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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 16 Febbraio 2009 ore 15,00
Paragrafo n. 18
DELIBERAZIONE DI INIZIATIVA CONSILIARE 2009-00673
PROPOSTA DI REVOCA DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE AI SENSI DELL'ARTICOLO 32, COMMA 7, DELLO STATUTO DELLA CITT? DI TORINO.
Interventi

COPPOLA Michele (Vicepresidente)
Passiamo all'esame della seguente proposta di deliberazione n. mecc. 200900673/02,
presentata dai Consiglieri Giorgis, Calgaro, Cassiani, Centillo, Cuntrò, Cutuli, Gallo
Stefano, Genisio, Gentile, La Volta, Levi-Montalcini, Lo Russo, Mauro, Olmeo,
Rattazzi, Tedesco, Galasso, Ferraris, Bonino, Zanolini, Moretti, Troiano, Lospinuso,
Petrarulo, Sbriglio, Gandolfo e Porcino in data 30 gennaio 2009, avente per oggetto:
"Proposta di revoca del Presidente del Consiglio Comunale ai sensi dell'articolo 32,
comma 7, dello Statuto della Città di Torino".

COPPOLA Michele (Vicepresidente)
Sono stati presentati 6 emendamenti.
La parola al Consigliere Giorgis. Le ricordo che ha fino a 10 minuti di tempo.

GIORGIS Andrea
Con molta sincerità, devo dire che avrei preferito (e l'ho sperato fino all'ultimo) non
dover illustrare, oggi, questa proposta di deliberazione. Lo dico con convinzione,
perché l'illustrazione delle ragioni e del contenuto di questa proposta credo che siano
(almeno, a tutti i presenti) ampiamente note. Credo anche che, per quanto riguarda
me ed il Gruppo che rappresento, non sottoporre il Consiglio ad una discussione che
presenta, al di là delle nostre migliori intenzioni, aspetti di imbarazzo, sarebbe stato
altamente desiderabile.
Ciò, purtroppo, non è accaduto e, quindi, credo di poter sintetizzare il significato di
questa proposta di deliberazione con quanto la Conferenza dei Capigruppo,
all'unanimità, dichiarò e mise per iscritto in un comunicato stampa poche ore dopo la
vicenda che qui viene ricordata.
Le parole utilizzate in questa proposta di deliberazione potranno non essere le più
felici; in alcuni casi, il loro significato deve essere definito a partire da una lettura
complessiva e non di ogni singolo termine. Se è possibile, bisogna dare una sorta di
interpretazione autentica, anche se non sono il solo a doverla dare, perché sono
titolati a farlo tutti coloro che hanno firmato questa proposta di revoca. Immagino
che ci saranno altri interventi.
L'interpretazione autentica che mi sento di illustrare in quest'Aula è nient'altro che il
contenuto di quella dichiarazione della Conferenza dei Capigruppo, che vide tutti i
Capigruppo concordare, senza particolari distinzioni e lo stesso Presidente
Castronovo, a distanza di pochi giorni, dopo avere già nell'immediato riconosciuto
l'inopportunità del suo gesto, riconfermare.
Credo che se questa vicenda la consideriamo in questi termini, la tratteremo per
quello che è stato e per quello che, a nostro avviso, deve essere, terremo questa Sala
e la credibilità delle sue Istituzioni al riparo da quella normale (però, talvolta,
eccessiva) conflittualità politica, che dovrebbe cercare di arrestarsi quando si discute
di profili di carattere istituzionale.
Lo abbiamo detto in tutte le occasioni in cui è stato possibile, i giornali ne hanno dato
conto, mi sembra, in maniera abbastanza corretta: per quanto riguarda noi - io parlo,
naturalmente, in rappresentanza di quei 16 Consiglieri che hanno apposto la loro
firma -non intendiamo, con questa proposta di deliberazione, porre alcuna questione
politica relativa alla maggioranza che amministra questa Città, né intendiamo,
sollevando una vicenda di carattere istituzionale, discutere in maniera surrettizia
dell'apporto di ogni forza politica al buon governo di questa Città.
In molti casi, mi è successo di ricordare come questa maggioranza, pur con tutta la
dialettica presente in ogni maggioranza, abbia dato prova di saper corrispondere a
quella formidabile domanda di trasformazione e di giustizia che la nostra città
solleva. Credo che abbia, talvolta, dato all'esterno una rappresentazione peggiore di
quella che è la sua capacità, invece, di trovare soluzioni condivisibili e rispondenti
alle reali esigenze di questa città.
Anche in questa occasione voglio ribadire che, al di là del facile scherzo e sorriso che
accompagna normalmente e, forse, anche per dare un po' di leggerezza alle difficoltà
che incontreremo, se leggiamo le deliberazioni, gli atti, se andiamo a guardare il
contenuto dei provvedimenti amministrativi, abbiamo operato una formidabile
trasformazione di questa Città ed abbiamo approvato una serie di atti dal contenuto
tutt'altro che scontato, che credo possiamo difendere nel merito con piena
soddisfazione e che hanno visto tutte le forze politiche che compongono la
maggioranza dare un contributo importante, perché ogni deliberazione è il risultato
del contributo di tante sensibilità e di tante competenze.
Vorrei fare tutto il possibile perché la discussione di questa sera separasse la
conflittualità, la dialettica, il normale confronto tra maggioranza ed opposizione (è
giusto che sia esplicito tra le diverse forze che compongono la maggioranza) dalla
specifica vicenda che siamo chiamati a deliberare.
Non voglio, in questa sede, ripercorrere le preoccupazioni che avvertimmo e
cercammo di esplicitare dando voce, alcuni mesi addietro, a quella che, a nostro
avviso, doveva essere una valutazione complessiva del ruolo che deve essere svolto
dal Presidente, anche perché io, fino a qualche minuto fa, speravo non fosse più
necessario discuterne e che non si dovesse entrare nel merito delle parole che oggi
dobbiamo comunque approvare.
Chiudo questa breve illustrazione ricordando ancora come il merito di questa
proposta di revoca corrisponda, nella sostanza, in maniera integrale, a quanto più di
41 Consiglieri, in sede di Conferenza dei Capigruppo, dissero all'indomani di quello
che fu considerato da tutti un atto amministrativo non consono al ruolo di chi l'aveva
compiuto e, soprattutto, lo considerarono non solo inopportuno e grave, ma anche
come una plastica manifestazione di quello che è stato, nel corso del tempo, un
atteggiamento che io - sia chiaro - considero assolutamente legittimo dal punto di
vista politico. Non voglio discutere della legittimità politica di certe posizioni; vorrei
che rimanessimo alla corrispondenza tra posizioni politiche di parte, che possono
essere legittime o meno, ma è altra questione da quella che discutiamo quest'oggi ed
il ruolo che è chiamato a svolgere il Presidente del Consiglio, il quale, insieme a tanti
onori, ha anche degli oneri, il primo dei quali - che è sicuramente il più difficile da
corrispondere - è quello di contenere, governare le legittime pulsioni politiche di ogni
persona che, con passione, dedica tempo alla cosa pubblica.

