Interventi |
SICARI Francesco (Presidente) Possiamo procedere con il Punto n. 28 del nostro Ordine del Lavori, la deliberazione di iniziativa consiliare n. mecc. 202121767 che ha come oggetto: “Approvazione rapporto conclusivo dell’attività della Commissione Consiliare Speciale per la promozione della cultura della legalità e del contrasto dei fenomeni mafiosi” SICARI Francesco (Presidente) E con il Punto n. 29, la proposta di ordine del giorno n. mecc. 202117359, oggetto: “Ergastolo ostativo per i condannati al carcere a vita per reati di mafia” SICARI Francesco (Presidente) Lascio la parola alla Presidente Tevere per l’illustrazione del provvedimento. Prego. TEVERE Carlotta Sì. Grazie, Presidente. Mah, solo per l’Ordine dei Lavori: farei l’illustrazione sia della delibera, cioè del rapporto conclusivo sia poi dell’odg in automatico, così faccio un unico intervento, se per lei va bene? SICARI Francesco (Presidente) Va bene. Sì. TEVERE Carlotta Okay, perfetto. Allora, la delibera che porto oggi all’attenzione del Consiglio, ha, appunto, oggetto: “Rapporto conclusivo dei lavori della Commissione Legalità”, Commissione Speciale, appunto, il cui termine sappiamo coincide con la fine del mandato amministrativo. Innanzitutto, mi lasci ringraziare i colleghi del Gruppo Movimento 5 Stelle che, nel concedermi prima e nel rinnovarmi poi, quando è stato chiesto loro di farlo alla fiducia, hanno voluto onorarmi, affidandomi la Presidenza della Commissione. Nel tempo a mia disposizione non sto a riassumere tutto quanto trovate all’interno del rapporto, ma mi limito ad alcune riflessioni veloci: promozione della cultura e della legalità e contrasto dei fenomeni mafiosi, perché insieme? Il contrasto dei fenomeni mafiosi sembra qualcosa sempre di troppo grande e distante da noi; ci sono le Forze dell’Ordine e i Magistrati che se ne occupano, in realtà non è così. Borsellino sosteneva che, quando la lotta alla mafia viene delegata solo alla Magistratura e alle Forze dell’Ordine, non si incide sulle cause di questo fenomeno criminale. La formula quasi banale è molto semplice: “Dove c’è legalità non c’è mafia”. La parola “legalità”…, nel rapporto conclusivo noterete che ho riportato la definizione tratta dal vocabolario, ma sappiamo che la definizione di questo termine, nella società che oggi viviamo, racchiude una serie di concetti molto più ampia e complessa rispetto al significato attribuito dal vocabolario della lingua italiana. La legalità infatti deve essere intesa innanzitutto come rispetto delle regole che la Legge emana per ordinare la convivenza civile e sociale, ma i nostri comportamenti e le nostre scelte sono condizionate anche da altri valori e principi, quali ad esempio: l’etica e valori individuali; quindi legalità intesa anche come elaborazione e diffusione della cultura dei valori civili, come rispetto dell’altro e del pensiero altrui; legalità intesa come rispetto della cosa pubblica, al fine di garantire la vivibilità degli arredi e degli spazi pubblici a tutti i cittadini appartenenti ad una comunità. Appare dunque chiaro come la legalità caratterizzi ogni aspetto personale, lavorativo e politico delle nostre vite. La promozione della cultura della legalità e del contrasto ai fenomeni mafiosi passa innanzitutto attraverso l’impegno quotidiano di ognuno di noi, amministratori e cittadini. Abbiamo provato a farlo, portando i temi anche al di fuori, attraverso gli approfondimenti in Commissione, ma anche organizzando una serie di eventi all’esterno, e per questo ringrazio la Vicepresidenza, il Consigliere Tresso, per aver organizzato…, li trovate gli eventi specificati all’interno del rapporto conclusivo, per aver organizzato in collaborazione con la Garante gli incontri sui libri che parlavano di carcere. Era allo studio la Biblioteca della Legalità e qui ringrazio anche il Presidente Giovara, che si era reso disponibile per organizzare una serie di incontri presso le biblioteche torinesi per parlare sui temi della