Interventi |
COPPOLA Michele (Vicepresidente) Passiamo alla discussione dell'interpellanza generale n. mecc. 200606873/02, presentata in data 26 settembre 2006, avente per oggetto:"Linea Alta Velocità - Capacità"I sottoscritti Consiglieri Comunali,PREMESSO CHE- la questione "TAV" diventa ogni giorno più urgente, come dimostrano le preoccupanti dichiarazioni fatte anche da un esponente della maggioranza, che ha sottolineato l'urgenza e la necessità di realizzare la linea ad Alta Capacità-Velocità;- le ricadute economiche, se l'opera non venisse realizzata, ricadrebbero su tutta l'Italia e non soltanto il Piemonte;- se verranno prediletti i territori al di sopra delle Alpi a discapito del Corridoio 5 ci sarà un rischio reale di debacle per il nostro Paese;- per fine mese è prevista una Conferenza dei Servizi per discutere il futuro del TAV;CONSIDERATO CHE- il problema era già stato sottolineato in Consiglio Comunale dal Senatore Rocco Buttiglione e durante la Conferenza dei Capigruppo senza ricevere però dal Sindaco quell'attenzione che meriterebbe;- è essenziale che il Consiglio Comunale prenda una posizione sul futuro di un'opera che rappresenta un'occasione per il nostro Paese;- ormai i tempi decisionali sono stretti e che entro il prossimo dicembre si dovrà arrivare a una soluzione del problema, così come stabilito dal Governo;INTERPELLANOil Sindaco e l'Assessore competente per sapere quale sia la posizione ufficiale e definitiva del Sindaco e di tutto il Consiglio Comunale su una questione che può rappresentare molto per il futuro occupazionale e lo sviluppo del nostro Paese.F.to Antonello AngeleriAgostino GhigliaDario TroianoDaniele CantoreMario Carossa COPPOLA Michele (Vicepresidente) Come i Consiglieri sanno, il tempo a disposizione per ogni Consigliere è stato concordato in sede di Conferenza dei Capigruppo.La parola, per l'illustrazione, al Consigliere Angeleri. ANGELERI Antonello Colgo l'occasione per illustrare l'interpellanza che abbiamo presentato, ormai, qualche settimana fa, proprio perché la data del primo incontro con i Sindaci, in realtà, era fissato - mi pare - per il 29 settembre, cosa che, poi, è slittata al 12, quindi, eravamo preoccupati, allarmati per la situazione che si è venuta a creare.Già il Consigliere Buttiglione era intervenuto un mese fa circa, nel primo Consiglio Comunale, in occasione - mi pare - del dibattito sulla fusione Sanpaolo-Intesa, proprio richiamando questo grande rischio che corre il Piemonte e, in particolare, il passaggio in Italia del Corridoio 5 rispetto ad altri progetti che abbiamo verificato, poi, nei giorni seguenti, di cui abbiamo accertato, ovviamente, i percorsi, la fattibilità, addirittura lo stato di avanzamento dei lavori rispetto ai nostri.Durante questo mese abbiamo verificato che questa preoccupazione, ventilata allora dal Consigliere Buttiglione - e mi pare che la rassegna stampa, in questo senso, parli estremamente chiaro -, è stata palesata anche da diversi Colleghi di maggioranza, di opposizione, parlamentari, ministri. Rispetto a questo, volevamo chiedere conferma al Sindaco alcune dichiarazioni estremamente precise che abbiamo già sentito, ma, soprattutto, verificare la volontà del Consiglio Comunale di Torino di andare in una direzione e sfruttare, quindi, una possibilità di carattere economico enorme, forse l'ultima possibilità che ha non solo il Piemonte, il Nord Italia, ma il Paese per utilizzare questa grande opera e, in questo senso, viste le notizie che sono emerse, chiedere che il Consiglio Comunale si esprima in maniera definitiva.Rispetto alla preoccupazione ed ai tempi, quindi, chiediamo che il Sindaco ed il Consiglio Comunale si esprimano in maniera precisa, netta e ferma su una volontà che da più parti è emersa, ma che il Consiglio Comunale non ha mai voluto esprimere in modo definitivo. COPPOLA Michele (Vicepresidente) La parola, per la risposta, al Sindaco. SINDACO È con grande piacere che introduco questa discussione, sollecitato dal Consigliere Antonello Angeleri e dall'interpellanza generale presentata dall'opposizione.Dico subito che non vi è mai stata, da parte mia, alcuna volontà di dilazione, né di non rispondere. Sono sempre stato consapevole del fatto che non vi fosse nessuna urgenza in relazione alla Conferenza dei Servizi, per due motivi: primo, perché la Conferenza dei Servizi era destinata ineluttabilmente a slittare e secondo, per il semplice fatto che, in questo momento, la Conferenza dei Servizi - ma su questo argomento tornerò dopo -, se non ha un input molto preciso da parte del Tavolo politico, non è in grado di dare nessuno risultato. Quindi, la mia non era reticenza, né volontà di dilazione; si trattava semplicemente del fatto che per la Conferenza dei Servizi non era - e, a mio giudizio, in questa fase non lo è ancora - l'interlocutore principale. Ma andiamo con ordine.Senza voler fare polemica, credo che tutti dobbiamo partire da una constatazione e, cioè, che otto mesi fa tutta questa vicenda della Torino-Lione e del collegamento internazionale del Corridoio 5 era finita in un "cul de sac" - come si dice -, o in un impaludamento dal quale non se ne sarebbe più venuti fuori. Lo dico per anticipare alcune considerazioni che, immagino, ci saranno, quindi, le misure straordinarie adottate dal precedente Governo (l'inserimento nella Legge Obiettivo) avevano portato ad un "cul de sac", al quale mancava, probabilmente, soltanto il sigillo conclusivo e definitivamente negativo.Credo che qualsiasi persona dotata di buon senso politico possa constatare che, dopo quanto era successo in Val Susa tra novembre e dicembre 2005, al di là delle responsabilità e di chi fossero le colpe, era un esito che non avrebbe consentito di andare da nessuna parte. C'è stata, per volontà dei principali Enti Locali piemontesi, la capacità di recupero d'iniziativa, che ha trovato un interlocutore attento nell'allora Presidente del Consiglio e, in particolare, nel Sottosegretario Gianni Letta, che ha rimesso in moto, attraverso la struttura dell'Osservatorio, il processo che ha permesso di riannodare esili fili di dialogo fra le parti contendenti. Lo dico solo - ripeto - per precisione dei fatti, perché chi dice sui giornali che aver tolto il progetto dalla procedura della Legge Obiettivo rischia di dilazionare i tempi "sine die", non fa i conti col fatto che è stata nella Legge Obiettivo per un certo periodo di tempo e l'esito è stato quello di andare a finire in un "cul de sac" senza via d'uscita.Non credo neanche che oggi ci sia ragione di particolari allarmi o allarmismi; abbiamo letto ancora l'altro giorno le dichiarazioni di Van Miert su La Stampa (ma ne avevamo sentite anche da parte di esponenti della Comunità Europea), che non abbiamo tempi infiniti, ma non abbiamo nemmeno la mannaia delle prossime tre settimane. Abbiamo una data, un riferimento molto preciso, che è la stagione dei Bilanci 2007, ossia il momento in cui l'Unione Europea definirà il Bilancio.Sappiamo che abbiamo circa sei mesi di tempo per attuare due tipi di attività (che, secondo me, hanno una sequenza logica data dai fatti politici), cioè dobbiamo prima di tutto - questa è la mia opinione, naturalmente, che voglio confrontare - mettere in condizione (e qui c'è un ruolo del Governo, che dirò subito dopo) il Tavolo politico di fare il suo mestiere, che non è quello di andare a vedere i progetti concreti. Il Tavolo politico deve fare il lavoro per cui è stato costituito, quindi, esaminare le opzioni politiche alternative al progetto del tunnel di base. Si dice che la linea attuale è sufficiente? Io penso no, ma si prende in considerazione questo progetto; si dice che non bisogna fare niente? Si prende in esame questo progetto. Tre mesi sono più che sufficienti, perché su questo argomento tutto è stato scritto, tutto è stato analizzato. Basta recuperare i dati.Il Consigliere Castronovo nel suo intervento ricorderà - credo - gli esponenti di quella che chiamo "l'internazionale bocconiana", cioè i liberisti, gli iper-liberisti che sono ovviamente a favore della circolazione autostradale, perché, secondo un criterio puramente di mercato, è quella più economica, quindi è già scritto tutto, sia dal punto di vista liberista, sia dal punto di vista statalista. Basta esaminare questi progetti e studiarli e penso che tre mesi siano sufficienti. L'architetto Virano ha le competenze, la capacità per guidare questo lavoro; adesso ci sono gli atti ed anche il conferimento dello status al responsabile dell'Osservatorio, bisogna definire i tempi per concludere questo lavoro.La Conferenza dei Servizi, a mio modo di vedere, deve prendere in mano questa situazione e tradurre l'esito di questo lavoro, che mi auguro sia l'esito di riaffermare la necessità di un collegamento ad Alta Capacità per merci e passeggeri, secondo le modalità già approvate dai Parlamenti, dai Governi e dall'Unione Europa, con eventuali varianti progettuali nella parte che riguarda la bassa Val di Susa (ma su questo ci torno dopo), quindi fare questo lavoro, prendere in considerazione questo progetto (che - ripeto - auguro sia questo ed ho gli elementi per ritenere che, se l'esame sarà scevro da pregiudizi politici e ideologici, non può che essere questo) e, su questa base, affidare alla Conferenza dei Servizi il suo lavoro, che è quello non di fare, anche qui, la replica del dibattito ideologico, ma di osservare le minute progettuali, cioè le ricadute del progetto sui singoli territori comunali, ognuno esprimendosi per sé.Quindi, questo è il lavoro che deve essere fatto. Per fare questo è necessario che il Governo indichi un referente politico, che non può essere un Ministro, perché il Ministro, a parte che ha altre cose da fare, ma poi ha anche una competenza settoriale, mentre noi abbiamo bisogno di un referente politico che garantisca due cose, anzitutto il coordinamento di questo lavoro dell'Osservatorio politico con la Conferenza dei Servizi e poi che dia anche un segnale della centralità dell'impegno per il Governo di questo progetto. Penso che la figura dell'Onorevole Enrico Letta possa essere la più adatta per autorevolezza, capacità di capire i problemi e conoscenze tecniche, tuttavia non spetta a me decidere e mi limito a dare un'indicazione.Dicevo che non è il momento di allarmismi, perché i tempi, ripeto, sono quelli che ho detto; inoltre, per quanto riguarda le alternative che vengono fuori, credo sia anche il momento di affidarci più a quei luoghi di lavoro che non ai dibattiti attraverso i titoli di giornale, ma questa è una voce nel deserto.Quello che intendo dire è che, come ho detto anche ai giornali, è chiaro che nel momento in cui si intravede la possibilità che una cosa sia in difficoltà, tutti cerchino di approfittarne e ognuno tiri la coperta dalla propria parte e lo dimostra il fatto che tutti vogliono entrarci; l'Alta Velocità è sicuramente importante se il Presidente Burlando ci vorrebbe saltare sopra e se anche svizzeri e valdostani vorrebbero dire la loro. Però la verità è una soltanto: se malauguratamente dovesse fallire il collegamento Torino-Lione, l'unica vera alternativa sarebbe quella che prevede il passaggio sopra le Alpi, perché è l'unico progetto che l'Unione Europea può credibilmente finanziare in alternativa.Qualcuno è pronto a proporre il tracciato Genova-Marsiglia, ma magari non conosce bene il territorio, altrimenti non si vede per quale ragione le difficoltà che ci sono in Val di Susa non ci debbano essere in un'altra zona anche più vicina al mare, anzi magari si potrebbe trovare un'orografia e un ambiente naturalistico con un valore superiore a quello della Val di Susa, se vogliamo metterla così, questo è indubitabile. Allora, la vera alternativa ed il vero rischio sono questi; quindi abbiamo sei mesi, a mio modo di vedere, per evitare che si arrivi a quella situazione. Da questo punto di vista, è importante non perdere tempo, ma i mesi sono sei.È chiaro che questo lavoro tra gli osservatori che ho delineato deve servire, soprattutto, a sconfiggere le posizioni politiche pregiudiziali, perché quando un Sindaco di un Comune della Val di Susa percorre a nuoto lo stretto di Messina per contribuire alla protesta dei "no ponte" (prescindo, in questo momento, dal fatto che il ponte di Messina sia giusto o sia sbagliato), è evidente che la sua posizione politica non è più legata alla paura dell'amianto (cioè, tutte cose che possono anche esserci, ma sono risolvibili) e rispetto alla quale bisogna fare emergere, invece, all'interno della valle, all'interno della popolazione della valle e degli amministratori della valle posizioni politiche disponibili al dialogo, all'interlocuzione e alla riduzione dell'area del dissenso.Questo può avvenire solo se c'è un processo che veda prima le opzioni politiche generali e poi il lavoro nella Conferenza dei Servizi, con l'obiettivo di modificare, in qualche misura, non il progetto del tunnel di base (perché, altrimenti, non parleremmo più di Alta Velocità, ma di un'altra cosa), ma la parte che riguarda la bassa Valle. Da parte nostra c'è una disponibilità; non va bene la sinistra orografica? Consideriamo la destra orografica. Ci sono altre modalità di congiunzione col nodo di Torino? Studiamole. Allora, credo che tutto questo possa essere la materia da trattare.Se le Ferrovie fossero d'accordo (bisogna che lo sappiano molto chiaramente, infatti incontrerò, anche per altre questioni sul rapporto Torino e Ferrovie, mercoledì prossimo l'amministratore delegato di FF.SS., Mauro Moretti) su questo primo passaggio, quindi, osservatori, Conferenza dei Servizi, un referente politico e, secondo, la disponibilità a discutere la connessione fra tunnel di base e nodo di Torino, devono però sapere che non possono aggirare l'esigenza di un investimento logistico su Torino.Noi abbiamo indicato prioritariamente lo scalo di Orbassano, ma se le Ferrovie dicessero (magari non del tutto infondatamente, poiché stiamo parlando di cose che entreranno in funzione fra 10, 12 o 15 anni) che lo scalo di Orbassano non avrà le potenzialità strutturali, che dovrebbero indicare un'altra area nel torinese. Dato che si stava parlando di Chivasso, ho proposto quell'area, però facciano loro una proposta, con la correlativa disponibilità di investire. Quello che non possono proporre è far entrare a Torino soltanto i passeggeri per poi andare a Novara. Questo deve essere molto chiaro per le