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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 26 Luglio 2021 ore 12,00
Paragrafo n. 28
DELIBERAZIONE DI INIZIATIVA CONSILIARE 2021-21767
APPROVAZIONE RAPPORTO CONCLUSIVO DELL'ATTIVITA' DELLA COMMISSIONE CONSILIARE?SPECIALE PER?LA?PROMOZIONE DELLA CULTURA DELLA LEGALITA' E DEL CONTRASTO DEI FENOMENI MAFIOSI.
Interventi
SICARI Francesco (Presidente)
Possiamo procedere con il Punto n. 28 del nostro Ordine del Lavori, la deliberazione di
iniziativa consiliare n. mecc. 202121767 che ha come oggetto:

“Approvazione rapporto conclusivo dell’attività della Commissione Consiliare Speciale
per la promozione della cultura della legalità e del contrasto dei fenomeni mafiosi”

SICARI Francesco (Presidente)
E con il Punto n. 29, la proposta di ordine del giorno n. mecc. 202117359, oggetto:

“Ergastolo ostativo per i condannati al carcere a vita per reati di mafia”

SICARI Francesco (Presidente)
Lascio la parola alla Presidente Tevere per l’illustrazione del provvedimento. Prego.

TEVERE Carlotta
Sì. Grazie, Presidente. Mah, solo per l’Ordine dei Lavori: farei l’illustrazione sia della
delibera, cioè del rapporto conclusivo sia poi dell’odg in automatico, così faccio un
unico intervento, se per lei va bene?

SICARI Francesco (Presidente)
Va bene. Sì.

