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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 3 Maggio 2021 ore 13,00
Paragrafo n. 21
ORDINE DEL GIORNO 2020-02231
"RICONOSCIMENTO DELLA REPUBBLICA DELL'ARTSAKH DA PARTE DELLE AUTORIT? ITALIANE" PRESENTATA IN DATA 19 OTTOBRE 2020 - PRIMO FIRMATARIO MAGLIANO. #CG+8# - STILO (202101858) RESPINTO [PODG 1858/2021]
Interventi
MAGLIANO Silvio
Sì, lo discuto Presidente.

MAGLIANO Silvio
Sì, grazie Presidente. Solo per correttezza istituzionale volevo capire se anche la collega
era disponibile a discuterlo perché tante volte non sono riuscito a discuterlo io, se anche
la collega è disponibile a discuterlo io procedo. Però, vorrei sapere se anche lei è
disponibile.

MAGLIANO Silvio
Perfetto. Allora, guardi Presidente, questo è atto che avevamo posto come Gruppo
Consiliare proprio nei giorni immediatamente dopo a quello che si è consumato
nell’area dell’Artsakh (Nagorno Karabakh) e ne abbiamo discusso in Conferenza dei
Capigruppo anche grazie a lei Presidente che si è reso disponibile a discutere con gruppi
di esperti che sono stati ascoltati e auditi in Conferenza dei Capigruppo. Io poi a seguito
di queste discussioni, a seguito di ciò che è capitato, ho fatto degli emendamenti. Degli
emendamenti che in qualche modo hanno reso attuale il tema che i colleghi certamente
avranno letto o almeno mi auguro che così sia. Come sa, Presidente, almeno negli ultimi
due mesi quello che noi avevamo paventato è, di fatto, in qualche modo diventato…
(audio disturbato) e ancora in questo momento vi sono dei civili e dei militari
dell’Armenia nelle disponibilità dello Stato dell'Azerbaigian che vengono, di fatto,
ancora tenuti ostaggi e abbiamo letto, tra l’altro, attraverso tutta una serie di siti
assolutamente autorevoli che vengono citati spesso su altre questioni proprio per la
difesa dei diritti umani e il rispetto dei diritti umani e lo dico sia in merito all’utilizzo di
armi utilizzate in quel territorio, sia rispetto a quello che ancora oggi accade rispetto al
non rilascio di questi civili e di questi militari da parte dell'Azerbaigian. Io ho fatto tutta
una serie di emendamenti che fondamentalmente vanno a richiedere con forza un
riconoscimento da parte delle istituzioni, attraverso il Gruppo di Minsk, attraverso tutta
la diplomazia necessaria e, com’è accaduto in Consiglio Regionale, addivenire dunque a
dare la possibilità al popolo dell'Artsakh di autorappresentarsi, di rappresentarsi
all’interno dello scenario dello scacchiere della diplomazia proprio perché
indipendentemente dai padrinaggi politici che in questo momento vi sono, appare
quanto mai adeguato che del proprio destino e del proprio futuro siano a decidere i
popoli di competenza, quindi che non vi siano padrinaggi politici né da parte russa, né
da parte turca, né da alcun tipo di parte politica dal punto di vista geopolitico, ma
appunto che siano proprio costoro a potersi rappresentare. Sappiamo che negli ultimi
mesi sono arrivate e questo è l’emendamento n. 4, ad esempio, diverse istituzioni si
sono già espresse su questo argomento a partire tra le altre dal Senato francese, dal
Parlamento dei Paesi Bassi e dal Comune di Milano; riconoscono ad esempio la
Repubblica dell'Artsakh, tra gli altri, la Regione Lombardia, le Città di Parigi, Ginevra,
gli Stati USA Michigan e Colorado. Appunto, nell’emendamento 5, ad esempio, ho
chiesto di fare un’ulteriore modifica e poi nell’“invita” ho inserito tutta una serie di
elementi che a mio giudizio fanno proprio parte anche di quello che abbiamo ascoltato,
devo dire che abbiamo ascoltato con grande attenzione all’interno della Conferenza dei
Capigruppo. Ho provato ulteriormente ad andare incontro, ad esempio, ad alcune
sensibilità a mio giudizio all’inizio della discussione lontanissime dalle mie su questo
tema, infatti come si vede dall’emendamento 7 chiede di sostituire l’attuale oggetto e
quindi “Non riconoscimento della Repubblica dell’Artsakh da parte delle autorità
italiane”, ma “Per la pace definitiva in Artsakh”. Avevo cercato di smussare tutti quegli
angoli che in qualche modo potevano, a mio giudizio, anche in maniera non
ragionevole, però, infastidire alcune sensibilità, cioè ho cercato di far sì che un atto
come questo che oggi discutiamo e che vede ancora in queste ore cittadini, militari e
civili armeni ancora nelle disponibilità, dopo tutti questi mesi, nelle disponibilità
purtroppo in qualità di ostaggi del Governo dell’Azerbaijan appunto cercare di smussare
affinché questo Consiglio potesse uscire con due atti assolutamente diversi nella loro
sensibilità perché riconosco alla collega, invece, di aver voluto porre con il suo atto
legato al “Sostegno al cessate il fuoco e alla ripresa dei negoziati in Nagorno
Karabakh”, proprio l’intendimento affinché nessuno possa patire ulteriormente forme di
violenze, forme di tortura, cose che in questo momento appaiono con forza. È
innegabile però, Presidente, questo lo dico con grande chiarezza e negare questo sarebbe
oggettivamente antistorico e contro la realtà dei fatti che nella parte dell’Artsakh
purtroppo le truppe occupanti hanno raso al suolo decine e decine di simboli della
cristianità armena e della cristianità tutta nella sua generalità. Su questo ci sono
centinaia di foto facilmente reperibili su internet di ciò che è stato fatto purtroppo e che
questo invece dovrebbe essere invece motivo di sdegno e non solo esclusivamente dal
punto di vista della storia e dell’appartenenza religiosa, ma soprattutto per chi in
quest’Aula ha passione per l’arte e per i reperti storici o monumenti artistici, sappiamo
bene che cosa è capitato lì. Sapete che vi sono queste croci che avevano… che queste
croci centenarie che sono tipiche di quei luoghi, tipiche della cristianità armena, c’erano
chiese che purtroppo sono state abbattute e rase al suolo. Per cui, io Presidente ho
provato con questi emendamenti davvero a poter uscire da questo Consiglio con un atto
unico, unitario che però non facesse finta di non vedere qual è stato il ruolo della
Turchia, non facesse finta di non vedere lo jihadismo e i miliziani jihadisti prezzolati
che si sono di fatto macchiati di efferati crimini, appunto, che non si facesse finta di non
vedere ciò che è accaduto, ma cercando di comporre il tutto. Ho provato anche - e
concludo Presidente - a proporre alcuni emendamenti all’atto della collega Carlevaris.
Emendamenti che potessero, da questo punto di vista, provare a immaginare una sintesi
anche del suo atto, mi rimetto poi alla volontà della collega se recepire o meno i miei
emendamenti. Io mi auguro che gli emendamenti che ho posto possano da questo punto
di vista trovare un accoglimento da parte di quest’Aula anche alla luce di quello che è
capitato dal punto di vista umano, di violazione di diritti umani negli ultimi mesi,
distruzione di simbologie e quindi della cultura di quei luoghi in questi ultimi mesi e del
fatto che abbiamo ancora cittadini armeni, civili e militari che attendono di poter tornare
nelle loro famiglie, spesso famiglie che stanno ancora vivendo un lutto per familiari che
purtroppo sono morti in questa sanguinosa quanto assurda guerra. Grazie, Presidente.
Ho concluso.

