Interventi |
ARTESIO Eleonora Grazie. Io avrei ascoltato volentieri l’immane lavoro di programmazione a cui ha fatto riferimento la Consigliera Azzarà e forse sarebbe stata una buona occasione per ascoltare la richiesta di comunicazioni sull’argomento, che fu respinta due settimane fa. Così come sarebbe stata una buona occasione procedere nella discussione sulla mozione a mia firma che chiedeva al Comune di rendere esplicito quale fosse la programmazione in ordine alle future sedi dei CPIA, onde evitare che questo segmento dell’istruzione che, ci veniva ricordato prima, attiene a un importante sviluppo del diritto allo studio, sia di volta in volta raccontato come la corsa di una struttura che non ha risorse logistiche sufficienti per essere collocata altrove con le reazioni inevitabili dell’altrove. Proprio perché non sono gli studenti del CPIA di secondo rango nell’esercizio al diritto allo studio meriterebbero di vedersi riservata una programmazione propria e non di essere vissuti come coloro che vanno ad utilizzare gli spazi altrui. Sarò assolutamente schematica. Intanto, credo che l’andamento delle iscrizioni dipenda anche molto dalla fermezza e convinzione con la quale si propone l’offerta formativa; se si trascorre un anno a dire che una scuola probabilmente si sposterà altrove, è abbastanza evidente che gli orientamenti delle famiglie non potranno muoversi su una certezza di continuità e quindi le iscrizioni diminuiranno. Secondo, ogni qualvolta si parla di riorganizzazione degli spazi scolastici, si deve sapere, ma credo che tutti lo sappiamo, che i ragionamenti logici, fondati sulle valutazioni di geometri e di ragionieri, sono assolutamente logici sulla carta, ma devono essere confrontati con quella particolare conoscenza del mondo scolastico che è fatta dagli attori della comunità scolastica, quindi dagli insegnati, dai genitori, dai dirigenti. So io, come sanno altri, che i rispettivi organi di istituto hanno rigettato le proposte che sono state avanzate dal Comune e non si fanno ipotesi di riorganizzazione contro l’intenzione di coloro che ogni giorno conducono la vita scolastica e definiscono la qualità dell’offerta formativa attraverso il loro lavoro perché, prima del ragionamento sui metri quadri, va ascoltata la voce di chi vive quotidianamente all’interno delle Istituzioni scolastiche. Terzo, in questa vicenda, che vede, appunto, la componente scolastica essersi espressa in modo contrario, rispetto alle due proposte del Comune, che noi conosciamo dagli organi di informazione perché questo Consiglio Comunale non ha avuto la possibilità di discuterne finora, il fatto che la componente scolastica, quindi, si sia dissociata e abbia affermato la necessità, rispetto ai propri programmi formativi, di proseguire nell’organizzazione attuale e di potenziare l’offerta educativa, vede contrapposte questa posizione con la posizione delle Istituzioni, Comune di Torino, Città Metropolitana e Circoscrizione. Ora, la domanda è, e non è più una domanda legata alla valutazione esclusivamente educativa: è utile, in un territorio della nostra Città, costruire una contrapposizione tra il livello istituzionale e la comunità locale? È utile, in un territorio, che spesso denuncia di essere ai margini dell’attenzione delle Istituzioni e di vivere e soffrire problemi di diseguaglianza, che l’Istituzione arrivi in quel territorio esercitando un rapporto di… ARTESIO Eleonora … propria possibilità di decidere e l’espressione invece del territorio locale? Io credo che non sia utile, non sia utile per l’obbiettivo scolastico, non sia utile per la qualità della relazione sociale in questa città e quindi suggerirei all’Amministrazione di ripensare i tempi e le scelte e di, se davvero vuole condividere la programmazione, aprire una discussione in merito. |