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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 26 Gennaio 2009 ore 15,00
Paragrafo n. 12

Comunicazioni del Sindaco su "Situazione debitoria della Cittą e patto di stabilitą degli enti locali"
Interventi

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola all'Assessore Passoni per le comunicazioni relative alla situazione
debitoria della Città.
Ricordo a tutti che, così come deciso in Conferenza dei Capigruppo, ogni
Gruppo Consiliare avrà a disposizione, anziché i soliti 5 minuti, 8 minuti per
gli interventi, da suddividere all'interno del Gruppo stesso.
In Conferenza dei Capigruppo si è stabilito che l'Assessore, nelle sue
comunicazioni, avrebbe tenuto conto delle domande e delle richieste presenti
in tutte e tre le richieste di comunicazioni presentate da parte dei Consiglieri.
La parola all'Assessore Passoni.

PASSONI Gianguido (Assessore)
Comincerò dalla comunicazione tecnicamente più semplice, quella firmata
dai Consiglieri Ravello, Ghiglia, Angeleri, Carossa, Coppola e Lonero, sul
tema "Torino città più indebitata d'Italia".
Premetto che i dati a cui fa riferimento la comunicazione sono i dati riportati
su uno studio extracontabile redatto da una Fondazione e dal Politecnico di
Milano; in alcuni passaggi della richiesta di comunicazione, si fa riferimento
a dati, riportati in quello studio, che ingenerano qualche confusione.
Infatti, il punto di partenza dei dati dell'elaborazione della Fondazione
Civicum sono i dati della contabilità pubblica e finanziaria del Comune che,
com'è noto dal Decreto Legislativo n. 77/95, integra i dati con due prospetti
denominati "conto economico" e "stato patrimoniale", che sostanzialmente
riepilogano dati ottenuti mediante l'integrazione della contabilità di tipo
finanziario con dati contabili ed extracontabili (quali, ad esempio, quelli
patrimoniali).
Per essere più esplicito, il conto patrimoniale e il conto economico riportano,
ad esempio, la voce "utili di esercizio".
Fortunatamente, non ho mai sentito dire, in nessuna sede di bilancio
pubblico, che il Bilancio della Città di Torino chiude in perdita o in utile di
esercizio, perché questo dato, per chiunque abbia studiato un minimo di
contabilità pubblica, è una rielaborazione che, per lo più, rappresenta un dato
meramente statistico.
Allo stesso modo, nel trittico dei documenti principali della Città e,
ovviamente, della Legge (perché poi è stato recepito nel Decreto Legislativo
n. 267 del 2000), è stato inserito anche il conto patrimoniale.
In sostanza, che cos'è il dato aggregato che la Fondazione Civicum ha
esposto e che poi ha diviso per numero di abitanti?
Devo dire che, immancabilmente, le comunicazioni vertono sull'unico dato
negativo di tutto lo studio: sinceramente, avrei voluto ed apprezzato di più
che, per una volta, si dicesse che siamo efficienti nel fare entrata, che non
siamo la città che fa più contravvenzioni pro capite, al di là di quanto si dice
costantemente nelle interpellanze della minoranza (anzi, siamo ben sotto, ad
esempio, del Comune di Milano, che non è governato da una maggioranza
omogenea), che siamo la città che realizza più investimenti nel settore sociale
e che ha la maggiore efficienza nella spesa del settore sociale di parte
corrente. Stiamo, però, al dato che è stato sottolineato. Tra tante luci, dunque,
è stata evidenziata, com'è evidente che potesse essere, la principale ombra: il
debito complessivo.
Il dato del debito (che -continuo a confermare - da conto finanziario del
Bilancio della Città, è intorno ai 3 miliardi di Euro ed è legato agli impegni
assunti dalla Città con contratti di mutuo a medio-lungo termine), non è il
dato riportato dalla Fondazione in un prospetto posto al fondo della relazione
(pagina 93 e dintorni), come debito complessivo: quel debito è, invece, il
dato, preso al conto del patrimonio, che comprende complessivamente tutti i
residui passivi, tutte le partite di giro (compresa l'IVA) e tutte le poste che la
Città, ovviamente, contabilizza in contabilità finanziaria e che, per
riclassificazione di natura patrimoniale, finiscono nella voce dei debiti verso
terzi.
È un dato significativo sapere che la Città ha un debito IVA di una certa
entità? È un dato significativo saperlo in termini di residui? Sì, se
analizziamo il merito dei residui, cioè, sostanzialmente, le spese impegnate e
non ancora pagate: in alcuni casi, per intenderci, anche opere per le quali
l'impegno per la loro realizzazione è stato contabilizzato ed assunto. Il
residuo passivo caratterizza il fatto che non tutta l'opera è pagata, perché la si
paga, ad esempio, secondo gli stati di avanzamento lavori. Questa voce
rientra nei residui passivi.
Se, però, utilizziamo un criterio finanziario, quella voce rientra sia nei residui
passivi, sia nel debito, perché il debito già contabilizza il mutuo stipulato
complessivamente per quell'opera, ma poi, nei residui passivi, trovo anche
ciò che devo ancora pagare, cioè i successivi tiraggi di cassa del mutuo
medesimo. Quindi raddoppio la cifra che, inizialmente, varrebbe una sola
volta.
Allora, va bene lo studio - come dire - sul piano accademico, va bene lo
studio comparativo sul pro capite, stiamo, però, attenti a non mescolare
criteri di contabilità economico-patrimoniale con la contabilità finanziaria,
con effetti che - combinazione - penalizzano l'immagine del Comune di
Torino.
Perché i residui passivi e l'indebitamento sono alti? Perché la Città ha fatto, e
sta facendo, grandi investimenti, per i quali il tiraggio del debito è già nei
debiti a medio- lungo termine: in altre parole, si è già contratto il mutuo, la
cui spesa in contabilità finanziaria è ancora nei residui passivi, cioè ancora in
corso di pagamento. Sommando i due importi, non dico che il debito
raddoppi, ma, sostanzialmente, si falsa un po' il dato di contabilità
finanziaria.
Si tratta, quindi, di un'estrapolazione - come dire - tecnicamente abbastanza
discutibile, che rappresenta una situazione non sostanzialmente
corrispondente al vero.
Se guardassimo quel dato, sembrerebbe quasi che a Napoli non ci sia il
benché minimo residuo passivo: non mi risulta che le cose stiano esattamente
così!
Naturalmente, non c'è nulla di polemico nei confronti di chi ha redatto
questo studio, devo anche dire però che il debito pro capite divide una
somma di oltre 5 miliardi (che, ribadisco, è sommata da varie questioni di
natura contabile non rappresentanti effettivamente un doppio debito, diviso
per i cittadini, e quindi penalizza Torino per la grande quantità di
investimenti e per la bassa quantità di popolazione). Devo poi dire che, lo
studio non reca il valore assoluto, e questo un po' mi dispiace, perché
quest'anno, com'è noto, la Città non ha un debito più alto di Milano o di
Roma.
Non c'è, quindi, una particolare preoccupazione: c'è piuttosto l'esigenza di
stare attenti a prendere i dati con la corretta interpretazione.
Si voleva dire, sostanzialmente, che la Torino del 2009 è indebitata?
Diciamolo pure, però occorre anche leggere le 93 pagine precedenti alle
ultime 3, dove compare questo dato, peraltro assolutamente discutibile.
Tutto ciò sul piano del debito.
Quindi confermo che non ci sono debiti nascosti: i dati sono controllati dal
conto consuntivo e sono esattamente quelli della contabilità finanziaria. Non
c'è nulla di che. Peraltro, mi permetto di dire, sono dati in cui la
riclassificazione non è stata molto coraggiosa, perché sono stati presi i dati
del conto consuntivo, sono stati aggregati e divisi per 904 mila, cioè per il
numero degli abitanti. Credo che qualunque Consigliere Comunale che
approvi il consuntivo sia in grado di fare lo stesso, senza aspettare i dati
forniti dalla Fondazione Civicum.
Infine, ultimo dato, il trend di crescita del debito (che invece è quello reale,
quello a medio-lungo termine, quello contratto per gli investimenti, come è
noto e come è stato riferito anche durante la discussione di un'interpellanza
qualche settimana fa): è un trend che, più o meno, in dieci anni, ha portato
l'incremento del debito complessivo di un miliardo, con una punta di mutui
contratti di circa 730 milioni nel 2005, conseguenza, ovviamente, del
combinato disposto tra investimenti infrastrutturali (metropolitana, passante
ferroviario), opere olimpiche connesse ai sensi della Legge 285 ed opere
olimpiche non connesse ai sensi della 285, ma comunque riguardanti le
Olimpiadi (che hanno fatto sì che, soltanto nel 2004/2005, l'incremento della
volontà di investimento sia stato di un miliardo e 100 milioni di Euro circa).
Nello stesso tempo, col rimborso di quelle quote capitali che, ogni anno,
rimborsiamo e che sono superiori ai rimborsi al mutuo contratto in
competenza, l'indebitamento sta lentamente non soltanto rallentando, ma sta
cominciando lentamente a calare.
Cito il caso del passante ferroviario: il rimborso delle quote fa sì che
l'investimento originario di oltre 220 milioni di Euro sia oggi di 187 milioni
in quota capitale in estinzione, perché il mutuo, passando gli anni,
ovviamente si estingue.
Questo argomento, naturalmente, è importante, ma sospenderei un attimo il
ragionamento su altri dati della Fondazione Civicum, per parlare, invece,
della richiesta di comunicazioni che riguardava la questione "derivati". Le
comunicazioni erano a firma dei Consiglieri Carossa e Angeleri e, visto che
"...due delle banche coinvolte sarebbero state utilizzate anche dal Comune di
Torino", chiedevano chiarezza sulle procedure adottate, l'ammontare del
deficit di Palazzo Civico e le eventuali responsabilità.
Questi dati sono assolutamente pubblici perché sono stati forniti, non
soltanto nelle quattro discussioni di Consiglio Comunale, ma anche con
elenchi e contratti a numerosi Gruppi Consiliari che ne hanno fatto richiesta,
quindi, ritengo di non dover aggiungere nulla nel merito, perché, in realtà,
forse persino chi ha firmato le comunicazioni ha ricevuto il plico con la
documentazione, quindi sa benissimo che le banche JP Morgan e UBS sono
tra le controparti che la Città di Torino ha nei derivati. Devo dire che, quando
mi è stato chiesto nei giorni scorsi di commentare la vicenda di Milano, per
stile e anche per assoluta impossibilità di operare un commento, ho detto che
ogni città e ogni inchiesta fanno storia a sé. Cioè, non c'è un automatismo per
la quale queste controparti, che hanno controparti pubbliche e private (in
Italia penso siano numerose), abbiano necessariamente un effetto di
trascinamento del rapporto con il pubblico, in qualunque città esse si trovino.
Certamente sono dati che conosciamo bene, ovviamente il bilancio della
gestione dei derivati è assolutamente sotto controllo. Si tratta di un bilancio
in cui il valore nominale del nozionale contratto (l'ho detto e lo ripeto per
l'ennesima volta) non si è mai modificato dal 1° gennaio 2006 ad oggi e
anche dal 2005, per la verità, non è mai stato aggiunto 1 Euro e un contratto
di derivati al portafoglio della Città di Torino. Anzi, al 1° gennaio 2006
l'importo del nozionale dei derivati ammontava ad 1.283.000.000 Euro, oggi
è diventato 1.197.000.000 Euro. Non per magia, perché il nozionale dei
derivati altro non è che l'importo del debito residuo dei mutui sui contratti, di
conseguenza, passando il tempo, stiamo rimborsando le quote capitali e i
derivati tenderanno, come ho sempre detto, ovviamente a zero, e con essi
anche il cosiddetto mark to market.
Per rispondere ancora alla richiesta di comunicazioni: i derivati stipulati con