MAGLIANO Silvio
Sì, grazie. Io innanzitutto ringrazio la collega per aver… (incomprensibile) degli
emendamenti, per cui io annuncio già che voterò a favore dell’atto della collega
ancorché venga bocciato l’emendamento n. 6, comunque ci distinguono opposizioni
diametralmente opposte sul tema dell’autodeterminazione dei popoli perché è dal punto
vista del rango del diritto internazionale superiore al tema della successione e la
storiografia e la storicità di quello che ci è stato raccontato, almeno io faccio fede a ciò
che ci ha raccontato l’Ambasciatore italiano in Armenia, l’ex Ambasciatore italiano in
Armenia rispetto a questo tema. Io sono convinto che alcune delle cose che la nostra
collega ha appena raccontato vengano meno proprio per il comportamento che vi è stato
da parte dell’Azerbaigian subito dopo e chi ha voluto tenersi informato nelle more della
discussione che abbiamo avuto inizialmente in Conferenza dei Capigruppo fino ad
arrivare ad oggi, sa bene che quello che è accaduto lì non è solo ed esclusivamente un
problema etnico, sa bene la collega che la radice e la storia di quello che è capitato in
quei luoghi ha oggettivamente ragioni più profonde di conflitto tant’è vero che
l’eliminazione dei simboli religiosi armeni in Artsakh ha radici storiche ben diverse, ha
radici storiche che si legano, e lo dico con chiarezza e voglio che rimanga a verbale, che
si legano, ciò che purtroppo è accaduto durante il genocidio armeno. Bene ha fatto il
Presidente Biden a voler riconoscere soprattutto in questa fase, soprattutto quando
sappiamo benissimo il legame che c’è tra l’attuale Presidente più pluripresidente perché
io lo dico con molta franchezza, ciò che chiede la collega è assolutamente sensato, il
problema è a chi lo stiamo chiedendo, lo stiamo chiedendo a uno Stato che ha la stessa
famiglia al potere attraverso una forma strana di democrazia con la stessa famiglia al
potere ormai da decenni, eh beh, forse è difficili che venga attuato e quella famiglia al
potere ha dei legami fortissimi con il Presidente di un Paese che si permette di far sedere
su una poltrona, invece che conferire alla Von der Leyen tutti i giusti meriti rispetto al
protocollo internazionale, ecco se i legami sono con quel tipo di Presidente è evidente
che stiamo chiedendo qualcosa che non può esistere perché dobbiamo avere la capacità
anche di dire la verità sugli interlocutori che il nostro Paese ha e che l’Europa ha in
questo momento, per cui se vogliamo raccontarci le favole ce le raccontiamo, ci
mancherebbe, ne abbiamo sentite e ascoltate tante in tante Assise comprese in questa,
però se da Consiglieri Comunali oltre che da occuparci dei problemi della nostra Città
ogni tanto volessimo dare uno sguardo a quello che sta capitando, cose che capitano e
che sono alle porte della nostra Europa, ecco forse, forse l’idea che un popolo possa
autodeterminarsi e non venga schiacciato da potenze che di fatto… Presidente vado alla
conclusione, non sarò lunghissimo. Che, di fatto, trovano poi parte di questo nostro
Paese, parte dei nostri parlamentari recarsi proprio in Azerbaigian per complimentarsi
con il Paese perché abbiamo appena inaugurato un’infrastruttura che porta energia, che
porta gas nel nostro Paese, ognuno di noi deve decidere da che parte stare quando fa
politica e io da questo punto di vista ho deciso con forza da che parte stare. Capisco chi
è contro, che ha un’idea diversa, mi spiace per chi non si schiera perché è evidente che
ci sono interessi in gioco e io penso che i diritti umani sia l’unico interesse per cui valga
la pena in qualche modo potersi esprimere, per cui detto questo, io il mio atto io chiedo,
Presidente, che venga votato come emendato, ho cercato tutte le mediazioni possibili e
poi ringrazio la collega dell’accoglimento di alcuni dei miei emendamenti della quasi
totalità, però io sono convinto che in questa fase guardare che cosa capita alle porte
della nostra Europa e tenere in conto di tutti i fattori, tutti gli attori in gioco e come
quegli attori si stanno comportando con il nostro Paese e come il nostro Paese si sta
comportando rispetto ai diritti umani in giro per il mondo, rispetto invece
all’approvvigionamento energetico, sono tante cose per cui ognuno poi deve fare i conti
con la propri coscienza non solo con la propria sensibilità politica, per cui Presidente ,
io concludo il mio intervento ringraziando comunque la collega per aver voluto trovare
una sintesi tra questi 2 atti. Grazie, Presidente. Ho concluso.

