Interventi |
COPPOLA Michele (Vicepresidente) Passiamo all'esame della seguente proposta di deliberazione n. mecc. 200900673/02, presentata dai Consiglieri Giorgis, Calgaro, Cassiani, Centillo, Cuntrò, Cutuli, Gallo Stefano, Genisio, Gentile, La Volta, Levi-Montalcini, Lo Russo, Mauro, Olmeo, Rattazzi, Tedesco, Galasso, Ferraris, Bonino, Zanolini, Moretti, Troiano, Lospinuso, Petrarulo, Sbriglio, Gandolfo e Porcino in data 30 gennaio 2009, avente per oggetto: "Proposta di revoca del Presidente del Consiglio Comunale ai sensi dell'articolo 32, comma 7, dello Statuto della Città di Torino". COPPOLA Michele (Vicepresidente) Sono stati presentati 6 emendamenti. La parola al Consigliere Giorgis. Le ricordo che ha fino a 10 minuti di tempo. GIORGIS Andrea Con molta sincerità, devo dire che avrei preferito (e l'ho sperato fino all'ultimo) non dover illustrare, oggi, questa proposta di deliberazione. Lo dico con convinzione, perché l'illustrazione delle ragioni e del contenuto di questa proposta credo che siano (almeno, a tutti i presenti) ampiamente note. Credo anche che, per quanto riguarda me ed il Gruppo che rappresento, non sottoporre il Consiglio ad una discussione che presenta, al di là delle nostre migliori intenzioni, aspetti di imbarazzo, sarebbe stato altamente desiderabile. Ciò, purtroppo, non è accaduto e, quindi, credo di poter sintetizzare il significato di questa proposta di deliberazione con quanto la Conferenza dei Capigruppo, all'unanimità, dichiarò e mise per iscritto in un comunicato stampa poche ore dopo la vicenda che qui viene ricordata. Le parole utilizzate in questa proposta di deliberazione potranno non essere le più felici; in alcuni casi, il loro significato deve essere definito a partire da una lettura complessiva e non di ogni singolo termine. Se è possibile, bisogna dare una sorta di interpretazione autentica, anche se non sono il solo a doverla dare, perché sono titolati a farlo tutti coloro che hanno firmato questa proposta di revoca. Immagino che ci saranno altri interventi. L'interpretazione autentica che mi sento di illustrare in quest'Aula è nient'altro che il contenuto di quella dichiarazione della Conferenza dei Capigruppo, che vide tutti i Capigruppo concordare, senza particolari distinzioni e lo stesso Presidente Castronovo, a distanza di pochi giorni, dopo avere già nell'immediato riconosciuto l'inopportunità del suo gesto, riconfermare. Credo che se questa vicenda la consideriamo in questi termini, la tratteremo per quello che è stato e per quello che, a nostro avviso, deve essere, terremo questa Sala e la credibilità delle sue Istituzioni al riparo da quella normale (però, talvolta, eccessiva) conflittualità politica, che dovrebbe cercare di arrestarsi quando si discute di profili di carattere istituzionale. Lo abbiamo detto in tutte le occasioni in cui è stato possibile, i giornali ne hanno dato conto, mi sembra, in maniera abbastanza corretta: per quanto riguarda noi - io parlo, naturalmente, in rappresentanza di quei 16 Consiglieri che hanno apposto la loro firma -non intendiamo, con questa proposta di deliberazione, porre alcuna questione politica relativa alla maggioranza che amministra questa Città, né intendiamo, sollevando una vicenda di carattere istituzionale, discutere in maniera surrettizia dell'apporto di ogni forza politica al buon governo di questa Città. In molti casi, mi è successo di ricordare come questa maggioranza, pur con tutta la dialettica presente in ogni maggioranza, abbia dato prova di saper corrispondere a quella formidabile domanda di trasformazione e di giustizia che la nostra città solleva. Credo che abbia, talvolta, dato all'esterno una rappresentazione peggiore di quella che è la sua capacità, invece, di trovare soluzioni condivisibili e rispondenti alle reali esigenze di questa città. Anche in questa occasione voglio ribadire che, al di là del facile scherzo e sorriso che accompagna normalmente e, forse, anche per dare un po' di leggerezza alle difficoltà che incontreremo, se leggiamo le deliberazioni, gli atti, se andiamo a guardare il contenuto dei provvedimenti amministrativi, abbiamo operato una formidabile trasformazione di questa Città ed abbiamo approvato una serie di atti dal contenuto tutt'altro che scontato, che credo possiamo difendere nel merito con piena soddisfazione e che hanno visto tutte le forze politiche che compongono la maggioranza dare un contributo importante, perché ogni deliberazione è il risultato del contributo di tante sensibilità e di tante competenze. Vorrei fare tutto il possibile perché la discussione di questa sera separasse la conflittualità, la dialettica, il normale confronto tra maggioranza ed opposizione (è giusto che sia esplicito tra le diverse forze che compongono la maggioranza) dalla specifica vicenda che siamo chiamati a deliberare. Non voglio, in