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Estratto dal verbale della seduta di Mercoledì 28 Aprile 2021 ore 10,00
Paragrafo n. 4

SOSTEGNO E SALVAGUARDIA DEL SETTORE DELL'AUTOMOTIVE, PROSPETTIVE DI INNOVAZIONE E PREVISIONI PER L'OCCUPAZIONE
Interventi
SICARI Francesco (Presidente)
Allora, iniziamo i nostri lavori, dopo aver attestato la presenza di 34 Consiglieri
Comunali.
Prima di iniziare con gli interventi dei nostri ospiti, che ringrazio per aver risposto
all’invito, vorrei velocemente inquadrare le motivazioni che ci hanno portato a
convocare questa adunanza aperta del Consiglio Comunale della Città di Torino.
Nelle ultime settimane, negli ultimi mesi, il tema legato all’Automotive sta riempiendo
le pagine dei quotidiani e ci sono molte discussioni e interlocuzioni in merito a questo
tema. Poche settimane fa il Consiglio Comunale di Torino si è espresso, approvando un
ordine del giorno sempre legato al tema dell’Automotive e, dall’approvazione di questo
ordine del giorno, si è avviata un’interlocuzione tra i Capigruppo, tra i Consiglieri del
Comune di Torino, che ha portato, appunto, a questa convocazione odierna. Una
convocazione odierna che vuole prevalentemente essere un momento di ascolto, di
ascolto di tutti i rappresentati del territorio legati direttamente con il Comparto
Automotive, al fine di poter raccogliere, eventualmente, delle istanze che stanno già
pervenendo e iniziare poi, da subito, già da domani, con le proposte di nuove iniziative,
che vadano a contribuire e a sostenere tutto quel processo di innovazione che deve,
ovviamente, essere legato al mondo dell’Automotive, in quanto è un dato che, ormai da
molti anni, da probabilmente quasi due decenni, il tema, tutto l’Automotive, sta vivendo
una forte crisi; una crisi che è stata accentuata da questa pandemia e che sta, purtroppo,
mettendo in situazione di disagio molte attività produttive, come le piccole e medie
imprese, molti dipendenti, molti lavoratori e con essi tutte le loro famiglie. Quindi,
abbiamo necessità, davvero, di ascoltare tutti i vostri interventi, perché è intenzione del
Consiglio Comunale, dopo aver tirato le fila di questi interventi, giungere a una sintesi
per poter iniziare con delle iniziative a supporto di tutto quello che deve essere un
percorso che deve vederci tutti dalla stessa parte in modo che possa riprendersi e che
possa avere futuro il Comparto dell’Automotive in tutta la sua complessità, attualmente
che conosciamo.
Quindi, io adesso inizierei con gli interventi, andando con l’ordine che è stato fornito
durante la giornata di ieri a tutti i nostri invitati. Ricordo a tutti che abbiamo definito,
come tempi di intervento, sei minuti. Chiedo a tutti di stare all’interno di questo tempo,
in modo che tutti possano essere presenti fino alla fine dei lavori, in quanto sono
pervenute delle necessità e non tutti potranno essere presenti oltre le due ore, due ore e
mezza.
Quindi, inizierei con gli interventi. Per la Giunta della Regione Piemonte prende la
parola l’Assessore Regionale Maurizio Marrone. Prego.

MARRONE Maurizio (Assessore Regione Piemonte)
La ringrazio, Presidente. Ringrazio tutto il Consiglio Comunale di Torino per aver
convocato questa seduta aperta della Sala Rossa, così da avviare e dare la giusta dignità
istituzionale a questo dibattito, che è così strategico per le sorti industriali del territorio.
Sicuramente, come Regione Piemonte e come tutte le Istituzioni di ogni grado e livello
in Italia, abbiamo guardato con grande speranza e sostegno al percorso di
internazionalizzazione e di aggregazione di FCA, perché siamo consapevoli che le sfide
della competitività globale richiedono delle dimensioni sufficienti per sostenere,
appunto, il confronto con altri partner, che sono sicuramente agguerriti a livello globale.
C’è da dire che però, già dai primi passaggi, la speranza e la partecipazione ha lasciato il
campo a un po’ di inquietudine e di preoccupazioni, perché effettivamente la
partecipazione pubblica a Peugeot ha evidentemente, per quello che riguarda la nascita
del Gruppo Stellantis, fatto insorgere il timore che prevalga poi nelle scelte aziendali, a
partire, l’abbiamo visto, anche dall’indicazione dei vertici ai vari livelli del Gruppo, un
interesse nazionale francese a discapito di quello che è l’interesse a livello produttivo e
occupazionale dell’Italia e per quello che ci riguarda, in particolare, di Torino e del
Piemonte; e le ultime notizie rispetto, per esempio, alle assunzioni che sono state
rilanciate su stabilimenti francesi, rispetto invece a un Piano occupazionale torinese,
piemontese, italiano, piuttosto fermo, confermano questa inquietudine e questa
preoccupazione. E preoccupa soprattutto l’assenza di una voce autorevole, da parte della
controparte, rispetto a quella governativa francese, invece, del Governo italiano di
Roma, da cui avremmo auspicato sicuramente maggior protagonismo, perché il
Governo centrale non ha fatto mancare, per dare segnali di accoglienza e di sostegno,
per esempio, la garanzia da parte del MISE appena pochi mesi fa a FCA di oltre sei
miliardi di garanzia su prestiti per il rilancio della produzione industriale, con
chiaramente l’Erario pubblico, ma dall’altra parte, evidentemente, non ha affrontato,
con l’adeguata attenzione e l’adeguato protagonismo, invece l’evoluzione dal punto di
vista dell’assetto societario. Io credo che questo si collochi su una linea politica di
liberismo, che però sembra funzionare solo a un senso e non a doppio flusso e questa di
sicuro è una scelta che rischia di essere pagata poi dai lavoratori italiani, dalle scelte
strategiche sugli stabilimenti, dai fornitori italiani e quindi, in definitiva, da un intero
tessuto produttivo del nostro territorio, compreso chiaramente l’indotto. E allora
dobbiamo, chiaramente, ragionare su quello che deve essere il ruolo di ogni Istituzione
per - come diceva il Presidente e condivido - creare una dinamica di squadra senza
faziosità, senza particolarismi, ma nell’interesse del mantenimento della grande
tradizione manifatturiera del Settore automobilistico, che ha lanciato Torino nella sua
grande crescita passata e che deve continuare, pur con le trasformazioni del presente, ad
animarne anche il futuro; ed è giusto anche pensare alle proposte, quindi agli spunti
costruttivi.
La Regione sicuramente ha sostenuto, e lo sappiamo, anche guardando per esempio
all’impegno finanziario diretto nei progetti connessi alla crisi complessa di Torino,
quello che è il sostegno alla produzione manifatturiera automobilistica, così come alla
modernizzazione della produzione in tal senso con le nuove tecnologie e la mobilità
sostenibile e la ricerca in tale ambito. La formazione professionale, in particolare
dell’Assessorato del Lavoro con l’Assessore Chiorino, rilancerà la formazione
sull’Automotive, confermando questa profonda attenzione istituzionale della Regione a
questa vocazione industriale; dall’altra parte crediamo però che debba esserci anche
dalle altre Istituzioni - ma rivendico, in particolare, dal Governo nazionale, che ha la
giusta dimensione per questo tipo di intervento - invece un protagonismo politico,
rispetto a delle strategie di Piano industriale, che sicuramente è un tassello irrinunciabile
di questa linea. Se, effettivamente, il nuovo Gruppo Stellantis vede una componente
pubblica statale dello Stato francese all’interno della governance, io non credo che sia
un’eresia immaginare da parte italiana un analogo intervento da parte di Cassa Depositi
e Prestiti per riequilibrare, appunto, la governance e le strategie che verranno animate
dalla governance stessa, proprio per creare un presidio dell’interesse nazionale da tutti i
punti di vista: produttivo, commerciale, ma anche e soprattutto occupazionale, che deve
vedere, in particolare, in Torino e nel Piemonte il caposaldo del rilancio della
produzione. E allora io credo che questo sia un tema da affrontare senza tabù, senza
dogmi, proprio perché l’attuale crisi pandemica mette a disposizione anche
l’opportunità di profonde scelte riformatrici e anche di profonde rivisitazioni delle
strategie a tutti i livelli istituzionali e questa deve rientrare tra le scelte che devono
essere ispirate dal coraggio politico e una forte determinazione e da un forte
protagonismo dello Stato centrale italiano. Io di questo sono convinto e voglio, quindi,
salutarvi con questo spunto introduttivo, proprio perché effettivamente, come ricordavo,
la tradizione passata, gloriosa di Torino nel Settore dell’Automotive, ma anche le grandi
sfide che le nuove tecnologie pongono, rispetto al potenziale che il Politecnico ci offre e
che anche la ricchezza dell’ambito accademico del nostro Capoluogo piemontese ci
offrono, devono vedere confermato in Torino e nel Piemonte un caposaldo
dell’Automotive e della produzione automobilistica italiana europea e globale ed è per
questo che le Istituzioni devono dimostrare questo forte coraggio politico; ce lo
chiedono i lavoratori del passato, che vedono, purtroppo, allontanarsi nel presente la
forte vocazione manifatturiera automobilistica della nostra Città, ma ce lo chiedono
soprattutto le generazioni future, che sarebbe davvero un peccato vedere, con un occhio
rivolto al territorio, attraversare la nostra comunità per la formazione universitaria e poi
vedere costretti magari a emigrare in altri Paesi - a maggior ragione fa male se
comunitari, perché Paesi che condividono il nostro stesso assetto normativo e il nostro
stesso orizzonte economico oltreché monetario - e quindi privare di energie fresche di
rilancio di crescita di Torino il suo destino. Ce lo chiedono proprio i giovani e non solo i
lavoratori di oggi, spero che tutti insieme dimostreremo il coraggio necessario. Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei. Procediamo adesso con gli interventi. Per il Gruppo Stellantis prende la
parola Davide Mele, Deputy Chief Operating Officer for Enlarged Europe. Prego.

MELE Davide (Deputy Chief Operating Officer for Enlarged Europe - Gruppo
Stellantis)
Buongiorno. Buongiorno a tutti i rappresentati delle varie Istituzioni ed Enti presenti e
un particolare ringraziamento al Presidente e alla Sindaca per l’invito a partecipare a
questo Consiglio Comunale, che ha per oggetto un tema che sicuramente ci coinvolge
direttamente come Stellantis che, appunto, rappresento in questa sede in qualità di
Deputy COO della Region Enlarged Europe insieme a Daniele Chiari in qualità di
Responsabile dei Rapporti con le Istituzioni in Italia.
Voglio focalizzare quest’intervento sull’oggetto dell’incontro, sottolineando alcuni
punti fondamentali per rispondere anche un po’ all’Assessore Marrone su cosa stiamo
facendo, questo senso di immobilità che, sinceramente, come Stellantis non sentiamo.
Se contestualizziamo, negli ultimi 15 mesi, che hanno ovviamente influenzato
negativamente le condizioni di mercato, rispetto al 2019 abbiamo perso un quarto della
domanda e la situazione sta perdurando nel 2021, un po’ per la mancanza di una
strategia mondiale di vaccinazione insufficiente, per una carenza di componenti elettrici
che sta impattando l’intera industry, per una minore fiducia dei consumatori, per un
aumento della tendenza inflazionistica delle materie prime e tecnologie. In questo
contesto così difficile e così impattante, la reazione di Stellantis è stata - prima FCA e
adesso Stellantis - è stata molto aggressiva, molto proattiva. Abbiamo puntato
soprattutto come prima cosa sulle persone, la risorsa più importante che abbiamo e
quindi l’anno scorso la tutela e la sicurezza della salute sono state il cardine della nostra
ripresa produttiva, che ci ha permesso di reagire in maniera molto veloce e forse i più
veloci all’interno di questo business.
Abbiamo lavorato lo scorso anno forse, se possibile, più alacremente e più convinti di
prima alla creazione di Stellantis che è, come citato, un’opportunità unica per reagire
più rapidamente della concorrenza per affrontare la nuova era di mobilità che, come è
noto, come è chiaro a tutti noi sta cambiando velocemente e abbiamo continuato, dopo
solo tre mesi dalla creazione, a focalizzare i nostri interventi sulle sinergie che questo
merger, che questa fusione comporta. Per cui, ci stiamo focalizzando sulle efficienze
che l’approvvigionamento dei materiali da entrambe le parti portano, la condivisione
delle tecnologie e delle piattaforme per ridurre gli investimenti in maniera più efficiente
e la condivisione delle best practice di entrambe le società in termini di design,
diversità, processi a tutti i livelli, incluso quello produttivo. Non ci siamo fermati con gli
investimenti, quindi l’investimento che avevamo annunciato a fine 2019, pre-pandemia,
pre-condizioni, che poi sono accadute in maniera inaspettata, abbiamo continuato
l’investimento annunciato di 5 miliardi, quindi il Piano è continuato nel 2020, sta
continuando nel 2021 e nel 2022 nelle modalità previste e questo, fondamentalmente,
rimarca due temi: uno, che il Piano che avevamo disegnato è assolutamente coerente
con la visione comune di Stellantis ora, che mira a valorizzare i nostri brand con quattro
temi: un’offerta sicura, un’offerta innovativa, sostenibile per l’ambiente - e la parola
sostenibilità è un tema ricorrente sotto tutti gli ambiti in Stellantis - e accessibile per il
cliente; il secondo tema è che questa reazione, che questa modalità di continuare senza
interruzioni il nostro Piano, conferma che la base produttiva e di sviluppo di Stellantis
in Italia è e rimarrà strategica.
Tutti gli stabilimenti sono stati coinvolti in questo Piano di investimenti, però viste le
circostanze mi focalizzerò su quello che è il Polo di Torino.
In totale, gli investimenti avviati attorno al Polo produttivo di Torino ammontano a
2 miliardi di euro; questo, ovviamente, comporterà e comporta significativi
miglioramenti della nostra competitività, da un punto di vista di line-up di prodotto, e il
conseguente progressivo miglioramento, che abbiamo già avuto modo di provare, della
saturazione della forza lavoro, con una chiara riduzione del ricorso agli ammortizzatori
sociali che, se escludiamo le contingenze legate al lockdown, hanno già mostrato, alla
fine dello scorso anno, la potenzialità del completo assorbimento a regime.
Tralascio, per restare nei sei minuti, il valore e l’importanza delle radici legate al Polo
torinese da cui sono sempre usciti modelli iconici per la nostra azienda e tralascio anche
di elencare gli importanti interventi di riqualificazione e recupero che abbiamo fatto
negli ultimi dieci anni a partire dall’area del Motor Village alla sede di FCA Bank a
tutta l’area di via Plava dove abbiamo messo la sede del Centro Stile delle Officine
Abarth e tutta l’attività amministrativa del Gruppo al Campus col Politecnico. Ma
concentriamoci su quello che stiamo facendo oggi su questo Polo: stiamo sviluppando
una nuova trasformazione, che parte dal cuore pulsante e produttivo di questo
comprensorio, con l’obiettivo di consolidare, per questo comprensorio, il suo ruolo
guida a livello europeo sul fronte dell’elettrificazione; abbiamo avviato la produzione
della nuova 500 Elettrica, che è salita in pochi mesi sul podio della sua categoria, che è
stata disegnata progettata e industrializzata tutta in questo Polo; abbiamo e stiamo
rinnovando la gamma motori delle Maserati Ghibli e Levante con le versioni ibride - la
Levante, diciamo pochi giorni fa appena, presentata al Salone di Shanghai -, che
raggiungono praticamente una gamma motori e un’offerta che non sono mai state così
complete, per cui non appena…, diciamo, passata la crisi che stiamo vivendo in queste
settimane, in questi mesi che ci vedrà, purtroppo a maggio, fare utilizzo della Cassa
Integrazione per tutti i lavoratori, ma potrà partire a velocità piena grazie a questi
interventi mirati all’innovazione e allo sviluppo della gamma. Sempre a Torino, stiamo
avviando i lavori propedeutici ad adattare le linee per la produzione della nuova
Maserati GranCabrio e GranTurismo; ovviamente, tutte gamme elettrificate e rivolte al
futuro che arriveranno nel 2022, rafforzando così il legame tra Maserati e Torino. Le
attività di sostenibilità di FCA però non sono solo relative e concentrate sui nuovi
modelli, ma sono legate a tutto il sistema legato all’elettrificazione, quindi sempre nel
Polo è stata avviata la prima fase del progetto pilota Vehicle-to-Grid, che quando lo
completeremo sarà il più grande impianto del genere al mondo, con l’obiettivo di fare
interagire in modo bidirezionale i veicoli full electric di Stellantis prodotti e la rete
elettrica, in modo da, innanzitutto, ricaricare i mezzi che produciamo, ma dall’altra
offrire, grazie alle loro batterie, un servizio di stabilizzazione per la rete, questo
rendendo sempre più efficiente ed efficace il nuovo mondo dell’elettrificazione.
Sempre a Mirafiori stanno proseguendo le attività per la realizzazione del “Battery
Hub”, il centro di assemblaggio delle batterie per le vetture elettriche del Gruppo, che è
il primo impianto di questo tipo in Italia e che stiamo sviluppando in un fabbricato
dedicato con potenziali di espandibilità per i progetti futuri. Sempre a Mirafiori sono in
corso le operazioni per l’installazione del “Solar Power Production Units”, che sono…
un progetto di pannelli fotovoltaici su 150 mila metri quadrati di area, di superficie
totale in grado di sviluppare 15 megawatt di elettricità, rendendo, diciamo, e abbattendo
le emissioni per oltre 5.000 tonnellate di CO2 una volta realizzato. Abbiamo investito e
stiamo investendo nelle infrastrutture di ricarica su tutti i concessionari e da quando
abbiamo lanciato il primo Mobility Store, completamente elettrificato all’Aeroporto di
Caselle, abbiamo raggiunto con “Leasys”, diciamo, una rete elettrificata privata, la più
grande d’Italia a fine del 2020.
Pensando ai servizi, sempre in quest’area abbiamo lanciato “LeasysGo!”, il servizio di
car sharing ecosostenibile rivolto a un nuovo target di consumatori con 300 colonnine a
disposizione e abbiamo già 30 mila registrazioni. Non dimentichiamo l’investimento
concluso a Rivalta come Centro globale di distribuzione ricambi del brand Mopar per
tutta l’Europa e gli altri mercati mondiali. Ovviamente, abbiamo investito in
formazione, citando le aree dove le tematiche dell’E-Mobility e l’elettrificazione hanno
avuto parte fondamentale del nuovo Piano e stiamo continuando la collaborazione con il
Politecnico e l’Università che, a prescindere dal corso di Ingegneria dell’Autoveicolo, si
è espansa una collaborazione con il nostro CRF, focalizzandoci sulle nuove tecnologie:
elettrificazione della mobilità, la guida autonoma interconnessa, la fabbrica digitale,
sviluppando il Competence Industry Manufacturing 4.0 e l’Academy con il Politecnico
e l’Università e non dimenticando poi che abbiamo anche avviato con le
Amministrazioni Comunali la sperimentazione in ambito cittadino, per cui a Torino
abbiamo siglato l’accordo di collaborazione con l’Assessorato dei Trasporti, integrando
la mobilità elettrificata con le infrastrutture e gestione della ZTL, la Zona a Traffico
Limitato, che renderà Torino la prima città al mondo in grado di dialogare con auto in
modalità elettrica e mobilità urbana.
Potrei andare avanti, ma direi che ho sforato di gran lunga i miei sei minuti, con gli
investimenti su Skydrive e su Casa 500, sull’E-Village, ma mi preme sottolineare che
questo incontro, questa partecipazione rappresenta la chiara volontà del Management di
Stellantis di continuare l’approccio costruttivo che abbiamo avuto negli ultimi anni con
le Istituzioni, le Parti sociali e gli Enti con l’intenzione di costruire nel Paese e a Torino
un futuro sostenibile per Stellantis e per il Settore Automotive collegato. Non siamo
assolutamente fermi, ma siamo all’attacco con la lista delle cose che ho voluto citare e
ho voluto dilungarmi per mandare un messaggio che siamo tutt’altro che fermi,
tutt’altro che impattati in maniera negativa nel rilancio del futuro come Stellantis.
Il cammino di sostenibilità ovviamente richiede ed esige di lavorare insieme, da un lato
per dimensionare la giusta flessibilità a superare la situazione contingente difficile che
stiamo affrontando e dall’altro per creare le condizioni di sostenibilità e competitività
per il futuro e quindi rimaniamo assolutamente disponibili al dialogo aperto e costante,
augurandomi che il prossimo incontro possa tornare presto ad essere organizzato in
presenza e non in video. Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei. Procediamo con gli interventi, per la Camera di Commercio di Torino,
prende la parola il Vicepresidente Nicola Scarlatelli.