Ferrovie. Quindi, credo, spero di aver indicato il percorso e le questioni fondamentali che noi poniamo.Infine, per quanto riguarda il referendum, credo che, ammesso che stia in piedi istituzionalmente (io su questo non mi pronuncio), avrebbe senso, però, solo alla fine di un percorso, cioè prima ci deve essere il lavoro dell'Osservatorio e della Conferenza dei Servizi. Quindi, se, al limite si ritenesse che istituzionalmente il referendum fosse possibile in presenza di un progetto, di un'ipotesi di intesa, ci sono i sì e i no e si vuole consultare le popolazioni con un referendum, a me sta bene, a condizione che non sia solo sulla valle, perché credo che questo non sia possibile. Cioè, se vogliamo imitare la Svizzera (io sono d'accordo sempre per imitare appieno e non solo quello che ci va bene, come quando si parla di Zapatero, prendiamo sempre e solo quello che ci va bene e non quello che, invece, non va bene), allora, se è il cantone è il cantone, se è il Paese è il Paese; non si può pensare che, su un'opera che riguarda l'economia di tutto il Paese e milioni di persone, si pronuncino soltanto 40.000 persone. Questo non sarebbe un referendum, ma una presa in giro.Dico, quindi, disponibilità al referendum a condizione che si esprima, quantomeno, tutta la popolazione interessata della Regione Piemonte, perché questo è il bacino minimo di interesse sullo specifico della connessione Torino-Lione. Se, invece, si guarda a tutto l'asse verso Est, allora è chiaro che entrano in gioco, più in generale, gli interessi di tutto il Paese. COPPOLA Michele (Vicepresidente) La parola al Consigliere Ghiglia. GHIGLIA Agostino Una volta tanto che volevo fare i complimenti al Sindaco non mi si accendeva il microfono!Volevo dire, una volta tanto, soltanto per l'ultima parte del suo discorso: "Bravo Chiamparino". COPPOLA Michele (Vicepresidente) Faccia attenzione. Chissà che cosa scriveranno domani i giornali! GHIGLIA Agostino Presidente, ho fatto la battuta all'inizio. COPPOLA Michele (Vicepresidente) Avevo la battuta pronta da settimane, aspettavo l'occasione, mi perdoni! GHIGLIA Agostino Si vede che aveva bisogno di farla, io no. COPPOLA Michele (Vicepresidente) Sì. GHIGLIA Agostino Volevo dire "Bravo Sindaco", perché, nell'ultima parte del suo discorso, ha detto, una volta tanto, dopo sei anni, ciò che volevamo sentirci dire, ossia che il tema dell'Alta Capacità Torino-Lione tocca degli interessi, delle esigenze e, vorrei dire, dei diritti diffusi e non può essere lasciato alla votazione settoriale di chi potrebbe dire, magari per cattiva informazione, mancanza di approfondimento o anche timore (come direbbe il Sindaco in inglese, che conosce bene) "not in my backyard", "non nel mio giardino".Comprendiamo e rispettiamo quei sentimenti, ma riteniamo, come il Sindaco, che gli interessi dell'Alta Capacità siano superiori e tocchino tutta la Nazione, non soltanto il Piemonte, la Città di Torino e, tanto meno, non esclusivamente la Valle di Susa e lo ringraziamo per questa posizione. Tuttavia, sono un po' preoccupato perché, dal 1989, credo (mi corregga sulle date), ossia da quando è nato il Comitato pro-TAV (che aveva iniziato il percorso tecnico legislativo sulla TAV a cui hanno aderito tutti, persino Castellani), oggi, ci si venga a dire: "Abbiamo sei mesi prima di correre dei rischi", perché, in questi lunghissimi anni (17, 15, ma fossero anche 14 sono sempre troppi), sarebbe surreale che nessuno avesse ancora pensato, studiato, approfondito e pianificato percorsi e idee alternative da poter proporre al territorio, perché, se così non fosse stato, chiaramente, sei mesi non sarebbero sufficienti, ma, probabilmente, neanche sei anni.Non credo si sia arrivati, oggi, all'anno zero, perché sarebbe grave: vorrebbe dire che ci sono stati, su questo tema, Sindaco, 15 anni di ipocrisie perché, se il percorso fondamentale, che è sempre stato spiegato ai territori, venduto in Regione, in Provincia e in Comune, è sempre stato lo stesso, o non ci sono alternative possibili, oppure, colpevolmente, tutta una serie di soggetti (a cui, ovviamente, non possono essere sottratti né il Comune di Torino, né la Regione Piemonte, né la Provincia, né i vari Governi che si sono succeduti), hanno una responsabilità storica enorme, ossia quella di non aver mai pensato ad alternative possibili.Sul fatto, poi, che non ci sia stata informazione (ma questo lei non l'ha detto) negli anni passati e che quindi, ad un certo punto, si sia creato un movimento (che spontaneo non è, perché fortemente politicizzato da partiti presenti anche nella sua maggioranza, d'altronde c'erano le bandiere - non lo diciamo noi - c'erano Rifondazione Comunista e i Comunisti Italiani e addirittura il Presidente del Consiglio Provinciale, credo, con alcuni sindaci, il quale è stato anche denunciato per resistenza alla forza pubblica, perché guidava i manifestanti negli scontri contro la Polizia e questo è un fatto acclarato dalle televisioni, quindi, non è una doppia verità) ritengo che questo sia stato creato ad arte, politicamente, perché in quel momento c'era un governo di centrodestra.In seguito è arrivata la Presidente Bresso, che ha cambiato un po' idea in corso d'opera, anzi, mentre era già in marcia (volendo usare un linguaggio "da trasporti"), rimanevano, però, due governi non amici, quindi bisognava manifestare contro la TAV, poi contro il ponte, poi contro qualsiasi opera pubblica che avesse un minimo di significato.Il problema politico, quindi, Sindaco, di questi tavoli di ascolto, è stato creato dopo tanti anni, vorrei dire dopo troppi anni e, da questo punto, l'Osservatorio è stato un atto di responsabilità però assolutamente non risolutivo.Infine, spero che il Sindaco, nella replica, dica fortemente: "Io voglio l'Alta Capacità; sì TAV", anche con tutti i se e i ma, perché è il Sindaco di Torino e rappresenta un milione di persone.In secondo luogo, Sindaco, le proponiamo, anche fra tre mesi, di indire un referendum. Il Comune di Torino, anche soltanto tramite deliberazione, potrebbe indire un referendum consultivo sui torinesi, quantomeno sulla città di Torino, per avere una forza maggiore, anche su quel tavolo politico, di persuasione nei confronti di tutti gli altri soggetti che hanno degli interessi, perché anche noi torinesi abbiamo dei diritti e vorremmo esprimerci e dare forza al Sindaco.Infine, rivolgo la mia ultima proposta al Sindaco affinché faccia il referente politico del tavolo e non lasci ricoprire questo incarico all'Onorevole Letta, non perché sia cugino o parente, o perché de La Margherita (e quindi permetterebbe di trovare un aggiustamento in casa, altrimenti il partito dei DS, essendo sovradimensionato, ne risentirebbe nell'ambito del Partito Democratico), ma perché lei, su questo territorio, e rispetto agli interessi - mi spiace quasi dirlo - ma anche soltanto per conoscenza diretta, è il soggetto veramente titolato a trovare una mediazione di interessi della città (quindi il territorio più grande interessato dalla linea) e ad essere, politicamente, un interlocutore accettato dagli amministratori, in gran parte di sinistra, della Bassa Valle. A mio avviso, per il Piemonte sarebbe importante che la sintesi del tavolo politico fosse tenuta da un piemontese che conosce bene la situazione, che vive il territorio e che non ha bisogno di trasferirsi, ogni tanto, per andare a discutere e conoscere i problemi degli altri. COPPOLA Michele (Vicepresidente) La parola al Consigliere Gallo Domenico. GALLO Domenico Volevo soltanto ricordare al Consigliere Ghiglia che il programma del Sindaco (che abbiamo firmato) è molto chiaro sulla vicenda della TAV. Ne leggo una parte molto breve: "Sulla base di uno specifico accordo avvenuto a Palazzo Chigi nel dicembre 2005, e firmato anche dalla Città di Torino, è affidato ad un apposito Osservatorio, nel quale sono rappresentate anche le Istituzioni Locali, compresi i Comuni e le Comunità Montane della Val di Susa, il compito di valutare le compatibilità ambientali ed economiche dell'opera.I risultati del lavoro dell'Osservatorio medesimo permetteranno di definire, in rapporto e con il pieno coinvolgimento della popolazione locale, se vi sono ragioni ambientali, trasportistiche o economiche che consigliano una revisione dell'attuale progetto, ovvero il suo superamento, oppure se vi sono le condizioni per avviarne i lavori con le eventuali modifiche suggerite, coniugando, in tal modo, i diritti locali con gli interessi generali". Questa è stata la posizione che la nostra Amministrazione, rispetto ad un tema complesso, ha assunto e credo sia la strada da percorrere.Finalmente, il centrodestra ha chiesto questo dibattito ad alta voce, ma per raggiungere quale risultato? Credo, sostanzialmente, mettere in evidenza le differenze che ci sono nel centrosinistra sul tema TAV. Queste differenze sono evidenti e chiare anche nel dibattito politico, ma ritengo che ci sia unità di fondo su un'opera di questa portata: il tunnel di Venaus (lungo circa 53 chilometri, costo attorno ai 20 miliardi di Euro, termine lavori intorno al 2020) non potrà essere eseguito senza il consenso della popolazione.Penso che questo sia un dato importante sul quale sviluppare il dibattito, come c'è anche la necessità di sondare i progetti alternativi. Si sta dibattendo e voglio anche ricordare che le differenze ci sono anche nel centrodestra, perché altrimenti non diciamo la verità: ad esempio, Carena, il Presidente della Comunità dell'Alta Val di Susa, iscritto alla Lega Nord, è contrario al TAV. Questo dibattito sta attraversando trasversalmente le forze politiche, non vogliamo strumentalizzare questa opera gigantesca, costosa, che sarà positiva o negativa, a seconda dei punti di vista e che solo il mercato, in prospettiva, ci dirà se si fa bene a farla o meno.Proprio per sondare la possibilità di progetti alternativi, il Governo ha stralciato la Torino-Lione dalla Legge Obiettivo, optando per la procedura ordinaria che adesso sta dando dei risultati, perlomeno in termini di dialogo, e la consultazione con i Sindaci della Valle credo sia un passo fondamentale per giungere ad una soluzione. Inoltre, il Governo, l'ha detto prima il Sindaco, ha costituito un tavolo politico; l'Osservatorio, che è una struttura tecnica, approfondisce gli argomenti e riferisce al tavolo politico. Nell'agenda dei lavori una delle priorità è la valutazione delle potenzialità dell'attuale linea storica.Non so se sia quella la soluzione, perché francamente è un tema molto complesso sul piano tecnico, ma sicuramente è da verificare, non lo dicono solo i Verdi, ma anche Rifondazione Comunista, i Comunisti Italiani, lo dicono le popolazioni della Valle. La linea storica potrebbe essere potenziata, ma è un interrogativo, lo poniamo con molta serietà e senza strumentalizzare, o senza avere pregiudiziali sul tema dell'Alta Velocità.Tutto questo, cari Colleghi del centrodestra, non è che sia venuto con il Governo Berlusconi, nel quale è prevalso un clima conflittuale: il Presidente di Rifondazione sarà pure andato a manifestare, ma anche gli altri hanno risposto in un certo modo alle manifestazioni e non mi sembra che si sia favorito il clima di dialogo. Abbiamo fatto passi indietro rispetto a come, invece, si cercava di porre in maniera più distensiva il problema: il Governo Prodi, seppur nelle difficoltà, ha scelto la strada del dialogo, qualche altro cerca di gettare benzina sul fuoco.Il Presidente degli industriali torinesi esce con una boutade irresponsabile, dal mio punto di vista, quando invita alla mobilitazione tutti coloro che sono favorevoli alla TAV, come se stessimo discutendo di un problema che interessa solo il Presidente della Confindustria e non la nazione, o in particolare quelle popolazioni. Noi sosteniamo che deve essere, invece, perseguita la strada del dialogo, valutando tutto l'impatto ambientale, l'impatto sulla salute, possibili modifiche di percorso, che potrebbero portare anche le popolazioni a condividere il progetto. Lo stesso potenziamento, come dicevo prima, della linea storica è uno degli argomenti da affrontare.Come Comunisti Italiani condividiamo, chiaramente, la necessità di uno spostamento del traffico merci da gomma su rotaia. È chiaro che sia importante togliere i TIR dalla strada, questo è uno degli argomenti più importanti, perché per salvaguardare la salute è necessario spostare quote consistenti di traffico dalla gomma al ferro, altrimenti si crea una lobby della gomma. Attualmente il progetto di RFI non comprende il collegamento con l'interporto di Orbassano, questo è un polo strategico dal punto di vista dell'economia torinese, se non ci sarà, l'economia torinese non avrà alcun vantaggio.Volevo, inoltre, leggervi da fonti RFI quanto ancora deve essere fatto in questo Paese, forse prima dell'Alta Velocità: i treni pendolari viaggiano con i pidocchi; non c'è ancora una stazione a Matera; la linea adriatica nel Molise e in Puglia per 40 chilometri è a semplice binario; le linee siciliane attendono il completamento del raddoppio Messina-Palermo, così come il completamento Messina-Catania, e ci sono anche altre zone non elettrificate. Quindi bisogna stabilire delle priorità nel progetto di sviluppo dell'Alta Velocità; prima forse è necessario fare quanto manca a questo Paese, e quindi dare perlomeno alla città di Matera una stazione che ancora non ha. COPPOLA Michele (Vicepresidente) La parola al Consigliere Buttiglione. BUTTIGLIONE Rocco Consentitemi di iniziare l'intervento con un atto di omaggio alla memoria di quel Napoleone Bonaparte che è ritratto nel quadro che sta davanti a me, non il sanguinoso conquistatore, ma l'inventore del diritto amministrativo moderno, il cui principio fondamentale è che il bene comune viene prima dell'interesse individuale. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Scusate, sembrava l'incoronazione di Napoleone.Il diritto amministrativo moderno nasce con l'idea che il bene comune, o l'interesse generale - se preferite - viene prima dell'interesse particolare e che, in caso di conflitto fra interesse generale e interesse particolare, passa l'interesse generale, salvo un diritto ad un proporzionato risarcimento per l'interesse particolare leso. È facilmente comprensibile che, per chi vive in Val di SUSA, la TAV porti forse più incomodi che non vantaggi, bisogna anche cercare di compensare, ma è indubbio che si tratta di un interesse generale, un bene comune della nazione italiana. E qui, signor Sindaco, vorrei un po' più di enfasi, perché quando facevo il Ministro per le Politiche Comunitarie i valichi, attraverso i quali passa il 50% della import-export dell'Italia, erano chiusi, perché la Francia, a turno, ne chiudeva uno, qualche volte anche due contemporaneamente. Li abbiamo fatti riaprire, perché abbiamo promesso di spostare il traffico su rotaia e di fare la Torino-Lione.Il Corridoio 5 è un elemento fondamentale per lo sviluppo di tutto il sistema nazionale, ci lega al sistema europeo ed è fondamentale anche per Torino. Se non si fa la TAV, Torino rimane isolata da un sistema di costruzione, ricchezza, traffico, cultura, commercio e così via; se si fa la TAV, Torino è centrale fra Lione e Milano, con la Genova-Rotterdam dall'altro lato, e questa è una prospettiva di sviluppo globale della città, l'unica alternativa ad una Torino progressivamente assorbita da Milano, come sta avvenendo per molti aspetti. Significa posti di lavoro, cultura, sviluppo, è un interesse generale. La procedura scelta poteva anche essere pensabile, però mi preoccupa perché non sta funzionando. Sindaco, lei ci invita ad essere tranquilli. Io non sono tranquillo, perché ritengo che arriveremo all'ultimo minuto e scopriremo che non abbiamo più la possibilità di intervenire, il tempo per intervenire, drammatizzando il problema, è adesso.Condivido con lei la valutazione che, purtroppo per l'Italia, non funzionano le ipotesi alternative (Genova, Aosta), perché ci vogliono i tempi per completare gli studi e mettersi in grado di operare. Lei ha detto molto bene che l'unica alternativa è quella contro la quale il Governo Berlusconi, a suo tempo, e il ministro pro-tempore delle politiche comunitarie hanno lottato, cioè quella che va da Strasburgo, a Stuttgart, a Salzburg, a Vienna e, poi, si ricongiunge. Quella è l'unica alternativa ed è quello che accadrà, perché se andiamo avanti così, questo è il risultato che otterremo.Siamo tranquillamente avviati su quel percorso, perché le scelte di procedura sono anche di contenuto. Si può anche fare la Conferenza dei Servizi, ma quando dopo tanto tempo (lo dice lei, non lo dico io) la Conferenza dei Servizi non è iniziata e non si sa neanche dove e come farla iniziare, a meno che non vogliamo andare lì semplicemente a registrare un potere di veto, allora è evidente che non si va da nessuna parte. Quindi, l'Osservatorio ha lavorato; ebbene, ci faccia conoscere le sue conclusioni, ma non nascondiamoci dietro un dito, perché non vi è un problema conoscitivo, cioè non abbiamo bisogno di sapere e di valutare: sappiamo tutto e possediamo tutti i materiali di valutazione necessari.Non so bene se siano 15 o 17, perché non ho i conti esatti del Consigliere Ghiglia, ma abbiamo una montagna di materiali da valutare, probabilmente più alta di quanto indica adesso la mia mano. È un problema di decisione politica; occorre avere il coraggio di decidere, oppure, andando avanti così, ci si rassegna all'impotenza. Il problema è la decisione; peraltro, il verbo decidere deriva dal latino "decaedere", che significa "tagliare", perché ogni decisione lascia scontenti, ogni decisione è un taglio, talvolta anche doloroso.Nella sua brillante esposizione, non ho capito un punto: dove sono quelle resistenze politiche alle quali, diverse volte, lei ha fatto riferimento? Che cosa sono quelli che entrano nel dibattito con un pregiudizio politico? Lei non l'ha detto. Allora, posso formulare un'ipotesi maligna? Forse, sono dentro il Governo, dentro la maggioranza di Governo? Magari, questo Governo e questa maggioranza di Governo confessano la propria impotenza ed incapacità di decidere davanti alla TAV, rimandando all'infinito proprio perché vorrebbero che quest'impotenza passasse sotto silenzio? I risultati di quest'impotenza sono drammatici per il Paese, perché rimaniamo esclusi dai TEN (Trans European Networks), dall'insieme della rete infrastrutturale europea. Torino ne soffre in modo particolare, perché Milano in qualche modo vi rientrerà, attraverso il Gottardo, il Brennero e Verona, ma Torino sarà condannata ad una posizione marginale.Il danno è grave per tutto il Paese, quindi, che cosa bisogna fare? Chiedo al Sindaco di mettere un po' di calore nel suo temperamento e di dire al Governo, con forza e con chiarezza, che Torino vuole la TAV.Non le consiglierei neppure d'insistere sul fatto che studiamo varianti di percorso; infatti, ho l'impressione che non esistano varianti di percorso tali da indurre al consenso coloro i quali oggi dissentono e che queste ultime richiedano tempo, studi ed adeguate preparazioni, non tanto quanto richiederebbe il tentativo di passare da Genova, ma anche in questo caso non so se staremmo nei tempi, poiché sei mesi sono brevi, e non bisogna nemmeno sottovalutare le notizie di stampa che giungono, perché sono una conseguenza e non una causa.Il dato di partenza è che, a Bruxelles, autorevolissimi rappresentanti (la riservatezza m'impedisce di fare nomi e cognomi, ma in privato posso anche farlo) partono già dall'idea che, nelle prospettive finanziarie 2007-2013, la Lione-Torino non vi sia. Questa è la convinzione comune di coloro i quali assumono le decisioni a Bruxelles, quindi, la ricerca di alternative parte perché vi è la chiara percezione che, a Bruxelles, la Lione-Torino è data per morta.Poi, c'è un po' di "melina", perché si dice agli italiani che "magari, si potrebbe studiare un'altra soluzione italiana"; però, non credo che sarà fatto, anzi, si finirà con il passare sopra le Alpi, tagliando non soltanto Torino, ma anche l'Italia, con qualche possibilità per l'Est di allacciarsi per altra via, sicuramente, rimanendo fuori dal sistema dei Trans European Networks.È possibile che il Consiglio Comunale dica, con forza, che Torino vuole la TAV? Questa è la proposta che facciamo alle forze politiche presenti in questo Consiglio: dare mandato al Sindaco di drammatizzare adeguatamente la situazione, perché non sarebbe una sceneggiata napoletana tesa a trasformare una sciocchezza in un dramma, ma, in questo caso, si tratterebbe di reagire ad una falsificazione, che trasforma un dramma in una sciocchezza. Non stiamo parlando di bagattelle, bensì del futuro del Paese, di Torino e del Piemonte. Non so se questo possa essere consolidato in una mozione del Consiglio Comunale e neppure se il Sindaco intenda accettare l'invito che caldamente gli rivolgo.Credo che occorra fare qualcosa, altrimenti siamo tutti consapevoli che, oggi, stiamo siglando l'atto di morte della TAV, della Lione-Torino, perché, se non si muove Torino, ho l'impressione che non si muoverà nessuno. Il problema non è quello di avere un referente, ma è quello di avere un decisore. Il Presidente del Consiglio si assuma le proprie responsabilità, perché l'unico ostacolo alla realizzazione di questa grande opera è la disunione della maggioranza e la paura del Presidente del Consiglio ad assumersi le proprie responsabilità e decidere, però, se non è capace di decidere, a che titolo fa il Presidente del Consiglio? COPPOLA Michele (Vicepresidente) La parola al Consigliere Giorgis. GIORGIS Andrea Il Consigliere Buttiglione non me ne voglia, ma penso che, da Napoleone ad oggi, l'esperienza dovrebbe insegnarci che, per arrivare ad assumere decisioni, non basti conquistare o fondare repubbliche come la Cispadania o la Cisalpina, ma che, ai nostri giorni, occorra raggiungere quel grado di consenso e di coinvolgimento che rendono possibile, appunto, l'assunzione delle scelte.Senza voler scomodare Napoleone, Tocqueville e Dahl dimostrano che le scelte durature e strategiche sono possibili se non sono semplicemente un taglio, come, effettivamente, l'etimo della parola richiama. Se osservo quanto è accaduto in questi ultimi anni, interpreto con stupore il suo intervento, perché il Governo Berlusconi si è trovato ad affrontare il tema della TAV ben prima di questo Governo, e mi sembra che, in quest'Aula, abbiamo spesso chiarito la posizione della Città sul delicato problema che, oggi, torniamo ad affrontare. Certamente, con alcuni distinguo e con preoccupazioni diverse, abbiamo ricostruito una posizione politica che si può sintetizzare in questi termini: il centrosinistra ritiene strategica l'opera dell'Alta Capacità, necessaria per lo sviluppo non solo del Piemonte, ma anche dell'Italia, e, com'è scritto nel programma di quest'Amministrazione ed in quello di Governo, il centrosinistra s'impegna ad adoperarsi affinché essa venga realizzata. Questo è il punto di partenza politico, cioè quello che lei ed il Consigliere Ghiglia ci avete chiesto di dichiarare, ma si tratta di una dichiarazione che abbiamo fatto più di una volta e che abbiamo già ripetuto in quest'Aula.Innanzitutto, si fa chiarezza sulla scelta politica, poi, se si è responsabili (secondo me, è proprio questo il tema, perché responsabilità vuol dire essere capaci di realizzare scelte politiche considerate desiderabili) e si vuole veramente condurla in porto, ci poniamo il problema del modo in cui agire perché essa si realizzi. Quindi, per realizzare quella scelta, bisogna prendere molto seriamente tutte quelle preoccupazioni che possono essere così sintetizzate: tutela della salute, dell'ambiente, dell'impatto idrogeologico e delle risorse. Infatti, l'opera dovrà risultare ragionevolmente in grado di produrre ricadute convenienti per il territorio e per l'intero sistema Italia.Credo che il fatto di prendere sul serio queste condizioni, questi profili e, quindi, discutere sul modo in cui debba essere realizzata la scelta politica che abbiamo più volte dichiarato di aver già compiuto, sia un modo per rendere possibile il compimento della scelta politica; infatti, non è credibile - l'esperienza lo dimostra - che sia possibile assumere scelte di questa portata sulla base di una semplice dichiarazione o, peggio ancora, di una drammatizzazione. Quindi, chiedo al Sindaco di non drammatizzare proprio nulla; semmai, gli chiedo d'insistere con molta responsabilità, come ha già fatto in passato, nel fare in modo che si creino le condizioni perché questa scelta possa compiersi, perché questa Linea, che vede il passaggio del Nord Italia e, in particolare, della zona di Torino, sia realizzata.Al Sindaco chiedo questo e non di mettersi a drammatizzare, perché l'effetto potrebbe essere esattamente l'opposto. Mi viene il sospetto che, anche su un tema così delicato, ci sia il solito giochetto di anteporre, anziché il merito della questione, la polemica politica: i distinguo, le differenze che ci sono in ogni schieramento, rispetto alla sostanza della questione. Se la questione è, come lo è a mio avviso, così importante, allora bisognerebbe creare le condizioni politiche perché questa soluzione venga assunta.A questo proposito, l'Osservatorio e il tavolo politico rappresentano davvero, com'è stato ricordato prima, l'unico atto concreto fatto per rendere possibile l'assunzione di quella scelta. L'Osservatorio e il tavolo politico rappresentano, a tutt'oggi, il principale momento e il principale passaggio attraverso il quale coinvolgere le popolazioni locali. Attraverso il coinvolgimento di queste ultime, bisognerebbe affrontare tutte quelle questioni che prima ricordavo e, quindi, dimostrare pubblicamente, in maniera trasparente, che le ricadute positive di quest'opera sono infinitamente maggiori dei sacrifici che verranno imposti ad alcune zone del territorio. Siccome questo mi sembra essere l'obiettivo che deve essere perseguito, anche il tema ripreso, oggi (in maniera un po' provocatoria) dal Consigliere Ghiglia, della consultazione referendaria dei cittadini torinesi (al di là dell'effetto che può fare ogni richiamo alla consultazione referendaria), non mi sembra certo il modo migliore per arrivare ad una decisione.Al di là del problema, pur serio, su chi viene coinvolto, è del tutto evidente che, oltre a questo aspetto, che può essere decisivo nel prefigurare gli esiti, il problema, di nuovo, è che decisioni di questa portata non si assumono tagliando, come fa il referendum: "Sì" o "No". Sono decisioni che si assumono attraverso il confronto e il coinvolgimento e poi, naturalmente, attraverso la decisione. È del tutto ovvio che il coinvolgimento non significa e non deve significare impossibilità di assumere una decisione. Questo è del tutto evidente e soltanto chi pensa male legge in questo modo il coinvolgimento. Alla faccia, poi, di chi predica il Federalismo, il coinvolgimento dal basso e la democrazia.Assumere queste modalità, sul serio, significa affrontare tutte le difficoltà che il confronto richiede e poi, naturalmente, arrivare ad una decisione senza passare attraverso quella semplificazione che, nella maggior parte dei casi, è demagogica, della consultazione referendaria.Al di là, quindi, delle ragioni che possono aver indotto (in questo caso il Consigliere Ghiglia, in altri, autorevoli esponenti della Regione Piemonte) ad ipotizzare il coinvolgimento attraverso la consultazione referendaria, a me pare che un coinvolgimento che passi attraverso il confronto e la possibilità di ascoltare le reciproche argomentazioni, la possibilità di modificare la propria opinione, sia un confronto che non può, per sua natura, essere risolto attraverso la semplificazione di un "Sì" o di un "No".I processi democratici complessi non possono che essere risolti e governati attraverso l'impegno, la fatica e la responsabilità e attraverso, naturalmente, luoghi nei quali questo confronto e questa responsabilità si praticano. Scorciatoie non ce ne sono.Dopodiché, mi auguro sinceramente che, in quest'Aula, non vi sia più occasione di dividersi tra chi, con enfasi e chi, invece, con un tono più pacato, dica che l'Alta Capacità è un'opera strategica. Questo lo abbiamo ripetuto tutti, anche coloro che più hanno sottolineato le preoccupazioni. Tutti hanno sottolineato il carattere strategico.Sarebbe bene che, dalla Conferenza dei Servizi in poi, dessimo tutti un contributo, non soltanto all'interno di quest'Aula, ma anche e, soprattutto, all'esterno, per spiegare quanto potrebbero essere desiderabili le ricadute in termini di sviluppo economico (e, quindi, in termini di sviluppo sociale) se l'opera verrà realizzata con tutte quelle garanzie che, giustamente, sono state richieste e, ancora di recente, vengono ribadite. COPPOLA Michele (Vicepresidente) Volevo scusarmi