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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 26 Luglio 2021 ore 12,00
Paragrafo n. 28
DELIBERAZIONE DI INIZIATIVA CONSILIARE 2021-21767
APPROVAZIONE RAPPORTO CONCLUSIVO DELL'ATTIVITA' DELLA COMMISSIONE CONSILIARE?SPECIALE PER?LA?PROMOZIONE DELLA CULTURA DELLA LEGALITA' E DEL CONTRASTO DEI FENOMENI MAFIOSI.
Interventi
TEVERE Carlotta
Sì. Grazie, Presidente. Mah, solo per l’Ordine dei Lavori: farei l’illustrazione sia della
delibera, cioè del rapporto conclusivo sia poi dell’odg in automatico, così faccio un
unico intervento, se per lei va bene?

TEVERE Carlotta
Okay, perfetto. Allora, la delibera che porto oggi all’attenzione del Consiglio, ha,
appunto, oggetto: “Rapporto conclusivo dei lavori della Commissione Legalità”,
Commissione Speciale, appunto, il cui termine sappiamo coincide con la fine del
mandato amministrativo. Innanzitutto, mi lasci ringraziare i colleghi del Gruppo
Movimento 5 Stelle che, nel concedermi prima e nel rinnovarmi poi, quando è stato
chiesto loro di farlo alla fiducia, hanno voluto onorarmi, affidandomi la Presidenza della
Commissione. Nel tempo a mia disposizione non sto a riassumere tutto quanto trovate
all’interno del rapporto, ma mi limito ad alcune riflessioni veloci: promozione della
cultura e della legalità e contrasto dei fenomeni mafiosi, perché insieme? Il contrasto dei
fenomeni mafiosi sembra qualcosa sempre di troppo grande e distante da noi; ci sono le
Forze dell’Ordine e i Magistrati che se ne occupano, in realtà non è così. Borsellino
sosteneva che, quando la lotta alla mafia viene delegata solo alla Magistratura e alle
Forze dell’Ordine, non si incide sulle cause di questo fenomeno criminale. La formula
quasi banale è molto semplice: “Dove c’è legalità non c’è mafia”. La parola
“legalità”…, nel rapporto conclusivo noterete che ho riportato la definizione tratta dal
vocabolario, ma sappiamo che la definizione di questo termine, nella società che oggi
viviamo, racchiude una serie di concetti molto più ampia e complessa rispetto al
significato attribuito dal vocabolario della lingua italiana. La legalità infatti deve essere
intesa innanzitutto come rispetto delle regole che la Legge emana per ordinare la
convivenza civile e sociale, ma i nostri comportamenti e le nostre scelte sono
condizionate anche da altri valori e principi, quali ad esempio: l’etica e valori
individuali; quindi legalità intesa anche come elaborazione e diffusione della cultura dei
valori civili, come rispetto dell’altro e del pensiero altrui; legalità intesa come rispetto
della cosa pubblica, al fine di garantire la vivibilità degli arredi e degli spazi pubblici a
tutti i cittadini appartenenti ad una comunità. Appare dunque chiaro come la legalità
caratterizzi ogni aspetto personale, lavorativo e politico delle nostre vite. La promozione
della cultura della legalità e del contrasto ai fenomeni mafiosi passa innanzitutto
attraverso l’impegno quotidiano di ognuno di noi, amministratori e cittadini. Abbiamo
provato a farlo, portando i temi anche al di fuori, attraverso gli approfondimenti in
Commissione, ma anche organizzando una serie di eventi all’esterno, e per questo
ringrazio la Vicepresidenza, il Consigliere Tresso, per aver organizzato…, li trovate gli
eventi specificati all’interno del rapporto conclusivo, per aver organizzato in
collaborazione con la Garante gli incontri sui libri che parlavano di carcere. Era allo
studio la Biblioteca della Legalità e qui ringrazio anche il Presidente Giovara, che si era
reso disponibile per organizzare una serie di incontri presso le biblioteche torinesi per
parlare sui temi della legalità; e quindi il doppio binario era andare nelle scuole e
portare i temi anche a conoscenza della cittadinanza, il tutto non solo per fare conoscere
la macchina comunale, ma anche per parlare di legalità, appunto, e rispetto delle regole
alla base della convivenza civile. E su questo la Città c’è, c’è sempre stata, pensiamo
agli incontri che sono curati da sempre dai reparti del Corpo di Polizia Municipale, per
esempio in tema di educazione stradale, bullismo e cyberbullismo, ma anche alla
molteplicità di progetti racchiusa all’interno del catalogo “Crescere in Città”, alcuni dei
quali hanno proprio oggetto la legalità. La legalità deve essere raccontata, descritta, ma
soprattutto praticata. Abbiamo, appunto, fatto gli approfondimenti Consiliari e poi,
come ho già detto, abbiamo parlato di legalità, di mafia e di carcere con i cittadini:
Amministratori Pubblici ed esperti dei vari temi a disposizione della comunità.
