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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 3 Maggio 2021 ore 13,00
Paragrafo n. 21
ORDINE DEL GIORNO 2020-02231
"RICONOSCIMENTO DELLA REPUBBLICA DELL'ARTSAKH DA PARTE DELLE AUTORIT? ITALIANE" PRESENTATA IN DATA 19 OTTOBRE 2020 - PRIMO FIRMATARIO MAGLIANO. #CG+8# - STILO (202101858) RESPINTO [PODG 1858/2021]
Interventi
SICARI Francesco (Presidente)
Andiamo avanti con il nostro Ordine dei Lavori.
Siamo al punto n. 18 del Capogruppo Magliano, proposta di ordine del giorno n. mecc.
202002231 che ha come oggetto: “Riconoscimento della Repubblica dell’Artsakh da
parte delle autorità italiane”. È intenzione del Capogruppo Magliano discutere l’atto?

MAGLIANO Silvio
Sì, lo discuto Presidente.

SICARI Francesco (Presidente)
Allora, un attimo perché dobbiamo discutere congiuntamente sia il punto n. 18 che il
punto n. 19 e quindi l’ordine del giorno n. mecc. 202002231 del Capogruppo Magliano
che ha come oggetto:

“Riconoscimento della Repubblica dell’Artsakh da parte delle autorità italiane”

SICARI Francesco (Presidente)
E il punto n. 19, l’ordine del giorno n. mecc. 202002890 della Presidente Carlevaris, che
ha come oggetto:

“Sostegno al cessate il fuoco e alla ripresa dei negoziati in Nagorno Karabakh”

SICARI Francesco (Presidente)
A entrambi gli atti sono stati presentanti degli emendamenti. All’atto del Capogruppo
Magliano sono stati presentanti 7 emendamenti del Capogruppo Magliano e all’atto
della Consigliera Carlevaris anche qui risultano 7 emendamenti del Capogruppo
Magliano. Lascio, quindi, la parola ai proponenti per illustrare gli atti iniziando dal
Capogruppo Magliano. Prego, ne ha facoltà per cinque minuti.

MAGLIANO Silvio
Sì, grazie Presidente. Solo per correttezza istituzionale volevo capire se anche la collega
era disponibile a discuterlo perché tante volte non sono riuscito a discuterlo io, se anche
la collega è disponibile a discuterlo io procedo. Però, vorrei sapere se anche lei è
disponibile.

CARLEVARIS Cinzia
Sì, va benissimo.

