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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 26 Aprile 2021 ore 13,00
Paragrafo n. 9
INTERPELLANZA 2021-00174
COOPERAZIONE NELLA CAMPAGNA VACCINALE: AGEVOLAZIONI PER IL TRASPORTO IN TAXI.
Interventi
ARTESIO Eleonora
Presente.

ARTESIO Eleonora
Conviene che io descriva l'oggetto della questione, perché nella puntuale risposta di
riferimento normativo abbiamo trascurato di rendere comprensibile a chi ci ascolta
l’oggetto della questione. L’oggetto della questione è l'utilizzo di un fondo vincolato
determinato dalle normative nazionali ricordate dall'Assessore, affinché persone in
particolari condizioni di fragilità dovute all'età e dovute alle difficoltà di mobilità
possano più agevolmente raggiungere le prestazioni che riguardano i sistemi di
prevenzione relativamente alla diffusione del Covid-19, quindi possano agevolmente
raggiungere i centri vaccinali, in specie. Ora, la questione è stata descritta dall'Assessore
relativamente alle difficoltà normative, il che evidentemente intristisce perché rimanda
all'idea di un’attività legislativa decisamente svincolata dai dati di praticabilità e di
operatività che invece dovrebbero essere un criterio guida di ogni definizione a carattere
legislativo, specialmente se innovativa. Quindi io posso soltanto dispiacermi di due
cose: una, della genericità rispetto all’impraticabilità di questo vantaggio e due, del fatto
che però il Comune è stato individuato come soggetto portatore di un ritardo, rispetto
alla definizione delle categorie fragili nelle diverse manifestazioni degli operatori dei
servizi taxi che, giustamente, a mio modo di vedere, ne rivendicavano l'applicazione,
ma lamentavano i ritardi in capo alle Amministrazioni Locali. La questione della
insufficienza normativa non assolve però, dal mio punto di vista, il Comune da
un'attività di carattere promozionale, che era esattamente quella mutuata dagli esempi di
altre città italiane, a cominciare dall'Amministrazione Capitolina, in cui attraverso
accordi con le categorie di rappresentanza dei tassisti e attraverso concorsi di risorse
erogate volontariamente da soggetti che fanno della filantropia o dello sviluppo locale
una delle loro mission, si era potuto agevolare la partecipazione delle persone
ultraottantenni ai vari hub di vaccinazione, consentendo loro di pagare una tariffa
concordata, piuttosto che di vedersi ridotto significativamente il costo della prestazione,
la quale differenza veniva compensata da questo contributo dato esattamente per questa
finalità. Ora, dalla risposta dell'Assessore si evincerebbe la indisponibilità delle
organizzazioni degli operatori dei taxi. Immagino che la indisponibilità sia correlata al
fatto di non avere garanzie sui rimborsi e non sembrerebbe che nella Città di Torino si
siano attivate iniziative volontarie di finanziatori volti a garantire questo tipo di
vantaggi e di semplificazioni per una popolazione fragile, la cui tutela è un interesse
collettivo e a cui siamo, evidentemente, tutti molto attenti e non casualmente a cui le
norme nazionali dedicano la priorità nelle campagne vaccinali. Ora, io non so se questa
indisponibilità sia frutto di una valutazione autonoma degli organismi a cui
abitualmente ci rivolgiamo per chiedere sostegni e concorso di aiuto, o se sia esito di
una non sufficiente sollecitazione dell'Amministrazione Comunale. E concludo
esattamente su questo aspetto: come le colleghe e i colleghi avranno notato,
mediamente, le interpellanze che presento fanno riferimento all'interesse generale dei
soggetti…, generale e a quello dei soggetti più vulnerabili, perché credo che in questa
fase l'Amministrazione Comunale non possa sottrarsi a quello che è un compito che è
definito per legge in capo al Sindaco, come il garante della salute della propria
comunità, ed è definito per legge in capo alle comunità locali che partecipano alle
Conferenze di Programmazione socio sanitaria attraverso i Comuni e nel nostro caso
attraverso le Circoscrizioni. Quello che mi spiace rilevare è una distanza, almeno così si
rileva dal sistema di informazione, della Città di Torino rispetto alla cooperazione
nell'andamento della campagna vaccinale e quindi nell'andamento della sostenibilità
della protezione dalla diffusione della pandemia. Io ho letto di Amministrazioni vicine a
noi, cito quella di Pinerolo. Ho continuato a citare Amministrazioni dello stesso segno
politico di questa nostra Amministrazione, perché mi pare più facile per i colleghi della
Giunta riferirsi ad Amministrazioni di eguale segno politico, che si sono prodigate per
individuare le sedi che potessero ampliare i punti di riferimento delle vaccinazioni. Non
ho mai sentito una proposta da parte della Città di Torino in questa direzione. Questo
esempio che ho voluto citare andava nella direzione, appunto, di vedere il Comune
come attore positivo e favorevole nelle semplificazioni e nelle accessibilità rispetto ad
una funzione primaria di tutela della salute della nostra popolazione. Mi pare cioè che la
Città di Torino sia soprattutto spettatore di questo momento così delicato di tutela della
salute di tutti noi e dei soggetti più vulnerabili in particolare e questo mi dispiace. Mi
dispiace non soltanto perché io credo veniamo meno ad un obbligo legislativo, ma
anche perché mi domando se questo sia l'esito di una non volontà della Regione e
dell’ASL Città di Torino di coinvolgere il Comune di riferimento e mi stupirei,
soprattutto mi stupisco del fatto che per individuare nuove sedi dei centri di
vaccinazione si stipulino accordi di cooperazione con soggetti privati…

ARTESIO Eleonora
(Incomprensibile)… ovviamente va il merito, ma non alle opportunità rese disponibili
dalla Pubblica Amministrazione.

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