noi, così chiudiamo la partita per quanto ci riguarda, vi informo che la
nostra posizione è molto chiara. C'è una deliberazione che basta leggere; per quanto
riguarda, Consigliere Cantore, la sua impugnabilità, vorrei umilmente ricordare che
tutte le deliberazioni sono impugnabili. Una deliberazione può essere scritta dal
miglior giurista del mondo, ma chiunque ritenga leso un diritto soggettivo o un
diritto legittimo ha la possibilità di impugnarla, per cui non è in dipendenza del
vocabolo o della frase utilizzata nel testo. Anche questo è un elemento strumentale,
che credo non possa attecchire in questa Sala.
Per finire, non voglio discutere della vicenda umana del Presidente Castronovo.
Umanamente l'ho difeso, mi sono inserito in discussioni nelle quali si parlava della
persona e non della politica, e continuo ad essere dello stesso avviso: non voglio
discutere della persona Castronovo, perché credo che la sua persona non sia e non
possa essere messa in discussione.
Come Partito, ci siamo inseriti in un dibattito politico nato su una vicenda
incresciosa, che ritengo superficiale; nonostante tutto - come ho già detto - non
ritengo che la vicenda sia tale da dover lapidare il Presidente Castronovo.
Da lì è nata tutta una dinamica, quella che voi conoscete e che non voglio ripetere.
È nata una discussione politico-istituzionale, in esito alla quale ci siamo accordati,
con le altre parti della maggioranza che hanno ritenuto di sottoscrivere la
deliberazione, nel firmare la deliberazione di revoca che andremo a votare.
Non penso che si debba aggiungere altro, così come non penso che si debbano dare
ulteriori giustificazioni.
C'è una deliberazione che si porta ai voti, in modo molto democratico, così come il
Regolamento prevede. Caro Consigliere Cantore, vedremo se ci sarà la maggioranza.
Se non ci sarà, proseguiremo il nostro dibattito per verificare ciò che succederà dopo.

COPPOLA Michele (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Tronzano.

TRONZANO Andrea
Sarò rapido, perché credo che questo dibattito abbia già sviscerato tutte le posizioni
utili ed opportune.
Penso, però, di dover spendere una parola a favore del nostro Capogruppo (anche se
non ne ha bisogno) ed una parola contro coloro - avversari politici, e non nemici -
che hanno cambiato articoli importanti della Costituzione con soli 4 voti a favore.
Non accettiamo, in quest'Aula, lezioni da chi ha cambiato la Costituzione con 4 voti.
È questo è il ragionamento centrale: politicamente non accettiamo lezioni in
quest'Aula dalla maggioranza attuale (con tutto il rispetto per le persone), poiché la
nostra opposizione è sempre stata di merito, è sempre stata precisa, costante e
coerente, tant'è che, spesso, in Aula, siamo intervenuti per specificare la nostra
posizione. Non ultimo, l'intervento fatto, quando voi avete fatto chiarezza nei
confronti del Presidente Castronovo.
Lo so, Consigliere Giorgis, è giusto sorridere alle dichiarazioni di un Consigliere
giovane come il Consigliere Tronzano; credo, però, che su questi aspetti occorra
portare rispetto all'Aula.
Ho sentito il Capogruppo Giorgis dire cose davvero indifendibili: oggettivamente, è
impossibile difendere quello che lei ha detto oggi, ma anche una-due settimane fa
(non ricordo con precisione), perché non credo e non posso credere che,
politicamente, lei sia convinto di quanto ha riferito in quest'Aula.
Quindi, Consigliere Giorgis, entriamo nel merito soltanto nel momento in cui la
questione diventa vostra interna. Se per questa deliberazione non raggiungete la
soglia dei 26 voti a favore, la questione diventa precipuamente interna. Ed è per
questo che il Capogruppo Cantore cita il soccorso bianco; ed è per questo che ci
sentiamo in forte imbarazzo in questa Aula a votare una deliberazione che anche noi
condividiamo da un punto di vista politico (la mia stima personale è assoluta al
Presidente Castronovo), perché purtroppo l'atto commesso, oggettivamente, è al di
sopra del ruolo ricoperto.
Quindi entriamo nel merito in quei momenti, non in altri. Quindi, Capogruppo
Giorgis, la pregherei veramente di riflettere sulle parole che ha detto, perché la nostra
opposizione è sempre stata molto determinata, coerente, costante e soprattutto leale.