SCARLATELLI Nicola (Vicepresidente Camera di Commercio Torino)
Grazie. Buongiorno, buongiorno a tutti. Porto i saluti del Presidente Dario Gallina e
dell’intera struttura della Camera di Commercio che, voglio dire, rappresenta una
struttura veramente importante e come Camera di Commercio di Torino, da oltre
vent’anni, viene monitorato il Settore con l’Osservatorio sulla componentistica
Automotive italiana, che tra i vari contenuti presenta anche i risultati di un’indagine che
viene condotta attraverso l’universo delle imprese, che rappresenta la filiera
Automotive. Questo rapporto di ricerca viene realizzato congiuntamente dalla Camera
di Commercio di Torino insieme all’ANFIA che è l’Associazione Nazionale della
Filiera e dell’Industria Automobilistica e dal CAMI che è il Dipartimento di
Management dell’Università Ca’ Foscari di Venezia. In questo momento è in corso
l’indagine dell’edizione del 2021, che verrà presentata nel prossimo autunno.
Quest’indagine, nel rispetto del consolidato impianto, che è stato costruito negli anni,
non contiene soltanto l’analisi dei dati che emergono a livello nazionale, ma viene anche
arricchita, tutti gli anni, da approfondimenti dedicati ai Distretti Automotive, quelli
strategici, fra i quali quello piemontese che, nonostante le rapide e complesse
trasformazioni che sta subendo la filiera Automotive - che sono legate ai paradigmi
della nuova mobilità, dalla digitalizzazione e dalle nuove tecnologie dell’Impresa 4.0,
no? - …va ad indagare anche su tutti questi aspetti.
Quest’anno, ovviamente, com’è anche emerso dall’intervento precedente, è stata posta
una particolare attenzione al cambio di scenario che è rappresentato proprio
dall’operazione Stellantis. Questo lavoro di mappatura della filiera autoveicolare è
particolarmente complesso perché il Comparto si evolve rapidamente e i suoi aspetti
sono sempre molto trasversali. Questo… cercherò di dare dei numeri che sono
rappresentati ed emersi dall’indagine. In questo, il Piemonte gioca un ruolo decisamente
importante e di rilievo; su tutti i dati che abbiamo registrato, vediamo che impatta a
livello nazionale, per quanto riguarda sia il fatturato che la presenza di aziende, circa un
terzo di quello che è il Settore a livello nazionale e in questa Regione è presente una
filiera che è particolarmente articolata e che ritroviamo come specificità nel nostro
territorio perché vengono rappresentati tutti i mestieri e questa sicuramente è una forza
del territorio.
Le imprese: una filiera piemontese della componentistica con 736 imprese ed un
fatturato di 18 miliardi e mezzo circa e un numero di addetti che supera i 60 mila che,
anche in questo caso, rappresenta un terzo del livello nazionale, su un fronte di 2.200
imprese di questo Settore e un fatturato di 50 miliardi, con 165 mila addetti. L’84%
delle imprese, in questo comparto, sono presenti nella provincia di Torino, mentre il 5%
in quella di Cuneo. Principalmente, le imprese sono rappresentate da: integratori di
sistemi e fornitori di moduli, che sono ai vertici della catena della fornitura; gli
specialisti puri, che sono i produttori di parte di componenti, con un contenuto di
innovazione tale da costituire un vantaggio competitivo, fra cui si registrano anche gli
specialisti in telematica; ci sono gli specialisti nel motorsport che, partendo dalla
preparazione di autovetture per le competizioni sportive, progettano e realizzano
componenti e forniscono soluzioni, anche per le produzioni di serie e gli specialisti in
aftermarket, che realizzano le parti e i componenti che vendono direttamente sul
mercato tramite la rete distributiva; ci sono poi i subfornitori che producono le parti e i
componenti che sono standardizzati e i subfornitori che sono specializzati nelle
lavorazioni meccaniche. Le attività di engineering e design sono le protagoniste
nell’ideazione e nella progettazione della vettura.
Il cluster piemontese ha una caratterizzazione consolidata, rispetto al resto d’Italia e si
conferma con una più netta presenza di imprese di engineering e design e di sistemisti e
modulisti; al contrario, abbiamo una maggior presenza degli specialisti, come anche gli
specialisti dell’aftermarket e dei subfornitori. In Piemonte nel 2019, al quale fa
riferimento l’indagine, si riscontra quanto già era avvenuto nell’anno precedente, con
una contrazione, appunto rispetto al 2018, più sostenuta del fatturato, circa il 5% in
meno, pur avendo mantenuto una sostanziale stabilità sull’occupazione, che ha
riscontrato un +0,3%.
Nell’ultimo rilievo, nell’ultima edizione, hanno preso parte all’indagine circa 200
imprese in Piemonte, che rappresentano circa il 44% dei rispondenti a livello nazionale
e il 27% delle imprese piemontesi che compongono il Settore Automotive. Si riscontra
che si tratta di imprese di fascia dimensionale medio-piccola: il 53% ha meno di 50
addetti, il 35% occupa fra i 50 e i 250 addetti, ma nell’ultimo anno è cresciuta la quota
di imprese di grandi dimensioni, che è passata dal 7 al 12%.
Nelle relazioni con FCA, che prima ci ha illustrato il Piano, in Piemonte è risultato che
quasi otto imprese su dieci hanno prodotto parte del proprio fatturato nel 2019 con
relazioni legate al Gruppo FCA, mentre cinque anni prima era l’80%; quindi, a distanza
di cinque anni sono scese le imprese che collocano FCA tra i primi tre clienti, passando
dal 54 al 48%.
Nel complesso, i rapporti con FCA… deriva in media il 41% del fatturato di queste
imprese, a fronte di quello che è il 59% delle relazioni commerciali con le altre Case
automobilistiche.
Nelle prospettive future delle relazioni della componentistica con questo costruttore
dipendono in gran parte anche dagli esiti del processo di fusione tra Fiat Chrysler e il
Gruppo PSA. Nonostante le incognite che sono legate a questa operazione, circa il 67%,
il 67,5% delle aziende coinvolte ritiene che può essere un’opportunità, principalmente
per la possibilità di aumentare i volumi di produzione e l’adozione delle nuove
piattaforme comuni, però c’è d’altro canto un certo numero di imprese, un 60%, che
teme che ci sarà uno spostamento del baricentro decisionale e un 25% che ritiene ci sarà
una riduzione dei volumi di fornitura.
Nel 2020 il valore delle esportazioni piemontesi, che è riferito al Settore dei mezzi di
trasporto, ha registrato un decremento del 18%. In particolare, all’interno di questa parte
l’export di parti e accessori per gli autoveicoli e i loro motori ha fatto segnare una
flessione che sfiora il 20%, mentre la caduta delle vendite all’estero di autoveicoli è
stata pari al 13%. Nonostante questa flessione, il Piemonte continua ad essere la prima
Regione italiana per il valore delle esportazioni della componentistica, anche in questo
caso con circa un terzo del totale nazionale.
Nel 2019 dall’Osservatorio della componentistica emerge che il 78% delle imprese
piemontesi aveva dichiarato di esportare; questo dato è di 6 punti percentuali maggiore
rispetto al resto d’Italia; Germania, Francia e Polonia sono i Paesi tra i quali convergono
i maggiori flussi di esportazione dei fornitori piemontesi. Nel 2019, relativamente alle
innovazioni e alle nuove competenze, il 78% dei fornitori ha dichiarato di aver
effettuato attività di innovazione. Emerge una netta prevalenza della ricerca “in house”
che è stata adottata da oltre il 68% dei fornitori e un ricorso ancora estremamente
limitato all’Open Innovation. Nel 2019, di nuovo emerge che, in media - la percentuale
degli anni passati -, l’83% delle imprese piemontesi dichiara di avere personale laureato
al suo interno, mentre il 69% ne destina una parte in ricerca e sviluppo. Un segnale
anche che emerge, che è interessante, è dato dal fatto che circa il 42% delle imprese tra
2017 e il 2019 ha dichiarato di aver partecipato a progetti di sviluppo prodotto, che
utilizzano almeno una tecnologia legata alla nuova mobilità. Fra quanti hanno dichiarato
di aver partecipato ad almeno un progetto di sviluppo sui nuovi trend tecnologici, sette
aziende su dieci hanno dovuto formare internamente i propri addetti, per acquisire le
competenze funzionali alla loro partecipazione; questo poi ci verrà sicuramente
illustrato, su quelle che possono essere le strategie di formazione delle nuove
competenze necessarie allo sviluppo e alla crescita del comparto.
I primi dati del 2020, come già è stato premesso… è in corso la raccolta dei dati per
l’Osservatorio della componentistica, che ci consentiranno di fotografare la filiera di
riferimento al 2020.
L’indagine sull’andamento della produzione industriale piemontese, che è condotta
dalla Camera di Commercio e da Unioncamere Piemonte, consegna per il 2020,
nell’insieme, l’immagine di una filiera in difficoltà, ma con una ripresa che si è
verificata a fine anno. La produzione industriale di parte di componenti ha subito
nell’anno passato una contrazione media annua dell’8% con un andamento negativo nel
primo e nel secondo trimestre, dato anche dalle cause contingenti, però da un
incoraggiante segno positivo nell’ultimo trimestre.
Noi ci auguriamo che anche quest’anno questa… di una difficile congiuntura,
l’Osservatorio della componentistica Automotive italiana possa essere utile al lavoro di
tutti gli stakeholder della filiera e in particolare ai decision maker, che sono la parte in
causa per costruire l’avvenire.
Mi unisco all’augurio dell’Assessore Marrone nel dichiarare che quanto abbiamo
ricevuto da questo territorio e da questa città a noi tutti ci consentirà e ci stimolerà per
consentire stesse opportunità e magari anche migliori ai giovani che dovranno affrontare
la loro vita lavorativa in questo territorio che ha tanto da dire e tanto da dare. Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei. Procediamo adesso con gli interventi. Per il Politecnico di Torino, prende
la parola il Magnifico Rettore, il professor Guido Saracco. Prego.