TEVERE Carlotta
Okay, perfetto. Allora, la delibera che porto oggi all’attenzione del Consiglio, ha,
appunto, oggetto: “Rapporto conclusivo dei lavori della Commissione Legalità”,
Commissione Speciale, appunto, il cui termine sappiamo coincide con la fine del
mandato amministrativo. Innanzitutto, mi lasci ringraziare i colleghi del Gruppo
Movimento 5 Stelle che, nel concedermi prima e nel rinnovarmi poi, quando è stato
chiesto loro di farlo alla fiducia, hanno voluto onorarmi, affidandomi la Presidenza della
Commissione. Nel tempo a mia disposizione non sto a riassumere tutto quanto trovate
all’interno del rapporto, ma mi limito ad alcune riflessioni veloci: promozione della
cultura e della legalità e contrasto dei fenomeni mafiosi, perché insieme? Il contrasto dei
fenomeni mafiosi sembra qualcosa sempre di troppo grande e distante da noi; ci sono le
Forze dell’Ordine e i Magistrati che se ne occupano, in realtà non è così. Borsellino
sosteneva che, quando la lotta alla mafia viene delegata solo alla Magistratura e alle
Forze dell’Ordine, non si incide sulle cause di questo fenomeno criminale. La formula
quasi banale è molto semplice: “Dove c’è legalità non c’è mafia”. La parola
“legalità”…, nel rapporto conclusivo noterete che ho riportato la definizione tratta dal
vocabolario, ma sappiamo che la definizione di questo termine, nella società che oggi
viviamo, racchiude una serie di concetti molto più ampia e complessa rispetto al
significato attribuito dal vocabolario della lingua italiana. La legalità infatti deve essere
intesa innanzitutto come rispetto delle regole che la Legge emana per ordinare la
convivenza civile e sociale, ma i nostri comportamenti e le nostre scelte sono
condizionate anche da altri valori e principi, quali ad esempio: l’etica e valori
individuali; quindi legalità intesa anche come elaborazione e diffusione della cultura dei
valori civili, come rispetto dell’altro e del pensiero altrui; legalità intesa come rispetto
della cosa pubblica, al fine di garantire la vivibilità degli arredi e degli spazi pubblici a
tutti i cittadini appartenenti ad una comunità. Appare dunque chiaro come la legalità
caratterizzi ogni aspetto personale, lavorativo e politico delle nostre vite. La promozione
della cultura della legalità e del contrasto ai fenomeni mafiosi passa innanzitutto
attraverso l’impegno quotidiano di ognuno di noi, amministratori e cittadini. Abbiamo
provato a farlo, portando i temi anche al di fuori, attraverso gli approfondimenti in
Commissione, ma anche organizzando una serie di eventi all’esterno, e per questo
ringrazio la Vicepresidenza, il Consigliere Tresso, per aver organizzato…, li trovate gli
eventi specificati all’interno del rapporto conclusivo, per aver organizzato in
collaborazione con la Garante gli incontri sui libri che parlavano di carcere. Era allo
studio la Biblioteca della Legalità e qui ringrazio anche il Presidente Giovara, che si era
reso disponibile per organizzare una serie di incontri presso le biblioteche torinesi per
parlare sui temi della legalità; e quindi il doppio binario era andare nelle scuole e
portare i temi anche a conoscenza della cittadinanza, il tutto non solo per fare conoscere
la macchina comunale, ma anche per parlare di legalità, appunto, e rispetto delle regole
alla base della convivenza civile. E su questo la Città c’è, c’è sempre stata, pensiamo
agli incontri che sono curati da sempre dai reparti del Corpo di Polizia Municipale, per
esempio in tema di educazione stradale, bullismo e cyberbullismo, ma anche alla
molteplicità di progetti racchiusa all’interno del catalogo “Crescere in Città”, alcuni dei
quali hanno proprio oggetto la legalità. La legalità deve essere raccontata, descritta, ma
soprattutto praticata. Abbiamo, appunto, fatto gli approfondimenti Consiliari e poi,
come ho già detto, abbiamo parlato di legalità, di mafia e di carcere con i cittadini:
Amministratori Pubblici ed esperti dei vari temi a disposizione della comunità.
Abbiamo analizzato anche degli studi, delle ricerche che ci sono pervenute dall’esterno,
si pensi, per esempio: al “Piccolo Atlante della Corruzione”, un laboratorio scolastico
molto interessante che abbiamo accolto a Palazzo ad inizio Consiliatura; al rapporto
Cerved, ne cito solo alcuni veloci, sui rischi delle infiltrazioni mafiose; agli studi
sull’incidenza dei volumi di gioco d’azzardo dopo la Legge 9/2016, che sappiamo oggi
purtroppo essere stata abrogata; ai dati sul fenomeno della radicalizzazione. Abbiamo
trattato temi, perseguendo un obiettivo; abbiamo approfondito la radicalizzazione e
siamo arrivati all’istituzione del Tavolo, che speriamo la prossima Amministrazione
porti avanti. Gli approfondimenti in Commissione, ancora, sono serviti per indirizzare e
sollecitare azioni politiche: si pensi, per esempio, a tutto il lavoro fatto riguardo al tema
del lavoro dei detenuti o a prendere posizione su importanti temi nazionali, per esempio
la chiusura del CPR, il Registro dei titolari effettivi e l’ergastolo ostativo che andiamo a
votare tra qualche minuto. Le problematiche emerse hanno portato anche ad azioni