questa sede, ripercorrere le preoccupazioni che avvertimmo e cercammo di esplicitare dando voce, alcuni mesi addietro, a quella che, a nostro avviso, doveva essere una valutazione complessiva del ruolo che deve essere svolto dal Presidente, anche perché io, fino a qualche minuto fa, speravo non fosse più necessario discuterne e che non si dovesse entrare nel merito delle parole che oggi dobbiamo comunque approvare. Chiudo questa breve illustrazione ricordando ancora come il merito di questa proposta di revoca corrisponda, nella sostanza, in maniera integrale, a quanto più di 41 Consiglieri, in sede di Conferenza dei Capigruppo, dissero all'indomani di quello che fu considerato da tutti un atto amministrativo non consono al ruolo di chi l'aveva compiuto e, soprattutto, lo considerarono non solo inopportuno e grave, ma anche come una plastica manifestazione di quello che è stato, nel corso del tempo, un atteggiamento che io - sia chiaro - considero assolutamente legittimo dal punto di vista politico. Non voglio discutere della legittimità politica di certe posizioni; vorrei che rimanessimo alla corrispondenza tra posizioni politiche di parte, che possono essere legittime o meno, ma è altra questione da quella che discutiamo quest'oggi ed il ruolo che è chiamato a svolgere il Presidente del Consiglio, il quale, insieme a tanti onori, ha anche degli oneri, il primo dei quali - che è sicuramente il più difficile da corrispondere - è quello di contenere, governare le legittime pulsioni politiche di ogni persona che, con passione, dedica tempo alla cosa pubblica. COPPOLA Michele (Vicepresidente) La parola al Consigliere Gallo Domenico. GALLO Domenico Presidente, siccome sono presentatore di 5 emendamenti, le volevo chiedere se sia opportuno, già all'interno del mio intervento, commentarli brevemente. COPPOLA Michele (Vicepresidente) Ancora una volta lei si dimostra molto attento e rispettoso per il lavoro di tutti noi. Se nell'ambito del suo intervento illustrasse gli emendamenti, evidentemente non lo faremmo dopo e, quindi, recupereremmo del tempo. GALLO Domenico La ringrazio, Presidente. Questo è un momento molto delicato della vita della nostra Amministrazione. Non auspicavo assolutamente una situazione così come si è venuta a creare, che è antipatica, perché coinvolge delle persone anche umanamente, oltre che politicamente, e sono rammaricato che l'approdo lecito di questo percorso sia la presentazione di una deliberazione di revoca; non tanto per l'atto in sé, quanto per il suo contenuto, per come è stato scritto. Le parole usate occorrevano di una delicatezza maggiore, specialmente quando ci sono casi umani e politici che si intrecciano. Credevo che i Colleghi che hanno steso e sottoscritto la deliberazione avrebbero prestato attenzione alla delicatezza della questione. Credo che in questi mesi, nel nostro Paese, stiano succedendo fatti molto gravi che coinvolgono Sindaci di grandi città, dove gli Assessori sono accusati di atti di corruzione, altri che si sono anche suicidati e Sindaci che non si sono mai dimessi dalle loro Amministrazioni, pur in presenza di fatti gravi sul piano politico. La vicenda del Presidente Castronovo è un elemento proprio di scarsa rilevanza rispetto alle questioni, invece, politiche che in alcune Città si sono verificate e che non hanno visto neanche l'atteggiamento umile dei Sindaci prendere atto che il loro mandato, ormai, era compromesso dall'accadimento di fatti gravi sul piano della moralità. Ciò premesso, avrei auspicato che il Presidente Castronovo si dimettesse dal suo incarico non tanto per l'accaduto, che è un episodio grave, di leggerezza, di imprudenza, ma per un fatto semplicissimo: perché gli manca la fiducia del Consiglio Comunale! Non comprendo quei Consiglieri che hanno presentato e firmato un atto di quella rozzezza politica. Io, con i miei 5 emendamenti, proverò a depurarlo. Infatti, sono emendamenti abrogativi, che restituiscono correttezza ad un atto amministrativo e vi invito a votarli, cioè vi voglio aiutare a votare un atto corretto. Gli emendamenti intendono eliminare alcuni elementi che, secondo me, non c'entrano con il "caso Castronovo". Nella deliberazione si coinvolge il Partito di Rifondazione Comunista, quando si dice che il Presidente del Consiglio Comunale si sarebbe comportato come l'esponente di un Partito politico nel momento in cui gestiva la Presidenza del Consiglio. A me non risulta che il suo Partito l'abbia mai delegato ad incontrare una delegazione in Consiglio Comunale di quel genere, quindi, non capisco come mai si scriva questo. In questa deliberazione si dice anche che: "…nel corso degli anni, non si è distinto per un atteggiamento di protagonismo 'democratico' volto a incontrare ogni tipo di manifestanti, facendo a meno o superando, in ogni circostanza, le sensibilità della Conferenza