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GIUSTA Marco (Assessore) Grazie, Presidente. Buongiorno a tutte e a tutti. È un piacere essere qua a illustrare questa delibera che io credo di assoluta importanza e di gran lavoro che è stato fatto all’interno di questi anni. Siamo partiti da una mozione, da una mozione di indirizzo della Capogruppo Artesio che ringrazio, che ha posto quest’attenzione ancora molti anni fa, ma che in qualche maniera è stata poi seguita dagli Uffici e dall’Assessorato con fatica, devo dirlo, perché è stato un lavoro abbastanza complicato. Oggi arriviamo alla presentazione di questa proposta che si basa, principalmente, sulla costituzione di una realtà incardinata all’interno degli Uffici e che può ricevere un supporto da parte di Enti e istituzioni fuori dal perimetro dell’Amministrazione comunale che possono accompagnare questo processo così importante, infatti la disuguaglianza che colpisce le donne, i loro corpi, i loro saperi, è un elemento che purtroppo continua a caratterizzare il mondo che siamo abituati e abituate a conoscere, questa disuguaglianza di fondo è forse l’unica cosa che rende uguali le donne, nel senso che si verifica senza condizione di colore, provenienza, nazionalità, orientamento sessuale, ceto, stile di vita, condizioni psicofisiche tra religione e credo politico, è una disuguaglianza e una condizione che affonda le proprie radici in dinamiche culturali di tipo sessiste e patriarcali che definiscono una relazione disequilibrata di potere tra uomini e donne, ponendo di fatto sul piatto della bilancia, da un lato il privilegio maschile e dall’altro la necessaria inferiorità in femminile. Questo semplice incastro genera da secoli discriminazione e violenze nei confronti delle donne, partendo dai movimenti suffragisti dell’800, le battaglie delle donne per il diritto di voto hanno prodotto un primo passaggio fondamentale nella lotta alle discriminazioni e alle disuguaglianze di cui le donne, purtroppo, si fanno ancora portatrici. La convenzione ONU per l’eliminazione di ogni forma di discriminazione contro le donne del 1979 e la piattaforma mondiale delle donne di Pechino nel 1995 rappresentano due momenti fondamentali per l’avanzata sulla strada dell’ottenimento di maggiori uguaglianze e maggiori equità, la piattaforma di Pechino, in particolare, ha storicamente permesso l’introduzione nella pratica politica dei concetti di gender mainstreaming che mette al centro delle politiche un’ottica di genere ed empowerment di genere, ovvero sviluppare la consapevolezza del valore delle differenze. Ancora ci sono altre direttive, fino ad arrivare alla direttiva dell’Unione Europea del 5 luglio del 2006 che definisce meglio un corpus di norme volte a garantire pari diritti tra uomini e donne e in ultimo la convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione alla lotta contro la violenza sulle donne e la violenza domestica meglio conosciuta come Convenzione di Istanbul che l’Italia ha rettificato nel 2012. Accanto al lavoro prodotto sul piano normativo però, è necessario sottolineare anche il lavoro giornaliero di cambiamento culturale e resistenza sul campo portata avanti da gruppi e associazioni femminili, femministe e transfemministe nonché dalle donne in quanto donne, il sapere e le esperienze nel loro essere sfaccettate sono un elemento fondamentale nella lotta alle discriminazioni, alle violenze, alle disuguaglianze che colpiscono le donne e lo sono proprio perché nascono dall’esperienza delle donne stesse. I movimenti femministi e transfemministi stanno mettendo, infatti, in luce il tema dell’intersezionalità e di come, quindi, le donne siano spesso portatrici di diverse forme di discriminazione, ancora troppe politiche pubbliche, infatti non sono costruite in modo da tener conto delle disuguaglianze di genere, dei loro effetti né dei loro possibili meccanismi per disinnescarli, in termini di risultati concreti questo rischia di portare una situazione in cui se a volte si ottengono delle condizioni di uguaglianza formale ancora troppo spesso queste non si traducono in risultati di uguaglianza sociale ovvero di equità e proprio partire dalla consapevolezza, dall’importanza di questi due percorsi, questo più normativo istituzionale e quello dei movimenti femministi, transfemministi e delle donne che la Città di Torino ritiene fondamentale attivarsi sull’ottenimento di un uguaglianza sostanziale di diritti da parte delle donne e su