COPPOLA Michele (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Gallo Domenico.

GALLO Domenico
Presidente, siccome sono presentatore di 5 emendamenti, le volevo chiedere se sia
opportuno, già all'interno del mio intervento, commentarli brevemente.

COPPOLA Michele (Vicepresidente)
Ancora una volta lei si dimostra molto attento e rispettoso per il lavoro di tutti noi. Se
nell'ambito del suo intervento illustrasse gli emendamenti, evidentemente non lo
faremmo dopo e, quindi, recupereremmo del tempo.

GALLO Domenico
La ringrazio, Presidente.
Questo è un momento molto delicato della vita della nostra Amministrazione. Non
auspicavo assolutamente una situazione così come si è venuta a creare, che è
antipatica, perché coinvolge delle persone anche umanamente, oltre che
politicamente, e sono rammaricato che l'approdo lecito di questo percorso sia la
presentazione di una deliberazione di revoca; non tanto per l'atto in sé, quanto per il
suo contenuto, per come è stato scritto. Le parole usate occorrevano di una
delicatezza maggiore, specialmente quando ci sono casi umani e politici che si
intrecciano. Credevo che i Colleghi che hanno steso e sottoscritto la deliberazione
avrebbero prestato attenzione alla delicatezza della questione.
Credo che in questi mesi, nel nostro Paese, stiano succedendo fatti molto gravi che
coinvolgono Sindaci di grandi città, dove gli Assessori sono accusati di atti di
corruzione, altri che si sono anche suicidati e Sindaci che non si sono mai dimessi
dalle loro Amministrazioni, pur in presenza di fatti gravi sul piano politico.
La vicenda del Presidente Castronovo è un elemento proprio di scarsa rilevanza
rispetto alle questioni, invece, politiche che in alcune Città si sono verificate e che
non hanno visto neanche l'atteggiamento umile dei Sindaci prendere atto che il loro
mandato, ormai, era compromesso dall'accadimento di fatti gravi sul piano della
moralità.
Ciò premesso, avrei auspicato che il Presidente Castronovo si dimettesse dal suo
incarico non tanto per l'accaduto, che è un episodio grave, di leggerezza, di
imprudenza, ma per un fatto semplicissimo: perché gli manca la fiducia del Consiglio
Comunale!
Non comprendo quei Consiglieri che hanno presentato e firmato un atto di quella
rozzezza politica. Io, con i miei 5 emendamenti, proverò a depurarlo. Infatti, sono
emendamenti abrogativi, che restituiscono correttezza ad un atto amministrativo e vi
invito a votarli, cioè vi voglio aiutare a votare un atto corretto.
Gli emendamenti intendono eliminare alcuni elementi che, secondo me, non
c'entrano con il "caso Castronovo". Nella deliberazione si coinvolge il Partito di
Rifondazione Comunista, quando si dice che il Presidente del Consiglio Comunale si
sarebbe comportato come l'esponente di un Partito politico nel momento in cui
gestiva la Presidenza del Consiglio. A me non risulta che il suo Partito l'abbia mai
delegato ad incontrare una delegazione in Consiglio Comunale di quel genere,
quindi, non capisco come mai si scriva questo.
In questa deliberazione si dice anche che: "…nel corso degli anni, non si è distinto
per un atteggiamento di protagonismo 'democratico' volto a incontrare ogni tipo di
manifestanti, facendo a meno o superando, in ogni circostanza, le sensibilità della
Conferenza dei Capigruppo". Colleghi della Conferenza dei Capigruppo, noi dove
eravamo? Ma noi dove eravamo?
In un'altra parte del testo si dice che il Presidente ha "utilizzato gli Uffici di
Presidenza come se fossero luoghi propri". Ancora, l'ultima parte (quella che trovo
francamente, più grave) dice: "Quanto accaduto peraltro non rappresenta un fatto
isolato, ma l'acme di un atteggiamento che ha caratterizzato parte rilevante
dell'operato del Presidente". Penso che bisognava scrivere un atto deliberativo in cui
si citava l'episodio accaduto, su cui possiamo avere anche opinioni diverse, ma
ripeto: Hamas, che è l'organizzazione di una parte dei Palestinesi, è un interlocutore
politico anche di grandi nazioni. Il Presidente D'Alema dice che è importante tenere
presente Hamas nelle trattative per le soluzioni di pace in Medio Oriente, quindi, ci
sono anche altri fattori politici che, dal mio punto di vista, andavano valutati.
Voterò contro la deliberazione di revoca. Ovviamente, auspicavo che il Presidente
del Consiglio prendesse atto della situazione, del fatto che, comunque, lui non gode,
in questo momento, della fiducia della stragrande maggioranza del Consiglio
Comunale e, che, quindi, non è nelle condizioni di potere continuare il suo mandato,
ma un conto è questo ed un altro è aver utilizzato un contenuto deliberativo che,
francamente, non ho mai visto in 12 anni e mezzo di attività in questo Consiglio
Comunale. Fatti gravi in questi Consigli Comunali ne sono accaduti ed io è la prima
volta che mi trovo di fronte ad una situazione di questo genere. Auspico che il nuovo
Presidente del Consiglio - se l'attuale sarà revocato questa sera dal suo incarico -
operi in maniera migliore, con meno protagonismo personalistico, che non faccia
della sua carica un momento di fatto personale e di propaganda personale. Mi auguro
ancora che il prossimo Presidente del Consiglio sia in grado di reggere quest'Aula, di
governarla, di essere super partes, perché è di quello che abbiamo bisogno.
Vedremo chi sarà il prossimo Presidente del Consiglio. Per quanto mi riguarda,
valuterò la persona che sarà proposta, se votarla e dargli la mia fiducia, per quanto,
ovviamente, serva il mio unico e piccolo voto.