MAGLIANO Silvio
Sì, volevo solo chiederle se vi è la dichiarazione di voto o meno? Tutto qui. Non
ricordo.

MAGLIANO Silvio
Perfetto, allora solo, e poi mi taccio, invece, penso che dalle informazioni e da quello
che mi è giunto in queste ultime settimane, io invece penso che ci sia una volontà di
distruzione di simbologie che erano lì da ben più anni rispetto a quello che ha il tempo
che ha citato la collega, però non voglio entrare in polemica perché ognuno poi,
giustamente, voterà secondo coscienza, ma le Chiese hanno ben più degli anni legati al
posizionamento geopolitico dell’Artsakh, le croci, la simbologia delle croci armene
presenti sul territorio del Nagorno-Karabakh-Artsakh hanno ben più di 50, 60 anni,
questo penso che forse sia stato uno scivolone dal punto di vista storico da parte della
collega perché parliamo di reperti che hanno centinaia, centinaia e centinaia di anni, per
cui detto questo, poi ognuno giustamente può dare la valenza che pensa di dare.

MAGLIANO Silvio
Sì. Io penso che quando un popolo decide di distruggere una simbologia religiosa vuol
dire che proprio vuole tagliare la popolazione di quel popolo come si è già fatto in tante
parti, da una parte e dall’altra ci mancherebbe, come è stato fatto per il genocidio e
come è stato fatto in questo territorio. Grazie, Presidente. Mi scusi se ho rubato qualche
secondo.

MAGLIANO Silvio
Sì, Presidente. Se sull’atto della collega vuol fare due votazioni, una legata agli
emendamenti accolti e una su quello bocciato, proceda pure come lei crede eh, per non
sottrarre tempo ai colleghi, veda lei.

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