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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 28 Giugno 2021 ore 13,00
Paragrafo n. 19

Comunicazioni della Sindaca su "Scadenza blocco sfratti".
Interventi
SICARI Francesco (Presidente)
Possiamo procedere adesso con i nostri lavori, iniziando dalle comunicazioni che
verranno trattate durante la seduta odierna e mi riferisco alle comunicazioni che hanno
come oggetto: “Scadenza blocco sfratti”, presentate dalla Consigliera Montalbano.
Risponde la Vicensindaca Schellino, alla quale lascio subito la parola per… come
anticipato, lascio la parola alla Vicesindaca Schellino, per rispondere alle
comunicazioni, prego ne ha facoltà.

SCHELLINO Sonia (Vicesindaca)
Grazie. Quest’Amministrazione ha considerato di fondamentale importanza affrontare il
tema dell’emergenza abitativa, mettendo in atto, per quanto possibile, rispetto alle
proprie competenze, tutte le misure idonee a far fronte a un problema che la crisi
economica, derivante da quella pandemica, ha reso più complesso. Pur avendo avuto un
ruolo importante, il blocco degli sfratti non poteva essere considerato l’unico strumento
utile al superamento dell’emergenza, che preesisteva al periodo Covid. A Torino ci
siamo impegnati a sfruttare questo periodo, caratterizzato dal blocco generalizzato degli
sfratti, per mettere insieme, in un gruppo di lavoro, i Sindacati di proprietà e inquilini, il
CIT, il Tribunale di Torino, l’Ordine degli Avvocati di Torino, i quali hanno sottoscritto
un Protocollo d’Intesa, che ci consente, laddove è possibile, non solo di andare a
recuperare tutte le procedure di sfratto in corso, coprendo la morosità pregressa e
rinegoziando un nuovo contratto con la proprietà, ma di andare ad anticipare il
procedimento per tutti quei casi che, a causa del Covid, hanno avuto un calo del reddito
e che, trovandosi momentaneamente in difficoltà, necessitano di una concreta misura di
accompagnamento all’affitto. In questo caso eroghiamo fino all’80% del canone e delle
spese accessorie per 18 mensilità, il periodo necessario per aiutare il nucleo finché non
si risolleva dalla momentanea situazione di difficoltà. È un lavoro certamente più
faticoso, ma riteniamo che l’accompagnamento, con aiuti concreti, per non perdere
l’abitazione, sia una soluzione che consente di dare un aiuto economico al cittadino in
difficoltà, evitando anche situazioni critiche. Indirettamente, l’aiuto sostiene anche il
proprietario, consapevoli che spesso si tratta di piccoli proprietari che in quella seconda
casa avevano investito i loro risparmi. Per i casi ormai irrecuperabili rimane attiva la
procedura di emergenza abitava, che ci permette comunque, anche in caso di esito
negativo, di trovare soluzioni alle oggettive diverse dall’ERP, attraverso i Servizi
Sociali e l’Area 4 del Piano di Inclusione Sociale. Infatti, oltre alle consuete misure di
Edilizia Residenziale Pubblica, emergenza abitativa, locazione agevolata e Fondi
nazionali di sostegno alla locazione, riattivati dal Governo nel 2020, dopo cinque anni
di assenza, particolare attenzione è stata riservata alle Politiche Abitative e al Diritto alla
Casa con la previsione di percorsi straordinari per le famiglie che non rientrano nei
parametri tradizionali, ma che si trovano comunque in emergenza abitativa. La Città ha
sviluppato, già nel Piano di Inclusione Sociale, avviato con la delibera del 23 ottobre
2018, l’ambito di azione dedicato a reti territoriali per l’abitare, abitare sociale e
accoglienza solidale. Dall’inizio del percorso, sono diversi gli Accordi di
Collaborazione che la Città ha sviluppato nel Piano di Inclusione, stipulati con Enti
partner, con oltre 100 Associazioni coinvolte e più di 400 risorse abitative e relativi
percorsi di accompagnamento all’autonomia finanziati; un meccanismo in divenire che
consente alla Città, non solo di accrescere costantemente la disponibilità di risorse
destinata all’emergenza abitativa, ma che altresì ha reso più omogeneo il ventaglio di
