Interventi |
CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) Passiamo alla discussione dell'interpellanza n. mecc. 200900183/02, presentata in data 16 gennaio 2009, avente per oggetto: "Perché tutti i torinesi devono pagare per le 'intemperanze' dei centri sociali?" CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) La parola, per la risposta, all'Assessore Curti. CURTI Ilda (Assessore) Vorrei fare solo un commento a margine, perché, all'interno dell'interpellanza, si fa riferimento ad una mia presunta rassegnazione per quanto riguarda il riconoscimento della grave entità dei danni, che, evidentemente, i Consiglieri hanno potuto evincere da un articolo. Vorrei rassicurare i Consiglieri che non solo non sono rassegnata, ma non è mai stato quello lo spirito che mi ha animato, quanto piuttosto altri sentimenti. Quindi, escluderei che si tratti di rassegnazione. Gli atti vandalici sono reati penali, quindi si tratta di responsabilità individuali. Pare che la Digos abbia individuato i responsabili (stanno esaminando i filmati) ed è evidente che questo comporterà un rinvio a giudizio e, quindi, l'avvio di una fase processuale, nella quale la Città valuterà se rivalersi, costituendosi parte civile. Per cui sarà possibile intervenire soltanto in quel momento e questa stessa risposta vale anche rispetto all'ultima domanda dell'interpellanza, in cui si chiede per quale motivo la Città non abbia inteso rivalersi sul comitato organizzatore della manifestazione. Non ci si può rivalere sugli organizzatori semplicemente perché, come previsto dal Codice Penale, la responsabilità è di tipo individuale. Per quanto riguarda i costi per la pulizia ed il ripristino delle aree in oggetto a carico della Città, i portici di Via Po, quindi la zona storica, come tutti i portici della città sono di proprietà privata dei condomini, per cui, a norma di legge, dovrebbero intervenire i proprietari. La Città di Torino, attraverso la Fondazione Contrada Torino - in precedenza Contrada di Po -, aveva stipulato e ha continuato a stipulare un contratto forfettario con una ditta per la rimozione dei graffiti, proprio perché quell'area è particolarmente fragile e, sicuramente, risulterebbe oneroso per i proprietari farsi carico del fatto che in quella zona della Città si verificano spesso episodi di imbrattamento dei muri. Il contratto forfettario stipulato (e che è ancora attivo) prevede che una ditta, più o meno una volta ogni due settimane o un mese, faccia un controllo (quindi, non è necessario chiamarli) e, in presenza di graffiti, li rimuova. Questo contratto forfettario è di circa trentamila Euro all'anno, quindi 2.700 Euro al mese. Il contratto forfettario prevede un intervento sia nel caso di ordinaria inciviltà, che nel caso, come è successo per le manifestazioni di gennaio, di situazioni più significative. Le scritte sono state rimosse una decina di giorni fa nell'ambito degli interventi previsti dal contratto forfettario che Contrada Torino ha stipulato con questa ditta. Al momento, stiamo ragionando in termini più generali per prevedere di estendere, in parte, ed offrire, in parte, ai condomini di tutta la Città (non solo dell'area storica) un servizio di abbonamento per la rimozione dei graffiti, fermo restando che deve essere, comunque, sottolineata la responsabilità della proprietà a ripristinare le facciate come elemento di decoro pubblico; infatti, non possiamo immaginare di eseguire interventi sulla proprietà privata che risulterebbero - in questo caso, sì - molto onerosi per i contribuenti su tutto il perimetro cittadino. Per quanto riguarda l'ultima domanda dell'interpellanza, non ho mai dichiarato l'impossibilità di perseguire e rivalersi sui responsabili; mi limito a sottolineare che, nel caso di un reato penale in cui la responsabilità è individuale, bisogna procedere secondo quanto previsto dalla legge e, quindi, lo strumento che si ha per rivalersi per i danni subiti è quello della costituzione come parte civile quando vi sarà l'individuazione dei responsabili e l'avvio dell'iter processuale. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) La parola al Consigliere Ravello. RAVELLO Roberto Sergio Le chiederei di dimostrare, quanto meno agli interpellanti, che abbiamo male interpretato il suo sentimento nel momento in cui abbiamo letto, tra le righe delle sue dichiarazioni ai giornali, quella rassegnazione, che è stata percepita, ma che non escludo che lei, davvero, potesse non provare. Sulla base del suo intervento, mi sento di poterle offrire anche la soluzione: lei avrà la possibilità di dimostrare agli interpellanti, al Consiglio Comunale e a tutta la Città che questa Amministrazione, in particolare per quanto riguarda le sue competenze, non è rassegnata di fronte a fenomeni, che non rappresentano soltanto degli atti vandalici, ma una profonda offesa - ovviamente a seconda di ciò che è scritto - alla morale collettiva. Ciò potrà accadere quando, all'atto del processo e del rinvio a giudizio, l'Amministrazione si costituirà parte civile. Infatti, visto che questi pseudo giovanotti sono soliti scorrazzare per le vie della nostra città a fare danni in nome di chissà quale bandiera ed ideale - anche se, in riferimento a queste persone, mi sembra di sporcare l'alta concezione che ho di questo termine -, potrà dimostrare loro che, quando fanno dei danni, devono pagare direttamente. Vorrei anche che si dimostrasse finalmente che, al di là di quanto previsto dai Codici e dalle leggi (soprattutto per quanto riguarda la responsabilità penale, che so bene essere individuale), vi sono anche responsabilità politiche e morali, che non escludo possano essere attribuite agli organizzatori di una manifestazione. Le vorrei fare un esempio: se Alleanza Nazionale, partito che ho l'onore di rappresentare in questa sede, dovesse manifestare di fronte al Municipio e danneggiare il Palazzo o compiere degli atti contro la morale, sono certo che questo Consiglio Comunale, giustamente, stigmatizzerebbe il comportamento del mio Gruppo per aver condotto, nell'ambito di una manifestazione organizzata - portata avanti magari dal Consigliere Ravello -, atti contro la morale in offesa all'etica e agli stessi valori di civiltà e di democrazia. In questo caso potrebbe giungere al Gruppo e al partito di Alleanza Nazionale, unanimemente, una forma di condanna politica e morale rispetto a questi atti, che ovviamente comporterebbero delle conseguenze. In riferimento ai casi citati nell'interpellanza, chiedo all'Amministrazione se non ritenga sia il caso, visto ciò che è accaduto ultimamente, di valutare il suo rapporto con chi ha organizzato una manifestazione all'interno della quale sono stati compiuti dei gesti che, sono sicuro (lei come il sottoscritto), non può fare altro che condannare. Il comitato Free Palestine, che immagino sia il soggetto che ha chiesto i permessi - sempre che l'abbia fatto - e che si è fatto carico di portare avanti le proprie ragioni (delle quali è stata data anche ampia pubblicità), è stato il promotore di una manifestazione nel corso della quale sono accaduti degli episodi che noi tutti ci sentiamo di condannare e che hanno comportato anche dei danni di natura economica. Se è giusto che i danni di natura economica vengano pagati dai singoli individui che se ne sono resi responsabili, credo che vi sia una parte di responsabilità non individuale che va ravvisata collettivamente sul soggetto organizzatore. Ringrazio l'Assessore per avere puntualmente risposto ai nostri quesiti e chiedo di approfittare di questa occasione per valutare, una volta di più, il tipo di rapporto che si deve porre in essere con soggetti che, evidentemente, non riescono a controllare quanto accade all'interno delle loro fila e ad evitare che la Città e i contribuenti torinesi paghino per colpe che non sono loro. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) L'interpellanza è discussa. |