CALGARO Marco (Consigliere Anziano)
La parola al Consigliere Cerutti.

CERUTTI Monica
Oggi, effettivamente, c'è un certo imbarazzo ad affrontare questa discussione. Il
Consiglio Comunale di Torino è costituito da 50 Consiglieri, a cui si aggiunge il
Sindaco, eletti dai cittadini torinesi.
Qualche anno fa, un autorevole esponente del mio Partito mi disse che dovevo essere
orgogliosa di essere una dei 50. Ho tradotto questo orgoglio nell'opportunità di
provare a perseguire l'interesse pubblico, qualche volta anche in termini dialettici
rispetto alla maggioranza che governa la Città. In queste ultime settimane siamo,
però, sempre più sconcertati dal livello del dibattito che sta interessando il Consiglio
Comunale, giunto al braccio di ferro che contrappone il suo Presidente al Gruppo del
Partito Democratico, rischiando di paralizzare ed anche ridicolizzare la nostra
attività.
Il nostro auspicio era che si giungesse ad un atto di responsabilità, che le parti
potessero concordare, necessario in un momento nel quale avremmo, invece, la
possibilità di fare sentire la nostra voce alla comunità torinese su questioni importanti
per il suo futuro. Sarà criticabile il comportamento del Presidente durante la seduta
del Consiglio Comunale del 19 gennaio, tuttavia, non crediamo possa essere motivo
di revoca della sua funzione. Lo dimostra l'inconsistenza della deliberazione di
revoca per cui viene chiesto il voto a - permettetemi - un componimento dal sapore
vagamente scolastico, che racconta un evento introducendo delle considerazioni,
magari, legittime, ma del tutto soggettive. Emerge, quindi, la strumentalità
nell'utilizzo dell'episodio da parte del Gruppo del Partito Democratico, che ha, come
obiettivo principale, il volere dimostrare di avere avuto ragione nel porre seri dubbi
alla riconferma del Presidente alla fine dell'anno scorso.
A questo punto, però, - ripeto - dovrebbe prevalere il senso di responsabilità,
essendosi comunque incrinato il rapporto di fiducia tra il Gruppo di maggioranza
relativa e la Presidenza, seppur valgano le considerazioni che ho appena fatto.
Questo Consiglio ha bisogno di proseguire il proprio lavoro in un momento delicato
per la crisi economica e politica (crisi di fiducia) che ha investito tutto il sistema
politico e, in particolare, il centrosinistra, a cui vorremmo reagire proprio in una delle
Città più importanti che amministra. Non mi riferisco solo alla scadenza del Bilancio
Comunale; vi ricordo che abbiamo altre decisioni molto rilevanti e ne cito alcune.
Per esempio, la Variante Urbanistica 200, relativa alla parte nord della Città; si tratta
quasi di un nuovo Piano Regolatore e dovremmo avere un ampio dibattito nel
Consiglio Comunale, che coinvolga la Città nel suo complesso, come non è successo
per altre importanti variazioni urbanistiche, applicando una logica che non sia solo
quella del "fare a prescindere".
L'altra questione di cui non sono ancora chiare le implicazioni effettive (proprio oggi
abbiamo ricevuto un documento che ci dà qualche indicazione) è l'ipotetica
aggregazione tra l'azienda di trasporti torinese e quella milanese. Anche in questo
caso, si tratta di non pronunciare dei "sì" e dei "no" a priori, ma di avere degli
elementi (finora non emersi) per comprendere se e come si possano coniugare le
esigenze del trasporto pubblico, vale a dire tariffe e qualità del servizio, con il futuro
di GTT e dei suoi lavoratori.
Ho voluto citare due questioni proprio perché non è nostra la logica del "tanto
peggio, tanto meglio" nei confronti del Partito Democratico, ma siamo seriamente
interessati a dare un contributo a questa maggioranza, con l'obiettivo di ancorare il
Partito Democratico e tutta la sua maggioranza a sinistra. Credo che questo sia uno
degli obiettivi che ci siamo posti come Sinistra Democratica nell'ambito del nostro
progetto politico.
È vero che i Consigli Comunali spesso si trovano a ratificare scelte prese altrove, ma
hanno anche occasioni per riacquisire credibilità e autorevolezza, spesso, però,
offuscate da vicende come quella che sta coinvolgendo il nostro Consiglio
Comunale.
Per questi motivi. non parteciperemo al voto di un atto che non riconosciamo, con la
speranza che questo Consiglio torni subito ad occuparsi dei veri temi della Città.