dei Capigruppo". Colleghi della Conferenza dei Capigruppo, noi dove eravamo? Ma noi dove eravamo? In un'altra parte del testo si dice che il Presidente ha "utilizzato gli Uffici di Presidenza come se fossero luoghi propri". Ancora, l'ultima parte (quella che trovo francamente, più grave) dice: "Quanto accaduto peraltro non rappresenta un fatto isolato, ma l'acme di un atteggiamento che ha caratterizzato parte rilevante dell'operato del Presidente". Penso che bisognava scrivere un atto deliberativo in cui si citava l'episodio accaduto, su cui possiamo avere anche opinioni diverse, ma ripeto: Hamas, che è l'organizzazione di una parte dei Palestinesi, è un interlocutore politico anche di grandi nazioni. Il Presidente D'Alema dice che è importante tenere presente Hamas nelle trattative per le soluzioni di pace in Medio Oriente, quindi, ci sono anche altri fattori politici che, dal mio punto di vista, andavano valutati. Voterò contro la deliberazione di revoca. Ovviamente, auspicavo che il Presidente del Consiglio prendesse atto della situazione, del fatto che, comunque, lui non gode, in questo momento, della fiducia della stragrande maggioranza del Consiglio Comunale e, che, quindi, non è nelle condizioni di potere continuare il suo mandato, ma un conto è questo ed un altro è aver utilizzato un contenuto deliberativo che, francamente, non ho mai visto in 12 anni e mezzo di attività in questo Consiglio Comunale. Fatti gravi in questi Consigli Comunali ne sono accaduti ed io è la prima volta che mi trovo di fronte ad una situazione di questo genere. Auspico che il nuovo Presidente del Consiglio - se l'attuale sarà revocato questa sera dal suo incarico - operi in maniera migliore, con meno protagonismo personalistico, che non faccia della sua carica un momento di fatto personale e di propaganda personale. Mi auguro ancora che il prossimo Presidente del Consiglio sia in grado di reggere quest'Aula, di governarla, di essere super partes, perché è di quello che abbiamo bisogno. Vedremo chi sarà il prossimo Presidente del Consiglio. Per quanto mi riguarda, valuterò la persona che sarà proposta, se votarla e dargli la mia fiducia, per quanto, ovviamente, serva il mio unico e piccolo voto. CALGARO Marco (Consigliere Anziano) La parola al Consigliere Cerutti. CERUTTI Monica Oggi, effettivamente, c'è un certo imbarazzo ad affrontare questa discussione. Il Consiglio Comunale di Torino è costituito da 50 Consiglieri, a cui si aggiunge il Sindaco, eletti dai cittadini torinesi. Qualche anno fa, un autorevole esponente del mio Partito mi disse che dovevo essere orgogliosa di essere una dei 50. Ho tradotto questo orgoglio nell'opportunità di provare a perseguire l'interesse pubblico, qualche volta anche in termini dialettici rispetto alla maggioranza che governa la Città. In queste ultime settimane siamo, però, sempre più sconcertati dal livello del dibattito che sta interessando il Consiglio Comunale, giunto al braccio di ferro che contrappone il suo Presidente al Gruppo del Partito Democratico, rischiando di paralizzare ed anche ridicolizzare la nostra attività. Il nostro auspicio era che si giungesse ad un atto di responsabilità, che le parti potessero concordare, necessario in un momento nel quale avremmo, invece, la possibilità di fare sentire la nostra voce alla comunità torinese su questioni importanti per il suo futuro. Sarà criticabile il comportamento del Presidente durante la seduta del Consiglio Comunale del 19 gennaio, tuttavia, non crediamo possa essere motivo di revoca della sua funzione. Lo dimostra l'inconsistenza della deliberazione di revoca per cui viene chiesto il voto a - permettetemi - un componimento dal sapore vagamente scolastico, che racconta un evento introducendo delle considerazioni, magari, legittime, ma del tutto soggettive. Emerge, quindi, la strumentalità nell'utilizzo dell'episodio da parte del Gruppo del Partito Democratico, che ha, come obiettivo principale, il volere dimostrare di avere avuto ragione nel porre seri dubbi alla riconferma del Presidente alla fine dell'anno scorso. A questo punto, però, - ripeto - dovrebbe prevalere il senso di responsabilità, essendosi comunque incrinato il rapporto di fiducia tra il Gruppo di maggioranza relativa e la Presidenza, seppur valgano le considerazioni che ho appena fatto. Questo Consiglio ha bisogno di proseguire il proprio lavoro in un momento delicato per la crisi economica e politica (crisi di fiducia) che ha investito tutto il sistema politico e, in particolare, il centrosinistra, a cui vorremmo reagire proprio in una delle Città più importanti che amministra. Non mi riferisco solo alla scadenza del Bilancio Comunale; vi ricordo che abbiamo altre decisioni molto rilevanti e ne cito alcune. Per esempio, la Variante Urbanistica 200, relativa alla parte nord della Città; si tratta quasi di un