controparte JP Morgan ammontano a circa 258.000.000, mentre con
controparte UBS ammontano a circa 196.000.000, che sostanzialmente fanno
sì che, in proporzione, rispetto alla cifra di 1.197.000.000 di Euro dati in
portafoglio ad oggi, rappresentano il 16% UBS controparte e il 21% JP
Morgan controparte.
Non ho altro da dire, perché naturalmente non sono a conoscenza né di
procedimenti in corso, né tantomeno di vicende che possano essere
assimilate alla vicenda di Milano, che ovviamente fa storia a sé. Com'è
ovvio, con estrema trasparenza, i dati dei derivati sono noti e sono stati
consegnati a tutte le controparti necessarie e anche al Consiglio Comunale.
L'evoluzione di queste vicende, nonché la dinamica finanziaria, il rimborso,
l'evoluzione del mark to market, ovviamente, fanno parte di operazioni che
eventualmente verranno discusse in Consiglio Comunale ed anche in fase di
Bilancio, perché sono un elemento che entra anche nel discorso del Bilancio
complessivo.
Su questo punto, mi limito a dire che comunque la Città ha seguito
l'evoluzione normativa della vicenda derivati. Cito, solo per dovere di
cronaca, la Legge Finanziaria del 2001, articolo 41, che ha normato l'uso di
strumenti finanziari; la Circolare Ministeriale di due anni dopo, del secondo
Governo Berlusconi, ha predisposto l'applicazione dei derivati;
successivamente, la Finanziaria 2008, cioè l'ultima Finanziaria del Governo
Prodi, ha detto "introdurremo il Regolamento Ministeriale". Il Governo non è
sopravvissuto al Regolamento Ministeriale, è arrivata la Normativa MIFID,
cioè la normativa internazionale che intendeva normare gli strumenti
finanziari, che non ha ancora visto un'applicazione e un'adozione integrale
da parte del sistema europeo, ma è arrivato, comunque, in surroga della
norma della Finanziaria il Decreto 112 della scorsa estate, che ha stabilito, in
sostanza, all'articolo 62, che fino all'entrata in vigore del regolamento e per
un anno, dalla decorrenza del decreto stesso, era fatto divieto di stipulare
ulteriori contratti, che peraltro la Città, ribadisco, dal 2005 non aveva
stipulato in aumento di nozionale.
Per quanto riguarda l'argomento derivati, questo è quanto oggi posso dare
come aggiornamento, ma naturalmente non è esaustivo, si incardina su
discussioni, su elementi che penso di avere già fornito in altri casi con
dovizia di particolari, e quindi non rappresenta, al di là di elementi
giornalistici, alcuna novità.
Naturalmente, non è che il blocco della Finanziaria 2008, del Decreto allenti
la tensione della Città sul tema derivati, la Città monitorizza periodicamente
il mark to market, continua ad immaginare scenari in cui arrivi la normativa
regolamentare e, di conseguenza, siamo anche pronti a scegliere, come già
detto più volte, delle alternative all'insegna della riduzione del rischio e
anche soprattutto della riduzione del nozionale, di conseguenza, della
riduzione delle controparti e anche del mark to market relativo.
L'ultimo argomento, che ritengo più di prospettiva, nel senso che non è
legato a eventi immediati, ma ad un forte aggancio sul tema di politica
economica nazionale, che ha anche un risalto sulla politica economica locale,
riguarda la richiesta di comunicazioni del Consigliere Goffi, che attingeva
informazioni dal dibattito parlamentare sulla conversione del Decreto
Anticrisi di novembre e che, approvato al Senato, ha introdotto alcuni
elementi di novità normativa, che però non sono ancora definitivi.
Le comunicazioni affrontavano il tema del cosiddetto ordine del giorno della
Lega Nord e i possibili effetti dell'adozione di questo provvedimento.
L'ordine del giorno stabiliva quali eventuali meccanismi in deroga al Patto di
Stabilità potessero essere applicati ed ha avuto un consenso, anche
trasversale (come si dice nelle comunicazioni), da parte della maggioranza
dei parlamentari.
La materia è molto complessa e cercherò di banalizzarla molto, non
mancando di spiegarmi. Mi scuso con la Presidenza se prenderò un po' di
tempo, perché è necessario fare un ragionamento di prospettiva che analizzi
lo stato dell'arte complessivamente.
Senza rifare la storia, veniamo da un Patto di Stabilità che, in sostanza, è
sempre in competenza mista, cioè sulla competenza parte corrente, sugli
accertamenti impegni e sulla cassa su parte capitale. Il combinato disposto di
questi due criteri, con l'applicazione del concorso alla manovra, che è il 48%
per gli Enti Locali, genera il saldo che i Comuni devono rincorrere per poter
stare dentro il Patto. Ora, per focalizzare il tema, sulla spesa per investimenti
(che, ovviamente, nel Patto di Stabilità, in questo mondo fatto di due
competenze miste, corrente capitale entra per una metà, ma non è detto che
sia la metà), quanto può incidere se derogassimo al limite sugli investimenti
rispetto al complesso del Patto di Stabilità?
Questo tema è stato affrontato normativamente in parte, perché la Finanziaria
del 2009, per quanto svuotata dal Decreto 112, dal Decreto Anticrisi, da una
serie di provvedimenti, ha stabilito, in sostanza - e quindi c'è già una piccola
deroga, per la verità, molto circoscritta -, che in caso di mancato rispetto del
Patto di Stabilità interno, conseguente a spese per nuovi interventi
infrastrutturali (cioè, per esempio, la seconda linea di Metropolitana, il nuovo
Passante Ferroviario, nuove opere significative), se autorizzati appositamente
dal Ministero (quindi non solo nuovi, ma anche vigilati preventivamente dal
Ministero), scatta una "deroga" alle sanzioni (che sono, come noto, "non si
assume, non si fanno mutui", eccetera).
Si è tornati, poi, su questo argomento con il Decreto Anticrisi, che ha
stabilito, per la verità, una norma abbastanza discussa, oggettivamente, che
dice all'articolo 4 quater: "Per quanto riguarda il concorso agli obiettivi della
Città Roma Capitale, anni 2009/2010, il concorso al patto nazionale è a
carico del piano di rientro", cioè si è fatta una norma ad hoc, secondo la
quale il patto complessivo di tutti i Comuni d'Italia concorre al 48% di quello
che è il catino generale di recupero del rapporto debito-PIL. Roma non
concorre a un binario parallelo e, sostanzialmente, ciò che concorre Roma
sarà pagato al piano di rientro, e cioè dal Governo direttamente, cioè dal
Ministero del Tesoro. E questo, devo dire, è già un elemento di discussione
abbastanza serio.
Successivamente, però (e questo è stato stabilito dall'articolo 77 bis del
Decreto 112, poi convertito in Legge 133), è stato introdotto un comma che
dice: "Gli enti istituiti negli anni 2007 e 2008 - e comincio già a ridere,
scusate - sono soggetti al Patto dal 2010 al 2111 e il 2008 e il 2009 sono a
carico sostanzialmente del Bilancio". Chi sono "gli enti istituiti"? C'è Roma!
Cioè Roma, per il Decreto 112, non è stata fondata da Romolo e Remo,
allattati dalla lupa, ma è stata rifondata nel 2008 da Alemanno, allattati dal
Governo, tanto per essere chiari, perché questo è esattamente quanto è
successo.
Tradotto in italiano vuole dire che Roma non ha più una storia sul suo Patto
di Stabilità, cioè non ha un passato, il suo passato sarà il 2008 e il 2009, cioè
il presente, perché in questo presente paga lo Stato, sul futuro pagherà Roma,
ma su un passato che non c'è, cioè è stato affrancato e sanato per intero.
Ora, senza polemica, perché amerei fare il mio lavoro (i fatti sono fatti e
tengo fuori la polemica), i fatti sono questi. È chiaro che il Comune di Torino
è tra quegli Enti che dice: non solo i nuovi interventi infrastrutturali, ma tutti
gli interventi infrastrutturali non devono concorrere alla manovra del saldo
del Patto di Stabilità. Perché, da una parte, questi entrano nella base di
calcolo della storia, e da tempo Torino chiedeva la rinuncia della manovra
nazionale a dire: "Ma se nel saldo originario includete gli investimenti...",
quindi, una cosa già di per sé sostenibile.
Ma dico un'altra cosa. Siccome il Patto di Stabilità non è avulso dal contesto,
sta sostanzialmente dentro un sistema a compartimenti stagni, cioè il
concorso al saldo che gli Enti Locali fanno allo Stato Italiano rispetto agli
obiettivi di Maastricht viene diviso secondo le regole del patto tra tutti i
Comuni, in sostanza. Se riesco a stabilire un sistema per cui la maggiore
spesa per investimenti non concorre a questo canestro complessivo, è
evidente che ogni città, secondo manovra, convenienza, opportunità e
politiche di investimento, potrà dire: se, effettivamente, questo elemento è
aggiuntivo e libera la possibilità di fare i pagamenti dei residui, di cui dicevo
prima (perché mi ricollego alle precedenti comunicazioni), anche con i
residui passivi iscritti nei bilanci (sono anche investimenti non pagati, che
verranno pagati, ma che magari sono rallentati dal Patto di Stabilità stesso), i
due argomenti si tengono insieme. Attenzione, però, a un fatto: il Patto di
Stabilità è a competenza mista - dice la legge -, non vorrei solo - dico agli
amici della Lega - che questo giusto accento sul Patto di Stabilità di parte
capitali/investimenti venga risolta dal Governo come una norma elementare.
Cioè, andate pure fuori patto sugli investimenti, ma lo recuperate sul
corrente, cioè sull'altra gamba della competenza mista.
Così facendo, si tratterebbe di una beffa, perché vorrebbe dire che per poter
pagare gli investimenti, i Comuni devono tagliare la spesa sociale, quella per
i servizi, quella che mantiene il welfare, che è l'altra gamba della manovra
anticrisi che un paese deve fare.
Se, invece, nella competenza mista la condizione è di deroga sul conto
capitale al sistema Paese (non essendo un beneficio per Torino, Milano o
Roma, ma un beneficio per l'economia complessiva del PIL nazionale), quel
disavanzo del conto capitale del patto misto è complessivamente all'interno
degli obiettivi nazionali e non è di nuovo a carico del sistema locale, io sono
d'accordo; se invece, surrettiziamente, tutto questo rientra dalla finestra ed
esce dalla porta, finendo sulla parte di manovra del Patto di Stabilità di parte
corrente (cioè Torino paga gli investimenti, ma poi deve tagliare,
eventualmente, gli asili o altro, perché non può pagare il corrente), non si
tratta di una manovra virtuosa.
Allora, per dare un vero segno di manovra bisogna scrivere, prima di tutto, a
chiare lettere che si deve liberare la spesa per investimenti e, inoltre, bisogna
che sia una scelta nazionale chiara e condivisa in cui il settore pubblico
complessivo, dallo Stato alle Regioni, al comparto Enti Locali, si fa carico
complessivamente del recupero della deroga e non lo si fa rientrare solo al
comparto Enti Locali, altrimenti è una finta manovra di beneficio ed è una
nuova tagliola sulla spesa pubblica degli Enti Locali.
Allora, in questo contesto, ben venga un intervento legislativo bipartisan,
quello che sarà non ha importanza, è importante che dica questo.
Attenzione, però, a non cadere nella tentazione (classico atteggiamento che
chiunque adotterebbe in Ministero) di dire: "A me va bene così, purché il
saldo sia zero". No, questa manovra deve avere un saldo negativo, perché
altrimenti non porta benefici reali.
Allora, in questo senso, ben venga la manovra, ben venga la libertà di
investimenti, ma non mettiamo a carico degli Enti Locali soltanto un'altra
quota di tagli sulla spesa corrente, perché altrimenti se ha oneri, sarebbe
molto difficile immaginare una situazione in cui si va avanti sugli
investimenti e, poi, sul welfare di breve, cioè sullo stato sociale, si debba di
nuovo tagliare.