beni destinati all’abitare sociale e a disposizione dei vari Settori dei Servizi Sociali, che
in passato si presentava decisamente più frastagliato. Fondamentale in ciò l’istituzione
dell’Ufficio Abitare Sociale, a seguito della riorganizzazione e la messa in rete,
attraverso i Poli di Inclusione Sociale, di tutte le progettualità di accompagnamento
all’abitare, che ha permesso di dare risposte più complete al problema dell’emergenza
abitativa. Anche nei confronti di altri partner la Città ha affrontato il problema
dell’emergenza abitativa in un’ottica sistemica, coinvolgendo tutti gli attori possibili. A
tale proposito, non si può non citare la rete di collaborazione che, negli anni, ha
coinvolto attori come l’Istituto Vendite Giudiziarie, i Custodi Giudiziari, gli Ufficiali
Giudiziari, nonché il succitato Protocollo d’Intesa, firmato nel gennaio 2021 dal
Tribunale di Torino, dall’Ordine degli Avvocati e gli altri partner, comprese le sigle
sindacali più rappresentative delle Associazioni dei proprietari, atto a contrastare
l’emergenza generata dalla pandemia, operando in sinergia, al fine di anticipare e
risolvere le questioni più critiche, evitando che possano trasformarsi in procedure
esecutive di sfratto. Sono stati potenziati altresì gli interventi contributivi straordinari a
favore dei nuclei vulnerabili, in stretta collaborazione con la Fondazione Compagnia di
San Paolo, con l’attuazione del cosiddetto “Fondo salva-sfratti” e voluto nel 2021 nella
misura di contrasto all’emergenza abitativa, promozione dell’abitare sociale,
direttamente finanziata dalla Città.
Alla luce di quanto esposto, possiamo dire che il lavoro di organizzazione,
collaborazione, programmazione e coinvolgimento di questi cinque anni ha aumentato
gli strumenti per rispondere alle emergenze sfratti e, nonostante la consapevolezza di un
inevitabile aumento delle esecuzioni rispetto ai mesi passati, in cui comunque abbiamo
continuato ad occuparci di tutte le esecuzioni che non rientravano tra quelle bloccate dal
DPCM, c’è un cauto e ragionevole ottimismo rispetto alla programmazione delle uscite
come fatto finora, evitando l’intervento coatto delle Forze dell’Ordine. Oltre al continuo
incremento degli alloggi, messi a disposizione attraverso il Piano di Inclusione Sociale e
dei posti nelle varie strutture, come il Farinelli o via Ravenna, la risposta della Città sarà
altresì tanto più efficace quanto più saranno gli alloggi che ATC metterà a disposizione
per la graduatoria e dunque per tutte quelle famiglie ospitate a spese della Città e in
attesa di casa popolare, attualmente sono 136 famiglie. Un maggior numero di
assegnazioni ci consentirà di avere un maggior numero di uscite dei nuclei ospitati,
creando una più efficace rotazione con altri nuclei, che, nel frattempo, dovranno essere
aiutati, a causa dell’esecuzione programmata dello sfratto. D’altronde è impensabile
prevedere un mero aumento delle collocazioni, senza dare alcuna prospettiva di una
futura autonomia abitativa ai nuclei sfrattati, che sia una casa popolare o un contratto di
locazione privatistico accompagnato da un aiuto da parte della Città. È infine doveroso
specificare che quanto detto finora vale per tutti i nuclei che si sono rivolti
autonomamente ai Servizi Sociali, ma anche per tutti quelli che, nel corso dei mesi,
sono stati segnalati dagli Uffici Giudiziari o Custodi Giudiziari e che hanno accettato
l’aiuto da parte della Città. Siamo consapevoli che saranno probabilmente necessari
ulteriori aiuti da parte del Governo e delle Regioni e non ci tireremo indietro nel portare
avanti le nostre istanze, ma siamo altrettanto convinti che la strada che abbiamo
intrapreso ci aiuterà a far fronte, almeno in parte, alle criticità dovute allo sblocco degli
sfratti. Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei Vicensindaca Schellino. Procediamo adesso con gli interventi dei Gruppi
Consiliari, i quali hanno cinque minuti a loro disposizione. Prego, Consigliera
Montalbano.

