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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 15 Marzo 2021 ore 13,00
Paragrafo n. 25
ORDINE DEL GIORNO 2021-08152
TUTELA DELLA SALUTE DELLA DONNA E DEL RUOLO DEI CONSULTORI.
Interventi
SICARI Francesco (Presidente)
Siamo, quindi, al punto n. 18, l’ordine del giorno n. mecc. 202108152, che ha come
oggetto:

“Tutela della salute della donna e del ruolo dei consultori”

SICARI Francesco (Presidente)
Firmato e presentato dalla Consigliera Carlevaris e sottoscritto da altri Consiglieri. Lo
discutiamo, in quanto è stato portato in Aula con articolo 93 del Regolamento del
Consiglio Comunale. Lascio, quindi, la parola adesso alla Consigliera Presidente
Carlevaris per illustrare l’atto. Prego.

CARLEVARIS Cinzia
Grazie, Presidente. Come ha evidenziato lei, questo è un atto che ha molte firme. Il fatto
lo conosciamo, credo, tutti, si tratta di questa novella iniziativa dell’Assessore regionale
Marrone, che fa seguito alle sue esternazioni di settembre, esternazioni che la Giunta
Cirio aveva assicurato non avrebbero avuto un seguito, e invece ci troviamo oggi con
una determina dirigenziale che prevede l’inserimento nei consultori anche delle
associazioni che abbiano nel proprio Statuto la finalità di tutela della vita fin dal
concepimento, quindi degli anti-abortisti, diciamo dei pro-gravidanza forzata, e questo è
stato fatto, appunto, con una determina, quindi un atto amministrativo e non politico,
quindi di fatto sottratto a qualsiasi dibattito pubblico e/o democratico. Una determina
che, immaginavo, potevo aspettarmi di vedere scritta sulla cartapecora, non su carta
intestata della Regione Piemonte nel 2021, che è veramente vergognoso. La Legge dello
Stato garantisce il diritto all’aborto tramite la Sanità pubblica, e se le Istituzioni stesse
chiamano a raccolta gli anti-abortisti all’interno del Servizio pubblico, proprio nei
percorsi assistenziali preposti a garantire un diritto, allora abbiamo un problema. Credo
che a tutte sia capitato, a me è capitato più volte di entrare al Sant’Anna, lato via
Ventimiglia, e di trovarmi, sul marciapiede davanti all’ingresso, dei volantinatori
molesti che, con fare accusatorio, mi davano dell’assassina, così, sulla sfiducia, senza
nemmeno sapere perché stessi entrando, solo perché ero donna; e invece di togliere
questi molestatori, che hanno il solo fine di colpevolizzare, invece di toglierli anche dai
marciapiedi, vorremmo addirittura farli entrare dentro. Io vi invito a fare un giro sulle
pagine web delle associazioni pro-vita: hanno attive, in questo momento, una trentina di
petizioni, con decine di migliaia di firme raccolte tra l’altro, troverete per esempio la
petizione al Governo per chiedere che l’aborto non sia considerato un intervento
indispensabile o urgente durante la pandemia, cioè chiedono la sospensione degli aborti
per decreto. Poi chiaramente trovate anche la petizione contro il DDL Zan, contro la
teoria gender nelle scuole, comunque sia, contro l’aborto chiaramente, affinché non sia
più riconosciuto come un diritto, ma poi anche contro l’eutanasia, le disposizioni fine
vita, addirittura c’è una petizione contro la blasfemia di Sanremo 2021 e anche una
contro i cartoni della Disney. Troverete anche dei percorsi di cura per le persone
omosessuali, che possono guarire avvicinandosi a Dio. Con tutta la necessaria
democratica tolleranza per il fondamentalismo, però fuori dai consultori pubblici, queste
