Interventi |
COPPOLA Michele (Vicepresidente) Passiamo alla discussione dell'interpellanza n. mecc. 200606545/02, presentata in data 13 settembre 2006, avente per oggetto:"Conversione obbligazioni Sitaf"I sottoscritti Consiglieri Comunali,PREMESSO CHE- per il 51% la Sitaf è di proprietà pubblica e tra i suoi azionisti di maggioranza compare il Comune di Torino con il 10,6%;- la Sitaf ha eseguito un aumento di capitale attraverso l'emissione di un prestito obbligazionario convertibile;- a partire dal 30 giugno 2007 ci sarà la possibilità di convertire dette obbligazioni;CONSIDERATO CHE- la Sitaf gestisce un importante tratto autostradale di collegamento tra l'Italia e l'Europa, passando attraverso la Val di Susa;- il valore del patrimonio della Sitaf si aggira sui 3 miliardi e mezzo di Euro;- per garantire il controllo pubblico della società, l'Anas, come da Statuto, deve detenere almeno il 30% delle quote azionarie;- le restanti quote sono di proprietà di privati investitori e che per ricevere finanziamenti statali la società deve rimanere a maggioranza pubblica;INTERPELLANOil Sindaco e l'Assessore competente per sapere:1) se il Comune ha intenzione di mantenere la propria quota azionaria;2) per quale ragione il Comune non sottoscrisse l'aumento di capitale sociale;3) se sia stata presa in considerazione la proposta avanzata da alcuni sindaci della Val Susa di rendere i Comuni della Valle azionisti della Sitaf;4) se il Comune assieme agli azionisti pubblici (Provincia e ANAS) abbia considerato la prossima scadenza del giugno 2007 relativa alla conversione delle obbligazioni e sia in programma un incontro tra gli azionisti pubblici per discutere il futuro degli assetti societari data, in particolare, la posizione strategica della tratta di collegamento tra l'Italia e l'Europa e l'importanza di una gestione pubblica della stessa;5) se, alla luce di queste considerazioni, si intende evitare che il potere decisionale all'interno della società, costruita con finanziamenti pubblici, diventi esclusiva prerogativa degli azionisti privati. F.to Antonello Angeleri Federica Scanderebech Rocco Buttiglione Andrea Buquicchio COPPOLA Michele (Vicepresidente) La parola, per la risposta, al Vicesindaco. DEALESSANDRI Tommaso (Vicesindaco) Attualmente, in Sitaf il Comune di Torino ha una quota di capitale azionario del 10,65%, pari ad un valore nominale (che non è il valore reale) di circa 6.925.000,00 Euro, e non è prevista alcuna modificazione di detta quota.Per quanto riguarda la seconda domanda, la Sitaf ha approvato un aumento del capitale sociale a servizio di un prestito obbligazionario convertibile, al fine di riequilibrare la partecipazione azionaria precedente all'aumento di capitale sottoscritto nel 2001 dai soci pubblici. Al fine di mantenere la garanzia del "Fondo centrale di garanzia" per i finanziamenti ottenuti, fu necessario e improrogabile ripristinare la maggioranza pubblica venuta a mancare a seguito degli interventi sul capitale sociale.L'accordo fra gli azionisti fu di effettuare un aumento di capitale in due tranche: la prima, immediata, riservata solo agli Enti Pubblici; la seconda, differita, riservata ai soci privati (da realizzare quando l'esigenza della garanzia non sarebbe più stata necessaria). La garanzia scade alla fine del prossimo anno, mentre il prestito obbligazionario scade il 30 giugno 2009.Per quanto riguarda l'interesse dei Comuni non posso rispondere, in quanto su questo argomento ho letto solo qualche articolo sui giornali. Per il momento, solo la Provincia ha manifestato l'intenzione di voler andare in questa direzione, ma non so se l'abbia espressa anche a nome dei Comuni. Non mi risulta che vi sia, al momento, alcuna proposta tecnica; ovviamente, dichiaro la nostra disponibilità a valutare seriamente qualsiasi proposta verrà avanzata.Di conseguenza, il Comune ha ottemperato a quanto concordato con gli altri soci pubblici, facendosi carico anche "pro quota" della non sottoscrizione da parte dell'ANAS dell'aumento di capitale a loro riservato. Non avendo, però, partecipato alla sottoscrizione del prestito obbligazionario (né il Comune di Torino, né gli altri soci pubblici), i soci pubblici, alla data di conversione in azioni, non avranno più la maggioranza. Questo è il frutto della definizione del percorso sulla base del quale abbiamo assunto quegli impegni, che stiamo mantenendo, e, comunque, ribadiamo la nostra disponibilità a valutare le proposte che verranno avanzate. COPPOLA Michele (Vicepresidente) La parola al Consigliere Angeleri. ANGELERI Antonello Ho ascoltato con attenzione la risposta del Vicesindaco alla nostra interpellanza. Devo ammettere che, se, da una parte, oggi sono più tranquillo sul fatto che, come lei afferma, il Comune intende mantenere la propria quota azionaria (infatti, giravano voci che facevano presagire un disinteresse del Comune rispetto a questa partecipazione), dall'altra parte, vi è una situazione molto particolare all'interno di questa realtà, perché come Enti Pubblici, nel complesso, deteniamo il 51%, ma, nonostante questo, comandano gli azionisti privati.Non si capisce come e perché succeda questo: se andiamo a controllare gli incarichi attuali e verifichiamo da chi sono stati affidati (ovviamente, mi riferisco ai vertici), notiamo che la direzione e gli obiettivi sono interamente disegnati dai soci privati.Ora, la domanda mi sembra legittima: abbiamo mantenuto il 51% per far sì che fosse a maggioranza pubblica e si potessero ottenere i finanziamenti statali (che, con una cifra minimamente inferiore, non sarebbero mai stati ottenuti), ma ora vorrei capire, considerando anche il prestito obbligazionario ottenuto, quali saranno le prospettive.Stiamo, infatti, parlando di un asse importante, l'asse che collega Italia e Francia (sicuramente, oggi, il più importante, visti i problemi ancora esistenti sulla questione TAV): addirittura, in quelle valli, qualcuno paventa l'ipotesi della quarta corsia (quindi, un ulteriore potenziamento) dell'autostrada Torino-Bardonecchia. Diventa, dunque, strategico, in un ragionamento futuro, anche rispetto alla questione TAV, capire che cosa il Comune di Torino abbia interesse di fare in prospettiva.Vorrei evitare che l'attuale potere decisionale della società (ripeto: si tratta di una società costituita totalmente con finanziamenti pubblici) diventi una prerogativa esclusiva di alcuni azionisti privati. Sarebbe troppo comodo. Anzi, credo che mi candiderei anch'io con questi presupposti, come penso farebbe qualsiasi altro essere umano.Vicesindaco, io credo che, innanzitutto, se si vuole avere un ragionamento condiviso in un processo di integrazione del trasporto su gomma e ferroviario, si debba dare ascolto ai Sindaci della Val di Susa.Dopodiché, vorrei sapere se, per caso, sia già stato calendarizzato (visto che non c'è grande urgenza), un incontro con gli altri soci pubblici (Provincia di Torino e ANAS), per capire quali possano essere le prospettive della presenza pubblica in quella società. Nel caso in cui l'incontro non fosse stato ancora organizzato, anticipo che il nostro Gruppo chiederà un'audizione degli altri soci pubblici, costringendo il Comune a dare un parere definitivo su una vicenda che ritengo dubbia e preoccupante anche per il futuro degli investimenti che la Città dovrà andare ad assumere. COPPOLA Michele (Vicepresidente) In realtà, prima non sono stato chiaro.Al Consigliere Buquicchio non rimane più tempo a disposizione, in quanto si trattava di cinque minuti in totale. Essendo, però, una delle prime discussioni che viene fatta congiuntamente, credo che si possa, con serenità, derogare a questo Regolamento eccessivamente rigido.La parola al Consigliere Buquicchio. BUQUICCHIO Andrea Cercherò di essere breve.Vorrei cercare di affrontare un paio di argomenti con il Vicesindaco.Per fugare ogni dubbio, preciso che, da liberale quale sono, il tipo di assetto societario non mi preoccupa minimamente, anche perché si tratta di privati che non possono "infischiarsene" della parte pubblica (da cui, di fatto, dipendono), nemmeno in caso di maggioranza.Fatte salve le considerazioni appena espresse dal Consigliere Angeleri, mi stanno a cuore due elementi, non tanto per quell'atteggiamento definito spesso giustizialista che riguarda il mio Partito, ma perché si tratta di preoccupazioni legittime, che devono riguardare qualsiasi cittadino e, a maggior ragione, un amministratore pubblico.L'8 giugno 2006, su "La Stampa" (non su un giornale qualsiasi), è comparsa la notizia che il PM Cesare Parodi ha dato mandato alla Guardia di Finanzia di sequestrare in Sitaf, Provincia, Comune e ANAS tutti i documenti riguardanti le partecipazioni dei soci pubblici nell'azionariato di Sitaf. Probabilmente il PM Parodi ha supposto che si fosse verificata quella situazione che il Vicesindaco, in modo molto esplicito, non ritenendola nemmeno lontanamente un'ipotesi di reato, ha descritto in questo modo: "Di fatto, in questo periodo, abbiamo dovuto