COPPOLA Michele (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Ravello.
Ricordo soltanto che, ogni Gruppo, avrà a disposizione fino ad 8 minuti.

RAVELLO Roberto Sergio
Non mi sarà facile andare per ordine e rispondere, punto per punto, ai 25
minuti di intervento dell'Assessore Passoni.
Nel suo incipit, l'Assessore, devo dire senza mezzi termini o con forme
edulcorate, ha criticato in maniera pesante la credibilità della Fondazione
Civicum e il suo lavoro e ci ha detto, sostanzialmente, che, nell'ispirarci solo
a una parte dei risultati presentati da Civicum, saremmo un po' confusi. Ha
usato proprio questo termine. Assessore, le posso dire che saremmo anche
confusi, ma il rating complessivo che la Fondazione Civicum ha assegnato al
Bilancio della nostra Città, e che quindi prende in considerazione, nel suo
complesso, le manovre dell'Amministrazione, dell'Assessorato che, in
particolare, lei guida, soprattutto per la parte che riguarda la trasparenza, il
controllo interno e la rendicontazione dei risultati conseguiti, è pesantemente
e gravemente insufficiente, infatti, la votazione definitiva che Civicum
assegna a Torino è 37 centesimi. È un voto gravemente insufficiente quello
che Civicum ha assegnato alla Città, indipendentemente da alcuni aspetti che
rispetto ad altri Comuni di Italia sono sicuramente positivi, ma che,
evidentemente, soccombono di fronte ad altri aspetti, tra cui il debito pro-
capite, che sono pesantemente negativi.
Assessore, saremmo anche confusi, ma forse voi lo siete più di noi, perché,
da un lato, il Sindaco, e lei stesso lo ribadisce quest'oggi, lega
all'indebitamento della Città gli interventi infrastrutturali, in particolare,
sostenuti per le Olimpiadi, dall'altro, c'è il suo predecessore che a domanda
risponde: "Dire che il deficit del Comune di Torino dipende dalle Olimpiadi
è una manipolazione bella e buona".
Voi conoscete meglio di me il professor Castellani, non solo per il suo
curriculum accademico, ma anche perché alcuni suoi colleghi di Giunta,
Assessore Passoni, sedevano al suo fianco quando egli, negli otto anni che
hanno preceduto la venuta del Sindaco Chiamparino, ha guidato questa Città,
e ritengo che sia un interprete autorevole di quanto si verifica oggi. Ritengo
che le dichiarazioni dell'ex Sindaco Castellani siano più che significative
rispetto alle dichiarazioni dell'attuale Sindaco Chiamparino.
Ma a chi devo credere? Devo credere al Sindaco Chiamparino che dice:
"Non vi preoccupate, cittadini torinesi, sulle vostre spalle pesano 5.781 Euro
di debito, bambini compresi, ma tutto ciò è frutto di una politica utile,
finalizzata al vostro benessere, legata soprattutto alle Olimpiadi che ci hanno
resi grandi e famosi"? Oppure devo credere al suo predecessore, che dice che
Torino non ha speso una cifra enorme per le Olimpiadi, ha pagato per una
parte del Villaggio Olimpico, per rendere polifunzionale il PalaIsozaki, per la
Medal Plaza (che - aggiungo io -, attualmente, marcisce e prende la muffa in
un magazzino comunale), per i due "gianduiotti" di Atrium in Piazza
Solferino? Bene, qui volevo arrivare. I due "gianduiotti " di Atrium di Piazza
Solferino sono una delle cause per cui sulle mie spalle pesa un debito, non
contratto direttamente da me, di 5.781 Euro, sono abbandonati a loro stessi,
rifugio per senzatetto, ma, ancora peggio, per tossicodipendenti.
Ma, poi, andando a guardare i dettagli della ricerca di Civicum, non posso
non notare la vostra indignazione per gli aiuti straordinari a Roma, che fino a
prova contraria resta la capitale storica, politica e persino culturale del nostro
Paese, il segno intangibile dell'unità nazionale. Io la penso così, signor
Sindaco, poi i miei amici di avventura la possono pensare in maniera diversa.
Voi vi indignate per gli aiuti straordinari a Roma, che ha avuto un Bilancio
disastrato, che l'ha portata sull'orlo del dissesto a causa dell'amministrazione
scellerata di chi ora si nasconde all'ombra dello "shadow cabinet", ma che
fino a pochi mesi fa sindacava, nel senso che faceva il Sindaco della capitale
alla luce del sole. Vi indignate per un aiuto straordinario alla Città di Roma,
ma contestualmente dimenticate i 300 milioni di Euro che proprio di recente
il Governo Berlusconi ha stanziato per il Piemonte, segnatamente per la linea
2 della Metropolitana, il Passante Ferroviario e la TAV.
Voi vi indignate per Roma, ma dimenticate che Civicum ci dice che, negli
ultimi anni, Napoli (amministrata da un sindaco vostro amico) è stata la città
che più di tutte ha ricevuto aiuti dallo Stato. Dimenticate che i trasferimenti
dallo Stato ai Comuni sono stati: per Torino pari a 399 Euro a cittadino, per
Milano pari a 363 Euro a cittadino (per cui meno che per Torino), mentre per
Napoli sono stati 729 Euro a cittadino (quasi il doppio rispetto a Torino).
Dove sta l'indignazione! Perché non vi siete mai indignati negli anni trascorsi
per un aiuto straordinario che lo Stato ha perennemente assegnato alla Città
di Napoli!
Ma poi, ancora di più, Civicum ci segnala che Torino è, effettivamente, uno
dei Comuni che spende meno per il funzionamento della macchina
comunale, che rispetto al Bilancio spende il 21%. Andiamo a vedere come lo
fa, Assessore Passoni? Andiamo a vedere come fate a spendere il 21%,
principalmente per il personale, rispetto al Bilancio complessivo, e vogliamo
ricordare che se voi riuscite a risparmiare per il funzionamento della
macchina comunale, lo fate anche regalando l'elemosina per aumentare i
buoni pasto per i dipendenti del Comune, che oggi hanno un ticket restaurant
che è poco più della metà rispetto a quello che prendono i loro colleghi della
Regione Piemonte! Vogliamo ricordare che se spendete così poco per il
funzionamento della macchina comunale è perché le spese legate a
consulenze sono messe da parte! Vogliamo ricordare che voi, nel corso dello
scorso anno, avete stanziato 4.200.000 Euro in consulenze, ma ben 1.250.000
Euro in più rispetto al 2006! Vogliamo mettere insieme l'elemosina di 60
centesimi a buono pasto per i dipendenti comunali con 1.250.000 Euro in più
per i consulenti!
Ma poi - e mi avvio a concludere -, in uno dei tanti paragoni fatti da Civicum
viene evidenziato il ruolo di Brescia. Voglio segnalare che se Brescia spende,
o meglio, che se Brescia spreme dai suoi cittadini la metà di quello che
spreme Torino (perché Brescia ha un'addizionale comunale complessiva di
332 Euro pro-capite e Torino di circa 600 Euro), ciò accade perché Brescia è
aiutata, in maniera molto consistente, dai dividendi di A2A, la multiutility
dell'energia di cui noi, in questo ultimo periodo, abbiamo sentito molto
parlare.
Ma, allora, per quale ragione nessuno di noi si è chiesto come sia possibile
che IRIDE multiutility, importante almeno quanto A2A, non abbia ancora
aiutato il Comune di Torino a spremere meno i suoi cittadini!
Approfittiamo di questa analisi per valutare anche l'utilità di un'operazione
che ci apprestiamo ad approvare, quale quella della nuova fusione tra IRIDE
ed ENIA per chiarire quali possano essere, semmai vi saranno, i risultati e i
benefici per i cittadini. Perché è molto facile, Assessore, regalare promesse o
spacciare falsità (e voi in questo siete davvero troppo bravi), ma se vogliamo
guardare al tutto, guardiamo al tutto nel suo complesso, non guardiamo solo
al tutto che ci conviene.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola al consigliere Lonero.