MONTALBANO Deborah
Sì, grazie, Presidente. Mah, io sapevo che oggi mi sarei arrabbiata, però devo dire che…
no, no, faccio un po’ fatica anche a rispondere. Allora, Assessora, lei è venuta qui è ci
ha fatto l’elenco di quelli che sono gli strumenti in dotazione sulla Città di Torino in
tempi pre-Covid e di cui, credo, chi segua questi temi o chi non li segua è alquanto
consapevole qui dentro che sono tutti complessivamente degli strumenti che non sono
sufficienti neanche a gestire quella che è l’emergenza strutturale e ordinaria sulla Città
in fase pre-Covid.
Mi ha parlato di un Tavolo con i Sindacati e quindi di un rapporto diretto con i
Sindacati, beh, le faccio sapere che in data 22 giugno, cioè l’altro ieri, non un anno fa, i
Sindacati di cui…, che lei poco fa citava, hanno indetto un presidio sotto la Prefettura,
denunciando il fatto che è da più di un anno che non la sentono e non la vedono e
chiedendo, sì, sotto la Prefettura, fra le varie proposte, che pongono l’attenzione di
quest’Amministrazione, chiedendo appunto, un Tavolo strutturale emergenziale con la
Città, con le Parti sindacali stesse, con la Prefettura, eccetera, eccetera, prima cosa.
Seconda questione, lei mi viene a parlare del “Fondo salva-sfratti”, di questi benedetti
400.000 euro che la Città ha investito; le do una notizia, rispetto a questo Fondo, che tra
l’altro è stato erogato in questa Città dal 2012, nome e cognome, Elide Tisi, tanto per
iniziare, e il finanziamento in questa Città dal 2012 ad oggi, da parte della Città di
Torino, è sempre rimasto esclusivamente di 400.000 euro. Quindi, quando lei mi dice
che abbiamo investito di più per prepararci alla fase dopo-Covid, lei sta mentendo,
sapendo di mentire; poi viene e ci dice gli accordi con le realtà private, 400 progetti
avallati e in questo momento in essere; bene, ne siamo contenti, ma il problema è:
quante famiglie saranno interessate da questo primo sblocco degli sfratti? Si parla di
4.500 famiglie. Nella sua risposta, per quanto la richiesta di comunicazioni chiedeva
numeri chiari e dati chiari, mi pare di non aver sentito numeri, rispetto a quelle che sono
le famiglie che saranno interessate da questa procedura. A quelle ci dobbiamo
aggiungere… - perché ve li faccio io due conti, visto che la matematica, almeno quella,
non è un’opinione -: abbiamo 2.300 iscritti, che aggiungiamo ai 4.500, strada
Comunale, a quelli dobbiamo aggiungerci tutti quelli che, per qualche pregiudizio,
magari non vanno ad appoggiare la residenza su strada Comunale, poi abbiamo i 180
nuclei familiari in occupazione interessate dal Protocollo d’Intesa, se lo ricorda? Quello
svelato con la Prefettura e la Regione Piemonte, dove all’interno la Prefettura si prende
una fetta di responsabilità, la Regione Piemonte anche, con degli investimenti, mentre il
Comune di Torino in quel Protocollo fa da passacarte e la firma è sua eh, tanto per
cambiare.
Ora, essendo che, davanti a un momento di crisi, che sapevamo sarebbe diventato
straordinario, io credo che ci vadano strumenti e azioni straordinarie; non si può
rispondere ad un’emergenza straordinaria facendo l’elenco di quelli che sono gli
strumenti ordinari, già insufficienti di per sé, che la Città ha a disposizione non da oggi,
non da ieri, ma da anni e che hanno, se devo dire, permesso qualcosa, han permesso a
questa Città di diventare la capitale degli sfratti in Italia. Quindi non veniamo a
prenderci troppo in giro, anche qui in Sala Rossa, Santo di un Dio. Avevamo fatto…

SICARI Francesco (Presidente)
Un attimo. Le chiedo gentilmente di utilizzare un linguaggio consono per quest’Aula.

MONTALBANO Deborah
È Santo Dio, è Santo Dio, è Santo Dio.

SICARI Francesco (Presidente)
Non so come lei si rivolga al di fuori da quest’Aula, ma in quest’Aula cerchi di
mantenere un minimo di decoro. Grazie. Ha ancora 30 secondi.

MONTALBANO Deborah
Io mantengo il decoro, ma in quest’Aula non sono io che vengo a fingere, sapendo di
fingere a verbale, sulla pelle dei cittadini poi, tra l’altro, Presidente…

SICARI Francesco (Presidente)
Ha 30 secondi.