dell’Amministrazione, penso alla delibera che ha ampliato i posti a disposizione per le
donne vittime di tratta o all’innovativo Protocollo Appalti, che prevede la clausola
sociale all’interno degli appalti relativi ai lavori pubblici. Dall’esperienza di questa
Consiliatura ho maturato, per quanto riguarda il futuro, la convinzione che la Città di
Torino debba avere un Assessorato alla legalità - un’idea che magari mi verrà, appunto,
rubata dal prossimo Sindaco o, speriamo, Sindaca -, una sorta di cabina di regia che
coordini e condivida le attività dei diversi Assessorati sul tema del legalità, nell’ambito
delle diverse attribuzioni e competenze. Per quanto riguarda invece la lotta alla mafia,
ritengo che, in primis noi Amministratori, bisogna parlarne di più al di fuori; noi
l’abbiamo provato a fare con l’evento su Bruno Caccia, votando appunto l’ordine del
giorno di oggi, ma se ne deve parlare molto di più e non solo in occasione del 21 marzo,
del 23 maggio o del 19 luglio. In chiusura, velocissima, Presidente, faccio solo i
ringraziamenti a tutti coloro che hanno collaborato con la Commissione. Un
ringraziamento particolare al Prefetto Claudio Palomba, alla dottoressa Francesca
Stallone della Prefettura di Torino per essere stati sempre a disposizione della
Commissione, in particolare sul tema dei beni confiscati, come vedrete dalla relazione e
poi ancora, alla Procuratrice della Repubblica dottoressa Anna Maria Loreto, al dottor
Gian Carlo Caselli, al Comandante Provinciale della Guardia di Finanza di Torino in
allora Generale Gioacchino Angeloni, al Tenente Colonnello dell’Arma dei Carabinieri
Giuliano Gerbo, al dottor Alberto Somma della DIA di Torino, al Comandante del
Corpo di Polizia Municipale di Torino Emiliano Bezzon, al Vicecomandante Vicario
Alessandro Parigini, al Responsabile del Reparto Investigazioni Tecnologiche
Gianfranco Todesco, al Responsabile Reparto Informativo Minoranze Etniche Daniele
Lieti per la sempre cortese disponibilità e la preziosa collaborazione, al Presidente
Arturo Soprano e agli Avvocati Michela Malerba e Mario Napoli, all’Avvocato Simona
Grabbi, Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Torino, e al dottor Luca Asvisio,
Presidente dei Dottori Commercialisti, che sono stati ospiti in Commissione per
approfondire i temi dell’emergenza della criminalità finanziaria, alla Garante Comunale
dei diritti delle persone private della libertà personale della Città di Torino, al Garante
delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione
Piemonte, alla famiglia Caccia tutta, in particolare a Paola, a Carmen Duca e Maria
Bergadano del Movimento Agende Rosse, a Maria José Fava di Libera Piemonte e alla
maestra Lucia Colucci della scuola D’Azeglio-Nievo, al dottor Luca Guglielminetti e
alla dottoressa Diletta Berardinelli e poi ovviamente alla Sindaca, agli Assessori, al
Segretario Generale, agli Amministratori delle società partecipate, alla Presidenza del
Consiglio Comunale, agli Uffici dell’Area Patrimonio e agli Uffici del Servizio
Consiglio Comunale, all’Ufficio Manifestazioni, Cerimoniale e Toponomastica del
Consiglio Comunale, al dottor Flavio Roux e alle Segretarie di Commissione Tiziana
Bergesio e Antonella Cecchin con i quali è stato un onore e un piacere lavorare con tutti
loro.
Velocissimamente, sull’ergastolo ostativo invece abbiamo già fatto gli approfondimenti
in Commissione. L’ergastolo ostativo è quel regime giuridico secondo cui i condannati
per i reati di mafia non possono accedere ai benefici a meno che non collaborino con la
Giustizia; lo dico molto velocemente, ma abbiamo avuto modo di approfondire in
Commissione, anche perché, appunto, dopo la prima seduta è stato giustamente chiesto
un approfondimento e abbiamo avuto nostri ospiti, appunto il dottor Gian Carlo Caselli,
l’Onorevole Ascari e il Garante Bruno Mellano che hanno ovviamente esposto i propri
punti di vista e questo ordine del giorno chiede sostanzialmente di… siccome il seguito
della sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo che appunto…, diciamo così,
invita l’Italia a rivedere la Legge perché questo ergastolo ostativo è considerato in
violazione dell’articolo 3 della Dichiarazione dei diritti dell’uomo, appunto, perché,
diciamo, raffigura una tortura nei confronti del condannato non facendogli fruire questi
benefici, chiede, appunto, all’Italia di rivedere la Legge. E con questo ordine del giorno
chiediamo al Governo, nel rispetto ovviamente, prima della sentenza della CEDU e poi
della Corte Costituzionale, che si è pronunciata, diciamo così, recependo l’orientamento
della CEDU, però che tutto questo non sia a discapito di tutto l’impianto che è stato
messo in piedi a partire da Falcone, ma ancora prima di lui e fino ad oggi, sulla
collaborazione di Giustizia e sul fatto di concedere effettivamente questi benefici a
coloro che forniscono la collaborazione. Questo, in estrema sintesi, è il contenuto del
provvedimento. Sappiamo che è anche allo studio… è ancora più importante in questi
giorni che si parla di Riforma della Giustizia e, secondo me, è molto attuale questo
ordine del giorno e quindi auspico la votazione unanime del Consiglio Comunale. Ho
finito.