con i Colleghi intervenuti prima, perché ho chiesto loro un rispetto del tempo rigidissimo. Gli altri Colleghi, mi fanno ricordare che la Conferenza dei Capigruppo aveva ritenuto di concedere fino a dieci minuti. Essendo responsabile di questa decisione sbagliata, qualora i Colleghi intervenuti volessero terminare o integrare il proprio intervento per il tempo che resta loro a disposizione, sono assolutamente disponibile a concedere loro nuovamente la parola.La parola al Consigliere Ferraris. FERRARIS Giovanni Maria Credo di dover replicare al Consigliere Giorgis: in realtà, questo dibattimento sulla nuova eventualità, sulla linea diversa, sulla nuova prospettiva e sulla problematica ambientale in corso (che ormai si prolunga da diverso tempo) non fa che creare la cosiddetta "melina" che si impiega sul campo di calcio.Di fatto, una "melina" dovuta e voluta all'indecisionalità della classe politica attuale. Se si è capaci a decidere, non si ha la necessità di dibattere al punto da inventare, ogni giorno, soluzioni diverse. Si devono poter ascoltare tutte le opinioni (questo è un fondamento della democrazia). Bisogna trarre delle conclusioni e non si può pensare di demandare queste ultime ad una Conferenza di Servizi. Queste conclusioni le deve assolutamente assumere la classe preposta alle decisioni, quella politica (e questo non avviene). Noi stiamo sfruttando il dibattito e, forse, certe volte, anche l'ostacolo politico che questo dibattito crea per non sanare quell'ambiguità che, in sede regionale, mi sembra di osservare.La nostra Presidente Mercedes Bresso, in questo senso, ha un atteggiamento ambiguo; invece, deve essere stanata, deve essere volontà nostra, della nostra Sala Consiliare, obbligarla a prendere una decisione chiara ed univoca. Una decisione così forte che possa andare sui tavoli del Parlamento ed essere ratificata.Non posso pensare che cambi un Governo e cambi una situazione, per una questione vitale per la nostra Regione e per la nostra Nazione. Non posso proprio pensarlo. È veramente drammatico, stiamo ritornando indietro e mi appello al buonsenso, ma anche al senso di responsabilità che la nostra città (e, in questo caso, mi appello al Sindaco, soprattutto) deve avere nei confronti di questo progetto. Un senso di responsabilità che deve portare anche al tavolo romano (so che lei andrà a Roma, per altro senso di responsabilità nei confronti dei tagli della Finanziaria, e di altre cose ancora).La invito a "marciare" su Roma, anche per questa attività. La invito a portare al tavolo dei Ministri e del Presidente del Consiglio questa necessità; altrimenti, le lamentele che lei porta sulla Finanziaria non sono che una goccia rispetto al danno che andremo a creare se non svilupperemo la nostra Regione, che può rischiare di rimanere periferica e non baricentrica, se noi non avremo questo passaggio dell'Alta Velocità. Le ricadute sul territorio sono evidenti, è ovvio che noi dovremo saper garantire agli Enti Locali coinvolti un sistema che, in qualche modo, concertando delle priorità, possa compensare il danno. Credo sia possibile farlo!Trovare delle soluzioni fa parte della politica, ma noi non possiamo esimerci dal vedere le ricadute positive che potrebbero avere sul territorio, anche un'altra compensazione potrà essere la garanzia di lavoro, arriveranno molte risorse economiche e io non posso pensare che questo non interessi ai nostri corregionali. Avverrà lo sviluppo degli Enti Locali. Ogni grande infrastruttura, ovviamente, porta un impatto (lo sappiamo dalla Metropolitana, che è una piccola infrastruttura rispetto a quella, ma apporta, comunque, qualche sviluppo) e non posso pensare che siano tutti così miopi.Allora, mi viene da pensare che la cosa sia strumentalizzata. Questo non lo vorrei e, quindi, invito seriamente il Sindaco (come ha già fatto chi mi ha preceduto) ad assumere una posizione univoca, chiara, non ambigua, come fa la nostra Presidente Bresso e, soprattutto, che possa essere in grado di garantire questo sviluppo sociale, economico e strategico che la nostra Regione deve avere con la TAV. COPPOLA Michele (Vicepresidente) La parola al Consigliere Carossa. CAROSSA Mario Vorrei dire al Sindaco e al Consigliere Giorgis (e mi dispiace che non sia presente) che non dobbiamo prenderci in giro, perché in questo dibattito sembra di nuovo che siamo tutti d'accordo, a prescindere dal solito eloquio molto interessante del Consigliere Giorgis. Siamo sempre tutti d'accordo.A prescindere da questo, la prima cosa che vorrei chiedere al Sindaco, tramite il Presidente, è una spiegazione, a livello politico - perché comunque, a questo punto, si tratta di una decisione politica -, del significato di quanto ha letto il Consigliere Gallo, perché veramente... (INTERVENTO FUORI MICROFONO). No, vorrei capire veramente, senza prenderci in giro, se volete o non volete fare questa linea di Alta Capacità, perché ogni volta che ci si trova, anche in sedi diverse da questa, a discutere al riguardo, la questione non viene affrontata e si prende tempo. Chi ha tempo, non aspetti tempo! Questo è quanto di più giusto si possa dire in questi casi, soprattutto perché il Sindaco ha di fronte non più il Governo bieco di pochi mesi fa, ma ha di fronte un Presidente del Consiglio che forse non ha ancora capito quanto sia importante l'Alta Capacità per il Nord Italia, per la Padania, cioè per la zona dell'Italia che produce il 70-80% del PIL di questa Nazione. Forse qualcuno dovrebbe spiegarglielo.Non voglio contraddire il Consigliere Buttiglione, ma, da buon piemontese, mi permetto di dare un suggerimento al Sindaco, anche senza enfasi, cioè di andare a spiegare veramente bene al Presidente del Consiglio dei Ministri Prodi che non può delegare, ma deve dire qualcosa, non può stare in silenzio di fronte ad una simile occasione, che rischiamo di perdere. Penso che questo l'abbiano detto tutti quanti, senza enfasi, ma di continuo. Magari, in certi momenti è distratto da altre cose, quindi il Sindaco deve dirgli quanto l'Alta Capacità sia importante per questa zona dell'Italia, che comunque, volenti o nolenti, è quella che economicamente guida il resto della Nazione.Come già detto dai Consiglieri Buttiglione e Ghiglia, dopo anni di dibattito sentiamo ancora dire che magari l'Alta Capacità, Alta Velocità, si può fare sfruttando la vecchia linea, quando invece è stato detto in tutte le salse e in tutte le lingue che la vecchia linea ha una pendenza eccessiva! Però siamo tutti d'accordo! Questo deve spiegarmelo! Veramente, deve spiegarmelo!Poi non abbiamo ancora sentito interventi di Rifondazione Comunista. Ho visto un Presidente di lotta seduto nei banchi, presumo - mi permetta, Presidente Castronovo - non di governo in questo momento, ma di lotta, vista la TAV, la TAC. Voglio ancora sentire cosa dicono, perché poi lei deve rispondere.Inoltre, sempre parlando del fatto che siamo tutti d'accordo, è la seconda volta che sento dire, nell'arco di due ore, che i giornalisti inventano. Non lo dico per piaggeria, ma prima l'ho sentito dire, quando si parlava degli aumenti delle tariffe dei parcheggi con strisce blu e dei biglietti per i mezzi pubblici, tuttavia non è uscita nessuna cifra; allora dovrei pensare che i giornalisti sognano queste notizie di notte e poi le scrivono sui giornali! E allora si saranno sognati di notte anche i vari passaggi di questa linea Alta Capacità, Alta Velocità, perché nessuno ha detto niente! Quindi, siamo di nuovo tutti d'accordo sul fatto che la linea Alta Capacità passerà in Val di Susa.Non riesco a capacitarmi di una cosa: veramente voi credete che la gente sia così stupida da credervi sempre? Un colpo al cerchio e un colpo alla botte, e voi pensate di ottenere sempre i voti? Avete veramente grosse illusioni riguardo all'intelligenza delle persone! Non potete aizzare le vostre sezioni, di qualsiasi partito di sinistra, della Valle, come è stato fatto in campagna elettorale, e adesso andargli a dire che non è vero niente! Questo è ciò che è stato fatto quando c'era il Governo di centrodestra. La protesta popolare è stata strumentale, guidata dalle sezioni dei partiti della sinistra!Personalmente, sono stato presente ad alcuni dibattiti in Valle, e sicuramente non è stato facile; è stato sicuramente molto più facile, per gli esponenti di Rifondazione Comunista, dei DS e dei Comunisti Italiani, andare a dire in Valle che la TAV non si farà, oppure utilizzare un tono più sfumato da "Balena Rosa", e mi dispiace veramente che non sia presente il Capogruppo Giorgis, portavoce unico della Balena Rosa, anche perché è l'unico che parla, perché semmai potesse parlare qualcun altro, magari direbbe qualcosa al di fuori di una virgola e quindi non andrebbe bene! (INTERVENTI FUORI MICROFONO).Non vado oltre su quello che penso, perché siamo tutti amici... Torniamo sull'argomento TAV, perché è troppo importante. Io chiedo veramente al Sindaco di andare a dire (se può dirlo) al Presidente del Consiglio dei Ministri che tutto il Consiglio Comunale di Torino vuole la TAV e la TAC. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Non lo può dire. Grazie per il suggerimento. Non lo può dire, signor Sindaco, mi dispiace, ritiro la domanda. Non vada a dirlo, perché il Consiglio Comunale di Torino non è unanime per la TAV e per la TAC. Quindi, a questo punto, valuti il Sindaco cosa fare. Tutti stanno dicendo che il Sindaco è bravo, è buono e tutto quanto, quindi deciderà lui cosa fare. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Va bene.Io mi assumo le mie responsabilità, sia per il Consigliere Gallo che per l'Assessore, che applaude all'interruzione del Consigliere Gallo. Prendo atto, Assessore, va benissimo!Io posso dirlo, e me ne assumo tutte le responsabilità. Non bisogna essere federalisti solo in certi momenti, si tratta di un'occasione troppo importante per il Nord Italia, per rischiare di perderla dietro stupide beghe politiche. COPPOLA Michele (Vicepresidente) La parola al Consigliere Tronzano. TRONZANO Andrea Ribadisco alcuni concetti espressi dai Consiglieri dell'opposizione e, per dare contezza di alcuni numeri, dico soltanto che, ad esempio, sul sito della Regione Piemonte ci sono ben 22 pagine dedicate all'attività svolta dal 2002 ad oggi; 22 pagine di appuntamenti e di richieste e di incontri istituzionali.Tra le altre cose, abbiamo l'ineffabile Presidente della Comunità Montana Bassa Val di Susa, di cui siamo ostaggi... (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Ricordo che ha perso un ricorso al TAR del Lazio il 4 marzo del 2004. Il TAR del Lazio ha dato atto alla Regione di aver accolto tutte le osservazioni. 4 marzo 2004.Mi chiedo che cosa ci sia ancora da discutere su questa vicenda dell'Alta Velocità, che chiude 5.000 chilometri di nuove linee, che permetterà, nel 2020, di non avere annualmente 3.500.000 di mezzi pesanti sulle strade. Mi chiedo che cosa Rifondazione Comunista, Verdi e Comunisti Italiani chiedano ancora a nocumento della realizzazione dell'Alta Velocità. Me lo chiedo, perché non è possibile continuare a perseverare in un errore così grande! Ma ve lo dico con il cuore in mano! L'Alta Velocità - l'ha detto il Consigliere Buttiglione, che ha governato come Ministro l'Italia, ve lo dice il Sindaco, che ha governato e sta governando Torino - è un'opera indispensabile per il progresso e per la vita del Piemonte! Io mi chiedo ancora che cosa aspettiamo a realizzarla!Dico a quest'Aula ed anche al Sindaco, per favore, di non parlare di cambi di percorso, perché, altrimenti, ha ragione chi mi ha preceduto: rischiamo di mettere in difficoltà tutta la vicenda dell'Alta Velocità.Per avere qualche dato tecnico, si può consultare il sito della Regione Piemonte, Colleghi. Se volete andarlo a visitare, c'è scritto "Torino-Lione" e sono riportati tutti i dati sull'amianto, sulla radioattività, sugli smerigli, sulle discenderie. C'é tutto!È dimostrato da studi internazionali come i tratti in galleria siano meno inquinanti (banalità, evidenza, credo). È evidente che il raddoppio dell'attuale linea sarebbe uno sfacelo per i centri urbani (rumore, abbattimenti, pericolosità) - lo dice sempre il sito della Regione Piemonte -, non consentirebbe una percorrenza utile né ai treni dei pendolari, né a quelli merci, né ai passeggeri di lunga percorrenza. Infatti, come sapete, l'omotachia - stessa velocità - è alla base di qualunque utilizzo razionale delle autostrade ferroviarie e, inoltre, non servirebbe a sostenere l'inarrestabile aumento della circolazione delle merci, cioè raddoppiare la linea attuale - la Torino-Modane - oggi sarebbe inutile, dannoso e farebbe sprecare soldi.Apro una parentesi sui sindaci dell'Alta e della Bassa Valle. È incredibile che ufficiali di Governo, che sono Organi decentrati dello Stato, responsabili dell'ordine pubblico, tenuti a rispettare la legge, vadano a manifestare contro un progetto approvato dalla UE, dallo Stato Italiano e dalla Regione Piemonte. Inoltre, vi spiego anche perché i Sindaci sbagliano: perché LTF, che è una S.p.A., è stata creata dai Governi italiano e francese ed è presieduta da un prefetto. Se non crediamo neanche più nelle Istituzioni, che possano salvaguardare la salute pubblica, allora cadiamo nell'anarchia!Chiedo a tutti voi, veramente con forza, di lasciare perdere le polemiche strumentali - in questo caso, spero di non averne fatte io - e di andare avanti su questo tracciato, perché noi crediamo sia nel referendum consultivo, sia nei lavori fatti dalla Regione con la Giunta Ghigo e con quella attuale, sia nel lavoro fatto dal Presidente Prodi nel 1996, perché ricordiamoci che è partita da lui questa opera. Quindi, per favore, andiamo avanti!Sindaco, apprezziamo molto le sue aperture sull'Alta Velocità e le sue garanzie; speriamo che lei sia in grado di mantenerle, come ha detto. COPPOLA Michele (Vicepresidente) La parola al Consigliere Cassano. CASSANO Luca Vorrei fare una precisazione per il Consigliere Carossa, perché mi sembra doveroso ricordare che il movimento "no TAV" non nasce in funzione della discesa in campo dell'Onorevole Silvio Berlusconi, ma ha una storia quasi ventennale, quindi, sarebbe riduttivo pensare ad una strumentalizzazione nei cinque anni di governo del centrodestra.Eviterò, viste anche le considerazioni del Sindaco, di intervenire in maniera ideologica, perché ritengo che, più volte, in questi anni, siano state richiamate