COPPOLA Michele (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Cassano.

CASSANO Luca
Prendo la parola in questa sede, oggi, per l'intervento, forse, più difficile nella mia
esperienza politica di 10 anni. Lo faccio per la stima che nutro nei confronti di
un'Istituzione della quale ho sempre avuto un grande rispetto per la storia di cui è
portatrice e per gli uomini e le donne che l'hanno, nel corso dei decenni, resa tale.
Quando nel 2006 fui eletto in questo Consiglio, con tutti i timori e l'alto significato
che aveva per me allora, a 24 anni, entrare in questi luoghi, speravo ed ho sperato a
lungo di potermi formare attraverso le storie politiche, le esperienze di uomini e
donne più maturi di me. In alcuni casi è stato così, in altri, invece, mi è spesso stato
consigliato di curare i miei interessi e le mie ambizioni sopra a tutto e a tutti. Mi è
stato suggerito di assecondare le pulsioni al carrierismo in una corsa verso il potere e
di ignorare il resto. Non è mai stato e non sarà mai così. In questi anni, in questa Sala
ho sempre cercato di non tradire i miei ideali, il rispetto nei confronti del prossimo
oltre le distanze abissali della politica, provando a saper essere duro senza mai
perdere la tenerezza.
Le critiche, soprattutto nei confronti di chi ti è più vicino, sono ancora più dolorose
rispetto a quelle verso gli avversari. Anche attorno al gesto di questi giorni (di cui
non vorrei parlare oggi) non sono mancate le voci di chi vi ha letto un ultimo
disperato tentativo del sottoscritto per poter concorrere alla carica più prestigiosa di
questa Sala (quella di Presidente del Consiglio) e solo una lettura parziale e
superficiale da parte di chi non mi conosce, o di chi ha pensato di sovrappormi gli
abiti di altri, può avere dipinto uno scenario di questo tipo.
L'ossessione per questa carica, cari Consiglieri - è il caso di dirlo -, ha colto altri, ma
non il sottoscritto, se è vero che anche attorno alla mozione di sfiducia nei confronti
del Presidente Castronovo si annida il dubbio fondato che sia stata scritta per motivi
che nulla hanno a che fare con la manifestazione dei militanti di "Free Palesatine" e
con l'incidente istituzionale seguitone.
In altri tempi, il Presidente Castronovo se la sarebbe cavata con una mozione di
censura da parte del Consiglio, ma così non è stato. La sua Presidenza è sempre stata
una poltrona molto scomoda ed in molti si sono spesso esercitati ad accentuare le
difficoltà che ha riscontrato in questi tre anni. È stato spesso bersaglio e non arbitro e
questo ha compromesso la sua funzione nel corso del tempo, oltre agli errori legittimi
che ognuno di noi - me compreso - può compiere.
Oggi ci troviamo, però, in una condizione diversa, con oltre 40 Consiglieri di questa
Sala che non si riconoscono nella sua funzione di Presidente del Consiglio e, forse,
sarebbe stato opportuno e consigliabile non arrivare a questo punto, a questa
discussione ed al voto di sfiducia sul quale, tra qualche ora, saremo chiamati ad
esprimerci.
Sarebbe stato più logico ascoltare le indicazione del Partito che lo ha eletto, insieme
a me, nel 2006 (e che accettò quella carica nell'ambito di un accordo programmatico
e di coalizione tutt'oggi valido), non per lasciare posto a qualcun altro (me
compreso), ma per dare un senso alla democrazia interna ad un Partito, alla funzione
ed al significato che ancora riveste, per un comunista, lo stare seduto in
un'Istituzione, soprattutto con incarichi di prestigio.
Non siamo qui per noi stessi, ma per rappresentare quel mondo, quella città di sotto
che vive, oggi, una crisi senza precedenti e che non si riconosce più nei Partiti e nelle
Istituzioni, per quei ceti deboli che non capiscono i nostri dibattiti sterili ed avulsi
dalla realtà drammatica che la recessione ci consegna. Siamo qui per dare un senso
alla rappresentanza politica della nostra gente e dei cassintegrati, dei precari, dei tanti
