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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 26 Luglio 2021 ore 12,00
Paragrafo n. 21
DELIBERAZIONE (Giunta: proposta e urgenza) 2021-10832
RENDICONTO DELLA GESTIONE PER L'ESERCIZIO 2020.
Interventi
ARTESIO Eleonora
Grazie. Mi sembra corretto anche per riconoscimento al lavoro che è stato svolto dalla
Giunta e dagli Uffici riservare un intervento da parte dell’Opposizione a questo atto
deliberativo che conclude, non soltanto la rivisitazione a consuntivo del 2020, ma anche
un giudizio conclusivo della sindacatura. Io credo che soprattutto le riflessioni svolte
oggi varranno per le valutazioni di insediamento di una futura Amministrazione e le
osservazioni svolte oggi ancorché dal punto di vista dell’equilibrio contabile ci siano
stati consegnati degli elementi di valutazione, diciamo, di conformità, (incomprensibile)
usare il termine “Favorevole” sarebbe esagerato rispetto a quello che osserverò,
parliamo di conformità, tuttavia al di là di questo giudizio che si fonda su una
operazione di carattere contabile, esiste una lettura dei dati contabili che consente delle
previsioni di carattere politico e anche dei giudizi di carattere politico. In entrambe le
responsabilità amministrative di diverse coalizioni, il principio del perseguimento
dell’equilibrio di Bilancio e il principio della riduzione del debito, vengono dichiarati
come missioni alle quali si intende dedicare il lavoro di un quinquennio. La missione è
sicuramente complicata non so se sia impossibile dal mio punto di vista se non si
riscrivono alcune categorie di carattere politico istituzionale è quasi impossibile, ma
certo non si può dire che sia stata perseguita almeno con la baldanza con la quale era
stata annunciata all’atto dell’insediamento e supporterò questo ragionamento con alcuni
dati numerici. Dall’ultimo anno del decennio di Amministrazione Chiamparino alla
conclusione di questa Amministrazione, passando per la sindacatura Fassino, il debito
residuo è diminuito dai 3.454.000.000 di euro, ai 2.579.000.000 cioè un meno
875.000.000 che lascerebbe intuire l’esito di uno sforzo determinato e quindi una
parziale soddisfazione, ma a controvertire questo parziale giudizio occorre considerare i
nuovi debiti di anticipazione di liquidità contratti dall’Amministrazione precedente e
contratti da questa Amministrazione, nonché i debiti di cassa con la tesoreria e ricordo
che i debiti per anticipazioni di liquidità sono dei veri e propri mutui, utili a sostenere la
spesa corrente certo anche a ridurre i debiti commerciali, ma comportano un periodo di
diversi lustri per la restituzione e quindi anche qui una ipoteca sulle future
Amministrazioni. Quindi la prima conclusione dal punto di vista non dell’equilibrio dei
dati numerici, ma del giudizio politico è che esiste tuttora un modo strutturale del
Bilancio Comunale e questo modo strutturale sarà riconsegnato con cifre simili alle cifre
consegnate nei mandati precedenti, alla futura Amministrazione. Certo, la questione
strutturale del Bilancio Comunale insiste in parte significativa sulla questione dei debiti
contratti e del rapporto con gli interessi bancari. È stato più volte discusso senza
smentita in questo Consiglio Comunale il fatto che gli indebitamenti contratti nel tempo
hanno delle caratteristiche del tutto sfavorevoli alla Pubblica Amministrazione, anche
nel rapporto delle caratteristiche con i privati e che quindi le modalità con le quali noi
siamo impegnati a rimborsare comunque tutti gli interessi fino alla vecchia scadenza
anche a capitale restituito, è una condizione sicuramente complessa per essere affrontata
e sicuramente infelice dal punto di vista della condizione nostra di soggetti debitori, ma
questa Politica di relazioni con le Banche è stata confermata anche nel corso di questo
mandato e anche nel corso del 2020, quando si sono rinegoziati circa 995.000.000 di
euro allungando la scadenza dei mutui a tassi ben al di sopra di quelli di mercato
ottenendo in cambio, la sospensione per i primi anni del rimborso della quota capitale e
in questo modo sono stati ottenuti 52.000.000 usati per costruire quell’equilibrio
finanziario e garantirlo agli occhi della continuità della Pubblica Amministrazione
questo è sicuramente un elemento che va sottolineato e riconosciuto ma che avviene
attraverso un ulteriore operazione di indebitamento. Quindi, in sostanza noi stiamo
discutendo di un consuntivo che è caratterizzato da milioni di anticipazioni di tesoreria
non restituiti 116, da milioni di anticipazioni di liquidità mutui per pagare spese correnti
e da milioni di risparmi derivanti, appunto, dalla rinegoziazione dei mutui che hanno
caratteristiche di eccezionalità. Quando la ripossibilità di rinegoziare con la dilazione a
lunga scadenza pluriennale altri mutui, essendo quasi tutte le possibilità di
rinegoziazione esaurite sarà definitivamente conclusa, come faranno le Amministrazioni
a chiudere i conti? Questa è, evidentemente, una questione che si consegna
all’Amministrazione successiva, ma la si sarebbe consegnata diversamente se accanto al
percorso tradizionale e negoziale avviato con gli istituti bancari si fosse potuta avviare
una diversa modalità anche in relazione con altre Amministrazioni Pubbliche di messa
in discussione del debito degli Enti locali. Infatti nel 2020 noi abbiamo rilevato una
significativa novità, la novità è stata la sentenza 8770 della Corte di Cassazione che ha
dichiarato nulli i derivati non approvati a suo tempo dei Consigli Comunali. I derivati