associazioni considerano la donna che vuole abortire un’assassina, e non si può dire di
no perché i manifesti in giro hanno la loro firma sotto. Farli entrare nei consultori
significa approvare la loro pressione psicologica, che alla fine diventa una violenza
psicologica, perché il messaggio che sostengono è quello della donna assassina. E allora
non diventano più un supporto, ma diventano terrorismo psicologico, e siccome ogni
donna è libera di autodeterminarsi, a me questa iniziativa fa schifo.
La Regione vuole diminuire il numero degli aborti? Ma va benissimo; il trend, lo
sappiamo, nel corso degli anni è già calato, però va bene. Cioè, si vuole fare qualcosa?
Allora si faccia prevenzione: si inizi col distribuire i contraccettivi gratuitamente ai
giovani e alle donne, ma questa è la stessa Regione che non lo sta facendo, nonostante
abbia già approvato la relativa delibera nel 2018; ci si adoperi, allora, a fare una corretta
educazione sessuale nelle scuole, ma si è contrari anche a quello, all’educazione
sessuale, perché viene vista come se fosse una materia di chissà quale scalpore.
Però, per fare prevenzione, allora dobbiamo sostenere le politiche sociali, come il
reddito di cittadinanza, che dà un sostegno economico alle donne che si trovano in una
situazione svantaggiata, che non consentirebbe loro di mantenere un bambino, quindi
liberiamo la donna dal bisogno economico; e a quel punto, allora, rimane solo la libertà
di scelta, perché, sapendo che ha un sostegno economico, perché ha il reddito di
cittadinanza, sapendo che ha fatto sesso consapevole, perché ha avuto l’educazione
sessuale a scuola, sapendo che ha avuto accesso ai contraccettivi gratuiti, perché la
Regione deve darli in maniera gratuita, allora, se arriva a fare una scelta del genere, è
proprio solo perché è consapevole e libera e sa di volerlo fare.
Con questo ordine del giorno, infatti, noi chiediamo che, così come già stabilito e già
approvato dalla Giunta della Regione Piemonte con la deliberazione 300 del
3 luglio 2018, venga assicurato l’accesso gratuito ai contraccettivi nei consultori per i
giovani under 26 e per le donne in difficoltà fino ai 45 anni, delibera approvata, ma che
a distanza di tre anni è ancora in attesa di finanziamento, perché se l’obiettivo a cuore
della Giunta Regionale è seriamente quello di diminuire il numero degli aborti, allora la
strada che la Regione aveva individuato è quella corretta. E chiediamo ovviamente
anche che questa determina venga ritirata subito, perché è inaccettabile, perché è
irricevibile e perché è vergognosa. E forse chiederei anche all’Assessore, che oggi nella
Giunta Regionale si dichiara interessato e preoccupato per le donne, di ascoltarle le
donne prima di prendere iniziative, perché altrimenti ogni illuminato provvedimento -
tipo questo - si potrebbe ridurre - tipo questo - ad una personale e patriarcale, misogina,
sprezzante, faziosa iniziativa ideologica. Aggiungo anche un forte invito ad adeguare la
Legge Regionale elettorale del Piemonte alla doppia preferenza di genere, in
ottemperanza alla Legge dello Stato, anche questa di cinque anni fa, anche per evitare
questi scivoloni vergognosi. Ho finito Presidente, grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei, Presidente Carlevaris. Procediamo, adesso, con gli interventi. Ho la
Capogruppo Artesio, ne ha facoltà per cinque minuti. Prego.