LONERO Giuseppe
Voglio fare un intervento molto breve, semplicemente perché poco c'è da
aggiungere a quanto già detto, in maniera molto eloquente e competente, dal
Consigliere Ravello, e anche poco c'è da commentare all'intervento
dell'Assessore Passoni, perché ricco di dati sicuramente oggettivi.
La domanda che però mi viene da porre è questa, Assessore: ma il Comune
di Torino ha ancora una capacità residua di indebitamento significativa? Ha
ancora la possibilità di indebitarsi per effettuare quegli investimenti
infrastrutturali che alla Città ancora mancano e che sono necessari? Infatti,
vediamo tutti i giorni che, nonostante gli sforzi degli anni passati, le scelte
non sono state all'altezza delle esigenze della città e dei cittadini. Oppure ci
aspetta un futuro in cui ci limiteremo a gestire la spesa corrente? Abbiamo
ancora la possibilità di pensare al futuro, di pensare in grande, la possibilità
di immaginare una Torino che, grazie ai soldi spesi sul territorio, possa
ancora migliorare i servizi, la viabilità, dando la possibilità ai cittadini di
vivere meglio in questa città? Questa è la domanda alla quale avremmo
voluto che lei rispondesse, dando voce alle nostre sollecitazioni; non
avremmo voluto che lei si limitasse soltanto a snocciolare dati e
rassicurazioni.
Vorremmo avere la possibilità di pensare a un futuro di questa
Amministrazione e della prossima Amministrazione post 2011, che ci
aspettiamo e auspichiamo di un colore diverso, in modo tale che possa
migliorare la città e la vita dei cittadini.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola al Consigliere Giorgis.

GIORGIS Andrea
Vorrei ringraziare davvero l'Assessore Passoni per l'intervento svolto e,
soprattutto, perché, in maniera molto efficace, chiara, comprensibile, al di là
della difficoltà della materia e al di là della complicazione di carattere
tecnico, mi sembra abbia evidenziato un punto politico, a mio avviso, di
carattere decisivo.
Gli Enti Locali sono parte integrante del sistema Paese e una politica di
sviluppo e di investimento in infrastrutture oggi passa inevitabilmente
attraverso gli Enti Locali. Non è una novità, diranno in molti, lo sappiamo da
tempo che le infrastrutture in Italia e le opere sono realizzate principalmente
dagli Enti Locali. Oggi, discutendo di disavanzo, di Legge Finanziaria e di
Bilancio degli Enti Locali, tocchiamo con mano questa banale verità, per
certi aspetti.
E allora, se è così, è davvero incomprensibile come un Governo che voglia
rilanciare il nostro Paese, fronteggiare una crisi economica, ammodernare il
nostro sistema delle infrastrutture, non si adoperi per far sì che tutti gli Enti
Locali e, in particolare, quelli virtuosi, possano proseguire nelle opere di
investimento e possano realizzare quell'ammodernamento infrastrutturale
che a Torino, ad esempio, ha avuto un primo inizio con la realizzazione della
linea 1 della Metropolitana e adesso sarebbe opportuno che avesse una
seconda fase con la realizzazione della linea 2 e con tutte le opere ad essa
connesse.
Questa scelta deve essere di carattere nazionale, a partire dalla semplicissima
considerazione che lo sviluppo e l'ammodernamento delle infrastrutture di
Torino è nell'interesse non soltanto dei torinesi, ma di tutta l'Italia. Per fare
questo bisogna far sì che la spesa corrente, e cioè la spesa che rende possibile
erogare servizi essenziali, non subisca quella riduzione che, altrimenti,
vanifica qualsiasi politica di investimento e di sviluppo.
Quindi, mi auguro che da parte del Governo nazionale e delle forze politiche
che lo sostengono non ci sia quella miopia che tende a pensare che le
difficoltà delle amministrazioni governate dal centrosinistra siano soltanto
difficoltà degli amministratori pubblici. Spero che non cadano in questa
clamorosa miopia e in questo clamoroso gesto di irresponsabilità. Mettere in
difficoltà l'Amministrazione torinese e non rendere possibile la realizzazione
di opere infrastrutturali, o comunque penalizzare le città più virtuose del
Nord Italia, significa arrecare un danno ai cittadini, alle possibilità di
sviluppo del nostro Paese ed essere irresponsabili rispetto al bene generale.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola al Consigliere Angeleri, che ha a disposizione 4 minuti.