legalità; e quindi il doppio binario era andare nelle scuole e portare i temi anche a conoscenza della cittadinanza, il tutto non solo per fare conoscere la macchina comunale, ma anche per parlare di legalità, appunto, e rispetto delle regole alla base della convivenza civile. E su questo la Città c’è, c’è sempre stata, pensiamo agli incontri che sono curati da sempre dai reparti del Corpo di Polizia Municipale, per esempio in tema di educazione stradale, bullismo e cyberbullismo, ma anche alla molteplicità di progetti racchiusa all’interno del catalogo “Crescere in Città”, alcuni dei quali hanno proprio oggetto la legalità. La legalità deve essere raccontata, descritta, ma soprattutto praticata. Abbiamo, appunto, fatto gli approfondimenti Consiliari e poi, come ho già detto, abbiamo parlato di legalità, di mafia e di carcere con i cittadini: Amministratori Pubblici ed esperti dei vari temi a disposizione della comunità. Abbiamo analizzato anche degli studi, delle ricerche che ci sono pervenute dall’esterno, si pensi, per esempio: al “Piccolo Atlante della Corruzione”, un laboratorio scolastico molto interessante che abbiamo accolto a Palazzo ad inizio Consiliatura; al rapporto Cerved, ne cito solo alcuni veloci, sui rischi delle infiltrazioni mafiose; agli studi sull’incidenza dei volumi di gioco d’azzardo dopo la Legge 9/2016, che sappiamo oggi purtroppo essere stata abrogata; ai dati sul fenomeno della radicalizzazione. Abbiamo trattato temi, perseguendo un obiettivo; abbiamo approfondito la radicalizzazione e siamo arrivati all’istituzione del Tavolo, che speriamo la prossima Amministrazione porti avanti. Gli approfondimenti in Commissione, ancora, sono serviti per indirizzare e sollecitare azioni politiche: si pensi, per esempio, a tutto il lavoro fatto riguardo al tema del lavoro dei detenuti o a prendere posizione su importanti temi nazionali, per esempio la chiusura del CPR, il Registro dei titolari effettivi e l’ergastolo ostativo che andiamo a votare tra qualche minuto. Le problematiche emerse hanno portato anche ad azioni dell’Amministrazione, penso alla delibera che ha ampliato i posti a disposizione per le donne vittime di tratta o all’innovativo Protocollo Appalti, che prevede la clausola sociale all’interno degli appalti relativi ai lavori pubblici. Dall’esperienza di questa Consiliatura ho maturato, per quanto riguarda il futuro, la convinzione che la Città di Torino debba avere un Assessorato alla legalità - un’idea che magari mi verrà, appunto, rubata dal prossimo Sindaco o, speriamo, Sindaca -, una sorta di cabina di regia che coordini e condivida le attività dei diversi Assessorati sul tema del legalità, nell’ambito delle diverse attribuzioni e competenze. Per quanto riguarda invece la lotta alla mafia, ritengo che, in primis noi Amministratori, bisogna parlarne di più al di fuori; noi l’abbiamo provato a fare con l’evento su Bruno Caccia, votando appunto l’ordine del giorno di oggi, ma se ne deve parlare molto di più e non solo in occasione del 21 marzo, del 23 maggio o del 19 luglio. In chiusura, velocissima, Presidente, faccio solo i ringraziamenti a tutti coloro che hanno collaborato con la Commissione. Un ringraziamento particolare al Prefetto Claudio Palomba, alla dottoressa Francesca Stallone della Prefettura di Torino per essere stati sempre a disposizione della Commissione, in particolare sul tema dei beni confiscati, come vedrete dalla relazione e poi ancora, alla Procuratrice della Repubblica dottoressa Anna Maria Loreto, al dottor Gian Carlo Caselli, al Comandante Provinciale della Guardia di Finanza di Torino in allora Generale Gioacchino Angeloni, al Tenente Colonnello dell’Arma dei Carabinieri Giuliano Gerbo, al dottor Alberto Somma della DIA di Torino, al Comandante del Corpo di Polizia Municipale di Torino Emiliano Bezzon, al Vicecomandante Vicario Alessandro Parigini, al Responsabile del Reparto Investigazioni Tecnologiche Gianfranco Todesco, al Responsabile Reparto Informativo Minoranze