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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 22 Marzo 2021 ore 13,00
Paragrafo n. 15

Comunicazioni del Presidente su “Lettura comunicato sulla giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie e sulla giornata internazionale per l'eliminazione della discriminazione razziale” - Minuto di silenzio.
Interventi
SICARI Francesco (Presidente)
Prima di procedere con i nostri lavori, la Conferenza dei Capigruppo ha deciso di
avviare i nostri lavori con la lettura di due comunicati di cui adesso andrò a dare lettura,
e poi inizieremo con i nostri lavori.
“Ieri, 21 marzo 2021, si è celebrata la 26ª Giornata della Memoria e dell’Impegno in
ricordo delle vittime innocenti delle mafie, giornata che con Legge n. 20 dell’8 marzo
2017 è stata ufficialmente riconosciuta dallo Stato. La data del 21 marzo fu scelta da
Libera nel 1996 perché in quel giorno di risveglio della natura si rinnovi la primavera
della verità e della giustizia sociale. Da allora, ogni 21 marzo il profumo della
primavera è anche più intenso, respiriamo un’aria diversa, intrisa di consapevolezza,
ricordo, voglia di legalità e giustizia. Giornata della Memoria e dell’Impegno, due
parole sulle quali dobbiamo soffermarci a riflettere: il nostro Paese ha pagato e paga
purtroppo ancora un prezzo molto alto in termini di perdita di vite umane e non solo;
negli anni le mafie hanno ucciso tante, troppe persone: 1.031 uomini, donne e bambini
innocenti. L’elenco che ogni anno viene letto, e purtroppo aggiornato durante le
manifestazioni in tutta Italia, è tristemente lungo, ogni vittima aveva un nome ed un
cognome, una famiglia, una storia, sogni e desideri che si sono infranti in maniera
violenta ed inaspettata. Il loro ricordo deve essere per tutti noi - cittadini ed
Amministratori pubblici - lo sprono per impegnarci su due fronti: da una parte
continuare nel lavoro di promozione della cultura della legalità e del rispetto delle
regole nelle scuole, dove ogni classe rappresenta una piccola comunità, una società in
miniatura, la prima all’interno della quale gli studenti imparano a convivere con gli altri;
insegnare loro a riconoscere diritti e doveri, diffondendo il rispetto dell’altro, delle
regole e delle leggi nei diversi contesti urbani e all’interno delle comunità scolastiche è
di fondamentale importanza; insegnare loro il significato profondo delle parole “Stato”,
“Giustizia” e “Legge”. Borsellino sosteneva che “Se la gioventù le negherà il consenso,
anche l’onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo”. Dall’altra, fornire alle
Forze dell’Ordine, alle Polizie Locali ed ai Magistrati, che non devono mai essere
lasciati da soli, tutti gli strumenti legislativi necessari per contrastare seriamente le
mafie. Sempre Borsellino sosteneva che “Quando la lotta alle mafie viene delegata solo
alla Magistratura ed alle Forze dell’Ordine, non si incide sulle cause di questo fenomeno
criminale”. Quest’anno lo slogan scelto è stato: “A ricordare e riveder le stelle”; questi
nomi e le loro storie devono essere ricordate, devono stare dentro le nostre anime, nelle
quali la speranza di vivere in un modo diversa viva e combatta ogni giorno affinché
questo si realizzi. Il desiderio di riveder le stelle è lo sprono che ci deve dare la forza di
superare la pandemia e di mantenere alta l’attenzione alla fine della medesima. Le stelle
che brilleranno, la necessità di buoni auspici, di luce che illumina e ci dà energia
serviranno perché sappiamo bene che dopo ogni pandemia, catastrofe naturale, ed in
generale dopo ogni calamità, le mafie - uniche ad avere a disposizione liquidità
immediate - sono pronte ad insinuarsi nel tessuto economico della società durante la
fase della ricostruzione. Le stelle che brillano siamo, dobbiamo essere noi, cittadini ed
Amministratori pubblici, che rispettiamo le regole, che educhiamo i nostri figli alla
legalità spiegando loro che le soddisfazioni più grandi si ottengono e gli obiettivi si
raggiungono solo con l’impegno ed il sacrificio, e che se qualcuno dovesse indicare loro
una scorciatoia, una strada più veloce e più facile, un aiuto per raggiungerli, non
dovranno accettarlo e, anzi, dovranno cercare di far capire a quella stessa persona che
non è corretto. Siamo tutti protagonisti e testimoni di una società migliore, che esiste
quando ricordiamo le vittime innocenti ed i Magistrati che hanno perso la vita per
offrirci un mondo giusto ed onesto. Falcone riteneva che “La mafia è un fenomeno
umano e, come tutti i fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione, e avrà
quindi anche una fine. Un giorno arriverà la fine, non avremo più vittime innocenti,
respireremo a pieni polmoni l’aria di primavera e sentiremo solo la bellezza del fresco
profumo della libertà”. Procedo adesso con la lettura del secondo comunicato: “Il
razzismo non guarda solo chi ne è vittima; al contrario, esattamente come per sessismo
e omofobia, una società equa giusta si può raggiungere solo se tutti e tutte, in particolare
chi vive in una situazione di sicurezza e di privilegio, fa la sua parte. A partire dalle
istituzioni. Non commettiamo l’errore di considerare come razzismo soltanto i casi più
eclatanti, come le aggressioni, gli insulti sull’autobus, i comportamenti individuali, è
importante riconoscere e affrontare fenomeni di razzismo strutturale e istituzionale che
ostacolano l’accesso al lavoro, alla casa, alla partecipazione sociale, ad avere una
propria voce nel dibattito politico e che riguardano solo a Torino più di 150.000
concittadini e concittadine potenzialmente vittime di razzismo. La nostra Costituzione ci
ricorda che è compito della Repubblica, nelle sue diverse articolazioni, rimuovere ogni
ostacolo alla piena realizzazione delle persone”. Per questo, e per ciò che ho avuto
modo di leggere, in occasione del 21 marzo, Giornata Internazionale per l’Eliminazione
delle Discriminazioni Razziali e Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle
vittime innocenti delle mafie, invito la Sala Rossa ad osservare un minuto di silenzio per
tutte le persone vittime di razzismo e delle mafie.
(La Sala Rossa osserva un minuto di silenzio

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