COPPOLA Michele (Vicepresidente)
La parola al Presidente Castronovo.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
Questo intervento non è facile. Mi capita spesso di chiedere scusa, ma a volte è una
specie di intercalare, quindi non prendetelo sempre alla lettera. Ho preso degli
appunti, quindi in parte leggerò. Spero di riuscire ad esprimere tutto quanto ho da
dire e di riuscire a farmi capire, che è la questione più importante.
Devo iniziare ringraziando per gli interventi, che ritengo molto sentiti. Non ho dubbi
nel considerare che li avete fatti tutti in perfetta buona fede e coerentemente con
quanto pensate, però credo che ci siano alcune cose da chiarire.
Dal mio punto di vista, sono quattro le questioni riguardanti la discussione odierna:
innanzitutto, i contenuti della deliberazione (ringrazio, in particolare, il Consigliere
Gallo e anche il Capogruppo Cantore per le parole usate in merito a quanto scritto
nella deliberazione, almeno in alcuni passaggi, che mi riguardano personalmente); in
secondo luogo, il rapporto che esiste tra il Presidente del Consiglio, il Consiglio
Comunale e la cittadinanza; in terzo luogo, il rapporto che esiste fra questa
Assemblea e le altre Assemblee elettive in Italia; in ultimo (che forse sarebbe bene
mettere come primo argomento), quello che ha generato questo problema.
Allora, penso che la proposta di revoca contenga delle inesattezze macroscopiche.
Non esiste una prassi consolidata per la quale il Presidente del Consiglio deve essere
autorizzato dalla Conferenza dei Capigruppo a ricevere persone, associazioni,
delegazioni di manifestanti, men che meno quando la richiesta di essere ricevuti
viene avanzata direttamente al Presidente del Consiglio. Tant'è vero che nel corso di
questi due anni e mezzo ho ricevuto decine di persone e rappresentanti diversi, di
vario tipo: sindacalisti e lavoratori, associazioni culturali e strutture sociali e di
intervento sul territorio, esponenti di associazioni imprenditoriali, comitati spontanei,
gruppi di cittadini.
Non ho mai avuto bisogno di avere una autorizzazione e nessuno ha messo in
discussione alcunché, né ho mai dovuto informare il Sindaco di queste mie iniziative,
salvo, ovviamente, concordare con lui se da quegli incontri fossero poi sortite
necessità di intervento da parte della Giunta per qualsiasi motivo; così come è
assolutamente normale che le persone siano ricevute negli uffici della Presidenza del
Consiglio.
Mi fa specie quanto scritto nella deliberazione, dove si dice che ho fatto del Palazzo
il mio salotto di casa. Devo dire, con molta franchezza, che, ancorché io abiti in
collina e sia l'ultimo rampollo di una stupenda ricca famiglia, il mio salotto di casa è
molto più brutto di quello che abbiamo qui, ma a me piace di più. Nelle riviste che
vanno tanto di moda, il mio salotto, in confronto a quello che ho qui, è sicuramente
poca cosa.
E nemmeno si può dire che abbia agito in segreto nel corso di questi anni, cioè di
nascosto, senza far sapere a nessuno che cosa e chi ricevevo nel mio ufficio, tant'è
che quasi tutti gli eventi di questo genere hanno avuto una eco importante nei
comunicati stampa e sono stati riportati nel sito di CittAgorà, quando non addirittura
essere stati oggetto di articoli specifici della rivista. Viene da chiedersi, se l'errore in
questione fosse veramente questo, perché, di fronte a questa lunga e articolata
attività, nessuno abbia mai chiesto conto, né in Consiglio né in Conferenza dei
Capigruppo, di questa cosiddetta grave scorrettezza. Forse quindi il problema non sta
nel metodo, ma nel merito, vale a dire: chi erano gli ultimi da me ricevuti, chi erano i
manifestanti che ho ricevuto, o meglio, qual era la delegazione della manifestazione
che ho ricevuto e per quale motivo manifestavano. Ma di questo ne parleremo dopo.
Mi si accusa, anche se questo non lo si scrive chiaramente nel testo, di avere ricevuto
una delegazione composta da persone violente, capaci di bruciare le bandiere,
sostenitori di Hamas e che, con il mio comportamento, avrei dato voce e
legittimazione a gruppi politici che manifestavano davanti al Municipio, persone
violente, terroristi e cose di questo genere. Come a dire che ricevendo una
delegazione di manifestanti, per qualsiasi problema questi manifestino, ci si rende
correi di eventuali reati o solidale con le proposte politiche dei manifestanti, quali
che siano. Quindi, io sarei correo dell'aver bruciato una bandiera, avrei legittimato gli
atti di violenza per aver ricevuto una delegazione di manifestanti.