Etniche Daniele Lieti per la sempre cortese disponibilità e la preziosa collaborazione, al Presidente Arturo Soprano e agli Avvocati Michela Malerba e Mario Napoli, all’Avvocato Simona Grabbi, Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Torino, e al dottor Luca Asvisio, Presidente dei Dottori Commercialisti, che sono stati ospiti in Commissione per approfondire i temi dell’emergenza della criminalità finanziaria, alla Garante Comunale dei diritti delle persone private della libertà personale della Città di Torino, al Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Piemonte, alla famiglia Caccia tutta, in particolare a Paola, a Carmen Duca e Maria Bergadano del Movimento Agende Rosse, a Maria José Fava di Libera Piemonte e alla maestra Lucia Colucci della scuola D’Azeglio-Nievo, al dottor Luca Guglielminetti e alla dottoressa Diletta Berardinelli e poi ovviamente alla Sindaca, agli Assessori, al Segretario Generale, agli Amministratori delle società partecipate, alla Presidenza del Consiglio Comunale, agli Uffici dell’Area Patrimonio e agli Uffici del Servizio Consiglio Comunale, all’Ufficio Manifestazioni, Cerimoniale e Toponomastica del Consiglio Comunale, al dottor Flavio Roux e alle Segretarie di Commissione Tiziana Bergesio e Antonella Cecchin con i quali è stato un onore e un piacere lavorare con tutti loro. Velocissimamente, sull’ergastolo ostativo invece abbiamo già fatto gli approfondimenti in Commissione. L’ergastolo ostativo è quel regime giuridico secondo cui i condannati per i reati di mafia non possono accedere ai benefici a meno che non collaborino con la Giustizia; lo dico molto velocemente, ma abbiamo avuto modo di approfondire in Commissione, anche perché, appunto, dopo la prima seduta è stato giustamente chiesto un approfondimento e abbiamo avuto nostri ospiti, appunto il dottor Gian Carlo Caselli, l’Onorevole Ascari e il Garante Bruno Mellano che hanno ovviamente esposto i propri punti di vista e questo ordine del giorno chiede sostanzialmente di… siccome il seguito della sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo che appunto…, diciamo così, invita l’Italia a rivedere la Legge perché questo ergastolo ostativo è considerato in violazione dell’articolo 3 della Dichiarazione dei diritti dell’uomo, appunto, perché, diciamo, raffigura una tortura nei confronti del condannato non facendogli fruire questi benefici, chiede, appunto, all’Italia di rivedere la Legge. E con questo ordine del giorno chiediamo al Governo, nel rispetto ovviamente, prima della sentenza della CEDU e poi della Corte Costituzionale, che si è pronunciata, diciamo così, recependo l’orientamento della CEDU, però che tutto questo non sia a discapito di tutto l’impianto che è stato messo in piedi a partire da Falcone, ma ancora prima di lui e fino ad oggi, sulla collaborazione di Giustizia e sul fatto di concedere effettivamente questi benefici a coloro che forniscono la collaborazione. Questo, in estrema sintesi, è il contenuto del provvedimento. Sappiamo che è anche allo studio… è ancora più importante in questi giorni che si parla di Riforma della Giustizia e, secondo me, è molto attuale questo ordine del giorno e quindi auspico la votazione unanime del Consiglio Comunale. Ho finito. SICARI Francesco (Presidente) La ringrazio, Presidente Tevere. Apriamo adesso gli interventi. Ci sono interventi? Prego, Capogruppo Artesio. ARTESIO Eleonora In estrema sintesi e soprattutto perché credo che a ciascuno di noi competa anche un principio di coerenza, quindi io intervengo espressamente in rapporto al principio di coerenza con le valutazioni e i giudizi pubblici che ho espresso nell’arco di questo mandato. Sicuramente, è lodevole l’impegno, che è stato rappresentato, di restituire al Consiglio Comunale una relazione conclusiva e sicuramente l’iniziativa, in termini di convocazione delle sedute di Commissione, ha seguito una regolarità che credo abbia soddisfatto i componenti della Commissione stessa; altrettanto sicuramente, dal