nuovo Piano Regolatore e dovremmo avere un ampio dibattito nel Consiglio Comunale, che coinvolga la Città nel suo complesso, come non è successo per altre importanti variazioni urbanistiche, applicando una logica che non sia solo quella del "fare a prescindere". L'altra questione di cui non sono ancora chiare le implicazioni effettive (proprio oggi abbiamo ricevuto un documento che ci dà qualche indicazione) è l'ipotetica aggregazione tra l'azienda di trasporti torinese e quella milanese. Anche in questo caso, si tratta di non pronunciare dei "sì" e dei "no" a priori, ma di avere degli elementi (finora non emersi) per comprendere se e come si possano coniugare le esigenze del trasporto pubblico, vale a dire tariffe e qualità del servizio, con il futuro di GTT e dei suoi lavoratori. Ho voluto citare due questioni proprio perché non è nostra la logica del "tanto peggio, tanto meglio" nei confronti del Partito Democratico, ma siamo seriamente interessati a dare un contributo a questa maggioranza, con l'obiettivo di ancorare il Partito Democratico e tutta la sua maggioranza a sinistra. Credo che questo sia uno degli obiettivi che ci siamo posti come Sinistra Democratica nell'ambito del nostro progetto politico. È vero che i Consigli Comunali spesso si trovano a ratificare scelte prese altrove, ma hanno anche occasioni per riacquisire credibilità e autorevolezza, spesso, però, offuscate da vicende come quella che sta coinvolgendo il nostro Consiglio Comunale. Per questi motivi. non parteciperemo al voto di un atto che non riconosciamo, con la speranza che questo Consiglio torni subito ad occuparsi dei veri temi della Città. COPPOLA Michele (Vicepresidente) La parola al Consigliere Cassano. CASSANO Luca Prendo la parola in questa sede, oggi, per l'intervento, forse, più difficile nella mia esperienza politica di 10 anni. Lo faccio per la stima che nutro nei confronti di un'Istituzione della quale ho sempre avuto un grande rispetto per la storia di cui è portatrice e per gli uomini e le donne che l'hanno, nel corso dei decenni, resa tale. Quando nel 2006 fui eletto in questo Consiglio, con tutti i timori e l'alto significato che aveva per me allora, a 24 anni, entrare in questi luoghi, speravo ed ho sperato a lungo di potermi formare attraverso le storie politiche, le esperienze di uomini e donne più maturi di me. In alcuni casi è stato così, in altri, invece, mi è spesso stato consigliato di curare i miei interessi e le mie ambizioni sopra a tutto e a tutti. Mi è stato suggerito di assecondare le pulsioni al carrierismo in una corsa verso il potere e di ignorare il resto. Non è mai stato e non sarà mai così. In questi anni, in questa Sala ho sempre cercato di non tradire i miei ideali, il rispetto nei confronti del prossimo oltre le distanze abissali della politica, provando a saper essere duro senza mai perdere la tenerezza. Le critiche, soprattutto nei confronti di chi ti è più vicino, sono ancora più dolorose rispetto a quelle verso gli avversari. Anche attorno al gesto di questi giorni (di cui non vorrei parlare oggi) non sono mancate le voci di chi vi ha letto un ultimo disperato tentativo del sottoscritto per poter concorrere alla carica più prestigiosa di questa Sala (quella di Presidente del Consiglio) e solo una lettura parziale e superficiale da parte di chi non mi conosce, o di chi ha pensato di sovrappormi gli abiti di altri, può avere dipinto uno scenario di questo tipo. L'ossessione per questa carica, cari Consiglieri - è il caso di dirlo -, ha colto altri, ma non il sottoscritto, se è vero che anche attorno alla mozione di sfiducia nei confronti del Presidente Castronovo si annida il dubbio fondato che sia stata scritta per motivi che nulla hanno a che fare con la manifestazione dei militanti di "Free Palesatine" e con l'incidente istituzionale seguitone. In altri tempi, il Presidente Castronovo se la sarebbe cavata con una mozione di censura da parte del Consiglio, ma così non è stato. La sua Presidenza è sempre stata una poltrona molto scomoda ed in molti si sono spesso esercitati ad accentuare le difficoltà che ha riscontrato in questi tre anni. È stato spesso bersaglio e non arbitro e questo ha compromesso la sua funzione nel corso del tempo, oltre agli errori legittimi che ognuno di noi - me compreso - può compiere. Oggi ci troviamo, però, in una condizione diversa, con oltre 40 Consiglieri di questa Sala che non si riconoscono nella sua funzione di Presidente del Consiglio e, forse, sarebbe stato opportuno e consigliabile non arrivare a questo punto, a questa discussione ed al voto di sfiducia sul quale, tra qualche ora, saremo chiamati ad esprimerci. Sarebbe stato più logico ascoltare le indicazione del Partito che lo ha eletto, insieme a me, nel 2006 (e che accettò quella carica nell'ambito di un accordo programmatico e di coalizione tutt'oggi