Argomentazione quantomeno singolare, soprattutto se è svolta da Consiglieri
Comunali che, per il solo fatto di essere eletti, possono decidere quali possano essere
le iniziative da legittimare. A mio avviso, la legittimità di una manifestazione sta nel
fatto, intanto, che si può fare e non viene vietata dalla Questura; dall'altra, sta nel
fatto che coloro che avanzano delle proposte, lo facciano alla luce del sole ed
assumendosene fino in fondo la responsabilità politica, considerando che quella
penale, quando dovessero emergere dei reati, è in ogni caso personale, di chi
commette l'atto, non di coloro che erano con lui a manifestare.
E quindi ciascuno è responsabile di quello che fa nel momento in cui lo fa, non gli
altri che hanno manifestato liberamente e senza commettere atti di violenza. I
manifestanti hanno chiesto a me di essere ricevuti per informarmi delle richieste che
avanzavano alla Città nel suo insieme. Il mio dovere era di ascoltarli e di verificare,
poi, la possibilità di coinvolgere (verificando con la Conferenza dei Capigruppo le
modalità e i tempi) il Consiglio Comunale nel suo insieme.
È vero che non ho coinvolto la Conferenza dei Capigruppo nel suo insieme, ma non
ho fatto nulla in segretezza o di nascosto, tant'è che in quest'Aula ho comunicato
quali erano le mie intenzioni al Consigliere Giorgis, al Consigliere Cassano, al
Consigliere Cerutti, incontrando sotto i Consiglieri Angeleri e Carossa, come loro
stessi hanno ricordato oggi, ho detto quali erano le mie intenzioni (certo, mi hanno
anche consigliato loro - Angeleri e Carossa - di non farlo).
Ma alla Conferenza dei Capigruppo e, mi pare, anche al Consiglio non importa
nemmeno sapere quali fossero le richieste di quei manifestanti. Non è stato chiesto.
Volevo illustrarle già la sera stessa in cui abbiamo fatto quella "fatidica" Conferenza
dei Capigruppo. Ma ora io ve le dico.
Mi hanno chiesto cinque cose: la chiusura dell'embargo nella striscia di Gaza e
l'apertura dei valichi per permettere il passaggio degli aiuti umanitari; un
pronunciamento del Consiglio Comunale di condanna del massacro dei civili a Gaza
e nella striscia; la riattivazione delle attività legate al gemellaggio con la città di
Gaza, che nel frattempo si sono sospese (e tra l'altro questa era anche oggetto di una
interpellanza del Consigliere Gallo, alla quale aveva risposto l'Assessore Dell'Utri, in
questo senso); l'esposizione della Bandiera Italiana listata a lutto, in omaggio ai
morti - in gran parte bambini - causati dall'azione di guerra di Israele; il rifiuto di
intrattenere nuovi rapporti commerciali con Israele da parte dell'Amministrazione
della Città.
Queste sono state le richieste fattemi quel giorno da quei manifestanti che, come tutti
possono vedere, sono sicuramente richieste di un gruppo di terroristi scatenati!
Ma a voi questo non interessa. A voi interessa che il Presidente del Consiglio non
esprima una propria posizione politica in relazione ai fatti che succedono nel mondo.
Ebbene, io credo che siate in errore. Il Presidente del Consiglio ha una sua posizione
politica. È stato eletto anche lui dai cittadini, scegliendolo tra i tanti candidati di una
lista e mantiene con i suoi elettori e con le sue idee un senso di rapporto e di
appartenenza forte, che va anche al di là degli incarichi istituzionali. E guai se così
non fosse! Soprattutto quando ci si riferisce a fatti e problematiche che esulano dalla
diretta competenza dell'Amministrazione.