mio punto di vista, la Commissione ha mancato nel raggiungimento dell’obiettivo collegato alla propria istituzione, perché credo che l’istituzione della Commissione non fosse volta ad accogliere momenti di audizione, di perfezionamento, di aggiornamento, di formazione dei Consiglieri, non fosse nemmeno soltanto dedicata a dare un’amplificazione istituzionale a iniziative assunte da terzi, ma fosse una Commissione debitamente impegnata a costruire delle modalità di approfondimento, capaci di informare, in maniera differente, l’agire della Pubblica Amministrazione, le relazioni della Pubblica Amministrazione con soggetti terzi, i regolamenti interni della Pubblica Amministrazione, quindi a fare dell’istituzione della Commissione, non una cassa di risonanza di iniziative di terzi, nemmeno una cassa di risonanza degli atti deliberativi della Giunta, che curiosamente abbiamo visto riproposti all’interno della Commissione Consiliare, bensì una vera e propria occasione di laboratorio per formulare proposte operative a cui la Giunta, ovviamente nella sua autonomia, avrebbe potuto ritenere di aderire o meno. Per far presente al Consiglio Comunale che non si tratta soltanto di una peregrina opinione della Consigliera che sta intervenendo, io inviterei a fare un raffronto tra questa relazione conclusiva e la relazione conclusiva del 2016. Nel corso di quei lavori e al termine di quei lavori venivano avanzate, nei confronti della Giunta, e lo erano state durante il mandato, alcune proposte innovative, relativamente alle normative sugli appalti pubblici; venivano avviate, in seno e per iniziativa della Commissione stessa, attività di questionari, condotti col supporto dell’Università degli Studi sul tema del racket; venivano indagati particolari ambiti delle attività economiche, con un diretto coinvolgimento degli operatori stessi, ovvero la Commissione Consiliare si proponeva di cambiare le situazioni sulle quali riteneva di dover intervenire o sulle quali riteneva che la Pubblica Amministrazione, sensatamente, avesse un ruolo e una capacità di intervento; era quindi una Commissione che non funzionava semplicemente come cassa di risonanza. Da questo punto di vista quindi, io non posso riconoscere nella relazione conclusiva un elemento di soddisfazione tale, quale quello che emergeva nella descrizione, pur riconoscendo alla Presidenza e alla Vicepresidenza, a coloro che si sono succeduti nel supporto tecnico a questa Commissione di essersi accostati con buona volontà. Ecco, non mi preoccuperei che qualcuno, successivamente, possa rubare delle idee; francamente, idee non ne ho ascoltate in questi anni, quindi io annuncio il mio voto di astensione. SICARI Francesco (Presidente) Prego, Capogruppo Petrarulo. PETRARULO Raffaele Grazie, Presidente. Mah, sinceramente nel finale la Capogruppo Artesio mi ha anticipato perché… io non c’ero nello scorso mandato, però ne parlavo con la collega Scanderebech e mi stava accennando, quasi mi sembrava di avere una stereofonia tra quello che diceva la Consigliera Artesio e quello che diceva la Consigliera Scanderebech. A prescindere da questo discorso, che mi vede convinto anche, c’è un discorso che mi porta anche a essere convinto che una fetta di quella che è stata la Commissione Legalità (incomprensibile) che mi ha visto quindi anche partecipe, mi trova concorde. Ci mancherebbe, quando si parla e si citano i passaggi sia del Nicola Gratteri, Procuratore di Catanzaro, dove parla dell’ergastolo ostativo, a cui mi collego poi all’ordine del giorno al 41 bis, ad Antonino Di Matteo che dice, appunto, e chi potrebbe dire il contrario di questo: “Chi conosce storicamente Cosa Nostra sa bene che l’unica vera preoccupazione per i mafiosi è proprio l’ergastolo, inteso come effettiva reclusione senza alcuna possibilità di accedere ai benefici”, per non parlare di Falcone e Borsellino per i quali, non solo il sottoscritto nutre non solamente stima, ma veramente un’abnegazione, personaggi che oggi non ci