valido), non per lasciare posto a qualcun altro (me compreso), ma per dare un senso alla democrazia interna ad un Partito, alla funzione ed al significato che ancora riveste, per un comunista, lo stare seduto in un'Istituzione, soprattutto con incarichi di prestigio. Non siamo qui per noi stessi, ma per rappresentare quel mondo, quella città di sotto che vive, oggi, una crisi senza precedenti e che non si riconosce più nei Partiti e nelle Istituzioni, per quei ceti deboli che non capiscono i nostri dibattiti sterili ed avulsi dalla realtà drammatica che la recessione ci consegna. Siamo qui per dare un senso alla rappresentanza politica della nostra gente e dei cassintegrati, dei precari, dei tanti che ci hanno votato tre anni fa e che, probabilmente, oggi sarebbero in dubbio se rinnovarci la delega, la fiducia. La crisi della politica e della sinistra sta anche in questo, nelle caricature da macchietta che si sostituiscono ai grandi uomini politici del passato e, non a caso, i giovani guardano con sempre maggiore diffidenza a questo mondo. Noi, signor Presidente, non abbiamo fatto molto per colmare quel divario, ma siamo entrati nella stessa logica che avremmo dovuto combattere, quella dell'interesse personale sopra il bene pubblico. Questa è la raffigurazione e la percezione esterna che emerge scorrendo le pagine dei giornali delle ultime settimane. Proprio nei giorni in cui tutto questo aveva inizio, il mio Partito produceva in grande quantità un bellissimo manifesto con il ritratto di Enrico Berlinguer, con una frase sulla questione morale del 1981 (l'anno prima della mia nascita). Forse, anche per questo, ho ritenuto non più sopportabile il peso ed il significato dell'eredità che sopra ognuno di noi, in piccole parti, grava. Continuo a pensare che la sinistra debba e possa ripartire dagli insegnamenti di questo come di altri grandi uomini del passato per sfuggire alle miserie dell'oggi. Anche per questo motivo, Presidente Castronovo, le chiedo, per un'ultima volta, di seguire le indicazioni ed i suggerimenti della comunità politica che ci ha eletto, per tornare ad occuparci del Bilancio, della crisi, del welfare municipale, perché il tempo sta per scadere. Dobbiamo ricostruire una credibilità e non sarà facile fino a quando il suo nome verrà indebitamente ed inappropriatamente accostato sui quotidiani nazionali al caso Villari, ma si sa: ai giornali è sempre piaciuto metterci in ridicolo, specie quando gliene si danno alcuni argomenti. Se così non sarà, Presidente Castronovo, seguiremo le indicazioni del nostro Partito e voteremo contro la mozione di sfiducia presentata da alcuni Partiti della coalizione che guida questa Città, consapevoli delle conseguenze che questo nostro voto determinerà, ma non strappando quel filo che lega gli eletti nelle Istituzioni ai rispettivi Partiti. Da domani partirà, probabilmente, il "toto Presidente", a ridosso della discussione su un Bilancio difficile che necessiterebbe di tutte le nostre attenzioni ed intelligenze. La nostra città non merita questo spettacolo e la serietà dei problemi che l'attraversano nemmeno. Diceva Enrico Berlinguer: "Ci si salva e si va avanti se si agisce insieme e non solo uno per uno". Proviamo a ripartire da qui, con l'umiltà ed il rispetto necessari. COPPOLA Michele (Vicepresidente) La parola al Consigliere Cantore. CANTORE Daniele Forse, non ho sentito tutto, ma vorrei sapere se il Capogruppo Giorgis parlava anche a nome dei Consiglieri Sbriglio, Lospinuso, Porcino, Galasso, Bonino, Zanolini, Moretti... COPPOLA Michele (Vicepresidente) Però il suo intervento non è sull'ordine dei lavori. CANTORE Daniele Per me è importante capire, perché se il Consigliere Giorgis mi dice: "Io parlo anche a nome di questi Gruppi e di questi Consiglieri…" (INTERVENTI FUORI MICROFONO) No. Io non ho sentito questo. Pongo una domanda. Se non è così, siccome siamo in un'Istituzione ed alle firme dei Consiglieri del Partito Democratico ce ne sono altre, forse sarebbe opportuno che in quest'Aula, a volte, qualche Partito parlasse. Vorremmo sentire le motivazioni anche degli altri Partiti, altrimenti mi sento offeso dal fatto che parli uno che dovrebbe rappresentarne 26 e, invece, ne rappresenta 16 e gli altri 10 stanno zitti! COPPOLA Michele (Vicepresidente) La parola al Consigliere Giorgis. GIORGIS Andrea Io non mi permetterei mai di lasciare un tal dubbio inevaso. Ho ripetuto più volte che parlavo a nome dei 16 Consiglieri che ho l'onore di rappresentare ed ho ripetuto più volte di parlare come Capogruppo. Questo è il mio ruolo. COPPOLA Michele (Vicepresidente) La parola al Consigliere Galasso. GALASSO Ennio Lucio Presidente, io non prendo la parola per la legittima aspettativa e la calorosa sollecitazione dell'intelligente Capogruppo Cantore. Ero in attesa di conoscere, invece, quale posizione prendevano gli