SICARI Francesco (Presidente)
La ringrazio, Presidente Tevere. Apriamo adesso gli interventi. Ci sono interventi?
Prego, Capogruppo Artesio.

ARTESIO Eleonora
In estrema sintesi e soprattutto perché credo che a ciascuno di noi competa anche un
principio di coerenza, quindi io intervengo espressamente in rapporto al principio di
coerenza con le valutazioni e i giudizi pubblici che ho espresso nell’arco di questo
mandato. Sicuramente, è lodevole l’impegno, che è stato rappresentato, di restituire al
Consiglio Comunale una relazione conclusiva e sicuramente l’iniziativa, in termini di
convocazione delle sedute di Commissione, ha seguito una regolarità che credo abbia
soddisfatto i componenti della Commissione stessa; altrettanto sicuramente, dal mio
punto di vista, la Commissione ha mancato nel raggiungimento dell’obiettivo collegato
alla propria istituzione, perché credo che l’istituzione della Commissione non fosse
volta ad accogliere momenti di audizione, di perfezionamento, di aggiornamento, di
formazione dei Consiglieri, non fosse nemmeno soltanto dedicata a dare
un’amplificazione istituzionale a iniziative assunte da terzi, ma fosse una Commissione
debitamente impegnata a costruire delle modalità di approfondimento, capaci di
informare, in maniera differente, l’agire della Pubblica Amministrazione, le relazioni
della Pubblica Amministrazione con soggetti terzi, i regolamenti interni della Pubblica
Amministrazione, quindi a fare dell’istituzione della Commissione, non una cassa di
risonanza di iniziative di terzi, nemmeno una cassa di risonanza degli atti deliberativi
della Giunta, che curiosamente abbiamo visto riproposti all’interno della Commissione
Consiliare, bensì una vera e propria occasione di laboratorio per formulare proposte
operative a cui la Giunta, ovviamente nella sua autonomia, avrebbe potuto ritenere di
aderire o meno. Per far presente al Consiglio Comunale che non si tratta soltanto di una
peregrina opinione della Consigliera che sta intervenendo, io inviterei a fare un
raffronto tra questa relazione conclusiva e la relazione conclusiva del 2016. Nel corso di
quei lavori e al termine di quei lavori venivano avanzate, nei confronti della Giunta, e lo
erano state durante il mandato, alcune proposte innovative, relativamente alle normative
sugli appalti pubblici; venivano avviate, in seno e per iniziativa della Commissione
stessa, attività di questionari, condotti col supporto dell’Università degli Studi sul tema
del racket; venivano indagati particolari ambiti delle attività economiche, con un diretto
coinvolgimento degli operatori stessi, ovvero la Commissione Consiliare si proponeva
di cambiare le situazioni sulle quali riteneva di dover intervenire o sulle quali riteneva
che la Pubblica Amministrazione, sensatamente, avesse un ruolo e una capacità di
intervento; era quindi una Commissione che non funzionava semplicemente come cassa
di risonanza. Da questo punto di vista quindi, io non posso riconoscere nella relazione
conclusiva un elemento di soddisfazione tale, quale quello che emergeva nella
descrizione, pur riconoscendo alla Presidenza e alla Vicepresidenza, a coloro che si
sono succeduti nel supporto tecnico a questa Commissione di essersi accostati con
buona volontà. Ecco, non mi preoccuperei che qualcuno, successivamente, possa rubare
delle idee; francamente, idee non ne ho ascoltate in questi anni, quindi io annuncio il
mio voto di astensione.

SICARI Francesco (Presidente)
Prego, Capogruppo Petrarulo.