che ci hanno votato tre anni fa e che, probabilmente, oggi sarebbero in dubbio se
rinnovarci la delega, la fiducia. La crisi della politica e della sinistra sta anche in
questo, nelle caricature da macchietta che si sostituiscono ai grandi uomini politici
del passato e, non a caso, i giovani guardano con sempre maggiore diffidenza a
questo mondo.
Noi, signor Presidente, non abbiamo fatto molto per colmare quel divario, ma siamo
entrati nella stessa logica che avremmo dovuto combattere, quella dell'interesse
personale sopra il bene pubblico. Questa è la raffigurazione e la percezione esterna
che emerge scorrendo le pagine dei giornali delle ultime settimane.
Proprio nei giorni in cui tutto questo aveva inizio, il mio Partito produceva in grande
quantità un bellissimo manifesto con il ritratto di Enrico Berlinguer, con una frase
sulla questione morale del 1981 (l'anno prima della mia nascita). Forse, anche per
questo, ho ritenuto non più sopportabile il peso ed il significato dell'eredità che sopra
ognuno di noi, in piccole parti, grava.
Continuo a pensare che la sinistra debba e possa ripartire dagli insegnamenti di
questo come di altri grandi uomini del passato per sfuggire alle miserie dell'oggi.
Anche per questo motivo, Presidente Castronovo, le chiedo, per un'ultima volta, di
seguire le indicazioni ed i suggerimenti della comunità politica che ci ha eletto, per
tornare ad occuparci del Bilancio, della crisi, del welfare municipale, perché il tempo
sta per scadere.
Dobbiamo ricostruire una credibilità e non sarà facile fino a quando il suo nome
verrà indebitamente ed inappropriatamente accostato sui quotidiani nazionali al caso
Villari, ma si sa: ai giornali è sempre piaciuto metterci in ridicolo, specie quando
gliene si danno alcuni argomenti. Se così non sarà, Presidente Castronovo, seguiremo
le indicazioni del nostro Partito e voteremo contro la mozione di sfiducia presentata
da alcuni Partiti della coalizione che guida questa Città, consapevoli delle
conseguenze che questo nostro voto determinerà, ma non strappando quel filo che
lega gli eletti nelle Istituzioni ai rispettivi Partiti.
Da domani partirà, probabilmente, il "toto Presidente", a ridosso della discussione su
un Bilancio difficile che necessiterebbe di tutte le nostre attenzioni ed intelligenze.
La nostra città non merita questo spettacolo e la serietà dei problemi che
l'attraversano nemmeno.
Diceva Enrico Berlinguer: "Ci si salva e si va avanti se si agisce insieme e non solo
uno per uno". Proviamo a ripartire da qui, con l'umiltà ed il rispetto necessari.

COPPOLA Michele (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Cantore.

CANTORE Daniele
Forse, non ho sentito tutto, ma vorrei sapere se il Capogruppo Giorgis parlava anche
a nome dei Consiglieri Sbriglio, Lospinuso, Porcino, Galasso, Bonino, Zanolini,
Moretti...

COPPOLA Michele (Vicepresidente)
Però il suo intervento non è sull'ordine dei lavori.

CANTORE Daniele
Per me è importante capire, perché se il Consigliere Giorgis mi dice: "Io parlo anche
a nome di questi Gruppi e di questi Consiglieri…" (INTERVENTI FUORI
MICROFONO) No. Io non ho sentito questo. Pongo una domanda. Se non è così,
siccome siamo in un'Istituzione ed alle firme dei Consiglieri del Partito Democratico
ce ne sono altre, forse sarebbe opportuno che in quest'Aula, a volte, qualche Partito
parlasse. Vorremmo sentire le motivazioni anche degli altri Partiti, altrimenti mi
sento offeso dal fatto che parli uno che dovrebbe rappresentarne 26 e, invece, ne
rappresenta 16 e gli altri 10 stanno zitti!

COPPOLA Michele (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Giorgis.

GIORGIS Andrea
Io non mi permetterei mai di lasciare un tal dubbio inevaso. Ho ripetuto più volte che
parlavo a nome dei 16 Consiglieri che ho l'onore di rappresentare ed ho ripetuto più
volte di parlare come Capogruppo. Questo è il mio ruolo.

COPPOLA Michele (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Galasso.