le paure, le perplessità, le preoccupazioni della popolazione rispetto alla salute e all'ambiente ed anche perché le procedure, fino ai mesi scorsi, sono state eseguite in maniera non del tutto corretta e sono, ad oggi, piuttosto lontane dal dare risultati definitivi.Uno degli aspetti richiamati da più Consiglieri riguarda il rapporto economico costi-benefici di quest'opera, che, in un momento di tagli, di discussione della Legge Finanziaria, probabilmente dovrebbe interessare noi tutti, in quanto Amministratori di questa Città. Il costo del progetto presentato nel 1991 fu stimato - come anche i giornali ci hanno ricordato in questi giorni - per una cifra complessiva di 14 miliardi di Euro. Questo costo, che comprendeva tutta una serie di infrastrutture (tratte, nodi, materiale rotabile) è arrivato, ad oggi (quindi, a cantieri non ancora aperti), ad un costo complessivo di 88 miliardi di Euro, l'equivalente di tre Leggi Finanziarie, miliardo più, miliardo meno. È come dire che il costo stimato nel 1991 di 100 sia arrivato oggi ad un totale di 623.L'aumento esponenziale dei costi è solo uno dei punti critici del progetto dell'Alta Velocità, perché, grazie ad un'architettura societaria, finanziaria - come la vogliamo definire -, prese il via nel 1991 un progetto inadeguato rispetto alle attuali esigenze di trasporto dell'intero Paese, perché, come ricordava il Consigliere Gallo Domenico, rispetto allo stato dei servizi per i pendolari sulle tratte quotidianamente utilizzate dai cittadini torinesi ed italiani, il necessario ammodernamento della rete ferroviaria doveva portare a concepire un progetto in grado di rispondere a quelle esigenze, al trasporto dei pendolari residenti sia nelle grandi aree metropolitane, che nelle province limitrofe. Non limitarsi, quindi, ad intervenire sulle lunghe percorrenze in un tentativo quantomeno goffo di fare concorrenza al trasporto aereo.Veniamo ai cinque anni del Governo Berlusconi, che più di un Consigliere ha richiamato. Il Governo Berlusconi ha utilizzato il modello TAV e la vicenda della Val Susa come riferimento per la realizzazione delle grandi opere previste dalla Legge Obiettivo. Questa legge ha introdotto una procedura autoritativa che, sostituendo quella ordinaria, rappresentata dalla Conferenza dei Servizi, delegava il Governo a emanare uno o più decreti per la rapida realizzazione di infrastrutture ritenute strategiche, in questo caso, dell'Alta Velocità. La decisione avvenuta negli ultimi mesi, da parte del Governo Prodi, di sfilare l'opera Torino-Lione dalla Legge Obiettivo ha ridato la parola alla Conferenza dei Servizi e, quindi, sia alla società civile organizzata, che agli Enti Locali.Noi abbiamo ritenuto questo un passo avanti non indifferente, che ha aperto la strada alla necessaria ed indispensabile revisione della Legge Obiettivo approvata nei cinque anni di Governo Berlusconi. Quella procedura ha portato - lo abbiamo visto tutti negli ultimi due anni - a scontri, ad errori, per la fretta imposta ad un ente come l'ARPA, che oggi si trova anche a rispondere degli errori commessi nelle valutazioni e l'erroneità delle procedure è dimostrata anche dal fatto che carotaggi e precedenti verifiche condotti per un'altra opera all'interno della Valle erano totalmente contrastanti.Anche per quel che riguarda la salute, ad oggi permangono perplessità e vi sono elementi di grossa e giustificata preoccupazione.Mi consenta, Sindaco: il fatto che un sindaco - non so quale - possa o meno partecipare ad una manifestazione come quella per il "no ponte" si lega all'idea che la TAV ha proposto a livello nazionale nell'impatto e nella concertazione per la realizzazione delle grandi opere, quindi, c'è un legame tra le due.Riteniamo che lo stralcio della Legge Obiettivo sia il primo passo per arrivare alla realizzazione delle grandi opere, per evitare strappi pericolosi, spreco di denaro pubblico (perché stiamo parlando anche di questo, guardando la storia recente delle grandi opere in Italia), oltre che scempi ambientali, come è avvenuto, citando l'Alta Velocità, per quelli provocati nel Mugello, che sono sotto gli occhi di tutti. Andate a chiedere ai cittadini interessati dai cantieri nel corso del... SINDACO (Intervento fuori microfono). CASSANO Luca Posso assicurarle, Sindaco, che ci sono numerosi documenti, a disposizione anche degli utenti di Internet, che dimostrano il contrario.Proprio per questi motivi, riteniamo che la ricostruzione della vicenda TAV, almeno nei suoi aspetti più clamorosi, intende evidenziare la necessità di un approfondimento da parte, in particolare, del Parlamento italiano, attraverso la costituzione di una Commissione parlamentare d'inchiesta, che noi abbiamo formalizzato sabato nel corso di un'iniziativa con i parlamentari di Rifondazione Comunista, dei Comunisti Italiani e dei Verdi. Riteniamo che, alla luce dei recenti accadimenti, un'opera di chiarezza, di trasparenza sui costi reali non sia più rinviabile. In questi anni enormi perdite in termini economici, per le casse dello Stato, si sono prodotte anche grazie alla disattenzione di Istituzioni varie.L'indagine deve portare ad individuare delle responsabilità rispetto agli errori commessi ed escludere il rischio che errori simili possano essere ricommessi in futuro.Infatti, grazie al lavoro di una Commissione Parlamentare potranno emergere risposte, chiarimenti ed approfondimenti sull'intero progetto Alta Velocità, con particolare riferimento all'impalcatura finanziaria a cui si lega.Vi sono domande a cui bisognerà rispondere, prima o poi, soprattutto in merito ai benefici (non volendo soffermarsi troppo sui costi), perché la domanda che a tutti viene spontanea è se siamo oggi in grado di prevedere quali ricadute avrà realmente un'opera che, stando anche alle indicazioni della Presidente della Commissione Europea, dottoressa De Palacio, non sarà realizzata prima del 2020. Siamo noi oggi in grado di determinare quali saranno le reali ricadute nel 2020? Anche in tal senso, ci sono considerazioni diverse.Per quanto riguarda la proposta di indire un referendum - lo abbiamo detto da tempo - proprio in virtù dell'importanza che per noi ha assunto ed assume la partecipazione dei cittadini della Val Susa nelle scelte che riguardano i loro territori, crediamo che, se si arrivasse a tale strumento, dovrebbero decidere solo le popolazioni interessate, quindi soltanto quelle della Val Susa, proprio perché è un'opera così impattante sotto il profilo ambientale, quindi sarebbe difficile escludere il peso maggiore che questi cittadini sopporterebbero nell'eventualità che l'Alta Velocità si realizzasse rispetto ai disagi e ai danni che quest'opera produrrà sui loro territori.Più Consiglieri hanno fatto appelli al Presidente del Consiglio Prodi. Il programma dell'Unione per i prossimi 5 anni di Governo (non è il caso di ricordalo nuovamente) prevede tutta una serie di passaggi, a cominciare dalla rimozione dalla Legge Obiettivo del rapporto costi/benefici (questione su cui oggi ho sentito intervenire pochi Consiglieri), della democrazia partecipata e, quindi, l'esame di tutte le proposte e disposizioni avanzate.Ritengo, appunto, che tutti questi passaggi non possano essere solo formali, ma necessitano di tempo; si parlava di 6 mesi, che probabilmente sono necessari per garantire ad una Commissione Parlamentare d'Inchiesta di arrivare ad una conclusione. COPPOLA Michele (Vicepresidente) La parola al Consigliere Angeleri. ANGELERI Antonello Mi pare che dagli interventi dei Consiglieri Gallo e Cassano stiano emergendo con chiarezza i distinguo ed è per questo motivo che continuiamo ad essere preoccupati. Il motivo per il quale abbiamo presentato questa interpellanza, lo diceva già prima il Consigliere Buttiglione, è il rischio grosso che corriamo è che a breve si chiudano di nuovo i valichi. È abbastanza chiaro ed evidente che i valichi sono stati riaperti soltanto perché è stata fatta una promessa chiara, cioè che ci sarebbe stata la realizzazione del Corridoio 5 in tempi brevi. Perché il rischio che corriamo oggi è quello di un aumento del traffico su gomma, sicuramente, più penalizzante per l'ambiente della Valle di Susa che non l'Alta Capacità. D'altronde la risposta alla domanda sul perché l'Unione Europea voglia la linea ferroviaria è abbastanza chiara, basta leggerla: "...in una zona molto sensibile dal punto di vista ambientale, l'idea è quella di offrire un'autostrada viaggiante su vasta scala in alternativa al trasporto su strada, nel rispetto di quello che è oggi un ambiente che deve essere, comunque, salvaguardato e protetto".Abbiamo presentato questa interpellanza proprio perché ci siamo chiesti se l'aver tolto dalla Legge Obiettivo quest'opera fosse un beneficio per la velocizzazione o meno dei tempi. Di primo acchito a questa domanda non so rispondere. Sicuramente, a buonsenso la Legge Obiettivo ha un canale preferenziale per la valutazione di tutti i progetti e la procedura ordinaria ha un grosso limite che è quello che per cui qualsiasi Amministrazione può porre un veto su quest'opera.In questa situazione in cui abbiamo letto, in questi mesi, posizioni direi anche pesanti e non voglio ripetere quanto è comparso sui giornali rispetto ad alcune dichiarazioni del Presidente Ferrentino o di molti Sindaci che hanno bocciato all'unanimità la proposta di LTF, allora rispetto a questo non si riesce a capire, in realtà, se la Sinistra stia usando una tattica complessiva, oppure se si tratti di una questione di miopia politica di alcuni gruppi, sempre della Sinistra, che anziché andare verso un'evidente situazione di progresso per questo Paese, strumentalmente, cercano di non far passare un'opera che diventa strategica per il Paese stesso.Sindaco, lei ha detto di non allarmarci e di non preoccuparci più di tanto per una situazione che può essere recuperata. Le ha fatto eco il Capogruppo Giorgis dicendo la stessa cosa; noi, invece, vogliamo sottolineare la preoccupazione sui tempi di questa realizzazione, perché a livello europeo abbiamo constatato alcune situazioni che stanno penalizzando tutta la progettualità dell'Alta Velocità e, in particolare, sappiamo benissimo che si è passati da una ventina di miliardi (che era lo stanziamento di alcuni anni fa sulla progettualità dell'Alta Velocità) agli otto miliardi attuali. Cioè, abbiamo a disposizione otto miliardi per i vari progetti che verranno presentati.Dall'altra parte, sembra che, attraverso un gioco delle parti, la Sinistra stia facendo la stessa cosa, ma poi - chiedo risposte in questo senso - a livello europeo, non si riesce a fare in modo che il Ministro Di Pietro insieme al Ministro Bianchi diano una rassicurazione sul percorso dell'Alta Capacità.Tutte questioni che mi ricordano gli Anni Settanta (è un paragone, ovviamente, sul livello locale, per far comprendere che la nostra preoccupazione ha possibilità di verifica nel passato), quando l'allora Presidente della Regione Calleri chiese di procedere alla realizzazione della Torino-Pinerolo, che all'epoca fu bollata dal centrosinistra come una opera faraonica (che allora ovviamente aveva un costo del tutto irrisorio, al di là della inflazione) che, grazie a questa opposizione ferma e pesante, non venne costruita.Ebbene, sappiamo che cosa ha patito quella zona in questi 35 anni, sappiamo quelli che sono stati i costi che, successivamente, abbiamo dovuto sopportare tutti per la costruzione della Torino-Pinerolo (inaugurata qualche mese fa) di cui conosciamo l'importanza per lo sviluppo di quei territori.Essendo, quello citato, un esempio preoccupante, per un piccolo territorio, come quello di una parte della provincia di Torino, penso sia legittimo, da parte dell'opposizione, del nostro Gruppo, preoccuparsi, invece, di una realizzazione che interessa non tanto e non solo la nostra città, ma come ha detto già prima il Consigliere Buttiglione, tutto il Paese.Penso non si tratti soltanto di guardare con attenzione e con allarme ad una situazione che ci sta sfuggendo di mano e che, ogni giorno che passa, diventa difficile recuperare, ma ritengo che le affermazioni del Consigliere Buttiglione debbano essere tenute in debito conto.In un Paese democratico gli interessi della maggioranza devono venire prima degli interessi di pochi che, comunque, hanno legittima possibilità e dovere di essere manifestati e discussi. Vogliamo assolutamente garanzie per le popolazioni residenti, non siamo per distruggere la Bassa Val di Susa e compiere un atto che vada contro le popolazioni. Sicuramente, in quei Comuni vi è qualche sindaco che cerca di strumentalizzare anche questa vicenda (e lei, nelle sue parole, lo ha detto abbastanza chiaramente), ma non possono decidere pochi, quando l'interesse riguarda 60 milioni di abitanti e noi, come Città e lei, Sindaco, come primo cittadino, abbiamo, la possibilità e anche la responsabilità di dare una svolta decisiva allo sviluppo non solo di questo territorio, ma dell'intero Paese.Visto che (apro una piccola parentesi) si sta allenando a diventare - glielo auguro - un leader del futuro partito che state cercando di costruire a livello nazionale (e si capisce dalle interviste che rilascia ai giornali), penso che, quale leader di questo futuro partito, si debba fare carico, non soltanto degli interessi di questa città, ma, a maggior ragione, se queste sono le sue ambizioni, anche dell'intero Paese. COPPOLA Michele (Vicepresidente) La parola al Consigliere Galasso. GALASSO Ennio Lucio Il Consigliere Giorgis parla di ricerca del grado del consenso, rispondendo al Consigliere Buttiglione che evocava il diritto Napoleonico. Mi sovviene l'ammonimento di un giurista napoleonico, il Portalis, secondo il quale bisognava scongiurare che, con il pretesto di far di un diritto il diritto di tutti, si finisse per non rispettare il diritto di alcuno. A me pare ci sia il rischio che, con il pretesto della ricerca del grado del consenso, si finisca per non rispettare, per non favorire l'interesse e il diritto di decidere che ha, non soltanto il Piemonte, ma, come ricordava prima il Consigliere Angeleri, tutta l'Italia.Quando si vuol censurare, come polemica politica, quella sollevata in quest'Aula dall'opposizione, innanzitutto non si è in sintonia con quanto dice il Sindaco di Torino, perché chi parla di "melina" è il Sindaco di Torino. Che cosa intende per "melina" e chi vi partecipa? Di chi si duole il Sindaco, quando