MONTALBANO Deborah
… non sulla mia. Ora, un anno e mezzo di Commissioni in cui - e devo dire, non solo io
- abbiamo tentato e fatto proposte concrete; avevamo chiesto alcune cose basilari, di
fare una fotografia di quello che avevamo già in carico sulla Città, rispetto a tutti i
servizi; avevamo chiesto di dirottare per tempo, nelle voci di Bilancio interessate, nuove
risorse; di rimodulare la ripartizione di spese, investendo sui progetti e i percorsi
abitativi; avevamo chiesto, cara Assessora, di riformare il Progetto di LoCARe…

SICARI Francesco (Presidente)
La invito a concludere.

MONTALBANO Deborah
… ad esempio, per far sì che le agevolazioni fossero più tempestive e che non fosse il
cittadino a doversi cercare l’alloggio e il proprietario disponibile al Progetto di
agevolazione attraverso LoCARe; avevamo chiesto di intercettare e mettere a
disposizione delle famiglie delle strutture straordinarie per la prima accoglienza, perché
una cosa deve essere chiara a tutti, il principio è questo: laddove c’è uno sgombero, ci
deve essere una proposta della Città abitativa per prendere in carico quel nucleo
familiare, quindi…

SICARI Francesco (Presidente)
La ringrazio, Consigliera Montalbano. Il tempo a sua disposizione è finito.

MONTALBANO Deborah
Concludo, Presidente… quindi convochiamo subito questo Tavolo.

SICARI Francesco (Presidente)
No, Consigliera il suo tempo…

MONTALBANO Deborah
Urgente, con la… (incomprensibile).

SICARI Francesco (Presidente)
Procediamo con gli interventi. Prego, Consigliera Tisi, ne ha facoltà per cinque minuti.

TISI Elide
Sì, grazie Presidente. Allora, la collega Montalbano ha fatto questa richiesta di
comunicazioni, ritengo anche a seguito della già citata manifestazione che c’è stata
qualche giorno fa da parte delle Organizzazioni Sindacali, che richiamavano certamente
la Regione Piemonte, ma anche la Città di Torino nel prendersi più direttamente a cuore
la condizione che molto presto, temo, ci travolgerà, ma è, diciamo, un rischio
annunciato e non ci dovrebbe trovare né stupiti né impreparati. Dicevo, una
manifestazione proprio per denunciare una gravissima condizione che potrà essere
conseguente allo sblocco degli sfratti e che riguarderà, dalle stime che loro hanno fatto,
nell’immediato circa 7.000 nuclei familiari. È evidente a tutti che nessuno poteva
pensare o può pensare che la proroga degli sfratti possa continuare all’infinito;
sappiamo bene tutti noi come, soprattutto i piccoli proprietari stiano, allo stesso modo
talvolta dei loro inquilini, patendo una situazione di criticità e molto bene ce lo possono
rappresentare anche quelle Organizzazioni caritatevoli che si trovano talvolta ad aiutare
sia gli uni che gli altri. Io credo, però, ci sia in tutto ciò una grossa responsabilità
pubblica e credo anche che le azioni che si devono fare, che avrebbero dovuto essere
fatte, l’Assessora ce ne ha elencate alcune…, ma io vorrei dire che il Consiglio
Comunale nel mese di novembre dell’anno scorso aveva dato delle indicazioni molto
chiare, e all’unanimità dei votanti, su quali avrebbero dovuto essere le azioni da mettere
in atto in questa direzione, soprattutto per non arrivare impreparati ad una condizione di
sblocco degli sfratti; e, dicevo, azioni su vari piani, alcune assolutamente di prevenzione
e voglio citarne una che sembra che non c’entri, ma in realtà c’entra, molto e
direttamente, il rinnovo degli Accordi Territoriali. Gli Accordi Territoriali sono scaduti
a gennaio e l’indicazione che era stata data dal Consiglio Comunale era proprio quella
di promuovere. Perché è importante, in questo momento, promuovere un rinnovo degli
Accordi Territoriali? Perché si tratta di andare a rivedere le condizioni insieme ai
proprietari e agli inquilini che consentano di favorire il mercato della locazione, che
diversamente rischia di essere bloccato, come già abbiamo visto in tutta la fase Covid e
questa è una delle azioni di prevenzione certamente, non incide direttamente, non blocca
lo sfratto, ma crea delle condizioni favorevoli. Un’altra…, e l’ha citato il Protocollo
l’Assessora Schellino, però io faccio sommessamente notare che quel Protocollo non è
stato sottoscritto dalle Organizzazioni Sindacali, non ci sono gli inquilini; io l’ho visto,
ci sono le parti dei proprietari che sono importanti sicuramente, che molto spesso hanno
collaborato con la Città nel trovare soluzioni, ma in un momento del genere bisogna
mettere tutti intorno a un Tavolo, se si vogliono trovare delle soluzioni. Ci sono delle
risorse, delle risorse che sono arrivate; già nella mozione approvata il 30 di novembre
richiamavamo uno stanziamento straordinario di 140 milioni del Governo centrale per
sostenere ed evitare che le persone e le famiglie escano dalla propria abitazione; bisogna
arrivare prima che ci sia bisogno delle Residenze sociali e delle Residenze temporanee,
che pure sono fondamentali e importanti. È importante implementare questa rete, ma è
importante intervenire per intercettare gli sfratti, prima che diventino esecutivi. Per fare
questo ci sono stati e ci sono degli stanziamenti anche nel Recovery Plan, sia per
sostenere fino al 50% i canoni dei proprietari che sono disponibili a ridurre il canone di
locazione, sia per implementare i fondi che devono però avere degli iter semplificati,
perché se noi aspettiamo, per riconoscere la possibilità di erogare i fondi, che l’iter sia
concluso, talvolta è troppo tardi perché il rapporto tra proprietari e inquilini è già
compromesso e non si riesce a recuperare…