MAGLIANO Silvio
Perfetto. Allora, guardi Presidente, questo è atto che avevamo posto come Gruppo
Consiliare proprio nei giorni immediatamente dopo a quello che si è consumato
nell’area dell’Artsakh (Nagorno Karabakh) e ne abbiamo discusso in Conferenza dei
Capigruppo anche grazie a lei Presidente che si è reso disponibile a discutere con gruppi
di esperti che sono stati ascoltati e auditi in Conferenza dei Capigruppo. Io poi a seguito
di queste discussioni, a seguito di ciò che è capitato, ho fatto degli emendamenti. Degli
emendamenti che in qualche modo hanno reso attuale il tema che i colleghi certamente
avranno letto o almeno mi auguro che così sia. Come sa, Presidente, almeno negli ultimi
due mesi quello che noi avevamo paventato è, di fatto, in qualche modo diventato…
(audio disturbato) e ancora in questo momento vi sono dei civili e dei militari
dell’Armenia nelle disponibilità dello Stato dell'Azerbaigian che vengono, di fatto,
ancora tenuti ostaggi e abbiamo letto, tra l’altro, attraverso tutta una serie di siti
assolutamente autorevoli che vengono citati spesso su altre questioni proprio per la
difesa dei diritti umani e il rispetto dei diritti umani e lo dico sia in merito all’utilizzo di
armi utilizzate in quel territorio, sia rispetto a quello che ancora oggi accade rispetto al
non rilascio di questi civili e di questi militari da parte dell'Azerbaigian. Io ho fatto tutta
una serie di emendamenti che fondamentalmente vanno a richiedere con forza un
riconoscimento da parte delle istituzioni, attraverso il Gruppo di Minsk, attraverso tutta
la diplomazia necessaria e, com’è accaduto in Consiglio Regionale, addivenire dunque a
dare la possibilità al popolo dell'Artsakh di autorappresentarsi, di rappresentarsi
all’interno dello scenario dello scacchiere della diplomazia proprio perché
indipendentemente dai padrinaggi politici che in questo momento vi sono, appare
quanto mai adeguato che del proprio destino e del proprio futuro siano a decidere i
popoli di competenza, quindi che non vi siano padrinaggi politici né da parte russa, né
da parte turca, né da alcun tipo di parte politica dal punto di vista geopolitico, ma
appunto che siano proprio costoro a potersi rappresentare. Sappiamo che negli ultimi
mesi sono arrivate e questo è l’emendamento n. 4, ad esempio, diverse istituzioni si
sono già espresse su questo argomento a partire tra le altre dal Senato francese, dal
Parlamento dei Paesi Bassi e dal Comune di Milano; riconoscono ad esempio la
Repubblica dell'Artsakh, tra gli altri, la Regione Lombardia, le Città di Parigi, Ginevra,
gli Stati USA Michigan e Colorado. Appunto, nell’emendamento 5, ad esempio, ho
chiesto di fare un’ulteriore modifica e poi nell’“invita” ho inserito tutta una serie di
elementi che a mio giudizio fanno proprio parte anche di quello che abbiamo ascoltato,
devo dire che abbiamo ascoltato con grande attenzione all’interno della Conferenza dei
Capigruppo. Ho provato ulteriormente ad andare incontro, ad esempio, ad alcune
sensibilità a mio giudizio all’inizio della discussione lontanissime dalle mie su questo
tema, infatti come si vede dall’emendamento 7 chiede di sostituire l’attuale oggetto e
quindi “Non riconoscimento della Repubblica dell’Artsakh da parte delle autorità
italiane”, ma “Per la pace definitiva in Artsakh”. Avevo cercato di smussare tutti quegli