altri... (INTERVENTI FUORI MICROFONO). COPPOLA Michele (Vicepresidente) Consiglieri, per cortesia! Ogni Consigliere è titolato ad intervenire su una proposta di deliberazione. Prego, Consigliere Galasso. GALASSO Ennio Lucio Auspico soltanto che non si continui a ferire l'autorevolezza dell'Istituzione e che, quindi, chi vuole parlare, lo faccia; gli altri hanno sottoscritto una proposta di deliberazione. Non sta scritto da nessuna parte che tutti debbano parlare, visto che, comunque, c'è già un atto formale compiuto. Siccome il mio intervento è motivato soltanto dalla tutela istituzionale e dalle ragioni istituzionali, dico che, dopo avere sentito gli interventi seri nelle loro proposizioni dei Consiglieri Gallo Domenico, Cerutti e Cassano (e sono stati interventi evidentemente sofferti), ho colto - senza voler dare un'interpretazione che va al di là dell'autentica proposizione degli intervenuti - in uno il disagio, in uno l'esplicito invito a dimettersi e, nell'altro, l'auspicio di non arrivare a questo punto. Sono tutte preoccupazioni serie sotto il profilo dell'attenzione istituzionale e, quindi, ribadendo il contenuto di una proposta di deliberazione che ho sottoscritto e che non sto qui a riproporre, mi chiedo, sempre per essere custodi di quel valore che un'assemblea come quella del Consiglio Comunale deve avere se non sia il caso di invitare il Presidente Castronovo a prenderne atto, come hanno fatto coloro che più gli sono vicini non soltanto da un punto di vista culturale, umano e politico. Perché deve avere come compagna soltanto la solitudine in questa vicenda? Perché il Presidente Castronovo non prende l'iniziativa e toglie tutti dal disagio, ma, soprattutto, rivaluta non soltanto il ruolo di questa Sala, ma anche, secondo me, il ruolo che lui ha svolto fino a questo momento, riscattando così quelle disattenzioni - chiamiamole eufemisticamente così - che lui stesso ha riconosciuto essersi verificate? Presidente Castronovo, gliel'ho detto anche quando abbiamo parlato privatamente che, sotto il profilo umano, mi dispiace, sotto quello istituzionale mi pare non ci sia scelta. Concludo con un ultimo appello, parafrasando Cesare Pavese, il quale diceva che "non c'è alba più triste dell'alba in cui nulla accadrà"; in questo caso, possiamo dire che non c'è alba più triste della compagnia della solitudine. COPPOLA Michele (Vicepresidente) La parola al Consigliere Bonino. BONINO Gian Luigi Intervengo sollecitato dal Collega e amico Cantore, che credo non abbia tutti i torti nel chiedere l'intervento anche degli altri firmatari. Ho sentito l'intervento fatto dal Capogruppo Giorgis, in gran parte condivisibile, anzi, direi totalmente; d'altronde, il Presidente aveva invitato il primo firmatario della deliberazione ad intervenire e ad illustrarla. È ovvio che tutti gli altri firmatari, compreso il sottoscritto, condividano quanto hanno firmato. Non ci sono molte altre cose da dire, non ci sono differenze profonde da apportare all'intervento del primo firmatario, altrimenti saremmo intervenuti spontaneamente. È solo questo il motivo per cui non intervenivamo. Il clima che si è venuto a creare, anche dopo gli interventi dei Consiglieri Gallo Domenico, Cassano e Cerutti (che sono, sotto un certo punto di vista, anche stati degli accorati appelli al Presidente Castronovo ad assumere un atteggiamento diverso), non ci potevano chiedere altro materiale. Anch'io penso che sarebbe stato auspicabile che, da parte del Presidente Castronovo, ci fosse stato (probabilmente, prendendo atto di una certa situazione) un atteggiamento diverso. Così non è stato, quindi, credo che gli inviti siano superflui. Più autorevoli del mio invito a rassegnare le dimissioni ed a non arrivare a questo punto, sono sicuramente gli inviti fatti dai suoi compagni di Partito. Il tacere non era dovuto ad un'ignavia, ma al fatto che nulla si poteva portare in più a quanto già avevamo firmato, a quanto è stato illustrato dal Capogruppo Giorgis ed a quanto altri Consiglieri, in questo più autorevoli nel poter chiedere le dimissioni, hanno detto al Presidente Castronovo. È una vicenda che è sotto gli occhi di tutti e credo che prima si risolve, meglio è per tutto il Consiglio Comunale. COPPOLA Michele (Vicepresidente) La parola al Consigliere Carossa. CAROSSA Mario Aspettavo ad intervenire, perché c'era stato un accordo e ritenevo che, soprattutto di fronte ad una deliberazione così seria, tutti i Partiti che compongono questa maggioranza e che hanno firmato questo atto dovessero intervenire. Così non è stato e non va bene, così come non va bene tutta questa storia. Presidente Castronovo, le parlo da quel Consigliere che, nella sua prima elezione, ha scritto "no" sulla scheda e lo ha dichiarato ufficialmente, non certo - come le avevo già detto - per una questione personale, ma per una questione politica: