Interventi |
MAGLIANO Silvio Sì, lo discuto Presidente. MAGLIANO Silvio Sì, grazie Presidente. Solo per correttezza istituzionale volevo capire se anche la collega era disponibile a discuterlo perché tante volte non sono riuscito a discuterlo io, se anche la collega è disponibile a discuterlo io procedo. Però, vorrei sapere se anche lei è disponibile. MAGLIANO Silvio Perfetto. Allora, guardi Presidente, questo è atto che avevamo posto come Gruppo Consiliare proprio nei giorni immediatamente dopo a quello che si è consumato nell’area dell’Artsakh (Nagorno Karabakh) e ne abbiamo discusso in Conferenza dei Capigruppo anche grazie a lei Presidente che si è reso disponibile a discutere con gruppi di esperti che sono stati ascoltati e auditi in Conferenza dei Capigruppo. Io poi a seguito di queste discussioni, a seguito di ciò che è capitato, ho fatto degli emendamenti. Degli emendamenti che in qualche modo hanno reso attuale il tema che i colleghi certamente avranno letto o almeno mi auguro che così sia. Come sa, Presidente, almeno negli ultimi due mesi quello che noi avevamo paventato è, di fatto, in qualche modo diventato… (audio disturbato) e ancora in questo momento vi sono dei civili e dei militari dell’Armenia nelle disponibilità dello Stato dell'Azerbaigian che vengono, di fatto, ancora tenuti ostaggi e abbiamo letto, tra l’altro, attraverso tutta una serie di siti assolutamente autorevoli che vengono citati spesso su altre questioni proprio per la difesa dei diritti umani e il rispetto dei diritti umani e lo dico sia in merito all’utilizzo di armi utilizzate in quel territorio, sia rispetto a quello che ancora oggi accade rispetto al non rilascio di questi civili e di questi militari da parte dell'Azerbaigian. Io ho fatto tutta una serie di emendamenti che fondamentalmente vanno a richiedere con forza un riconoscimento da parte delle istituzioni, attraverso il Gruppo di Minsk, attraverso tutta la diplomazia necessaria e, com’è accaduto in Consiglio Regionale, addivenire dunque a dare la possibilità al popolo dell'Artsakh di autorappresentarsi, di rappresentarsi all’interno dello scenario dello scacchiere della diplomazia proprio perché indipendentemente dai padrinaggi politici che in questo momento vi sono, appare quanto mai adeguato che del proprio destino e del proprio futuro siano a decidere i popoli di competenza, quindi che non vi siano padrinaggi politici né da parte russa, né da parte turca, né da alcun tipo di parte politica dal punto di vista geopolitico, ma appunto che siano proprio costoro a potersi rappresentare. Sappiamo che negli ultimi mesi sono arrivate e questo è l’emendamento n. 4, ad esempio, diverse istituzioni si sono già espresse su questo argomento a partire tra le altre dal Senato francese, dal Parlamento dei Paesi Bassi e dal Comune di Milano; riconoscono ad esempio la Repubblica dell'Artsakh, tra gli altri, la Regione Lombardia, le Città di Parigi, Ginevra, gli Stati USA Michigan e Colorado. Appunto, nell’emendamento 5, ad esempio, ho chiesto di fare un’ulteriore modifica e poi nell’“invita” ho inserito tutta una serie di elementi che a mio giudizio fanno proprio parte anche di quello che abbiamo ascoltato, devo dire che abbiamo ascoltato con grande attenzione all’interno della Conferenza dei Capigruppo. Ho provato ulteriormente ad andare incontro, ad esempio, ad alcune sensibilità a mio giudizio all’inizio della discussione lontanissime dalle mie su questo tema, infatti come si vede dall’emendamento 7 chiede di sostituire l’attuale oggetto e quindi “Non riconoscimento della Repubblica dell’Artsakh da parte delle autorità italiane”, ma “Per la pace definitiva in Artsakh”. Avevo cercato di smussare tutti quegli angoli che in qualche modo potevano, a mio giudizio, anche in maniera non ragionevole, però, infastidire alcune sensibilità, cioè ho cercato di far sì che un atto come questo che oggi discutiamo e che vede ancora in queste ore cittadini, militari e civili armeni ancora nelle disponibilità, dopo tutti questi mesi, nelle disponibilità purtroppo in qualità di ostaggi del Governo dell’Azerbaijan appunto cercare di smussare affinché questo Consiglio potesse uscire con due atti assolutamente diversi nella loro sensibilità perché riconosco alla collega, invece, di aver voluto porre con il suo atto