angoli che in qualche modo potevano, a mio giudizio, anche in maniera non
ragionevole, però, infastidire alcune sensibilità, cioè ho cercato di far sì che un atto
come questo che oggi discutiamo e che vede ancora in queste ore cittadini, militari e
civili armeni ancora nelle disponibilità, dopo tutti questi mesi, nelle disponibilità
purtroppo in qualità di ostaggi del Governo dell’Azerbaijan appunto cercare di smussare
affinché questo Consiglio potesse uscire con due atti assolutamente diversi nella loro
sensibilità perché riconosco alla collega, invece, di aver voluto porre con il suo atto
legato al “Sostegno al cessate il fuoco e alla ripresa dei negoziati in Nagorno
Karabakh”, proprio l’intendimento affinché nessuno possa patire ulteriormente forme di
violenze, forme di tortura, cose che in questo momento appaiono con forza. È
innegabile però, Presidente, questo lo dico con grande chiarezza e negare questo sarebbe
oggettivamente antistorico e contro la realtà dei fatti che nella parte dell’Artsakh
purtroppo le truppe occupanti hanno raso al suolo decine e decine di simboli della
cristianità armena e della cristianità tutta nella sua generalità. Su questo ci sono
centinaia di foto facilmente reperibili su internet di ciò che è stato fatto purtroppo e che
questo invece dovrebbe essere invece motivo di sdegno e non solo esclusivamente dal
punto di vista della storia e dell’appartenenza religiosa, ma soprattutto per chi in
quest’Aula ha passione per l’arte e per i reperti storici o monumenti artistici, sappiamo
bene che cosa è capitato lì. Sapete che vi sono queste croci che avevano… che queste
croci centenarie che sono tipiche di quei luoghi, tipiche della cristianità armena, c’erano
chiese che purtroppo sono state abbattute e rase al suolo. Per cui, io Presidente ho
provato con questi emendamenti davvero a poter uscire da questo Consiglio con un atto
unico, unitario che però non facesse finta di non vedere qual è stato il ruolo della
Turchia, non facesse finta di non vedere lo jihadismo e i miliziani jihadisti prezzolati
che si sono di fatto macchiati di efferati crimini, appunto, che non si facesse finta di non
vedere ciò che è accaduto, ma cercando di comporre il tutto. Ho provato anche - e
concludo Presidente - a proporre alcuni emendamenti all’atto della collega Carlevaris.
Emendamenti che potessero, da questo punto di vista, provare a immaginare una sintesi
anche del suo atto, mi rimetto poi alla volontà della collega se recepire o meno i miei
emendamenti. Io mi auguro che gli emendamenti che ho posto possano da questo punto
di vista trovare un accoglimento da parte di quest’Aula anche alla luce di quello che è
capitato dal punto di vista umano, di violazione di diritti umani negli ultimi mesi,
distruzione di simbologie e quindi della cultura di quei luoghi in questi ultimi mesi e del
fatto che abbiamo ancora cittadini armeni, civili e militari che attendono di poter tornare
nelle loro famiglie, spesso famiglie che stanno ancora vivendo un lutto per familiari che
purtroppo sono morti in questa sanguinosa quanto assurda guerra. Grazie, Presidente.
Ho concluso.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei, Capogruppo Magliano. Procediamo adesso con l’illustrazione della
Presidente Carlevaris. Prego.