Abbiamo analizzato anche degli studi, delle ricerche che ci sono pervenute dall’esterno,
si pensi, per esempio: al “Piccolo Atlante della Corruzione”, un laboratorio scolastico
molto interessante che abbiamo accolto a Palazzo ad inizio Consiliatura; al rapporto
Cerved, ne cito solo alcuni veloci, sui rischi delle infiltrazioni mafiose; agli studi
sull’incidenza dei volumi di gioco d’azzardo dopo la Legge 9/2016, che sappiamo oggi
purtroppo essere stata abrogata; ai dati sul fenomeno della radicalizzazione. Abbiamo
trattato temi, perseguendo un obiettivo; abbiamo approfondito la radicalizzazione e
siamo arrivati all’istituzione del Tavolo, che speriamo la prossima Amministrazione
porti avanti. Gli approfondimenti in Commissione, ancora, sono serviti per indirizzare e
sollecitare azioni politiche: si pensi, per esempio, a tutto il lavoro fatto riguardo al tema
del lavoro dei detenuti o a prendere posizione su importanti temi nazionali, per esempio
la chiusura del CPR, il Registro dei titolari effettivi e l’ergastolo ostativo che andiamo a
votare tra qualche minuto. Le problematiche emerse hanno portato anche ad azioni
dell’Amministrazione, penso alla delibera che ha ampliato i posti a disposizione per le
donne vittime di tratta o all’innovativo Protocollo Appalti, che prevede la clausola
sociale all’interno degli appalti relativi ai lavori pubblici. Dall’esperienza di questa
Consiliatura ho maturato, per quanto riguarda il futuro, la convinzione che la Città di
Torino debba avere un Assessorato alla legalità - un’idea che magari mi verrà, appunto,
rubata dal prossimo Sindaco o, speriamo, Sindaca -, una sorta di cabina di regia che
coordini e condivida le attività dei diversi Assessorati sul tema del legalità, nell’ambito
delle diverse attribuzioni e competenze. Per quanto riguarda invece la lotta alla mafia,
ritengo che, in primis noi Amministratori, bisogna parlarne di più al di fuori; noi
l’abbiamo provato a fare con l’evento su Bruno Caccia, votando appunto l’ordine del
giorno di oggi, ma se ne deve parlare molto di più e non solo in occasione del 21 marzo,
del 23 maggio o del 19 luglio. In chiusura, velocissima, Presidente, faccio solo i
ringraziamenti a tutti coloro che hanno collaborato con la Commissione. Un
ringraziamento particolare al Prefetto Claudio Palomba, alla dottoressa Francesca
Stallone della Prefettura di Torino per essere stati sempre a disposizione della
Commissione, in particolare sul tema dei beni confiscati, come vedrete dalla relazione e
poi ancora, alla Procuratrice della Repubblica dottoressa Anna Maria Loreto, al dottor
Gian Carlo Caselli, al Comandante Provinciale della Guardia di Finanza di Torino in
allora Generale Gioacchino Angeloni, al Tenente Colonnello dell’Arma dei Carabinieri
Giuliano Gerbo, al dottor Alberto Somma della DIA di Torino, al Comandante del
Corpo di Polizia Municipale di Torino Emiliano Bezzon, al Vicecomandante Vicario
Alessandro Parigini, al Responsabile del Reparto Investigazioni Tecnologiche
Gianfranco Todesco, al Responsabile Reparto Informativo Minoranze Etniche Daniele
Lieti per la sempre cortese disponibilità e la preziosa collaborazione, al Presidente