ANGELERI Antonello
Signor Presidente, grazie per aver accolto, anche se con una settimana di
ritardo, le richieste di comunicazioni che avevamo fatto insieme al
Consigliere Carossa della Lega Nord e al Vicepresidente del Consiglio. Devo
dire che sono preoccupato del dato che ho letto, perché non ero in Aula, ma
ho ascoltato l'intervento tecnico dell'Assessore Passoni, pregevole come al
solito.
Conosciamo la competenza dell'Assessore, ma parlava di dati statistici, che
valgono per Torino come per tutte le altre città. Quindi se ci sono
preoccupazioni, le abbiamo qui come le avranno altre Città che, purtroppo,
però, non stanno peggio di noi. Noi siamo la Città che statisticamente sta
peggio: abbiamo un debito pro-capite di circa 6.000 Euro, neonati compresi.
Ora qual è la preoccupazione? La preoccupazione non è tanto per l'oggi,
perché abbiamo vissuta la situazione, abbiamo visto le Olimpiadi, abbiamo
visto la "grandeur chiampariniana", come è stata più volte definita.
Ma vede, signor Sindaco, un buon padre di famiglia non amministra solo
l'oggi, guarda al futuro della propria famiglia e dei propri figli. E visto che
tanti cittadini, neonati compresi, si ritrovano un debito enorme sulle spalle, la
preoccupazione non è nostra in questo momento, non è probabilmente di
questo Consiglio Comunale che starà in carica fino al 2011, sarà dei futuri
cittadini di questa Città che, quando si arriverà a scadenza dei famosi
derivati, probabilmente avranno qualche debituccio da pagare e dovranno
vedere loro come pagarlo.
Ora l'Assessore ci ha parlato anche dei derivati e ci ha detto che nel 2008 il
mark to market ammontava a circa 1.230.000 Euro. Nozionale, 1.230.000
Euro. (INTERVENTO FUORI MICROFONO).
No, stavamo parlando del mark to market negativo. 115 milioni del 2008.
Erano 100 milioni nel 2007, 123 nel 2008. È sceso il nozionale, ma, rispetto
al 2007, è comunque più alto.
Signor Sindaco, lei conosce bene la situazione che abbiamo con le nostre
società partecipate: le pare normale che un'Amministrazione Pubblica non
paghi la bolletta di IRIDE accumulando debiti su debiti per centinaia di
milioni di Euro! Con GTT abbiamo un debito di circa 200 milioni di Euro, o
poco meno, e con AMIAT poco meno di 120 milioni di Euro.
La realtà che appare ancora una volta è diversa. Con questo comportamento
sembra quasi che il Comune utilizzi le sue aziende partecipate come se
fossero una vera e propria banca, non versando i soldi che deve loro per le
prestazioni, come ad esempio l'erogazione dell'energia elettrica a IRIDE,
come se prelevasse denaro per poi utilizzarlo per fini diversi.
In tutto ciò vi è poi la situazione di cui abbiamo parzialmente dibattuto
questa mattina in Commissione, alla presenza dell'Assessore Viano,
dell'Assessore Alfieri e dell'Assessore Passoni: la dilapidazione del
patrimonio immobiliare; pratica utilizzata come mai era successo prima,
senza che si sia raggiunto - questo lo abbiamo verificato anche con
l'Assessore - un risultato soddisfacente per il Comune. Tra poco vedremo sui
giornali che la Mole e il Teatro Regio vengono messi in vendita senza che
nessuno reagisca. Sono preoccupazioni che, legittimamente, si pongono
coloro che leggono i giornali e guardano la televisione.
Allora, rispetto a questo, vorremmo una risposta anche dal Sindaco.
Come Consiglieri di opposizione abbiamo invece affrontato, penso con
estrema serietà, il Bilancio e i continui appelli alle Commissioni convocate,
alle interpellanze presentate ci è sempre stato risposto che le nostre erano
parole strumentali, siamo stati tacciati di essere quasi visionari o, comunque,
catastrofici a lanciare tanti appelli preoccupati; abbiamo letto recentemente
che il Sindaco ha addebitato alle Olimpiadi questa grossa crisi, mentre l'ex
Sindaco Castellani ha detto: "Ma no, non è questo il problema. I problemi
sono altri".
Quindi, rispetto a questo, ritengo che la discussione di oggi, che avviene, tra
l'altro, in un clima di superficialità perché ci sono altri pensieri, sia
importante, ma altri pensieri sono dietro di lei. No, lo dico perché invece il
problema che abbiamo oggi, Signor Sindaco - e chiudo -, è che, rispetto a
questa vicenda, lei faccia un serio esame di coscienza. Se lei tenesse
veramente alle sorti di questa Città, come più volte ha sottolineato, avrebbe
probabilmente già lasciato la poltrona che occupa.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola al Consigliere Ventriglia.

VENTRIGLIA Ferdinando
Siamo sempre grati al Capogruppo del PD per la sua generosità
nell'impartire anche severi moniti morali sul significato e sul valore delle
nostre responsabilità come Amministratori Pubblici, però vorrei chiedere al
Consigliere Giorgis di fare uno sforzo dialettico per comprendere anche le
ragioni di chi gli siede di fronte.
Nessun membro dell'opposizione ha mai affermato che la responsabilità di
questa situazione ricada interamente sul Sindaco. È una vicenda che si è
stratificata nel tempo e le cui origini, probabilmente, risalgono al terremoto
che ha investito l'Amministrazione Comunale nei primi Anni Novanta,
quando fu dichiarata una situazione di grave disavanzo. Riteniamo che fu
prospettata una situazione più grave di quella reale, che doveva preludere ad
una nuova stagione del centrosinistra - questa era la stagione dell'epoca, la
nuova formula -, che si proponeva e, poi, si è venduto come quello che non
soltanto aveva risanato il Bilancio, ma che aveva anche potuto spendere
molto per una serie di fiori all'occhiello (ieri, le Olimpiadi e la città "always
on the move" ed, oggi, il fatto che Torino è la città che spende di più pro
capite in welfare).
Senza ripetere la polemica che abbiamo già fatto (cioè, una Città che spende
in welfare è una Città che ha poco di cui gloriarsi, perché significa che è
piena di bisognosi o, se questi non ci sono, che spreca), però non vi fa
piacere quando viene fuori l'altra faccia della medaglia, che è quella che
riguarda l'indebitamento. Sicuramente sarete quelli che spendono di più per
il welfare, ma siete anche quelli che prelevano di più da ogni torinese.
Oggi, ne chiediamo conto al Sindaco, perché deve rispondere della
continuazione di questo metodo per questo mandato, quello precedente e per
i due mandati del Sindaco Castellani. Noi non crediamo alla vulgata del
Sindaco, che, anche nelle risposte sui giornali, si compone di due elementi.
Lui ammette che siamo i più indebitati, però precisa che abbiamo ospitato le
Olimpiadi e che dal Governo non sono arrivati i fondi che avrebbe dovuto
stanziare. Probabilmente, su questo argomento continueremo questa
discussione tra sordi, perché la nostra posizione è che, all'epoca, il Governo,
per responsabilità nazionale ed istituzionale, abbia dato anche più di quello
che avrebbe meritato l'allora Amministrazione Comunale, quella che portò a
Torino le Olimpiadi e che continuò a portare a Torino le Olimpiadi come
TOROC.
Il secondo argomento del Sindaco è che si spende molto in welfare e
vengono forniti servizi importanti; per carità, va tutto bene, però, al di là
della solita polemica "se volete chiudiamo gli asili" - che è un po' facile -,
pare strano che il Sindaco e l'Assessore, che è una persona seria, si
sottraggano alla responsabilità di affrontare in Consiglio Comunale una
discussione che possa anche contemplare un cambiamento di politica, dovuto
alla constatazione che così non si può più proseguire. Gli indici di
indebitamento sono tali da comportare non il piagnisteo, o la rivendicazione
dei risultati passati, o di un modello che non è più nei tempi e nelle cose, o la
richiesta di nuovi aiuti, oppure il fatto che il settore pubblico continui a
cercare di sostenere un sistema che non sta più in piedi, ma ammettere che, in
passato, si sono compiuti degli errori, oppure, se non lo volete ammettere,
accettare il fatto che sono cambiati i tempi, per cui dichiararvi disponibili a
ridiscutere.
Il dato interessante del rapporto della Fondazione Civicum non è che Torino
è la città più indebitata, ma di quanto è la più indebitata. Perché la cifra di
circa 5.700 Euro è, innanzitutto, molto maggiore rispetto alla seconda Città
riportata in quella classifica (Milano, con quattromila Euro, quindi la
differenza è notevole), ma, rispetto alla media dei Comuni, è il 170% in più:
questo dato dovrebbe portare questa Amministrazione ad una riflessione!
Mi viene in mente la vecchia storia di quello che, quando, prima della Legge
n. 180, da dietro le sbarre, vi si aggrappava, guardava i passanti e chiedeva
"Ma siete in molti lì dentro?". Sarebbe naturale porsi delle domande, visto
che il nostro indebitamento pro capite è quasi il doppio della media, piuttosto
che continuare a dire che va tutto bene, addossare la colpa al Governo e
all'opposizione irresponsabile, pur essendo in presenza di una continuità
amministrativa che dura da una ventina d'anni!
C'è il dato, che è interessante (per carità, se volete, più tecnico, ma che può
dare un'idea), dell'indicatore di solidità, cioè il rapporto tra i debiti contratti
dal Comune e i propri mezzi. Vorrei precisare che si è in zona rischio sopra
l'1, cioè sopra la parità: il Comune di Torino ha un rapporto di 2,6; cioè, se il
Comune si dovesse sciogliere domani, per ripagare il debito noi dovremmo
avere il doppio del patrimonio che il Comune ha oggi. Inoltre, bisognerebbe
discutere di quale patrimonio, perché, e questa è una polemica regolare che si
fa su ogni deliberazione, ci sono alcuni dati che sono di carattere oggettivo.
Non vedo più in Aula il Consigliere Giorgis, ma mi rendo conto che
impartire lezioni morali sia uno sforzo anche fisicamente faticoso e, quindi,
ci si deve ristorare.
Da questi banchi arriva, da qualche tempo (non da oggi), il suggerimento di
non utilizzare le entrate che dovrebbero essere indirizzate a spese
d'investimento per pagare la spesa corrente. Su questo tema, abbiamo fatto
anche una battaglia specifica sul CSI (solo per citare l'ultima), eppure si
continua! Anche nel Bilancio 2008 è questa la tendenza tra le plusvalenze per
alienazioni immobiliari ed altro; quindi, è inutile, poi, stupirsi se
l'indebitamento di carattere finanziario genera quegli interessi passivi che
abbiamo di fronte.
Quindi, non ci si può limitare a dire che Torino sta peggio di altre città,
perché Torino è la città che sta incomparabilmente peggio rispetto alle altre,
è la maglia nera in questo senso!
La mia riflessione è questa: possibile che abbiano sempre torto gli altri, sia
sempre colpa degli altri e questo Comune e questo Sindaco non si assumano
mai alcuna responsabilità? Il Sindaco, i suoi Assessori o i loro predecessori
(quelli che, oggi, sono in Regione) non ammettono mai di aver compiuto
degli errori. Normalmente, quando funziona così, significa che c'è qualcosa
da rivedere anche nella visione, nella considerazione generale e nella
valutazione del proprio operato rispetto agli altri "player".
Noi siamo disponibili ad una riflessione, ma il Sindaco (che non so se si deve
dimettere, come richiesto dal Consigliere Angeleri) dovrebbe predisporsi ad
una valutazione franca, dichiarando che c'è qualcosa che non va e che è
disponibile a discuterne.

