Interventi |
CERUTTI Monica (Consigliere f.f. di Vicepresidente) Passiamo alla discussione dell'interpellanza n. mecc. 200606652/02, presentata in data 18 settembre 2006, avente per oggetto:"Sospensione dei lavori di raddoppio del CPT di Corso Brunelleschi"I sottoscritti Consiglieri Comunali,PREMESSO CHE- a seguito della visita della Commissione governativa al CPT di Corso Brunelleschi, avvenuta su incarico del Ministro dell'Interno Amato in data 13 settembre 2006, l'ambasciatore ONU Offan De Mistura ha sottolineato presso gli organi di stampa la necessità di superare strutture quali il CPT in coerenza con l'evoluzione della situazione europea in materia, ha espresso perplessità sul "raddoppio" del CPT torinese e ha preannunciato un rapporto dettagliato al ministro Amato con ampio spazio sullo stesso CPT;- il costo della nuova struttura "di raddoppio", da ritenersi ormai obsoleta, ammonta a 11 milioni di Euro più IVA, attinti alle risorse pubbliche;CONSIDERATO CHE- le associazioni presenti alla visita della Commissione hanno presentato, attraverso l'ASGI, richiesta di moratoria del progetto di raddoppio del CPT in attesa del riesame della Legge Bossi-Fini;- la Circoscrizione 3, già dalla data del 27 giugno 2006, ha espresso unanime posizione contraria al "raddoppio";INTERPELLANOIl Sindaco e l'Assessore competente per sapere:1) qual è il ruolo che l'Amministrazione Comunale intende assumere sulla questione;2) se non sia opportuno un intervento della stessa presso gli organismi competenti per richiedere l'immediata sospensione dei lavori di raddoppio. F.to Maria Teresa Silvestrini Luca Cassano Antonio Ferrante CERUTTI Monica (Consigliere f.f. di Vicepresidente) La parola, per la risposta, al Sindaco. SINDACO Credo di non anticipare i tempi se dico che ho l'impressione che gli interpellanti non si dichiareranno soddisfatti della mia risposta.Farò due constatazioni di tipo generale. La prima: credo di conoscere le posizioni degli interpellanti, quantomeno del Partito a cui fanno riferimento ed io, all'opposto di quanto pensano loro, ritengo che, in linea generale, non sia possibile concepire una politica di ospitalità ed integrazione in cui non ci sia una qualche forma di struttura che serva per intervenire, anche in senso repressivo, non solo nei confronti non di coloro che genericamente compiono reati, ma di chi viola le norme sull'immigrazione. Questa è la ragione per la quale a suo tempo, attraverso la Legge Turco-Napolitano, furono istituiti i Centri di Permanenza Temporanea.Essendo stato audito dall'Ambasciatore Offan De Mistura, mi permetto di dire che l'interpretazione data nelle premesse dell'interpellanza è solo un'interpretazione, nel senso che non mi è parso di cogliere, nell'Ambasciatore, un atteggiamento teso a superare, in coerenza con le normative europee, il Centro di Permanenza Temporanea, a meno che non si intenda con questo che, essendo strutture temporanee, dopo aver fronteggiato i momenti in cui i processi migratori sono patologici, nel momento in cui diventino fenomeni fisiologici, che rientrano all'interno delle normali dinamiche dei controlli di frontiera, viene a mancare la funzione di gran parte di questi centri.Quindi, se con superamento si intende questo è un conto e credo che sia l'interpretazione giusta di ciò che ha detto l'Ambasciatore; se per superamento si intende la chiusura dell'attuale struttura così com'è, mi permetto di dire che non corrisponde a quanto ho sentito durante il confronto diretto che ho avuto con l'Ambasciatore e con altri componenti della Commissione.Invece, è diverso lavorare per un diverso assetto dei Centri di Permanenza Temporanea, nei quali, a fianco delle funzioni di detenzione amministrativa finalizzate alla repressione dei reati relativi alle leggi sull'immigrazione e non genericamente ai reati, che poi naturalmente vanno gestiti con intelligenza. È chiaro che il caso, di cui ho letto questa mattina, dell'archeologa bulgara che è stata accompagnata al CPT di non so più dove, è un caso di gestione poco intelligente di una legge, perché qualsiasi legge, se è gestita in modo piattamente burocratico, può provocare paradossi.Un conto è pensare al superamento come all'affiancamento, accanto alla funzione detentiva con quelle caratteristiche, di una parte dello stesso centro più aperta a quelle funzioni che potrebbero riguardare direttamente la Città (penso all'Anagrafe, agli