Arturo Soprano e agli Avvocati Michela Malerba e Mario Napoli, all’Avvocato Simona
Grabbi, Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Torino, e al dottor Luca Asvisio,
Presidente dei Dottori Commercialisti, che sono stati ospiti in Commissione per
approfondire i temi dell’emergenza della criminalità finanziaria, alla Garante Comunale
dei diritti delle persone private della libertà personale della Città di Torino, al Garante
delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione
Piemonte, alla famiglia Caccia tutta, in particolare a Paola, a Carmen Duca e Maria
Bergadano del Movimento Agende Rosse, a Maria José Fava di Libera Piemonte e alla
maestra Lucia Colucci della scuola D’Azeglio-Nievo, al dottor Luca Guglielminetti e
alla dottoressa Diletta Berardinelli e poi ovviamente alla Sindaca, agli Assessori, al
Segretario Generale, agli Amministratori delle società partecipate, alla Presidenza del
Consiglio Comunale, agli Uffici dell’Area Patrimonio e agli Uffici del Servizio
Consiglio Comunale, all’Ufficio Manifestazioni, Cerimoniale e Toponomastica del
Consiglio Comunale, al dottor Flavio Roux e alle Segretarie di Commissione Tiziana
Bergesio e Antonella Cecchin con i quali è stato un onore e un piacere lavorare con tutti
loro.
Velocissimamente, sull’ergastolo ostativo invece abbiamo già fatto gli approfondimenti
in Commissione. L’ergastolo ostativo è quel regime giuridico secondo cui i condannati
per i reati di mafia non possono accedere ai benefici a meno che non collaborino con la
Giustizia; lo dico molto velocemente, ma abbiamo avuto modo di approfondire in
Commissione, anche perché, appunto, dopo la prima seduta è stato giustamente chiesto
un approfondimento e abbiamo avuto nostri ospiti, appunto il dottor Gian Carlo Caselli,
l’Onorevole Ascari e il Garante Bruno Mellano che hanno ovviamente esposto i propri
punti di vista e questo ordine del giorno chiede sostanzialmente di… siccome il seguito
della sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo che appunto…, diciamo così,
invita l’Italia a rivedere la Legge perché questo ergastolo ostativo è considerato in
violazione dell’articolo 3 della Dichiarazione dei diritti dell’uomo, appunto, perché,
diciamo, raffigura una tortura nei confronti del condannato non facendogli fruire questi
benefici, chiede, appunto, all’Italia di rivedere la Legge. E con questo ordine del giorno
chiediamo al Governo, nel rispetto ovviamente, prima della sentenza della CEDU e poi
della Corte Costituzionale, che si è pronunciata, diciamo così, recependo l’orientamento
della CEDU, però che tutto questo non sia a discapito di tutto l’impianto che è stato
messo in piedi a partire da Falcone, ma ancora prima di lui e fino ad oggi, sulla
collaborazione di Giustizia e sul fatto di concedere effettivamente questi benefici a
coloro che forniscono la collaborazione. Questo, in estrema sintesi, è il contenuto del
provvedimento. Sappiamo che è anche allo studio… è ancora più importante in questi
giorni che si parla di Riforma della Giustizia e, secondo me, è molto attuale questo
ordine del giorno e quindi auspico la votazione unanime del Consiglio Comunale. Ho
finito.

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