È interessante come questa obiezione venga fatta da Consiglieri che per altre
questioni rivendicano il diritto a pensarla in modo personale e a comportarsi di
conseguenza. Ebbene, la guerra in Palestina, come in qualunque altro paese, è una
cosa che attiene non solo alla coscienza di ciascuno di noi, ma anche alla propria
collocazione politica e, di conseguenza, rivendico il diritto di poter intervenire nei
modi che ritengo più opportuni, trattandosi di argomenti afferenti la sfera politica e
ideale e non compiti istituzionali. Ma forse ricevere chi propone l'intitolazione di una
via, iniziative culturali, iniziative sul traffico, in memoria di qualcuno, o che espone
le difficoltà in cui si trova un'azienda sono attività istituzionali dovute, mentre
ricevere chi protesta contro la guerra no!
Credo, invece, che il Presidente abbia il dovere di ascoltare chi vuole comunicare con
lui e, per suo tramite, con il Consiglio Comunale, anche quando si tratta di argomenti
gravi e drammatici come quelli accaduti nella striscia di Gaza. Penso che sia
importante discutere le proposte di chi manifesta pubblicamente il proprio punto di
vista e che sia da valorizzare il fatto che, pur nella loro radicalità, quei manifestanti
hanno chiesto un dialogo con le istituzioni e proprio con quella a loro più vicina, il
Consiglio Comunale.
Vi invito a riflettere su questo fatto. Quei manifestanti hanno chiesto, ripeto, una
interlocuzione con il Consiglio Comunale, con l'Assemblea che loro stessi hanno
eletto e da quella Assemblea avrebbero voluto un segnale forte di impegno contro la
guerra e il massacro a Gaza. E quella manifestazione era composta da gente diversa,
era promossa da un cartello di associazioni pacifiste, che non sono da assimilare a
quei pochi che hanno dato vita ad atti dei quali, credo, non sia il caso di discutere
adesso circa la condanna da fare. Quei manifestanti si sono posti nell'ottica di un
confronto civile e io ho creduto che il Consiglio fosse disponibile a quel confronto.
Mi sono evidentemente sbagliato.
Come hanno detto persone ben più qualificate e importanti di me (penso a Ban Ki
Moon, segretario generale dell'ONU, che ha accusato Israele di massacro e di uso
illegittimo di armi proibite e che afferma che i responsabili devono pagare; o David
Grossman, che ha detto che non si può trovare la pace in Medio Oriente se con
Hamas non si apre il dialogo; oppure Daniel Barenboim, ebreo di nazionalità
israeliana, schierato da sempre su posizioni pacifiste e per il dialogo tra Israele e la
Palestina, che nel 1999 ha fondato la West Eastern Divan Orchestra, la prima ed
unica costituita da giovani musicisti israeliani e palestinesi; per non parlare di
Massimo D'Alema, ma è stato già citato, e di tanti, tanti altri), ho pensato che la via
del dialogo, dell'interlocuzione, della capacità di ascolto fosse l'unica strada che può
permettere, qui come altrove, di riuscire a intervenire su fatti drammatici per cercare
di trovare una soluzione.
Credo che anche il nostro Consiglio Comunale avrebbe potuto aprirsi al dialogo con i
manifestanti palestinesi e italiani insieme che sotto il Comune chiedevano
un'apertura al dialogo.
E allora mi viene da dire che quanto c'è scritto sulla deliberazione ancora di più mi
convince del fatto che le mie dimissioni sarebbero state un errore, perché questa
discussione è il frutto della mia tenacia, come è stato detto prima. Sì, sono un uomo
tenace, perché lo stesso Capogruppo Giorgis (che credo sia, essendo il primo
firmatario, l'estensore della proposta di deliberazione) scrive a pagina 2 nel
terzultimo capoverso: "Quanto accaduto peraltro non rappresenta un fatto isolato, ma
l'acme di un atteggiamento che ha caratterizzato parte rilevante dell'operato del
Presidente (come ha per certi versi riconosciuto Lui stesso durante l'intervento in
sede di rielezione)".
Ho riletto le mie dichiarazioni. Mi sono stampato il verbale. Come ho detto prima,
ogni tanto mi capita di chiedere scusa, ma a volte è un intercalare, in questo caso no,
perché il verbale riporta questa frase: "Se ho commesso degli errori, spero di non
ripeterli".
Evidentemente, questo rappresenta "l'acme - come dice il Consigliere Giorgis - di un
atteggiamento che ha caratterizzato l'operato del Presidente". Evidentemente, non ci
si riferisce a questo fatto in sé, ma a cose vecchie.