immagina e vede coloro che partecipano alla "melina" (perché magari si confronta con essi)? Questo è il dato. L'esigenza di prendere una posizione con forza, ci pare che certamente vada oltre, rimuova e ignori aspetti ideologici, per radicarsi negli interessi del territorio e della comunità tutta.Sindaco, forse, più che rispondere a noi, dovrà rispondere a chi fa parte della sua maggioranza in questo Consiglio Comunale, perché qui è stato celebrato il festival della mancanza di consenso: non c'è stato un intervento in suo appoggio, neppure quello del Consigliere Giorgis, che è più prossimo alle sue posizioni e a quanto ha detto; non parliamo dei Consiglieri Gallo Domenico o Cassano... (INTERVENTI FUORI MICROFONO) ...Noi guardiamo il contenuto. Avrei criticato anche la logica formale, a fronte di una incoerenza tra le parole e le decisioni che debbono essere assunte. Serve a poco richiamare i documenti, perché constatiamo, ripeto, ancora una volta, che, come dice il Sindaco, c'è della "melina" in questo atteggiamento. Come ricordava precedentemente il Consigliere Ghiglia, non soltanto il Presidente del Consiglio della Provincia aveva preso posizioni contro la TAV, ma nella dialettica estiva, anche il nostro Presidente del Consiglio aveva dato messaggi chiari e contrastanti con quelli offerti dal Presidente Bresso.Evitiamo di andare sempre a trasferire sull'esperienza passata del Governo Berlusconi i problemi di oggi e le decisioni che oggi devono essere prese.Dico al Sindaco e a tutta l'opposizione che sono trascorsi già sei mesi dalla fine del Governo Berlusconi, quindi, decidetevi, perché questo malvezzo di andare sempre ad ancorarsi al passato mi ricorda un po' l'aneddoto dello studente che, all'esame di fisica, richiesto di parlare dei termometri, diceva che, prima di parlare dei termometri, era bene introdurre l'argomento del piano inclinato. Siete sul piano inclinato, dovete raddrizzarlo, perché occorre riuscire a prendere una decisione che giovi a tutta la comunità, piemontese e italiana. COPPOLA Michele (Vicepresidente) La parola al Consigliere Castronovo. CASTRONOVO Giuseppe Volevo leggervi due passaggi di un testo, del quale non vi dico l'autore, salvo svelarlo poi alla fine.Il primo pezzo di questo testo dice: "Con il trascorrere delle settimane e dei mesi (è stato scritto nel febbraio 2006) si sono accumulate quotidianamente perplessità di fondo circa la sensatezza complessiva dell'opera, dal punto di vista di un'analisi costi/benefici, per i suoi ineliminabili limiti tecnici, per le straordinarie incertezze del traforo, per la sua scarsa utilità nei confronti dei territori attraversati, ma poco serviti, perplessità, queste tutte ampiamente documentate".Il secondo passaggio è in termini di strategia. "Il termine strategia rimanda a un rapporto di congruenza fra i mezzi e i fini. Possiamo definire strategico un obiettivo o un'azione, rispetto ad un quadro di riferimento preciso, calcolando se le risorse che verranno impiegate appaiono commisurate al risultato e se quest'ultimo eccede i mezzi che saranno stati immobilizzati per conseguirlo. Se adottiamo criteri stringenti, è probabile che dobbiamo abbandonare una parola così cara ai politici come "strategia", perché delineare scenari futuri può essere funzionale all'agire strategico, ma certo esso non si può risolvere".In sostanza, dice che gli scenari futuri non sono facilmente definibili per un'opera che ha una durata di realizzazione intorno ai 15 anni, se non di più. "D'altronde, chi potrebbe mai caricarsi del compito, oggi, di tratteggiare i lineamenti dell'economia, anche solo dell'Italia Nord-Occidentale o, se si vuole, transalpina, del 2020-2025? Chi potrebbe scommettere sugli sbocchi finali della trasformazione in atto?".Non vi leggo, ovviamente, il resto per non tediarvi. Ricordo soltanto che pochi giorni fa il capo della divisione cargo delle Ferrovie italiane, in un articolo comparso, mi pare, sul "Corriere della Sera", recitava con una certa sicurezza che è difficilmente ipotizzabile un aumento del carico merci su quella linea, in dipendenza del fatto che è ragionevole pensare che il sistema della diffusione della produzione su scala globale renderà difficilmente realizzabile la produzione delle merci in un luogo e il loro trasporto via ferrovia a circa 5.000 chilometri di distanza (Lisbona-Kiev sono 5.000 chilometri), e quindi il dirigente delle Ferrovie diceva che bisognava tenere conto di questo.In sostanza, mi pare che oggi, più di quanto non lo fosse nel passato, ci siano sempre più persone delle quali tutti noi consideriamo l'alto valore professionale: ad esempio, docenti e universitari della Bocconi, che il Sindaco dice essere tutti liberisti. È vero, perché la Bocconi, per definizione, è il tempio del liberismo in Italia. Peccato però che diventino liberisti solo quando esprimono dei punti di vista diversi da quelli del Sindaco (in questo caso, ovviamente, non è polemica nei confronti del Sindaco): quando il sistema complessivamente espone una certa idea, coloro i quali si esprimono contro quell'idea, evidentemente, diventano parte di una categoria diversa da quella normalmente considerata.Il testo che ho letto prima è stato scritto da Giuseppe Berta (persona di primo piano di Torino Internazionale, organizzazione della quale fa parte il Comune di Torino insieme alla gran parte delle istituzioni economiche e sociali della nostra città, che ha anche ipotizzato e scritto il piano strategico, che tanta importanza ha nella definizione della nostra attività amministrativa) e da Bruno Manghi (sociologo conosciuto, ex dirigente sindacale della CISL); quindi, mi spiace, ma non sono pericolosissimi comunisti che hanno circuito la fiducia dei sindaci della bassa Val di Susa, sono stimatissimi pensatori del mondo liberaldemocratico, per usare un termine "general-generico".Quello che mi sembra però importante è che oggi ci troviamo a discutere di tutto ciò e in Italia la discussione ha assunto questo tono, quindi è assurta anche a una importanza che prima non aveva, per un semplice fatto, e mi spiace che questo non venga colto sufficientemente né dal Consigliere Buttiglione, né da altri esimi Colleghi di questa Sala: in tutti questi anni abbiamo avuto una forte resistenza organizzata tra le popolazioni della Val di Susa che si sono opposte a questo progetto, non soltanto avanzando un "No" immodificabile, o immotivato, o, peggio ancora, ideologico, ma semplicemente partendo dal fatto che si possono definire progetti diversi, si può ragionare sulle alternative differenti. Questa loro capacità di proporre progetti diversi l'hanno anche saputa sostanziare attraverso un rapporto costante ed estremamente positivo con una gran parte di pensatori, economisti, sociologi e giornalisti, partendo dal fatto che loro hanno saputo resistere alla tentazione di fare comunque l'opera, e non soltanto rivendicando delle compensazioni, ma con il presupposto che forse quell'opera, così come è definita nella sua capacità trasportistica, non ha ragione di essere da quel punto di vista.Oggi, ci ritroviamo a dire grazie (e questo lo dico ovviamente a titolo personale) a quelle popolazioni che ci costringono a fare questa discussione, a dover rivedere, se è il caso, la situazione. Ricordo che Rifondazione Comunista, rispetto a questo tema, così come rispetto al tema del CPT, anche in sede di accordo politico programmatico per le elezioni, ha comunque mantenuto una propria autonomia di giudizio e anche identità rispetto a iniziative eventualmente diverse da quella. Per cui, ringrazio il Consigliere Gallo per aver ricordato il testo del programma, dove non c'è scritto in maniera chiara, precisa e definitiva che quell'opera si fa; c'è scritto che si valutano le condizioni per poterla fare e, qualora queste non ci fossero, si andrebbe anche a un'idea di superamento dell'opera stessa.Questo è l'impegno che il Sindaco e la maggioranza avevano preso a suo tempo, dopodiché il fatto che si faccia o meno, ovviamente, dipende da un sacco di altre cose.Concludo con degli aspetti un po' polemici. Mi riferisco a quanto ha affermato il Consigliere Angeleri, circa la presenza di un gruppo più o meno grande, o più o meno piccolo di cittadini che si contrappone alla realizzazione di quelle opere che sono nell'interesse della maggioranza del popolo italiano, come se loro non facessero parte di questa maggioranza. Il fatto di considerare sempre l'interesse della maggioranza come l'interesse del Paese credo debba farci riflettere molto.Un'ultima questione ancora: il trasporto pubblico ferroviario rispetto a quello privato su gomma. Abbiamo fatto l'autostrada Torino-Pinerolo; i treni dei pendolari che da Torre Pellice e da Pinerolo vengono a lavorare a Torino continuano ad arrivare mediamente con 15-20 minuti di ritardo tutti i giorni: forse questo ci dà da pensare. In più, e concludo, Boffa su "La Repubblica" di ieri ha definito i movimenti come sceneggiate. Credo che se le sceneggiate sono quelle che si facevano alla televisione 30 anni fa, cioè gli sceneggiati, che erano il frutto di un lavoro di studio, analisi, ricerca, sono cose estremamente positive; purtroppo, mi pare che siamo ormai ridotti alla fiction televisiva di questi ultimi tempi, dove si fa una rappresentazione burlesca della realtà, della vita quotidiana di tutti quanti noi. Mi auguro che quegli sceneggiati tornino e insieme ad essi si riesca a ricostruire un rapporto positivo con la gente. COPPOLA Michele (Vicepresidente) La parola al Consigliere Ravello. RAVELLO Roberto Sergio Cercherò di essere brevissimo. Vorrei solo chiedere al Sindaco, approfittando di questo momento in cui lo si interpella generalmente (questo è il senso di un'interpellanza generale), se egli si sia davvero reso conto della grande apertura di credito dimostratagli da Alleanza Nazionale.Faccio una premessa. Come potrà immaginare, nessuno del mio Gruppo l'ha votata, ma non solo, le dirò di più, faccio parte di quello sparutissimo gruppo di Consiglieri che in questo Comune non si fece trasportare dallo tsunami di applausi che salutò la sua elezione all'atto del nostro insediamento, perché ritengo che un applauso, comunque, sia un gesto di un grande valore simbolico e che vada consegnato solo di fronte a una reale motivazione.Sindaco, facendo seguito a quanto già accennato dal mio Capogruppo, io sarò il secondo a mettermi ad applaudire la sua figura, la sua persona, nel momento in cui assumerà una posizione chiara e netta, trovando il coraggio di ricordare alle fazioni (tanto abili nello svestirsi di alcuni panni istituzionali, per poi prontamente rivestirli alla fine della rimarcatura di una posizione che, a mio avviso, resta ideologica) parte del programma che questi stessi signori hanno sottoscritto, più o meno un anno fa, in occasione delle elezioni regionali: credo che questo sia un fatto fondamentale.Tutti siamo capaci di ricordare ai nostri avversari politici il primo comandamento per chi fa politica: "rispetta il programma per cui i tuoi elettori ti hanno votato".Allora, approfitto dell'occasione per ricordare a qualcuno che un dato programma, che non era scritto con succo di limone, bensì con inchiostro, nero su bianco, va rispettato.Poi, mi permetto di fare un'osservazione riguardo alle storture che avvolgono la radice del ragionamento su Alta Velocità ed Alta Capacità, in particolare, per quanto riguarda - il Capogruppo de L'Ulivo non è stato da meno - il tema della tutela dell'ambiente e della salute dei cittadini.La faccio, partendo da una considerazione che, a mio avviso, è di una gravità inaudita.Le stesse figure, le stesse persone, gli stessi partiti politici che osteggiano il progetto dell'Alta Velocità, arrivano addirittura a boicottarlo con stratagemmi peraltro di basso livello, secondo me, perché richiedere una Commissione d'inchiesta sulla TAV, oggi, sarebbe come chiedere al Sindaco un bilancio di fine mandato su questa sua seconda tornata amministrativa: mi sembrerebbe quantomeno inopportuno.A questi stessi esponenti vorrei far presente che la tutela dell'ambiente è un valore, un principio che si deve declinare in ogni questione d'interesse collettivo, non soltanto quando si parli di Alta Velocità e di Alta Capacità; in particolare, la mia memoria corre ai giorni in cui il Presidente del Consiglio Provinciale, come qualcun altro ha ricordato prima, andò a manifestare personalmente, mettendosi egli stesso fisicamente in mezzo negli scontri avvenuti fra cittadini e Forze dell'Ordine e subendo per questo anche un paio di denunce.Voglio sottolineare, a tale proposito, che, nella sola provincia di Torino, sono stati tagliati circa 20 milioni di Euro dai fondi destinati all'edilizia scolastica; ebbene, la prima delle conseguenze di questo taglio sarà che non si potranno bonificare i tetti in amianto delle scuole torinesi.Quindi, poiché l'argomento è lo stesso - amianto nelle scuole torinesi, amianto in Val Susa -, mi domando dove stia la differenza e mi chiedo dove siano queste forze politiche, pronte a manifestare in tutela della salute dei cittadini della Val Susa, quando si tagliano i contributi per bonificare l'amianto dalle scuole torinesi.Un'ultima osservazione riguarda le ripetute, continue e, a mio avviso, esasperate richieste di dialogo, perché sembra accadere lo stesso quando si parla (perdonatemi, ma molto spesso ho l'impressione che lo si faccia a vanvera) di diritti; ebbene, il dialogo è un tema che viene tirato in ballo sempre e comunque, in questi casi, solo per prendere tempo, come ha ancora fatto qualcuno del Gruppo de L'Ulivo, richiedendo un impegno in favore del dialogo.Vorrei ricordare che non esiste - non credo che sia un'interpretazione "ravelliana" della democrazia, ma qualcosa di più elevato -, in democrazia, una forma di dialogo migliore dell'istituto referendario.Pertanto, sono felice che lo Statuto conferisca al Sindaco il potere d'indire un referendum consultivo, perché sono sicuro che egli asseconderà le richieste provenienti sia dalla minoranza sia dalla sua stessa maggioranza, in termini di dialogo.Credo che questo sia il modo migliore per dare finalmente voce a quella maggioranza silenziosa che finora è stata abituata a soccombere di fronte agli strepiti, alle urla, talvolta anche alle violenze (se non ricordo male, il Sindaco è stato destinatario di qualche atto d'intimidazione), da parte di una minoranza particolarmente