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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 28 Giugno 2021 ore 13,00
Paragrafo n. 11
INTERPELLANZA 2021-00294
C'E' UNA QUESTIONE DI DEMOCRAZIA AL TGR RAI PIEMONTE?
Interventi
FERRERO Viviana (Vicepresidente)
Passiamo all’interpellanza n. mecc. 202100294…
Allora, proseguo con la trattazione delle interpellanze. Passiamo alla n. mecc.
202100294.
È stata presentata dalla Consigliera Artesio il 1° giugno del 2021. Dà la risposta a
questa interpellanza l’Assessore Sacco, che ha come titolo:

“C’è una questione di democrazia al TGR Rai Piemonte?

FERRERO Viviana (Vicepresidente)
Subito la parola all’Assessore Sacco.

SACCO Alberto (Assessore)
Funziona? Okay. Innanzitutto, volevo ringraziare la Consigliera Artesio perché ha
sollevato una questione su un tema assolutamente importante e di grande attualità, non
soltanto sul TGR Rai Piemonte direi. Ecco, l’unico dubbio che mi sono posto, che ci
siamo posti, quando abbiamo ragionato sulla risposta da darle, Consigliera, era che non
so se l’Amministrazione Comunale abbia titolo, anzi potrebbe anche apparire come
un’indebita ingerenza, a svolgere attività di mediazione in materia di organizzazione del
lavoro tra vertici dell’azienda Rai e giornalisti, quindi operatori tecnici e personale
amministrativo. Non sta a me dirlo, ma lo trovo un tema un po’ complicato, ecco,
un’ingerenza da parte della politica. Diverso è se fossero stati annunciati dei
ridimensionamenti, una riduzione del personale per la sede di Torino, allora sì che a
quel punto avremmo subito chiesto un incontro coi vertici, come facciamo
normalmente. Quindi diciamo, proprio per essere chiari, non so se sia opportuno che la
Città faccia quello che lei sta chiedendo, quindi un incontro coi vertici. Peraltro, ho
chiesto al nostro Ufficio Stampa alcuni dati ed è interessante, con riferimento al
pluralismo e all’equilibrio prestato nella rappresentazione delle vicende e alla visibilità
dei territori…, ecco, il report dell’Osservatorio di Pavia per il periodo 1°-31 maggio
2021… risulta che alle Amministrazioni locali, cioè Regione, Comune e Provincia è
stato riservato il 47,1 del tempo complessivo; alle Istituzioni nazionali il 7,3; ad altri
soggetti il 45,6. Più nello specifico, per quanto riguarda le Amministrazioni locali, il
21,1 è il tempo riservato al Presidente della Giunta Regionale; l’11 e mezzo agli
Assessori Regionali; il 16,7 alla Sindaca; il 14,4 agli Assessori e il 36% agli altri
Sindaci; oltre all’1,2 ai Presidenti della Provincia. Quindi, da questi dati, non sembra
che si possano riscontrare dei problemi di mancata rappresentazione per Amministratori
e territori. Tutto qua, ecco. Io, come le ho detto, penso che non abbiamo il potere e forse
è anche un po’ pericoloso che si creino ingerenze, rispetto alla sede locale Rai per le
questioni da lei trattate nell’interpellanza. Grazie.

FERRERO Viviana (Vicepresidente)
Allora, grazie, Assessore Sacco. La parola alla Consigliera Artesio.

