Interventi |
ARTESIO Eleonora Grazie. Credo che l’Assessora abbia compiuto un notevole sforzo di sintesi tra la competenza di suo riferimento, quella del Progetto Hopeland e la competenza dell’Assessora all’Istruzione. Tuttavia, ci sono alcune questioni che mi pare nella risposta non siano state affrontate, perché la preoccupazione espressa dall’interpellanza concentrava la propria attenzione relativamente all’anno 2021. È chiaro, lo abbiamo compreso tutti, che l’anno 2020 è stato un anno caratterizzato da aspetti eccezionali come, peraltro, anche l’inizio del 2021. Tuttavia, la questione su cui concentravamo l’attenzione era esattamente quella del 2021, perché risulta difficile ad un lettore esterno dei meri atti amministrativi comprendere come si possa sostenere che l’attività sia stata proseguita in ossequio ai contenuti della Convenzione, quando la stessa attività risulterebbe interrotta per più di sei mesi. E risulta, quindi, altrettanto incomprensibile ad un lettore dell’atto amministrativo ritrovare gli elementi di continuità e di conferma nell’aggiornamento progettuale che è stato presentato, anche eludendo un tema che non può appartenere, ed espressamente l’Amministrazione lo ha sottolineato, alle competenze dirette, che riguarda tutta la questione dei riconoscimenti dei titoli dei docenti, tuttavia, ci sono alcune questioni oggettive che invece attengono alla responsabilità della Città, quale, appunto, quella dell’aver acquisito o non acquisito le schede di iscrizione, quella relativa agli attestati del 2020, quella relativa alla nomina avvenuta o non avvenuta del tutor, parliamo del 2021, non del 2020 - anno in cui ha operato -, che possono preoccupare, da un aspetto amministrativo, gli Uffici che sono deputati alla vigilanza, dal punto di vista invece della rappresentanza politica, cioè dei Consiglieri e della Giunta, interessano e preoccupano in relazione agli esiti. Perché, in riferimento a tutti i dati che sono stati pubblicati, in ordine alla conclusione dei percorsi formativi, noi abbiamo una situazione tutt’altro che rosea, rispetto alla continuità formativa dei CPIA perché su tutta la Città di Torino c’è stata una riduzione del 22%, senza contare il CPIA di via Bologna, della situazione conclusiva del percorso corretto e felicemente concluso dei frequentanti. Questo che cosa significa? Intanto, è un dato che va corretto con un altro elemento di preoccupazione perché una specifica circolare del Ministero dell’Istruzione impegnava a introdurre nella quantificazione anche i diplomati dell’anno precedente, e quindi una riduzione così significativa è doppiamente preoccupante perché scavalla due annualità e quindi una doppia dispersione degli studenti, ma preoccupa proprio in relazione dei destinatari di questa formazione, per la loro autodeterminazione e per tutti i percorsi di cittadinanza di cui politicamente sempre parliamo. E per quanto invece riguarda il CPIA di via Bologna si sono persi due studenti su tre e questo è un dato di grande preoccupazione, che dovrebbe non banalmente limitarsi a riflettere sulla continuità di cose esistenti, ma preoccuparsi invece di avanzare delle sollecitazioni per recuperare una situazione che è pesantemente arretrata. Quindi, i sei mesi di interruzione del Progetto Hopeland, le attività del Progetto Petrarca, sei corsi non attivati, la riduzione della scuola delle mamme particolarmente nei quartieri della periferia di Torino Nord, sommati al dato relativo alla dispersione scolastica, che è riportato in modo oggettivo dalle statistiche degli esiti conclusivi dell’anno formativo, è un segnale di grande preoccupazione e di necessità di un forte investimento in questa direzione. Poi, per carità, si può fare - come ho sentito fare molto spesso in questi anni - riferimento alle competenze di altri Enti, fare riferimento al fatto… ARTESIO Eleonora Chiudo… fare riferimento al fatto che l’organizzazione delle sedi si va a individuare in maniera residuale, rispetto ad altri plessi, anziché con una programmazione dedicata o ancora, magari, fare una comparsa a uso dei social, nell’unica scuola delle mamme ancora attiva, dimenticandosi che quelle delle situazioni con maggiore necessità non sono più state attivate. |