Interventi |
TEVERE Carlotta Sì. Grazie, Presidente. Mah, solo per l’Ordine dei Lavori: farei l’illustrazione sia della delibera, cioè del rapporto conclusivo sia poi dell’odg in automatico, così faccio un unico intervento, se per lei va bene? TEVERE Carlotta Okay, perfetto. Allora, la delibera che porto oggi all’attenzione del Consiglio, ha, appunto, oggetto: “Rapporto conclusivo dei lavori della Commissione Legalità”, Commissione Speciale, appunto, il cui termine sappiamo coincide con la fine del mandato amministrativo. Innanzitutto, mi lasci ringraziare i colleghi del Gruppo Movimento 5 Stelle che, nel concedermi prima e nel rinnovarmi poi, quando è stato chiesto loro di farlo alla fiducia, hanno voluto onorarmi, affidandomi la Presidenza della Commissione. Nel tempo a mia disposizione non sto a riassumere tutto quanto trovate all’interno del rapporto, ma mi limito ad alcune riflessioni veloci: promozione della cultura e della legalità e contrasto dei fenomeni mafiosi, perché insieme? Il contrasto dei fenomeni mafiosi sembra qualcosa sempre di troppo grande e distante da noi; ci sono le Forze dell’Ordine e i Magistrati che se ne occupano, in realtà non è così. Borsellino sosteneva che, quando la lotta alla mafia viene delegata solo alla Magistratura e alle Forze dell’Ordine, non si incide sulle cause di questo fenomeno criminale. La formula quasi banale è molto semplice: “Dove c’è legalità non c’è mafia”. La parola “legalità”…, nel rapporto conclusivo noterete che ho riportato la definizione tratta dal vocabolario, ma sappiamo che la definizione di questo termine, nella società che oggi viviamo, racchiude una serie di concetti molto più ampia e complessa rispetto al significato attribuito dal vocabolario della lingua italiana. La legalità infatti deve essere intesa innanzitutto come rispetto delle regole che la Legge emana per ordinare la convivenza civile e sociale, ma i nostri comportamenti e le nostre scelte sono condizionate anche da altri valori e principi, quali ad esempio: l’etica e valori individuali; quindi legalità intesa anche come elaborazione e diffusione della cultura dei valori civili, come rispetto dell’altro e del pensiero altrui; legalità intesa come rispetto della cosa pubblica, al fine di garantire la vivibilità degli arredi e degli spazi pubblici a tutti i cittadini appartenenti ad una comunità. Appare dunque chiaro come la legalità caratterizzi ogni aspetto personale, lavorativo e politico delle nostre vite. La promozione della cultura della legalità e del contrasto ai fenomeni mafiosi passa innanzitutto attraverso l’impegno quotidiano di ognuno di noi, amministratori e cittadini. Abbiamo provato a farlo, portando i temi anche al di fuori, attraverso gli approfondimenti in Commissione, ma anche organizzando una serie di eventi all’esterno, e per questo ringrazio la Vicepresidenza, il Consigliere Tresso, per aver organizzato…, li trovate gli eventi specificati all’interno del rapporto conclusivo, per aver organizzato in collaborazione con la Garante gli incontri sui libri che parlavano di carcere. Era allo studio la Biblioteca della Legalità e qui ringrazio anche il Presidente Giovara, che si era reso disponibile per organizzare una serie di incontri presso le biblioteche torinesi per parlare sui temi della legalità; e quindi il doppio binario era andare nelle scuole e portare i temi anche a conoscenza della cittadinanza, il tutto non solo per fare conoscere la macchina comunale, ma anche per parlare di legalità, appunto, e rispetto delle regole alla base della convivenza civile. E su questo la Città c’è, c’è sempre stata, pensiamo agli incontri che sono curati da sempre dai reparti del Corpo di Polizia Municipale, per esempio in tema di educazione stradale, bullismo e cyberbullismo, ma anche alla molteplicità di progetti racchiusa all’interno del catalogo “Crescere in Città”, alcuni dei quali hanno proprio oggetto la legalità. La legalità deve essere raccontata, descritta, ma soprattutto praticata. Abbiamo, appunto, fatto gli approfondimenti Consiliari e poi, come ho già detto, abbiamo parlato di legalità, di mafia e di carcere con i cittadini: Amministratori Pubblici ed esperti dei vari temi a disposizione della comunità. Abbiamo analizzato anche degli studi, delle ricerche che ci sono pervenute dall’esterno, si pensi, per esempio: al “Piccolo Atlante della Corruzione”, un laboratorio scolastico molto interessante che abbiamo accolto a Palazzo ad inizio Consiliatura; al rapporto Cerved, ne cito solo alcuni veloci, sui rischi delle infiltrazioni mafiose; agli studi sull’incidenza dei volumi di gioco d’azzardo dopo la Legge 9/2016, che sappiamo oggi purtroppo essere stata abrogata; ai dati sul fenomeno della radicalizzazione. Abbiamo trattato temi, perseguendo un obiettivo; abbiamo approfondito la radicalizzazione e siamo arrivati all’istituzione del Tavolo, che speriamo la prossima Amministrazione porti avanti. Gli approfondimenti in Commissione, ancora, sono serviti per indirizzare e sollecitare azioni politiche: si pensi, per esempio, a tutto il lavoro fatto riguardo al tema del lavoro dei detenuti o a prendere posizione su importanti temi nazionali, per esempio la chiusura del CPR, il Registro dei titolari effettivi e l’ergastolo ostativo che