Interventi |
SCHELLINO Sonia (Vicesindaca) Grazie. Quest’Amministrazione ha considerato di fondamentale importanza affrontare il tema dell’emergenza abitativa, mettendo in atto, per quanto possibile, rispetto alle proprie competenze, tutte le misure idonee a far fronte a un problema che la crisi economica, derivante da quella pandemica, ha reso più complesso. Pur avendo avuto un ruolo importante, il blocco degli sfratti non poteva essere considerato l’unico strumento utile al superamento dell’emergenza, che preesisteva al periodo Covid. A Torino ci siamo impegnati a sfruttare questo periodo, caratterizzato dal blocco generalizzato degli sfratti, per mettere insieme, in un gruppo di lavoro, i Sindacati di proprietà e inquilini, il CIT, il Tribunale di Torino, l’Ordine degli Avvocati di Torino, i quali hanno sottoscritto un Protocollo d’Intesa, che ci consente, laddove è possibile, non solo di andare a recuperare tutte le procedure di sfratto in corso, coprendo la morosità pregressa e rinegoziando un nuovo contratto con la proprietà, ma di andare ad anticipare il procedimento per tutti quei casi che, a causa del Covid, hanno avuto un calo del reddito e che, trovandosi momentaneamente in difficoltà, necessitano di una concreta misura di accompagnamento all’affitto. In questo caso eroghiamo fino all’80% del canone e delle spese accessorie per 18 mensilità, il periodo necessario per aiutare il nucleo finché non si risolleva dalla momentanea situazione di difficoltà. È un lavoro certamente più faticoso, ma riteniamo che l’accompagnamento, con aiuti concreti, per non perdere l’abitazione, sia una soluzione che consente di dare un aiuto economico al cittadino in difficoltà, evitando anche situazioni critiche. Indirettamente, l’aiuto sostiene anche il proprietario, consapevoli che spesso si tratta di piccoli proprietari che in quella seconda casa avevano investito i loro risparmi. Per i casi ormai irrecuperabili rimane attiva la procedura di emergenza abitava, che ci permette comunque, anche in caso di esito negativo, di trovare soluzioni alle oggettive diverse dall’ERP, attraverso i Servizi Sociali e l’Area 4 del Piano di Inclusione Sociale. Infatti, oltre alle consuete misure di Edilizia Residenziale Pubblica, emergenza abitativa, locazione agevolata e Fondi nazionali di sostegno alla locazione, riattivati dal Governo nel 2020, dopo cinque anni di assenza, particolare attenzione è stata riservata alle Politiche Abitative e al Diritto alla Casa con la previsione di percorsi straordinari per le famiglie che non rientrano nei parametri tradizionali, ma che si trovano comunque in emergenza abitativa. La Città ha sviluppato, già nel Piano di Inclusione Sociale, avviato con la delibera del 23 ottobre 2018, l’ambito di azione dedicato a reti territoriali per l’abitare, abitare sociale e accoglienza solidale. Dall’inizio del percorso, sono diversi gli Accordi di Collaborazione che la Città ha sviluppato nel Piano di Inclusione, stipulati con Enti partner, con oltre 100 Associazioni coinvolte e più di 400 risorse abitative e relativi percorsi di accompagnamento all’autonomia finanziati; un meccanismo in divenire che consente alla Città, non solo di accrescere costantemente la disponibilità di risorse destinata all’emergenza abitativa, ma che altresì ha reso più omogeneo il ventaglio di beni destinati all’abitare sociale e a disposizione dei vari Settori dei Servizi Sociali, che in passato si presentava decisamente più frastagliato. Fondamentale in ciò l’istituzione dell’Ufficio Abitare Sociale, a seguito della riorganizzazione e la messa in rete, attraverso i Poli di Inclusione Sociale, di tutte le progettualità di accompagnamento all’abitare, che ha permesso di dare risposte più complete al problema dell’emergenza abitativa. Anche nei confronti di altri partner la Città ha affrontato il problema dell’emergenza abitativa in un’ottica sistemica, coinvolgendo tutti gli attori possibili. A tale proposito, non si può non citare la rete di collaborazione che, negli anni, ha coinvolto attori come l’Istituto Vendite Giudiziarie, i Custodi Giudiziari, gli Ufficiali Giudiziari, nonché il succitato Protocollo d’Intesa, firmato nel gennaio 2021 dal Tribunale di Torino, dall’Ordine degli Avvocati e gli altri partner, comprese le sigle sindacali più rappresentative delle Associazioni dei proprietari, atto a contrastare l’emergenza generata dalla pandemia, operando in sinergia, al fine di anticipare e risolvere le questioni più critiche, evitando che possano trasformarsi in procedure esecutive di sfratto. Sono stati potenziati altresì gli interventi contributivi straordinari a favore dei nuclei vulnerabili, in stretta collaborazione con la Fondazione Compagnia di San Paolo, con l’attuazione del cosiddetto “Fondo salva-sfratti” e voluto nel 2021 nella misura di contrasto all’emergenza abitativa, promozione dell’abitare sociale, direttamente finanziata dalla Città. Alla luce di quanto esposto, possiamo dire che il lavoro di organizzazione, collaborazione, programmazione e coinvolgimento di questi cinque anni ha aumentato gli strumenti per rispondere alle emergenze sfratti e, nonostante la consapevolezza di un inevitabile aumento delle esecuzioni rispetto ai mesi passati, in cui comunque abbiamo continuato ad occuparci di tutte le esecuzioni