PETRARULO Raffaele
Grazie, Presidente. Mah, sinceramente nel finale la Capogruppo Artesio mi ha
anticipato perché… io non c’ero nello scorso mandato, però ne parlavo con la collega
Scanderebech e mi stava accennando, quasi mi sembrava di avere una stereofonia tra
quello che diceva la Consigliera Artesio e quello che diceva la Consigliera
Scanderebech. A prescindere da questo discorso, che mi vede convinto anche, c’è un
discorso che mi porta anche a essere convinto che una fetta di quella che è stata la
Commissione Legalità (incomprensibile) che mi ha visto quindi anche partecipe, mi
trova concorde. Ci mancherebbe, quando si parla e si citano i passaggi sia del Nicola
Gratteri, Procuratore di Catanzaro, dove parla dell’ergastolo ostativo, a cui mi collego
poi all’ordine del giorno al 41 bis, ad Antonino Di Matteo che dice, appunto, e chi
potrebbe dire il contrario di questo: “Chi conosce storicamente Cosa Nostra sa bene che
l’unica vera preoccupazione per i mafiosi è proprio l’ergastolo, inteso come effettiva
reclusione senza alcuna possibilità di accedere ai benefici”, per non parlare di Falcone e
Borsellino per i quali, non solo il sottoscritto nutre non solamente stima, ma veramente
un’abnegazione, personaggi che oggi non ci sono più, naturalmente sul… terreno e in
Italia. Quindi perché c’è… c’è un buon lavoro a monte che è l’intenzione, c’è quello che
diceva la Consigliera Artesio, che mi riscontra anche (incomprensibile) e quindi si
poteva fare un qualcosa di più all’interno di quello che era il panorama quindi
complessivo di questo atto, però, naturalmente, mi trova, ci trova fondamentalmente
concordi per quello che riguarda il contrasto dei fenomeni mafiosi e quindi della
sicurezza e legalità; mi ha sempre visto in prima linea su questo, ho fatto parte anche
del…, per quello che riguarda l’Ordine dei Commercialisti, ringrazio anche Luca
Asvisio della Commissione Antimafia all’interno, quindi sulle linee guida di una
Commissione Antimafia a livello nazionale e quindi su tutto l’Ordine dei
Commercialisti di tutta Italia, quindi sicuramente so che alcuni articoli di questi si vede
che sono molto molto difficili da andare ad applicare e oggi soprattutto. Per questi
motivi, come Forza Italia, noi su questo atto ci asterremo. Grazie, Presidente.

SICARI Francesco (Presidente)
Prego, Presidente Giovara.

GIOVARA Massimo
Grazie, Presidente. Io sono entrato relativamente tardi nella Commissione Legalità e
volevo ringraziare… ci sono entrato perché suscitato da un grande interesse per il lavoro
della Presidente Carlotta Tevere che ringrazio per la precisione, l’attenzione e la
preparazione assoluta in tema di legalità. Tutte le volte che ho partecipato alla
Commissione ho purtroppo assistito a un tentativo di delegittimazione costante nei
confronti della Presidente che io non condivido per nulla, anche per aver conosciuto la
sicura professionalità e conoscenza del campo della mia collega Carlotta Tevere, che
ringrazio per tutti questi anni di lavoro in cui siamo stati a fianco per diverse battaglie.
Grazie, Presidente.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei. Prego, Capogruppo Tresso.

