Interventi |
SICARI Francesco (Presidente) Andiamo avanti con i successivi atti scritti nel nostro Ordine dei Lavori. Punto 17 n. mecc. 202000291 del Presidente Giovara: “Libertà di querela o libertà di stampa?” GIOVARA Massimo Sì, Presidente. SICARI Francesco (Presidente) Lo discutiamo? Okay. Perfetto. Allora le do la parola per l’illustrazione, prego. GIOVARA Massimo Grazie. Allora, la scorsa settimana come saprete tutti e in questo non siamo stati molto puntuali, era la giornata della libertà di stampa, quest’ordine del giorno, questa proposta di ordine del giorno è stata presentata insieme alla collega Carlevaris in seguito ad un’iniziativa di adesione della Città di Torino alla rete “Città senza bavaglio” per la libertà di stampa e di espressione. Il tema della libertà di stampa è estremamente, come dire, articolato perché da una parte abbiamo dei grandi proprietari di testate e di televisioni come sappiamo tutti in questo Paese, all’interno della quale si muovono anche giornalisti che spesso vengono sottopagati e hanno difficoltà a mantenere la loro totale libertà nella possibilità di esprimere la loro opinione, infatti io distinguerei tra libertà di stampa e anche libertà di espressione e dall’altra parte abbiamo una legge che non tutela la libertà di espressione perché permette al querelante per diffamazione, cioè colui che si sente diffamato dal giornalista, di praticare la querela e poi nel caso in cui la querela fosse temeraria, cioè inondata, limitarsi al pagamento delle spese legali e niente più, mentre in altri paesi, come è stato detto anche in altre occasioni, la querela temeraria viene sanzionata e sarebbe anche giusto che avvenisse così in questo Paese. Un altro dei punti gravi che è stato affrontato da diverse proposte di legge sia in Senato che alla Camera e il fatto che il giornalista non dovrebbe essere passibile di carcere per le cose che dice, ma semplicemente di avere la possibilità di rettificare cosa che a volte viene fatta, devo dire che a volte non viene fatta in maniera adeguata, però diciamo che è necessario che l’attività del libero giornalista venga tutelata e per questo, appunto, ci sono svariate proposte di legge. Perché affrontiamo questo argomento? Perché in Italia spesso le querele vengono da persone che hanno grandi disponibilità finanziaria e sfruttano questa cosa, questa legge, questo sistema per intimidire i giornalisti che stanno facendo chiarezza su eventuali movimenti poco chiari che questi soggetti che hanno grandi disponibilità finanziarie, mentre il giornalista non ne ha o ne ha poche, a volte gli editori, soprattutto quelli online non ne hanno proprio, e per farli tacere, infatti il nostro Paese anche se ha risalito la china rispetto a magari 10 anni fa in cui eravamo 71° nella classifica dei paesi per libertà di stampa, abbiamo risalito la china, ma a tutt’oggi siamo ancora, adesso ve lo dico con il dato aggiornato, se riesco a trovarlo in tempo reale, ma già la proposta di ordine del giorno ne citava un dato abbastanza, come dire aggiornato. Allora, nella classifica del 2019 sulla libertà di stampa di “Reporter Senza Frontiere” l’Italia risulta alla 43° posizione su 180 Paesi analizzati, prima di Paesi come gli Stati Uniti, ma dietro ad altri come Burkina Faso, Ghana e Namibia che sono rispettivamente al 36°, 27° e 23° posto. Cosa succede se in un Paese democratico la libertà di stampa è estremamente limitata? Succede quello che è sotto gli occhi di tutti che spesso i Governi o quello che avviene a livello politico è manipolato e gestito più da chi ha grandi disponibilità economiche perché i cittadini non vengono informati in maniera chiara e adeguata e questo avviene anche per quanto riguarda le Amministrazioni, le elezioni amministrativi, quindi le elezioni locali. Spesso i cittadini hanno difficoltà a trovare informazioni corrette e rifinite e quindi poi ci ritroviamo con Governi che non sono sufficientemente rappresentativi della volontà popolare perché è tutto, come dire, un cerchio, come dire sappiamo benissimo che è parte integrante del sistema democratico, la stampa. Io riassumerei il