CARLEVARIS Cinzia
Sì, grazie. Allora, io ringrazio il Consigliere Magliano perché ci ha consentito di
approfondire questa questione del Nagorno Karabakh con tante audizioni in
Commissione e insomma l’obiettivo era un po' quello di cercare una convergenza che
alla fine non siamo riusciti a trovare, per cui ho presentato un altro atto. Essenzialmente
perché nell’atto del Consigliere Magliano si chiede il riconoscimento della Repubblica
dell'Artsakh alla fine che, diciamo, si parlerebbe di diritto alla secessione che non è un
principio riconosciuto dal diritto internazionale perché… (incomprensibile) e Nagorno
Karabakh fa parte del territorio dell’Azerbaigian, e su questo problema la dottrina si è
abbondantemente già pronunciata, cioè il controverso rapporto che c’è tra
l’autodeterminazione da una parte e l’integrità territoriale dall’altra e il principio che è
prevalso, almeno nell’ultimo secolo tra questo genere di conflitti, ha sempre visto
prevalere il diritto degli Stati a vedere rispettata la propria integrità territoriale e il
conseguente obbligo da parte degli altri Stati di rispettare l’inviolabilità dei confini. E
questo diritto alla secessione che invoca l’atto del Consigliere Magliano se avallato
finirebbe con il veicolare un’idea di purezza etnica come base della statualità che è
un’idea che è in contrasto con tutti gli sforzi compiuti dalla comunità internazionale, ma
diciamo a partire dalla fine della Prima guerra mondiale, no? Proprio perché l’obiettivo
è quello di indurre gli Stati a dare vita a ordinamenti in grado di garantire la convivenza
tra identità collettive plurali e questo è il motivo per cui dal 1945 in poi la comunità
internazionale si sia sempre mostrata particolarmente riluttante nell’ammettere la
secessione unilaterale come motivo di nascita di uno nuovo Stato e tutti gli Stati nati da
secessioni unilaterali difatti non sono stati ammessi alle Nazioni Unite laddove appunto
non c’è la dichiarata volontà del Governo o dello Stato predecessore. Per cui, Stati come
l’Ossezia del Sud, la Transnistria, l’Abcasia, la stessa Repubblica dell’Artsakh, che si è
autoproclamata nel ’91, non sono mai state riconosciute alla comunità internazionale.
Per cui, essendo il riconoscimento di questa Repubblica contraria a quelle che sono le
regole del diritto internazionale, io ho proposto un atto che richiama essenzialmente le
stesse intenzioni, almeno non essenzialmente, ma molte delle intenzioni dell’atto del
Consigliere Magliano che richiama la risoluzione adottata dal Governo italiano che
promuove proprio il sostegno di ogni iniziativa volta a tutelare la popolazione Armena,
il patrimonio culturale armeno e la stabilizzazione e la ricostruzione e il processo di
pace che si spera si consolidi nel tempo perché adesso sappiamo per cinque anni ci sarà
il contingente russo a mantenere la pace, diciamo, e garantire la ricostruzione nel
Nagorno Karabakh. A questo atto ho aggiunto 3 punti, cioè a questo atto, a questo
indirizzo del Governo italiano, a questa risoluzione approvata dal Governo italiano che
è quella… (audio disturbato), quindi favorire il dialogo e con l’impegno del Gruppo di
Minsk, eccetera, ho aggiunto 3 punti che sono quello di far sì che questa ricostruzione
avvenga con una strategia diciamo di sviluppo a lungo termine in modo che sia volta a
superare le barriere esistenti tramite lo sviluppo di reti infrastrutturali, produttive,
commerciali e sociali, interetniche favorendo la creazioni di legali sociali positivi e
quindi in una prospettiva a lungo termine del mantenimento della pace e terzo punto di
promuovere la cessazione da parte dei Paesi coinvolti, quindi dell’Armenia,
dell’Azerbaijan la propaganda di animosità volta ad esacerbare le tensioni etniche,
perché il problema è proprio questo l’attenzione etnica in quella Regione. A questo mio
atto il Consigliere Magliano ha proposto 7 emendamenti su molti dei quali io sono
d’accordo. Chiede di eliminare le quattro risoluzioni dell’ONU che chiedevano
all’Armenia di ritirarsi nei territori occupati, lo possiamo eliminare e questo è
l’emendamento 1 non ho nessun problema. L’emendamento 2 chiede di aggiungere
“Gruppo di Minsk quale unico format negoziale”, anche qui va benissimo.
L’emendamento 3 chiede di sostituire “miliziani radicali” con “mercenari jihadisti tra-
sferiti dalla Turchia”, è un dato di fatto, quindi, va bene anche l’emendamento 3.
L’emendamento 4 chiede di sostituire “Accordo” con “Dichiarazione” e va bene anche
questo. Emendamento 5 chiede di omettere che “fino ad oggi non si è trovata una
soluzione a causa degli opposti veti delle parti in conflitto”, possiamo ometterlo non è
un problema, quindi anche l’emendamento 5 va bene. Emendamento 6 invece no,
perché di nuovo dice: “Chiedere il riconoscimento al diritto all’autodeterminazione del
popolo dell’Artsakh”, però se la secessione non è prevista, quindi l’emendamento 6 no.
Emendamento 7 sì, perché di nuovo si chiede: “Il riconoscimento dei diritti del popolo
dell’Artsakh e la garanzia di una adesione effettiva ai valori della democrazia, quali
strumenti per garantire una pace stabile e duratura”. Quindi, dei 7 emendamenti proposti
dal Consigliere Magliano, se è possibile per i primi 5 e il settimo posso anche, cioè si
può votare anche il testo coordinato per me va bene; l’emendamento 6 invece no. La
ringrazio.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei. Allora abbiamo concluso con l’illustrazione, quindi da questo momento
interveniamo nel merito della discussione e possono ovviamente intervenire anche i
Consiglieri proponenti. Prego, Capogruppo Magliano.