uffici casa, agli uffici del lavoro) e che potrebbero, anche se si è in termini di informazione ed in termini di esecuzione di alcune procedure, aiutare l'accesso ai diritti da parte delle persone non detenute, che, come succede, possono essere in un'area grigia dei processi migratori.L'esempio più classico è quello di chi arriva nel nostro Paese con il visto turistico e quando il visto turistico scade si trova in una zona grigia, della quale probabilmente alcuni sono a conoscenza, mentre altri si trovano in una situazione di clandestinità senza saperlo. Una struttura che serva come informazione, come accompagnamento all'accesso ad alcuni diritti potrebbe essere un modo che contempera le esigenze detentive, in questa fase non eliminabile, e al tempo stesso evita che i più, inconsapevolmente, cadano nella clandestinità, perché semplicemente non hanno le informazioni ed i punti di riferimento necessari.Se per superamento si intende una diversa concezione dei Centri di Permanenza Temporanea, allora ci può essere un'intesa. Posso dire che sia l'Ambasciatore Staffan De Mistura sia il Ministro Amato (con il quale ho avuto modo di parlare prima ancora che partisse il lavoro della Commissione), consideravano questa come un'ipotesi su cui lavorare (non dico né bella né brutta, né interessante né inutile, ma un'ipotesi su cui lavorare), tant'è che proprio durante la mia audizione se n'è discusso in Commissione anche con dei pareri diversi fra i Commissari.Quindi, so bene che il CPT di Corso Brunelleschi è stato realizzato nel 1999 sotto una spinta di emergenza allora presente. Mi ricordo benissimo l'assemblea infuocata al Teatro Massaua; ho particolare memoria dell'Onorevole Borghezio che capitanava un certo tipo di iniziativa contro l'immigrazione e la clandestinità e dall'altra parte Domenico Carpanini che, insieme alle autorità ed al Prefetto, aveva individuato e difeso la scelta di Corso Brunelleschi con una scadenza, il 2003, entro la quale c'era l'impegno a trovare un'altra sistemazione (e non a chiuderlo).Insieme all'allora Prefetto Catalani e all'allora Questore Nicola Cavaliere, ci eravamo immediatamente mossi per mantenere l'impegno e avevamo individuato alcuni siti alternativi, tra i quali alcuni furono immediatamente non considerati, perché erano terreni vergini, green fields, che richiedevano interventi eccessivamente costosi e problematici (non dimentichiamoci che la competenza è del Ministero degli Interni e della Prefettura). In altri casi, invece, si trattava di Araba Fenice, ad esempio il famigerato Lombardore, che, ancora oggi, viene proposto ogni volta che bisogna trovare una soluzione che consenta di dire che è necessario un sito, ma non a Torino; in realtà Lombardore non è mai esistito in nessun programma di nessuna Prefettura e di nessun Ministero in nessun dibattito.L'unica area che poteva prestarsi meglio di Corso Brunelleschi era quella che avevamo individuato in Via Bologna, perché è sita in città, ma è distante dalle abitazioni, con delle strutture in muratura che con una certa spesa si sarebbe potuto riattare e mettere in condizioni di vivibilità, con ampi spazi, che avrebbe permesso anche di configurare quanto dicevo prima a proposito di affiancare alla funzione detentiva anche una funzione aperta alla Città.Naturalmente, appena la notizia si diffuse (mi pare che fosse il 2003), ci furono infuocate assemblee in quella Circoscrizione e tutti i Partiti dell'arco costituzionale e non costituzionale, sostennero le loro tesi con qualche differenza: chi sosteneva che il CPT fosse necessario, ma non a Torino, chi che fosse necessario, ma non in quell'area, chi che non fosse necessario. Questi ultimi erano i più coerenti, visto che avevano un'impostazione politica secondo la quale il CPT non ci debba essere e che la politica di immigrazione si fa senza nessuna funzione di respingimento - anche se non sono d'accordo -. Ma se altre forze sostengono con viva forza che il CPT non basta e bisogna farne di più, che bisogna mettere tutti dentro e poi, appena si arriva al dunque, si dice che bisogna farlo da un'altra parte, non se fa più nulla e, giustamente, il Prefetto, anche con il nostro avallo, ha deciso di utilizzare le risorse che nel frattempo (circa due anni) il Ministero aveva stanziato (perché fino ad allora le risorse non c'erano e questa fu una delle ragioni per cui non decidemmo di fare una forzatura), quando