andiamo a votare tra qualche minuto. Le problematiche emerse hanno portato anche ad azioni dell’Amministrazione, penso alla delibera che ha ampliato i posti a disposizione per le donne vittime di tratta o all’innovativo Protocollo Appalti, che prevede la clausola sociale all’interno degli appalti relativi ai lavori pubblici. Dall’esperienza di questa Consiliatura ho maturato, per quanto riguarda il futuro, la convinzione che la Città di Torino debba avere un Assessorato alla legalità - un’idea che magari mi verrà, appunto, rubata dal prossimo Sindaco o, speriamo, Sindaca -, una sorta di cabina di regia che coordini e condivida le attività dei diversi Assessorati sul tema del legalità, nell’ambito delle diverse attribuzioni e competenze. Per quanto riguarda invece la lotta alla mafia, ritengo che, in primis noi Amministratori, bisogna parlarne di più al di fuori; noi l’abbiamo provato a fare con l’evento su Bruno Caccia, votando appunto l’ordine del giorno di oggi, ma se ne deve parlare molto di più e non solo in occasione del 21 marzo, del 23 maggio o del 19 luglio. In chiusura, velocissima, Presidente, faccio solo i ringraziamenti a tutti coloro che hanno collaborato con la Commissione. Un ringraziamento particolare al Prefetto Claudio Palomba, alla dottoressa Francesca Stallone della Prefettura di Torino per essere stati sempre a disposizione della Commissione, in particolare sul tema dei beni confiscati, come vedrete dalla relazione e poi ancora, alla Procuratrice della Repubblica dottoressa Anna Maria Loreto, al dottor Gian Carlo Caselli, al Comandante Provinciale della Guardia di Finanza di Torino in allora Generale Gioacchino Angeloni, al Tenente Colonnello dell’Arma dei Carabinieri Giuliano Gerbo, al dottor Alberto Somma della DIA di Torino, al Comandante del Corpo di Polizia Municipale di Torino Emiliano Bezzon, al Vicecomandante Vicario Alessandro Parigini, al Responsabile del Reparto Investigazioni Tecnologiche Gianfranco Todesco, al Responsabile Reparto Informativo Minoranze Etniche Daniele Lieti per la sempre cortese disponibilità e la preziosa collaborazione, al Presidente Arturo Soprano e agli Avvocati Michela Malerba e Mario Napoli, all’Avvocato Simona Grabbi, Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Torino, e al dottor Luca Asvisio, Presidente dei Dottori Commercialisti, che sono stati ospiti in Commissione per approfondire i temi dell’emergenza della criminalità finanziaria, alla Garante Comunale dei diritti delle persone private della libertà personale della Città di Torino, al Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Piemonte, alla famiglia Caccia tutta, in particolare a Paola, a Carmen Duca e Maria Bergadano del Movimento Agende Rosse, a Maria José Fava di Libera Piemonte e alla maestra Lucia Colucci della scuola D’Azeglio-Nievo, al dottor Luca Guglielminetti e alla dottoressa Diletta Berardinelli e poi ovviamente alla Sindaca, agli Assessori, al Segretario Generale, agli Amministratori delle società partecipate, alla Presidenza del Consiglio Comunale, agli Uffici dell’Area Patrimonio e agli Uffici del Servizio Consiglio Comunale, all’Ufficio Manifestazioni, Cerimoniale e Toponomastica del Consiglio Comunale, al dottor Flavio Roux e alle Segretarie di Commissione Tiziana Bergesio e Antonella Cecchin con i quali è stato un onore e un piacere lavorare con tutti loro. Velocissimamente, sull’ergastolo ostativo invece abbiamo già fatto gli approfondimenti in Commissione. L’ergastolo ostativo è quel regime giuridico secondo cui i condannati per i reati di mafia non possono accedere ai benefici a meno che non collaborino con la Giustizia; lo dico molto velocemente, ma abbiamo avuto modo di approfondire in Commissione, anche perché, appunto, dopo la prima seduta è stato giustamente chiesto un approfondimento e abbiamo avuto nostri ospiti, appunto il dottor Gian Carlo Caselli, l’Onorevole Ascari e il Garante Bruno Mellano che hanno ovviamente esposto i propri punti di vista e questo ordine del giorno chiede sostanzialmente di… siccome il seguito della sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo che appunto…, diciamo così, invita l’Italia a rivedere la Legge perché questo ergastolo ostativo è considerato in violazione dell’articolo 3 della Dichiarazione dei diritti dell’uomo, appunto, perché, diciamo, raffigura una tortura nei confronti del condannato non facendogli fruire questi benefici, chiede, appunto, all’Italia di rivedere la Legge. E con questo ordine del giorno chiediamo al Governo, nel rispetto ovviamente, prima della sentenza della CEDU e poi della Corte Costituzionale, che si è pronunciata, diciamo così, recependo l’orientamento della CEDU, però che tutto questo non sia a discapito di tutto l’impianto che è stato messo in piedi a partire da Falcone, ma ancora prima di lui e fino ad oggi, sulla collaborazione di Giustizia e sul fatto di concedere effettivamente questi benefici a coloro che forniscono la collaborazione. Questo, in estrema sintesi, è il contenuto del provvedimento. Sappiamo che è anche allo studio… è ancora più importante in questi giorni che si parla di Riforma della Giustizia e, secondo me, è molto attuale questo ordine del giorno e quindi auspico la votazione unanime del Consiglio Comunale. Ho finito. |