Interventi |
FERRERO Viviana (Vicepresidente) Sì, grazie Presidente. Io ho partecipato con attenzione a tutto il percorso di candidatura di Torino Capitale della Cultura e credo che Torino ne abbia le qualità, la possibilità, l’ambizione legata alla sua… (incomprensibile) storia, è una città reale, religiosa, militare, città barocca, città delle stamperie, della tecnologia, delle auto e anche delle nuove tecnologie emergenti. Torino culturale va declinata nei suoi luoghi, che non sono riproducibili o copiabili, e ricordiamo che in questo momento è anche molto importante pensare, appunto, proprio alle caratteristiche storiche degli spazi che si vanno anche ad individuare; città dei santi sociali, della solidarietà e della cultura, questo è un aspetto che è venuto fuori che mi piace e voglio in qualche modo far rilevare, perché è un aspetto importante che la cultura sia anche solidarietà; città medaglia d’oro della Resistenza e quindi della lotta alla dittatura. Un processo di candidatura che è una mappatura, che attiva interessi, che traccia l’ordito di un tappeto sicuramente più grande, che innesta curiosità, interesse, stimola la volontà di provarci, ecco, noi abbiamo bisogno, in un periodo anche post pandemico, di guardare lontano, di fissare un obiettivo e di cercare anche di raggiungerlo. Ecco, questa volontà di provarci può riqualificare i territori, può avviare processi di trasformazione e anche di riqualificazione. Sociologicamente innestare quelle reti che poi creano altre reti, è un processo di candidatura, innesta un percorso e io credo che, come a me piace sempre citare, “La cultura è l’unico bene dell’umanità che, diviso fra tutti, anziché diminuire diventa più grande”, è una citazione di Hans-Georg Gadamer. Ecco, noi abbiamo voluto lavorare su questa candidatura, anche se i tempi saranno molto lontani e non sarà la prossima Consiliatura e neanche quella successiva che si occuperanno di gestire. È una possibilità rivolta anche alle future generazioni per quel lavoro che, in qualche modo, abbiamo voluto sempre innestare, ma anche pensando, appunto, a Torino che va raccontata, e io credo che già nel racconto, già nell’intenzionalità di questo processo ci sia già una piccola vittoria. È un po’ come nella poesia di Kavafis che diceva che non è importante arrivare a Itaca, ma è il percorso che hai fatto per arrivarci che ti porta in qualche modo a comprendere la bellezza della tua isola, anche se questa è rocciosa e non è particolarmente fertile. Ecco, il percorso, un buon percorso è sempre un modo interessante, strutturante di una ricerca di socialità, di una ricerca di cultura che si innesta, appunto, nel ricavare e nell’innestare reti tra i vari soggetti culturali, che, come abbiamo visto proprio dalla… (incomprensibile), sono tanti, differenti ma in qualche modo che possano interagire per creare un buon protocollo di candidatura per Torino. Torino ha bisogno di guardare avanti e di fissare degli obiettivi. Quindi, io ringrazio tutti quelli che hanno in qualche modo partecipato e dato contributi a questa candidatura, perché la ritengo estremamente significativa, anche se veramente dobbiamo fare un po’ uno sforzo temporale nell’immaginarla nel tempo, appunto, dei 12 anni. Grazie. |