Interventi |
UNIA Alberto (Assessore) Unia presente. UNIA Alberto (Assessore) Grazie, Presidente. Chiedo, se è possibile, qualche minuto in più, visto e considerato che, tra l’altro, sono saltate delle interpellanze, comunque inizio a leggere la…, perché è un po’… (incomprensibile) questa risposta. UNIA Alberto (Assessore) Allora, il Consigliere Petrarulo ha presentato un’interpellanza sul Parco Stura, evidenziando su una parte dell’area uno stato di abbandono e degrado. L’interpellanza, breve nel contenuto, ha richiesto però una risposta dei vari Servizi comunali molto complessa e articolata, che ora andrò a riferire e che forse, appunto, supererà leggermente i cinque minuti. La prima relazione sugli aspetti urbanistici è del Servizio Trasformazioni Urbane e Pianificazione Esecutiva, e fa una premessa: l’interpellanza fa riferimento genericamente alla parte del Parco Stura nel tratto tra corso Giulio Cesare e strada Settimo. In tale zona vi sono due aree che il Piano Regolatore destina a parco: una sulla sponda sinistra, identificata come P23, e una sulla sponda destra, identificata come P30. Pare a loro che l’interpellanza si riferisca in particolare alle aree sulla sponda destra, ovvero la zona a sud del corso della Stura. Si tratterebbe, dunque, di un’area che il Piano Regolatore vigente destina, nel volume 1 delle NUEA, all’articolo 21, a “Parchi urbani e fluviali” e articoli identificandoli, appunto, come P30. Ci sarà poi, nella risposta che fornirò, anche l’allegato illustrativo dell’azzonamento. L’area in oggetto, inclusa nel foglio 5B sotto il profilo idrogeomorfologico, come indicato al punto 2.1.1 delle norme sull’assetto idromorfogeologico e dell’adeguamento al PAI, ricade in parte in fascia B e in fascia C e per una parte minore in fascia A. Inoltre, l’area viene identificata in parte come classificata nella classe IIIa(P), ossia aree inedificate, aree inondabili per piena di riferimento, pericolosità elevata e in parte in area classificata IIIb2(P), ossia edificate, parzialmente inondate e attualmente inondabili, però con pericolosità moderata. Gli interventi sono di norma consentiti nel rispetto delle prescrizioni del Decreto Ministeriale 11/03/88 e 14/01/2008 “Approvazione delle nuove norme tecniche per le costruzioni”; per le aree inserite in tale classe si applicano le destinazioni d’uso e i tipi di intervento, le procedure, le limitazioni, le specificazioni previste delle NUEA del Piano Regolatore vigente, relativi alle zone singole e aree normative dell’allegato B, come da planimetria illustrata che farò avere ovviamente al Consigliere e inserita all’interno della presente risposta. Dall’esame della documentazione resa disponibile dal Servizio Adempimenti Ambientali, aggiornata semestralmente con pubblicazione sulla pagina “Bonifica siti inquinati”, l’area in oggetto è interessata da due procedimenti di bonifica, ai sensi della normativa vigente in materia di Protezione Ambientale, e precisamente il procedimento n. 75 “Campo nomadi Arrivore” e dal 204 “Arrivore-Ediltoro”. Anche in questo caso il Servizio Trasformazioni Urbane e Pianificazione Esecutiva ha presentato una planimetria illustrata disponibile per il Consigliere all’interno della risposta. L’immagine pervenuta, per questioni di programmi informatici diversi, non è molto chiara e definita, ma comunque sono inseriti vari link per poter poi recuperare l’immagine più dettagliata. Il Servizio Trasformazione Urbana e Pianificazione Esecutiva termina la sua relazione riferendo che l’area non è oggetto di provvedimento urbanistico in itinere, né sono attualmente in corso interlocuzioni con soggetti proponenti per attuazioni relative all’area. Se il Consigliere Petrarulo volesse ulteriori valutazioni di carattere edilizio, potrà comunque eventualmente far riferimento alla competente Area Edilizia Privata. La seconda relazione, per quanto di competenza, è dell’Area Verde Arredo Urbano. Il Parco della Stura, sponda destra, dal ponte di corso Vercelli al ponte di strada Settimo, è parte di uno degli interventi più significativi del Progetto Quadro “Torino Città d’Acque”. I lavori di recupero hanno interessato, tra il 2006 e il 2014, circa 50 ettari di zone a Gerbido, discariche, baraccopoli e altre situazioni di degrado diffuso. Se a questa superficie si aggiungono i parchi di Pietra Alta in via Ivrea e della Confluenza della Stura con il Po e del Pascolo prima della Centrale Iren, relativo al ponte della Diga del Pascolo, si raggiunge un’estensione dell’area del grande pregio naturalistico di circa 80 ettari. Purtroppo al completamento del parco sulle due sponde della Stura mancano ancora due tasselli significativi: l’area ex cave Toro Ravenna, sottoposta a un procedimento di bonifica, e l’ex campo nomadi di Lungo Stura Lazio, ancora occupato da migliaia di metri cubi di baracche demolite, ma non ancora smaltite. Il recupero di questi due tasselli, della superficie complessiva di 30 ettari circa, permetterebbe di ricomporre uno dei corridoi ecologici urbani