MAGLIANO Silvio
Sì, grazie. Io innanzitutto ringrazio la collega per aver… (incomprensibile) degli
emendamenti, per cui io annuncio già che voterò a favore dell’atto della collega
ancorché venga bocciato l’emendamento n. 6, comunque ci distinguono opposizioni
diametralmente opposte sul tema dell’autodeterminazione dei popoli perché è dal punto
vista del rango del diritto internazionale superiore al tema della successione e la
storiografia e la storicità di quello che ci è stato raccontato, almeno io faccio fede a ciò
che ci ha raccontato l’Ambasciatore italiano in Armenia, l’ex Ambasciatore italiano in
Armenia rispetto a questo tema. Io sono convinto che alcune delle cose che la nostra
collega ha appena raccontato vengano meno proprio per il comportamento che vi è stato
da parte dell’Azerbaigian subito dopo e chi ha voluto tenersi informato nelle more della
discussione che abbiamo avuto inizialmente in Conferenza dei Capigruppo fino ad
arrivare ad oggi, sa bene che quello che è accaduto lì non è solo ed esclusivamente un
problema etnico, sa bene la collega che la radice e la storia di quello che è capitato in
quei luoghi ha oggettivamente ragioni più profonde di conflitto tant’è vero che
l’eliminazione dei simboli religiosi armeni in Artsakh ha radici storiche ben diverse, ha
radici storiche che si legano, e lo dico con chiarezza e voglio che rimanga a verbale, che
si legano, ciò che purtroppo è accaduto durante il genocidio armeno. Bene ha fatto il
Presidente Biden a voler riconoscere soprattutto in questa fase, soprattutto quando
sappiamo benissimo il legame che c’è tra l’attuale Presidente più pluripresidente perché
io lo dico con molta franchezza, ciò che chiede la collega è assolutamente sensato, il
problema è a chi lo stiamo chiedendo, lo stiamo chiedendo a uno Stato che ha la stessa
famiglia al potere attraverso una forma strana di democrazia con la stessa famiglia al
potere ormai da decenni, eh beh, forse è difficili che venga attuato e quella famiglia al
potere ha dei legami fortissimi con il Presidente di un Paese che si permette di far sedere
su una poltrona, invece che conferire alla Von der Leyen tutti i giusti meriti rispetto al
protocollo internazionale, ecco se i legami sono con quel tipo di Presidente è evidente
che stiamo chiedendo qualcosa che non può esistere perché dobbiamo avere la capacità
anche di dire la verità sugli interlocutori che il nostro Paese ha e che l’Europa ha in
questo momento, per cui se vogliamo raccontarci le favole ce le raccontiamo, ci
mancherebbe, ne abbiamo sentite e ascoltate tante in tante Assise comprese in questa,
però se da Consiglieri Comunali oltre che da occuparci dei problemi della nostra Città
ogni tanto volessimo dare uno sguardo a quello che sta capitando, cose che capitano e
che sono alle porte della nostra Europa, ecco forse, forse l’idea che un popolo possa
autodeterminarsi e non venga schiacciato da potenze che di fatto… Presidente vado alla
conclusione, non sarò lunghissimo. Che, di fatto, trovano poi parte di questo nostro
Paese, parte dei nostri parlamentari recarsi proprio in Azerbaigian per complimentarsi
con il Paese perché abbiamo appena inaugurato un’infrastruttura che porta energia, che
porta gas nel nostro Paese, ognuno di noi deve decidere da che parte stare quando fa
politica e io da questo punto di vista ho deciso con forza da che parte stare. Capisco chi
è contro, che ha un’idea diversa, mi spiace per chi non si schiera perché è evidente che
ci sono interessi in gioco e io penso che i diritti umani sia l’unico interesse per cui valga
la pena in qualche modo potersi esprimere, per cui detto questo, io il mio atto io chiedo,
Presidente, che venga votato come emendato, ho cercato tutte le mediazioni possibili e
poi ringrazio la collega dell’accoglimento di alcuni dei miei emendamenti della quasi
totalità, però io sono convinto che in questa fase guardare che cosa capita alle porte
della nostra Europa e tenere in conto di tutti i fattori, tutti gli attori in gioco e come
quegli attori si stanno comportando con il nostro Paese e come il nostro Paese si sta
comportando rispetto ai diritti umani in giro per il mondo, rispetto invece
all’approvvigionamento energetico, sono tante cose per cui ognuno poi deve fare i conti
con la propri coscienza non solo con la propria sensibilità politica, per cui Presidente ,
io concludo il mio intervento ringraziando comunque la collega per aver voluto trovare
una sintesi tra questi 2 atti. Grazie, Presidente. Ho concluso.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei. Procediamo con gli interventi. Ho il Capogruppo Napoli, prego.
Capogruppo Napoli, non la sento. Continuo a non sentirla, Capogruppo Napoli?