GALASSO Ennio Lucio
Presidente, io non prendo la parola per la legittima aspettativa e la calorosa
sollecitazione dell'intelligente Capogruppo Cantore. Ero in attesa di conoscere,
invece, quale posizione prendevano gli altri... (INTERVENTI FUORI
MICROFONO).

COPPOLA Michele (Vicepresidente)
Consiglieri, per cortesia! Ogni Consigliere è titolato ad intervenire su una proposta di
deliberazione.
Prego, Consigliere Galasso.

GALASSO Ennio Lucio
Auspico soltanto che non si continui a ferire l'autorevolezza dell'Istituzione e che,
quindi, chi vuole parlare, lo faccia; gli altri hanno sottoscritto una proposta di
deliberazione. Non sta scritto da nessuna parte che tutti debbano parlare, visto che,
comunque, c'è già un atto formale compiuto.
Siccome il mio intervento è motivato soltanto dalla tutela istituzionale e dalle ragioni
istituzionali, dico che, dopo avere sentito gli interventi seri nelle loro proposizioni
dei Consiglieri Gallo Domenico, Cerutti e Cassano (e sono stati interventi
evidentemente sofferti), ho colto - senza voler dare un'interpretazione che va al di là
dell'autentica proposizione degli intervenuti - in uno il disagio, in uno l'esplicito
invito a dimettersi e, nell'altro, l'auspicio di non arrivare a questo punto. Sono tutte
preoccupazioni serie sotto il profilo dell'attenzione istituzionale e, quindi, ribadendo
il contenuto di una proposta di deliberazione che ho sottoscritto e che non sto qui a
riproporre, mi chiedo, sempre per essere custodi di quel valore che un'assemblea
come quella del Consiglio Comunale deve avere se non sia il caso di invitare il
Presidente Castronovo a prenderne atto, come hanno fatto coloro che più gli sono
vicini non soltanto da un punto di vista culturale, umano e politico. Perché deve
avere come compagna soltanto la solitudine in questa vicenda? Perché il Presidente
Castronovo non prende l'iniziativa e toglie tutti dal disagio, ma, soprattutto, rivaluta
non soltanto il ruolo di questa Sala, ma anche, secondo me, il ruolo che lui ha svolto
fino a questo momento, riscattando così quelle disattenzioni - chiamiamole
eufemisticamente così - che lui stesso ha riconosciuto essersi verificate?
Presidente Castronovo, gliel'ho detto anche quando abbiamo parlato privatamente
che, sotto il profilo umano, mi dispiace, sotto quello istituzionale mi pare non ci sia
scelta.
Concludo con un ultimo appello, parafrasando Cesare Pavese, il quale diceva che
"non c'è alba più triste dell'alba in cui nulla accadrà"; in questo caso, possiamo dire
che non c'è alba più triste della compagnia della solitudine.

COPPOLA Michele (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Bonino.

BONINO Gian Luigi
Intervengo sollecitato dal Collega e amico Cantore, che credo non abbia tutti i torti
nel chiedere l'intervento anche degli altri firmatari.
Ho sentito l'intervento fatto dal Capogruppo Giorgis, in gran parte condivisibile,
anzi, direi totalmente; d'altronde, il Presidente aveva invitato il primo firmatario
della deliberazione ad intervenire e ad illustrarla. È ovvio che tutti gli altri firmatari,
compreso il sottoscritto, condividano quanto hanno firmato. Non ci sono molte altre
cose da dire, non ci sono differenze profonde da apportare all'intervento del primo
firmatario, altrimenti saremmo intervenuti spontaneamente. È solo questo il motivo
per cui non intervenivamo.
Il clima che si è venuto a creare, anche dopo gli interventi dei Consiglieri Gallo
Domenico, Cassano e Cerutti (che sono, sotto un certo punto di vista, anche stati
degli accorati appelli al Presidente Castronovo ad assumere un atteggiamento
diverso), non ci potevano chiedere altro materiale. Anch'io penso che sarebbe stato
auspicabile che, da parte del Presidente Castronovo, ci fosse stato (probabilmente,
prendendo atto di una certa situazione) un atteggiamento diverso. Così non è stato,
quindi, credo che gli inviti siano superflui. Più autorevoli del mio invito a rassegnare
le dimissioni ed a non arrivare a questo punto, sono sicuramente gli inviti fatti dai
suoi compagni di Partito.
Il tacere non era dovuto ad un'ignavia, ma al fatto che nulla si poteva portare in più a
quanto già avevamo firmato, a quanto è stato illustrato dal Capogruppo Giorgis ed a
quanto altri Consiglieri, in questo più autorevoli nel poter chiedere le dimissioni,
hanno detto al Presidente Castronovo.
È una vicenda che è sotto gli occhi di tutti e credo che prima si risolve, meglio è per
tutto il Consiglio Comunale.

COPPOLA Michele (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Carossa.