sono più, naturalmente sul… terreno e in Italia. Quindi perché c’è… c’è un buon lavoro a monte che è l’intenzione, c’è quello che diceva la Consigliera Artesio, che mi riscontra anche (incomprensibile) e quindi si poteva fare un qualcosa di più all’interno di quello che era il panorama quindi complessivo di questo atto, però, naturalmente, mi trova, ci trova fondamentalmente concordi per quello che riguarda il contrasto dei fenomeni mafiosi e quindi della sicurezza e legalità; mi ha sempre visto in prima linea su questo, ho fatto parte anche del…, per quello che riguarda l’Ordine dei Commercialisti, ringrazio anche Luca Asvisio della Commissione Antimafia all’interno, quindi sulle linee guida di una Commissione Antimafia a livello nazionale e quindi su tutto l’Ordine dei Commercialisti di tutta Italia, quindi sicuramente so che alcuni articoli di questi si vede che sono molto molto difficili da andare ad applicare e oggi soprattutto. Per questi motivi, come Forza Italia, noi su questo atto ci asterremo. Grazie, Presidente. SICARI Francesco (Presidente) Prego, Presidente Giovara. GIOVARA Massimo Grazie, Presidente. Io sono entrato relativamente tardi nella Commissione Legalità e volevo ringraziare… ci sono entrato perché suscitato da un grande interesse per il lavoro della Presidente Carlotta Tevere che ringrazio per la precisione, l’attenzione e la preparazione assoluta in tema di legalità. Tutte le volte che ho partecipato alla Commissione ho purtroppo assistito a un tentativo di delegittimazione costante nei confronti della Presidente che io non condivido per nulla, anche per aver conosciuto la sicura professionalità e conoscenza del campo della mia collega Carlotta Tevere, che ringrazio per tutti questi anni di lavoro in cui siamo stati a fianco per diverse battaglie. Grazie, Presidente. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei. Prego, Capogruppo Tresso. TRESSO Francesco Sì. Grazie, Presidente. Io intervengo anche in qualità di Vicepresidente della Commissione. Io ho assunto poi questo incarico circa a metà mandato. Devo dire, è una Commissione che io trovo molto lodevole che il Comune annoveri tra le sue Commissioni straordinarie, sintomo anche di una sensibilità e di un’attenzione che a questi fenomeni si vuole riporre, insomma. Dall’esposizione che ci ha fatto la Presidente e il contenuto della sua mozione, ovvero dell’allegato, rispiega esattamente quello che è stato l’approccio, cioè sicuramente valevole sotto, diciamo, l’orizzonte di guardare una evidenza ad alcuni temi: all’approfondimento, alle audizioni numerose che abbiamo condotto su molti temi, e questo sicuramente è un elemento di interesse e anche, se vogliamo, di restituzione alla cittadinanza. Cionondimeno, riprendendo anche le parole di chi mi ha testé preceduto, nell’intervento subito prima del mio, non è una questione di delegittimazione, è una questione proprio di metodo che io non trovo avere corrisposto in pieno a quelle che potevano essere le finalità di questa Commissione; cioè, nel senso che, proprio per la rilevanza che, senza se e senza ma, una Commissione Comunale deve poter mettere come punto fermo nel contrasto a questi fenomeni, sarebbe stato forse, come auspicato anche in più volte all’inizio di Consiliatura, darsi un criterio un pochino più sistematico nel definire alcuni obiettivi e un percorso per questi obiettivi da raggiungere, in modo da incidere in maniera un pochino più evidente su alcuni contenuti, magari focalizzando delle priorità, diciamo. Vi ricordo che all’inizio della Commissione io stesso chiesi di poter, tra i Commissari, indicare quali erano delle priorità ritenute maggiormente significative per ciascuno e su quello costruire poi proprio una sorta di programma, avevamo cinque anni a disposizione e quindi si poteva anche cadenzare un pochino il percorso, provando ad arrivare a delle considerazioni fattuali che orientassero, diciamo, le politiche dell’Amministrazione. Sicuramente, abbiamo fatto un ottimo