ARTESIO Eleonora
Grazie. Il ringraziamento è esteso alla Presidente della Commissione Pari Opportunità,
che, anche rappresentandomi, ha offerto al Consiglio Comunale questa occasione di
dibattito. La questione si riduce a termini essenziali, evidenti a coloro che vogliono
interpretarli con l’utilità di pensiero e onestà di sentimento. Primo luogo: da quando è
stata istituita la Legge 194 sull’interruzione volontaria di gravidanza, ogni anno o
periodicamente il Parlamento redige una relazione sull’andamento delle interruzioni
volontarie di gravidanza ed è noto a tutti come, con andamenti prima differenziati, poi
via via più omogeni tra le Regioni, si siano ridotte, grazie alle attività di prevenzione e
di educazione alla contraccezione, le interruzioni di gravidanza. Questo è un dato
oggettivo, ma a certo fanatismo l’oggettività non interessa. Le leggi di questo Stato,
dalla Legge 194 alla Legge 405, istitutiva dei consultori pubblici, individuano come
destinataria principale la donna, e solo in capo ad essa può radicarsi il diritto
indifferibile e l’interesse soggettivo ad avvicinarsi, essere accolta, essere accompagnata,
essere sostenuta, dal punto di vista medico-sanitario e anche di supporto psicologico,
dal sistema sanitario nel suo insieme e, in specie, dall’organizzazione di rete dei
consultori territoriali e regionali. Questo a termini di legge, ma talvolta alcuni predicano
la legalità, soprattutto quando la pretendono dagli ultimi, ma dimenticano che la legalità
ha riconosciuto l’autodeterminazione della donna. Nella stessa determinazione di legge
si fa riferimento alle funzioni dei consultori pubblici, alle équipe professionali e
interdisciplinari che vi devono operare e al fatto anche che i consultori possono, -
“possono”, non “devono” - avvalersi delle collaborazioni volontarie di associazioni di
promozione sociale che concorrono al sostegno, laddove venisse richiesto dalle
interessate, relativamente al momento che si sta attraversando. Ora, la prima questione:
se si vuole potenziare - e sarebbe lodevole - il supporto del sistema sociale nei confronti
della condizione della donna nel momento in cui deve determinare la scelta di
continuare un percorso di gravidanza, in primo luogo ci si dovrebbe occupare che i
consultori abbiano sempre la dotazione delle équipe professionali nell’evoluzione dei
bisogni sociali che ai consultori si rivolgono, a cominciare, ad esempio, dal supporto
psicologico professionale nel servizio pubblico, a cominciare dai servizi di mediazione
interculturale professionale nel servizio pubblico. E quindi, dal punto di vista della
volontà di un ente di programmazione e gestione in ambito sanitario, quale la Regione,
questi sono stati e sarebbero i lodevoli interventi da praticarsi. Ma ancora, nel momento
in cui si vuole sollevare, come sembra indicare retoricamente l’intenzione, peraltro
applicata per via amministrativa, ma pubblicizzata per via politica della determina
regionale, di voler sollevare dal bisogno essenziale-primario di carattere sociale da parte
delle donne affinché possano scegliere liberamente, quindi sollevarle da quel pesante
pavimento che le trattiene nelle attuali diseguaglianza, come è già stato detto forse ci si
dovrebbe occupare di non ridurre le opportunità dei bonus per la frequenza agli asili
nido, forse ci si dovrebbe preoccupare di non ridurre gli assegni di studio, forse ci si
dovrebbe preoccupare di sostenere le cure domiciliari, cioè di sollevare tutta quella
complessa rete, che le donne conoscono, di conciliazione tra la propria identità
personale, professionale, lavorativa e l’insieme dei servizi di cura a cui sono chiamati
anche in direzione dell’infanzia. Ma non di questo ci si preoccupa. Ci si preoccupa di
non considerarle sufficientemente autonome e capaci di autodeterminarsi e di aver
quindi bisogno di essere supportate da associazioni che abbiano nel loro Statuto
originario la difesa della vita fin dal suo concepimento; peccato che la stessa Legge che
istituzionalizza i consultori, laddove preveda in ambito volontario, scelto dalle donne,
relativamente ad eventuali albi istituiti dalle ASL o dalle Regioni di rivolgersi ad
associazioni di volontariato, si chieda che queste si avvalgano di idonee caratteristiche
professionali, e questo non è casuale, perché non è banale ricordare, in tempi in cui si
pretende di rimuovere i principi legislativi e la realtà sociale, non è banale ricordare che
i legislatori, sull’onda di un movimento di partecipazione…

SICARI Francesco (Presidente)
La invito a concludere.

