Interventi |
CURATELLA Cataldo Ci sono. CURATELLA Cataldo Grazie, Presidente. Ringrazio l’Assessora Schellino per la risposta. Chiedo di avere comunque la documentazione, magari è qualcosa di integrativo rispetto a quello che era emerso già in Commissione. Io questa interpellanza l'avevo presentata a valle appunto dell'intervento al 4 febbraio, preoccupato delle modalità di gestione di quell'intervento e di che cosa era accaduto anche a valle di tale intervento anche soltanto a livello mediatico, però oggi rilevo un dato, che è il dato associato al censimento ultimo a cui fa riferimento l’Assessore, a quanto pare essere l'ultimo disponibile, del 2014, in cui ben sette anni fa erano state individuate, comunque censite 1.700 persone, persone, perché comunque parliamo di persone, che a causa di diversi percorsi, diverse problematiche di tipo sociale, di tipo familiare, di tipo economico, purtroppo si sono trovate a non avere più una dimora e quindi sono finiti in quel gran contenitore che normalmente noi indichiamo come senza fissa dimora. Mi fa specie perché in una delle ultime Commissioni, quando avevamo chiesto di avere un'idea di quale fosse l'entità di questo fenomeno sulla Città di Torino, perché per attuare, per definire, innanzitutto, per poi attuare delle politiche da parte dell'Amministrazione in relazione all’accompagnamento, all'aiuto, all'assistenza di tali persone è fondamentale capirne l’impatto. Noi avevamo sempre fatto presente le 5.300 persone iscritte alla Casa Comunale, ci era stato detto che non era attendibile, però finalmente scopriamo che gli ultimi dati in possesso della Città sono del 2014. E va bene che sia difficile da censire questo dato, da capire questa problematica, però credo che l’Amministrazione già con l'inizio dell'anno scorso avrebbe dovuto farsi carico di censire o di capire qual era la situazione. Visto che è stato detto che circa tremila persone hanno fatto affidamento ai servizi della Città suddivisi in diversi ambiti, quando una persona si avvicina ai Servizi sociali o quando i Servizi sociali si avvicinano a delle persone con delle difficoltà fanno un minimo di richiesta per comprendere la problematica? Problemi di tipo psichiatrico? Problemi legati alla salute, ad esempio al diabete? Problemi di tipo familiare legati anche a violenza all'interno dei nuclei familiari perché sono diverse le storie che possono portare a questa situazione e a seconda della specifica storia la Città, l'Amministrazione, i Servizi sociali devono operare in modo opportuno in relazione a quella storia, a quella situazione. D’accordo, si partirà quest’anno, ma ad oggi i 1.000 posti, quindi gli 800 precedenti più i 200 trovati dalla Città di cui stiamo parlando in questi mesi già soltanto facendo riferimento al 2014 ci danno un'indicazione che abbiamo sottostimato almeno del 30% l'impatto di questa situazione. Proprio oggi abbiamo letto tutti quanti, credo, l'analisi, la denuncia fatta dal Presidente di Confesercenti di Torino che i ritardi che si stanno avendo nei ristori, ad esempio, faccio giusto un esempio per fare un esempio diverso dal classico, sta portando al rischio, porterà al rischio di sfratto delle attività commerciali con relativa chiusura. Questo a cascata porterà alla perdita di lavoro di tanti ragazzi, ragazze, persone più o meno giovani che adesso vivono all'interno dell'attività del commercio nel tessuto sociale ed economica della nostra città, quindi ci sarà una effetto a cascata, a valanga, che rischia di aumentare ed incrementare in modo esponenziale il numero di persone che hanno necessità di fare affidamento ai Servizi sociali della Città e ad oggi, dopo un anno, è preoccupante che la Città non abbia ancora idea del fenomeno, dell'entità di questo fenomeno, di quante risorse la Città deve mettere a disposizione per poter dare a tutti la possibilità di avere sia assistenza, ma soprattutto di poter essere reinseriti all'interno della società, di potersi reinventare, ritrovare fiducia in se stessi, innanzitutto, fiducia nell'Amministrazione, nelle istituzioni, e fiducia negli altri. Purtroppo io mi rendo conto, Assessore, che ci sono situazioni diverse che alcune persone effettivamente pongono delle difficoltà, non vogliono inserirsi all'interno di percorsi di recupero, di assistenza, però la Città non può arrendersi e dire: “No, non ha bisogno” e questo tipo di situazione che sono accadute, il 4 febbraio quest'anno, ma ricordiamo anche il 4 maggio 2020 con la chiusura del Punto Freddo in piazza D’Armi sono un segnale tremendo per le persone in difficoltà, un'Amministrazione che interviene solo per bastonare. Quindi aspetto di avere il testo della risposta e chiudo ringraziando. |