legato al “Sostegno al cessate il fuoco e alla ripresa dei negoziati in Nagorno Karabakh”, proprio l’intendimento affinché nessuno possa patire ulteriormente forme di violenze, forme di tortura, cose che in questo momento appaiono con forza. È innegabile però, Presidente, questo lo dico con grande chiarezza e negare questo sarebbe oggettivamente antistorico e contro la realtà dei fatti che nella parte dell’Artsakh purtroppo le truppe occupanti hanno raso al suolo decine e decine di simboli della cristianità armena e della cristianità tutta nella sua generalità. Su questo ci sono centinaia di foto facilmente reperibili su internet di ciò che è stato fatto purtroppo e che questo invece dovrebbe essere invece motivo di sdegno e non solo esclusivamente dal punto di vista della storia e dell’appartenenza religiosa, ma soprattutto per chi in quest’Aula ha passione per l’arte e per i reperti storici o monumenti artistici, sappiamo bene che cosa è capitato lì. Sapete che vi sono queste croci che avevano… che queste croci centenarie che sono tipiche di quei luoghi, tipiche della cristianità armena, c’erano chiese che purtroppo sono state abbattute e rase al suolo. Per cui, io Presidente ho provato con questi emendamenti davvero a poter uscire da questo Consiglio con un atto unico, unitario che però non facesse finta di non vedere qual è stato il ruolo della Turchia, non facesse finta di non vedere lo jihadismo e i miliziani jihadisti prezzolati che si sono di fatto macchiati di efferati crimini, appunto, che non si facesse finta di non vedere ciò che è accaduto, ma cercando di comporre il tutto. Ho provato anche - e concludo Presidente - a proporre alcuni emendamenti all’atto della collega Carlevaris. Emendamenti che potessero, da questo punto di vista, provare a immaginare una sintesi anche del suo atto, mi rimetto poi alla volontà della collega se recepire o meno i miei emendamenti. Io mi auguro che gli emendamenti che ho posto possano da questo punto di vista trovare un accoglimento da parte di quest’Aula anche alla luce di quello che è capitato dal punto di vista umano, di violazione di diritti umani negli ultimi mesi, distruzione di simbologie e quindi della cultura di quei luoghi in questi ultimi mesi e del fatto che abbiamo ancora cittadini armeni, civili e militari che attendono di poter tornare nelle loro famiglie, spesso famiglie che stanno ancora vivendo un lutto per familiari che purtroppo sono morti in questa sanguinosa quanto assurda guerra. Grazie, Presidente. Ho concluso. MAGLIANO Silvio Sì, grazie. Io innanzitutto ringrazio la collega per aver… (incomprensibile) degli emendamenti, per cui io annuncio già che voterò a favore dell’atto della collega ancorché venga bocciato l’emendamento n. 6, comunque ci distinguono opposizioni diametralmente opposte sul tema dell’autodeterminazione dei popoli perché è dal punto vista del rango del diritto internazionale superiore al tema della successione e la storiografia e la storicità di quello che ci è stato raccontato, almeno io faccio fede a ciò che ci ha raccontato l’Ambasciatore italiano in Armenia, l’ex Ambasciatore italiano in Armenia rispetto a questo tema. Io sono convinto che alcune delle cose che la nostra collega ha appena raccontato vengano meno proprio per il comportamento che vi è stato da parte dell’Azerbaigian subito dopo e chi ha voluto tenersi informato nelle more della discussione che abbiamo avuto inizialmente in Conferenza dei Capigruppo fino ad arrivare ad oggi, sa bene che quello che è accaduto lì non è solo ed esclusivamente un problema etnico, sa bene la collega che la radice e la storia di quello che è capitato in quei luoghi ha oggettivamente ragioni più profonde di conflitto tant’è vero che l’eliminazione dei simboli religiosi armeni in Artsakh ha radici storiche ben diverse, ha radici storiche che si legano, e lo dico con chiarezza e voglio che rimanga a verbale, che si legano, ciò che purtroppo è accaduto durante il genocidio armeno. Bene ha fatto il Presidente Biden a voler riconoscere soprattutto in questa fase, soprattutto quando sappiamo benissimo il legame che c’è tra l’attuale Presidente più pluripresidente perché io lo dico con molta franchezza, ciò che chiede la collega è assolutamente sensato, il problema è a chi lo stiamo chiedendo, lo stiamo