Interventi |
CARRETTO Damiano Hanno finito di litigare? Posso intervenire? Grazie. Mah, allora io credo che ci sia un equivoco di fondo che ormai affrontiamo da cinque anni, ovvero che, quando si parla di mobilità attiva, la prima cosa a cui si pensa sono le auto; ovvero la reazione delle auto, degli automobilisti, la sicurezza degli automobilisti e di chi svolta, di chi non svolta eccetera eccetera, e ogni volta che si progetta o si realizza una pista ciclabile, un intervento comunque per la mobilità dolce o attiva, come si vuol chiamare, che quindi deve essere pensata e realizzata a uso e consumo di quella categoria, la prima cosa che succede in questa città è la protesta di chi: “Eh, ma io ho l’auto; eh, io mo non vedo la svolta; eh, io… ma di qua, di su e di giù” e credo che sia un errore concettuale molto forte e credo che, dal punto di vista culturale, sia una battaglia che forse si può dire che questa Amministrazione non ha vinto, mi ci metto anch’io non l’abbiamo vinta. Non l’abbiamo vinta perché, purtroppo, in questo consesso, dove dovremmo essere, diciamo, tutti un po’ più consapevoli del perché si effettuano certe azioni sul territorio, abbiamo chi, appunto, ragiona ancora nel vecchio modo; quindi l’utilizzatore e l’utente principale privilegiato della strada è l’automobilista: chi usa l’auto per lavorare, per fare tutto quello che vuole, però è l’automobilista. Quando invece forse dovremmo riuscire tutti a capire che non c’è più un’egemonia dell’auto e chi guida, chi va in bici, chi va in monopattino eccetera eccetera ha la stessa pari dignità delle auto, e così come chiunque sia un utente della strada è tenuto a rispettare il Codice della Strada, chiunque. Quindi ci sono delle regole anche per il trasporto merci, sulle bici, sulle auto, sui furgoncini; ci sono delle regole per il trasporto merci, non è che uno può caricarsi un divano in bici: viene, probabilmente, fermato dai Vigili che lo sanzionano, perché comunque sia, chi percorre la strada, deve percorrerla in sicurezza, in sicurezza per sé stesso e per gli altri. Quindi non facciamo degli esempi che sono campati in aria, nel senso che, se io vedo qualcuno che viaggia in bici con uno stendino è palese che qualunque Vigile probabilmente lo multerebbe o comunque sia lo fermerebbe. Quindi non facciamo paradossi, che sappiamo essere senza senso, perché se no uno può mettersi a citare tutto il campionario di trasporto merci che avviene con i mezzi, con le automobili o via dicendo che sono… diciamo, ce n’è. Quindi cerchiamo sempre di ragionare evolvendo anche il modo di affrontare certi temi. Io credo che, appunto, come il candidato Sindaco ha pubblicamente dichiarato, le piste ciclabili sotto i viali siano un qualcosa di trent’anni fa, quarant’anni fa, cinquanta anni fa; le piste ciclabili vanno fatte dal lato del marciapiede: marciapiede, pista ciclabile, parcheggio, e si devono restringere i controviali perché restringendo i controviali si diminuisce la velocità, diminuendo la velocità aumenta la sicurezza. Quindi anche le famose svolte, gli attraversamenti, uno li fa a velocità minore e quindi con maggiore sicurezza. Quindi iniziamo a ragionare in quest’ottica; se iniziamo a ragionare tutti in quest’ottica si vedrà che tanti interventi hanno senso e sono fatti come devono essere fatti. Il problema sta nel comunicarlo, nel far capire a chi magari non è un soggetto privilegiato, perché si occupa di Amministrazione Pubblica, il perché certe scelte vengono fatte, perché certe scelte tecniche vengono fatte. Quindi io invito sempre tutti a spostare in avanti il limite, non cercare sempre di arretrare e di tornare alle concezioni… e a come si pensava la città negli anni ’70 o negli anni ’80 perché se no non si va avanti, si torna indietro e tornare indietro non è mai un bene. Grazie. |