lei rappresenta una parte politica di cui io sono tenacemente avversario, perché troppe cose ci dividono. Non mi è piaciuta la sua elezione e mi è piaciuta ancora meno la sua rielezione. II Sindaco, durante la sua rielezione, ha usato una metafora molto bella: "È riuscito a rimettere il dentifricio nel tubetto". Devo dire che, poi, è uscito di nuovo. Mesi e mesi di discussioni per arrivare, poi, alla sua rielezione. È stata una buffonata! E continua ancora di più adesso. Glielo dico molto chiaro: alla maggior parte dei componenti della sua maggioranza, o quella che dovrebbe essere la sua maggioranza, Presidente Castronovo, non importa nulla o quasi di "Free Palestine" e compagnia bella; hanno approfittato (assolutamente per una ricerca di poltrone e di posti) di un suo errore e glielo dico tranquillamente, perché ero col Consigliere Angeleri sotto e le abbiamo detto: "Non è tanto che devi temere i nostri attacchi, ma guarda che sbagli, ti metteranno in croce altri" e tu hai detto, logicamente: "Io credo in quello che faccio e vado avanti, lo faccio lo stesso", sbagliando. Io sono avversario di Rifondazione e degli altri Partiti della maggioranza anche per queste cose qua! Non mi è piaciuto quasi nulla e adesso non mi piace come sta proseguendo la vicenda. Ricordo al Capogruppo Giorgis che non hanno i numeri; in questo momento voi non avete i numeri per fare passare questa deliberazione! Contatevi! Non mi sono piaciuti, Presidente Castronovo, gli articoli che, negli ultimi giorni, sono stati scritti su di lei. Accetto la lotta politica, ma non accetto e non accetterò mai che si parli del privato per attaccare un personaggio politico. Certo, siamo tutti piccoli personaggi pubblici - parlo per me, naturalmente - però io non accetto questi attacchi! Questo è il frutto del gioco più grande di lei in cui si è venuto a trovare. Penso agli interventi dei Consiglieri Bonino e Galasso, che non ho capito se parlava come Capogruppo dei Moderati, ma almeno lui ha parlato; il Gruppo dell'Italia dei valori (con la v minuscola, naturalmente) non è nemmeno intervenuto su un argomento così importante! Non ho capito cosa fate voi, perché, salvo dire: "Invitiamo il Presidente Castronovo a dimettersi prima della votazione", poi, non ho sentito dire: "Noi votiamo per la deliberazione, noi continuiamo ad essere concordi. Il Partito di cui facciamo parte continua ad essere d'accordo su questa deliberazione". Non è stato detto! Ritengo che questa sia una manchevolezza della vostra maggioranza, ossia sfiduciare e revocare un Presidente del Consiglio Comunale eletto poco tempo fa senza nemmeno prender la parola! Come ritengo una manchevolezza l'intervento dell'artefice di questa deliberazione, del primo firmatario il quale ha spiegato, per l'ennesima volta, a tutti come si può, quando si vuole, parlare per dieci minuti senza dire assolutamente nulla, se non cercare delle giustificazioni su una deliberazione fatta, oggettivamente, abbastanza male, pur sapendo benissimo come era andato il discorso in quella Conferenza dei Capigruppo. Presidente Coppola, le anticipo che al termine degli interventi chiederò una sospensione, perché ritengo che, non avendo questa maggioranza i numeri per votare questa deliberazione, l'opposizione ha bisogno di tempo per confrontarsi. COPPOLA Michele (Vicepresidente) La parola al Consigliere Goffi. GOFFI Alberto Non mi dilungherò molto in questa vicenda che oggi ci vede all'epilogo, quindi, non credo di dover fare la cronistoria di una vicenda che abbiamo, in qualche modo, vissuto, qualcuno l'ha subita, certamente tutti l'abbiamo letta sui giornali ed anche discussa ampiamente in tutte le sedi. Come ha detto il Capogruppo Carossa, un merito il Presidente Castronovo l'ha avuto: la tenacia, che in politica è una virtù; alcuni la confondono con la testardaggine, io ritengo che sia una grande forza e lui sicuramente possiede questa virtù, però è difficile distinguere - come diceva il Capogruppo Giorgis - il livello istituzionale da quello politico. È molto difficile, perché è ovvio che le Istituzioni sono espressioni della politica e tenere disgiunti i due ambiti è molto complicato, soprattutto da una vicenda che ha creato sicuramente una ferita istituzionale, ma è stata inferta da chi era ben consapevole dell'atto politico che stava compiendo, da chi esprime quell'idea come Partito politico a livello nazionale. Si è consumato e concretizzato un atto politico utilizzando lo scranno delle Istituzioni. È questo il fatto grave che oggi mi impedisce di tenere disgiunto l'ambito istituzionale da quello politico ed è per questa ragione che l'UDC non ha mai avuto esitazioni, fin dal primo momento, a presentare la deliberazione di sfiducia nei confronti del Presidente Castronovo. Non per ragioni personali - ma credo che di questo non ci sia neanche da discutere -, ma