TRESSO Francesco
Sì. Grazie, Presidente. Io intervengo anche in qualità di Vicepresidente della
Commissione. Io ho assunto poi questo incarico circa a metà mandato. Devo dire, è una
Commissione che io trovo molto lodevole che il Comune annoveri tra le sue
Commissioni straordinarie, sintomo anche di una sensibilità e di un’attenzione che a
questi fenomeni si vuole riporre, insomma. Dall’esposizione che ci ha fatto la
Presidente e il contenuto della sua mozione, ovvero dell’allegato, rispiega esattamente
quello che è stato l’approccio, cioè sicuramente valevole sotto, diciamo, l’orizzonte di
guardare una evidenza ad alcuni temi: all’approfondimento, alle audizioni numerose che
abbiamo condotto su molti temi, e questo sicuramente è un elemento di interesse e
anche, se vogliamo, di restituzione alla cittadinanza. Cionondimeno, riprendendo anche
le parole di chi mi ha testé preceduto, nell’intervento subito prima del mio, non è una
questione di delegittimazione, è una questione proprio di metodo che io non trovo avere
corrisposto in pieno a quelle che potevano essere le finalità di questa Commissione;
cioè, nel senso che, proprio per la rilevanza che, senza se e senza ma, una Commissione
Comunale deve poter mettere come punto fermo nel contrasto a questi fenomeni,
sarebbe stato forse, come auspicato anche in più volte all’inizio di Consiliatura, darsi un
criterio un pochino più sistematico nel definire alcuni obiettivi e un percorso per questi
obiettivi da raggiungere, in modo da incidere in maniera un pochino più evidente su
alcuni contenuti, magari focalizzando delle priorità, diciamo. Vi ricordo che all’inizio
della Commissione io stesso chiesi di poter, tra i Commissari, indicare quali erano delle
priorità ritenute maggiormente significative per ciascuno e su quello costruire poi
proprio una sorta di programma, avevamo cinque anni a disposizione e quindi si poteva
anche cadenzare un pochino il percorso, provando ad arrivare a delle considerazioni
fattuali che orientassero, diciamo, le politiche dell’Amministrazione. Sicuramente,
abbiamo fatto un ottimo lavoro nella sensibilizzazione ad esempio sui temi come quello
del carcere, però di nuovo siamo stati poi poco incisivi; io stesso ho proposto…, per
esempio, mi viene in mente un atto in cui chiedevo che l’articolo 21 bis, contenuto ad
alcuni detenuti, potesse tradursi in una maggiore fattuale possibilità di reinserimento,
soprattutto nel termine della fine pena, ma poi su questo la Commissione non ha fatto
un’azione forte di controllo e di verifica; di fatto, non siamo stati poi così incisivi anche
con i nostri Organi interni e quindi alle partecipate poter dare una considerazione più
diretta. Ancora, con la Garante, è vero, c’è stato un colloquio piuttosto fertile e
continuo, però, proprio, lo dico in questa situazione in cui… è di pochi giorni fa il fatto
che sappiamo che sono state confermate delle pene che ahimè conseguono a dei
comportamenti illeciti nell’ambito della struttura carceraria e di cui la Garante ha subìto
perché nasce anche, giustamente, da quello che è stato il suo atteggiamento nel
denunciare certi atteggiamenti e forse si poteva avere il coraggio di fare delle azioni più
forti; esiste la possibilità di costituirsi come parte civile in questi procedimenti. Allora,
tutto questo per dire che una Commissione di questo genere deve anche avere il peso di
poter incidere in termini politici su scelte più dirette di coraggio, di maggiore possibilità
di determinare delle valutazioni che siano, in questo senso, più incisive proprio come…
chiedo scusa se mi ripeto. Anche sulla definizione per esempio dei contratti e quindi del
contrasto, fattivamente capire da che punto siamo partiti e a che punto siamo arrivati,
cioè in questi cinque anni e su questo ci sono state sicuramente anche delle
Commissioni, ma non credo che siamo riusciti ad essere così determinanti, ecco. Quindi
io ripeto, da parte mia c’è un sostanziale apprezzamento per il fatto che anche a me ha
dato…, davvero è stato un ruolo che ho svolto anche con l’interesse di poter
approfondire una serie di temi e di relazioni che la Commissione ha avuto modo di
rendere particolarmente interessanti; ricordo anche le collaborazioni che abbiamo fatto,
per esempio, con tutto il comparto delle Biblioteche Civiche sul tema della legalità,
sulla Biblioteca, proprio, della Legalità per le scuole, sul fatto di avere prodotto degli
incontri nell’ambito del Salone Off, cioè, sempre sul tema della legalità, iniziative
culturali che la Città porta avanti; però ritengo che un ruolo come questo…, e
giustamente anche la collega Artesio richiamava per esempio a quello che erano state
delle determinazioni, anch’io mi sono letto la relazione che aveva contrassegnato
l’ultima azione della Commissione precedente, mi sembra che ci fosse un orientamento
a una maggiore concretezza nell’azione politica, questo non toglie che ci saranno degli
spunti; ho visto che anche alcune cose vengono dette e demandate a chi seguirà. Credo
che sia compito anche proprio di un Consiglio Comunale riuscire a dare alle proprie
Commissioni la possibilità di operare in maniera più diretta nella definizione, insomma,
di orientamenti. Grazie, Presidente.

SICARI Francesco (Presidente)
Prego, Consigliera Grippo.