rumorosa, la quale, fino ad oggi, ha trovato complicità in molte istituzioni e ha avuto la meglio su tutto il resto.Ribadisco che, in questo, il Sindaco avrà tutto il nostro appoggio e sarà un vero piacere farlo, perché non è una banalità atta soltanto a ripetere un principio già espresso finora, ma stiamo parlando di qualcosa che, inevitabilmente, nel bene o nel male - non spetterà a me verificarlo -, avrà ricadute sull'intera nazione e non solo sulla nostra città. COPPOLA Michele (Vicepresidente) La parola al Consigliere Zanolini. ZANOLINI Carlo Gli interpellanti chiedono quale sia la posizione del Sindaco e del Consiglio Comunale, su una questione - lo sottolineo - che riguarda il futuro occupazionale e lo sviluppo del nostro territorio.Ritengo che l'intento di quest'interpellanza abbia un significato generale; cioè, si vuole sapere che cosa il Sindaco pensi di tali questioni, che credo siano importanti per tutti, come se si volesse negare il fatto che non si possa assumere una posizione ben precisa.Mi pare che il Sindaco abbia preso una posizione ben precisa: sicuramente, è a favore di quest'opera.Inoltre, ha spiegato molto bene che bisogna lavorare su tre tavoli: il primo è l'Osservatorio, il quale deve avere una valenza puramente tecnica; il secondo è la Conferenza dei Servizi, la quale ha una valenza tecnico-politica; il terzo è l'auspicio di un'effettiva "pressione sull'acceleratore" per quanto riguarda il Governo, con la proposta dell'Onorevole Enrico Letta quale coordinatore di questo "corso in accelerata".Il Sindaco si è espresso in questi termini, ma mi è parso di capire che, nel Consiglio Comunale, non esista quest'omogeneità d'intenti.Alcune forze hanno valutato l'opera e le varie possibilità, da anni, ma nutrono perplessità, che, in parte, mi sembra siano dovute a militanza di lunghi anni, che non ci permettono di darle il via libera, senza "se" e senza "ma".Personalmente, mi sto interessando all'opera da 18-20 anni, direttamente e indirettamente, ma nutro alcuni dubbi, soprattutto a livello di salute ed a livello economico; perciò, non me la sento di dare il via libera ad un'opera del genere, senza avere rassicurazioni.Relativamente ai lavori eseguiti sulla presenza dell'amianto, esistono studi ben chiari e determinati, svolti da persone competenti, le quali, magari, potrebbero essere un po' di parte, quindi, occorrerebbe verificare con studi precisi e carotaggi ben fatti; effettivamente, posso nutrire dubbi, perché, forse, è stata fatta qualche azione di parte, perciò una verifica ci chiarirebbe maggiormente le idee. Ribadisco: è una questione di salute!Qualcuno ha parlato di bene comune, ma è veramente bene comune quello di creare un aumento di morti per amianto, come questi studi avrebbero dimostrato?Si è detto: "Torino dovrà dare il suo assenso alla TAV". Ebbene, penso che Torino potrà dare il suo assenso alla TAV, eventualmente, con un referendum; però, deve sapere che le polveri d'amianto, trasportate dai venti che regolarmente soffiano dall'Alta Valle verso Torino, qualora non vi siano le necessarie misure di sicurezza, arriveranno a Torino e si fermeranno sulla collina torinese.Gli studi, infatti, hanno dimostrato proprio questo, ma vorrei che essi proseguissero per poter capire meglio e, quando sarò convinto che, effettivamente, non vi siano rischi per la salute, potrò sciogliere molte riserve in più.Il mio secondo dubbio è a livello economico, perché l'opera è iniziata circa vent'anni fa, con tecnologie che paiono obsolete, secondo le dichiarazioni addirittura di qualche esperto delle Ferrovie, soprattutto per quanto riguarda la parte francese, che è già stata progettata quasi completamente.È un'opera della quale si può presumere l'inizio, ma non si sa quale ne sia la fine, perché esistono talmente tanti problemi, a livello geologico, che c'è la possibilità che il periodo necessario per terminarla possa estendersi da 15 a 25 anni.A dimostrazione di ciò esiste il tunnel, di circa un chilometro, costruito nell'alta valle, per l'acquedotto che doveva essere terminato in un anno e che, invece, è stato terminato in circa due.È raddoppiato il tempo, proprio perché ci sono stati problemi legati alla consistenza delle rocce, che hanno bloccato alcune macchine di scavamento, quindi, si è dovuto edificare un secondo tunnel.Questo significa che per tutelare dai pericoli della salute e per cercare di accelerare i tempi di chiusura dei lavori, si devono impiegare risorse almeno due o tre volte superiori a quelle programmate; quindi, il rischio economico esiste. Ora mi domando: è bene comune quello di fare ammalare la gente, quello di mandare in bancarotta un'impresa?Vorrei proprio che si verificassero realmente questi costi e che si verificasse esattamente il rapporto costo-beneficio. Ancora, vorrei che, attraverso studi molto precisi, si capisse bene quale sia l'impatto che quest'opera può avere sulla salute, più che sull'ambiente.Sono convinto che ritornerò sulle mie convinzioni soltanto qualora si dimostrasse che non esistono rischi assoluti - o che i rischi sono molto lievi - per la salute e che in un'impresa del genere non esistono, o quasi, rischi di tipo economico. Inoltre, nei confronti di queste grandi opere c'è una resistenza di tipo filosofico.Ormai si ragiona sempre secondo la filosofia del tracciato lineare: la Spina 1, la Spina 2, la Spina 3. Si traccia una linea e su questa si protrae lo sviluppo. Forse questo non è il modo migliore di concepire i programmi: le filosofie "popperiane", ultimamente, sono andate un po' contro questi tentativi di razionalizzare con lunghe linee e lunghi tracciati.Ora ci si riferisce maggiormente a delle microrealtà, che crescono attorno a certe idee in modo cellulare e concentrico.Quest'idea, anche di sviluppo, forse, è un po' arretrata e, forse, questa idea del Corridoio 5 va un po' contro quello che, in realtà, attualmente, si sta verificando nella mente dell'uomo.In merito alla questione sollevata dal Consigliere Buttiglione sul fatto che ci sia una indecisione, una reticenza, da parte del Governo, ritengo che questa non sia un'affermazione molto pertinente, in quanto non si tratta di una reticenza, ma di un momento di attesa; si sta aspettando di ascoltare le popolazioni locali prima di prendere una decisione, applicando il principio della democrazia che, probabilmente, altre forze hanno dimenticato, o non hanno mai applicato.Ricordo che durante il famoso trentennio fascista sono state realizzate tutte le reti e tutte le stazioni ferroviarie e tutta la rete ospedaliera, perché c'era un modo diverso di affrontare la realtà e di affrontare le opere pubbliche. Ora il modo è diverso e, quindi, dobbiamo ascoltare le popolazioni locali e garantire loro che esistono tutte le condizioni affinché non vi sia danno per nessuno. COPPOLA Michele (Vicepresidente) La parola al Consigliere Bonino. BONINO Gian Luigi Intervengo per dire che ho apprezzato la relazione del Sindaco su questo argomento e anche per sottolineare che il mio Partito è da sempre favorevole alla realizzazione di questa grande opera che riteniamo sia indispensabile per lo sviluppo del nostro Paese.Ritengo che il percorso, se non ho capito male (ma penso proprio di no), che ha tracciato il Sindaco, possa essere quello corretto, che può portare ad alcuni risultati.Mi riferisco all'Osservatorio politico, alla Conferenza dei Servizi e, sicuramente, anche al referente, ad un coordinatore politico. È stato citato anche un nome autorevole, ma è importante che ci sia questo legame fra l'Osservatorio, la Conferenza e il referente politico.Ho anche apprezzato le preoccupazioni del Sindaco quando si è premurato di dire che lo scalo ferroviario di Orbassano non può essere tagliato fuori da questa grande opera. Le Ferrovie si pronuncino su quella che dovrà essere l'area sostitutiva, anche durante l'incontro che il Sindaco stesso avrà la prossima settimana.Per quanto riguarda il referendum, vorrei sottolineare che personalmente ritengo che una questione di questa portata non possa essere affidata ad un giudizio popolare e, sicuramente, non ad un voto che coinvolga soltanto la valle, in quanto ci devono essere, a monte, una volontà ed una decisione politica per l'appoggio e la realizzazione dell'opera. In caso di referendum, si dovrebbe tener conto di tutte le popolazioni interessate: certamente delle popolazioni del Nord Italia, se non esclusivamente di quelle residenti nelle zone attraversate dalla linea ferroviaria.Alcuni Colleghi hanno parlato del rapporto costo-benefici e hanno sostenuto che la bilancia penderebbe più verso i costi, che verso i benefici. Su questo non sono assolutamente d'accordo, perché, quando si tratta di un'opera di questa portata, i benefici sono indubbiamente diffusi su tutto il territorio. Non si può non attuare un'opera pensando semplicemente a quanto, in quel momento, viene investito e a quanto, in termini economici, sia il suo ritorno. Si parla di un'opera che durerà, probabilmente, per decine e decine di anni.Facciamo attenzione, perché se non venisse realizzata e dovessimo essere scavalcati dal Corridoio più a Nord, al di là delle Alpi (sicuramente non dalla Svizzera, ma, addirittura, da Paesi oltre la Svizzera) taglierebbe fuori non soltanto il nord Italia, ma tutto il nostro Paese. Quest'opera sarebbe utile anche per lo sviluppo del nostro Meridione. Si tratta di un servizio che, non soltanto potrebbe servire allo scalo di Torino, o a quello di Orbassano, o alla Pianura Padana, ma, se non fosse realizzato, taglierebbe fuori anche lo sviluppo di molte aree del Meridione che devono essere collegate al resto dell'Europa.Sono anche d'accordo sul fatto che occorre recuperare la fiducia delle popolazioni con il dialogo; un dialogo che deve essere sostenuto sia da una seria documentazione scientifica, sia da opzioni sulle quali di può discutere, ma che non debbono, comunque, inficiare la realizzazione dell'opera, ma soprattutto un dialogo che deve essere sostenuto da una ferma convinzione politica.Bisogna sottrarre le popolazioni alle troppe, confuse e, molte volte, strumentali prese di posizione a cui abbiamo assistito in questi anni, che hanno creato paure e diffidenze, anche a livello di salute. Bisogna superare tale situazione sostenendo questo dialogo con le popolazioni, e questo è un compito di nostra competenza, che dobbiamo affrontare.Occorre anche parlare con le popolazioni dei benefici che l'opera porterà anche alla valle per tutti i comuni; benefici non soltanto diretti, ma anche indotti, impegnandoci, noi, ma anche il Governo, in modo particolare, affinché vi siano sostanziali ricadute economiche, utili per il sostegno e il consolidamento dell'economia di tutta la valle.Credo che se, di fronte a questo problema, ci presentiamo così compatti e determinati - così come mi pare si debba fare -, indubbiamente quest'opera potrà essere realizzata, e dovrà essere realizzata nell'interesse non soltanto di un'area o di un asse, ma di tutto il Paese e in modo particolare, io ritengo, anche del nostro meridione. COPPOLA Michele (Vicepresidente) La parola al Consigliere Moretti. MORETTI Gabriele Il Gruppo dei Moderati non può che concordare con il discorso del Sindaco Chiamparino. Riteniamo anche noi che questa occasione non possa essere persa.Ora, non voglio ripetermi nell'elencare tutti i buoni motivi e le opportunità che ci spingono ad essere d'accordo con l'attuazione della grande opera, però tengo a ribadire con fermezza il nostro pensiero. La TAV si deve fare. L'abbiamo promesso ai nostri elettori nel programma. Quindi, diamo un termine preciso ai tavoli di concertazione. Non aspettiamo referendum o altri comitati spontanei. Assumiamoci la responsabilità di aiutare lo sviluppo di Torino. COPPOLA Michele (Vicepresidente) La parola al Consigliere Angeleri. ANGELERI Antonello Intervengo per chiedere l'opportunità di una convocazione della Conferenza dei Capigruppo, perché la minoranza avrebbe sottoscritto una mozione che vorremmo presentare in Consiglio Comunale e, sapendo che il Regolamento non prevede che una mozione presentata adesso possa essere inserita nell'ordine del giorno, chiederei una Conferenza dei Capigruppo molto breve, se è possibile, vista la discussione che si è tenuta in quest'Aula fino ad ora. COPPOLA Michele (Vicepresidente) In sostanza, il Regolamento ci impedisce tassativamente di accettare un documento collegato ad una proposta di deliberazione eventualmente trattata o discussa.Questa è un'interpellanza generale, per cui il Regolamento ci autorizza ancor meno ad immaginare percorsi di differente natura.Dopo la replica del Sindaco, quello che posso fare è chiedere ai Capigruppo di avvicinarsi al banco della Presidenza per individuare un percorso da condividere. ANGELERI Antonello (Intervento fuori microfono). COPPOLA Michele (Vicepresidente) Sì, la ringrazio: In effetti, sull'ordine dei lavori eravamo assolutamente in sintonia.La parola, per la replica, al Sindaco. SINDACO Come spesso avviene, nella replica ci sono più spunti per considerazioni di quanti, in genere, ve ne siano, di fatto, nelle comunicazioni, quindi, cercherò di contenere il mio intervento, ma qualche minuto ve lo dovrò prendere.Dico subito che, qualora i Capigruppo trovassero le modalità, compatibili con il Regolamento, per approvare, in questa o in altre sedute, un documento che rafforzi la posizione dell'Amministrazione su questo tema, non potrei che plaudire, perché ritengo che tutto possa essere utile, purché non appartenga al puro gioco della politica e, quindi, non parli soltanto alle forze sedute su questi banchi o su altri banchi ancora più autorevoli di questi, ma anche, possibilmente, ai protagonisti di questa vicenda. Quindi, se si riesce a far questo, da parte mia non può che esserci un incoraggiamento.Al di là della ricostruzione etimologica, di cui ringrazio il Consigliere Buttiglione - io ho studiato ragioneria, quindi mi muovo più con difficoltà in questa materia -, il problema non è decidere, ma è realizzare una decisione già presa. Pur essendo diplomato in ragioneria, questo mi sento di poterlo affermare con certezza.Quindi, la decisione è presa, il problema è come realizzarla, ma anche voi l'avevate già presa. Cioè, qui la decisione è stata presa dai Governi della Francia e dell'Italia, che nel frattempo hanno cambiato colore politico, ed è stata ratificata dai Parlamenti e dal Parlamento