SARACCO Guido (Rettore Politecnico di Torino)
Grazie. Grazie per l’invito. Un saluto ai Consiglieri e a tutti gli invitati. Perché il
Politecnico, insieme all’Università, condividendo con l’Università di Torino molta
progettualità per il territorio, può essere utile in questo ambito? Innanzitutto, perché sta
cambiando profondamente sposando l’ottica dell’impatto sociale come suo primo
obiettivo. Noi ci siamo resi conto che continuare a formare Ingegneri, Architetti come
veniva fatto per centocinquant’anni non era più sufficiente, che i nostri Ingegneri
finivano in multinazionali e che quindi lasciavano il territorio per andare ad assistere
impianti produttivi in giro per il mondo collocati altrove proprio per questioni di costo,
che non permeavano il tessuto delle piccole e medie imprese che in realtà è una parte
importantissima della nostra manifattura, manifattura che ha bisogno di crescere, di
digitalizzarsi, di innovare insomma e quindi ci siamo posti come obiettivo di diventare
da un’Università chiusa un po’ in se stessa che produceva un certo tipo standard di alta
qualità di laureato, in un’Università che co-progetta con i principali attori sociali,
formazione, ricerca e innovazione, per riuscire a incidere chiamiamola un’ottica
olivettiana, un’ottica (incomprensibile), cioè cercare di portare a crescere la società in
cui si lavora, in prima battuta l’intero Paese Italia che ci finanzia per grande parte.
Allora, un’Università, un Ente Pubblico come un’Università può diventare anche
veicolo di soldi pubblici, spesi in modo etico, di cui possono beneficiare, secondo
regole del gioco ben chiare, e in larga parte determinate da regolamenti europei, tutti i
comparti produttivi e gli attori della società intera. Allora, nell’ambito dell’autoveicolo,
abbiamo sicuramente due grandi interlocutori: uno è Stellantis, questo è indubbio. Io
incontrerò entro breve - e mi sto preparando molto attentamente a quell’incontro - il
CEO Europa, che è un francese si chiama Picat, e il Presidente Elkann che ho già
incontrato più volte nel recente passato, per progettare il nuovo accordo. Noi da
6 trienni rinnoviamo un accordo con FCA, partì con Marchionne questo tipo di
impostazione per la formazione e la ricerca e alcuni servizi di innovazione che facciamo
insieme. È fondamentale riuscire a fare tutto quello che possiamo per radicare qua
ancora di più, se possibile, il Gruppo Stellantis, ma è sempre più difficile perché un
Gruppo che è diventato così trasversalmente internazionale, toccando il punto di forza
di FCA gli Stati Uniti, l’Europa e aggredendo il mercato cinese, va a trovare supporto in
quelle dimensioni un po’ dove conviene e dove si hanno le migliori competenze. Allora,
una delle forze del Politecnico in questo è un corso di Ingegneria dell’Autoveicolo in
inglese, che è molto attrattivo anche di studi internazionali, che viene ad essere
riprogettato periodicamente proprio con gli stakeholder di riferimento, in particolare
FCA, questa è una cosa importante. Ma anche qui competiamo e anche qui, adesso un
termine molto usato in ambito Peugeot, e quindi Stellantis adesso, è il termine
“frugalità”, sappiate che anche mantenere un gruppo di Ingegneri cioè una testa pensate
qua forte va in competizione con realtà come il Marocco dove si pagano molto di meno
gli stessi Ingegneri. È chiaro che la competizione, parlava prima Davide Mele della
sinergia che si riesce a fare su tanti versanti con Peugeot per riuscire ad abbattere i costi,
gioca un ruolo anche in quell’ambito, non bisogna dar nulla per scontato insomma.
La seconda dimensione di formazione è il Competence Center, importante, dedicato alla
Manifattura 4.0, ma attenzione che Peugeot ha dei sistemi di produzione meno, diciamo
così, informatizzati, uno dei vanti di FCA era il World Class Manufacturing, un sistema
di produzione estremamente avanzato. In termini di frugalità, questo è messo in
discussione e dobbiamo essere anche su questo ben presenti. So che Stellantis ha
visitato il Competence Center, che è veramente fantastico, invito i Consiglieri a fare un
salto, quanto potessero, molto, molto efficace, raccorda 25 imprese e andrà a crescere e
riguarda la Manifattura 4.0. Poi c’è una proposta regionale, che mi auguro atterri prima,
che aveva proposto l’Assessore Chiorino, di creare di un’Automotive Academy, che è la
stessa cosa. Cosa fa il Competence Center? Fa l’upskilling e il reskilling, cioè dà
pacchetti formativi a coloro che hanno perso un lavoro e che devono riqualificarsi o a
chi è all’interno di un’impresa e deve guadagnare competenze digitali, perché questo
ormai sta stravolgendo un po’ il modo di produrre, il modo di vivere peraltro. E poi c’è
la formazione professionalizzate: abbiamo lanciato una Laurea in Manifattura
Industriale Avanzata, come Politecnico di Torino, e stiamo facendo un’alleanza, anche
qui abbiamo fatto un sistema piemontese di alleanza tra l’Università e le Fondazioni
ITS, e proprio a Mirafiori, dove abbiamo ottenuto il via libera dal Ministero per
acquistare i terreni per creare quella cittadella dedicata alla manifattura avanzata e
all’autoveicolo, andremo a collegare in sinergia la nostra Laurea professionalizzante
insieme alla Fondazione ITS, insieme a quella di Mobilità Sostenibile Aerospazio e
Meccatronica che è qui a Torino come probabilmente sapete nell’Istituto Camerana, qui
vicino al Politecnico. Allora, possiamo in un fazzoletto di terra, che sarà a Mirafiori,
offrire tutto questo e guardate che la formazione è fondamentale oggi, bisogna imparare
continuativamente, ma il fatto che noi la si co-progetti con le imprese può essere uno dei
forti elementi di attrazione e di impresa di questo territorio e ce ne sarà la possibilità
intorno. Per costruire abbiamo ricevuto fondi dalla Regione Piemonte, di Chiamparino,
confermati da Cirio, del Governo italiano attraverso il MISE di Patuanelli e adesso si sta
declinando una ventina di milioni per un Centro Innovazione Autoveicolo che, anche
con il Competence Center, stiamo progettando nei suoi contenuti con flessibilità, perché
ce lo devono dire gli attori del territorio, tutta la marea, possiamo dire così, di
componentisti a cui alludeva Scarlatelli e il Gruppo Stellantis. Non possiamo fare
neanche quello in cui siamo forti noi a prescindere; se dovessimo dedicarsi alle batterie
al litio, a sviluppare quel tipo di concetto, e abbiamo fior di ricercatori, non saremmo
funzionali, perché per esempio Stellantis ha questo tipo di ricerca da tempo a Saclay,
vicino a Parigi, ormai c’è una linea produttiva di quel tipo e quindi noi possiamo al
limite, sì, come abbiamo fatto, agevolare l’atterraggio di Italvolt, con tecnologie che non
sono proprietarie, ma potremmo assisterli e questo abbiamo fatto. Noi siamo al servizio
di questa attrazione di imprese sul territorio, e nella ricerca quel Centro Innovazione
Autoveicolo per cui è arrivato un finanziamento dal Governo, lo stiamo declinando e
sarà fondamentale anche per questo l’incontro che avrò con i vertici di Stellantis, in
funzione di quello che serve per radicare imprese e radicare, in ultima analisi, il lavoro
su questo territorio. E a fianco di questo c’è poi l’operazione “Torino area di crisi
complessa”, che convoglierà 50 milioni di euro ulteriori sulle piccole e medie imprese, e
c’è questa nascita di questi Istituti di ricerca nazionale, l’Intelligenza Artificiale
sicuramente ha un ruolo importantissimo sulla mobilità sostenibile, che sarà uno, mi
immagino, degli assi portanti di quest’Istituto, ma esistono anche iniziative di cui
abbiamo tutte le caratteristiche per ambire e avere almeno un nodo a Torino sulla
mobilità sostenibile nell’ambito della ricerca. Per quanto riguarda poi le Startup,
l’innovazione e quel mondo così importante, io parlo spesso di acquario in cui ci sono i
grandi, diciamo, i driver industriali, poi ci sono le piccole e medio imprese, i Tier 1,
eccetera, eccetera e poi ci sono le Startup, è bene che questo sia tutto insieme, noi
abbiamo intenzione di distribuire il nostro incubatore in queste aree di sviluppo, di
imprese, di attrazione di imprese che sono Mirafiori per il tema di oggi, corso Marche
per l’aerospazio, l’Environment Park per l’economia circolare e la transizione ecologica
e così sicuramente farà la stessa Università nelle aree di Grugliasco, nel Parco della
Salute per quanto di sua competenza. Insomma, siamo qui per dare impatto al nostro
Paese e al nostro territorio, siamo come diceva Davide Mele, anche noi quindi
all’attacco. Ci tengo molto a dire che colloquierò per preparare l’incontro con Stellantis
che sicuramente è un riferimento con le associazioni imprenditoriali che sono qui
presenti, ma anche, vedo che c’è ANFIA che è davvero importante, tutto il mondo dei
componentisti si sta riprogettando in funzione dell’elettrico da un certo punto di vista,
dell’idrogeno da altri punti di vista, bene siamo molto forti e sul pezzo, su queste
tematiche, faremo sicuramente la nostra parte, devo dire, vedo crescente piacere dei
miei colleghi nel declinarsi a questa missione e l’impatto sociale dell’Università, credo
che sia veramente importante quello che può fare il Politecnico insieme all’Università di
Torino per questo territorio perseguendo questa strada. Io chiudo qui, rimango a
disposizione di chiunque per chiarimenti e spero di non aver sforato, nel caso mi scuso.
Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei. Non si preoccupi. L’importante è l’intervento di tutti. Procediamo adesso
con l’intervento per l’Università di Torino e prende la parola il Professore Guido
Boella, prego.

BOELLA Guido (Direttore del Dipartimento di Informatica)
Buongiorno a tutti. Sono qui in quanto seguo i rapporti con le aziende per il Rettore
Geuna. Ringrazio il Consiglio Comunale per l’invito e per l’opportunità di discutere
tutti assieme di un tema centrale per lo sviluppo di Torino, in un momento di forte
trasformazione nel Settore Automotive e di conseguenza incertezza e in cui si stanno,
però, aprendo opportunità di innovazione e ricordi numeri: 65.000 lavoratori nella
filiera, 15.000 nei così detti costruttori nell’area Metropolitana. Da un lato si è nel
mezzo di una trasformazione del mondo Automotive con l’imminente arrivo della
mobilità elettrica, ma non ancora certo quale tecnologia prevarrà dove, batterie o
idrogeno, non è ancora del tutto certo quale sia l’impatto ecologico di queste tecnologie,
in termini materiali per costruirle o delle fonti energetiche per la ricarica delle batterie o
la produzione di idrogeno, non è chiaro anche se questa rivoluzione possa coinvolgere
tutti i veicoli o verranno prima per alcune categorie di mezzi come la logistica
dell’ultimo miglio, resa più importante dall’aumento delle vendite online a causa della
pandemia, non è chiaro quali possono essere le corrette politiche di incentivazione la
parte dei Governi e come andranno compensato i mancati introiti sulle tasse dei
carburanti. Inoltre, l’elettrificazione porterà con sé probabilmente automobili più
semplici dal lato meccanico e forse con una progettazione più centralizzata fatta da
pochi gruppi Automotive, ma saranno certamente più digitalizzate, saranno sempre più
dei computer con le ruote e sempre più importante sarà il ruolo dei servizi digitali per la
mobilità basati sui dati raccolti dall’uso mobile, digitali e sensori sulle strade, fino al
possibile arrivo delle self-driving car guidate dall’intelligenza artificiale anche se i
tempi si stanno rivelando più lunghi del previsto per il loro arrivo, è quindi necessario
anche un’evoluzione delle competenze non solo per la produzione, ma anche per la
progettazione delle future automobili elettriche e di nuove competenze digitali. Ricordo
che i tre Atenei laureano 1 migliaio di esperti ai sit-in ogni anno che sono un asset
importante per il territorio. Dall’altro lato abbiamo assistito alla nascita di Stellantis e
bisogna ancora capire quale sarà il ruolo della sede di Torino nel gruppo e quale il
rapporto con i fornitori piemontesi, anche se la filiera Automotive può contare su una
supply chain locale forte come logistica corta sugli stabilimenti italiani, e molti fornitori
come si è detto sono già orientati in prevalenza anche verso altri gruppi. Molte iniziative
si stanno avviando a Torino nella direzione dell’innovazione nel Settore Automotive
con il supporto di Regione Piemonte, Comune, anche (incomprensibile) del Governo.
Queste iniziative, che vedono coinvolte i due Atenei, possono rafforzare le aziende del
territorio e attirarne delle nuove, dal Competence Center CIM 4.0 di cui parlava il
Rettore Saracco, di cui sono Vicepresidente ora pienamente operativo, al centro
nazionale per la ricerca, l’innovazione, il trasferimento tecnologico nel campo della
mobilità e dell’Automotive del Decreto Rilancio di giugno 2020 ormai prossimo al
finanziamento di 20 milioni di euro su cui è necessario però, che le istituzioni del
territorio si assicurino che non solo vada avanti velocemente, ma che sia data continuità
e che possa soprattutto diventare, davvero, un centro di riferimento a livello nazionale e
si possa raccordare con iniziative europee, come l’IPCEI cioè le strategic value chains
fra cui, appunto, i connected, clean and autonomous vehicles e ricordo analoga
iniziativa IPCEI sulle batterie, altre opportunità per il territorio. Ci sarà presto anche il
manufatto in Technology Center finanziato da Regione e ulteriori possibilità sono
offerte dal Recovery Fund a cui si deve cercare di partecipare almeno come nodi, quali
centri su idrogeno e mobilità sostenibile, ma soprattutto l’Istituto Italiano di Intelligenza
Artificiale destinato a Torino necessario sul supporto anche per la trasformazione
digitale della mobilità. Stanno arrivando i primi 50 milioni dell’Area di Crisi Complessa
per le PMI, ci saranno nuovi fondi per la formazione professionalizzante, questi
strumenti andranno ad affiancarsi alle competenze già presenti sul territorio dagli atenei
e gli enti di ricerca e di formazione per portare innovazione alle imprese, innovazione di
cui le imprese hanno sempre più bisogno. Analogamente al Politecnico come ha
ricordato il dottor Saracco, anche l’Università di Torino si è preparata da tempo a
contribuire al trasferimento tecnologico con l’apertura dello sportello per i rapporti con
le aziende, con la costruzione di laboratori congiunti con aziende come la
multinazionale dei freni ITT, con iniziative didattiche come la nuova Laurea online su
Management Digitale, il Master in AI, con l’alto apprendistato finanziato Regione
Piemonte per inserire i giovani nelle imprese ancora durante i loro studi universitari. Ci
sono, quindi, le premesse per un rafforzamento del Settore Automotive nell’area
torinese e per la salvaguardia dei posti di lavoro e/o sperabilmente la creazione anche di
nuovi, ma non possiamo neanche nasconderci i possibili rischi per prevenire possibili
rischi per la massima coesione di tutti gli attori, dalla lunga campagna elettorale che ci
attende, i tempi incerti dei finanziamenti nazionali, la nascita di tante entità diverse con
scopi parzialmente sovrapposti che dovranno coordinarsi, le divergenti esigenze fra
riqualificazione urbanistica della Città e i tempi rapidi richiesti da un mondo della
produzione sempre in più rapida evoluzione. Sono, quindi necessarie politiche del
territorio non solo in termini di strumenti politico-finanziari, ma anche relazionali per
attirare Industrie Automotive, per avere la presenza anche di capo filiere e OEM e non
solo fornitori, componentistica, è necessario sollecitare il Governo a fare politica
industriale per il rilancio per la produzione, è necessario aumentare l’attrattività del
territorio, ma noi partiamo da posizioni di vantaggio rispetto ad altri territori per gli
asset che abbiamo che, però, a volte altri territori hanno rivelato una maggiore coesione
e capacità di brandizzare bene asset pur minori dei nostri. Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei. Procediamo adesso con gli interventi; per l’Ordine dei Dottori
Commercialisti ed Esperti Contabili, prende la parola il dottor Davide Barberis, prego.

BARBERIS Davide (Commercialista ed Esperto Contabile)
Buongiorno. Porto i saluti del nostro Consiglio dell’Ordine e a tutti i Consiglieri e fra
questi al Consigliere Raffaele Petrarulo che è anche membro del nostro Consiglio e
funge da collegamento per comprendere quelle che sono le istanze di questi momenti di
approfondimento e di guardo strategico e a tutti gli invitati. Condividiamo il metodo di
Engagement che ci vede coinvolti e ci fa pensare al futuro di Torino alla luce di questa
tematica sull’Automotive e lo spirito di tutela per la nostra Città, per la nostra
collettività e la collettività di tutti i lavoratori. L’Automotive, come diceva l’Assessore
Marrone, rappresenta il passato, il presente e il futuro, uno dei futuri di questa
collettività, occorre però avere assolutamente attenzione alle logiche di mercato che
introducono dimensioni di reingegnerizzazione e di efficientamento con riferimento agli
stabilimenti e quindi obiettivo dell’Ordine è quello di fare rete sulle tematiche
amministrative che appartengono alla nostra professione per far sì che si possa
ottimizzare e che si possa gestire al meglio questa tematica con l’impegno di tutte le
istituzioni che vogliono condividere e per far questo alcune considerazioni, innanzitutto
c’è la necessità di un’azione integrata a livello nazionale, come si diceva con, magari,
l’intervento della Cassa Depositi e Prestiti per essere in linea con quanto fanno le nostre,
i nostri Competitor internazionali, una gestione strategica, gli Enti Locali progettano e
guardano al futuro attraverso i loro piani strategici, la Città Metropolitana ha elaborato il
proprio piano strategico che analizza quello che è il comparto e il contesto cittadino
della Città Metropolitana, occorre inserire in questi documenti anche uno sguardo a ciò
che è l’Automotive per far sì che questo sia un punto nevralgico della dimensione
strategica della Città e sia in consonanza con quelli che sono i piani industriali che
guidano l’evoluzione dei produttori e degli appartenenti a tutto il comparto, occorre
investire anche su l’esistente e quindi non dimenticarci del comparto industriale, delle
Società di Ingegneria, del Design Industriale, della componentistica e di quel comparto
professionale che sta vicino a queste realtà. Occorre guardare la ricerca anche nella
logica delle fonti rinnovabili, in particolare l’idrogeno, ma anche dal punto di vista
dell’amministrazione e della sostenibilità. Siamo passati da un mondo di ieri che
guardava al profitto a mondo di domani che guarderà alla sostenibilità, investimenti
ambientali, sociali e di governance, una governance che deve essere innovata, che deve
saper guardare al futuro, che deve redigere dei documenti di pianificazione e attraverso
questi documenti di pianificazione saper orientare le scelte del Management e degli
Amministratori. Occorre ripensare alla fiscalità, la fiscalità deve riguardare la
dimensione dell’impresa, del capitale e del rischio perché oggi in questo momento
mutato abbiamo vissuto due crisi epocali dall’inizio dell’anno, dall’inizio del secolo e
queste crisi ci hanno insegnato che fare impresa vuol dire investire i capitali in un
ambiente di forte rischio, la fiscalità deve avere contezza di queste dimensioni, deve
rivedere il concetto del dire che in un’imposta che deve essere vista in una logica
pluriennale (audio disturbato) dell’impresa, quindi nella logica che gli obiettivi
dell’Ordine chiediamo di fare imprese e condividere i centri studi, di dialogare, come
stiamo facendo, fra le Istituzioni, mettendo a disposizione le competenze per guardare a
un futuro sostenibile anche con Stellantis. Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei. Procediamo con l’Ordine degli Avvocati di Torino e prende la parola
l’avvocato Davide Richetta, prego.