SINDACO
(Intervento fuori microfono).

VENTRIGLIA Ferdinando
No, certo. Prima deve aprire la riflessione, ammettere che sono stati
commessi degli errori, fare autocritica (visto il mondo da cui proviene e che
per voi rappresenta una gloriosa e nobile tradizione), poi, possibilmente,
suggerire qualche soluzione e dopo dovrebbe dimettersi. Per terminare il mio
intervento, vorrei fare una richiesta al Sindaco, ufficialmente a nome del
Gruppo Forza Italia - PDL: non si dimetta prima di averci dato una
soluzione, perché così sarebbe troppo comodo!

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola al Consigliere Rattazzi.

RATTAZZI Giulio Cesare
Credo che (sia in Consiglio, che in altre sedi) siano state fatte delle riflessioni
e, quindi, ognuno cerchi di individuare degli indirizzi utili per proseguire in
questa situazione, che presenta delle problematiche, soprattutto per i riflessi
di carattere nazionale. Credo che sia un momento in cui gli sforzi comuni
debbano procedere tanto a livello nazionale, come a livello locale, per fare in
modo che il sistema delle autonomie possa funzionare utilmente e con la
dovuta importanza.
Volevo solo fare delle precisazioni su alcuni argomenti che ho sentito, perché
mi pare che su questi temi sia importante l'obiettività e l'esattezza dei dati.
Innanzitutto, lo studio della Fondazione Civicum è certamente utile, l'ho
utilizzato anch'io in diverse occasioni, però, come ho avuto modo di
constatare parlandone direttamente con i relatori al convegno dell'ANCI
organizzato la settimana scorsa, è stilato sui dati che provengono dalle carte
di ogni Comune, senza valutare se siano omogenei, cioè se i calcoli
avvengano allo stesso modo.
Penso, per esempio, al caso del personale (discorso che non dobbiamo
affrontare adesso), in cui i dati che vengono forniti percentualmente sono,
evidentemente, diversi a seconda di come si calcolano le esternalizzazioni,
cioè quella parte dei servizi che il Comune dà all'esterno e che, invece, lì non
sono stati calcolati, me l'hanno riferito loro parlandone al termine della
riunione.
Vorrei attirare l'attenzione del Consiglio, visto che la minoranza ha citato
giustamente questo argomento, per quanto riguarda il piano strettamente
tecnico, sul problema del debito, che c'è, è un fatto pesante e dobbiamo
cercare il modo di superarlo e di trovare delle soluzioni affinché possa essere
quanto meno attenuato, anche se il merito dell'Assessore Passoni è stato
quello di averlo quasi interamente bloccato
Partendo da questa cifra di oltre cinquemila milioni di Euro di debito, i 5.700
Euro pro capite non sono corretti, perché il raffronto va fatto soltanto sulla
parte che riguarda la gestione, la parte di competenza diretta, che è quella che
era già stata esplicitata e che, oggi, è stata definita anche negli altri Comuni
(compresi Milano e Roma), ed, effettivamente, è di 3.555 Euro. Oggi, il
debito pro capite del Comune di Torino è questo e, casualmente, è identico
(addirittura all'Euro) a quello di Roma.
Infatti, il Comune di Roma (che ha 2.700.000 abitanti), ultimamente, ha
definito il suo debito in 9.600 milioni di Euro. Il Comune di Torino, con
novecentomila abitanti, ha un debito che, probabilmente, sarà leggermente
superiore ai tremila milioni di Euro e, quindi, sono quasi uguali. A poca
distanza vi sono Milano ed altre città.
Questo non significa che mal comune è mezzo gaudio, ma che si deve
prendere in considerazione questo aspetto e che, a mio parere, si è
dimenticata la parte che riguarda gli aspetti nazionali.
Infatti, la parte che riguarda l'aspetto locale avremo modo di riprenderla nel
corso della discussione del Bilancio, ma quella che riguarda l'aspetto
nazionale, invece, ci dovrebbe un po' indignare. Ad esempio, i discorsi che
sono stati fatti (per quanto riguarda Roma si è già detto, ma ce ne sono altri),
sottolineati anche da altri ambienti (come la Lega Nord), su Catania e
Taranto; non si comprende per quale motivo abbiano ricevuto 140 milioni di
Euro la prima e 130 milioni di Euro la seconda per cercare di superare alcuni
debiti pregressi.
Per quanto riguarda la legge sul federalismo (sulla quale ci aspettiamo anche
delle anticipazioni), si tratta di un tema che il Sindaco cerca di portare avanti,
facendo in modo che, perlomeno in questi anni, in attesa del referendum
fiscale, si possa avere un'anticipazione sull'IRPEF.
Proprio in relazione a questi aspetti di carattere nazionale, che devono
preoccupare tutti quanti, vorrei terminare il mio intervento citando
Sant'Agostino, il quale avvertiva di tenere conto che la speranza - visto che
dobbiamo averne - comporta due elementi: l'indignazione ed il coraggio; mi
auguro che, tutti insieme, potremo continuare ad averli.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola al Consigliere Carossa.

CAROSSA Mario
Mi sento assolutamente intimidito dopo quest'ultima dichiarazione, però
vorrei precisare che, più che indignato, sono già un po' oltre ed il coraggio
non mi manca.
Detto questo, vorrei fare i complimenti all'Assessore, che, come è sua
abitudine, ci ha dimostrato che è sempre sul pezzo, come si suol dire. Lei è
capace di dire e ribadire determinate cifre. Se qualcuno, proveniente dalla
Luna, fosse arrivato in Aula oggi si sarebbe chiesto per quale motivo stiamo
facendo questo discorso, perché in questa città va tutto bene, è tutto perfetto.
Assessore, dal suo intervento pare che nel resto d'Italia stia andando tutto
male, mentre, per quanto riguarda Torino, sembra che vada tutto bene,
compresi gli investimenti. Mi fa piacere! Anche a proposito dei numeri,
come riferito adesso dal Consigliere Rattazzi, non c'è l'indebitamento.
Non voglio fare questi discorsi, perché, lo ammetto, non sono all'altezza e,
poi, in Aula ci sono dei "professoroni" in materia di finanza, per cui non ci
provo nemmeno. Dopodiché, ci dite che il debito pro capite annunciato di
5.781 Euro è sbagliato, perché gli intelligenti sono tutti in quest'Aula e fuori
non c'è n'è nessuno, ma non c'è nessun problema. Però, quando usciamo da
questa Sala e andiamo in giro per la città, inciampiamo nei marciapiedi rotti,
oppure nei cumuli di ghiaccio che si sono formati lungo le strade, non
riusciamo a parcheggiare, notiamo che i lavori vengono eseguiti male
(perché sono al massimo ribasso) e, allora, forse cominciamo a comprendere
che non va proprio tutto bene, nonostante quello che ci continuate a dire
ormai da mesi. Infatti, questa è solo l'ultima di una delle tante comunicazioni
richieste.
Voglio dire solo un paio di cose, anche se so che, dopo, qualcuno (quasi
sicuramente il Consigliere Goffi) tirerà in ballo la Lega Nord; personalmente
mi fa molto piacere, perché, di solito, quelli che non contano non vengono
citati e non vengono ricordati, mentre la Lega Nord, adesso, è sicuramente
una forza trainante di questo Paese e, di conseguenza, non può incontrare il
ben volere di tutti. Questo è proprio il problema di tutti quelli che cercano di
fungere da traino in qualsiasi Paese.
Vorrei, inoltre, sottolineare che ho presentato un ordine del giorno cercando
di ricalcare quello che la Lega Nord ha presentato ed è stato approvato dalla
Camera dei Deputati, nel quale si "impegna il Governo a valutare
l'opportunità di adottare misure analoghe anche per quei Comuni che, in
ragione della rilevanza istituzionale, possono esibire la medesima specificità
del Comune di Roma". Questo ordine del giorno è stato approvato dalla
Camera dei Deputati e si tratta di fatti, non solo parole.

SINDACO
(Intervento fuori microfono).

