Interventi |
CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) Passiamo alla discussione dell'interpellanza n. mecc. 200900119/02, presentata in data 14 gennaio 2009, avente per oggetto: "Quali aiuti alla stremata popolazione di Gaza?" CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) Risponde l'Assessore Dell'Utri. DELL'UTRI Michele (Assessore) Il Consigliere interpellante chiede che cosa si possa fare nell'immediato, facendo una serie di ipotesi concrete, da parte della Città di Torino in relazione alla popolazione di Gaza. Vorrei partire da alcune considerazioni e valutazioni generali per poi circoscrivere la risposta. La prima considerazione, in base ai telegiornali e alle notizie che ci sono, è che Gaza fino a oggi (perlomeno fino a stamattina) è completamente isolata o quasi. Le Nazioni Unite erano le uniche che riuscivano o riescono ad entrare, con dei limiti enormi. Penso infatti che si ricordino i giornali delle settimane scorse, che riportavano l'uccisione di un autista in un raid e il bombardamento della stessa sede delle Nazioni Unite a Gaza. Quindi, anche gli unici che potevano fisicamente avere un transito facilitato all'interno della città, adesso hanno grosse difficoltà. Questa è la premessa generale. Nello specifico, mercoledì 14 c'è stata una riunione al Ministero degli Esteri tra il Ministero, l'ANCI, l'UPI e le Regioni, per cercare di fare una strategia di intervento globale come sistema Italia. In questo caso, il Ministero aveva e ha l'intenzione (pare anche nei fatti) di inviare a Gaza (o quanto meno nei territori) un solo cargo in una settimana, per un totale - pare - di 200.000 Euro investiti sull'immediato come emergenza. L'intenzione del Ministero era quella di raccogliere anche tramite tutti gli altri Enti qualsiasi forma di aiuto ritenuta utile per questa situazione di emergenza. La cosa, però, interessante è che anche il Ministero non sa come fare entrare fisicamente a Gaza questi aiuti. È stato ipotizzato un tramite internazionale della Croce Rossa, dal momento che qualsiasi forma di aiuto deve transitare prima tramite la Croce Rossa, la quale la invia a Brindisi e tramite le Nazioni Unite la spedisce in Palestina. Il problema è che, poi, dalla Palestina, nessuno sa come si farà a far entrare fisicamente qualsiasi forma di aiuto concreto. Da qui, un minimo di storia pregressa. Torino è gemellata con Gaza e la tipologia di rapporti che si sono sempre impostati con l'Amministrazione della città sono stati di questo tipo. Come sa, a Gaza ci sono da sempre due Sindaci diversi, uno di Fatah e uno di Hamas (adesso, la situazione è più complessa), però si è sempre stabilito che qualsiasi forma di intervento della Città di Torino non fosse di emergenza, ma nella situazione di normalità. Questo perché, durante l'emergenza, o immediatamente dopo, arriva fisicamente qualsiasi forma di aiuto (quando riesce ad arrivare) e di conseguenza non c'è necessità. Invece, è ritenuto un aiuto fondamentale quello che avviene nella quotidianità. Infatti, nel passato è stata fatta una serie di azioni, non solo da parte della Città di Torino, ma dell'intero sistema EuroGaza, che comprende altre 4 città europee: Barcellona, Dunkerque, Cascais, sita in Portogallo, e Tromsų, le quali negli anni hanno realizzato fisicamente edifici per biblioteche, centri internet, fino ad altri quartieri. Questo per dire che qualsiasi forma di intervento sull'immediato viene vista con estrema difficoltà per il fatto che l'aiuto non arriva a destinazione. Quindi, si può pensare di raccogliere farmaci o qualsiasi altro elemento per un'assistenza successiva, ma non immediata, perché gli aiuti rischierebbero di essere fisicamente bloccati al porto e di non arrivare assolutamente al destinatario. Con queste città, con le quali siamo costantemente in contatto sul tipo di operatività, l'intenzione è quella di aspettare che la situazione si normalizzi un minimo per poi operare in maniera congiunta. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) La parola al Consigliere Gallo Domenico. GALLO Domenico L'obiettivo di questa interpellanza era capire in che modo, in una situazione drammatica, la Città di Torino, gemellata con Gaza (da qui nasce l'interpellanza, lungi da me strumentalizzare una questione tragica) potesse fornire aiuti. Capisco le ragioni dell'impossibilità in questo momento di raggiungere non solo la città di Gaza, ma tutte le città vicine colpite da una guerra assurda, che comprendono solo i contendenti e non capiscono, invece, i 411 bambini uccisi in quella città, i 1.500 bambini feriti e i tanti altri bambini rimasti senza genitori e senza famiglia. L'obiettivo era quello di dare una risposta in termini di solidarietà. Comprendo quanto ha detto l'Assessore, però sarebbe interessante predisporre già da ora un progetto specifico sul dopoguerra, auspicando che questa guerra finisca al più presto e che la diplomazia internazionale sia capace di porre fine all'uso delle armi. Credo che sia il caso di ragionare in una Commissione specifica, magari nelle prossime settimane (se l'Assessore condivide questa mia proposta), su quali possano essere gli interventi da attuare subito dopo la fine della guerra. Uno degli aspetti più delicati riguarda i bambini. Alcuni telegiornali (non tutti) hanno avuto il coraggio di mandare in onda immagini drammatiche di bambini sofferenti, feriti gravemente, di anziani, di donne, e attraverso quelle immagini abbiamo tutti capito qual è la drammaticità di quell'evento. Credo che, in questo caso, non serva un aiuto qualsiasi, ma siano necessari aiuti che corrispondano veramente ai bisogni di questi bambini. Quindi, sollecito l'elaborazione già da subito di una proposta da fare alla Commissione competente (che presumo sia quella al Bilancio, o meglio la Conferenza dei Capigruppo) cui l'Assessore sarà chiamato. Solleciterò affinché nelle prossime settimane si svolga un incontro con lei. Sarebbe bene che, però, partisse dall'Assessore una proposta in tal senso, ovviamente compatibilmente con le risorse che abbiamo, che non sono tante, però credo che, in questo caso, valga la pena investirle per questo tipo di problema. Dobbiamo finalizzare queste risorse ad un obiettivo minimale, ma importante, perché credo che i bambini rappresentino la fascia più debole di quella popolazione colpita. Quindi, suggerisco all'Assessore di concentrarsi per un progetto (ripeto, compatibile con le risorse che abbiamo a disposizione) rivolto all'infanzia, che, in questo momento, sta soffrendo in maniera assurda per una guerra che auspichiamo si concluda immediatamente. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) L'interpellanza è discussa. |