RICHETTA Davide (Avvocato)
Buongiorno, egregio Signor Presidente del Consiglio Comunale, illustrissima Signora
Sindaca, egregi Consiglieri presenti. Innanzitutto, ringrazio per aver coinvolto in questo
Consiglio Comunale aperto l’Ordine degli Avvocati di Torino, di cui vi porto i saluti, in
particolare quelli della Presidente, Avvocato Simona Grabbi. Ma non mette neppure il
caso di ricordare quanto il Settore dell’Automotive sia strategico per la nostra Città
essendo il nome di Torino indissolubilmente legato all’industria dell’auto, molto tempo,
molte energie pluriennali e soprattutto profuse dalle istituzioni civiche, sono state
impiegate per dimostrare al mondo che Torino era anche auto non solo auto, quindi
questo ci dimostra come il Settore Auto sia connaturato fondamentalmente con la storia
degli ultimi, almeno 100 anni. Ora questo Settore sta subendo una trasformazione,
diciamo, ulteriore, ennesima e le Istituzioni non possono certamente ignorare questa
ulteriore trasformazione, non possono farlo perché essa porterà con sé inevitabilmente,
in ogni modo venga declinata, importanti ripercussioni sul tessuto sociale, sul tessuto
economico, sul tessuto urbanistico della nostra bella e permettete, anche amata Città.
Ora le decisioni operative, ovviamente, competono ad altri non all’istituzione che oggi
rappresento di fronte a voi, però posso affermare che nell’ambito di questo processo di
trasformazione che si presenta ulteriormente nel Settore dell’Auto, il Foro torinese è
pronto a svolgere la propria parte e l’obiettivo è sempre il solito: la tutela dei diritti, sia
processuali, sia extra-processuali di tutte le parti sociali e private che vengono coinvolte,
questo sia nell’ambito del contenzioso giudiziario, sia con i nuovi strumenti di
Alternative Dispute Resolution, cioè il cosiddetto ADR, le modalità alternative
risoluzione di controversie molto importanti perché possono ridurre o contribuire a
ridurre i tempi della giustizia sia con l’attività di consulenza giuridica extragiudiziaria.
Il Consiglio dell’Ordine di Torino che cosa fa? Cerca, anzi è sul pezzo, cerca di tenersi
il più possibile vicino alle nuove tendenze, quindi alle nuove trasformazioni, ad
esempio, il Consiglio si è dotato di una apposita Commissione per l’Intelligenza
Artificiale, al fine di contribuire a formare professionisti esperti nella materia, pronti ad
affrontare la sfida, soprattutto quella dell’Istituto Italiano per l’Intelligenza Artificiale
che è stata assegnata dal Governo proprio a Torino. A tal proposito vista la sede in cui
ci troviamo, il Consiglio dell’Ordine auspica che tutte le istituzioni torinesi difendano
questa assegnazione, questo istituto a Torino, da sirene e da rumors che la vorrebbero
insidiata da altre Città, sicuramente meno pronte e meno adeguate della nostra, ma
d’altronde il Consiglio dell’Ordine di Torino ha una lunga tradizione di messa in campo
delle migliori risorse disponibili in favore della collettività tutta, in generale, ma
torinese in particolare, lasciatemi oggi un brevissimo accenno, perché oggi è
l’anniversario, il 44° anniversario, era il 1977, del sacrificio dell’Avvocato Fulvio
Croce, allora Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Torino che venne
barbaramente ucciso il 28 tutto aprile di 44 anni fa dalle Brigate Rosse, per aver svolto
in maniera integerrima il proprio ruolo e affinché si affermasse la supremazia dello
Stato sulla violenza, è un ricordo che volevo portarvi per dirvi che la tradizione del
Consiglio di impegno, del Consiglio dell’Ordine di Torino parte da allora e prosegue
ancora oggi. Concludo questo mio breve intervento, ricordandovi che il Consiglio
dell’Ordine degli Avvocati di Torino rappresenta a tutte le istituzioni e a tutti i cittadini
la propria disponibilità a mettere a disposizione di coloro che lo richiederanno le proprie
professionalità anche affinché questo ulteriore trasformazione della Città, a cui non
potremo partecipare sotto il profilo decisionale, tuttavia, questo ulteriore trasformazione
della Città si svolga sempre secondo giustizia e con rispetto di tutti i protagonisti della
trasformazione stessa. Vi ringrazio per avermi ascoltato.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei. Procediamo ora col dare la parola all’Economista Andrea Roventini,
Professore ordinario presso la Scuola Superiore Sant’Anna, prego.

ROVENTINI Andrea (Economista)
Buongiorno a tutti. Grazie dell’invito. Io intervengo in quanto Economista,
macroeconomista che ha studiato anche politiche industriali e politiche per
l’innovazione. Ora, io seguendo tutta la vicenda che ha portato alla creazione di
Stellantis, per cui fondamentalmente PSA ha acquisito FCA, del resto, ne parla così
anche il Financial Times e il Sole 24 Ore. Io sono un po’ preoccupato, in primis come
cittadino italiano, ma forse lo sarei anche se fossi un cittadino torinese perché si
scontano fondamentalmente una serie di errori che vengono da lontano, cioè nel 2017
Marchionne dichiarava ad esempio, che l’auto elettrica non era la soluzione per il futuro
e lì si sono accumulati una serie di ritardi che hanno portato poi a quello che sta
succedendo adesso, questo unito al fatto che si è completamente rinunciato a sviluppare
determinati prodotti che una volta erano il fiore all’occhiello della FIAT, faccio un
esempio, la Punto sono anni che non viene rinnovata e negli ultimi test di sicurezza ha 0
stelle mentre le altre autovetture sono migliorate, appunto, perché non è stata giornata.
Quindi diciamo siamo in queste situazione in cui il mondo è cambiato perché dopo la
Conferenza COP 21 di Parigi si sono dati obiettivi di andare a 0 emissioni entro il 2050,
questo è l’obiettivo dell’Unione Europea, i vari Paesi europei stanno mettendo al bando
i motori a scoppio, per esempio, sarà illegale vendere motore a scoppio in Germania dal
2030 in poi e in questo secondo me FCA si è trovata in difficoltà e ha accumulato molti
ritardi, per cui ha dovuto trovare un partner per colmare il grosso gap nell’elettrico, da
qui viene questa acquisizione. Questa acquisizione ha dato dei vantaggi innegabili a
Exor perché ha comportato un maxi dividendo di 2,9 miliardi di euro e poi ha portato
anche dei vantaggi innegabili a PSA perché tramite questa acquisizione PSA può
accedere al mercato americano. Perché parlo di acquisizione o perché ne discutono in
questi termini, per esempio, il Sole 24 Ore, ma anche il Financial Times? Beh, perché se
uno va a vedere il CdA, è vero che PSA e FCA eleggono 5 membri ciascuno, ma
l’Amministratore Tavares è di nomina di PSA, poi i soci del blocco PSA nel 19%
contro il 14,4 di Exor e poi appunto, questo dividendo può essere visto come un
(incomprensibile) per l’acquisizione e un’altra cosa che dovrebbe farci preoccupare,
come è stato già sottolineato anche prima, è il fa fatto che lo Stato francese abbia il
6,2% di questa nuova società, mentre lo Stato italiano abbia 0. Quindi perché questa
situazione può essere una minaccia per il nostro Paese o per il nostro sviluppo
industriale? Perché dato i ritardi di FCA nel Settore elettrico, tutte le nuove piattaforme
che verranno sviluppate nei prossimi anni saranno piattaforme su base PSA e quindi
mobiliteranno tutto l’indotto ad esempio, della subfornitura collegati più a PSA che a
FCA, inoltre, nella situazione attuale per esempio, FCA aveva dei centri grossi a Torino
e a Detroit, il nuovo colosso Stellantis per adesso avrà dei centri a Parigi, a Torino e a
Detroit, però… oltre che in Germania, però è molto prevedibile che magari in un futuro
venga depotenziata e venga ridotto il ruolo di Torino a favore di Parigi. Si parlava prima
di batterie, verranno create 2 Gigafactory per le batterie, queste saranno ad esempio in
Francia e in Germania, non c’è nessun piano per l’Italia, quindi insomma, ci sono delle
grosse, dei grossi rischi, delle grosse minacce per l’occupazione, per la rete di
subfornitura e in questa situazione denoto, purtroppo, che lo Stato italiano è il grande
assente, quindi come al solito, come negli ultimi decenni lo Stato italiano fa politiche
industriali negative, cioè precludendo lo sviluppo della nostra industria e anzi
permettendo che questa industria sia messa a rischio e oltretutto lo Stato italiano poteva
agire in passato perché ha fornito una garanzia di 6,3 miliardi di euro per un prestito a
FCA Italia e ha dato di fatto degli aiuti completamente non condizionati, senza garanzie.
Ora, secondo Giavazzi che ne scriveva sul Corriere della Sera, non ha avuto molto senso
questo intervento da parte lo Stato italiano per un semplice motivo, se FCA Italia aveva
dei problemi di liquidità, allora il prestito poteva provenire dalla società capofila che ha
sede tra l’Inghilterra e l’Olanda, quindi non c’era bisogno di interventi dello Stato
italiano, viceversa se invece FCA Italia aveva un problema di solvibilità, allora a quel
punto lo Stato avrebbe dovuto entrare come azionista, sarebbe costato di più, ma almeno
avrebbe bilanciato lo Stato francese e avrebbe potuto dare un indirizzo, un impulso di
politica industriale concertata con quella dello Stato francese. D’altra parte se uno va a
vedere la storia, quando Obama ha salvato Chrysler favorendo il matrimonio con FCA,
aveva messo in campo degli aiuti condizionati, aiuti condizionati allo sviluppo
industriale e tecnologico dell’auto verde, quindi siamo in una situazione, secondo me,
molto pericolosa, siamo ancora in tempo, ma io penso che lo Stato italiano debba avere
un ruolo fondamentale in questa fase e entrare in questa società o direttamente o ad
esempio attraverso la Cassa Depositi e Prestiti per evitare un disastro che sembra già
scritto sulla carta. Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei. Procediamo adesso per ANFIA (Associazione Nazionale Filiera Industria
Automobilistica), prende la parola il Direttore Generale Gianmarco Giorda, prego.