documento, non so quanto tempo ho a disposizione, Presidente e poi darei la parola a chi volesse intervenire in merito. “Non esiste una compiuta democrazia senza la piena libertà di stampa, la piena libertà di stampa può essere esercitata solo in un contesto che permette a chi esercita il mestiere di giornalista di fornire informazioni veritiere e aderenti alla realtà anche quando queste si configurano come critiche nei confronti di gruppi e soggetti che detengono un potere economico e interessato e in grado di influenzare l’opinione pubblica tra questi, per altro, ci sono anche, aggiungo io, come ho detto in premessa, soggetti che detengono non solo il potere economico, ma anche il potere informativo. Nella classica del 2019, l’ho già detto prima, siamo alla 43° posizione, non credo, ma poi magari i colleghi più informati di me mi correggeranno, che l’abbiamo risalita di molto questa china. In Italia l’istituto della querela per diffamazione a mezzo stampa è configurato e viene sempre più usato come arma impropria, utilizzata da strutture e soggetti che possiedono mezzi economici ingenti per minacciare la libertà di stampa di giornalisti coraggiosi e indipendenti, il medesimo istituto a differenza della configurazione di istituti simili, e questo va beh l’abbiamo già detto prima, non configura come sanzionabile più di tanto la querela temeraria. Considerato che nella seduta di cui parlavamo prima in cui abbiamo aderito alla libertà di stampa, alla rete “Città senza bavaglio”, grazie anche allo stimolo della Consigliera Eleonora Artesio, abbiamo discusso di quali atti concreti si possano fare per mettere in pratica questo atto simbolico di questa adesione a questa rete, il suddetto atto dell’adesione alla rete è stato votato con 24 voti favorevoli e 0 contrari e 1 astenuto, in data 26 marzo 2019 è stata presentata in Parlamento una proposta di legge di iniziativa delle Deputate Mirella Liuzzi e Francesca Businarolo del Gruppo parlamentare Movimento 5 Stelle, ma ce ne sono altre di proposte, c’è anche una proposta di Costa che tratta ancora più in dettaglio la questione della querela temeraria. Questa proposta di legge si intitola come le altre “Modifiche alla Legge 8 febbraio 1948, n. 47 al Codice Penale e al Codice di Procedura Civile in materia di diffamazione e diffamazione con il mezzo della stampa o altro mezzo di diffusione e di condanna del querelante”, quest’ordine del giorno, impegna la Sindaca e la Giunta ad attivarsi nei confronti del Parlamento affinché l’iter già iniziato per l’approvazione della proposta di legge di iniziativa delle Deputate suddette, presentata in 26 marzo 2019 venga velocizzato calendarizzando l’atto nelle prossime sedute di programmazione dei lavori d’Aula”. Ora noi ci rendiamo conto che appunto… SICARI Francesco (Presidente) Non la sento più Presidente Giovara. GIOVARA Massimo …se vogliamo anche simbolico per riportare il tema che io direi drammatico, della mancanza di libertà di stampa nel nostro Paese e della dipendenza economica dei giornalisti dalle grandi testate e dai grandi mezzi economici, mentre invece abbiamo bisogno invece di molti giornalisti indipendenti in questo Paese ed è per questo che proponiamo questo atto all’approvazione del Consiglio Comunale. Io avrei concluso. Grazie, Presidente. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei, Presidente Giovara. Procediamo con eventuali interventi da parte dei Consiglieri. Prego, Consigliere Carretto, ne ha facoltà per cinque minuti. CARRETTO Damiano Sì, sarò molto più breve, solo per annunciare il mio voto favorevole a questa proposta del Consigliere Giovara. SICARI Francesco (Presidente) La ringrazio. Ci sono ulteriori interventi? Non rilevo richiesta di intervento e possiamo procedere con il porre in votazione l’atto, lascio quindi la parola al Vicesegretario Generale, prego. FERRARI Giuseppe (Vicesegretario Generale) (Votazione per appello nominale). Compresa la Consigliera Artesio, 21 favorevoli. SICARI Francesco (Presidente) La ringrazio, Vicesegretario. Allora con 21 Consiglieri presenti e 21 voti a favore, il Consiglio Comunale approva l’atto. |