CAROSSA Mario
Aspettavo ad intervenire, perché c'era stato un accordo e ritenevo che, soprattutto di
fronte ad una deliberazione così seria, tutti i Partiti che compongono questa
maggioranza e che hanno firmato questo atto dovessero intervenire. Così non è stato
e non va bene, così come non va bene tutta questa storia.
Presidente Castronovo, le parlo da quel Consigliere che, nella sua prima elezione, ha
scritto "no" sulla scheda e lo ha dichiarato ufficialmente, non certo - come le avevo
già detto - per una questione personale, ma per una questione politica: lei rappresenta
una parte politica di cui io sono tenacemente avversario, perché troppe cose ci
dividono. Non mi è piaciuta la sua elezione e mi è piaciuta ancora meno la sua
rielezione. II Sindaco, durante la sua rielezione, ha usato una metafora molto bella:
"È riuscito a rimettere il dentifricio nel tubetto". Devo dire che, poi, è uscito di
nuovo.
Mesi e mesi di discussioni per arrivare, poi, alla sua rielezione. È stata una buffonata!
E continua ancora di più adesso. Glielo dico molto chiaro: alla maggior parte dei
componenti della sua maggioranza, o quella che dovrebbe essere la sua maggioranza,
Presidente Castronovo, non importa nulla o quasi di "Free Palestine" e compagnia
bella; hanno approfittato (assolutamente per una ricerca di poltrone e di posti) di un
suo errore e glielo dico tranquillamente, perché ero col Consigliere Angeleri sotto e
le abbiamo detto: "Non è tanto che devi temere i nostri attacchi, ma guarda che
sbagli, ti metteranno in croce altri" e tu hai detto, logicamente: "Io credo in quello
che faccio e vado avanti, lo faccio lo stesso", sbagliando. Io sono avversario di
Rifondazione e degli altri Partiti della maggioranza anche per queste cose qua!
Non mi è piaciuto quasi nulla e adesso non mi piace come sta proseguendo la
vicenda. Ricordo al Capogruppo Giorgis che non hanno i numeri; in questo momento
voi non avete i numeri per fare passare questa deliberazione! Contatevi!
Non mi sono piaciuti, Presidente Castronovo, gli articoli che, negli ultimi giorni,
sono stati scritti su di lei. Accetto la lotta politica, ma non accetto e non accetterò mai
che si parli del privato per attaccare un personaggio politico. Certo, siamo tutti
piccoli personaggi pubblici - parlo per me, naturalmente - però io non accetto questi
attacchi! Questo è il frutto del gioco più grande di lei in cui si è venuto a trovare.
Penso agli interventi dei Consiglieri Bonino e Galasso, che non ho capito se parlava
come Capogruppo dei Moderati, ma almeno lui ha parlato; il Gruppo dell'Italia dei
valori (con la v minuscola, naturalmente) non è nemmeno intervenuto su un
argomento così importante! Non ho capito cosa fate voi, perché, salvo dire:
"Invitiamo il Presidente Castronovo a dimettersi prima della votazione", poi, non ho
sentito dire: "Noi votiamo per la deliberazione, noi continuiamo ad essere concordi.
Il Partito di cui facciamo parte continua ad essere d'accordo su questa deliberazione".
Non è stato detto! Ritengo che questa sia una manchevolezza della vostra
maggioranza, ossia sfiduciare e revocare un Presidente del Consiglio Comunale
eletto poco tempo fa senza nemmeno prender la parola! Come ritengo una
manchevolezza l'intervento dell'artefice di questa deliberazione, del primo firmatario
il quale ha spiegato, per l'ennesima volta, a tutti come si può, quando si vuole,
parlare per dieci minuti senza dire assolutamente nulla, se non cercare delle
giustificazioni su una deliberazione fatta, oggettivamente, abbastanza male, pur
sapendo benissimo come era andato il discorso in quella Conferenza dei Capigruppo.
Presidente Coppola, le anticipo che al termine degli interventi chiederò una
sospensione, perché ritengo che, non avendo questa maggioranza i numeri per votare
questa deliberazione, l'opposizione ha bisogno di tempo per confrontarsi.

COPPOLA Michele (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Goffi.