per una gravità politica e, per coerenza, l'UDC continuerà sull'impostazione generale, che è quella di votare positivamente la revoca, benché sia stata presentata da questa maggioranza. Noi avremmo, ovviamente, preferito una votazione sulla mozione di sfiducia. La sostanza del problema è la grave ferita istituzionale inferta a questa Sala e mi auguro che la maggioranza abbia i numeri per poterlo fare e che abbia la forza di farlo. Noi certamente ci saremo non per dare sostegno alla maggioranza, ma per ribadire l'atto politico, la sua sostanza e la sua gravità, utilizzando il metodo della revoca, perché se oggi la maggioranza, per caso non avesse i numeri per votare la revoca, vorrebbe dire che nell'ultimo mese e mezzo abbiamo assistito prima ad un esercizio di autosufficienza di questa maggioranza quando l'ha nominata, quando l'ha eletta e, oggi, assisteremmo ad un esercizio di insufficienza, di cui forse è bene che la maggioranza prenda atto. Penso anche che oggi sia importante revocare la sua carica, perché il compito del Presidente del Consiglio Comunale è quello di cercare la condivisione, di provare ad unire. Lei è riuscito, con il suo atto politico, a fare tre operazioni (in questo è stato assolutamente straordinario): la prima è quella di aver contributo a creare un solco tra popoli che da sempre hanno un conflitto che, probabilmente, non si supererà mai e lei ha contributo, con il suo atto, a creare ulteriormente questo solco; ha creato un disaccordo tra le Istituzioni e la Città ed anche, probabilmente, in questa maggioranza, che governa la città. Di questo le riconosco l'assoluta straordinarietà. COPPOLA Michele (Vicepresidente) La parola al Consigliere Ravello. RAVELLO Roberto Sergio Mi rivolgo a lei, secondo consuetudine, ben consapevole del fatto che il destinatario dei nostri messaggi sia un'altra persona, un altro soggetto, un altro Collega, al quale, dal punto di vista personale, ovviamente (ed è giusto che sia ripetuto) va il riconoscimento del lavoro che ha svolto in nome e per conto del Consiglio Comunale, almeno fino ad oggi. È un Collega Consigliere che gode della stima e dell'amicizia, ma che non può risultare immune da atti che possano mettere in discussione i suoi comportamenti. Si tratta di atti che, come detto più volte, hanno creato le condizioni perché le conseguenze potessero essere patite da tutta la Città, da tutti i suoi Colleghi e da tutti i cittadini torinesi che da essi sono rappresentati. Consigliere Goffi, mi perdoni, ma non vedo nulla di virtuoso nel comportamento di chi, inizialmente, si pente per qualcosa e, successivamente, si pente di essersi pentito. Non vedo nulla di virtuoso nel comportamento di chi - e questo è il primo dei due grandi problemi che la vicenda ha messo in luce - non è stato in grado, in diverse fasi del suo mandato, di interpretare come avrebbe dovuto il suo ruolo istituzionale. Il Presidente Castronovo - e questo è un dato indiscutibile ed è una ragione più che sufficiente per andare a compromettere definitivamente il rapporto di fiducia che lo lega al Consiglio Comunale - ha dimenticato che, nella sua veste di Presidente del Consiglio Comunale, avrebbe dovuto rappresentare tutti i torinesi (anche quei torinesi - e le assicuro che sono tanti - che si sono sentiti, a ragione, particolarmente offesi dalle bandiere bruciate, dai muri della nostra città imbrattati, dai danneggiamenti a cose e persone e dalle violenze ai danni delle Forze dell'Ordine) che non ne possono più - e noi ne siamo interpreti - di realtà che interpretano la politica solo come mezzo, come strumento e talvolta come pretesto per esercitare la violenza. In occasione della prima Conferenza dei Capigruppo che si tenne quella sera, Presidente Castronovo, le abbiamo ricordato che, a casa sua, lei avrebbe potuto ricevere chiunque, mentre nella casa dei torinesi (nella quale anche lei è un ospite) avrebbe potuto e dovuto ricevere soltanto chi sia davvero gradito ai torinesi. Il Presidente Castronovo ha dimenticato che le sue azioni hanno offerto legittimazione ad atti che la Città condanna, ad azioni dalle quali tutte le Istituzioni di ogni ordine e grado devono prendere necessariamente le distanze. L'altro problema che emerge in maniera ancora più prepotente è un problema di natura più politica, è un problema che vede un partito - il Partito della Rifondazione Comunista - non saper interpretate i ruoli istituzionali. Non è un problema squisitamente personale, il problema non è soltanto Giuseppe Castronovo, Consigliere Comunale eletto in Rifondazione Comunista, il problema è Rifondazione Comunista. La prova è rappresentata dagli innumerevoli episodi in cui rappresentanti istituzionali, anche molto autorevoli, del suo partito… COPPOLA Michele (Vicepresidente) Chiedo ai Consiglieri di non disturbare l'intervento del Consigliere Ravello. |