chiedendo a uno Stato che ha la stessa famiglia al potere attraverso una forma strana di democrazia con la stessa famiglia al potere ormai da decenni, eh beh, forse è difficili che venga attuato e quella famiglia al potere ha dei legami fortissimi con il Presidente di un Paese che si permette di far sedere su una poltrona, invece che conferire alla Von der Leyen tutti i giusti meriti rispetto al protocollo internazionale, ecco se i legami sono con quel tipo di Presidente è evidente che stiamo chiedendo qualcosa che non può esistere perché dobbiamo avere la capacità anche di dire la verità sugli interlocutori che il nostro Paese ha e che l’Europa ha in questo momento, per cui se vogliamo raccontarci le favole ce le raccontiamo, ci mancherebbe, ne abbiamo sentite e ascoltate tante in tante Assise comprese in questa, però se da Consiglieri Comunali oltre che da occuparci dei problemi della nostra Città ogni tanto volessimo dare uno sguardo a quello che sta capitando, cose che capitano e che sono alle porte della nostra Europa, ecco forse, forse l’idea che un popolo possa autodeterminarsi e non venga schiacciato da potenze che di fatto… Presidente vado alla conclusione, non sarò lunghissimo. Che, di fatto, trovano poi parte di questo nostro Paese, parte dei nostri parlamentari recarsi proprio in Azerbaigian per complimentarsi con il Paese perché abbiamo appena inaugurato un’infrastruttura che porta energia, che porta gas nel nostro Paese, ognuno di noi deve decidere da che parte stare quando fa politica e io da questo punto di vista ho deciso con forza da che parte stare. Capisco chi è contro, che ha un’idea diversa, mi spiace per chi non si schiera perché è evidente che ci sono interessi in gioco e io penso che i diritti umani sia l’unico interesse per cui valga la pena in qualche modo potersi esprimere, per cui detto questo, io il mio atto io chiedo, Presidente, che venga votato come emendato, ho cercato tutte le mediazioni possibili e poi ringrazio la collega dell’accoglimento di alcuni dei miei emendamenti della quasi totalità, però io sono convinto che in questa fase guardare che cosa capita alle porte della nostra Europa e tenere in conto di tutti i fattori, tutti gli attori in gioco e come quegli attori si stanno comportando con il nostro Paese e come il nostro Paese si sta comportando rispetto ai diritti umani in giro per il mondo, rispetto invece all’approvvigionamento energetico, sono tante cose per cui ognuno poi deve fare i conti con la propri coscienza non solo con la propria sensibilità politica, per cui Presidente , io concludo il mio intervento ringraziando comunque la collega per aver voluto trovare una sintesi tra questi 2 atti. Grazie, Presidente. Ho concluso. MAGLIANO Silvio Sì, volevo solo chiederle se vi è la dichiarazione di voto o meno? Tutto qui. Non ricordo. MAGLIANO Silvio Perfetto, allora solo, e poi mi taccio, invece, penso che dalle informazioni e da quello che mi è giunto in queste ultime settimane, io invece penso che ci sia una volontà di distruzione di simbologie che erano lì da ben più anni rispetto a quello che ha il tempo che ha citato la collega, però non voglio entrare in polemica perché ognuno poi, giustamente, voterà secondo coscienza, ma le Chiese hanno ben più degli anni legati al posizionamento geopolitico dell’Artsakh, le croci, la simbologia delle croci armene presenti sul territorio del Nagorno-Karabakh-Artsakh hanno ben più di 50, 60 anni, questo penso che forse sia stato uno scivolone dal punto di vista storico da parte della collega perché parliamo di reperti che hanno centinaia, centinaia e centinaia di anni, per cui detto questo, poi ognuno giustamente può dare la valenza che pensa di dare. MAGLIANO Silvio Sì. Io penso che quando un popolo decide di distruggere una simbologia religiosa vuol dire che proprio vuole tagliare la popolazione di quel popolo come si è già fatto in tante parti, da una parte e dall’altra ci mancherebbe, come è stato fatto per il genocidio e come è stato fatto in questo territorio. Grazie, Presidente. Mi scusi se ho rubato qualche secondo. MAGLIANO Silvio Sì, Presidente. Se sull’atto della collega vuol fare due votazioni, una legata agli emendamenti accolti e una su quello bocciato, proceda pure come lei crede eh, per non sottrarre tempo ai colleghi, veda lei. |