che non rientravano tra quelle bloccate dal DPCM, c’è un cauto e ragionevole ottimismo rispetto alla programmazione delle uscite come fatto finora, evitando l’intervento coatto delle Forze dell’Ordine. Oltre al continuo incremento degli alloggi, messi a disposizione attraverso il Piano di Inclusione Sociale e dei posti nelle varie strutture, come il Farinelli o via Ravenna, la risposta della Città sarà altresì tanto più efficace quanto più saranno gli alloggi che ATC metterà a disposizione per la graduatoria e dunque per tutte quelle famiglie ospitate a spese della Città e in attesa di casa popolare, attualmente sono 136 famiglie. Un maggior numero di assegnazioni ci consentirà di avere un maggior numero di uscite dei nuclei ospitati, creando una più efficace rotazione con altri nuclei, che, nel frattempo, dovranno essere aiutati, a causa dell’esecuzione programmata dello sfratto. D’altronde è impensabile prevedere un mero aumento delle collocazioni, senza dare alcuna prospettiva di una futura autonomia abitativa ai nuclei sfrattati, che sia una casa popolare o un contratto di locazione privatistico accompagnato da un aiuto da parte della Città. È infine doveroso specificare che quanto detto finora vale per tutti i nuclei che si sono rivolti autonomamente ai Servizi Sociali, ma anche per tutti quelli che, nel corso dei mesi, sono stati segnalati dagli Uffici Giudiziari o Custodi Giudiziari e che hanno accettato l’aiuto da parte della Città. Siamo consapevoli che saranno probabilmente necessari ulteriori aiuti da parte del Governo e delle Regioni e non ci tireremo indietro nel portare avanti le nostre istanze, ma siamo altrettanto convinti che la strada che abbiamo intrapreso ci aiuterà a far fronte, almeno in parte, alle criticità dovute allo sblocco degli sfratti. Grazie. SCHELLINO Sonia (Vicesindaca) Sì, solo un minuto per specificare, la Consigliera Tisi chiedeva a proposito della mancanza della firma degli inquilini, dei sindacati degli inquilini, hanno partecipato a tutto il processo, ci stanno aiutando nel divulgare le informazioni, non hanno firmato perché non se la sentivano di mettere a risorse umane in campo, se in questo protocollo prevede anche che tutta una parte dell’istruttoria possa essere fatta dai sindacati dei proprietari o dai sindacati degli inquilini, i sindacati degli inquilini non avevano fonti di finanziamento per mettere a disposizione del personale per fare parte di questa istruttoria e avrebbero potuto farlo a fronte di un compenso economico un po’ alto perché avrebbero dovuto assumere del personale ad hoc e questo volendo utilizzare i fondi per darli alle persone più che non pagare servizi ha messo loro nella condizione di dire: “Divulghiamo l’iniziativa, siamo assolutamente d’accordo, la promuoviamo, ma non ci impegniamo con risorse concrete”, questo sono per chiudere questo cerchio. L’altro punto e faccio solo un esempio, nella ricontrattazione per questo lavoro in termini di prevenzione che stiamo cercando di fare sempre più, noi arriviamo a riuscire a, non so, una persona viene sfrattata, quella persona ha le condizioni per ricontrattare il contratto di affitto, si applicano propri contratti agevolati che comunque sono attivi e il suo debito viene ripianato nei confronti del proprietario fino a 8.000 euro, quindi non è una cifra bassissima, un proprietario può decidere che anche a fronte di un credito più alto si accontenta di questa cifra, non ha dei dissapori con il proprio inquilino, riconosce il fatto che l’inquilino semplicemente ha una difficoltà economica, accetta come saldo a stralcio questa quota, anche a fronte di un credito un po’ più alto e poi all’inquilino, stiamo ormai facendo addirittura dei progetti ad hoc con l’importo dell’affitto crescente negli anni in modo che all’inizio l’inquilino paghi una cifra molto bassa, anche solo a un 100 euro al mese, integrati dal contributo pubblico e va crescere pian piano, mammano che guadagna un po’ di più, insomma, la sua famiglia si riprende, quindi stiamo cercando davvero di lavorare a misura di persona con il progetto di abitare in solidarietà abitativa insomma, naturalmente tutto è perfettibile, le risorse investite sono molte, vi assicuriamo che anche durante tutto questo anno in cui non c’erano sfratti, ma persone che sapevano che sarebbero poi comunque state sfrattate perché non c’era soluzione sono già state aiutate con queste formule durante questi anni e non andranno a incidere nel momento dello sblocco degli sfratti perché hanno già trovato soluzione prima, abbiamo davvero cercato di trovare soluzioni anche a chi avrebbe potuto aspettare fino all’ultimo perché lo sfratto era bloccato, ma ha deciso di avvalersi di LoCARe la formula di promozione abitare sociale o cose di questo genere per uscire prima e anticipare questo, questo non vuol dire che non ci sarà emergenza, ma comunque tutto quello che si poteva fare prima in termini di prevenzione l’abbiamo fatto nella convinzione che non uscire dalla propria casa va a ricontrattare casomai l’affitto al ribasso sia la soluzione assolutamente migliore, costi meno dal punto di vista sia psicologico, ma anche banalmente dello stoccaggio dei mobili, se uno deve spostarsi deve mettere i mobili da qualche parte, quindi abbiamo cercato di lavorare in questo modo. Grazie. |