Interventi |
MAGLIANO Silvio Sì, grazie Presidente. Io intervengo su questo tema, che, come ha espresso chi mi ha preceduto, è un tema oggettivamente molto delicato. Non entro nel merito dell’elenco delle posizioni espresse dalla prima firmataria Carlevaris, rispetto a parte di un associazionismo che in alcuni casi utilizza dei toni troppi forti, dei toni oggettivamente provocatori, però da questo punto di vista c’è anche un’altra parte di associazionismo, che penso che sia ignorato, almeno da chi mi ha preceduto negli ultimi interventi, che è un associazionismo che invece non vuole né creare scandalo, né additare le donne o le famiglie o le coppie che decidono di interrompere la gravidanza in modo violento. Un associazionismo che penso, forse, qualcuno abbia incontrato, parlo dei Centri di Aiuto alla Vita, parlo del Movimento per la Vita, non sto parlando dunque delle associazioni che a mio giudizio - proprio quelle che si presentano davanti agli Ospedali con quella tipologia di volantini e con quella tipologia di manifestazioni -, invece, creano un ulteriore danno, un ulteriore danno, a mio giudizio, psicologico per chi è nel momento di decidere forse una delle cose più importanti della propria vita, se continuare una gravidanza o interromperla. Però c’è un mondo dell’associazionismo che è previsto della legge - e forse l’unica parte di questa Legge 194 che non è stata applicata è proprio l’inserimento dell’associazionismo -, c’è una parte di questo associazionismo, dicevo, che invece accompagna queste donne e, dai dati che risultano dal Movimento per la Vita, oltre il 60%, con punte del 70%, dipende dalla regione e dalle città, decidono di interrompere la gravidanza proprio per motivi economici e motivi lavorativi. E questo associazionismo è lo stesso che realizza il Progetto Gemma, cioè la possibilità di dare un contributo economico, fino a un certo numero di mesi, fino a una certa età del bambino, affinché almeno questo elemento venga eliminato, perché è evidente che, se una persona decide di interrompere una gravidanza per motivi economici, non stiamo parlando di libertà, stiamo parlando di costrizione, stiamo parlando di una scelta dolorosissima che di fatto avviene perché una donna pensa di non poter garantire un futuro, una sostenibilità economica al bambino o alla bambina che è in arrivo. Per cui, io capisco che su questo tema tutte le volte si decida di intervenire in maniera più o meno forte, più o meno violenta da una parte e dall’altra; io penso che sia sempre un grande dolore il fatto che una vita non possa nascere, è un grande dolore della donna, è un grande dolore della famiglia. Per cui, da questo punto di vista, io penso, invece, che ci sia un associazionismo che invece non fa rumore, ma che prova a dare una chance in più, perché prova a sostenere il tentativo, a volte complicatissimo, di accogliere una nuova vita. E sono convinto - ha ragione la Consigliera Artesio - sono convinto che le misure che dovremo mettere in campo... io mi ricordo, e penso si ricorderanno i colleghi, il Fondo Nasko, che era nato in Regione Lombardia, io nell’altra mia veste presenterò degli emendamenti al Bilancio regionale proprio perché venga istituito un fondo di questa natura, che sostenga chi oggi è privo di mezzi, ma sta aspettando un bambino, una bambina, di poter essere aiutato e sostenuto, perché forse è questo quello che la politica dovrebbe fare in questo momento: sostenere il più possibile chi decide di fare una scelta contro corrente, cioè quella di mettere al mondo dei figli. Detto questo, io sono convinto che il Regolamento è... come diceva il Consigliere Petrarulo, il problema non è questa determina dirigenziale, ma la delibera che è stata assunta anni orsono, ma sono anche abbastanza convinto che, se verrà realizzato un Albo delle associazioni, sia anche un modo da questo punto di vista per garantire la presenza delle associazioni, sia quelle a favore, sia quelle contro; poi a favore o contro mi pare... è anche... - mi scuso con i colleghi - è una modalità riduttiva, perché stiamo parlando comunque di qualcosa di assolutamente difficile e complesso da affrontare, però forse attraverso questo Albo saremmo in grado di mettere da parte associazioni che invece hanno solo fini provocatori e non veri fini di sostengo e aiuto all’accoglienza della vita. Per cui io non mi permetto di giudicare le posizioni politiche altrui, come ha fatto la prima firmataria, tra parentesi io penso che a Sanremo sia andata in atto una schifezza, che non ha niente a che fare con la cultura, ma solo con il prendersi beffa di 2.000 anni di storia e di tradizione del nostro Paese, che, volente o dolente, è comunque una tradizione cristiana. Ma, al di là di questo, così la Consigliere può annoverarmi tra i bigotti, però da questo punto di vista io penso che provare a inserire associazioni che veramente possano aiutare le donne a scegliere, in un caso e nell’altro lo dico, perché poi, mettendo in piedi un bando, ci sarà la possibilità di scegliere le associazioni più serie in assoluto, io penso che non sia affatto un errore. Detto questo - e concludo veramente - sono convito, come dice la Consigliera Artesio, che sarà necessario mettere più risorse possibili affinché su tutte le materie di cui ho parlato, dai nidi alla possibilità di far coesistere il ruolo di mamma e il ruolo di lavoratrice, ecco, questo sarà necessario farlo e farlo quanto prima. Chiaro è - e concludo Presidente - che, se, oltre a questa determina, poi la Regione non mette le risorse adeguate per sostenere la natalità, allora sì, allora sì è solamente una boutade politica, ma io non mi voglio schierare verso quell’orientamento e infatti cercherò di fare di tutto, per mia competenza e il mio ruolo nell’altra Istituzione nella quale sono eletto, e invece, di mettere maggiori risorse proprio per la natalità. Grazie, Presidente, ho concluso. |