Interventi |
ARTESIO Eleonora Grazie, Presidente. Non vorrei per le osservazioni che svolgerò a seguire essere iscritta ad ufficio tra i nemici della contentezza, anche perché vorrei apprezzare quello che è stato fatto ed è stato condiviso territorialmente senza rinunciare alla rappresentazione di alcuni aspetti e di alcune preoccupazioni che invece mi sembra doveroso qui riportare. È vero ho ascoltato anch’io durante il dibattito in Commissione e in occasioni pubbliche esprimere da parte della settima Circoscrizione l’urgenza della necessità di approvazione di questi atti, ma soprattutto della determinazione rispetto alla riqualificazione dell’ambito fino, è vero che la posizione delle Circoscrizione è stata sostenuta anche dalle voci dei numerosi comitati costituitisi dai cittadini, io penso si possa però altrettanto, con verità, sostenere che si tratta soprattutto e fondamentalmente di un sollievo determinato dal veder muoversi una situazione che fino a quel momento aveva lasciato aperti i dubbi rispetto all’inutilizzo e quindi al vuoto urbano con tutti i disagi conseguenti che fino a quel momento era stato registrato. Quali sono le preoccupazioni che voglio qui lasciare a verbale? Intanto basta scorrere la storia di questo atto per osservare che dal 2007 al 2019 la Pubblica Amministrazione non è stata, evidentemente, in grado o per volontà o per impossibilità di risolvere delle previsioni e dei disegni organici più avanzati di quelli proposti in allora e di quelli avanzati dal proponente, sembra quindi che oggi ci si complimenti reciprocamente tutti per aver adottato un atto che corrisponde ad indirizzi che sono stati prevalentemente espressi da soggetti coinvolti nella operazione, ma non rielaborati dalla Pubblica Amministrazione nemmeno attraverso uno di quei processi partecipativi, scientificamente condotti, quali l’ampiezza dell’area e la sua centralità meriterebbero. Una centralità di una periferia urbana e quindi sarebbe stato del tutto lecito attendersi accanto a dichiarazioni e attributi generali, ma anche generici qualche sforzo di innovazione rispetto alle soluzioni che si intendono adottare, soprattutto perché appunto, quando ci si vuole fregiare della volontà di riqualificare le periferie sarebbe molto interessante che dalle periferie partissero segnali di trasformazione urbana o di coinvolgimento sociale, innovativi rispetto alla consuetudine. Oggi qui ci troviamo di fronte a delle soluzioni che certamente trasformano le aree e prevedono gli immobili, ma che parlano di una riconversione fatta di edifici, piastre e parcheggi, perché sostanzialmente la questione che ci è stata qui rappresentata è una questione che ripropone delle funzioni di carattere tradizionale, anzi, ormai persino fin troppo ricorrenti e meriterebbe un’indagine socio-economica la fondatezza di queste soluzioni come quelle degli studentati, ripropone soluzioni molto spesso ascoltate e anche delle modalità di realizzazione, ricordava l’Assessore accanto alla restituzione del verde pubblico, il fatto che gran parte dalla risoluzione verde avvenga attraverso il verde soletta, ma altrettanto non siamo così rassicurati dal fatto che questo luogo del consumo e della logistica che lì è immaginato non intervenga anche a modificare tutta la tematica della mobilità, di una mobilità fatta da mobilità commerciale di carattere imprenditoriale, tir e furgoni, ma anche di traffico privato dei consumatori, anche la sostenuta iniziativa di riqualificazione della via Cuneo che è appunto questo asse trasversale che distingue gli ambiti di questo ridisegno territoriale, non è così esplicita nella definizione di asse centrale riqualificato che invece viene dichiarata anche nel racconto pubblico, anche in queste ultime comunicazioni dell’Assessore, semplicemente perché la riqualificazione di un asse centrale, ovviamente, lo sappiamo molto bene, ma lo sanno prima e meglio di noi le cittadine e i cittadini, non passa soltanto attraverso la pedonalizzazione, ma passa attraverso una convergenza di intenzioni che vanno appunto, dalla imprenditoria del terziario, alle scelte di localizzazione di attività culturali, alle ipotesi di promozione attraverso organizzazioni locali di attività inclusive per la popolazione, ma nessuna delle funzioni che sono state qui ricordate da parte dell’Assessore arriva ad incrociare ed a convergere su via Cuneo e quindi sembra che siamo di fronte ad un catalogo, un catalogo abbastanza equilibrato di funzioni possibili tradizionalmente sperimentate, sicuramente rassicuranti rispetto alle intenzioni dei proponenti, ma non siamo di fronte ad una progettualità innovativa per la riqualificazione urbana da parte dell’Amministrazione, nemmeno da alcune valutazioni che si sarebbero potute su scala minore immaginare e che riguardano ad esempio, proprio laddove si dichiara di volere immaginare nuova centralità su alcuni assi come quello su via Cuneo, provare ad immaginare come mutare, ad esempio, alcune caratteristiche legate alle specificità del territorio, penso ad esempio al disegno di tutto il sistema di illuminazione, al disegno possibile di percorsi collegati a idee di attraversamento che siano invitanti ed accoglienti, ma per fare l’una e l’altra si sarebbero dovute immaginare quali funzioni, quali attori, quali soggetti, quali processi, appunto quali processi di coinvolgimento. Quindi io per il comune interesse, ampiamente manifestato dalla cittadinanza e dalle istituzioni locali a smuovere la situazione, posso apprezzare questo passaggio, posso augurarmi che le mie obiezioni siano obiezioni non così fondate nell’evoluzione che si vedrà di questo percorso, temo molto che quanto ancora di indeterminato c’è in questa presentazione e nei relativi allegati possa condurci a una soluzione in cui il vuoto urbano viene sì occupato, viene sì modificato, ma la restituzione complessiva che si promette non sarà così vivibile e così condivisibile localmente, dopodiché come dicevo l’afflato è unanime e io ho ritenuto mio dovere, comunque, avanzare delle osservazioni che sono intervenute nel merito della proposta. Grazie. |