GRIPPO Maria Grazia
Sì. Grazie, Presidente. Mah, non sarei neanche intervenuta se non forse per chiarire che
non ci interessa in questa sede fare alcuna forma di personalizzazione rispetto all’atto
che viene presentato. Io sono anche d’accordo su tante delle cose che ho sentito dai
colleghi che mi hanno preceduta e certamente se c’è qualcuno che può certificare il
valore del lavoro che è stato fatto nella precedente Legislatura è la sottoscritta e la
collega Foglietta perché si tratta di certificare il lavoro di una esponente della Forza
Politica alla quale apparteniamo, ma non è questo il tema. Va riconosciuto, e lo
riconosco alla Presidente Tevere, che all’interno dell’atto che oggi lei presenta c’è
anche molto del lavoro che, come Partito Democratico noi abbiamo deciso di fare nella
sede della Commissione Legalità e di sicuro io non avrei condotto - ma non è personale,
Presidente Tevere -, non avrei condotto la Commissione come l’ha condotta la
Presidente Tevere, ma posso anche dire che non avrei condotto le Commissioni quasi
come nessuno di coloro che invece le hanno condotte, è proprio una questione di
approccio e di impostazione; certamente mi sono ritrovata molto vicino ad esempio, ad
un di un tipo di conduzione com’è quella del Presidente Russi, anche se poche volte ci
siamo trovati d’accordo nel merito, però io devo riconoscere che comunque ha una linea
di condotta nella conduzione delle Commissioni e anche nella scelta, come dire,
dell’organizzazione dei lavori, e di come questi vengono svolti, che è molto simile a
quella che avrei adottato io. Perché mi sono dilungata in tutto questo? Per dire che credo
che l’atto comunque dia ragione del lungo lavoro che chiaramente assomiglia a colei
che l’ha condotto, dà ragione del lungo lavoro che è stato fatto nel corso di questi anni,
apre una prospettiva in termini di eredità rispetto a chi verrà dopo che può essere colta o
non colta, ma comunque è la fotografia di alcuni fatti e quindi non ci sembra che nulla
osti, rispetto alla fotografia dei fatti, a certificare che da parte nostra…, a certificare che
questo lavoro è stato fatto, sapendo che chiunque verrà dopo potrà fare molto meglio,
potrà fare molto peggio o non potrà fare nulla, nel senso che c’è anche il rischio che
comunque Commissioni come queste abbiano una vita piuttosto limitata e piuttosto
breve, nonostante ormai dei trascorsi consolidati perché comunque è una di quelle
Commissioni il cui lavoro e la cui prospettiva sta molto anche nella sensibilità
dell’Amministrazione e della Maggioranza che la sostiene. Grazie, Presidente.

SICARI Francesco (Presidente)
Prego, Vicecapogruppo Scanderebech.

SCANDEREBECH Federica
Grazie, Presidente. Era il 19 marzo del 2012, tre giorni prima del 21 marzo, la Giornata
della memoria e del ricordo delle vittime di mafia, quando questo Consiglio Comunale
di Torino votava e approvava la costituzione della Commissione cosiddetta Legalità e
Antimafia. In quel 19 marzo 2012 la sottoscritta faceva parte convintamente di quella
Commissione; abbiamo a lungo girato diversi Consigli Comunali per capire in altri
Consigli Comunali, mi ricordo a memoria quello di Pavia, come fosse stata costituita,
con quali intenti, con quali basi. Ad oggi mi ritrovo a distanza di tanti anni ad aver letto
questa relazione, ad aver partecipato alla Commissione nuovamente come membro, ma
sicuramente la diversità, come diceva prima la Capogruppo Artesio, di quella
Commissione che il 19 marzo del 2012 veniva costituita alla Commissione che in
questo mandato abbiamo visto è una diversità veramente enorme, incolmabile,
nonostante il lavoro che comunque è stato svolto dalla Presidentessa Tevere che
ringrazio perché, ci mancherebbe, è pur sempre un lavoro che è stato svolto. Purtroppo,
però non mi sento in questo momento, in questo Consiglio di approvare con un mio
voto favorevole questa relazione, una relazione che, se andiamo a prendere le relazioni
precedenti erano copiose, erano relazioni che erano state svolte dove ogni membro della
Commissione aveva avuto un ruolo; ad esempio, erano stati fatti dei sotto lavori in cui
ogni tema veniva sviscerato e analizzato; la sottoscritta, ad esempio, aveva analizzato
tutto il tema della tratta degli esseri umani, tema che…, a quanto mi ricordo, a mia
memoria ad esempio, in questi ultimi anni, da quando sono in questo Consiglio
Comunale, non ho mai sentito parlarne neanche una volta. Quindi, Presidente, io mi
asterrò, così come il mio Capogruppo di Forza Italia, però con l’input che col nuovo
mandato politico questa Commissione Antimafia, che era stata votata il 19 marzo del
2012, possa ricostituirsi con quel principio che era stato dato come input. Grazie,
Presidente.

SICARI Francesco (Presidente)
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