Interventi |
CARLEVARIS Cinzia Sì, grazie. Allora come sappiamo la parità di genere è uno degli obbiettivi trasversali che sono stati posti nelle linee guida dell’Unione Europea per la redazione del nostro Piano Nazionale e all’interno del PNRR, appunto, la parità di genere è stata inserita come priorità trasversale… una delle tre priorità trasversali in termine di inclusione sociale e per contrastare le molteplici dimensioni della discriminazione verso le donne che sono state acuite durante la pandemia, il Governo ha annunciato nel PNRR l’adozione di una strategia nazionale per la parità di genere 2021/2026 e questa strategia si propone di raggiungere entro il 2026 l’incremento di 5 punti nella classifica dell’indice sull’uguaglianza di genere elaborato dall’Istituto Europeo per l’uguaglianza di genere. In questo momento noi siamo quattordicesimi su 27 Paesi e questo indice sull’uguaglianza di genere prende in considerazione sei diversi settori che sono: lavoro, denaro, conoscenza, tempo, potere e salute e nel nostro Piano Nazionale PNRR, le misure che sono state previste sono prevalentemente rivolte a promuovere una maggiore partecipazione femminile al mercato del lavoro perché è uno dei settori in cui l’Italia è più indietro rispetto agli altri Paesi Europei, la media dell’occupazione femminile dei Paesi Europei è del 60% quindi non il più virtuoso, la media è il 60% e l’Italia era a marzo 2020 al 50,1% per la prima volta nella storia avevamo superato la soglia del 50%, a marzo di quest’anno c’è stato un calo di 3,6 punti quindi siamo scesi al 47,5% contro, invece, una diminuzione dell’occupazione femminile di solo 0,7 punti percentuali, per cui questo Piano Nazionale punta molto sull’occupazione femminile con interventi diretti quindi di sostegno all’occupazione e all’imprenditorialità femminile su cui sono stati stanziati poi in realtà solo 400.000.000 per sostegno all’imprenditorialità femminile e 10.000.000 per l’istituzione di un sistema nazionale di certificazione della parità di genere per le Aziende e poi interventi indiretti quindi rivolti al potenziamento di servizi educativi, asili nido, servizi per l’infanzia, servizi sociali con 4,6.000.000.000 questo nell’ottica di liberare il tempo delle donne da lavori di cura non retribuiti per farli diventare, appunto, invece un lavoro retribuito per qualcun altro e per liberare il potenziale delle donne, potenziale lavorativo delle donne. Questi sono i capitoli su cui il Governo ha posto delle cifre definite specifiche, però il Piano ci segnala in premessa che ciascuna missione è valutata… cioè tutte le riforme previste delle varie missioni sono valutate in un’ottica di gender mainstreaming attraverso un focus specifico relativo agli effetti di genere sulle politiche e sugli investimenti previsti dalla missione quindi tutte dovranno avere un impatto di genere. Questo impatto di genere è stato fatto anche per gli interventi del PNRR stesso cioè una tabella che riassume sulle 6 missioni per ogni anno gli interventi previsti quale incremento occupazionale avranno sull’occupazione femminile e in totale l’aspettativa e di aumentare di 4 punti percentuali l’occupazione femminile da qui al 2026 che considerato che c’è stato un calo del 3,6% soltanto durante questo anno di pandemia significa che con il PNRR grosso modo torniamo ai livelli pre-crisi quindi torniamo più o meno al nostro 50% che rimane comunque molto distante da quello che era l’obiettivo del 60% della media europea quindi non dico che è un’operazione di (incomprensibile) però non è sicuramente una grande riforma strutturale che va a incidere in maniera significativa su quella che era la situazione precedente. Per cui il perché di questa mozione? Allora come detto la parità di genere viene molto enunciata in narrativa nel PNRR viene citata tipo 70 volte salvo poi appunto vedere che i fondi assegnati alla questione non sono poi così rilevanti. A settembre verrà erogata la prima tranche di finanziamenti, i Bandi dovrebbero essere resi noti dal Governo pare a luglio o agosto per le informazioni che ho io e non si sa ad ora se conterranno dei requisiti sulla parità di genere, sul bilancio di genere, sull’impatto di genere dei vari progetti che andranno finanziati però quello che possiamo fare è decidere che la nostra Amministrazione parteciperà ai Bandi con dei progetti che invece tengono conto dell’impatto di genere. Per cui l’impegno della mozione essenzialmente chiede che la Città assuma e promuova l’assunzione del bilancio di genere come strumento di pianificazione e misurazione dell’impatto di genere nelle politiche di programmazione di tutti i livelli istituzionali come strumento di monitoraggio dell’efficacia delle singole azioni e in particolare impegna ad utilizzare le risorse del Recovery Fund anche per favorire la formazione, l’occupabilità femminile, contrastare il divario retributivo di genere, potenziare la rete dei servizi alle persone e promuovere forme innovative di smart working e lavoro agile. Quindi essenzialmente promuove il bilancio di genere e la valutazione dell’impatto di genere su ogni progetto, qualsiasi progetto che si tratti di un progetto di urbanistica, di verde pubblico, di trasporti qualsiasi progetto deve avere una misurazione quindi con dei dati disaggregati per genere e una valutazione di impatto di genere ex ante e ex post, questi dovrebbero essere gli stessi obiettivi che avrà il Gender City Manager se verrà comunque deliberata, verrà approvata la delibera prossimamente è proprio nei compiti del Gender City Manager valutare l’impatto di genere su tutte le azioni amministrative. Altri punti, che sono gli stessi che chiedeva il Movimento (audio disturbato) il GiustoMezzo questo testo è molto simile a quello già approvato in Regione, in Consiglio regionale intorno ad aprile, in cui si chiede appunto di esplicitare che il tema della qualità del lavoro, la tenuta all’occupazione femminile, contrasto discriminazione di genere in tutti gli atti di indirizzo da produrre. Per quanto riguarda l’inserimento lavorativo delle donne con differenti abilità si chiede di introdurre ogni possibile atto e di rafforzare là dove ci siano invece già azioni di rafforzamento della qualità dell’occupazione femminile, potenziamento di infrastrutture sociali proprio per la conciliazione, l’autonomia e l’inserimento lavorativo delle donne con differenti abilità. Poi altri punti e per quanto riguarda le donne in carico ai percorsi assistiti di uscita dalla violenza si chiede di individuare agevolazione premialità per le Aziende che praticano le pari opportunità nella propria organizzazione e che promuovono l’inserimento lavorativo di queste donne in carico ai percorsi assistititi di uscita dalla violenza. Per quanto riguarda, invece, l’estremo disagio sociale premesso che incentivare l’occupazione femminile riduce la fragilità famigliare e il rischio di povertà estrema oltre ad avere un effetto moltiplicatore è stato calcolato che un posto di lavoro femminile ha un effetto moltiplicatore di 1.3 in termini di occupazione cioè si crea 1,3 posti di lavoro per ogni posto di lavoro femminile creato, questo perché la struttura, si rendono necessari nuovi servizi, aumentano i consumi famigliari per i figli, per la famiglia, per sé stesse perché chiaramente si libera il tempo che una donna utilizza per un lavoro di cura non retribuito creando un posto di lavoro invece retribuito per lo stesso lavoro di cura, per cui ultimo punto della mozione chiede di incentivare azioni di contrasto alla povertà estrema attraverso progetti di reinserimento lavorativo per le donne in estremo disagio sociale. La ringrazio Presidente. |