GOFFI Alberto
Non mi dilungherò molto in questa vicenda che oggi ci vede all'epilogo, quindi, non
credo di dover fare la cronistoria di una vicenda che abbiamo, in qualche modo,
vissuto, qualcuno l'ha subita, certamente tutti l'abbiamo letta sui giornali ed anche
discussa ampiamente in tutte le sedi.
Come ha detto il Capogruppo Carossa, un merito il Presidente Castronovo l'ha avuto:
la tenacia, che in politica è una virtù; alcuni la confondono con la testardaggine, io
ritengo che sia una grande forza e lui sicuramente possiede questa virtù, però è
difficile distinguere - come diceva il Capogruppo Giorgis - il livello istituzionale da
quello politico. È molto difficile, perché è ovvio che le Istituzioni sono espressioni
della politica e tenere disgiunti i due ambiti è molto complicato, soprattutto da una
vicenda che ha creato sicuramente una ferita istituzionale, ma è stata inferta da chi
era ben consapevole dell'atto politico che stava compiendo, da chi esprime quell'idea
come Partito politico a livello nazionale.
Si è consumato e concretizzato un atto politico utilizzando lo scranno delle
Istituzioni. È questo il fatto grave che oggi mi impedisce di tenere disgiunto l'ambito
istituzionale da quello politico ed è per questa ragione che l'UDC non ha mai avuto
esitazioni, fin dal primo momento, a presentare la deliberazione di sfiducia nei
confronti del Presidente Castronovo. Non per ragioni personali - ma credo che di
questo non ci sia neanche da discutere -, ma per una gravità politica e, per coerenza,
l'UDC continuerà sull'impostazione generale, che è quella di votare positivamente la
revoca, benché sia stata presentata da questa maggioranza. Noi avremmo,
ovviamente, preferito una votazione sulla mozione di sfiducia.
La sostanza del problema è la grave ferita istituzionale inferta a questa Sala e mi
auguro che la maggioranza abbia i numeri per poterlo fare e che abbia la forza di
farlo. Noi certamente ci saremo non per dare sostegno alla maggioranza, ma per
ribadire l'atto politico, la sua sostanza e la sua gravità, utilizzando il metodo della
revoca, perché se oggi la maggioranza, per caso non avesse i numeri per votare la
revoca, vorrebbe dire che nell'ultimo mese e mezzo abbiamo assistito prima ad un
esercizio di autosufficienza di questa maggioranza quando l'ha nominata, quando l'ha
eletta e, oggi, assisteremmo ad un esercizio di insufficienza, di cui forse è bene che la
maggioranza prenda atto.
Penso anche che oggi sia importante revocare la sua carica, perché il compito del
Presidente del Consiglio Comunale è quello di cercare la condivisione, di provare ad
unire. Lei è riuscito, con il suo atto politico, a fare tre operazioni (in questo è stato
assolutamente straordinario): la prima è quella di aver contributo a creare un solco tra
popoli che da sempre hanno un conflitto che, probabilmente, non si supererà mai e
lei ha contributo, con il suo atto, a creare ulteriormente questo solco; ha creato un
disaccordo tra le Istituzioni e la Città ed anche, probabilmente, in questa
maggioranza, che governa la città. Di questo le riconosco l'assoluta straordinarietà.

COPPOLA Michele (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Ravello.

RAVELLO Roberto Sergio
Mi rivolgo a lei, secondo consuetudine, ben consapevole del fatto che il destinatario
dei nostri messaggi sia un'altra persona, un altro soggetto, un altro Collega, al quale,
dal punto di vista personale, ovviamente (ed è giusto che sia ripetuto) va il
riconoscimento del lavoro che ha svolto in nome e per conto del Consiglio
Comunale, almeno fino ad oggi.
È un Collega Consigliere che gode della stima e dell'amicizia, ma che non può
risultare immune da atti che possano mettere in discussione i suoi comportamenti. Si
tratta di atti che, come detto più volte, hanno creato le condizioni perché le
conseguenze potessero essere patite da tutta la Città, da tutti i suoi Colleghi e da tutti
i cittadini torinesi che da essi sono rappresentati.
Consigliere Goffi, mi perdoni, ma non vedo nulla di virtuoso nel comportamento di
chi, inizialmente, si pente per qualcosa e, successivamente, si pente di essersi pentito.
Non vedo nulla di virtuoso nel comportamento di chi - e questo è il primo dei due
grandi problemi che la vicenda ha messo in luce - non è stato in grado, in diverse fasi
del suo mandato, di interpretare come avrebbe dovuto il suo ruolo istituzionale.
Il Presidente Castronovo - e questo è un dato indiscutibile ed è una ragione più che
sufficiente per andare a compromettere definitivamente il rapporto di fiducia che lo
lega al Consiglio Comunale - ha dimenticato che, nella sua veste di Presidente del
Consiglio Comunale, avrebbe dovuto rappresentare tutti i torinesi (anche quei
torinesi - e le assicuro che sono tanti - che si sono sentiti, a ragione, particolarmente
offesi dalle bandiere bruciate, dai muri della nostra città imbrattati, dai
danneggiamenti a cose e persone e dalle violenze ai danni delle Forze dell'Ordine)
che non ne possono più - e noi ne siamo interpreti - di realtà che interpretano la
politica solo come mezzo, come strumento e talvolta come pretesto per esercitare la
violenza.
In occasione della prima Conferenza dei Capigruppo che si tenne quella sera,
Presidente Castronovo, le abbiamo ricordato che, a casa sua, lei avrebbe potuto
ricevere chiunque, mentre nella casa dei torinesi (nella quale anche lei è un ospite)
avrebbe potuto e dovuto ricevere soltanto chi sia davvero gradito ai torinesi.
Il Presidente Castronovo ha dimenticato che le sue azioni hanno offerto
legittimazione ad atti che la Città condanna, ad azioni dalle quali tutte le Istituzioni di
ogni ordine e grado devono prendere necessariamente le distanze.
L'altro problema che emerge in maniera ancora più prepotente è un problema di
natura più politica, è un problema che vede un partito - il Partito della Rifondazione
Comunista - non saper interpretate i ruoli istituzionali. Non è un problema
squisitamente personale, il problema non è soltanto Giuseppe Castronovo,
Consigliere Comunale eletto in Rifondazione Comunista, il problema è Rifondazione
Comunista.
La prova è rappresentata dagli innumerevoli episodi in cui rappresentanti
istituzionali, anche molto autorevoli, del suo partito…

COPPOLA Michele (Vicepresidente)
Chiedo ai Consiglieri di non disturbare l'intervento del Consigliere Ravello.
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