NAPOLI Osvaldo
Mi sente?

SICARI Francesco (Presidente)
Ora la sento. Prego.

NAPOLI Osvaldo
Grazie, Presidente. Sarò velocissimo. Io non posso che condividere le parole del collega
Magliano, debbo però essere, facendo parte io nella mia storia delle 4 legislature che ho
fatto in Parlamento comprese quelle di oggi in Commissione Esteri, è ovvio che quanto
dice il collega corrisponde più che altro totalmente alla verità, ammetto però che queste
prese di posizioni in termine cosiddette, diciamo così, locali, comunali, con tutto il
rispetto hanno il peso che hanno il peso e le parole del Presidente Draghi soltanto in
prospettiva della Turchia dove dice testualmente le parole che ha detto e ha aggiunto
che però dobbiamo convivere, direi che gli Stati in senso generali, stati di una parte o
stati di un’altra dobbiamo essere estremamente, ripeto, realistici, molto spesso i
problemi economici e commerciali superano quelli che sono il buon senso
dell’indipendenza dei Paesi, del rispetto dei Paesi, del rispetto della tradizione di quei
Paesi e che quindi prevalgono su quello che è l’indirizzo che a limite la popolazione
vorrebbe quella sua e propria indipendenza. Allora il problema è molto più grande di
quello che dibattiamo noi e ripeto mi permetto con profondo rispetto nei confronti dei
colleghi Consiglieri Comunali non riusciamo, io domani sono, come Commissione
Esteri, sono i tre che andranno a parlare con il Ministro degli Esteri iracheno che è in
visita a Roma, quindi un momento certamente importante per la politica nazionale,
anche per i rapporti italo-iracheni. Allora io sono stato in Azerbaigian, sono stato in
Bielorussia, sono stato in parecchi Paesi e gli interessi economici del gas, del petrolio e
del resto dimostrano che quelli sono interessi che sfortunatamente superano quelli che
sono invece le vere problematiche di quella gente che vorrebbe una propria e vera
indipendenza. Dispiace doverlo dire, sono un po' senza parole, dispiace doverlo dire, ma
questa è la realtà del mondo che certamente non la cambiamo noi a Torino, non
riuscendo nemmeno a cambiarla per altri interessi le Grandi Potenze Mondiali Militari
ed Economiche che noi abbiamo perché e noi non riusciamo a far spingere loro a fare
determinati atti difficilmente ci riusciamo a farli noi. Grazie, Presidente.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei. Procediamo adesso con l’intervento della Presidente Carlevaris, prego.

