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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 14 Giugno 2021 ore 13,00
Paragrafo n. 22
DELIBERAZIONE DI INIZIATIVA CONSILIARE 2021-14313
ISTITUZIONE DELLA "DE.CO. DI TORINO - DENOMINAZIONE COMUNALE DI ORIGINE DI TORINO" ED APPROVAZIONE DEL REGOLAMENTO PER LA TUTELA E LA VALORIZZAZIONE DELLE ATTIVITA' AGROALIMENTARI, DEI PRODOTTI TIPICI, DEI PRODOTTI DELL'ARTIGIANATO ALIMENTARE, DEI PRODOTTI DELL'ARTIGIANATO, DELLE RICETTE TIPICHE, DELLE FESTE TIPICHE, DEI SAPERI, DEI TERRENI CARATTERISTICI DEL TERRITORIO.
Interventi
ARTESIO Eleonora
Grazie, Presidente. Mi è molto chiaro che, in particolare in questo scorcio di mandato,
laddove le Minoranze producano dei commenti o delle osservazioni, attirano
inevitabilmente la critica di voler far tardi e di non consentire che si produca la
conclusione corretta degli atti proposti dalla Maggioranza. Quindi, con questa premessa
cercherò di limitare il mio intervento ad alcune osservazioni che, per carità, avrei
dovuto fare nel mese intercorso dal deposito della proposta di deliberazione ad oggi, ma
avrei numerosi e significativi esempi di quanti mesi sono intercorsi, ad esempio, su miei
atti o su mie mozioni che sono state rinviate almeno tre-quattro volte in Commissione e
sulle quali si attende ancora di comprendere se andranno mai in una direzione esecutiva,
ma questo è il destino delle Minoranze. Magari, in particolare in questa stagione
politica, un tema che mi è caro, che è connaturato a questa proposta di deliberazione che
voglio citare, è quello della responsabilità sociale delle imprese, sulle quali avrei
desiderato vedere la mia città e l’Amministrazione Comunale della mia città definire dei
requisiti di qualità, soprattutto per quello che riguarda la sicurezza sul lavoro,
l’organizzazione del benessere del personale, ma evidentemente in allora criteri e
denominazioni e riconoscimenti non erano così compatibili su una proposta della
Minoranza.
Comunque, poiché ci occupiamo giustamente della valorizzazione delle imprese locali,
della produzione locale, della storia e della tradizione locale, io mi misuro anche con
questo atto, in maniera certamente non ostile, perché sarebbe addirittura ridicolo che un
amministratore pubblico di questa Città non avesse a cuore, in Maggioranza e in
Minoranza, la valorizzazione dei talenti, delle risorse e dei patrimoni del proprio
territorio. Mi permetto, però, di osservare alcune incongruenze che sono contenute nel
Regolamento, alcune contraddizioni, che sicuramente dipendono dall’euforia e
dall’entusiasmo con il quale gli estensori della parte politica e coloro che vi hanno
cooperato sul piano amministrativo sono stati trascinati, ed è bene che ci sia in qualche
modo il gufo famoso - ed evidentemente in questo sono io -, che sottolinea qualche
perplessità o qualche contraddizione, in modo che si migliori il testo stesso. Il fatto che
nel nostro dibattito si sia continuato a parlare di produzione e di prodotti è in palese
contraddizione con un articolo del Regolamento, il quale articolo del Regolamento non
fa riferimento soltanto a coltivazioni, trattamenti artigianali, produzioni artigianali, ma
fa riferimento anche alla conservazione di quelle attività definite feste, saperi,
manifestazioni, iniziative, attività di rilevanza storico-culturale, legati agli usi e alle
tradizioni locali, ma nel dibattito, a parte la relazione molto compiuta della Consigliera
Tevere, tutti ci si è soffermati - perché è l’aspetto più facilmente regolamentabile - sulla
questione della produzione dei prodotti. Allora io pongo alcune questioni: vorrei sapere,
al di là della composizione della Commissione, che potrà anche integrare esperti di
storia locale di volta in volta, ma come si collega questa questione della Denominazione
DE.CO. Città di Torino con tutta quella cultura che è sviluppata nella nostra Città e che
si traduce in eventi riconoscibili e riconosciuti nella nostra Città, quali quelli ad esempio
dei festeggiamenti del Patrono? Tutti i soggetti che organizzano, ad esempio, la festa del
Patrono, dalla Famija Turineisa all’Associassion Piemontèisa, le figure che vengono
individuate di volta in volta come simboli e portavoce per la durata definita da uno
Statuto interno della riproduzione di una tradizione e di una storia culturale; se non
hanno la DE.CO o se non chiedono la DE.CO. sono o non sono riconoscibili e
riconosciuti come effetti e attuatori e attori della valorizzazione del patrimonio locale?
Allora, questa è una domanda banale, che credo, soprattutto per gli interlocutori
operativi, cioè per gli Assessori della Giunta, non sia così tanto indifferente. Vero è che
possono associazioni così storicamente radicate del tutto disinteressarsi dal richiedere
questo riconoscimento, perché il loro riconoscimento deriva da attività pluridecennale e
sta nel consenso espresso dalla popolazione alle loro manifestazioni, ma si tratta di
manifestazioni sempre valorizzate, patrocinate, partecipate da tutte le Autorità della
Pubblica Amministrazione. Allora, tutto questo tema, storia, cultura e tradizioni, forse
andrebbe un pochino definito o espunto se si pensa che produca troppe contraddizioni e
incroci sulla questione, così come - e concludo - si è detto prima (“prima” intendo la
Commissione di stamani) che non stiamo parlando di un brevetto, e però c’è tutto un
articolo del Regolamento e del Disciplinare che prevede sanzioni a coloro che si fregino
di questo titolo, la cui conservazione sta esattamente nello specifico Registro dei
brevetti, quindi questioni un po’ controverse, che per migliorare l’atto forse andrebbero
approfondite.

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