ci furono le risorse si decise di fare l'unica operazione a quel punto sensata, cioè un miglioramento radicale dell'attuale struttura con un allargamento che permetta maggiori spazi per chi ci vive e per chi ci lavora ed anche per quelle esigenze che (e questo io l'ho detto alla Commissione), fintanto che dovremo farci carico anche di esigenze di altre regioni, sono ineludibili. Certo, se ci fosse un indirizzo da parte del Ministro Amato per cui i CPT si fanno carico solo delle esigenze non dico della città, ma della regione in cui sono inseriti, non avremmo bisogno dell'ampliamento a cui si sta lavorando; però, fintanto che ci facciamo carico di esigenze della costiera romagnola, per fare un esempio, è chiaro che, se si vuole conciliare l'utilità della struttura con la vivibilità minima sia per chi ci è ospitato sia per chi ci lavora, l'allargamento è necessario ed ineludibile.Quindi, noi che cosa facciamo? Consapevoli di non aver mantenuto un impegno che era stato preso, lavoriamo sulle compensazioni che è possibile dare alla Circoscrizione: da tempo immemore è aperta una questione sul prolungamento di Parco Ruffini con il recupero dell'area del demanio militare, al di là di Corso Brunelleschi e al contempo l'apertura di un collegamento viario che colleghi Strada Antica di Grugliasco con Corso Brunelleschi evitando l'intasamento su Via Monginevro. Anche con l'aiuto del Prefetto, stiamo cercando di ottenere questi terreni per poter realizzare questi interventi che sono delle compensazioni e comunque vanno incontro ad un'esigenza che, indipendentemente dalla presenza del CPT, esiste in quella zona.Per concludere, credo che prendere posizioni, come ha fatto qualcuno, per la sospensione dei lavori, sarebbe sbagliato per la semplice ragione che quel Centro di Permanenza Temporaneo deve ancora funzionare, ma funzionerebbe in condizioni obiettivamente vicine alla soglia dell'inagibilità e svolgerebbe male le proprie funzioni sia per chi è ospitato sia per chi ci lavora.Ripeto, quindi, che salvo strategie di lungo periodo, salvo divergenze politiche (che sono del tutto legittime) e salvo la possibilità, nel medio e lungo periodo, di trovare altre soluzioni, che progressivamente portino ad un cambiamento di natura ed anche ad un superamento dei CPT, in funzione del fatto che la politica di immigrazione rientri nella fisiologia dei rapporti fra i Paesi, credo che sarebbe sbagliato interrompere un adattamento minimo alle esigenze di una struttura che purtroppo è ancora necessaria, perché avrebbe conseguenze negative per tutti, a cominciare da chi vi deve essere detenuto. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) La parola al Consigliere Silvestrini. SILVESTRINI Maria Teresa Ringrazio il Sindaco per la sua risposta che, in parte, è diversa dalle intenzioni di noi interpellanti.Farò due osservazioni. Sulla parte generale, c'è il discorso di come le leggi sull'immigrazione siano in via di redifinizione e gli studiosi più autorevoli di questa materia ritengono che non si possano risolvere i problemi posti dall'immigrazione con dei provvedimenti di segregazione, ma con accordi internazionali tra Paesi. Se diciamo che ci sono persone che violano le leggi sull'immigrazione, dobbiamo anche tenere conto che molti di coloro che lavorano attualmente in Italia (magari come badanti in famiglie della Torino "bene"), non avendo la possibilità di accedere ai flussi, sono nella condizione di rientrare in un CPT.Quindi, di fatto, sono persone che violano le leggi sull'immigrazione, tanto che il Prefetto sostiene che nel CPT vengono accolte persone che hanno precedenti penali o precedenti con la giustizia e non semplicemente coloro che hanno violato le leggi sull'immigrazione, ma hanno anche fatto altri tipi di reati. Qual è la popolazione che viene rinchiusa nel CPT? Non sono tutti coloro che hanno violato le leggi sull'immigrazione, in realtà sono una popolazione diversa. In parte, ci sono coloro che sono finiti casualmente nelle maglie dell'ordine pubblico ed in parte coloro che sono usciti dal carcere, mentre tutti coloro che stanno lavorando in Italia, ma sono senza permesso di soggiorno, quindi violano le leggi sull'immigrazione, con una nuova regolazione dei flussi, con la liberalizzazione dei transiti dei Paesi neocomunitari, dovrebbero diminuire, di conseguenza, c'è una tendenziale diminuzione della popolazione che viola le leggi