SICARI Francesco (Presidente)
Ha ancora 30 secondi, le chiedo di concludere.

TISI Elide
Chiudo. Questi soldi, come richiamavamo nell’atto, richiedono di avere del personale
Comunale implementato per fare questo lavoro di mediazione, se no LoCARe né
vecchio né nuovo non riuscirà ad avere gambe. E concludo solo chiedendo che vengano
restituiti ai Commissari della IV Commissione, ma a tutto il Consiglio Comunale, i dati,
che ad oggi non disponiamo, del Rapporto dell’emergenza abitativa del 2020. Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei. Procediamo con gli interventi. Ora ho la Capogruppo Artesio, prego ne ha
facoltà per cinque minuti.

ARTESIO Eleonora
Grazie. Mi pare evidente da questa discussione specifica, ma anche dai dati complessivi
e dalla sensibilità generale, che il tema della capacità di ampie fasce sociali di
conservare nel tempo il costo della propria abitazione è un tema che è diventato
strutturale, purtroppo, per le condizioni socio-economiche del Paese e non è relegabile
alle condizioni di marginalità sociale o di difficoltà temporanea dei nuclei familiari. La
grande illusione della soluzione del problema abitativo, attraverso lo strumento della
proprietà, che ha attraversato il nostro Paese, quasi esclusivamente solo il nostro Paese
in Europa, è finita; e quindi siamo di fronte alla necessità, da un lato, di affrontare la
contingenza, evitando dei disastri sociali, quindi la caduta ulteriore in condizioni di
povertà e di emarginazione e, dall’altro lato, di conservare quello che sembrava un
principio praticabile nelle democrazie avanzate, vale a dire il passaggio da casa a casa
per quelle condizioni sociali che avessero dovuto abbandonare la prima soluzione
abitativa, ma poter essere accompagnati verso altra soluzione abitativa, senza incorrere
in rischi di deprivazione. Ora, la tematica nella quale siamo immersi è una tematica che
ci rende del tutto evidente come quest’obiettivo e questo percorso sia difficilmente
praticabile e lo sia anche perché continuiamo ad avere consapevolezza di una situazione
variegata e differenziata, dal punto di vista delle condizioni sociali e dei soggetti, e
rispondiamo con una condizione altrettanto variegata dell’offerta, che però si orienta
prevalentemente nella possibilità di sostenere quelle condizioni familiari che sono
capaci di procedere, come l’Assessore ci ha ricordato, verso una progressiva condizione
di autonomia. E in qualche modo abbiamo sostituito…, mi spiace usare il termine
perché non è corretto, la prima leva non è stata abbandonata e non era nelle competenze
del Comune, però si è sostituita la pratica dell’housing sociale a quella degli
investimenti in Edilizia Residenziale Pubblica. È vero che le condizioni sociali sono
differenti, quindi le risposte dovranno esserlo altrettanto, ma è altrettanto vero che gli
avanzamenti che sono stati fatti sono stati prevalentemente sulle questioni del
partenariato pubblico e privato in direzione dell’housing sociale. Invece, il tema
dell’Edilizia Residenziale Pubblica, che oggi ha quella connotazione di soddisfazione
del bisogno abitativo per condizioni sociali ed economiche particolarmente fragili, ha le