GIORDA Gianmarco (Direttore Generale ANFIA)
Sì, buongiorno a tutti. Buongiorno Presidente, buongiorno a tutti i presenti per l’invito.
Io cercherò in sei minuti di toccare tre temi, una breve overview del Settore Automotive
in Italia, poi cercherò di raccontare brevemente quello che ANFIA sta facendo a livello
istituzionale col Governo centrale per portare avanti tutta una serie di proposte e di
misura per mantenere competitivo il nostro Settore e poi in ultima parte cercherò di dire
due parole anche sul nostro ruolo di animazione anche locale per quanto riguarda,
appunto, il Settore Automotive. Noi rappresentiamo, per chi non lo sapesse, tutta la
(incomprensibile) legata al Settore dell’Auto, per cui dai designer, ai componentisti e ai
produttori di veicoli, per cui tutta la catena dei lavoratori, appunto, collegati al
comparto. Velocemente, il 2020 e anche i primi mesi del 2021 rappresentano una sorta
di tempesta perfetta per il nostro Settore perché la pandemia ha provocato lo scorso
anno in Italia un calo del 26% dell’immatricolazione in tutti i comparti autovetture,
commerciali leggeri e autocarri e una riduzione del 15% della produzione dei veicoli e
questo è un dato, ovviamente, preoccupante anche per la filiera della componentistica
che ha ancora una presenza significativa, ovviamente, in Italia benché negli anni, è stato
detto prima, ha saputo internazionalizzarsi e anche cogliere delle opportunità all’estero,
magari, investendo in Paesi dove la domanda, appunto, cresce più velocemente rispetto
all’Europa. Un altro tema del 2020 è il calo del fatturato della componentistica. Noi
abbiamo fatto una survey qualche mese fa e più o meno la componentistica italiana ha
perso tra il 15 e il 20% del proprio fatturato, però ci sono tanti altri, purtroppo, fattori
che fanno sì che il Settore a livello italiano, ma in generale europeo, sia in crisi,
innanzitutto lo shortage di semiconduttori, già stato citato prima, che provocato la
chiusura di molte fabbriche, sia di componentisti che dei produttori di veicoli, un tema
anche di sfide normative che l’Europa sta imponendo al Settore, mi riferisco per
esempio, ai target molto ambiziosi, riduzione CO2 al 2025-2030 che in queste settimane
potranno essere rivisti all’insù, per cui saranno ancora più sfidanti, appunto, per la
nostra industria, passando per esempio, per tutte le regolamentazioni che riguarda la
sicurezza del veicolo e in queste settimane è anche in discussione il primo draft di
proposta dell’Euro 7 e l’euro settimo per i veicoli industriali che pone tutta una serie di
minacce anche per quanto riguarda il Settore sulla tenuta dei prossimi anni del motore
endotermico, per cui stiamo lavorando, appunto, anche con l’associazione in Europa per
cercare di portare avanti una posizione, appunto, che faccia sì che l’industria possa
continuare anche nei prossimi anni a investire non solo, appunto, sull’elettrificazione,
ma anche su altre motorizzazioni che hanno un impatto tra l’altro anche significativo
sulle riduzioni della CO2. Un altro tema importante di questi mesi è l’incremento del
costo delle materie prime, mi riferisco all’acciaio, alle materie plastiche e anche il
ritardo poi del lead time di consegna, appunto, di queste materie che stanno impattando
in maniera significativa sulla nostra industria, per cui un panorama, direi, a tinte fosche
in cui, però è necessario ovviamente avere un sano ottimismo e cercare di guardare
chiaramente il futuro facendo, però, tutta una serie di interventi e noi stiamo lavorando,
appunto, in questo senso con strumenti e misure che, appunto, siano in grado di incidere
in maniera profonda sulla competitività, sulla tenuta anche del nostro Settore. Noi
abbiamo fondamentalmente portato avanti una proposta di breve termine che vorremmo
che fosse già inserita nel Decreto Sostegni 2, cioè il prolungamento degli incentivi
anche nella fascia CO2 61-135 che hanno portato un grande beneficio nei mesi scorsi
sia in termini ambientali perché hanno ridotto di una cinquantina di milioni di tonnellate
di CO2 solamente nei primi tre mesi dell’anno, appunto, l’emissione di questo
climalterante e hanno portato tra l’altro anche un buon apporto a livello erariale. Noi
siamo convinti che i fondi, che sono esauriti qualche settimana fa, siano da rifinanziare
perché in un periodo così complicato, così difficile questa misura può essere un ponte,
può essere anche un supporto, appunto, alla ripresa del Settore sia, ovviamente, nel
mercato, ma anche il settore produttivo. Un altro tema fondamentale riguarda il set di
proposte, invece, un po’ più di tipo strategico a medio-lungo termine che stiamo
portando avanti col Governo, proposte che in parte sono state inserite nel PNRR,
ovviamente, non ho la possibilità oggi di andare nel dettaglio, ma mi piacerebbe
comunque, perlomeno enunciarle e condividerle con voi. Il primo aspetto, ricerca e
sviluppo, fondamentale che questo Paese si doti di strumenti, di ricerca e sviluppo che
sono molto più efficaci, sia a livello di intensità degli strumenti, sia a livello anche di
semplicità dei meccanismi di funzionamento e soprattutto è importante che questi
strumenti, ad esempio, credo l’imposta sulla ricerca di sviluppo, siano anche, diciamo,
strumenti impattanti sulle medie e grandi aziende perché sempre più la dimensione sta
diventando un fattore cruciale anche di competitività nel nostro Settore ed è importante
che il set di strumenti a disposizione sia anche, appunto, fruibile da parte di medio o
grandi aziende italiane o anche multinazionali che fanno delle attività di ricerca sul
territorio. Altro asse fondamentale sulla ricerca e sviluppo è già stato citato da qualcun
altro, un Governo italiano e in parte l’ha fatto nel PNRR, si deve dotare di un budget
importante paragonabile anche a quello che fanno, diciamo, i principali competitors
nostri a livello di Paese sull’IPCEI, sui grandi progetti europei sia sulle batterie, ma
anche sull’idrogeno, sulla microelettronica, sull’autonomous driving, diciamo, su tutti
quelli che sono poi i fattori anche abilitanti del futuro per una mobilità sostenibile nei
prossimi anni. Un altro aspetto fondamentale, secondo noi, è lavorare per cercare di
trovare degli strumenti veramente efficaci per reindustrializzare la nostra filiera
dell’auto, sia… soprattutto per la componentistica italiana, mi riferisco a strumenti che
siano anche fruibili nelle aree non di convergenza, per cui in questo caso in Piemonte,
per quelle aziende medio-grandi italiane e multinazionali che vogliono iniziare un
percorso anche di rivisitazione de proprio prodotto portfolio, nel senso che ci sono
molte aziende che oggi sono attive su componenti più tradizionali, banalmente aziende
che producono componenti per il motore termico che giustamente stanno ripensando al
proprio, diciamo, futuro produttivo per cercare di immaginare di qua ai prossimi tre,
cinque anni di avere dei prodotti che ovviamente troveranno una domanda maggiore
rispetto, appunto, alle tecnologie legate al motore endotermico, però per riconvertire
anche una produzione di questo tipo è necessario che il Governo aiuti queste aziende, lo
stanno facendo in Francia e in Germania, perché altrimenti il rischio è che da sole non
ce la facciano, ci sono per esempio anche molte aziende multinazionali che stanno
ripensando questi prodotti, però voi sapete che le multinazionali spesso ragionano in
maniera, chiaramente molto, come devo dire, molto pratica e pragmatica. Se ci sono 30-
40 stabilimenti in Europa di una multinazionale, se l’Italia non riesce a competere con
altri, chiaramente, rischia di perdere queste produzioni e perdere produzione significa
perdere posti di lavoro e mettere anche in ginocchio dei pezzi di filiera che nei prossimi
anni è necessario mantenere competitivi sul territorio. Fondamentale, questo è un altro
aspetto, che vengano, diciamo, introdotti degli strumenti che agevolino anche la
transizione verso l’idrogeno e verso l’elettrificazione, l’idrogeno dal nostro punto di
vista è un vettore, una tecnologia che nei prossimi anni avrà uno sviluppo interessante
anche sulla mobilità, direi, in maniera primaria, a livello temporale sui veicoli
industriali e gli autobus, come (incomprensibile) poi magari in futuro sulle autovetture.
Noi abbiamo una filiera del gas che è prima in Europa, che diciamo si presta bene anche
a essere riconvertita o utilizzata anche per l’idrogeno ed è necessario e devo dire che sul
PNRR ci sono delle misure importanti su questo tema che l’Italia si doti di una filiera di
ricerca produttiva di distribuzione di stoccaggio in grado di competere con gli altri
Paesi. Veramente sull’idrogeno, dal mio punto di vista, possiamo essere dei first mover
e non dei follower, magari, sull’elettrificazione se partiamo in anticipo e se investiamo
risorse e sforzi, appunto, su questa tecnologia. Tra l’altro anche Stellantis ha
recentemente annunciato un forte interesse per la propria gamma dei commerciali
sull’idrogeno, (incomprensibile) ci sta lavorando, Industria Italiana Autobus a Bologna
pure, per cui voglio dire, è un tema che è anche seguito dai costruttori che si possono,
appunto, in questo caso poi portare dietro tutta una serie di altri soggetti a livello poi di
indotto. Ultimo aspetto che volevo toccare, è il tema del capitale umano, il Rettore
Saracco l’ha citato ampiamente, è fondamentale che si attivino dei processi virtuosi sia
di reskilling sulle competenze che ci sono ad oggi nelle nostre aziende, nelle nostre
fabbriche, ma soprattutto lavorare con il Politecnico, con l’Università, con gli ITS che
sono una componente fondamentale per quanto riguarda il Settore Automotive di
creazione, appunto, di competenze professionali perché di qua ai prossimi anni,
diciamo, vengano introdotti dei percorsi normativi, delle figure anche professionali che
siano molto più in linea con quelle che sono, appunto, le sfide che ho citato prima e le
competenze e i profili che saranno necessari per le aziende, appunto, da inserire nel
mondo del lavoro. Infrastrutture di ricarica di rete, questo è un altro tema focale per,
diciamo, avere uno sviluppo significativo di qua ai prossimi anni delle auto elettriche, è
necessario veramente che ogni Regione, ogni Comune, ovviamente, sotto l’egida del
coordinamento a livello governativo si dia, appunto, un programma di
infrastrutturazione importante dei punti di ricarica, soprattutto veloci, ultraveloci
soprattutto nelle strade di veloce scorrimento, in autostrada perché è uno dei fattori
abilitanti fondamentali per una vera e propria diffusione della mobilità elettrica nei
prossimi anni. Dicevo prima, la dimensione dell’azienda è un fattore cruciale, noi
abbiamo fatto una serie di proposte al Governo per istituire degli strumenti anche di tipo
fiscale e finanziario che facciano, diciamo, percepire il beneficio ai nostri imprenditori
di mettersi insieme, lavorare insieme e ovviamente creare, diciamo, delle aziende più
robuste, da un punto di vista finanziario-dimensionale è un fattore assolutamente di
successo per i prossimi anni, devo dire che in altre Regioni questo processo… per
esempio in Emilia-Romagna è già stato avviato da tempo e sono sicuro che anche in
Piemonte si riuscirà a far passare, appunto, il concetto che a volte è anche un concetto,
diciamo, di mentalità che lavorare insieme sicuramente è un fattore, appunto, importante
e che ormai il piccolo non è più bello in un sistema competitivo come quello che stiamo
vivendo. Ultimo tema, molto velocemente e poi chiudo. Noi guardiamo, ovviamente,
come Associazione Nazionale anche ai progetti specifici che vengono, chiaramente,
lanciati e ideati e poi gestiti a livello locale, abbiamo dato un forte endorsement al
nascente o comunque alla proposta di candidatura a livello regionale per il Centro della
Tecnologia per l’Idrogeno perché appunto, riteniamo, come dicevo prima, che sia questa
una tecnologia vincente per i prossimi anni e cerchiamo di portare l’attenzione anche di
aziende non piemontesi, nostre associate sulle Competence Center 4.0. Siamo
assolutamente favorevoli alla creazione di un hub di intelligenza artificiale a Torino
perché è stato detto prima, l’intelligenza artificiale è una delle tecnologie, tra l’altro,
chiave per i prossimi anni anche per tutte le elaborazioni dei (incomprensibile) presenti
in una vettura piuttosto che gli algoritmi della guida autonoma e per tante applicazioni
che stanno già vedendo comunque, appunto, una diffusione all’interno delle auto già di
adesso, non solo dei prossimi anni. Un altro aspetto fondamentale, l’ultimo poi
veramente chiudo, Torino area di crisi complessa, è importante usare questo strumento
per far arrivare, appunto, dei finanziamenti a quelle aziende che citavo prima, stanno
magari ripensando anche una reindustrializzazione dei proprio processi produttivi,
anche un cambio dei propri prodotti. Purtroppo in Italia e in Europa abbiamo dei limiti
che riguardano gli aiuti di Stato, però noi siamo dell’idea che lavorando anche col
MiSE, se ci sono dei progetti green legati alla mobilità sostenibile, alla
decarbonizzazione possono magari anche essere chieste delle deroghe a framework
degli aiuti di Stato e come dicevo prima, aiutare anche con degli incentivi quelle
aziende grandi che stanno in Piemonte e che vogliono, appunto, intraprendere un
percorso di diversificazione produttiva da qua ai prossimi anni. Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei. Procediamo adesso per API Torino (Associazione Piccole e Medie
Imprese), prende la parola il Presidente Corrado Alberto.

ALBERTO Corrado (Presidente API Torino)
Buonasera. Grazie, Presidente per aver organizzato questo incontro che ritengo
fondamentale. Fondamentale perché è importante che si riescano a costruire delle
politiche industriali e che siano delle politiche industriali in questo caso che nascono dal
basso. È troppo tempo che in Italia manca davvero una visione di politica industriale
che dia delle indicazioni nette e coerenti, anche nette e coerenti, riferite al tema che
stiamo affrontando che è quello dell’auto, quindi che da un territorio come questo
specializzato da sempre nella produzione dell’auto nasca un processo politico che sia la
prima vera filiera che possa portare poi a scaricare a terra quelle che siano le istanze
delle imprese, è davvero importante. È vero che bisogna valutare e valorizzare le filiere,
è verissimo che bisogna aiutare le piccole imprese e le piccole e medie imprese a
crescere, a mettersi in rete, ma questo lo si fa nel momento in cui ci sono delle politiche
industriali che sgombrano finalmente il terreno dal fatto che (audio disturbato) sia un
territorio e una Nazione che sia favorevole alle imprese, che non sia una Nazione che
complica la vita alle imprese quando crescono, ma che le mette nella condizione
ragionevole di avere i tempi e i modi per mettersi nella competizione che stiamo
vivendo. È vero che bisogna avere un territorio fertile per fare delle cose, Torino e il
Piemonte lo sono, però delle volte essere il posto migliore dove poter fare una cosa non
basta, c’è bisogno di uno sforzo politico, c’è un bisogno di uno sforzo politico che sia
coerente e che metta da parte tutti quelli che sono i particolarismi che a volte possono
nascere in questi contesti e che mi ha fatto piacere sentire, che invece c’è l’intenzione di
lasciare di lato. Bisogna affrontare un momento come questo dove c’è stata questa
importante fusione, quando ci sono delle fusioni di questo tipo vengono fatte, penso,
prima di tutto nell’interesse degli azionisti e dobbiamo capire che invece dobbiamo
mettere il nostro obiettivo, il nostro punto di vista non solo sul soggetto che ha fatto la
fusione, ma su quella che è la filiera. Quindi chiedere che vengano messe in atto delle
politiche che sì, favoriscano la permanenza dell’attore principale, che favoriscano
l’arrivo anche di altri attori, ma che tengano soprattutto lo sguardo attento su quello che
è il mondo delle piccole e medie imprese che fanno parte di queste realtà, perché se no
c’è il rischio che ci troviamo a fare delle discussioni con la stalla vuota e neanche ci
preoccupiamo di chiudere le porte, perché purtroppo poi la situazione è quella di
trovarci davvero con cose che sono state spostate altrove e le nostre imprese, alle quali
poi sarebbe difficile dare delle soluzioni. Concludo sottolineando l’importanza della
riqualificazione del capitale umano, il fatto che ci siano dei momenti in cui questo
debba essere fatto per affrontare quelle che sono le nuove frontiere e le nuove
opportunità date dalla transizione ecologica è fondamentale, forse deve essere fatto
anche ripensando alla possibilità di poter fare formazione anche nei momenti in cui il
lavoratore è in cassa integrazione o in momenti di sospensione o in momenti di
passaggio da un tipo di occupazione all’altra. Quindi, grazie per questa opportunità e
soprattutto cerchiamo di utilizzare questo spirito costruttivo di collaborazione per fare in
modo che questo impulso arrivi lungo la filiera decisionale e che possa a livello
nazionale, dove le politiche che possono impattare su questo Settore siano davvero
fondamentali, possa arrivare sul nostro territorio. Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei. Passiamo adesso per CNA Torino (Confederazione Nazionale
dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa), prende la parola (audio disturbato)
provinciale Filippo Provenzano, prego.

PROVENZANO Filippo (CNA Torino)
Buongiorno a tutti e a tutte. Ringraziamo per l’opportunità, per l’invito. Grazie,
Presidente. Ma, allora il quadro macro delle questioni sia in termini di nodi, criticità e
opportunità è stato più che definito e tratteggiato anche con molti dati e analisi. Noi
vorremmo aggiungere qualche considerazione, ovviamente, dal nostro punto di vista.
Ovviamente, concordiamo con tutti i ragionamenti e anche i processi in corso che
riguardano il tema dell’innovazione declinata in vari modi, l’innovazione tecnologica, il
4.0, la sostenibilità. Il richiamo forte che però facciamo, in parte veniva fatto da altri
anche negli interventi precedenti è che l’innovazione, però non diventi nuovismo, cioè
noi riteniamo che non dobbiamo perdere il saper fare, il design, il saper produrre, cioè
l’innovazione deve rimanere un ausilio al nostro saper fare tradizionale, perché
riteniamo che sia un elemento competitivo e anche di posizionamento nella mappa
mondiale per un territorio come il nostro. Il tema dell’Automotive, ovviamente, ci
riguarda molto come CNA perché è una vocazione caratterizzante del nostro territorio, è
un distretto territoriale, manifatturiero molto importante. Noi preferiamo il termine
“Manifattura” perché lo riteniamo più ampio e inclusivo rispetto il termine “Industria”,
ovviamente non stiamo dicendo di cancellare dal dizionario questo termine, però lo
diciamo perché ha un senso e un significato anche molto concreto parlare di
manifattura. Il distretto, quello dell’Automotive, ma ne potremmo parlare anche di altri,
è poi fatto al suo interno di filiere e le filiere sono fatte di catene e reti formali e
informali di imprese che concorrono alla produzione e alla manifattura. L’anno che
stiamo trascorrendo, insomma, i mesi da quando è iniziata la pandemia, è stato anche
l’anno dei Codici Ateco, i codici delle attività che hanno tenuto banco nel discorso
pubblico per tutte le partite che riguardano indennizzi, ristori, bonus e quant’altro. Una
inevitabile definizione amministrativa burocratica quella dei Codici Ateco, ma anche
molto fallace secondo noi, perché noi non abbiamo più bisogno di approcciare la realtà
economico-imprenditoriale e produttiva a cambio d’organo, ma abbiamo bisogno di una
visione reale e trasversale da questo punto di vista. Nella nostra ultima rilevazione che
abbiamo condotto come osservatorio micro e piccole imprese di CNA, abbiamo una
conferma e una focalizzazione. La conferma è che per due anni consecutivi, quindi già
nel 2019, periodo pre-pandemia per capirci, e a ottobre del 2020, quindi in piena
seconda ondata più del 50% delle imprese, micro e piccole che hanno risposto alla
nostra rilevazione, hanno messo in evidenza che, come strategia competitiva, c’è quella
del cooperare tra imprese, cooperare per competere. La focalizzazione, invece, su come
si concretizza già oggi per queste micro e piccole imprese questo concetto, ebbene il
dato medio è che ciascuna micro e piccola impresa intrattiene relazioni stabili a fini di
business con almeno 66 altre imprese. Questo ci dà conto, diciamo così, di una visione
più di arcipelago e non di isola, se vogliamo dirla un po’ in metafora marina, che non ci
appartiene molto come territorio, ma rende l’idea. Un’altra considerazione attiene al
territorio: è stato detto, richiamato in diversi interventi che relazione ha tutto questo
ragionamento dell’Automotive col territorio dal punto di vista, diciamo, del riferimento
e della leva da fare attraverso il territorio? Ebbene noi riteniamo che bisogna riaffermare
una consapevolezza: che il nostro territorio torinese vede un’altissima densità di
imprese manifatturiere di diverse dimensioni che noi rappresentiamo un po’ con l’idea
del “compasso” manifatturiero. Cioè se noi puntiamo al centro di Torino il compasso
possiamo osservare che in un raggio di pochissime decine di chilometri abbiamo in
quantità e in qualità tutto ciò che occorre per essere competitivi dal punto di vista della
distrettualità dell’Automotive e di moltissime altre logiche produttive. Per questo
apprezziamo veramente molto, diciamo, l’approccio e la modalità con cui il Politecnico
valorizza tutte queste caratteristiche e le vuole infrastrutturare nel territorio, cito per
brevità il Competence Center, ma molte altre iniziative in tale senso. Per concludere,
perché moltissime cose sono già state dette, noi riteniamo che mai come oggi, almeno
da moltissimo tempo non capitava, sono rientrati nel discorso pubblico alcuni termini,
che richiamo velocemente: “Distretti, filiere, reti, manifattura, territorio”. Noi riteniamo
che vadano valorizzati questi contenuti e queste progettualità sia dal punto di vista delle
forze della rappresentanza, imprenditoriale e sindacale, ma in particolare dai decisori
politici che devono dare corso a policy che valorizzino veramente questa capacità di
fare sistema nel suo complesso; è stato richiamato più volte, c’è un gran bisogno di
politiche industriali che accompagnino le politiche economiche, perché le politiche
industriali, e non è una contraddizione rispetto alla nostra preferenza per l’aggettivo
manifatturiero, è quello che ci consente di conoscere e riconoscere e lavorare in grana
fine rispetto alle nostre forze produttive. Ovviamente, dentro questo ci sta… ma non c’è
tempo per trattarlo, il tema delle competenze, il tema del credito, finance, il tema delle
infrastrutture - le riprenderemo, spero, in altre occasioni - ma ci possiamo permettere
tutto, meno di procedere in ordine sparso perché se no ci perderemmo veramente tutti.
Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei. Procediamo adesso per Environment Park, prende la parola la Presidente
Emanuela Barreri, prego.

