Interventi |
PATRIARCA Lorenza Sì, ringrazio l’Assessore Pironti, anche se devo fare alcune precisazioni; giustamente non rientra nelle sue competenze conoscere bene le scuole. Appunto, io parto dalla domanda n. 2, dove devo fare una precisazione: non si tratta di due edifici diversi, ma dello stesso edificio che ospita due istituzioni diverse: una del Secondo Grado e una del Primo Grado, quindi la Scuola Media Calvino è ospite dello stesso edificio. Quindi io mi riferivo agli ambienti interni, perché immagino che, per quanto riguarda il cappotto termico, non si possa fare che coinvolgere entrambi, visto che l’edificio è unico, ecco. E mi riferivo invece agli ambienti interni proprio perché la prima domanda chiedeva se questa scelta di condividere le risorse con la Città Metropolitana, mentre noi siamo abituati ad una rigida suddivisione dei compiti rispetto all’impegno dell’edilizia scolastica su due Enti, Comune e Città Metropolitana, volevo, appunto, chiedere questo perché, appunto, io auspico in futuro, se si riuscirà, anche approfittando del fatto che la Sindaca di Torino è anche la Sindaca della Città Metropolitana, che si superi questa rigidità di competenze, perché se adesso questa può sembrare una sperequazione, nel senso che si fa una scelta di cinque scuole della Città, di competenza stretta della Città, e cinque scuole della Città Metropolitana, benché site nella Città Metropolitana, in sé questa è una sperequazione, perché gli edifici scolastici dell’Infanzia, Elementare e Secondaria di Primo Grado sono più di 300 sulla città, mentre le Scuole Secondarie Superiori, i plessi di Scuola Secondaria Superiore nella città sono meno di 40, quindi cinque e cinque non porta, come sembrerebbe, un’equità di distribuzione, ma una disparità. Ma, ripeto, questa mia domanda non era volta a dire: “Dobbiamo tornare ad un rigido richiamo alla competenza”, ma semmai il contrario. La domanda era - e ovviamente mi rivolgo anche all’Assessora Di Martino, a cui chiederò poi eventualmente, in sede di approfondimento, dopo l’interpellanza, visto che lei non c’è, un approfondimento in Commissione -, volevo sapere se questa era una scelta che prelude a una visione più ampia, cioè il Patrimonio edilizio della Città, non il Patrimonio edilizio di competenza della Città o della Città Metropolitana, perché questo è un modo, quando si hanno delle risorse, per sfruttarle meglio, perché è vero che le risorse sono dei cittadini di Torino. E quindi è anche una cosa positiva se si riesce a condividere… se si riuscisse in futuro a condividere anche l’utilizzo degli spazi, perché noi sappiamo che la Scuola Secondaria Superiore, per esempio, è aperta solo una parte della giornata, mentre le scuole del primo ciclo sono spesso occupate fino alle quattro e mezza/cinque del pomeriggio. Quindi, poter utilizzare delle aule speciali, o l’Aula Magna, o delle palestre, che sono di altre scuole, o viceversa il sabato le scuole del primo ciclo sono chiuse, e potremmo sicuramente condividere alcuni spazi delle scuole della Città con il sec… Quindi, era proprio una domanda che voleva sapere se era un obbligo o era una scelta e, a quel punto, in qualche modo, stimolare un indirizzo politico, che a me sembra quello verso cui dobbiamo andare, in una situazione di ristrettezza di risorse, come negli ultimi anni, che negli ultimi anni abbiamo verificato. Rispetto al coinvolgimento dei Presidi, io, appunto, ritengo che sia opportuno. Perché ho chiesto? Perché non si trattava solo dell’efficientamento, ma in sede di Commissione i tecnici ci hanno parlato anche di interventi che sarebbero andati oltre, avrebbero fatto delle migliorie interne, i bagni, le palestre, gli spazi riunioni, e per questo, appunto, la richiesta è, ovviamente: “Noi sappiamo quello che è più urgente” e quindi poteva essere utile. Mi rendo conto che in questa fase per voi la priorità era mandare avanti il progetto, perché se si deve concludere entro dicembre 2023, questo è domani, però, in qualche modo, il coinvolgimento dei diretti interessati io credo che sia sempre opportuno, ecco. Credo di avere finito. Sulla valutazione, appunto, dell’ammaloramento, lei mi ha detto che voi avete ragionato con altri criteri, che non erano certo quelli di andare dove c’erano situazioni di maggior difficoltà. Grazie. Allora chiederò l’approfondimento. |