caratteristiche, che tutti ben conosciamo, di insufficienza dell’offerta, rispetto alla
domanda; insufficienza di vani abitativi, rispetto alla domanda emergente di casa da
parte dei nuclei familiari. Ora, da questo punto di vista, la strategia di programmazione
territoriale di un Comune è fondamentale. La strategia di programmazione territoriale ci
dice, perché lo dicono gli allegati della Variante strutturale del Piano Regolatore
Generale, che nella Città di Torino sono più di 53.000 gli alloggi vuoti e la condizione
degli alloggi vuoti, se commisurata alla domanda in attesa di Edilizia Residenziale
Pubblica, ci fa rilevare una forbice insopportabile; una forbice insopportabile che, da un
lato, parla di alloggi vuoti non assegnabili per carenza di manutenzioni straordinarie e
ordinarie - mi tocca dire che ho letto sui giornali che tre giorni fa la Regione Piemonte
ha stanziato 1 milione, proprio per intervenire relativamente al recupero con
manutenzioni straordinarie degli alloggi non assegnati -, ma dall’altro lato anche
relativamente ad un patrimonio abitativo inutilizzato che non appartiene alla
rappresentazione, che trova sempre tutti unanimi, del piccolo proprietario, a fronte del
contratto di locazione di un inquilino moroso, perché gran parte delle proprietà
immobiliari non sono solo dei piccoli proprietari; cioè, quei 53.000 alloggi, che non
vengono resi disponibili di fronte ad un bisogno abitativo, non sono della signora che ha
investito lì i suoi risparmi, ma sono anche di grandi agenzie che fanno riferimento a
proprietà di tipo bancario e anche ad attività svolte da grandi organizzazioni, penso
anche alle Cooperative edilizie, perché non mi sfugge il fatto che l’ultimo Piano Casa,
varato in Piemonte, che fu quello dell’Assessore Conti nella Giunta Bresso, aveva reso
disponibili 15.000 alloggi sulla cui attivazione fu, essenzialmente, non la dimensione
micro, ma la dimensione macro delle proprietà immobiliari a muoversi.
Allora, io concludo soltanto con questo, anche a me stride il fatto che a volte ascoltiamo
qui delle relazioni sui risultati ottenuti che rendono conto della fatica che si è fatta, e
quindi da questo punto di vista le apprezzo, ma non rendono conto della divergenza con
i dati di realtà, perché se ci fosse stata questa condivisione nel pensare che la situazione
a Torino sia gestibile, non avremmo avuto la lettera scritta dai Sindacati degli inquilini
il 21 aprile ai Parlamentari piemontesi. Quindi forse, di fronte ad una situazione…

SICARI Francesco (Presidente)
Le chiedo di concludere.

ARTESIO Eleonora
Finisco… di fronte ad una situazione emergenziale vanno anche assunti dei
provvedimenti strutturali. Mi domando perché accanto al Tavolo in cui si provano a
mitigare gli effetti tra piccole dimensioni, non se ne debba aprire uno più grande con le
proprietà immobiliari degli alloggi sfitti.

SICARI Francesco (Presidente)
La ringrazio. Consigliere Carretto, per cosa? (INTERVENTO FUORI MICROFONO).
Tempo finito. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Di nulla. Prego, Capogruppo
Petrarulo, ne ha facoltà per cinque minuti.