lavoro nella sensibilizzazione ad esempio sui temi come quello del carcere, però di nuovo siamo stati poi poco incisivi; io stesso ho proposto…, per esempio, mi viene in mente un atto in cui chiedevo che l’articolo 21 bis, contenuto ad alcuni detenuti, potesse tradursi in una maggiore fattuale possibilità di reinserimento, soprattutto nel termine della fine pena, ma poi su questo la Commissione non ha fatto un’azione forte di controllo e di verifica; di fatto, non siamo stati poi così incisivi anche con i nostri Organi interni e quindi alle partecipate poter dare una considerazione più diretta. Ancora, con la Garante, è vero, c’è stato un colloquio piuttosto fertile e continuo, però, proprio, lo dico in questa situazione in cui… è di pochi giorni fa il fatto che sappiamo che sono state confermate delle pene che ahimè conseguono a dei comportamenti illeciti nell’ambito della struttura carceraria e di cui la Garante ha subìto perché nasce anche, giustamente, da quello che è stato il suo atteggiamento nel denunciare certi atteggiamenti e forse si poteva avere il coraggio di fare delle azioni più forti; esiste la possibilità di costituirsi come parte civile in questi procedimenti. Allora, tutto questo per dire che una Commissione di questo genere deve anche avere il peso di poter incidere in termini politici su scelte più dirette di coraggio, di maggiore possibilità di determinare delle valutazioni che siano, in questo senso, più incisive proprio come… chiedo scusa se mi ripeto. Anche sulla definizione per esempio dei contratti e quindi del contrasto, fattivamente capire da che punto siamo partiti e a che punto siamo arrivati, cioè in questi cinque anni e su questo ci sono state sicuramente anche delle Commissioni, ma non credo che siamo riusciti ad essere così determinanti, ecco. Quindi io ripeto, da parte mia c’è un sostanziale apprezzamento per il fatto che anche a me ha dato…, davvero è stato un ruolo che ho svolto anche con l’interesse di poter approfondire una serie di temi e di relazioni che la Commissione ha avuto modo di rendere particolarmente interessanti; ricordo anche le collaborazioni che abbiamo fatto, per esempio, con tutto il comparto delle Biblioteche Civiche sul tema della legalità, sulla Biblioteca, proprio, della Legalità per le scuole, sul fatto di avere prodotto degli incontri nell’ambito del Salone Off, cioè, sempre sul tema della legalità, iniziative culturali che la Città porta avanti; però ritengo che un ruolo come questo…, e giustamente anche la collega Artesio richiamava per esempio a quello che erano state delle determinazioni, anch’io mi sono letto la relazione che aveva contrassegnato l’ultima azione della Commissione precedente, mi sembra che ci fosse un orientamento a una maggiore concretezza nell’azione politica, questo non toglie che ci saranno degli spunti; ho visto che anche alcune cose vengono dette e demandate a chi seguirà. Credo che sia compito anche proprio di un Consiglio Comunale riuscire a dare alle proprie Commissioni la possibilità di operare in maniera più diretta nella definizione, insomma, di orientamenti. Grazie, Presidente. SICARI Francesco (Presidente) Prego, Consigliera Grippo. GRIPPO Maria Grazia Sì. Grazie, Presidente. Mah, non sarei neanche intervenuta se non forse per chiarire che non ci interessa in questa sede fare alcuna forma di personalizzazione rispetto all’atto che viene presentato. Io sono anche d’accordo su tante delle cose che ho sentito dai colleghi che mi hanno preceduta e certamente se c’è qualcuno che può certificare il valore del lavoro che è stato fatto nella precedente Legislatura è la sottoscritta e la collega Foglietta perché si tratta di certificare il lavoro di una esponente della Forza Politica alla quale apparteniamo, ma non è questo il tema. Va riconosciuto, e lo riconosco alla Presidente Tevere, che all’interno dell’atto che oggi lei presenta c’è anche molto del lavoro che, come Partito Democratico noi abbiamo deciso di fare nella sede della