sull'immigrazione; questo era il ragionamento.Per coloro che, invece, non solo violano le leggi sull'immigrazione, ma violano anche le leggi del Paese di accoglienza, è chiaro che ci devono essere delle procedure che prevedano il rimpatrio. La soluzione a questo tipo di problema si deve trovare in collaborazione con i Paesi di origine attraverso accordi internazionali.Dato che stiamo sempre parlando della parte generale, mi permetto di comunicare al Consiglio, e alla Giunta, che esistono allo studio dei progetti per aiutare l'accompagnamento di queste persone che escono dal carcere e devono essere rimpatriate. Progetti di accompagnamento, come, ad esempio, quello che ho ricevuto stamattina (che trasmetterò all'Assessore competente ) da parte di un'associazione, un progetto 4P per il rimpatrio accompagnato. Non è necessario, quindi, che le persone vengano rinchiuse; basta studiare dei meccanismi e dei sistemi che in parte sono già presenti.Per quanto riguarda il raddoppio della struttura, che è la parte concreta, devo dire che l'immagine del raddoppio, di fatto, rappresenta un luogo di detenzione, un carcere, perché ho ascoltato la relazione del Funzionario del Ministero delle Infrastrutture che lo ha progettato come se fosse una struttura di massima sicurezza: è un vero e proprio carcere, quella che possiamo chiamare una struttura di segregazione.Se ragionassimo sulla tipologia di chi va in quella struttura di segregazione, ci renderemmo conto che si tratta di cittadini non italiani e se seguissimo il ragionamento dovremmo dire che quello è un carcere su base etnica, su base nazionale, il che, a mio modo di vedere, contraddice i principi di uguaglianza nell'erogazione della giustizia, costruito in mezzo alla nostra città.Questa è una considerazione di principi generali dal punto di vista ampio, dal punto di vista di come concepiamo la giustizia.Quindi, il discorso è questo: raddoppiare il CPT costa molto, 11 milioni di Euro più IVA, cioè circa 13 milioni di Euro.Le politiche di rimpatrio hanno dei costi.Mi chiedo se, in questo momento, sia proprio necessaria una struttura di massima sicurezza o se non sia, invece, sufficiente una struttura di altro tipo, che consenta sia di ospitare temporaneamente coloro che devono essere rimpatriati, sia di accogliere chi ha problemi con i permessi di soggiorno. Non penso, naturalmente, ad un carcere, cioè non dev'essere una struttura di segregazione messa in mezzo alla nostra città, perché, anche dal punto di vista sociale, sappiamo benissimo che, per favorire l'integrazione, non si possono costruire luoghi di segregazione.Queste sono le considerazioni sull'argomento che mi sembrano significative: in sostanza, abbiamo in mente l'idea della città europea, dove è bello vivere e lavorare (quindi dobbiamo limitare i luoghi sopra citati).Ultima considerazione: nella nostra città, noi pratichiamo una politica di welfare che si basa sulla cura della persona nei confronti dei cittadini italiani, ma anche stranieri. Non capisco perché, all'interno della città, debba esserci un'enclave in cui questi criteri e queste pratiche (che, comunque, sono quelli che assicurano i diritti umani di tutti) siano temporaneamente sospesi.Questo è il punto di vista mio e del mio Gruppo sull'argomento.Per quanto riguarda l'interpellanza, riterrei utile riprenderla (se tecnicamente possibile) nel momento in cui la Commissione governativa (che ha sei mesi di tempo) esporrà i suoi risultati al Ministro Amato. Potrebbe essere un utile percorso di discussione sul tema. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) Il Consigliere Silvestrini chiede che, nel momento in cui saranno rese note le risultanze dell'inchiesta che, a livello nazionale, si sta conducendo sulla materia, sia affrontato il risultato di quell'inchiesta in una riunione specifica di Commissione, dove si potrà affrontare, per affrontarla, esaminarla e verificare se e come, nell'azione amministrativa del nostro Comune, si possano modificare alcune tendenze, oppure se debbano essere riconfermate.Il Consigliere, che credo seguirà con attenzione l'iter procedurale dell'inchiesta, nel momento in cui verrà a conoscenza della conclusione dell'inchiesta, senza ulteriori passaggi burocratici, chiederà l'acquisizione degli atti alla Commissione competente ed, eventualmente, in un momento successivo, una discussione.Diamo ora la parola al Sindaco, per una