Interventi |
ARTESIO Eleonora Grazie. Era prevedibile il mio intervento dopo la presentazione della mozione che ha impegnato con l’unanimità del Consiglio, la Giunta e dopo il dibattito che abbiamo svolto in Commissione. Io vorrei sottolineare un aspetto che mi sembra fondamentale per la comprensione del ruolo che andiamo ad istituire e quest’aspetto riguarda il fatto che la considerazione della differenza di genere come modalità comune alla condizione delle donne sulla quale si adattano alcune volte, in maniera incentivante, altre volte in maniera di discriminazione, le altre condizioni sociali, economiche, di provenienza, culturali delle diverse donne, quella differenza strutturale è un elemento che caratterizza la responsabilità delle politiche pubbliche nel tenere in considerazione il modo di vivere, di rapportarsi con la Città, di intrattenere relazioni, di utilizzare i servizi che le donne hanno e che è diverso dalle stesse modalità adottate dagli uomini. Questa questione, quindi, non è una questione che interviene dal punto di vista delle discriminazioni positive, cioè non è una questione che interviene per cercare di colmare ed evitare, prevenendole, le diseguaglianze che possono avvenire all’interno di un contesto, è una questione che riguarda la capacità delle politiche pubbliche di riconoscere i destinatari degli interventi e di coinvolgerli in percorsi partecipativi ai fini di rendere efficaci i processi decisionali e i risultati delle politiche pubbliche. Quindi l’istituzione del Gender City Manager è un’acquisizione culturale, ma è fondamentalmente un interesse delle Pubbliche Amministrazioni, non è un caso che quando ho citato nella mozione gli esempi europei, ho fatto riferimento a situazioni nella quale erano state istituite nelle diverse Amministrazioni, penso in particolare Vienna, degli Uffici composti prevalentemente da donne, professioniste donne e la prima esperienza praticata è stata quella di provare la progettazione di un quartiere introducendo esattamente il punto di vista di genere e le modalità di organizzazione degli spazi e dei tempi in quel quartiere sono state più rispettose e più capaci di comprendere l’insieme delle aspettative e delle accessibilità di tutta la popolazione perché, come ben sappiamo, quando si riesce ad acquisire il modo d’essere e il punto di vista di tutti i soggetti si creano quelle mediazioni che producono dei vantaggi di carattere generale. Quindi la questione che poniamo è davvero una questione di carattere strutturale ed è sicuramente, proprio perché è tale, molto complessa da affrontare da parte delle Pubbliche Amministrazioni, lo è per molte ragioni, intanto perché per quanto la cultura e i movimenti abbiano fermato la differenza di genere questa non ha permeato come consapevolezza di modo d’essere alle Pubbliche Amministrazioni, lo è perché le Pubbliche Amministrazioni sono abituate ad operare in modo verticale e in modo settoriale e quindi con fatica e con difficoltà si invertono questi processi per, lavorare invece, in una maniera trasversale e orizzontale che definiamo integrata, accompagniamo questo giudizio, questo attributo a molti metodi, dalla sicurezza integrata alla progettazione integrata. Questo avrebbe voluto dire, quindi, lavorare molto in via preliminare per la formazione del personale dipendente e non vale il parametro per il quale siamo tutti affaticati dal punto di vista dell’organico, pe cui è impraticabile come è stato detto in questi quattro anni, motivare e soprattutto orientare il personale del Comune, perché non più tardi di giovedì scorso in Commissione consiliare, ad esempio, il Disability Manager ci ha detto quando è stata avviata una richiesta di manifestazione di interesse, quanto ampia sia stata l’adesione dei dipendenti, quindi si sarebbe potuto iniziare attraverso la formazione del personale dipendente, dall’altro lato la lunga attesa che precede questo atto non mi pare abbia avuto come corrispondenza la iniziativa di organizzazione di procedimenti di carattere amministrativo che potessero, quindi anticipare la costituzione dei tavoli di lavoro che sono stati qui annunciati. La necessità di procedere in questo modo ci è resa comprensibile ancora di più… Presidente quanti minuti ho? ARTESIO Eleonora La necessità di… ARTESIO Eleonora No, ma stavo cercando mentalmente di distinguere tra dichiarazione di voto e intervento. Dicevo, la modalità di interesse generale por la quale noi procediamo in questa direzione, ci è stata ribadita anche quando abbiamo ascoltato nella Commissione Pari Opportunità la ricerca che è stata realizzata da un ricercatore torinese che opera per un’Università all’estero con la quale è stato misurato le modalità di comportamento delle donne che impiegano per i propri trasferimenti la bicicletta ed è stato molto evidente quali siano le differenze della scelta, le differenze dei comportamenti, le differenze delle aspettative fino a trasfigurare addirittura alcuni concetti o pregiudizi che le stesse Pubbliche Amministrazioni hanno quando ad esempio ragionano sul tema della sicurezza. Quindi questa questione è una questione che nella sua impostazione avrebbe meritato davvero una attenzione pluriennale in modo da potere arrivare oggi non ad approvare l’intenzione e i primi atti, ma da poter arrivare oggi a misurare i primi effetti, i primi effetti di cambiamento all’interno della macchina amministrativa e i primi effetti relativamente ai progetti da coinvolgere in questa prospettiva. Il ritardo col quale arriviamo che ovviamente non mi impedisce di riconoscere che si adotta un atto ufficiale che quindi mi auguro avrà continuità, il ritardo con il quale arriviamo all’adozione di questa delibera mi rende particolarmente preoccupata rispetto agli effetti e soprattutto alla funzione di contaminazione dei modi di procedere nelle decisioni, negli atti deliberativi, perché? Dal mio punto di vista non è un mistero, avrei ritenuto come carattere strutturale la necessità di procedere attraverso un’attività di formazione, di organizzare una struttura interna all’Amministrazione comunale, di individuare la responsabilità di questa struttura collocandola nella relazione con gli altri momenti di vertice decisionale perché un Gender City Manager se non ha la stessa autorevolezza degli altri Direttori degli altri Servizi, degli altri Dirigenti degli altri Servizi non può evidentemente in modo paritario, quel modo paritario che costantemente richiamiamo, interagire e arrivare alla definizione della valutazione di impatto di genere almeno nei programmi strutturali dell’Ente. Tutto questo non c’è nel regolamento allegato perché il regolamento allegato fa riferimento ad un supporto che si ricercherà all’esterno, è presumibile per le informazioni anticipate dall’Assessore in Commissione che questo supporto esterno opererà soprattutto in termini di formazione e di indirizzo rispetto alla redazione della valutazione di impatto di genere, ma rimane una figura all’esterno dell’Ente, quindi sicuramente accolta, come immagino, nelle riunioni di coordinamento del tavolo, ma con l’impossibilità di intervenire direttamente nella costruzione dell’atto amministrativo fino al punto di valutarla con l’apposizione della propria firma e l’assunzione della propria responsabilità e questo mi pare un elemento di vulnerabilità pur riconoscendo che persone o Enti che siano organizzati su questi pensieri, queste culture, questi studi avranno sicuramente le migliori capacità. L’ultima questione sulla quale mi soffermo è il fatto che si pretende che questa figura o questo Ente operino a titolo gratuito, è evidente che se si ragionerà in termini di Enti, è possibile che esistano delle convenzioni nelle quali far rientrare la prospettiva, se si ragiona in termini di persone credo sia ingeneroso ritenere che un compito così arduo possa essere svolto a titolo gratuito. |