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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 14 Giugno 2021 ore 13,00
Paragrafo n. 13
INTERPELLANZA 2021-00257
CRITERI DI COMPARTECIPAZIONE NEI SERVIZI PER LA DISABILITA'.
Interventi
ARTESIO Eleonora
Grazie. Ho presentato questa interpellanza proprio per la consapevolezza del fatto che,
accanto ad una questione individuale, da cui ho tratto lo spunto per i riferimenti alle
diverse cifre, esiste una problematica generale, e questa problematica generale sta
impegnando in modo particolare le associazioni di tutela delle persone disabili e malate
e non autosufficienti, sia nei confronti della Regione Piemonte, sia nei confronti dei
Comuni e dei Consorzi Socio-Assistenziali. In effetti, tutta la normativa madre di
definizione dell’ISEE, ai fini della possibilità di fruire di servizi e di prestazioni sociali
e socio-sanitarie, discende dalla disciplina del 2013, in particolare dal Decreto del
Presidente del Consiglio dei Ministri del 2013 n. 159, al quale sarebbero dovute
succedere diverse normative di carattere regionale, che, nel caso del Piemonte, non sono
state elaborate, ma vengono prorogate con atti progressivi e consecutivi. Il problema
dell’aggiornamento e della determinazione omogenea sul territorio piemontese dei
criteri di compartecipazione ai sensi dell’ISEE non è una materia esclusivamente di
carattere burocratico formale, ma è una questione sostanziale rispetto al modo con il
quale si intende definire l’obbligatorietà in capo agli utenti di compartecipare al costo
dei servizi. Ad esempio, noi sappiamo molto bene quanto ci sia stato dibattito negli anni
passati, e in modo particolare per le attività riguardanti le RSA, la definizione del
reddito sul quale vada calcolato l’ISEE e in modo particolare il fatto che nella
fattispecie, laddove si tratti di adulti maggiorenni che non vivono, perché frequentano il
Centro Diurno, la comunità alloggio e quindi non sono congiunti al nucleo familiare di
provenienza, l’unica definizione della loro condizione reddituale è fatta sulla condizione
soggettiva su eventuali coniugi o su eventuali figli. E questo è un tema che è stato molto
dibattuto nel rapporto tra le istituzioni e le associazioni di tutela, così come - peraltro
questo è anche previsto nella norma - tutta la tematica della valutazione dell’indennità
di accompagnamento o della pensione di invalidità civile, che non deve concorrere alla
formazione del reddito, è un’altra delle questioni che nel tempo hanno profondamente
interpellato le istituzioni e le associazioni di tutela.
Quindi, in questo quadro in cui la Regione è indeterminata, le associazioni di tutela
stanno richiedendo una ridefinizione puntuale e condivisa della legge regionale, il
procedere con degli incrementi è questione che probabilmente è stata suggerita ed è
sostenuta da argomentazioni formali, ma è altrettanto, forse, diciamo, non così attenta,
non intercetta così tanto la sensibilità degli interessati e di chi tutela i loro diritti, perché
si vede, a fronte di un’incertezza generale, data per certa invece la soluzione dell’Ente
che procede in incremento.
In quanto poi alla questione puntuale che ho voluto qui richiamare, mi permetto di dire
questo: se le famiglie, la famiglia, gli utenti interessati a questa situazione si rivolgono a
un Consigliere Comunale, solitamente è dopo aver percorso le vie ufficiali della
comunicazione, sia verso la Segreteria dell’Assessore di riferimento, sia verso l’Ufficio
di Relazione con il Pubblico. Quindi mi permetto di dire che in questo caso né in un
verso e né nell’altro c’è stata risposta o soddisfazione, ma ciò che importa - e credo
interessi anche coloro che si sono fatti promotori di segnalare pubblicamente il
problema - è che un incremento, quale quello che io riporto, di retta giornaliera e anche
l’imposizione potente di un aumento relativamente alla conservazione del posto per la
durata mensile (che poi noi non sappiamo se nella gestione operativa quel posto lasciato
libero e ovviamente coperto da una sorta di caparra impegnativa, che è quella che viene
pagata dalla famiglia, possa essere usato per sevizi di tregua o altro) è particolarmente
rilevante e residuano agli interessati, con questo tipo di incremento, poche decine di
euro per le spese personali; non so, nel caso, se siano state fatte richieste di spesa
personale maggiorata e che tipo di risposta sia stata ottenuta.
Quindi, io concludo dicendo che il tema va oltre la nostra conversazione in questa sede
di Consiglio, interpella le relazioni istituzionali e le associazioni; francamente avrei
ritenuto forse più sensibile provare a sospendere in questa fase gli incrementi e cercare
di accompagnare le richieste di una definizione legislativa, così come le hanno avanzate
le associazioni. Grazie.

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