riconoscimenti e bisogni che spesso sono resi più complessi dall’intersecarsi di diverse forme di disuguaglianza. È importante infine, sottolineare che come la letteratura di genere e la lettura di genere rappresenti una categoria di analisi che non tocca solo le donne, ma tocca davvero tutte e tutti, in generale infatti il lavoro di decostruzione di quei modelli di genere binari e fissi che in quanto tali ingabbiano donne e uomini e ruoli di genere che ciascuno si vede affidati e spesso stridono in riferimenti ai progetti e alle scelte di vita di ogni persona, è importante sorpassare questo modello e riconoscere l’importanza di nominare anche solo politicamente le differenze di genere così come storicamente è stato fatto, ma si ritiene al contempo importante e sottolinearle la dimensione più culturale che essenzialista e che le lega, quindi, agli effetti della disuguaglianza che producono e non tanto le differenze innate che necessitano di trattamenti differenziati, in quest’esempio politiche pubbliche che favoriscono la donna esclusivamente in quanto madre e in quanto moglie non sono state in linea con quest’Amministrazione che ha voluto tenere in termini di equità perché tendono a risolvere il problema fornendo, appunto, soluzioni differenziate che di fatto, però rafforzano i ruoli di genere piuttosto di diminuirne gli effetti negativi. Alla luce di questa analisi, di questa grande riflessione la delibera che oggi andiamo a presentare all’approvazione del Consiglio Comunale istituisce la forma e la figura, il Gender City Manager, la istituisce attraverso un regolamento, dà la possibilità alla Giunta di nominarne i componenti, dà la possibilità alla Giunta di nominarne sia come singolo sia come un Ente e un corpus giuridico a parte e questa realtà avrà una serie di compiti, i compiti saranno quelle di fornire una cornice valoriale concettuale che faccia da sfondo ai compiti descritti all’attribuzione della funzione di Gender City Manager contribuirà in maniera determinante con il supporto degli Uffici delle Pari Opportunità in collaborazione con le figure rappresentative del privato sociale alla redazione delle linee guida per l’uguaglianza e l’equità di genere, le linee guida rappresenteranno i principi e il percorso da seguire per raggiungere gli obiettivi prefissati, uno di questi grandi obiettivi sarà la possibilità di dare mandato alla Giunta di emanare gli atti necessari per l’adozione e la definizione della scheda di valutazione preventiva dell’impatto di genere in collaborazione, grazie alla figura del Gender City Manager al fine di rendere effettivo ed efficace il compito di monitoraggio dell’operato dell’Amministrazione previsto, appunto, nella base della riflessione del Gender City Manager. Se il Presidente è d’accordo illustrerei anche gli emendamenti. Per cui relativamente al regolamento che è abbinato e alle delibera che sono abbinate e sono stati presentati dalla Giunta una serie di emendamenti che hanno provato anche a recepire le discussioni e le riflessioni che sono nate in sede di Commissione consiliare dove veniva in qualche maniera riportato anche l’importanza che all’interno dell’Amministrazione ci sia un Ufficio che abbia queste competenze, queste capacità e in prospettiva le provi piano piano a costruire, quindi ruolo del Gender City Manager non sarà solo quello di un mero esecutore esterno, ma anche quello di accompagnamento e di traduzione di una serie di politiche che saranno, appunto, incardinate all’interno dell’Amministrazione ed è per questo che negli emendamenti presentati, appunto, si richiama la mozione 43 che come dicevo prima presentata dalla Capogruppo Artesio e poi votata dall’intero Consiglio Comunale, si tratta di portare all’interno dell’azione amministrativa una visione di genere che permei di sé tutte le politiche, ciò consentirà all’Amministrazione di riconoscere, accogliere e soddisfare le esigenze che scaturiscono dalle differenze di genere evitando un approccio solo all’apparenza neutro, ma in realtà discriminatorio e di negazione delle differenze. Inoltre l’istituzione della figura del Gender City Manager assolve la necessità di dotarsi di uno strumento e valutazione proposta per promuovere un approccio inclusivo sulle questioni di genere in tutte le politiche, in quest’ottica il Gender City Manager affianca e supporta l’attività degli Uffici del Servizio Pari Opportunità e i servizi dell’Amministrazione, per migliorarne l’efficacia viene istituito