CAROSSA Mario
Sindaco, mi fa sempre piacere interloquire con lei. La ringrazio, perché vuol
dire che è stato da stimolo. Secondo me non ce n'era bisogno, però gli
stimoli servono sempre.
Per quanto riguarda l'ordine del giorno che ho proposto, mi è già stato fatto
presente che non è possibile applicarlo per Torino. Francamente non lo so,
ma potremmo emendarlo, facendo in modo che Torino abbia la stessa
possibilità che ha avuto Roma.
Da cittadino torinese è questo che vorrei, nulla di più e nulla di meno.
Vorrei, però, ricordare un'altra cosa: il debito della Città di Roma non lo ha
sicuramente creato il Sindaco Alemanno, così come il debito della Città di
Torino (che, dagli interventi che ho sentito, è insignificante) non l'ha creato
la Lega Nord, ma le forze che, bene o male, hanno governato in questi anni.
Vorrei precisare che non ho mai attaccato l'Assessore Passoni sui derivati,
perché so benissimo, anche se lui giustamente continua a ricordarlo tutte le
volte che ne discutiamo, che non sono una sua responsabilità, in quanto sono
stati contratti fino al 2005. È anche vero, però, che quella era la prima tornata
amministrativa del Sindaco Chiamparino e, seppure vi fosse un altro
Assessore al Bilancio, il Sindaco era lui, così come i Partiti che, più o meno,
stanno guidando la Città in questi anni.

CUNTRO' Gioacchino
(Intervento fuori microfono).

CAROSSA Mario
Consigliere Cuntrò, sono abituato a stare sempre con i piedi per terra e,
soprattutto, non amo viaggiare. Quindi, sto a Torino e guardo la mia bella
città, che, una volta, era morigerata, mentre, adesso, mi sembra che lo sia
molto meno.
Vorrei aggiungere ancora un'ultima cosa, come esponente della Lega Nord:
abbiamo un'ambizione, che è quella di cambiare l'Italia; questo deve essere
ben chiaro. Naturalmente, ci è pesato il discorso di Roma o di Catania,
perché noi parliamo con i cittadini, non ci nascondiamo dietro un dito.
La nostra ambizione e la nostra volontà, però, è proprio quella di cambiare
l'Italia, partendo da dove l'avete portata voi che sedete in quest'Aula e chi
(ovviamente, non direttamente, ma attraverso i loro Partiti), magari nei
prossimi interventi, criticherà la Lega Nord.
Abbiamo quell'ambizione e, naturalmente, questo comporta determinate
conseguenze, anche che si debbano ingoiare dei bocconi amari. Noi ci
teniamo veramente che cambi quello che voi avete trasformato, perché gli
italiani non si meritano una situazione economica del genere, tanto meno i
torinesi.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola al Consigliere Goffi.

GOFFI Alberto
Non so se il Consigliere Carossa possieda delle doti di veggenza o se abbia la
coda di paglia; è più probabile che abbia la coda di paglia, perché è un po'
preoccupato da quello che sto per dire.
Ringrazio l'Assessore per la dotta relazione, che ha preso spunto da una
comunicazione della Fondazione Civicum. Non vorrei, però, che questo
dibattito si limitasse a quanto riportato da quella ricerca, perché, se il
compito del Consigliere Comunale è quello di analizzare i fenomeni o di
fotografarli, tanto vale che andiamo alla Fondazione Civicum e non stiamo in
Consiglio Comunale. Credo, pertanto, che occorra cercare di fare un passo in
avanti e trovare, se è possibile, qualche soluzione.
Ritengo che sarebbe fin troppo facile per me accusare il Sindaco di mala
gestione, perché faccio parte dell'opposizione e, probabilmente, con una
dichiarazione simile avrei maggiori possibilità di visibilità; sarebbe anche fin
troppo facile, come è già stato fatto in questa Sala, invocare il fallimento
dell'Ente, ma il debito e l'indebitamento non sono dei fattori astratti, senza
ripercussioni concrete sulla vita dei cittadini.
Non si manifesta affetto nei confronti della propria cittadinanza invocando il
fallimento di un Ente. Forse, si può pensare che sia una scorciatoia per
effettuare dei cambi di maggioranza, ma non è certamente un atto di affetto
nei confronti della cittadinanza. È sufficiente pensare alla situazione in cui si
trova la cittadinanza di Taranto, il cui Ente è fallito.
Quindi, non mi unisco al coro di coloro che pensano che il fallimento
dell'Ente rappresenti la soluzione ai nostri problemi, perché non penso di
voler rappresentare in questo modo una forza responsabile nel Comune di
Torino.
Bisogna affrontare la situazione per quella che è. Il debito che fotografa la
Fondazione Civicum è importante, ma è necessario trovare qualche
soluzione. In questo caso vi sono due soluzioni: una a carattere locale e una a
carattere nazionale.
Per quanto riguarda la soluzione a carattere locale, bisogna riconoscere che
l'indebitamento per competenza è piuttosto corposo - è inutile negarlo - e su
questo aspetto non sono molto d'accordo con lei, Assessore Passoni, quando
dice che le sue ripercussioni non sono immediate. Ad esempio: il settore
degli investimenti e delle manutenzioni ordinarie e straordinarie passa da una
spesa, indicata come previsione, di 300 milioni di Euro nel 2007 a circa 40
milioni di Euro.
È ovvio che questo significa che non siamo nelle condizioni di assicurare una
manutenzione perfetta dei 1.300 km di strade torinesi, di tenere in perfetto
ordine i 30 milioni di mq di verde pubblico e che non abbiamo soldi a
sufficienza per manutendere gli 800 edifici pubblici di questa Città.
Ovviamente, il debito impone delle scelte, che sono drastiche. Capisco la sua
posizione per cercare di ridurlo, ma non comprendo la soluzione di carattere
nazionale con cui si affronta questo tipo di problema. Sperare che la
situazione peggiori per riuscire ad ottenere un risultato elettorale, ritengo che
sia il peggior modo per dare un segnale forte alla città.
Non ho compreso - e forse è per questo motivo che la mia replica preoccupa
il Consigliere Carossa - il linguaggio della Lega Nord degli ultimi tempi, non
di questi giorni, che è un linguaggio...

CAROSSA Mario
(Intervento fuori microfono).

GOFFI Alberto
Io mi vanto di non essere della Lega Nord.
Il Consigliere Carossa, a Torino, attacca il Sindaco perché vuole una città
pulita e, poi, il suo stesso partito, attraverso degli emendamenti, toglie le
sanzioni ai writers, perché il Ministro Bossi afferma che: "I muri sono il libro
del popolo e, quindi, è giusto scrivere sui muri".
Consigliere Carossa, cerchiamo di utilizzare lo stesso linguaggio, perché, a
Torino, fate una parte e, a Roma, ne fate tutta un'altra; però, poi, alla fine si
scopre il gioco di chi fa tutte le parti in commedia.
Criticate Torino per gli sprechi, però non si può sempre e solo sentire
l'attacco a "Roma ladrona", visto che prima era governata da un'altra Giunta,
dimenticandosi che sono stati stanziati soldi anche per Catania, città in cui la
continuità di governo è sempre la stessa (di solito, questo esempio non lo
citate mai).
Infatti, grazie al Decreto n. 154, su Sanità ed Enti Locali, sono stati
"regalati", con il voto favorevole della Lega Nord, 500 milioni di Euro a
Roma e 150 milioni di Euro a Catania, con un versamento annuale fino al
2015. Quindi, Roma percepirà più fondi di Milano, che dovrà ospitare
l'EXPO, che rappresenta una grandissima opportunità, non solo per il Nord,
ma per il Nord Ovest, che sta vivendo una situazione di difficoltà economica
evidente!
Questo Decreto, che avete votato all'unanimità, è stato poi seguito dall'altro,
che è stato considerato come un Decreto a sostegno delle famiglie e delle
imprese in difficoltà, ma, poi, al riassunto del Decreto, si nota che la Città di
Roma viene esonerata dal Patto di Stabilità per due anni, un regalo che si
aggira intorno ai 700 milioni di Euro.
Quando il Partito Democratico e l'UDC hanno presentato un ordine del
giorno per chiedere che questo beneficio che avete concesso a Roma e a
Catania venisse esteso anche a tutte le altre città d'Italia (compresa,
ovviamente, la città di Torino), la Lega Nord si è astenuta (quindi, 36
deputati) e i deputati torinesi Maccanti, Togni e Allasia hanno votato contro.
È importante, quindi, ricordare che i deputati Maccanti, Allasia e Togni
hanno votato contro un provvedimento che avrebbe sicuramente aiutato
Torino, vista la sua situazione di difficoltà.
Vorrei solo che, quando si affrontano questi temi, ci fosse l'onestà
intellettuale di fare lo stesso discorso quando si è a Torino e quando si è a
Roma, non venire in Aula e dire che siete i difensori del "piemontesismo" e
del "torinismo"...

CAROSSA Mario
(Intervento fuori microfono).

GOFFI Alberto
Quindi, il ragionamento dell'Assessore Passoni mi sembra corretto:
cerchiamo di trovare una soluzione nazionale, ma è inutile pensare di
predisporre un tavolo di crisi con dei parlamentari eletti in questo territorio
che, poi, votano dei provvedimenti che sono in contrasto con gli interessi di
questa Città. Questa non si chiama lealtà, ma "doppiogiochismo".

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola al Sindaco.