PETRARULO Raffaele
Grazie, Presidente. Io penso che questo argomento è un argomento che terrà banco da
oggi per altri mesi e anche per il prossimo anno 2022. Bisogna però fare un discorso che
non deve essere utopistico, dove bisogna conciliare la piccola proprietà, il proprietario
con quello che è il bisogno dell’inquilino. Perché sì, io credo anche che i dati che ha
dato la Consigliera precedentemente, quindi 53.000 alloggi liberi, ho qualche dubbio
che siano solamente dei grandi patrimoni immobiliari, perché, se così fosse e non è
quello il…, non vado a sindacare di chi fa questi investimenti, non è che possono… non
si può pensare che un patrimonio immobiliare faccia San Vincenzo per poi regalare ad
altri quelle che sono delle proprietà. Quindi se non c’è, quindi, una sinergia tra Comuni
o Enti locali, quindi, con… naturalmente con le proprietà, perché quindi occorre anche
andare a normare, andare a verificare, andare a vedere quali sono gli interessi reciproci,
nessuno qui entra nel merito. Quello che invece io penso che sia stato sottovalutato, e
quello che è il messaggio che non è arrivato a molti, è quello del mancato intervento
sull’occupazione abusiva. Vede, ha fatto un numero la Consigliera Montalbano, 180;
non avrebbero risolto quella che è l’emergenza abitativa, ma è uno schiaffo nei
confronti di quelle famiglie che oggi sono lì a chiedere di poter entrare e non riescono a
entrare perché quelle che sono state occupate abusivamente e noi siamo ancora qui ad
aspettare che intervenga Comune, ATC o (incomprensibile) il Prefetto per sbatterle
fuori, ma senza nessuna remora. Ma sa perché Assessore Schellino? C’è un discorso di
umanità nei confronti di chi rispetta le leggi e di chi ha bisogno delle case popolari e su
quello si intervenire: aiutarli. C’è un discorso, invece, di presa in giro da parte di chi
crede di essere forte, va a occupare la casa e va a toglierla a quello che certe volte è
disabile o via discorrendo. Quindi questa è l’equità sociale che certe volte molti
chiedono e molti vedono. Abbiamo delle case occupate che lei sa benissimo sia in
Barriera di Milano che a Mirafiori, dappertutto, via Gallina, via Ghedini, cioè non sto ad
indicarle. C’è un discorso, anche quello che dicevamo poc’anzi…, le case ERP
naturalmente, vanno messe in possibilità di poter essere anche, quindi, erogate agli
stessi inquilini che ne fanno (incomprensibile); cioè noi abbiamo tante di quelle case
che rimangono libere per anni e anni e anni, cioè e anche questo è un discorso. Cioè, lei
sa, voi sapete, sappiamo che ci sono famiglie, pensionati che hanno un immobile solo,
l’hanno affittato, hanno perso qualcosa come il mancato introito, pagare naturalmente
l’IMU perché seconda casa, quindi l’IMU su Torino non è che sia regalata
naturalmente, perché quando non si pagano le tasse e quando siamo già all’intimazione
di sfratto, ma l’intimazione di sfratto arriva dopo (incomprensibile) è stata prorogata per
quelle che sono le varie tempistiche, quindi il danno che ha avuto il piccolo proprietario
o il pensionato, che spesso i pensionati non sono tutti ricconi o grandi patrimoni fondiari
e consequenziali anche con quelle che sono molto spesso delle famiglie che hanno perso
il lavoro per Covid. Poi ci sono altre casistiche, e non me ne voglia su questo, ma questo
è un (incomprensibile) normativo che non è stato fatto, quelli che hanno il Reddito di
Cittadinanza, e un pezzo di quella quota dovrebbe essere per pagare il contratto di
affitto. Lei lo sa, Assessore, che quelle somme vengono date, rimangono dentro e quei
280 euro non arrivano al proprietario che paga le tasse, paga le spese condominiali, paga
le spese di riscaldamento, paga tutto e, alla fine, non tutti sono così ligi, naturalmente
così bravi come devono essere, ma capisce che queste sono le cose che stridono con
quello che (incomprensibile) la gente che ci ascolta. Perché poi dopo i numeri sono
quelli, si parla di: bisogna fare, bisogna dire, bisogna fare, no, bisogna far rispettare le
leggi, bisogna che tutte queste cose vadano in fila una dietro l’altra, cara Assessora
Schellino. Purtroppo, quello che verrà ha tanti soggetti che sono tutti su quel Tavolo,
come diceva qualcuno poc’anzi, ma tutti questi soggetti certe volte mi sa che ognuno
parla una lingua diversa e non riusciamo poi ad andarle a conciliare. Sulla questione
abusivi il Prefetto non interviene su quelle che sono state le occupazioni abusive perché
siamo anni luce in ritardo e il Comune paga perché le spese le paga poi il Comune, non
è che qui vanno gratis. Su quello che riguarda i mancati introiti, naturalmente gli sfratti
prorogati, prorogati, prorogati e il proprietario paga perché quello che dice la legge è
che il credito di imposta scatta dall’intimazione di sfratto non da quello che è prima,
quindi sono due anni, tre, oltre a pagare l’Avvocato e via discorrendo. Quindi quella che
sarebbe la panacea, ma non penso che possa avvenire in tempi brevi, era quello che si
poteva fare prima, come qualcuno ha detto poc’anzi. Naturalmente, in un Tavolo di
Conciliazione anche il discorso di LoCARe, che è molto interessante, certe volte
funziona pure, qualche volta funziona pure, ma spesso e volentieri io sento dire da
alcuni che non riescono ad entrare…

SICARI Francesco (Presidente)
La invito a concludere.