Commissione Legalità e di sicuro io non avrei condotto - ma non è personale, Presidente Tevere -, non avrei condotto la Commissione come l’ha condotta la Presidente Tevere, ma posso anche dire che non avrei condotto le Commissioni quasi come nessuno di coloro che invece le hanno condotte, è proprio una questione di approccio e di impostazione; certamente mi sono ritrovata molto vicino ad esempio, ad un di un tipo di conduzione com’è quella del Presidente Russi, anche se poche volte ci siamo trovati d’accordo nel merito, però io devo riconoscere che comunque ha una linea di condotta nella conduzione delle Commissioni e anche nella scelta, come dire, dell’organizzazione dei lavori, e di come questi vengono svolti, che è molto simile a quella che avrei adottato io. Perché mi sono dilungata in tutto questo? Per dire che credo che l’atto comunque dia ragione del lungo lavoro che chiaramente assomiglia a colei che l’ha condotto, dà ragione del lungo lavoro che è stato fatto nel corso di questi anni, apre una prospettiva in termini di eredità rispetto a chi verrà dopo che può essere colta o non colta, ma comunque è la fotografia di alcuni fatti e quindi non ci sembra che nulla osti, rispetto alla fotografia dei fatti, a certificare che da parte nostra…, a certificare che questo lavoro è stato fatto, sapendo che chiunque verrà dopo potrà fare molto meglio, potrà fare molto peggio o non potrà fare nulla, nel senso che c’è anche il rischio che comunque Commissioni come queste abbiano una vita piuttosto limitata e piuttosto breve, nonostante ormai dei trascorsi consolidati perché comunque è una di quelle Commissioni il cui lavoro e la cui prospettiva sta molto anche nella sensibilità dell’Amministrazione e della Maggioranza che la sostiene. Grazie, Presidente. SICARI Francesco (Presidente) Prego, Vicecapogruppo Scanderebech. SCANDEREBECH Federica Grazie, Presidente. Era il 19 marzo del 2012, tre giorni prima del 21 marzo, la Giornata della memoria e del ricordo delle vittime di mafia, quando questo Consiglio Comunale di Torino votava e approvava la costituzione della Commissione cosiddetta Legalità e Antimafia. In quel 19 marzo 2012 la sottoscritta faceva parte convintamente di quella Commissione; abbiamo a lungo girato diversi Consigli Comunali per capire in altri Consigli Comunali, mi ricordo a memoria quello di Pavia, come fosse stata costituita, con quali intenti, con quali basi. Ad oggi mi ritrovo a distanza di tanti anni ad aver letto questa relazione, ad aver partecipato alla Commissione nuovamente come membro, ma sicuramente la diversità, come diceva prima la Capogruppo Artesio, di quella Commissione che il 19 marzo del 2012 veniva costituita alla Commissione che in questo mandato abbiamo visto è una diversità veramente enorme, incolmabile, nonostante il lavoro che comunque è stato svolto dalla Presidentessa Tevere che ringrazio perché, ci mancherebbe, è pur sempre un lavoro che è stato svolto. Purtroppo, però non mi sento in questo momento, in questo Consiglio di approvare con un mio voto favorevole questa relazione, una relazione che, se andiamo a prendere le relazioni precedenti erano copiose, erano relazioni che erano state svolte dove ogni membro della Commissione aveva avuto un ruolo; ad esempio, erano stati fatti dei sotto lavori in cui ogni tema veniva sviscerato e analizzato; la sottoscritta, ad esempio, aveva analizzato tutto il tema della tratta degli esseri umani, tema che…, a quanto mi ricordo, a mia memoria ad esempio, in questi ultimi anni, da quando sono in questo Consiglio Comunale, non ho mai sentito parlarne neanche una volta. Quindi, Presidente, io mi asterrò, così come il mio Capogruppo di Forza Italia, però con l’input che col nuovo mandato politico questa Commissione Antimafia, che era stata votata il 19 marzo del 2012, possa ricostituirsi con quel principio che era stato dato come input. Grazie, Presidente. SICARI Francesco (Presidente) Ci sono ulteriori interventi? Non rilevo richieste di intervento. |