interni e una metropoli fra le più importanti d’Italia, permettendo di collegare in tal modo il sistema Collina col Parco Regionale della Mandria e le prime roccaforti del sistema alpino. Attualmente nel parco già realizzato è in corso un progetto di forestazione urbana, che prevede il piantamento di oltre 10.000 alberi, al fine di ricomporre la foresta spondale e il planiziale primigenia. La relazione dell’Area Verde prosegue affermando che il parco attualmente è da definirsi in fase embrionale e pronto a contenere ancora molte attività e funzioni compatibili con il contesto naturalistico. Anche l’apparente disordine del luogo fa parte di un nuovo modello di libera evoluzione dei terreni lasciati riforestare naturalmente e poi aiutati attraverso l’effettuazione di interventi antropici leggeri e di tipo contenitivo. Purtroppo, come tutte le zone urbane marginali molto estese, tale area è facilmente soggetta ad abusi e all’espandersi di discariche incontrollate, che, unite agli elevati costi di smaltimento dei rifiuti in essa presenti, rendono le operazioni di controllo, verifica e sgombero degli abusi quasi mai tempestivi e pienamente risolutivi. Per quanto attiene alla manutenzione ordinaria del parco, le competenze dell’Area Verde risultano limitate allo sfalcio dell’erba e alla gestione degli arredi e delle aree gioco. Il taglio dell’erba viene effettuato tenendo conto della vocazione naturalistica del parco, allo scopo di garantire, con la frequenza dettata dell’andamento climatico e dall’accrescimento della vegetazione, una fascia di rispetto ai lati del vialetto per consentire il transito nel parco. Le attività di pulizia, come lo svuotamento dei cestini e la rimozione dei rifiuti, trattandosi di parco, non gestito in modalità full service, vengono eseguite da AMIAT. Per quanto concerne il quesito relativo alla proprietà della struttura, si comunica che trattasi di una struttura privata e non di proprietà della Città di Torino. A conferma di quanto affermato, è giunta dall’Area Patrimonio la terza relazione, che, per quanto di competenza, dalle verifiche effettuate in detta area, ha reso noto che l’area e la struttura oggetto dell’interpellanza non sono di proprietà della Città, trattasi di una ex torre di cava, di una cava di proprietà privata. La quarta relazione richiesta è pervenuta dall’Ufficio Bonifiche Ambientali. Nel tratto di area verde compreso fra l’impianto Terna e il parco dell’Arrivore già realizzato, esistono tre situazioni contigue di degrado ambientale: 1) il sito di bonifica dell’ex campo nomadi dell’Arrivore, la proprietà è comunale e il progetto di bonifica è stato approvato nel 2017 in capo all’Area Verde; 2) il sito di bonifica Arrivore-Ediltoro, nel quale ricade lo scheletro della torre, la proprietà è privata, il procedimento di bonifica è fermo alla caratterizzazione, perché il proprietario, non responsabile della contaminazione, sta cercando un dialogo con l’Amministrazione per una valorizzazione dell’area nell’ambito della quale potrebbe farsi carico degli oneri di bonifica; 3) sito non censito fra quelli da bonificare, sede ex campo nomadi abbattuto diversi anni fa, fra le cui macerie e rifiuti sono rimaste sull’area abbandonata di proprietà comunale. La quinta relazione richiesta è pervenuta da AMIAT. Con questa hanno reso noto che, ai sensi di quanto previsto dal contratto di servizio con la Città, gli interventi di pulizia del parco avvengono con frequenza bisettimanale, di norma il lunedì e il venerdì. In realtà durante la stagione estiva, vista l’elevata frequentazione del parco, AMIAT provvede autonomamente ad incrementare i passaggi con interventi di supporto anche al mercoledì e al sabato, per garantire il decoro del luogo ai cittadini che vi si recano. Si aggiunga a ciò il fatto che alcuni cittadini volenterosi collaborano talvolta con AMIAT, raccogliendo e insaccando o anche solo segnalando rifiuti abbandonati fuori dal normale calpestio pedonale. Per quanto riguarda la struttura decadente citata nell’interpellanza, la stessa risulta non raggiungibile a causa della folta vegetazione, costituita soprattutto da rovi, mentre è presente una cascina diroccata abitata abusivamente da persone che abbandonano rifiuti vari lungo i vialetti di accesso, vanificando in breve il loro passaggio di pulizia. La nota si conclude riferendo che sono previsti e attualmente in corso d’opera interventi di bonifica dei due luoghi, nei quali sono presenti vere e proprie discariche abusive. La conferma di quanto appena affermato giunge dalla sesta relazione redatta dall’Area Qualità del Territorio, Igiene Urbana e Ciclo Rifiuti. Il 12 aprile scorso è pervenuto loro il preventivo predisposto da AMIAT proprio per la rimozione dei rifiuti nei pressi della cascina. Una volta ottenuto il nullaosta dall’Area Partecipazioni Comunali, l’intervento sarà autorizzato e verrà altresì effettuato un intervento di rimozione rifiuti sulle sponde del fiume all’interno dei servizi previsti negli ordinari compiti di istituto. Grazie. |