CARLEVARIS Cinzia
Sì, grazie. Per rispondere al Consigliere Napoli, la posizione del mio atto che è in
contrasto con l’atto del Consigliere Magliano, sostiene la risoluzione 575 sulla
risoluzione del conflitto Nagorno-Karabakh che è stata approvata all’unanimità il
18 novembre 2020 dalla Commissione Affari Esteri della Camera, quindi immagino che
oltre a dare ragione al Consigliere Magliano possa dare ragiona anche a me e proprio
questa risoluzione quella che l’ANCI ha chiesto, insomma, ai Comuni, insomma, ha
sensibilizzato i Comuni affinché intraprendessero azioni a loro volta di sensibilizzazione
sulla cittadinanza sul sostegno ai negoziati in Nagorno-Karabakh perché solo con un
negoziato si può arrivare a una situazione stabile. Il riconoscimento della Repubblica
dell’Artsakh nemmeno l’Armenia ha mai riconosciuto la Repubblica dell’Artsakh e nel
cessate il fuoco che è stato firmato da Russia, Armenia, Azerbaigian non si fa
riferimento allo status finale del Nagorno-Karabakh proprio perché non c’è ancora un
accordo, quindi è rimasto sul tavolo come elemento da negoziare perché si potrà
arrivare a un’autonomia, a uno statuto speciale, a una semi-indipendenza, però dovrà
essere negoziato perché… il Consigliere Magliano più volte ha ribadito questa
superiorità della fonte, del diritto all’autodeterminazione dei popoli sul diritto
internazionale, però questo non è vero perché se esistesse, possiamo parlarne però… se
esistesse un diritto supremo naturale all’autodeterminazione oggi avremo un Québec
indipendente, avremo una Catalogna indipendente, avremo una Palestina libera, però a
parte che non ho mai sentito il Consigliere Magliano auspicare il diritto
all’autodeterminazione e invocarlo come principio supremo quando si parlava di
Palestina perché di fatto non è un principio che si può applicare. La questione dei
simboli dell’Artsakh, la distruzione dei simboli di fatto il territorio della Repubblica
dell’Artsakh, del Nagorno-Karabakh non è mai stato sotto la dominazione
dell’Azerbaigian perché nel momento in cui si è distolta l’Unione Sovietica questa
Regione e i 7 Distretti circostanti sono stati occupati dall’Armenia e sono stati di fatto
annessi all’Armenia fino al novembre scorso, andati via gli armeni sono arrivati i russi,
di fatto l’Azerbaigian non ha mai governato questi territori e poi l’Azerbaigian ricordo
che è una Repubblica ex-sovietica che significa che è stato un Paese forzatamente
secolarizzato in 80 anni di governo sovietico, quindi non è che c’è tutto questo Islam
che va a distruggere le croci, non è una questioni di crociate, di novello Saladino, c’era
un guerra in corso e così come capita anche i ribelli, così come testimoniato, insomma,
dei report della guerra, con chi come i ribelli utilizzavano le Chiese per nascondersi e
venivano bombardati perché erano lì, così le Moschee abbandonate venivano utilizzate
come stalle dai pastori della zona, però non è una questione così simbolica perché non è
una guerra di religione, non lo è mai stata, c’è una tensione etnica. Niente, ho finito,
volevo solo rispondere. La ringrazio, Presidente.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei. Ho soltanto bisogno di un chiarimento perché ha dato lettura degli
emendamenti che accoglie e di un emendamento che non accoglie, si riferiva per quanto
riguarda quest’ultimo al n. 6 che ha come identificativo il n. 74?

CARLEVARIS Cinzia
Sulla stampa che ho io non ho l’identificativo, è quello che aggiunge in seconda
posizione la seguente richiesta “Alla Sindaca… di avviare opportune interlocuzioni”,
non so se lei ha il testo?

SICARI Francesco (Presidente)
Allora, sì: “Alla Sindaca e alla Giunta di avviare le opportune interlocuzioni con le
autorità nazionali”, questo è l’emendamento che non accoglie? Va bene, quindi sì,
l’identificativo n. 74, confermo.

CARLEVARIS Cinzia
Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Di nulla, grazie a lei. Ci sono ulteriori interventi da parte dei Consiglieri su questi due
atti? Prego, Capogruppo Magliano.

MAGLIANO Silvio
Sì, volevo solo chiederle se vi è la dichiarazione di voto o meno? Tutto qui. Non
ricordo.

SICARI Francesco (Presidente)
No, sugli atti di indirizzo non vi è dichiarazione di voto.

MAGLIANO Silvio
Perfetto, allora solo, e poi mi taccio, invece, penso che dalle informazioni e da quello
che mi è giunto in queste ultime settimane, io invece penso che ci sia una volontà di
distruzione di simbologie che erano lì da ben più anni rispetto a quello che ha il tempo
che ha citato la collega, però non voglio entrare in polemica perché ognuno poi,
giustamente, voterà secondo coscienza, ma le Chiese hanno ben più degli anni legati al
posizionamento geopolitico dell’Artsakh, le croci, la simbologia delle croci armene
presenti sul territorio del Nagorno-Karabakh-Artsakh hanno ben più di 50, 60 anni,
questo penso che forse sia stato uno scivolone dal punto di vista storico da parte della
collega perché parliamo di reperti che hanno centinaia, centinaia e centinaia di anni, per
cui detto questo, poi ognuno giustamente può dare la valenza che pensa di dare.

SICARI Francesco (Presidente)
Le chiedo di concludere.