BARRERI Emanuela (Presidente Environment Park)
Grazie, buongiorno. Innanzitutto, grazie di averci invitati e di poter partecipare, molte
cose sono già state dette, effettivamente anch’io riassumerò molto il mio intervento.
Volevo puntare l’attenzione su… e punterò l’attenzione soltanto su tre aspetti che noi
riteniamo, come Environment Park, dei driver importanti per la ripresa del Settore.
Allora, innanzitutto vorrei collocare Environment Park: noi siamo quell’anello di
raccordo tra la ricerca e le imprese che consente di portare a terra tutto quello che è
l’impianto scientifico e di ricerca e dargli una visione pragmatica e in questo nostro
ruolo, effettivamente, siamo molto vicini a tutti i settori ed evidentemente anche
all’Automotive. Devo dire che il tema dell’Idrogeno che è quello sul quale vi avrei
voluto parlare è stato ampiamente trattato da tutti ed effettivamente… e ritengo il
principale driver, forse, in questo momento per questo Settore, perché noi abbiamo un
ecosistema dell’innovazione che è attivo e completo; abbiamo moltissime Aziende che
da decenni operano nella componentistica e che hanno proprio bisogno di essere
riattivate, cioè le nostre potenzialità sono veramente molte e in questo ambito noi
possiamo dare molto. C’è la possibilità di reindustrializzare il Piemonte e la candidatura
come Centro di Competenza nazionale dell’idrogeno lo dimostra, quindi non mi dilungo
su questo aspetto e sulle potenzialità nelle quali però credo fortemente.
Un secondo aspetto che forse non è stato trattato ma che in Envi Park seguiamo con
particolare attenzione è quello relativo al trattamento delle superfici con la tecnologia
del plasma. Anche in questo ambito ci sono molte Aziende del Settore Automotive che
hanno la possibilità di introdurre nuovi processi e nuovi prodotti che consentono di
poter innovare e inevitabilmente di avere una ricaduta sull’occupazione e sul territorio,
quindi un altro ambito molto, molto importante è questo, perché dobbiamo tenere conto
e hanno parlato in molti del fatto che le Aziende stanno, in questo momento, soffrendo
per cui ci sono Aziende per le quali anche investire 10.000/20.000 euro in ricerca può
essere faticoso e può non essere diciamo fattibile. Noi in Envi Park abbiamo la
possibilità, attraverso i nostri lavoratori, di offrire questa opportunità e quindi offrire
alle Aziende questa transizione, questo cambiamento e quindi questa innovazione, che
ha effetti inevitabili sull’occupazione che ritengo sia il tema principale di questi giorni e
di questi tempi.
Il terzo driver che, anche questo è già stato citato in precedenza, però forse non in modo
approfondito, è quello della chimica verde e dell’economia circolare. Anche qui,
nell’ambito di questa transizione, nella quale siamo inevitabilmente e fortunatamente
tutti coinvolti, c’è tutta una possibilità di lavoro legata alla possibilità di… sia di
recupero delle plastiche ma sia soprattutto la creazione di biocombustibili, quindi direi
che le potenzialità che abbiamo sono molteplici e l’unica cosa è aver la volontà di
perseguirle, come diciamo è stato ampiamente detto negli interventi precedenti e credo
in quelli successivi, ma ritengo che questi siano i driver principali da perseguire o che
comunque Environment Park può aiutare e può dare il proprio sostegno alle imprese in
questo momento.
Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei. Per ISMEL Istituto per la Memoria e la Cultura del Lavoro, prende la
parola il Professor Aldo Enrietti.

ENRIETTI Aldo (Direttore di ISMEL)
Buongiorno e grazie. Il mio intervento sarà sulla linea di quelli di Roventini e di Giorda,
cioè vorrei anche io sottolineare alcune preoccupazioni relativamente all’operazione
Stellantis. Il mio intervento sarà composto in questo modo: parto da alcuni dati di fatto e
vedo quali sono le conseguenze che questo si determina in particolare sul territorio
torinese. Allora il primo punto è: Tavares viene a Torino in Italia e dice che le fabbriche
italiane sono inefficienti e costose, quindi qui si apre un tema non indifferente, ma i
rappresentanti sindacali che seguiranno il mio intervento ovviamente avranno più diritto
di me di parlare su questo ma, insomma, si riapre un problema che già si era posto con
Marchionne tra il 2010/2011, cioè si tratta di ridurre i costi - ricordo il Referendum del
2011, insomma - e voglio anche sottolineare da questo punto di vista che Peugeot PSA
non segue il Word Class manufacturing, ha un altro sistema organizzativo e ha strutture
di lavoro diverse, cioè i ritmi di lavoro pare siano più intensi, i contratti di lavoro sono
mediamente più brevi e un più veloce ricambio del personale, quindi vi si apre un
problema di relazione sindacale, in qualche modo è un ritorno al passato.
Un secondo punto: Peugeot e Fiat, PSA e FCA sono due imprese Europee che si
sovrappongono come struttura della gamma produttiva, cioè sono presenti in buona
misura sugli stessi segmenti e quindi sono concorrenti. La conseguenza sarà che si
andrà a una redistribuzione, ridefinizione della gamma dei modelli, già era stato
accennato prima, qui però è molta la preoccupazione ci può essere una nota positiva
cioè quando PSA nel 2017 ha acquisito Opel, che pure era in crisi, come dire, non ha
chiuso, non ha mandato a casa gli operai e ridotto al minimo i volumi ma ha investito
rilanciando su nuovi modelli e la politica di PSA è quella: “Un modello nuovo per
marchio e per Regione”, quindi da questo punto di vista c’è una possibilità di
ridiscussione tra i due azionisti sulla distribuzione della gamma produttiva.
Un terzo tema che spesso viene messo un po’ da parte, ma ne accennava in qualche
modo Roventini, cioè c’è un serio problema che è la sovrapposizione delle funzioni di
progettazione: pare che stiano a 33.000 gli addetti impegnati nella ricerca e nello
sviluppo tra FCA e PSA; è evidente che si pone un problema anche qui di
sovrapposizione, integrazione, concentrazione, appunto, degli investimenti in ricerca e
sviluppo e allora qui non si può non ricordare come spesso si faccia accenno agli operai
di Mirafiori che sono meno di 3.000 e si mette un po’ da parte il fatto che ci sono gli
Enti centrali con almeno 7.000 addetti di un certo livello che si occupano di
progettazione e di prodotti, quindi questo è un altro punto interrogativo consistente e lo
diceva Roventini prima: “Avremo una pluralità di Centri e bisognerà capire quali
saranno le specializzazioni”.
L’ultimo punto sono le sinergie, cioè perché si fa un’operazione del genere?
Sostanzialmente perché in questo modo si pensa di avere dei risparmi sui costi e quindi
poi di avere maggiori profitti. Viene dichiarato che le sinergie corrispondono a
5 miliardi di euro, il 40% da convergenza di piattaforme e motori, ottimizzazione degli
investimenti in ricerca e sviluppo - riandiamo al punto di prima - e il miglioramento dei
processi produttivi, anche qui ritorniamo al primo punto. Un altro 35% sono derivanti
da ottimizzazione degli acquisti e qui si ritorna in qualche modo al 2000 all’accordo tra
Fiat e GM in cui gli acquisiti erano un pezzo importante insieme ai powertrain. Allora
cosa significa ottimizzare gli acquisti? Vuol dire una riduzione dei prezzi, una selezione
dei fornitori e quindi si pone il problema di come vengano selezionati i fornitori che
erano di PSA e di FCA, quindi questo rinvia il problema che era già stato accennato in
precedenza alle preoccupazioni per la filiera italiana. Filiera italiana, ne accennava già
Scarlatelli e Giorda, che ha una dimensione piccola, e questo è un problema, e gestione
familiare. Giorda ha accennato alle politiche che vuole portare avanti anche per
modificare questo stato di fatto, ma un altro elemento importante è che, come dire,
Scarlatelli ne vedeva il bicchiere mezzo pieno e io voglio vederne il bicchiere mezzo
vuoto. È vero che la dipendenza da Fiat delle imprese piemontesi dell’Automotive è
diminuita ma rimane pur sempre molto elevata, cioè il 50% delle imprese piemontesi fa
oltre il 50% del fatturato con FCA e il 30% (incomprensibile) oltre il 75%, questo è un
limite evidente in una ricontrattazione della politica degli acquisti di Stellantis.
Un altro discorso che pone un problema sulla componentistica è la presenza soprattutto
dei componentisti esteri, già prima veniva accennato, le logiche di presenza sono ben
diverse da produttori nazionali. Infine, ultimo punto, anche qui, ma ne ha accennava
Giorda, sul tema delle elettrificazioni delle vetture, la posizione dei componentisti
italiani è sostanzialmente marginale, siamo in ritardo.
Ultimo punto, COMAU, qualche giorno fa è stato comunicato che una serie di progetti
che erano di FCA sono stati sospesi perché appunto bisognava vedere come si comporrà
il nuovo quadro, ecco quindi ribadisco anche io, credo che ci siano significativi elementi
di preoccupazione. Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei. Andiamo adesso per FIM CISL (Federazione Italiana Metalmeccanici)
prende la parola il Segretario Generale Davide Provenzano. Prego.

PROVENZANO Davide (Segretario Generale FIM-CISL)
Buongiorno a tutti. Grazie dell’invito sono qui alla presenza di Segretario della CISL di
Torino, Lo Bianco, e i coordinatori di Mirafiori, Grugliasco di Maserati e il nostro
compito, il mio compito è quello di rappresentare, come dire, i lavoratori e quello che
stanno vivendo. Bene sono ormai 14 anni di cassa e non sono sicuramente uno scherzo,
c’è una grande sofferenza nelle fabbriche che incide sul reddito dei lavoratori e inoltre
quello che noi facciamo fatica è vedere una prospettiva futura, concreta. Lo diceva
prima Mele: è stata appena annunciata oltre quattro settimane di cassa alla Maserati di
Grugliasco che non riprenderà fino a giugno la produzione, quindi questo è un elemento
che noi viviamo costantemente al quale noi siamo impegnati a fornire delle risposte, è
bene instaurare un dialogo con la politica locale con tutti gli attori, però, guardate che il
disegno più complessivo cerchiamo ancora oggi di interpretarlo ma nell’imminente la
situazione è direi drammatica dal punto di vista, appunto, reddituale e occupazionale.
Abbiamo, però, di contro molte competenze, lo diceva anche prima Mele, diciamo
Shangai e il Salone dell’Auto su Maserati, beh le Maserati si producono qui, si
producono a Grugliasco, si producono a Mirafiori e sono il brand che, almeno a mio
modesto parere, interessa più Stellantis, nel breve periodo, perché la gamma di lusso è
un qualcosa che abbiamo solo noi, mentre i francesi ne sono privi. Bene, sicuramente la
partenza della nuova GranCabrio e GranTurismo a Mirafiori sono una buona notizia, ma
partirà dal 2022, come è stato poc’anzi detto. Anche la 500 BEV, per carità,
assolutamente un’ottima partenza, ha avuto una salita, un ramp-up produttivo a
dicembre molto significativo, peccato che oggi i lavoratori diciamo siano stati messi
tutti sul turno centrale, con una riduzione anche qui della turnistica e dei volumi di
500 BEV prodotte, questo per darvi una raffigurazione di ciò che accade
quotidianamente nei nostri siti. I 2 miliardi su Torino, sì, sono i 2 miliardi del Piano
Italia, Manley e Gorlier che facevano parte dei 5 più complessivi; noi invece, oltre che
chiedere di finalizzare questi 2 miliardi, stiamo chiedendo alla controparte datoriale quei
5 miliardi che genera il risparmio nella fusione di Stellantis, che debbano essere
impiegati proprio in Italia, proprio su Torino, almeno una quota parte, perché è altresì
vero che quel budget lì, che era di FCA e non di Stellantis, sta andando a
completamento, ma i nuovi investimenti, oggi, noi non abbiamo la visibilità, in attesa
del futuro Piano Industriale, che dovrà essere presentato alle parti sociali, al quale io
chiedo formalmente in questa sede, alle Istituzioni anche di, come dire, instaurare
l’interlocuzione con Stellantis, preventiva all’annuncio del nuovo Piano Industriale, che
è sicuramente scritto nei capisaldi, ma non è ancora totalmente scritto su tutte le parti
che costituiranno il futuro dei siti italiani. Pertanto, è importante che anche il Comune,
la Regione chiedano a Stellantis un incontro urgente, al fine di comprendere quali sono
le future linee rispetto al nostro territorio. Guardate, il tema del territorio è anche un
tema dell’indotto, della componentistica, è stato detto: noi ci scontriamo con un gigante
che è Faurecia francese che ha 100.000 addetti, noi qui invece abbiamo per storia,
fisionomia, struttura industriale delle piccole medie Aziende dell’indotto che potrebbero
andare, se non gestite da una cabina di regia, in grande sofferenza, per quello noi come
FIM-CISL, insieme agli altri colleghi FIOM e UILM, abbiamo posto il tema
dell’indotto, dell’accorpamento, del piccolo e medio imprenditore in un distretto di
fornitori che potrebbe collocarsi proprio vicino o all’interno della grande Mirafiori al
fine di aiutare e servire Stellantis e fare, come dire, economie di scala per essere
sicuramente più efficaci, perché se no questa partita rischia di essere persa in partenza.
Rispetto al ruolo del Governo che è stato citato, beh, guardate, 6 miliardi, il prestito
sicuramente, ma Macron in Francia ha stanziato 9 miliardi l’anno scorso sull’Auto, che
è una cifra assolutamente rilevante, il Governo italiano ha stanziato il tema degli
incentivi che vanno a beneficio di tutte le case, come da regole Europee, ci
mancherebbe, è sicuramente un primo passo, ma non è, come dire, in egual misura
paragonabile allo Stato francese. Guardate, per il Comune di Torino su questo io credo
che ci sia molto da fare, perché sul tema delle infrastrutture della ricarica elettrica,
stiamo andando tutti verso l’elettrico, Torino credo che debba recuperare molto; sta
recuperando, però non vi posso nascondere, come dire, una critica che io voglio fare
su… diciamo, l’inizio di questo mandato non vedeva un’attenzione così forte
sull’infrastruttura della ricarica elettrica, vedevamo, come dire, virare verso una città
ecologica, una città, come dire, simile al Nord Europa, una Città che ha attenzione alla
mobilità sostenibile, ma la vedevamo più su, come dire, mobilità di biciclette,
monopattini, pedonale, ed è assurdo in una Città come Torino non aver avuto al centro,
fin dal primo giorno, ciò che è la prima Industria Italiana privata, che è Stellantis, che ha
la sede ancora ben presente, rispetto al presidio occupazionale, qui a Torino.
FCA ha avuto molte opportunità, questo Paese gliene ha fornite molte, ne ha perse
anche molte, ha una grande responsabilità, perché è in grave ritardo su tanti temi. Sul
tema della formazione, bene l’upskilling, bene l’Accademia dell’Auto, bisogna fare in
fretta, bene il Competence Center, perché è chiaro che la sfida futura passerà
assolutamente dalle competenze e dalla formazione, che saremo in grado, tutti insieme,
di esprimere, lavoratori e occupati, da questo grande Gruppo. Guardate - lo dico alla
Politica presente -, i lavoratori hanno noi come interlocutori, quotidianamente i delegati
sono delle fabbriche, però non vi nascondo che avvertono una certa distanza dalla
Politica; anche la lettera fatta dal Sindaco Appendino è una lettera che noi giudichiamo
positivamente, ma è chiaro che queste azioni devono e dovevano essere fatte per tempo,
dovevano essere fatte forse quattro anni fa, perché la direzione dell’Auto sta prendendo
una piega e oggi azioni tardive rischiano di essere inefficaci. Pertanto, ripeto, in ultimo,
per andare a concludere, quello che voglio invitare tutti i presenti è questo: ora sono
momenti nei quali dobbiamo incontrare l’Azienda, discutere e finalizzare il nuovo Piano
Industriale che Tavares ha detto di voler, come dire, in parte, dico io, condividere con le
maestranze, con le parti sociali. Chiedo alla politica locale un’interlocuzione, una
costanza di interlocuzione, perché, guardate, abbiamo capito bene tutti che Torino non
può avere un’altra missione industriale prioritaria, la missione industriale di Torino è
l’Auto insieme all’Aerospazio e insieme a pochi altri settori, ma è chiaro che per
occupati e per genere di volume generato di PIL è sicuramente l’Azienda che interessa,
della quale dobbiamo avere interesse tutti a mantenere a Torino, sia con il cuore che con
il cervello pensante. Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei. Procediamo. Per FIOM-CGIL, Federazione Impiegati Operai Metallurgici,
prende la parola il Segretario Generale Edi Lazzi. Prego.

