Interventi |
FERRERO Viviana (Vicepresidente) Sì, grazie, Presidente. Io ringrazio tutti quelli che hanno partecipato alla stesura di questo documento, in particolare la Consigliera Carlevaris di cui concordo quasi su tutto quello che ha detto, in particolare sulla necessità assoluta di riequilibrare il genere. Devo dire che nel suo elencare quali siano, appunto, le percentuali in cui anche le donne sono rappresentate, ci rappresenta una situazione, comunque, anche che va contestualizzata al periodo storico in cui la maggior parte di queste intitolazioni sono state fatte e quindi all’800 e quindi abbiamo, sicuramente, più nobildonne e più Sante di magari altre figure come le Partigiane che, comunque, hanno tanto rappresentato anche questa città, Medaglia d’oro alla Resistenza. Devo dire che, se però ci danno torto i numeri guardati nell’insieme, devo dire che il secondo corso più lungo di Torino è corso Regina Margherita che, comunque, sono otto chilometri di corso, mentre tutti gli altri, diciamo, nei primi cinque abbiamo solo intitolazioni a Stati e quindi: corso Francia; corso Unione Sovietica; via Nizza e Giulio Cesare. Una delle cose su cui invece volevo fare un piccolo appunto è la questione delle lapidi e dei cippi, perché io ritengo, e di questo ne abbiamo già parlato, che la casualità con cui certe situazioni vanno a formarsi o avvengono non può, in qualche modo, essere riequilibrata nel genere; nel senso che, se io prendessi ad esempio la questione delle pietre di inciampo, non potrei mai basarmi su un riequilibrio di genere, perché, purtroppo, chi è stato deportato, è stato deportato e non importa molto il genere; stessa cosa se si trattasse di incidenti, di attentati o di situazioni, comunque, in cui, appunto, sono stati coinvolti cittadini che, proprio per l’evento, diciamo, traumatico, in qualche modo, non possono più avere genere. Detto questo, io concordo totalmente e fortemente e vorrei anche che si innestassero però degli strumenti per raccontare la città al femminile, perché esiste proprio anche una storia che adesso nei libri di storia… io ho avuto modo, avendo tanti figli di diverse età, di vedere proprio un cambiamento anche di storia raccontata attraverso il femminile nella storia; cioè, sui libri di storia di quando io ero ragazza non vi era questa storia femminile. Quindi abbiamo bisogno proprio di un lavoro e della necessità di recuperare le storie di valore, di coraggio, ecco; queste storie vanno comunque in qualche modo… proprio perché questo riequilibrio deve nascere da una volontà di racconto della Città. Quindi, come dico, io sono assolutamente a favore di tutto quello che è stato proposto; ho solo una piccola perplessità sul punto n. 2, sulla questione delle lapidi e dei cippi e penso di aver detto praticamente tutto. Sì. Grazie, Presidente. |