MAGLIANO Silvio
Sì. Io penso che quando un popolo decide di distruggere una simbologia religiosa vuol
dire che proprio vuole tagliare la popolazione di quel popolo come si è già fatto in tante
parti, da una parte e dall’altra ci mancherebbe, come è stato fatto per il genocidio e
come è stato fatto in questo territorio. Grazie, Presidente. Mi scusi se ho rubato qualche
secondo.

SICARI Francesco (Presidente)
A lei. Prego, Vicepresidente Ferrero, ha facoltà per tre minuti.

FERRERO Viviana (Vicepresidente)
Sì, molto velocemente, io devo dire che su argomenti che sono così lontani dal Comune
di Torino, che riguardano ambiti internazionali è sempre molto difficile farsi
un’opinione e poterla in qualche modo, anche io ho seguito tutte queste Commissioni e
ho difficoltà a farmi un’opinione precisa, però devo dire su quelle che possono essere
appunto le azioni giuste per ottenere il risultato, non che non sappia quale sia il risultato
a cui si vuole addivenire. Io vorrei anche ricordare che la Città di Torino ha dato un
riconoscimento ad Antonia Arslan, io ho letto il suo libro e devo dire che il genocidio
armeno a me ha colpito veramente moltissimo e su un ultimo intervento del Consigliere
Magliano io non posso che concordare il discorso della distruzione dei simboli, noi
viviamo di simbolismi, noi pensiamo anche solo come… quando pensiamo alla Città di
Torino, cosa immaginiamo della Città di Torino? E come certe difficoltà di integrazione
tra popolazioni siano dovute a delle sopraffazioni perché nel sistema greco che a quello
a cui noi ci riferiamo c’era un Pantheon che radunava tutte le divinità, che metteva
insieme tutte le divinità e quindi come, invece, i monoteismi in qualche modo abbiano
estremamente separato, ma come ci siano invece delle azioni molto forti di
riavvicinamento perché per chi è religioso si prega un solo dio, quindi distruggere i
simboli dell’altro non è assolutamente un’azione pacifica, ma è un allontanamento di
quella pacificazione tra religioni monoteistiche a cui la maggior parte della cultura
Cristiana europea si ispira e abbiamo visto anche le azioni, appunto, di diversi Pontefici,
per non parlare di Papa Francesco che per me rimane comunque una figura di
grandissimo riferimento di questo periodo storico. Quindi io, come dico, sono d’accordo
al discorso, appunto, di arrivare a deplorare dei comportamenti e ritengo che però,
appunto, le modalità a cui si può arrivare proprio per le complesse e intricate soluzioni
sia effettivamente molto difficile da stabilire in questo consesso e quindi come dico, io
mi sento veramente molto in difficoltà su questo atto perché sono in parte…

SICARI Francesco (Presidente)
La invito a concludere.

FERRERO Viviana (Vicepresidente)
Sì. In parte d’accordo sul tema principale, ma sulle modalità ho visto una grande
divergenza che non comprendo, quindi io mi asterrò proprio perché ho un’opinione che
in qualche modo non riesce a stare né in una posizione e né nell’altra invocando però…

SICARI Francesco (Presidente)
La invito a concludere.

FERRERO Viviana (Vicepresidente)
… la possibilità, appunto, di una pacificazione di quei territori. Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Ci sono ulteriori interventi? Allora se non ci sono ulteriori interventi, procediamo
adesso con le votazioni dei due atti.
Per quanto riguarda l’atto del Capogruppo Magliano che vede presentati 7 emendamenti
sempre dal Capogruppo Magliano, procederemo con la votazione del testo coordinato.
Per quanto riguarda, invece, la votazione dell’atto della Presidente Carlevaris,
procederemo con la votazione dei singoli emendamenti ed eventualmente daremo su
alcuni lo stesso esito se ci sarà concordia tra tutti. Prego, Capogruppo Magliano, ordine
dei lavori.

MAGLIANO Silvio
Sì, Presidente. Se sull’atto della collega vuol fare due votazioni, una legata agli
emendamenti accolti e una su quello bocciato, proceda pure come lei crede eh, per non
sottrarre tempo ai colleghi, veda lei.

SICARI Francesco (Presidente)
Procederemo emendamento per emendamento, ma la ringrazio comunque.
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