LAZZI Edi (Segretario Generale FIOM-CGIL)
Sì, grazie per l’invito. Confidando che questo possa rappresentare l’inizio di un
percorso che poi porti a delle azioni concrete, perché, guardate, al di là delle singole
opinioni e delle affermazioni di circostanza, bisogna guardare la realtà oggettivamente
per quella che è di questa città e bisogna avere la consapevolezza che Torino è una città
in forte crisi economica, che si sta accartocciando su se stessa, sia, appunto, dal punto di
vista economico, ma anche da quello sociale, e tutto questo è dovuto principalmente alla
drastica riduzione del suo Settore industriale principale, perché Torino, piaccia o no, è
una città industriale, manifatturiera, con al centro il Settore Automotive, che è quello
più grande, che genera più posti di lavoro, che genera maggior ricchezza.
Io voglio dare due dati, per rendere chiaro che cosa è successo in questa città, perché
bisogna partire da questo presupposto. Senza andare a scomodare gli anni ’70, partiamo
dal biennio 2006/2007, che è il biennio subito prima della grande crisi che è partita poi
nel 2008: in media a Torino si sono assemblate 214.000 autovetture; arriviamo nel
biennio 2019/2020, a Torino in media si sono assemblate 29.000 autovetture, quindi c’è
stata una variazione percentuale in negativo dell’87%, pensate un po’ alle proporzioni di
che cosa è successo in questa città. Ovviamente tutto questo ha avuto delle ripercussioni
dirette sulle lavoratrici e i lavoratori, che quest’anno entrano nel quattordicesimo anno
consecutivo di utilizzo degli ammortizzatori sociali, che ha generato una grande perdita
di salario per quei lavoratori; ma questo calo ha avuto un effetto a cascata in tutta
l’economia della città: se guardiamo, solo nel Settore metalmeccanico - quindi una cifra
sottostimata, bisognerebbe allargare a che cosa è successo in tutti gli altri settori -, ma
nel metalmeccanico hanno chiuso, sempre in quel lasso di tempo, 370 aziende e
abbiamo perso 32.000 posti di lavoro. Ed è evidente che tutto questo ha avuto delle
conseguenze anche su altri settori: l’informatica, per esempio, ha avuto una
diminuzione; le ditte di manutenzione degli stabili industriali hanno avuto una
diminuzione del fatturato dell’occupazione, ma ancora oggi abbiamo visto che l’Ascom
denuncia il fatto che 22.000 posti di lavoro sono stati persi nel commercio e che 82.000
sono a rischio, perché è evidente che, al di là del Covid, se le persone non hanno
reddito, se nuovamente non riusciamo a rilanciare l’economia della nostra città, tutto
viene avvitato verso il basso. Allora, nonostante l’arrivo della 500 elettrica e nonostante
il fatto che fra due anni arriveranno due modelli della Maserati, che sono di nicchia e
che sono modelli che sono obsoleti, perché sono quelli che arrivano da Modena, non
sono nuove auto, sono vecchie auto che da Modena vengono spostate a Torino, sono
auto di nicchia, 1.000 pezzi all’anno, che verranno elettrificate; basta saper contare e si
vede che, con questi volumi produttivi, la piena occupazione non ci sarà né per i
lavoratori del Gruppo Stellantis, né per tutto ciò che è generato direttamente e
indirettamente nell’indotto dell’Auto, ma non solo, come abbiamo detto prima.
Al momento non sono previste nuove allocazioni, non c’è un piano industriale e i
segnali che arrivano non sono positivi, e anche questo deve essere chiaro a tutti noi.
Il segmento B è andato in Polonia, è già stato deciso, una delle prime cose che ha fatto il
nuovo Gruppo Stellantis è dire che il segmento B non si farà più in Italia, ma è stato
spostato in Polonia. È stata annunciata una riduzione dei costi, che è iniziata e sta già
ricadendo negativamente sulle imprese esterne di pulizie e delle mense. C’è un
problema degli Enti centrali, 7.000 lavoratori che sono a Torino, perché un problema di
sovrapposizione con le strutture centrali francesi ci sarà inevitabilmente, e quindi,
insomma, gli elementi di preoccupazione sono molti.
Adesso la Sindaca Appendino due settimane fa ha scritto a Draghi, bene, probabilmente
bisognava farlo prima, però cerchiamo di capire che cosa fare oggi, perché è stata
allarmata, giustamente, da un ulteriore segnale negativo; l’intervista che è uscita su “Le
Figaro”, in parallelo tra Le Marie e l’Amministratore Delegato Tavares, è stata
illuminante, perché la Francia è molto attiva nel mantenere la sua industria di auto, sta
mettendo risorse, sta facendo investimenti, sta creando un percorso di
accompagnamento in positivo della trasformazione dell’auto rispetto all’elettrico, e
quindi è evidente che questo ci deve far preoccupare, perché, a fronte della decisione di
allocazioni produttive, il Gruppo Stellantis deciderà di mettere volumi produttivi in
quegli stabilimenti che gli garantiscono una condizione di maggior produttività e una
situazione intorno, di infrastrutture, di formazione, di accompagnamento dei processi, in
positivo. Allora, noi pensiamo che bisogna avere un piano complessivo, bisogna avere
un piano complessivo locale, bisogna avercelo anche a livello nazionale. A Torino
intanto servono volumi produttivi, bisogna che Stellantis porti a Torino volumi
produttivi, auto nuove, più modelli, forti del fatto che noi le auto siamo capaci a farle,
120 anni di storia, abbiamo un indotto di ingegnerizzazione, il design; e poi dobbiamo
provare a portare a Torino una giga fabbrica di batterie: guardate, questo diventa
strategico, è vero che Stellantis ne sta facendo una in Francia e una in Germania, è vero
che per i volumi produttivi previsti, a livello generale, serve una terza fabbrica. Io penso
che bisognerà provare a portarla a Torino, perché una fabbrica di batterie rappresenta il
futuro, rappresenta comunque il fatto che si sta effettivamente investendo sull’elettrico e
sulle produzioni da portare localmente. E poi c’è tutto il filone dell’energia pulita e del
riciclo delle batterie, del loro riutilizzo e del fatto che debbano essere smaltite. Qua a
Torino abbiamo gli spazi anche negli attuali stabilimenti del Gruppo Stellantis. Italvolt,
vediamo cosa succede; per quello vediamo in Europa, queste giga-fabbriche si fanno se
c’è un produttore che compra le batterie, se c’è il Governo, e possibilmente se c’è
un’altra grande impresa che già è nella distribuzione dell’energia; i privati, al momento
lo ha fatto solo Tesla, quindi bisogna guardare con attenzione, ma anche cum grano
salis su progetto Italvolt. Poi bisogna fare le infrastrutture del territorio dentro quel
progetto, le paline di ricarica, la produzione di energia pulita, il fotovoltaico e un
viatico, non si possono solo mettere pannelli sulla fabbrica di Mirafiori, va bene, ma
bisogna pensare a infrastrutturare il territorio con i pannelli fotovoltaici, e poi ancor di
più la collaborazione con il Politecnico. Se si riuscirà a fare questo, si ha un’idea precisa
di sviluppo industriale che guarda alla Green Economy, che guarda al futuro dell’Auto,
che verrà prodotta per moltissimi anni ancora e che quindi potrà, in qualche modo,
facilitare l’uscita della crisi di Torino. Noi altre soluzioni non le vediamo e, concludo,
chiediamo al Consiglio Comunale un impegno preciso, se facciamo questo incontro è
perché poi bisognerebbe provare a dare uno sbocco, e l’impegno che chiediamo è che
bisogna mobilitarsi a tutti i livelli, perché bisogna provare a costruire questo progetto e
a fare sinergie tra di noi, a decidere effettivamente se questo progetto è fattibile - io
penso di sì -, e insieme trovare il modo per battere dei colpi, per fare comunque delle
richieste precise anche al nostro Governo centrale, e per questa via trovare la soluzione
per i lavoratori, che sono quelli che hanno pagato il prezzo più alto. Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei. Adesso per la UILM (Unione Italiana Lavoratori Metalmeccanici) prende
la parola il Segretario Generale Luigi Paone.

PAONE Luigi (Segretario Generale UILM)
Buongiorno a tutti e grazie per l’invito. Tanto è stato detto dai miei colleghi, io
aggiungerò quello che interessa soprattutto alla parte sindacale, anche se, ascoltando
tanti interventi, ci sono tante proposte innovative per il futuro e noi dobbiamo provare
un attimino anche a salvaguardare quello che è il presente. Allora, io vorrei partire,
velocemente, dal 2008, Edi si è fermato al 2007, io vorrei partire dal 2008: noi è dal
2008 che vediamo sul nostro territorio una crisi non indifferente, con aziende chiuse,
con delocalizzazioni, e non abbiamo visto uno straccio di piano industriale da parte del
Governo Nazionale, ma neanche un grande interessamento da parte del Governo
torinese, perché poi ogni tanto qualche critica va fatta. Fa piacere che oggi si inizi a fare
un ragionamento su quella che è l’Azienda più importante del territorio, che è Stellantis,
anche se è già un anno che noi proviamo a spiegare alle Istituzioni che ci sono delle
preoccupazioni, noi siamo in grande difficoltà e siamo preoccupati. Noi, quando c’è
stato l’inizio della discussione sulla fusione tra FCA e PSA, quindi la nascita di
Stellantis, abbiamo guardato con molta attenzione a questa fusione, perché comunque
una fusione di due grandi Gruppi può essere anche un’opportunità; dico: “può essere
anche un’opportunità”, ma dalle prime parole del nuovo Amministratore Delegato devo
dire che togliamo “può essere un’opportunità”, perché si è presentato, ha fatto il giro
degli stabilimenti torinesi, dove ha spiegato: “Per carità, la manodopera non ha un costo
alto, ma gli stabilimenti comunque hanno dei costi eccessivi e va fatta una riduzione su
quelli che sono i costi”. Ecco, la nostra grande preoccupazione è che si è presentato qua
spiegando a noi la riduzione dei costi, sapendo una cosa, che noi arriviamo da culture
diverse, non solo di modelli produttivi diversi, ma anche da culture. Per la Francia,
come ho già sentito anche in qualche intervento, il loro unico interesse è la fabbrica vera
e propria e la produzione; noi, all’interno di quello che è il nostro Paese, abbiamo una
cultura comunque di rendere le nostre aziende conviviali, quindi creare all’interno anche
la possibilità di vivere la giornata in modo diverso, nel produrre comunque, perché tutto
possono dire di Torino, dell’Italia, ma su quello che è il fronte delle macchine
comunque noi possiamo insegnare ad altri Paesi come si costruiscono le macchine.
Sapendo che in questa fusione, come hanno detto i colleghi, il pezzo più importante
dove manca PSA, che è la macchina di lusso, che loro, con tutto il rispetto, non sanno
neanche che cos’è, loro puntano molto a Grugliasco e alla Maserati, quindi anche su
questo noi dobbiamo fare molta attenzione, perché questo è il nostro fiore all’occhiello
ed evitiamo veramente che poi alla fine rischiamo di rimanere con un cerino in mano.
Quindi c’è grande preoccupazione. La più grande preoccupazione, quando si parla di
riduzione dei costi, non può essere una riduzione dei costi pagata dai lavoratori, perché
poi, come detto, la riduzione dei costi non può passare attraverso la riduzione di quello
che può essere gli Enti centrali, tutti quelli che sono i servizi all’interno, perché non si
può spiegare che, specialmente il momento così particolare del Paese, che vanno ridotti
quelli che sono i servizi all’interno dello stabilimento. Quindi io credo che qua le
Istituzioni, chiedendo anche loro un incontro a Stellantis, ma chiedendo un incontro a
Stellantis non tanto per chiederlo, noi dobbiamo… ci devono dare delle garanzie: la
garanzia che non si può toccare l’occupazione a Torino, la garanzia che devono portare
nuovi modelli e non fare come in passato, che tutte le volte che si è organizzato, si è
ristrutturato il Gruppo, hanno tolto modelli a Torino. Quindi è giusto che oggi noi,
insieme alle Istituzioni, chiediamo non solo di mantenere i modelli, ma di incrementare
quelli che sono i modelli, perché se no realmente non riusciamo noi a saturare tutti gli
impianti e l’occupazione. Quindi il problema, se ci dicono che i modelli sono questi, noi
abbiamo già un problema, perché con questi modelli non riusciamo a saturare quella che
è tutta l’occupazione negli stabilimenti torinesi; quindi su questo, questo è il primo
punto che noi dobbiamo guardare e capire.
Ci parlano di… l’Azienda ci parla e ci spiega che bisogna ridurre gli sprechi, beh io non
so per l’Azienda cosa significa ridurre gli sprechi, noi abbiamo spiegato, e continuiamo
a spiegarlo, che noi siamo pronti al confronto con l’Azienda per capire realmente per
loro cosa significa ridurre gli sprechi, perché poi può essere che per loro gli sprechi è
l’occupazione, per noi gli sprechi sono qualcosa di diverso, quindi anche su questo noi
siamo vigili e attenti e aspettiamo questo incontro per discutere seriamente su quella che
è la riduzione dei costi, degli sprechi, sapendo che non si può toccare l’occupazione a
Torino, perché Torino ha già pagato e ha pagato tanto, sapendo che, se non portano
nuovi modelli per noi è un grande problema, e poi ritengo, come hanno fatto… come
hanno annunciato ieri i Francesi, che comunque mettono 50 milioni su quella che è la
formazione all’interno degli stabilimenti per guidare il processo di elettrificazione, ma
formazione specifica, quindi non solo per innovazione e ricerca, ma anche per la parte
degli operai all’interno, per seguire un percorso che poi è il futuro. Quindi, io credo che
la preoccupazione da parte nostra, ma da parte di tutti i lavoratori, oggi deve essere una
preoccupazione anche di quelle che sono le Istituzioni torinesi, quindi questo è l’invito
che noi vi facciamo. Mi auguro che il prossimo incontro lo facciamo di presenza, così
almeno riusciamo anche a vederci, ma l’augurio è che comunque questo primo incontro
sfoci poi in un qualcosa di diverso e non solo in una chiacchierata tra di noi e poi finisce
lì. Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei. Procediamo con UGL Metalmeccanici, prende la parola il Segretario per
Torino, Ciro Marino. Prego.

