Interventi |
COPPOLA Michele (Vicepresidente) Passiamo alla discussione dell'interpellanza n. mecc. 200809506/02, presentata in data 16 dicembre 2008, avente per oggetto: "Diga Michelotti. Non c'è il 2 senza il 3!" COPPOLA Michele (Vicepresidente) La parola, per la risposta, all'Assessore Sestero. SESTERO Maria Grazia (Assessore) Non ripercorrerò la storia di quest'opera provvisionale per poter ricostruire la cosiddetta Diga Michelotti, che è stata realizzata nel 1815 e, quindi, legittimamente, ha presentato dei punti di debolezza, delle rotture e l'impossibilità di svolgere la sua funzione per mancanza di pezzi. È un'opera provvisionale e in alveo, che deve consentire ai mezzi di cantiere di lavorare sul corso del fiume. Risponderò direttamente alle tre questioni poste dall'interpellanza. Per quanto riguarda la prima: "da dove provengono le centinaia di tonnellate di terra di risulta oramai finite nell'alveo del fiume?", il materiale inerte di cava necessario per realizzare le opere provvisionali è fornito da una ditta autorizzata dalla città di Grugliasco (in cui ha la sua sede) alle attività di coltivazione cave di sabbia e ghiaia e questa fornitura è autorizzata dalla Provincia di Torino, Servizio Difesa del Suolo e Attività Estrattive. La seconda domanda è: "se, a seguito di questa massiccia immissione, vi sono rischi per l'ecosistema del fiume"; il fenomeno naturale del trasporto solido e il materiale di sospensione nell'acqua verso valle durante gli eventi di piena dei corsi d'acqua è documentato e conosciuto. Non abbiamo i dati di questa occasione, cioè degli ultimi eventi di piena del Po, ma credo si possa dire che l'asportazione (che è limitata ed accidentale) del materiale della pista di cantiere in questi eventi è inferiore all'1% - quindi, di scarso peso -, a fronte dei 177.000 metri cubi annui indicati dall'Autorità di Bacino del fiume Po nel bilancio del trasporto solido medio del fiume a valle e della confluenza della Stura di Lanzo (Progetto strategico speciale dell'ottobre 2008). Quindi, è una percentuale molto limitata. Queste opere provvisionali devono avere una resistenza adeguata, al fine di permettere l'accesso in alveo dei mezzi per realizzare le opere, ma devono anche non costituire un impedimento nel caso di eventuali piene, così come è riportato nell'autorizzazione dei lavori, rilasciata con nota prot. 3431/2006 dall'Agenzia Interregionale per il fiume Po. Quindi, la tipologia dell'opera provvisionale è stata autorizzata dall'Agenzia Interregionale per il fiume Po. La quantità che, in parte, viene portata via dalla piena è una percentuale molto limitata rispetto a ciò che naturalmente il fiume trasporta a valle. L'ultima domanda chiede "se siano previste ulteriori spese per i lavori di rifacimento e completamento dell'opera"; devo ripetere la stessa risposta che ho già fornito in altra occasione: il ripristino, il mantenimento e/o la ricostruzione delle opere provvisionali danneggiate da eventi di piena o da pioggia sono oneri a carico dell'appaltatore, quindi non c'è previsione di ulteriori spese per il rifacimento. Ribadisco la straordinarietà delle forti precipitazioni e dei fenomeni temporaleschi (anomali per il mese di dicembre) delle giornate del 15 e 16 dicembre; la giornata del 15 dicembre è risultata la più piovosa dal 1951 per quanto riguarda la città di Torino. Quindi, si è trattato di un evento di piena straordinaria e ribadisco che le spese sono a carico della ditta che ha vinto l'appalto. Inoltre, data la durata dell'intervento, è inevitabile che per le opere provvisionali ci siano situazioni che presentano particolari difficoltà; infatti, nell'arco dei mesi (anche in stagioni diverse), è inevitabile che ci siano fenomeni di questo genere, che sono a carico dell'appaltatore. COPPOLA Michele (Vicepresidente) La parola al Consigliere Carossa. CAROSSA Mario Non sono assolutamente soddisfatto della sua risposta, Assessore. Ritengo che sia necessario un approfondimento in Commissione, perché non è possibile farlo nei cinque minuti a disposizione per la discussione dell'interpellanza. Sarebbe interessante sapere quante volte si pensa ancora di rifare la diga e farla portare via dal fiume (infatti, non si sa quando termineranno i lavori) e conoscere i "geni" che hanno studiato questo progetto; alcuni lavori vengono fatti sul mare con dei grandi ponti e, invece, qui dobbiamo mettere dei micropali. Non capisco perché si sia scelto di fare una struttura del genere; non si potevano usare, per esempio, dei pontoni galleggianti, che possono essere tolti quando c'è la piena? Siamo nel 2009 e sembra di essere ancora con i "tumbarei", che erano dei carri trainati dalle mucche o dai cavalli utilizzati per scaricare la terra nel Po. Voglio capire bene, perché non mi basta sapere che è stato autorizzato dalla Provincia! Una normativa vigente prevede l'esame chimico di tutti i terreni di riporto che vengono spostati e anche solo mandati in discarica, per cui voglio che mi siano fornite queste risposte (anche se non gliele ho poste nello specifico), visto che il problema non viene risolto e che su "Specchio dei Tempi" vengono pubblicate lettere dei cittadini ogni volta che questa "diga", tra virgolette, viene spazzata via. Lei afferma che non ci sono ulteriori spese per la Città, ma bisognerà vedere che cosa accadrà quando dovremo togliere tutto il materiale inerte (che si nota passando sul ponte) che è a valle della diga e che andrà a finire contro la diga che è più a valle, quella dell'Azienda Elettrica. Per questo motivo, non voglio far perdere ulteriore tempo al Consiglio e chiedo al Presidente un approfondimento di questa interpellanza in Commissione. COPPOLA Michele (Vicepresidente) La parola, per una breve replica, all'Assessore Sestero. SESTERO Maria Grazia (Assessore) Non ho alcuna obiezione ad un approfondimento in Commissione. COPPOLA Michele (Vicepresidente) Questa interpellanza è discussa per l'Aula. Invito il Presidente della Commissione a calendarizzare l'approfondimento di questa interpellanza. |