mantenere l'assetto societario di maggioranza pubblica, altrimenti non avremmo potuto far ricorso ai due elementi del fondo e della garanzia". Il PM, però, ha considerato questo fatto come ipotesi di reato e su di esso sta indagando: come forza politica, questo aspetto mi preoccupa molto.L'altro dato che mi preoccupa, Vicesindaco, è che lei, di fatto, abbia dato per scontato che così si debba fare, che così debba essere, in termini di perdita di maggioranza da parte della quota pubblica nell'ambito dell'assetto societario.Personalmente credo che, se ci fosse la volontà di affrontare l'argomento con serietà, ci potrebbero essere i termini per rinegoziare con i privati un nuovo aumento di capitale sociale, che consentirebbe un riequilibro societario a favore degli enti pubblici.Ritengo che ci siano gli estremi per agire in questa direzione: l'essenziale è capire se questa Amministrazione voglia o non voglia farlo.Dall'operato dell'Amministrazione, noi faremo le nostre necessarie ed inevitabili deduzioni. COPPOLA Michele (Vicepresidente) Credo che la Conferenza dei Capigruppo, prossimamente, istituirà una Commissione che dovrà studiare il Regolamento e proporre al Consiglio le eventuali modifiche, ricordo, però (soprattutto a me stesso), che l'istituto dell'interpellanza prevede la presentazione dell'interrogazione scritta alla Giunta, la risposta della Giunta e la replica del Consigliere interrogante. Nei nostri comportamenti, invece, abbiamo stravolto completamente questo istituto, per cui invito la Giunta, nella sua replica non prevista, a cogliere la massima capacità di sintesi di cui è capace.La parola all'Assessore Dealessandri. DEALESSANDRI Tommaso (Vicesindaco) Innanzitutto, non credo che mantenere il dato pubblico per ottenere garanzia e fondo sia una questione di reato. Non ne sono assolutamente a conoscenza, ma credo che, in futuro, avremo maggiori delucidazioni sulla questione.Sicuramente, ritengo necessario approfondire, nei prossimi mesi, il tema del rapporto sia con gli azionisti privati sia con quelli pubblici.Devo dire che, da un lato, mi sono trovato in una strana circostanza, per cui, benché i soci pubblici fossero in maggioranza, per effetto del rapporto tra ANAS e privati, sostanzialmente risultavano messi in un angolo; però, dall'altro lato, mi pare oggettivamente un'esagerazione che il Comune di Torino, pur non nascondendo la necessità di occuparsi di molte questioni e, in particolare, delle infrastrutture e soprattutto della viabilità, possa mantenere il 10% nel prossimo futuro e per sempre.Pertanto, se altri Enti Pubblici manifestano o richiedono una disponibilità in tal senso, ritengo giusto che il Comune di Torino si mostri assolutamente disponibile ad affrontare la situazione e, in quell'ambito, si può anche rideterminarla, benché essa sia in parte già predeterminata dal fatto che, dopo un certo periodo, i soggetti pubblici erano passati da una condizione di maggioranza ad una di minoranza. COPPOLA Michele (Vicepresidente) A questo punto, potrei considerare l'interpellanza discussa per l'Aula, oppure chiedere agli interpellanti se desiderino un eventuale approfondimento in Commissione.La parola al Consigliere Angeleri. ANGELERI Antonello Non siamo soddisfatti della risposta, perché l'Assessore ci ha riportato una situazione che non ci sentiamo di condividere.Pertanto, ribadisco che presenteremo, al Presidente di Commissione o al Presidente del Consiglio (forse, è meglio), una richiesta (ovviamente, condivisa dall'altro Gruppo Consiliare) di audizione degli altri Enti Pubblici, per capire meglio quali siano le prospettive della partecipazione pubblica in questa società. COPPOLA Michele (Vicepresidente) Chiaramente, a fronte di una richiesta formale rivolta per iscritto alla Presidenza, credo che la Commissione competente sia la Conferenza dei Capigruppo, semmai, congiuntamente alla I Commissione. ANGELERI Antonello (Intervento fuori microfono). COPPOLA Michele (Vicepresidente) Infatti, posso considerare l'interpellanza discussa per l'Aula, così la liberiamo dal Supplemento, poi, la faccio iscrivere nell'ordine dei lavori della Conferenza dei Capigruppo, in modo tale che, eventualmente, se ne possano approfondire... (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Esattamente, siamo tutti concordi.L'interpellanza è discussa, mentre se ne rinvia l'approfondimento in Conferenza dei Capigruppo, come detto a verbale, in attesa della comunicazione scritta da parte dei Consiglieri interpellanti. |