MARINO Ciro (Segretario per Torino di UGL Metalmeccanici)
Buongiorno a tutti. Innanzitutto vorrei ringraziare tutto il Consiglio Comunale per il
gentile invito a questo Tavolo dalla Città di Torino, Tavolo così importante quale il
sostegno e la salvaguardia del Settore dell’Automotive. Chiaramente, come già
annunciato anche dai colleghi, i dati che ci arrivano non sono rassicuranti, ma
seriamente preoccupanti, anche perché noi facciamo riferimento a dei dati che si
confrontano con un anno, ahimè, attaccato da una pandemia, quindi non sono
paragonabili a dati, diciamo, di crescita, anche se rispetto agli altri Paesi Europei, in
Italia diciamo c’è stato un dato da sottolineare migliore. Il problema è di seria
considerazione, perché purtroppo il futuro dell’Automotive qua sul territorio torinese è
in forte affanno, non da adesso, già da un po’; questa crisi pandemica ha acuito ancora
di più quella che praticamente è, diciamo, la crisi occupazionale. Bisogna fare tanto,
bisogna che il Governo veramente entri in scena per cercare di poter sviluppare delle
politiche attive da poter garantire un futuro occupazionale sul territorio torinese.
È chiaro che comunque, voglio dire, per quanto riguarda il Settore dell’Automobile,
Stellantis, Torino è la città per antonomasia per quanto riguarda la produzione di
autovetture e tale deve rimanere, sia con il cuore che con le braccia, perché comunque,
voglio dire, abbiamo da insegnare a tutti il nostro know-how e quindi pertanto deve
rimanere tale. Dagli ultimi incontri avuti con Stellantis è emerso che praticamente
hanno confermato quello che è stato il Piano industriale, quello vecchio; adesso
attendiamo quelli che saranno gli sviluppi del nuovo Piano industriale. Chiaro è che,
come tutte le organizzazioni sindacali, non abbiamo gradito che possano essere presi in
considerazione dei tagli sui servizi, perché, se tanto dà tanto, tagliare dei servizi vuol
dire anche andare a tagliare un tessuto occupazionale inerente, diciamo, a tutta la parte
dei servizi che ruota attorno al volano della Stellantis. Quindi bisogna veramente fare
tanto, bisogna prendere in considerazione, come diceva anche il collega Paone, che
praticamente sulle fabbriche noi abbiamo un’idea diversa dai Francesi: per noi la
priorità che mettiamo al primo posto è la sicurezza, mentre per loro c’è solo il discorso
della produzione e il discorso dell’Azienda. Noi abbiamo altri valori, noi abbiamo…
facciamo conto con dei valori degli indicatori, che comunque vanno molto a mettere in
tutela anche gli stessi lavoratori. Quindi bisogna veramente mettersi seriamente a un
tavolo e cercare di capire quelle che possono essere eventuali svolte, per cercare di
curare quello che in questo momento è il problema occupazionale che attanaglia Torino.
Bisogna anche fare tanto sul discorso del Green Economy: il discorso delle aziende…
questa azienda del canavese, a Scarmagno, dove è previsto questo nuovo progetto per le
batterie, chiaramente (audio assente) strategico, perché, voglio dire, è una realtà dove
viene utilizzata anche (audio disturbato) il fatto che, diciamo, è un asset strategico
comodo a tutte quelle che sono, diciamo, le vie di smistamento, un asset dove vede
occupato 4.000 dipendenti, e anche qui vorrei fare un appunto, se si possa prendere in
considerazione seriamente l’ipotesi di salvaguardare anche l’occupazione dei lavoratori
dell’Embraco, perché dalle ultime notizie che arrivano, anche lì, non sono rassicuranti.
E quindi, voglio dire, un progetto industriale come questo, dove vede inserire in un
contesto di un volano produttivo 15.000 posti di lavoro, io credo che si possa anche
prendere in considerazione quello che è, diciamo, il futuro occupazionale di questi
lavoratori, che anche loro sono massacrati, e ribadisco che non vanno trascurati
assolutamente. Poi adesso attendiamo e vediamo con Stellantis quali saranno poi i
prossimi futuri sviluppi nel cercare di concretizzare quelle che sono, diciamo, le
produzioni, anche perché, come già annunciato, sono modelli già di nicchia, ma noi ci
aspettiamo che si possa veramente creare qualcosa di nuovo, di innovativo, perché ad
oggi le vetture ibride ancora non sono riuscite a sopraffare il mercato
dell’immatricolazione delle vetture con motore termiche. Un augurio che ci si possa
rivedere tutti di persona e con questo concludo e auguro a tutti buon lavoro.

SICARI Francesco (Presidente)
La ringrazio. Procediamo adesso, per l’Associazione Quadri e Capi Fiat, prenderà
parola l’ingegnere Fabrizio Amante. Prego.

AMANTE Fabrizio (Associazione Quadri e Capi Fiat)
Buongiorno a tutti e un ringraziamento per averci dato la possibilità di partecipare,
aspettate che accendo la telecamera così almeno ci conosciamo di persona. Io ringrazio
il Presidente, ringrazio la Sindaca dell’opportunità che ci hanno dato di partecipare a
questo Consiglio Comunale aperto. Vi porto i saluti del nostro Segretario Generale
Giovanni Serra e vi porto anche i saluti di circa un centinaio di colleghi e di
rappresentanza sindacale che abbiamo sul territorio nell’area torinese. Noi siamo una
piccola… mi presento solo per contestualizzare la nostra presenza, noi siamo una
piccola organizzazione sindacale, però molto radicata negli ambienti FCA, CNH,
Marelli e Ferrari, e siamo firmatari del CCSL Fiat e quindi abbiamo anche il piacere di
poter partecipare con il nostro contributo, che speriamo possa essere fattivo e utile a
tutti, alla discussione di un tema che è estremamente importante.
Il mondo Automotive, lo abbiamo capito, lo hanno ormai spiegato anche tutte le persone
che mi hanno preceduto con degli interventi che io riterrei eccellenti dal punto di vista
dei contributi, non solo numerici, ma anche di considerazioni, il mondo Automotive è
stravolto da una serie di cambiamenti, che ne muteranno profondamente l’aspetto,
perché la transizione ecologica che sta sconvolgendo questo mondo, soprattutto dal
punto di vista normativo, è una transizione che potrebbe portare, se non correttamente
governata, a seri problemi occupazionali; faccio riferimento al recente intervento da
parte dei Tedeschi, che hanno ovviamente… potrebbero subire un più grande impatto
dal punto di vista produttivo sui motori, un serio intervento nella rideterminazione delle
emissioni degli inquinanti NOX sulla prossima normativa Euro 7, che avrebbe potuto
segnare la chiusura dei motori endotermici. I Tedeschi sono intervenuti, la Politica
italiana da questo punto di vista è stata più da spettatore, ha fatto più un ruolo da
spettatore che non da contributore per il Governo di questo cambiamento, e ciò che
temiamo noi è che non governare un cambiamento che può stravolgere il mercato dei
motori endotermici è chiaramente una cosa molto importante. I contributi precedenti
hanno… con piacere ho notato che molte delle persone stanno prendendo
consapevolezza di un potenziale problema - speriamo che resti solo potenziale - di
quelli che sono gli Enti centrali di Torino, di cui io personalmente faccio parte; siamo
7.000 persone, che però hanno una grande preoccupazione, ognuno di noi… è chiaro,
perché quando c’è una sinergia e c’è la fusione di due società, l’abbiamo visto, ognuna
di queste fusioni - nel passato lo abbiamo visto per altre realtà industriali - può portare a
delle potenziali sovrapposizioni. È chiaro che noi dobbiamo governare anche queste
sovrapposizioni; noi abbiamo, però, all’interno di queste 7.000 persone, i white-collars
e i blue-collars, abbiamo delle grandissime professionalità che devono essere sfruttate,
qui mi riferisco agli interventi che mi hanno preceduto relativamente alla
riqualificazione e ai periodi di formazione: è importante, è molto importante cercare di
riqualificare le persone, sia i blue-collars che i white-collars, per quelle che saranno le
tecnologie. Bisogna immaginare un intervento a breve e un intervento a medio-lungo
termine per la riqualificazione delle professionalità, perché noi abbiamo non solo una
forte tradizione, abbiamo una forte presenza di professionalità, di persone che sanno
fare bene il loro mestiere, hanno una grande esperienza e hanno un grande senso di
attaccamento all’Azienda. Quindi, quando le tecnologie cambieranno e siamo nel pieno
cambiamento, sarà importante riuscire a riqualificare le eventuali professionalità che
non dovessero più servire per le vecchie tecnologie e riadattarle a quelle nuove,
mantenendo così inalterato almeno l’assetto produttivo attuale e dando anche un po’ di
serenità a tutti noi, ai nostri colleghi e ovviamente alle relative famiglie, perché abbiamo
visto qual è anche l’impatto sociale ed economico sul territorio delle persone.
Io non credo di voler aggiungere altro, se non che dobbiamo fare attenzione alla
gestione della frugalità e allo sfruttamento, il magnifico Rettore Saracco prima aveva
citato la possibilità di utilizzare persone di ingegnerizzazione di aree che sono
socialmente più deboli nel Nord dell’Africa, dobbiamo solo fare attenzione a non
spostare troppo l’asse e a non cercare il ribasso su costi e prezzi, perché è chiaro che la
concorrenza, da questo punto di vista, sarebbe più sleale, pur ovviamente a parità di
prestazioni che possono essere offerte. Il messaggio che vogliamo dare è la nostra
disponibilità l’abbiamo sempre data e i colleghi dell’Organizzazione Sindacale che mi
hanno preceduto, oltre ai messaggi che hanno mandato, hanno comunque sottolineato o
comunque è emerso, ma lo sappiamo perché con loro quotidianamente condividiamo la
gestione delle relazioni industriali con l’Azienda e con tutti i problemi che in questo
momento abbiamo dal punto di vista degli ammortizzatori sociali; siamo disponibili con
loro, ovviamente, a trattare, per mantenere inalterato l’assetto produttivo. Aspettiamo, a
questo punto, con ansia la parte di un nuovo Piano industriale che coinvolga ovviamente
anche la parte importante delle strutture centrali, che in questo momento, ricordo a tutti,
è il più grande stabilimento produttivo nell’area torinese. Grazie per la possibilità, un
caro saluto a tutti e buona giornata.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie anche a lei. Procediamo adesso con l’ultimo intervento previsto per la giornata,
quindi per la Città di Torino prende la parola la Sindaca Chiara Appendino. Prego,
Sindaca.

APPENDINO Chiara (Sindaca)
Grazie, Presidente. Mi scuso con tutti i Consiglieri e le Consigliere e chi è intervenuto,
ma non posso attaccare il video perché, essendo andati un po’ lunghi sugli orari, sono da
telefono e quindi non possa farlo.
Voglio ringraziare tutti i contributi, ho seguito sin dall’inizio il Consiglio, che credo sia
stato utile come momento di confronto su un tema che oggettivamente è un tema che sta
a cuore a tutta la nostra comunità. È stato… ovviamente l’Automotive è stato in passato,
è tuttora in presente e dovrà essere anche in futuro uno degli assi portanti della nostra
Città. Dobbiamo - come in parte è stato detto anche nell’ultimo intervento, ed è stato
ripetuto anche ovviamente creando alla fine alcune questioni che sono state già poste -
renderci tutti conto del fatto che stiamo parlando di una filiera che sta affrontando e ha
affrontato grandissimi cambiamenti, peraltro molto molto veloci. E quindi penso, come
è stato detto, ad esempio, alla transizione ecologica che sta avvenendo in modo
significativo, parliamo di elettrificazione ad idrogeno; penso alla mobilità, come sta
cambiando in modo radicale, una mobilità che sta diventando sempre più un concetto di
mobilità come servizio, e penso alla rivoluzione tecnologica di innovazione, come sta
trasformando. Qualcuno prima è intervenuto dicendo: “Avremo dei grandi computer su
quattro ruote” e questo significa, come voi sapete, perché siete più addentro al Settore di
me, che questa rivoluzione tecnologica cambia anche tutta una serie di equilibri. Dico
questo perché, da questo punto di vista, l’Amministrazione e tutti i soggetti che ne
fanno parte hanno cercato in questi anni di favorire quell’ecosistema, per far sì che
fossimo pronti, come territorio, il più possibile, per affrontare questi grandi
cambiamenti. Faccio tre esempi: si sono citate l’elettrificazione, guardate, noi siamo la
Città che in questi anni ha lavorato più velocemente sull’istallazione delle colonnine,
con tutte le difficoltà normative che esistono, purtroppo oggi istallare una colonnina è
un percorso complicatissimo dal punto di vista burocratico, e lo dicono i numeri,
abbiamo fatto un bando nel 2018 che ha portato ad avere 300 colonnine autorizzate, di
cui 100 istallate, poi con il Covid si è rallentato, ma chiuderemo queste istallazioni.
Faccio questo esempio perché cosa significa? Significa che giustamente, com’è stato
detto da qualcuno dei rappresentanti sindacali, noi tutti abbiamo il dovere di rendere il
territorio attrattivo per questi grandi cambiamenti. Penso alla mobilità, torno al secondo
punto, mobilità come sevizio, cosa significa? Che con FCA - è stato citato prima -
abbiamo lavorato su Leasys, perché il concetto di mobilità sta stravolgendo anche il
concetto stesso di proprietà privata dell’auto. Immaginiamo ormai un sistema di
trasporto interconnesso, dove ogni pezzetto fa parte di una grande rete e in questo
concetto la proprietà sarà sempre più diffusa e forse sempre meno privata, soprattutto
nelle grandi città, nei contesti urbani. Allora anche qui dobbiamo creare l’ecosistema e
in questo senso ci siamo mossi, ad esempio, appunto, con Leasys tramite FCA, facendo
un lavoro insieme. Penso al tema della tecnologia, il terzo punto che ho citato, come
cambia e come sta cambiando e cambierà l’auto: pensiamo al fatto che siamo stati la
prima più grande Città, con tutti gli attori, che ringrazio, che in molti hanno partecipato
ai nostri atenei, a costruire un percorso di sperimentazione per la guida autonoma,
perché è lì che ci dobbiamo porre in ottica futura, e questo lavoro è stato possibile
perché c’è stata una collaborazione tra Istituzioni, che ha portato anche a risultati
importanti che sono stati citati (incomprensibile): penso all’Area di Crisi, penso ai 20
milioni, appunto, per la mobilità. L’Area di Crisi sta portando a costruire due grandi
spazi: Aerospazio, quella cittadella in corso Marche, e Automotive per quanto riguarda
TNE, quindi a Manifattura 4.0. Perché dico questo? Perché il nostro territorio, dal mio
punto di vista - e credo che lo possiamo condividere tutti -, ha tutte le competenze e ha
tutto l’ecosistema necessario per poter essere al centro della rivoluzione dell’Auto, che
sta avvenendo e avverrà in modo sempre più veloce. Allora questo cosa significa?
Significa non solo tutelare - mi sento di dire - le filiere che noi abbiamo, le piccole e
medie imprese, ma anche giustamente, com’è stato raccontato, tutti quei lavoratori e
quelle lavoratrici che per anni hanno acquistato competenze e professionalità, è un
insieme di risorse materiali e immateriali che noi abbiamo. Allora, da questo punto di
vista io penso che sia un dovere morale tutelarle, ognuno di noi può fare un pezzetto e
credo che ognuno di noi stia cercando di farlo. E in questo senso chiudo tornando alla
questione Stellantis: la questione Stellantis, come tutti i grandi cambiamenti, può essere
un’opportunità come può essere un rischio. Tutti l’abbiamo accolta come una grande
opportunità, proprio a fronte di questi grandi cambiamenti, e tale deve continuare ad
essere, e non a caso io ringrazio il dottor Mele per le parole e gli esempi che ha citato di
collaborazione, però non basta, dobbiamo fare di più, dobbiamo fare di più tutti insieme
per tutelare, ripeto, quello che è il nostro territorio e futuro del nostro territorio, che non
potrà fare a meno della filiera dell’Auto e di tutti i suoi grandi cambiamenti che ci
saranno nei prossimi anni.
Non è chiaro oggi che cosa accadrà a Torino e quindi è assolutamente legittimo che ci
sia preoccupazione, la preoccupazione vostra è anche nostra. E in questo senso, quando
ho letto, come dire, le parole che ci sono state verso i Quotidiani francesi, non è che non
stessimo seguendo prima la cosa, la stavamo seguendo, ma mi sono allarmata
ulteriormente e da lì è nata una lettera che abbiamo mandato ovviamente al Presidente
Draghi, a nome mio, ma credo che rappresenti un po’ il sentimento di tutta la Città, in
cui abbiamo ribadito che Torino merita di essere tutelata, sia dal punto di vista
dell’occupazione che dal punto di vista del suo innegabile ruolo di punto di riferimento
mondiale del Settore dell’Auto. La scorsa settimana c’è stato un ulteriore incontro tra i
Sindaci metropolitani e il Presidente Draghi, in realtà l’oggetto era il Recovery Fund, e
ho nuovamente segnalato questa nostra preoccupazione per la filiera non solo di Torino,
ma parliamo del nostro Paese, e io sono convinta che questo sia un momento storico,
sono convita che il nostro territorio abbia tutte le professionalità e competenze e sono
convinta che tutti coloro che sono intervenuti, coloro che fanno parte di questa filiera,
facendo sentire la nostra voce, con le Istituzioni che hanno collaborato, tutte insieme, su
tutti i progetti che abbiamo fatto, e sono stati citati, dall’Area di Crisi, ripeto, al
Competence Center, al lavoro fatto su TNE, eccetera, ecco tutto questo ci deve portare
nuovamente a continuare a far sentire la nostra voce, affinché il Governo, con le sue
politiche industriali, e Stellantis accompagnata evidentemente dal Governo, cosa che sta
accadendo in Francia, possa tutelare e, mi sento di dire, migliorare e spingere il nostro
Settore tenendo al centro le competenze e la professionalità di Torino, e questo
Consiglio Comunale credo oggi sia servito anche a questo. Grazie, Presidente.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei, Sindaca Appendino. Come ho avuto modo… non sono previsti adesso
ulteriori interventi. Io colgo l’occasione, in conclusione, per ringraziare tutti i nostri
invitati che hanno risposto positivamente al nostro invito.
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