breve replica; al termine del suo intervento, sospenderemo i lavori per riunirci in Conferenza dei Capigruppo.L'appello si terrà tra venti minuti o, al più tardi, tra mezz'ora.La parola al Sindaco. SINDACO Credo che la discussione e le argomentazioni del Consigliere Silvestrini meritino senz'altro alcune considerazioni.Quanto da lei riferito sulle badanti è fondamentalmente vero (anche se qualche sbaglio c'è) e conferma che la legge è applicata e non è gestita tanto male. Cito il caso della ragazza morta all'Argentario, che qui in Italia lavorava, pur essendo formalmente clandestina.Nei CPT ci sono persone considerate socialmente pericolose, o perché escono dal carcere o perché hanno talmente tanti "alias" da essere considerate tali.Sul piano del dibattito generale, dico soltanto che, se prendiamo ad esempio Zapatero, dobbiamo farlo sempre. Non c'è solo il Zapatero che fa comodo, quando riconosce le coppie di fatto, oppure il Zapatero che non fa comodo, quando decide di espellere 800.000 clandestini. Allo stesso modo, gli studiosi vanno letti tutti. Ad esempio, Marzio Barbagli, studioso di questi temi di centro-sinistra, propone esattamente il contrario di quanto sostenuto dal Consigliere Silvestrini, cioè norme più rigide per l'espulsione, quindi CPT che funzionino meglio e in tempi più brevi, e, al tempo stesso, anche politiche di diritti e di integrazione.Sono, poi, d'accordo con lei, Consigliere, quando sostiene la necessità di far entrare maggiormente i diritti individuali all'interno del CPT, così come credo debbano maggiormente entrare nelle carceri, nel senso che non ci può essere un'isola, seppur destinata alla detenzione, in cui i diritti individuali delle persone sono tenuti fuori.Si tratta di un problema di gestione: è chiaro che, da questo punto di vista, non ci può che essere un impegno alla vigilanza. Dopodiché, ne ridiscuteremo; se, poi, la Commissione dirà di sospendere i lavori, se lo dirà il Ministro (essendo una sua competenza), noi non potremo che prenderne atto.Ho partecipato ad un'assemblea di commercianti di Porta Palazzo, che mi hanno segnalato che, in concomitanza con le partite di calcio (cioè quei momenti in cui la Polizia si trasferisce allo stadio), lo spaccio in quell'area aumenta pericolosamente. Ad essi ho risposto dicendo che occorre intensificare i controlli e che mi impegnerò, nei limiti del possibile, ad evitare che il calcio metta a repentaglio la sicurezza delle persone che vanno a fare la spesa al mercato di Porta Palazzo. Voglio, però, poter anche dire, quando lo scippatore o lo spacciatore vengono colti sul fatto, che ci sono le strutture e le procedure per affrontare la situazione: se necessario il carcere, il carcere, se è necessaria l'espulsione, la possibilità di attuarla, con tempi e modalità certi.In genere, tendo ad evitare di parlare linguaggi diversi, a seconda dei contesti nei quali mi trovo. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) L'interpellanza è discussa.Al termine della fase dedicata alla discussione delle interpellanze dell'adunanza odierna, il Presidente CASTRONOVO Giuseppe ha accertato, a mezzo del Segretario, l'esistenza del numero legale.Verificata l'esistenza del numero legale, il Presidente ha dichiarato aperta la seduta, alla quale sono intervenuti, oltre al Presidente CASTRONOVO Giuseppe ed al Sindaco CHIAMPARINO Sergio, i Consiglieri:ANGELERI AntonelloBONINO Gian LuigiBUQUICCHIO AndreaBUSSOLA CristianoBUTTIGLIONE RoccoCALGARO MarcoCANTORE DanieleCAROSSA MarioCASSANO LucaCASSIANI LucaCENTILLO Maria LuciaCERUTTI MonicaCOPPOLA MicheleCUGUSI VincenzoCUNTRO' GioacchinoCUTULI SalvatoreFERRANTE AntonioFERRARIS Giovanni MariaGALASSO EnnioGALLO DomenicoGALLO StefanoGANDOLFO SalvatoreGENISIO DomenicaGENTILE LorenzoGHIGLIA AgostinoGIORGIS AndreaGRIMALDI MarcoLAVOLTA EnzoLEVI-MONTALCINI PieraLO RUSSO StefanoLONERO GiuseppeLOSPINUSO RoccoMAURO MassimoMINA AlbertoMORETTI Gabriele OLMEO GavinoPORCINO GaetanoRATTAZZI Giulio CesareRAVELLO RobertoSALINAS FrancescoSALTI TizianaSBRIGLIO GiuseppeSCANDEREBECH FedericaSILVESTRINI Maria TeresaTEDESCO GiulianaTROIANO DarioTRONZANO AndreaVENTRIGLIA FerdinandoZANOLINI CarloIn totale, con il Presidente ed il Sindaco, n. 51 presenti, nonché il Vicesindaco DEALESSANDRI Tommaso e gli Assessori: SESTERO Maria Grazia - TRICARICO Roberto - VIANO Mario.Con la partecipazione del Segretario Generale REPICE Dr. Adolfo.SEDUTA PUBBLICA |