Interventi |
ARTESIO Eleonora Grazie. Ho presentato questa interpellanza proprio per la consapevolezza del fatto che, accanto ad una questione individuale, da cui ho tratto lo spunto per i riferimenti alle diverse cifre, esiste una problematica generale, e questa problematica generale sta impegnando in modo particolare le associazioni di tutela delle persone disabili e malate e non autosufficienti, sia nei confronti della Regione Piemonte, sia nei confronti dei Comuni e dei Consorzi Socio-Assistenziali. In effetti, tutta la normativa madre di definizione dell’ISEE, ai fini della possibilità di fruire di servizi e di prestazioni sociali e socio-sanitarie, discende dalla disciplina del 2013, in particolare dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 2013 n. 159, al quale sarebbero dovute succedere diverse normative di carattere regionale, che, nel caso del Piemonte, non sono state elaborate, ma vengono prorogate con atti progressivi e consecutivi. Il problema dell’aggiornamento e della determinazione omogenea sul territorio piemontese dei criteri di compartecipazione ai sensi dell’ISEE non è una materia esclusivamente di carattere burocratico formale, ma è una questione sostanziale rispetto al modo con il quale si intende definire l’obbligatorietà in capo agli utenti di compartecipare al costo dei servizi. Ad esempio, noi sappiamo molto bene quanto ci sia stato dibattito negli anni passati, e in modo particolare per le attività riguardanti le RSA, la definizione del reddito sul quale vada calcolato l’ISEE e in modo particolare il fatto che nella fattispecie, laddove si tratti di adulti maggiorenni che non vivono, perché frequentano il Centro Diurno, la comunità alloggio e quindi non sono congiunti al nucleo familiare di provenienza, l’unica definizione della loro condizione reddituale è fatta sulla condizione soggettiva su eventuali coniugi o su eventuali figli. E questo è un tema che è stato molto dibattuto nel rapporto tra le istituzioni e le associazioni di tutela, così come - peraltro questo è anche previsto nella norma - tutta la tematica della valutazione dell’indennità di accompagnamento o della pensione di invalidità civile, che non deve concorrere alla formazione del reddito, è un’altra delle questioni che nel tempo hanno profondamente interpellato le istituzioni e le associazioni di tutela. Quindi, in questo quadro in cui la Regione è indeterminata, le associazioni di tutela stanno richiedendo una ridefinizione puntuale e condivisa della legge regionale, il procedere con degli incrementi è questione che probabilmente è stata suggerita ed è sostenuta da argomentazioni formali, ma è altrettanto, forse, diciamo, non così attenta, non intercetta così tanto la sensibilità degli interessati e di chi tutela i loro diritti, perché si vede, a fronte di un’incertezza generale, data per certa invece la soluzione dell’Ente che procede in incremento. In quanto poi alla questione puntuale che ho voluto qui richiamare, mi permetto di dire questo: se le famiglie, la famiglia, gli utenti interessati a questa situazione si rivolgono a un Consigliere Comunale, solitamente è dopo aver percorso le vie ufficiali della comunicazione, sia verso la Segreteria dell’Assessore di riferimento, sia verso l’Ufficio di Relazione con il Pubblico. Quindi mi permetto di dire che in questo caso né in un verso e né nell’altro c’è stata risposta o soddisfazione, ma ciò che importa - e credo interessi anche coloro che si sono fatti promotori di segnalare pubblicamente il problema - è che un incremento, quale quello che io riporto, di retta giornaliera e anche l’imposizione potente di un aumento relativamente alla conservazione del posto per la durata mensile (che poi noi non sappiamo se nella gestione operativa quel posto lasciato libero e ovviamente coperto da una sorta di caparra impegnativa, che è quella che viene pagata dalla famiglia, possa essere usato per sevizi di tregua o altro) è particolarmente rilevante e residuano agli interessati, con questo tipo di incremento, poche decine di euro per le spese personali; non so, nel caso, se siano state fatte richieste di spesa personale maggiorata e che tipo di risposta sia stata ottenuta. Quindi, io concludo dicendo che il tema va oltre la nostra conversazione in questa sede di Consiglio, interpella le relazioni istituzionali e le associazioni; francamente avrei ritenuto forse più sensibile provare a sospendere in questa fase gli incrementi e cercare di accompagnare le richieste di una definizione legislativa, così come le hanno avanzate le associazioni. Grazie. |