Europeo. Per cui i Governi hanno fatto proprio tutto. Quindi, la decisione è presa. È presa. Cioè, si tratta di discutere come si realizza. Credo che su questo possiamo convenire.Da questo punto di vista, per realizzare questa decisione, a mio parere, bisogna evitare di riproporre, sic et simpliciter (questo posso permettermelo anche da Ragioniere, perché è facile e si legge anche sui giornali), la situazione di sei mesi fa, perché a quel punto è evidente che, laddove ci sono opposizioni in buona fede, non gli si offre la possibilità di riflettere; laddove ci sono opposizioni pregiudiziali, è come invitarli a nozze, con un tappeto rosso, a ribadire il "No".Nella logica di realizzare, a me sembrerebbe segno di intelligenza politica vedere se ci siano possibilità di offrire spazi di discussione e di negoziazione all'interno di paletti stabiliti, che sono quelli secondo i quali, da un lato, non ci può non essere il traforo di base, perché se non c'è il traforo di base stiamo parlando di un'altra cosa, dall'altra parte, che ci sia il coinvolgimento pieno del nodo di Torino, sia per i passeggeri che per le merci, con un investimento logistico, la cui collocazione discutiamo. Noi abbiamo indicato Orbassano, perché è quello già esistente, ma possiamo discuterne.Da questo punto di vista, non voglio polemizzare, però qui stiamo affrontando una situazione indubbiamente specifica e particolare; probabilmente, in condizioni di "normalità", fra virgolette, la procedura della Legge Obiettivo sarebbe stata più celere, non c'è ombra di dubbio.In condizioni politicamente specifiche e, per certi aspetti, straordinarie, io non so quale sia meglio, e mi rivolgo al Consigliere Angeleri; quello che tutti e due constatiamo è che, finché si è trattato di una Legge Obiettivo, non è andata avanti, e quindi partiamo di lì. La mia non è una critica, è semplicemente la constatazione di un fatto. ANGELERI Antonello (Intervento fuori microfono). SINDACO È vero, però è anche vero che nella procedura ordinaria c'è da tre mesi, non di più. Quindi, insomma, prima di poter dare lo stesso giudizio di una Legge Obiettivo, in cui il progetto è stato cinque anni, c'è una certa differenza.Evito le polemiche, anche se mi ero segnato tante cose; quando si parla di realizzazione di un'opera, è molto facile. Il Consigliere Carossa sa meglio di me che lì è andato Borghezio a dire la sua: non manca mai da nessuna parte. Carena, come è già stato ricordato, credo appartenga ancora al suo raggruppamento politico, anche se mi dicono che non... (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Ecco, appunto.L'epica Coltivatori Diretti, dai tempi della Torino-Pinerolo, passando per l'autostrada Torino-Bardonecchia, per arrivare all'Alta Velocità, è sempre stata all'avanguardia nel contrastare.La realizzazione di un'opera si scontra con una serie d'interessi particolari e di posizioni politiche contrarie, che, quanto più è importante l'opera, più sono significative e più vanno affrontate con l'intelligenza che richiede la decisione complessa.Prima di passare rapidamente ad altri due punti, vorrei fare al Presidente Castronovo alcune precisazioni. Intanto, lo ringrazio per le citazioni (che, peraltro, conoscevo), però questo dimostra che il Sindaco non si circonda di yes men, ma discute e sa che discutere un piano strategico presuppone tanti punti di vista; il fatto che ci siano consulenti, o meglio, collaboratori (perché non prendono neanche un Euro) con idee diverse su un tema strategico, o in parte diverse da quelle del Sindaco, è segno che non ci circondiamo solo di chi dice sì.Mi spiace correggerla, Presidente Castronovo, sul liberismo, però mi sarei aspettato da lei, esponente di Rifondazione Comunista, una maggiore attenzione critica ai limiti del liberismo, perché se c'è una cosa che insegna la posizione di quella che io chiamo "l'Internazionale bocconiana" su questo tema, è proprio il fatto che si guardi soltanto al minor costo delle merci nella competizione internazionale, senza considerare il costo ambientale e senza considerare che c'è una terza via fra il non considerare il costo ambientale, considerarlo solo a carico dei consumatori (come postula la teoria marginale dell'economia) e quella che prevede che lo Stato, invece, se ne faccia carico nel lungo periodo, intervenendo e modificando certamente il quadro di mercato. Questo è uno di quei casi in cui il riformismo, persino quello più radicale (al quale voi vi ispirate), dovrebbe scendere in campo con vigore. Francamente, questo mi stupisce.Al di là della considerazione in punto di dottrina, la cosa che vorrei dire è un'altra: a me sembra molto importante la discussione che c'è stata oggi, perché ha visto vaste convergenze attorno al fatto che questa sia un'opera strategica per il futuro di Torino, prima ancora che per l'Italia. Lo dico con franchezza: spero di non arrivare mai, durante questi cinque anni, a dover metter su un piatto della bilancia questa maggioranza e, sull'altro, una decisione sulla realizzazione della TAV, con le condizioni che ci saranno. Voglio essere molto chiaro: se si dovesse arrivare a questo, io scelgo gli interessi della città, con tutti i rischi e le implicazioni che si potranno avere. Non lo dico per fare un ricatto sul futuro - lungi da me -, o per lanciare ammonimenti, ma perché sia trasparente il quadro in cui ci muoviamo su un tema che considero strategico.Penso che sia possibile non arrivare a questa situazione, per le ragioni che ho detto prima e per la proposta che ho cercato di fare. Ritengo che si possa arrivare ad una situazione in cui ci sia un'intesa che riduca l'area del dissenso e permetta di realizzare l'opera sapendo che non tutti sono d'accordo. Non sto parlando dell'unanimità, perché non ci sarà, ma della realizzazione dell'opera a maggioranza e, da questo punto di vista, ne approfitto per dire - non l'ho detto prima, ma ci tengo - che non è scritto da nessuna parte che la Conferenza dei Servizi debba deliberare il proprio parere all'unanimità.La Conferenza dei Servizi delibera un parere - abbiamo avuto esempi, vedi la Torino-Milano, in cui l'allora Ministro dei Trasporti Bersani, ad un certo punto, assunse il parere a maggioranza dei componenti la Conferenza -, dopodiché la Conferenza assegna il suo parere e, poi, la decisione spetta agli organismi che ne hanno la titolarità (il CIPE e i Ministeri). Questa è un'altra questione di fondamentale importanza, perché è chiaro che l'unanimità non ci sarà mai. Io ragiono nell'ottica di ridurre l'area del dissenso, in maniera tale da renderlo democraticamente sostenibile.Prima di concludere vorrei sottolineare un paio di questioni di merito. Mi riferisco, in particolare, agli interventi dei Consiglieri Domenico Gallo e Luca Cassano. Sempre su questo tema, il Consigliere Buttiglione e molti altri mi incoraggiano ad osare di più, ad enfatizzare di più. Al di là del fatto che ognuno ha i suoi stili e che credo siano pochi coloro che in Piemonte non sappiano che sono a favore della TAV, potrei simpaticamente proporre di fare un blitz notturno sul Musinè, per incellofanarlo con un grande "sì TAV". Non coinvolgerei tutto il Consiglio, in modo assumerne solo io la responsabilità, però credo sia difficile trovare forme per rendere ancora più nitida la posizione dell'Amministrazione. Se potesse servire una mozione - ripeto -, purché finalizzata a parlare all'esterno, ben venga.Voglio dire (sempre per dimostrare che, su un certo livello di citazioni, sono preparato) "timeo Danaos...", quando sento gli interventi dei Consiglieri Ravello e Ghiglia.Secondo me, sarebbe utile se il ruolo di referente, di coordinatore dell'attività del Governo di cui parlavo prima l'assumesse la Presidenza del Consiglio, attraverso l'onorevole Letta (come ho suggerito io), o attraverso, comunque, chi ritengono più opportuno, purché sia una persona con sufficienti autorevolezza e legittimità politica. Se si volesse dare questo mandato ad un rappresentante locale, mi sembra che, più del sottoscritto, sarebbe il Presidente della Regione quello ad averne la titolarità ed il livello giusto. Io, comunque, non mi sottraggo a nulla, però mi sembrerebbe abbastanza improprio un ruolo di questo genere, per il quale, comunque, ringrazio per la fiducia, al di là di qualsiasi dietrologia, il Gruppo di Alleanza Nazionale.Passo alle considerazioni di merito. Scusate se la metto così, lo dico proprio in amicizia al Consigliere Domenico Gallo e, in particolare, al Consigliere Zanolini, che, insomma, fa il medico e lo conosco da quando era il mio medico militare e mi curava quando facevamo le marce a San Candido, a Sesto Valpusteria. Spero che in trent'anni di professione lei sappia che i rischi dell'amianto esistono, ma sa anche che ci sono modi per evitare che questi rischi si propaghino alla popolazione. Sa meglio di me che esistono metodi appositi (li stanno applicando al Gottardo) per trattare questi materiali nocivi; capisco la preoccupazione, ma abbiamo maturato anche le tecniche per evitare gli effetti che ha il minerale di amianto quando viene spostato, quando viene trattato.Scusate, ma stiamo parlando di un treno. Lasciatemelo dire così: stiamo parlando di un treno! Mi viene chiesto continuamente quali saranno gli effetti fra vent'anni, quali saranno gli scenari e le ricadute! Ma stiamo parlando di un treno!Stiamo, semplicemente, parlando di un treno che, probabilmente, non è il più avanzato che si possa concepire oggi per vederlo in funzione fra 12 o 15 anni, non stiamo parlando della bomba atomica!Stiamo parlando del fatto che c'è una ferrovia vecchia di 140 anni che necessita di essere rinnovata e, quindi, credo sia sensato rinnovarla con tecnologie e modalità che permettano che duri per altri cent'anni e non con tecniche e modalità che facciano sì che fra 20 o 25 anni bisognerà rimetterci le mani!Ha ragione Manghi quando fa quell'elucubrazione sulle strategie e la difficoltà ad individuare gli scenari, ma sono io il primo a saperlo! Ringrazio sempre il mio maestro, quello con cui ho preparato la tesi di econometria, che mi ha insegnato che la prima cosa di cui bisogna diffidare sono le previsioni econometriche.Proprio per questo motivo, ripeto la battuta che ho già fatto: se nel 1864 si fossero affidati agli scenari prospettici sul trasporto, avrebbero raddoppiato la mulattiera del Moncenisio, non facevano il traforo del Frejus! Ora, siamo in situazioni analoghe: siamo noi che dobbiamo aprire gli scenari e che li costruiamo, poi gli econometrici ci spiegheranno quali saranno gli effetti; ora, stiamo discutendo su questo.Insomma, ritengo giusto chiedere tutte le garanzie, le condizioni perché questo avvenga nel modo meno impattante con l'ambiente: la vera compensazione per la Val di Susa non significa avere pochi soldi per costruire un teatro, ma la vera compensazione è un piano finanziato, gestito dalla Val di Susa per la ricostruzione ambientale complessiva della Valle, che sia in grado di rimettere in sesto le sue potenzialità turistiche.Per quanto riguarda la contrapposizione, nella Finanziaria sono previsti 4 miliardi di spesa, di cui 2 per l'Alta Velocità e 2 per il sistema delle infrastrutture e, allora, perché contrapporre cose che non si possono contrapporre? Le risorse ci sono: i pendolari arrivano in ritardo, perché i nodi ferroviari non assorbono più e l'Alta Velocità serve esattamente a questo. Non ha nessun senso avere il sistema ferroviario metropolitano di Torino, la cintura merci di Torino se non c'è il collegamento con Lione. Non ha nessun senso, sono soldi sprecati. Su questo bisogna ragionare a sistema!Invito, quindi, a riflettere su questo aspetto e non ho nessuna difficoltà a dire ad una parte della mia maggioranza, che, a mio modo di vedere, non ha ancora ben chiaro le connessioni fra le diverse parti di un sistema di modernizzazione che esalti davvero il trasporto pubblico. Questo è l'invito che, molto sommessamente, mi permetto di fare, cioè non c'è nessuna contrapposizione tra queste cose. Nessuna, assolutamente, nessuna!Noi possiamo intervenire sul sistema, sui treni a breve raggio, da quelli metropolitani a quelli regionali, migliorare i percorsi, migliorare la tracciabilità, rendere migliore il funzionamento se riusciamo a fare delle linee che incanalino i grandi flussi di trasporto, sia per le merci sia per le persone.In conclusione, penso che le Commissioni di inchiesta possano essere utili a condizione che non blocchino, questa è l'unica cosa che io mi sento di aggiungere; va sempre bene approfondire e conoscere. Può servire a correggere, ma la condizione è che non ci sia un prima o un poi, altrimenti, mi auguro che il Parlamento non accetti, perché, se poi si tratta, invece, di fare un'inchiesta parlamentare che va in parallelo, può sempre essere utile e può fornire indicazioni utili.Infine, per quanto riguarda i referendum, mantengo la mia posizione. Se facciamo un referendum a Torino, apriamo una guerra di referendum, perché a quel punto Venaus fa il suo referendum, un altro Comune fa il suo; e poi?Se alla fine di una procedura, sarà necessario rafforzare un esito, allora sono anche disposto a considerare un referendum, per quello che mi riguarda, con l'unica condizione che non sia solo in Val di Susa, perché, Consigliere Cassano, va benissimo che loro abbiano un maggiore interesse, ma l'interesse l'abbiamo noi e anche tutti.Penso sia una logica devastante quella secondo la quale una qualsiasi parte del territorio possa avere in mano un potere di veto determinante su un'opera che interessa tutto un Paese. Perché, se generalizziamo questa cosa, non si governa più!Quindi, referendum si, ma deve essere un referendum che, ripeto, come minimo, abbia attenzione a tutta quella popolazione che è interessata da questo anello particolare del quinto Corridoio, che è quello che lega Torino a Milano e Torino a Lione, come massimo, debba riguardare l'intero Paese.Quindi su questo, soprattutto sulla prima versione, sono pronto ad impegnarmi, se sarà utile, tuttavia, eviterei di lanciare proclami sui referendum che rischiano, ripeto, di aprire una guerra e di offrire pretesti a chi in realtà non vuole avere una discussione seria ed approfondita e, soprattutto, finalizzata a far partire questo progetto che anch'io penso sia strategico per la nostra città e la nostra regione. COPPOLA Michele (Vicepresidente) L'interpellanza generale è discussa. |