un tavolo di lavoro trasversale ai servizi dell’Amministrazione in analogia con quello già realizzato per la funzione del Disability Manager, il suddetto tavolo nominato con atto del Servizio Organizzazione su input del Segretario Generale si doterà di un regolamento operativo. Poi ci sono altri piccoli emendamenti che richiamano, appunto, questa intenzione di andare, appunto, nell’ottica di incardinare la figura e il ruolo del Gender City Manager all’interno della Città accompagnando però una figura esterna che possa valorizzare e fornire competenze e fornire importanza a questo percorso. È un percorso complesso, se approvato questa probabilmente sarà la prima Città in Italia a istituire questa figura che è una figura ancora un po’ da conoscere, ancora un po’ da comprendere, ma che potrebbe davvero dare un valore aggiunto a tutto il lavoro di tutti gli Uffici dell’Amministrazione soprattutto alla luce dei grandi investimenti che stanno per arrivare all’interno della nostra Città e che ancora una volta rischiano e rischieranno di lasciare indietro una parte importante delle nostre concittadine e che in qualche maniera, invece, hanno bisogno di nuova linfa per vedersi riconosciuto il loro ruolo all’interno della nostra società e il portato importantissimo che le donne possono dare alla nostra Amministrazione e a tutta la Città. GIUSTA Marco (Assessore) Grazie, Presidente. Più che una replica, è una serie di osservazioni alle importantissime riflessioni che sono state fatte all’interno di questa discussione. Ci tenevo a dire e raccontare solo una questione, in questo momento è vero la figura del Gender City Manager è una figura sperimentale che in qualche modo non trova ancora giurisprudenza, non trova letteratura, sì in Europa ovviamente, ma lì le condizioni sappiamo anche della Pubblica Amministrazione, sono notevolmente diversa da quella italiana. La figura Gender City Manager a mio avviso non può essere, secondo me, svolta da una singola persona e da una singola competenza perché come diceva bene la Capogruppo Artesio il tema è trasversale, il tema tocca i trasporti, tocca il welfare, tocca i diritti, tocca l’urbanistica, tocca la visione strategica della Città, tocca il lavoro, tocca gli orari, tocca tantissime questioni che in qualche modo devono essere gestite tutte contemporaneamente ed è per questo che io non lo nascondo, anzi penso che sia assolutamente una cosa positiva, è stato fatto anche un lavoro già con un soggetto che in qualche maniera potesse esprimere queste competenze in una forma trasversale e in una forma anche articolata e disarticolabile in più situazioni che quindi possa arricchire con le competenze proprio e anche con competenze altre, una di queste realtà che è un Dipartimento dell’Università degli Studi di Torino garantisce appunto, questa opportunità e garantisce anche all’interno del percorso che abbiamo fatto con loro anche la possibilità di, diciamo così, non ricevere dei compensi diretti, ma di investire eventualmente delle risorse all’interno di borse, di stage, di tirocini e di azioni di studio che potranno essere sostenute dall’Amministrazione per approfondire alcune tematiche come ad esempio citava la Capogruppo Artesio prima, sul tema delle biciclette e la condizione di genere nell’utilizzo della bicicletta, ma così anche altre questioni, il tema della sicurezza è stato citato prima, il tema degli orari degli uffici, il tema dei servizi e quant’altro. Queste quindi sono delle riflessioni che sono state già messe in campo e sono state messe in campo non per trovarsi davanti a una scelta compiuta, ma per avere un dato di realtà e quindi una parte di questa delibera è stata in qualche maniera accompagnata nella scrittura e nella stesura con queste realtà e con questi Uffici che hanno anche e avranno anche, come ho già detto in Commissione, uno dei ruoli sarà proprio quello attraverso un bando europeo che l’Università degli Studi ha vinto e sarà quello proprio di incardinare delle politiche di Gender City all’interno dell’Università e quindi questo garantirà anche questa opportunità di cambiamento così importante e così strutturale. Grazie ancora a tutte e tutti per gli interventi, davvero è un panorama nuovo quello che andiamo ad affrontare e a dipingere davanti a noi, però io credo che questo ci dia almeno in parte con tutti i difetti, con tutti i limiti, con tutte le situazioni del caso un piccolo strumento per procedere ed agire in maniera concreta. |