SINDACO
In realtà, dopo la relazione dell'Assessore Passoni (che ringrazio, perché è
riuscito a fare comprendere anche a me alcuni aspetti tecnici, ma di grande
valenza politica), non ci sarebbe neanche bisogno del mio intervento, perché
mi pare evidente quale sia la linea di indirizzo che intendiamo seguire. Però,
vorrei fare alcune precisazioni.
Per quanto riguarda la Fondazione Civicum, non discuto quello che fanno i
giornali, perché si tratta di una loro scelta, di cui si assumono tutte le
responsabilità.
"Il Sole 24 Ore", che non è sicuramente un giornale incompetente in materia
economica e finanziaria e non è di parte, titolava così: "Torino e Venezia gli
Enti più virtuosi". Per un tocco di narcisismo, ma questo me lo permetterete
(essendone normalmente alieno), cito l'"Espresso", che è la rivista che
presenta l'intera ricerca della Fondazione Civicum ed inizia così: "Il verdetto
è chiaro e viene a galla dopo una lettura rapida delle tabelle. Nel 2007, i
Sindaci più bravi d'Italia sono stati Massimo Cacciari e Sergio Chiamparino.
Il peggiore, senza ombra di dubbio, è invece il Primo Cittadino di Palermo,
Diego Cammarata".
Questo era proprio un piccolo tocco di narcisismo, solo per dire che ha
ragione il Consigliere Angeleri, perché chi legge i giornali si preoccupa, ma
il vero problema è che cosa viene scritto e come vengono presentate le
notizie sui giornali.
Vorrei riportare una cifra molto interessante che, l'altro giorno, ha fornito
l'ANCI, presentando il rapporto delle due Fondazioni, a cui, peraltro, era
presente il Consigliere Ventriglia: esaminando il livello delle spese finali per
il Comune divise fra spese correnti e spese in conto capitale, la differenza pro
capite fra le spese in conto capitale del Comune di Torino e quelle delle altre
principali città è esattamente la stessa esistente sul dato del debito.
Per essere chiari, il dato del debito è di 500 Euro pro capite a Torino, mentre
a Napoli, che è la seconda, è di circa 350 Euro. Il rapporto è un po' più
schiacciato per le ragioni che ha spiegato bene l'Assessore Passoni, cioè nel
calcolo, avendo noi molti investimenti in essere, il debito, in alcuni casi,
viene contato due volte: viene contato il mutuo ed anche il debito, perché si
stanno pagando gli stati di avanzamento lavoro. È chiaro, quindi, che cumula
maggiormente.
Questo dato è stato presentato dall'ANCI, che non è un ente bolscevico, ma
bipartisan, e può essere consultato.
Vorrei suggerire al Consigliere Angeleri di lasciare che sia il Consigliere
Ghiglia a chiedere le mie dimissioni, perché ci vuole il tono giusto per farlo.
Non si possono chiedere con un tono così dimesso, ci vuole la grinta del
Consigliere Ghiglia.
Consigliere Angeleri, se siamo d'accordo - e le cifre dicono anche questo -
che abbiamo il tasso di spesa in conto capitale più alto d'Italia, vorrei però
chiarire che le opere (e, poi, dirò anche quali, per rispondere alla domanda
del Consigliere Ravello sull'intervista di Castellani) che abbiamo finanziato
saranno utilizzate dai cittadini torinesi anche moltissimi anni dopo che si
saranno estinti i mutui che le hanno finanziate.
Ribadisco, e lo dico con grande pacatezza, che trovo non solo
economicamente, ma eticamente giusto che le opere siano pagate pro quota
da chi le utilizza ed è per questo motivo che le opere si finanziano con i
debiti. Sarebbe stato eticamente disastroso se quei debiti fossero andati a
finanziare gli stipendi, o le spese correnti.
L'aumento del debito rispetto all'accumulo passato è molto semplice da
spiegare: circa 400 milioni di Euro sono per la Metropolitana, circa 400
milioni di Euro per le spese olimpiche - e, poi, anche su questo argomento
risponderò al Consigliere Ravello - e circa 200 milioni di Euro per le spese di
copertura del Passante, oltre alle somme per i parcheggi ed altre opere
infrastrutturali minori.
Il Passante e la Metropolitana sono opere che saranno utilizzate dai cittadini
torinesi (compresi i nipoti di chi scrive a "Specchio dei Tempi") per molto
più tempo rispetto al momento in cui verranno estinti i mutui con i quali sono
state pagate.
Per quanto riguarda le Olimpiadi, sinceramente non ho parlato con
Castellani, ma a me sembrava evidente (poi, certo, capisco il gioco politico)
che si riferisse ad un fatto molto semplice: il bilancio dell'organizzazione dei
Giochi non ha prodotto deficit! Al di là di quelle che erano le previsioni e
delle richieste di dimissioni che sono state presentate; sarei in difficoltà se
dovessi contare il numero di richieste di dimissioni che sono arrivate, durante
il periodo olimpico, a me e a Castellani (alternativamente o insieme).
Credo che il riferimento fosse proprio questo. Non abbiamo difficoltà a
documentare i fatti: su circa un miliardo e quattrocento milioni di Euro
abbiamo investito trecento milioni di Euro per gli impianti e i villaggi e un
centinaio di milioni di Euro per altre opere connesse agli eventi olimpici.
Vorrei precisare che Atrium è stato interamente finanziato dagli sponsor e le
uniche spese che abbiamo sostenuto sono state quelle riguardanti le iniziative
che si sono svolte lì (ma che, se anche se si fossero svolte altrove, sarebbero
costate ugualmente, se non di più).
Sul resto, ci tengo a precisare che io non ce l'ho con Roma Capitale (non ho
mai detto né "Roma ladrona", né altro); anzi, ritengo che sia giusto che
Roma, in quanto Capitale dello Stato Italiano, riceva maggiori finanziamenti
rispetto alle altre Città, perché si fa carico di servizi di cui le altre Città non si
fanno carico. Questo è sempre avvenuto, con il Sindaco Veltroni, il Sindaco
Rutelli e ritengo che sia giusto avvenga con il Sindaco Alemanno. Questo è
un conto. Un altro conto, invece, è: anziché studiare per il passato (come ha
detto bene l'Assessore Passoni) un piano che metta in conto che anche una
parte del patrimonio mobiliare e immobiliare di Roma, magari, possa essere
messa in discussione per fare fronte ad una situazione di eccesso di debito
(che viene ritenuto tale da chi c'è adesso, perché chi c'era prima non l'ha mai
ritenuto tale), si passi un colpo di spugna, e chi si è visto si è visto. Qui sta la
differenza.
Quindi, non è in discussione che Roma sia sostenuta dal punto di vista degli
investimenti, ma è in discussione il colpo di spugna sul passato. Anzi,
Consigliere Ravello, le dico di più. Io non dico che debbano fare da soli,
come fa Torino (anche se, forse, poteva essere fatto un ragionamento che
riguardasse tutte le Città che hanno avuto grandi eventi, come era stato
indicato nell'ordine del giorno approvato da questo Consiglio Comunale), e
non dico che Roma debba fare come gli altri, però, almeno sul passato,
facciano un percorso comune il Governo e Roma in cui anche Roma ci metta
qualcosa, perché proprio il colpo di spugna così non va bene. Questa è la mia
considerazione.
Riguardo alla proposta del Patto di Stabilità con la fondamentale clausola che
non si inserisca alla fine "senza oneri per il Bilancio dello Stato" (questa è
anche la richiesta dell'ANCI), ha già spiegato il motivo l'Assessore Passoni.
Quindi, non ci stiamo muovendo in modo scriteriato, ma in coerenza con
quanto porta avanti anche la rappresentanza di tutti i Comuni Italiani.
Infine, non ho difficoltà a rispondere al Consigliere Lonero. Noi, facendo
tutti gli sforzi necessari, siamo certamente in grado (poi faccio una
conclusione che la stupirà), o pensiamo di essere in grado (perché nessuno ha
la sfera di cristallo) di garantire in futuro alla Città sia le opere infrastrutturali
essenziali (quindi, Metropolitana, impostazione della Linea 2,
completamento del Passante) sia le opere manutentive essenziali, per
garantire alla Città quel livello di decoro e di funzionamento che è
indispensabile; in più, altri interventi minori necessari per continuare a
garantire e a migliorare la viabilità e l'assetto del Territorio. E dico - questo è
il finale - anche grazie al Governo. Non ho difficoltà a dire che apprezzo,
insieme allo sforzo del Presidente Bresso e della Giunta Regionale, l'intesa
che è stata raggiunta con il Presidente Berlusconi, che stanzia 300 milioni
che immagino - mi auguro - serviranno per finanziare integralmente il
completamento del Nodo Ferroviario di Torino, al netto del traforo, diciamo,
di base. Non ho difficoltà ad ammettere che è un segnale di grande attenzione
verso la nostra Città, che apprezzo, ripeto, insieme all'iniziativa della Giunta
Regionale, che, evidentemente, ne è stata il veicolo. Mi fa piacere che in
questo, anche se solo in forma di start-up (credo) è inserita anche la Linea 2
di Metropolitana, su cui noi - com'è noto - siamo impegnati con la Variante
200 a garantire larga parte del finanziamento e, quindi, l'avvio della
realizzazione.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
Dichiaro concluso il dibattito sulle comunicazioni del Sindaco.
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