del Comune di Torino, se non vado errata avendo scorso l’accesso agli atti, non sono
stati approvati dal Consiglio Comunale, pertanto la possibilità di nullità di quelle
clausole e quindi di eventuale riscrittura, rivalutazione sarebbe aperta anche per il
Comune di Torino, almeno per quel tipo di contratti di derivati nei quali all’atto della
sottoscrizione, che non si può imputare a questa Amministrazione, viene stabilita come
delega per le controversie il Foro di Londra dove, evidentemente, le sentenze della
nostra Cassazione non si applicano, ma non abbiamo potuto conoscere in questi anni,
nonostante i numerosi interpelli, quanto dei derivati a suo tempo contratti sarebbero
rinegoziabili ai sensi della sentenza della Corte di Cassazione e quanti invece,
dolorosamente, non siano ricontrattabili con queste modalità a causa della definizione
sventurata a suo tempo da un altro Foro di composizione dei conflitti. Ovviamente, per
fare questo tipo di percorso occorre una volontà politica, occorre una relazione con gli
altri Enti Locali, occorre elevare il tema del debito pubblico da un atto per quanto
sofisticato e particolarmente nobile e riconoscibile di Ingegneria contabile ad un atto,
invece, di partecipazione pubblica e politica. Anche la tematica che qui è stata ricordata,
della radiazione dei residui attivi, merita un approfondimento, merita un
approfondimento dal punto di vista sociale, perché il fatto di prendere atto come fa
questa Amministrazione e come fanno molte altre, che ci siano delle entrate che non
sono recuperabili a causa anche delle mutate condizioni socio economiche della
popolazione e della loro impossibilità a far fronte alle responsabilità contratte con le
Pubbliche Amministrazioni per i servizi che le Pubbliche Amministrazioni erogano,
voglio ricordarlo qui però per aspetti che riguardano, non il rapporto tra il Governo
cittadino e i cittadini e le cittadine, bensì i rapporti interistituzionali e voglio ricordare in
modo particolare, i residui attivi radiati nel 2020 nei confronti del Ministero di Grazia e
Giustizia. Quindi un Ente di cui non possiamo immaginare (incomprensibile) dal punto
di vista economico e contabile. I residui attivi superstiti verso il Ministero di Grazia e
Giustizia per un totale di quasi 26.000.000 di euro sono stati cancellati definitivamente.
Quindi anche questo mi pare che segni una modalità delle relazioni periferia noi, centro
Stato, che dovrebbe vedere altri tipi di rapporti di reciproca lealtà rispetto a quelli che
stiamo registrando con queste modalità. In conclusione, proprio perché è l’ultimo degli
interventi dedicati a questo momento di valutazioni, in conclusione sicuramente
l’Amministrazione che si troverà a succedere a quella in carica, si troverà a misurarsi
con un doppio problema, quello complessivo dell’equilibrio di Bilancio sul quale ho
svolto alcune riflessioni e quello come ricordava l’Assessore in chiusura, di
rivisitazione e io spero e mi auguro, di superamento del piano di rientro avanzato nei
confronti della Corte dei Conti, ma soprattutto con un problema politico generale, cioè
la scarsa agibilità delle determinazioni della spesa, in quanto una condizione così
segnata dagli obblighi di restituzione dei debiti contratti… - vuol dire che ho finito il
tempo? - in quanto una situazione così segnata dalla condizione della restituzione dei
debiti contratti, lascia insieme alle spese obbligatori, e poco margine agli elementi di
discrezionalità politica. Ora si può immaginare che questo non sarà il primo problema
dell’Amministrazione che succederà, perché in questo momento siamo
complessivamente opinione pubblica e comunità istituzionale proiettati su una stagione
apparentemente straordinaria, che è quella del piano nazionale di ricostruzione e
resilienza che rischia, sicuramente, di avere delle difficoltà attuative nella definizione
operativa stante le problematiche ripetutamente segnalate dalle autonomie locali sulla
questione della possibilità progettuale degli Enti Locali dopo tanti anni di vincolo di
(incomprensibile) delle risorse professionali, ma altrettanto potrà avere un certo effetto,
come dire, dissuasivo dal prendere atto della concretezza e dell’urgenza dei problemi,
avendo un’iniezione del tutto inedita e del tutto straordinaria. Quindi è possibile che
l’Amministrazione successiva possa sollevare, temporaneamente, il proprio spirito e
quello di tutti noi dalla fortissima costruzione nella quale ci misuriamo con i dati
finanziari per proiettarsi in quest’altra direzione, ma è altrettanto vero che anche se si
potesse, io credo non sarebbe corretto, ma se si potesse accantonare temporaneamente
l’urgenza di questi temi, sarebbe sicuramente necessario per controvertire l’andamento e
riaprire il dibattito politico sul tema della autonomia finanziaria degli Enti Locali per un
verso, della partecipazione degli Enti Locali agli equilibri generali dall’altro,
ricordiamo, ce lo ricordiamo tutti, che gli Enti Locali sono quelli che hanno più
partecipato al raggiungimento del patto di stabilità interna e sono stati più sacrificati, dal
punto di vista delle responsabilità a loro attribuite e delle trattenute dirette da parte dello
Stato. Quindi o si riapre una stagione politica sul tema della finanza degli Enti Locali o
credo che le successive Amministrazioni saranno sempre costrette a misurarsi con
difficili operazioni di carattere contabile e finanziario, ma soprattutto sempre meno
riusciranno a spiegare alla popolazione del loro territorio la natura e i condizionamenti
delle diverse scelte. Grazie.

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