ARTESIO Eleonora
Grazie. Spero che, dopo cinque anni di cooperazione in quest’Aula, l’Assessore Sacco
mi riconosca almeno la capacità di comprendere ciò che può appartenere al perimetro
della funzione istituzionale e ciò che invece esubera da questo perimetro. Pertanto,
laddove ci fossimo trovati di fronte ad una turbolenza di carattere interno, come può
accadere in vari contesti professionali, non mi sarei attivata a proporre un’interpellanza,
anche perché, fintanto che un’organizzazione, che è ancora democratica come in questo
Stato, prevede delle forme di rappresentanza dei soggetti e contempla dei Tavoli di
relazione…, e quindi tutto ciò che caratterizza una eventuale situazione di conflitto di
carattere sindacale, piuttosto che di applicazione contrattuale di natura sindacale, sfugge
correttamente alla valutazione delle Istituzioni a meno che, come lei ha ricordato, questo
non comporti anche delle riduzioni del ruolo di Poli produttivi, di occupazione e così
via. Ciò che mi ha mossa a pensare di proporle una discussione è esattamente il fatto
che la questione è uscita per volontà degli stessi autori dal contesto delle relazioni
interne ed è diventata una comunicazione pubblica, di cui tutti i telespettatori, ma anche
i cittadini hanno potuto, volendo, essere informati. Quando i giornalisti hanno fatto
ricorso, il 21 di maggio, allo sciopero delle firme hanno adottato una modalità di
comunicazione pubblica e una forma di lotta che era tesa a coinvolgere esattamente i
destinatari del loro lavoro professionale e del mandato della Rai perché con quella
modalità di sciopero delle firme hanno sottolineato l’importanza, a loro dire a rischio di
essere compromessa, della tutela della qualità dell’informazione. E la tutela della qualità
dell’informazione è questione che ci riguarda tutti e, a maggior ragione, riguarda
esattamente chi ha un mandato e una responsabilità di rappresentanza come le
Istituzioni. Ora, è abbastanza innegabile, ma credo che i contatti le siano possibili come
sono stati possibili a ciascuno di noi, che una situazione nella quale si siano succedute
in breve tempo così tante vertenze di carattere professionale, e non casualmente legate a
trattamenti economici soltanto, ma legati alla valorizzazione del ruolo professionale…,
perché quando si parla di cause per dimensionamento stiamo ragionando appunto di
profili professionali, che magari si erano consolidati nel corso dell’attività lavorativa e
che, a loro dire inspiegabilmente, sono stati ridimensionati. Quindi un clima nel quale si
costruisca o si stia assistendo ad una situazione di non valorizzazione delle
professionalità, al punto da avere delle vertenze presso i Tribunali del Lavoro o avere
dei pensionamenti anticipati, è una situazione che perlomeno prefigura un malessere e,
se quindi il telespettatore riceve il prodotto conclusivo di un clima aziendale non
favorevole, evidentemente riceve un prodotto conclusivo che può essere come… -
faccio bene attenzione, lei comprenderà, ad usare sempre il condizionale e a usare
sempre la forma ipotetica -, può essere non corrispondente a quello che invece
dovremmo tutti desiderare di poter ricevere, cioè appunto una informazione, articolata
nelle differenze della comunicazione: oggettiva, comprensiva, inclusiva e così via. Non
mi rassicurano tanto, e l’ultimo paragrafo della mia interpellanza già lo dichiarava, i
riferimenti all’Osservatorio di Pavia, perché l’Osservatorio di Pavia svolge
egregiamente il proprio lavoro, ma, come dice la parola stessa, è un Osservatorio, quindi
registra l’andamento statistico della situazione, ma c’è una bella differenza, per dire, tra
essere informati su qualche evento o qualche dibattito politico-istituzionale, che
caratterizza una realtà istituzionale, o essere informati sulla sagra di un territorio di
provincia. È molto probabile che statisticamente e numericamente gli equilibri siano
rispettati. Il tema, proprio quello che i telespettatori più accorti osservano, è la qualità
dell’informazione e, nella qualità dell’informazione, l’equilibrio tra la rappresentanza
delle diverse parti. Io comunque ho voluto segnalare che non passano inosservate queste
situazioni, dopodiché prendo atto della risposta della Giunta. Grazie.

FERRERO Viviana (Vicepresidente)
Allora, io ringrazio la Consigliera Artesio.
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