Subito dopo si dice anche: "Queste considerazioni è bene precisare, non originano da
alcuna difficoltà politica (e non intendono avere alcun riflesso sui rapporti) tra le
diverse forze politiche che esprimono in Consiglio e in Giunta la maggioranza di
Governo". Sono stato tanti anni in collegio dai salesiani, non ho studiato il latino, ma
c'è una frase che ogni tanto viene usata e che ho imparato: "Excusatio non petita,
accusatio manifesta".
Non c'è nulla e nessuno che chiede di scrivere in una deliberazione che quella in
questione non ha la valenza di modificare...

COPPOLA Michele (Vicepresidente)
Presidente, devo invitarla a concludere.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
Sì. Era solo per un breve inciso.
Allora, non ho sbagliato quindi né a ricevere la delegazione dei manifestanti, né a
mantenere ferma la mia posizione, perché il tentativo di mettere dei limiti all'azione
politica del Presidente del Consiglio o, peggio ancora, a procedere alla sua revoca per
motivi politici, è non solo illegittima, ma anche inopportuna. Ed il fatto di aver
ricevuto così tanti attestati di stima e di solidarietà, mi fa pensare che la questione
assuma ancora un altro significato.
La funzione del Presidente del Consiglio Comunale è strumentale non già
all'attuazione di un indirizzo politico di maggioranza, bensì al corretto
funzionamento dell'organo stesso e non può essere soggetto ai mutevoli
atteggiamenti della maggioranza, dovendo lui operare sempre in modo imparziale a
garanzia dei diritti e delle prerogative di tutto il Consiglio e di tutti i Consiglieri, non
solo della parte che lo ha eletto. Un'ultima considerazione, chiedo scusa Presidente,
ma ci tenevo, mi lasci il tempo di dirla.

COPPOLA Michele (Vicepresidente)
Prego, ci mancherebbe.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
In queste ultime due o tre settimane ho vissuto, credo, uno dei periodi peggiori della
mia vita. Sono stato accattato sui giornali, sottoposto a tentativi di scherno, a volte di
ingiuria. Non ho reagito, neanche allo storpiamento del mio cognome, ci tengo al
nome della mia famiglia. Sono stato additato al pubblico ludibrio per il mio
attaccamento alla poltrona. Me ne hanno dette di tutti i colori, non ultimo oggi
mettendo in mezzo anche la mia famiglia.
A volte mi hanno assimilato a coloro che cercano insistentemente un posto dove
sedersi. Ebbene, se così fosse stato, se fossi così tanto attaccato a un posto, avrei
contrattato, non sarebbe stato difficile. Se così fosse stato, sarebbe stato semplice e
facile dimettersi ed aspettare tranquillamente sul bordo del fiume per vedere che
prima o poi la poltrona passa, è sempre successo così. Forse nel mio caso non
sarebbe successo, qualcuno pensa, ma credo che la discussione deve dispiegarsi
compiutamente e ciascuno deve assumersi le proprie responsabilità.
Per cui credo che sia giusto che un atto politico così importante, come quello per il
quale oggi sono sottoposto alla procedura di revoca, debba necessariamente
concludersi con un voto, perché ciascuno deve prendersi la propria responsabilità.
E ultima cosa veramente, rispetto al partito, per le cose che diceva il Consigliere
Cassano: il partito è una comunità variegata e composita, che ha delle regole interne
e anche degli strumenti di rappresentazione esterna. Le due cose devono andare di
pari passo.
Forse nel nostro caso queste regole non sono state rispettate compiutamente, tanto
che diverse e articolate sono oggi le posizioni interne al partito che riguardano la mia
persona, che forse troveranno sedi e luoghi di discussione con posizione fuori da
questa Aula, ma che sicuramente oggi non sono rappresentative della diversità e della
composizione che c'è oggi nel mio partito.
Bene, spero che quando voterete riflettiate su queste brevi considerazioni, in ogni
caso però volevo terminare con la lettura di una poesia, ma il tempo non c'è.
È una poesia di Edgar Lee Masters, del suo più famoso libro, l'Antologia di Spoon
River, ed è intitolata "Harry Wilmans". Vi invito a leggerla e poi magari ne parliamo
in un altro momento, in separata sede. Grazie.
Solo per essere chiaro fino in fondo: non do le dimissioni da Presidente del
Consiglio.

COPPOLA Michele (Vicepresidente)
Dichiaro formalmente chiuso il dibattito generale su questa proposta di
deliberazione.
Copyright © Comune di Torino - accesso Intracom Comunale (riservato ai dipendenti)