PETRARULO Raffaele
… e chiudo, in quello che è discorso di LoCARe, di poter avere, quindi, quei contributi
che possa avere la funzionalità perché come molti di voi mi insegnate, chiudo subito,
per poter garantire devi anche far qualcosa, ma molte volte chi garantisce non riesce a
dare qualcosa, quindi su tutto questo io penso che un intervento deve essere radicale,
immediato naturalmente, colpire chi occupa chi ha bisogno.

SICARI Francesco (Presidente)
La ringrazio. Non ho ulteriori richieste di intervento. Vicensindaca vuole integrare?
Prego.

SCHELLINO Sonia (Vicesindaca)
Sì, solo un minuto per specificare, la Consigliera Tisi chiedeva a proposito della
mancanza della firma degli inquilini, dei sindacati degli inquilini, hanno partecipato a
tutto il processo, ci stanno aiutando nel divulgare le informazioni, non hanno firmato
perché non se la sentivano di mettere a risorse umane in campo, se in questo protocollo
prevede anche che tutta una parte dell’istruttoria possa essere fatta dai sindacati dei
proprietari o dai sindacati degli inquilini, i sindacati degli inquilini non avevano fonti di
finanziamento per mettere a disposizione del personale per fare parte di questa
istruttoria e avrebbero potuto farlo a fronte di un compenso economico un po’ alto
perché avrebbero dovuto assumere del personale ad hoc e questo volendo utilizzare i
fondi per darli alle persone più che non pagare servizi ha messo loro nella condizione di
dire: “Divulghiamo l’iniziativa, siamo assolutamente d’accordo, la promuoviamo, ma
non ci impegniamo con risorse concrete”, questo sono per chiudere questo cerchio.
L’altro punto e faccio solo un esempio, nella ricontrattazione per questo lavoro in
termini di prevenzione che stiamo cercando di fare sempre più, noi arriviamo a riuscire
a, non so, una persona viene sfrattata, quella persona ha le condizioni per ricontrattare il
contratto di affitto, si applicano propri contratti agevolati che comunque sono attivi e il
suo debito viene ripianato nei confronti del proprietario fino a 8.000 euro, quindi non è
una cifra bassissima, un proprietario può decidere che anche a fronte di un credito più
alto si accontenta di questa cifra, non ha dei dissapori con il proprio inquilino, riconosce
il fatto che l’inquilino semplicemente ha una difficoltà economica, accetta come saldo a
stralcio questa quota, anche a fronte di un credito un po’ più alto e poi all’inquilino,
stiamo ormai facendo addirittura dei progetti ad hoc con l’importo dell’affitto crescente
negli anni in modo che all’inizio l’inquilino paghi una cifra molto bassa, anche solo a
un 100 euro al mese, integrati dal contributo pubblico e va crescere pian piano,
mammano che guadagna un po’ di più, insomma, la sua famiglia si riprende, quindi
stiamo cercando davvero di lavorare a misura di persona con il progetto di abitare in
solidarietà abitativa insomma, naturalmente tutto è perfettibile, le risorse investite sono
molte, vi assicuriamo che anche durante tutto questo anno in cui non c’erano sfratti, ma
persone che sapevano che sarebbero poi comunque state sfrattate perché non c’era
soluzione sono già state aiutate con queste formule durante questi anni e non andranno a
incidere nel momento dello sblocco degli sfratti perché hanno già trovato soluzione
prima, abbiamo davvero cercato di trovare soluzioni anche a chi avrebbe potuto
aspettare fino all’ultimo perché lo sfratto era bloccato, ma ha deciso di avvalersi di
LoCARe la formula di promozione abitare sociale o cose di questo genere per uscire
prima e anticipare questo, questo non vuol dire che non ci sarà emergenza, ma
comunque tutto quello che si poteva fare prima in termini di prevenzione l’abbiamo
fatto nella convinzione che non uscire dalla propria casa va a ricontrattare casomai
l’affitto al ribasso sia la soluzione assolutamente migliore, costi meno dal punto di vista
sia psicologico, ma anche banalmente dello stoccaggio dei mobili, se uno deve spostarsi
deve mettere i mobili da qualche parte, quindi abbiamo cercato di lavorare in questo
modo. Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei Vicensindaca e con il suo intervento chiudiamo, quindi, la trattazione della
richiesta di comunicazioni.
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