ARTESIO Eleonora
… (voci sovrapposte)… di individuare nei consultori quell’équipe di idonee qualifiche
professionali e tenute al segreto professionale, cioè al rispetto della persona e delle sue
scelte. Quindi, condivido la proposta di ordine del giorno e la forte richiesta alla
Regione di revoca di questa determinazione.

SICARI Francesco (Presidente)
La ringrazio Capogruppo Artesio. Procediamo con gli interventi, ho la Vicecapogruppo
Foglietta. Prego, ne ha facoltà per cinque minuti.

FOGLIETTA Chiara
Sì, grazie Presidente. Volevo ringraziare la collega Carlevaris per la stesura di questo
atto, che mi trova d’accordo. Io sono rimasta piuttosto imbarazzata dalle parole che
sono arrivate da un esponente della Giunta Regionale la scorsa settimana, come se non
fossimo in una pandemia, Presidente, come se nei nostri ospedali non ci fosse la coda di
pazienti che temono di avere il Covid, come se non ci fossero malati di cancro che
purtroppo non possono essere operati perché in questo momento la nostra Regione ha
una priorità, cioè cercare di fronteggiare un virus. Come se questa stessa Regione
Piemonte non avesse fatto di tutto per ingarbugliare le carte e perdersi il tracciamento da
tantissimi mesi, quella stessa Regione che ancora non ha vaccinato gli ultraottantenni,
Presidente, e quindi cosa c’è di meglio da fare in questo momento, che non piantare una
bandierina e fare mera propaganda elettorale? Presidente, ho letto alcune dichiarazioni
in cui c’è scritto che loro sono dalla parte delle donne, come se io in questo momento
fossi contro le donne. Io, a differenza di taluni, cerco di essere dalla parte della libertà,
dalla parte dell’autodeterminazione, dalla parte della coerenza, e non solo in campagna
elettorale. Lo diceva la collega Carlevaris, mi ha fatto abbastanza sorridere quando ha
citato la Legge Zan, ed è proprio quella Legge Zan in cui, se alcuni partiti avessero letto
esattamente la proposta di legge, visto che tanto si ergono a difensori del corpo della
donna, avrebbero dovuto sostenere la proposta di legge almeno alla Camera, visto che
cerca di porre un limite, un freno alla violenza, sì, sicuramente legata all’orientamento
sessuale e all’identità di genere, ma anche al genere, quindi alla misoginia, e anche
all’agonismo, quindi alla disabilità. Però, mi rendo conto che quello non fa propaganda
elettorale, Presidente, perché loro difendono solo ed esclusivamente le donne quando fa
comodo. Non è più neanche una questione di parte, come dicevo prima, io non credo
che la Regione riesca a portare avanti questo pensiero, perché io immagino che il
Presidente Cirio si ravveda, cerchi di tirare per le orecchie l’Assessore, che, in maniera
molto entusiasta, si siede dalla parte della verità, verità che indica lui e non indica
nessun altro, si ravveda, faccia un passo indietro e riporti la situazione alla realtà e al
rispetto della 194, che tanto e con tantissime battaglie e tanti sforzi è stata portata a casa
tanti anni fa e ancora deve essere difesa da taluni barbari. Grazie, Presidente.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei. Procediamo con l’intervento del Capogruppo Petrarulo, ne ha facoltà per
cinque minuti. Prego.

PETRARULO Raffaele
Grazie, Presidente. Sarò molto breve, non perché l’argomento non interessa, ma perché
è un argomento molto pernicioso sicuramente e alquanto... che interessa tutte le
categorie delle donne, quindi qui, come io dissi personalmente, naturalmente tempo
addietro: “La libera scelta delle donne deve essere sacrosanta”. In questo caso però noi
stiamo votando un atto, che naturalmente è un atto che va a incidere su una determina
dirigenziale, che è la conseguenza di una delibera del 2010, che è una delibera che non è
oggetto di questo, Presidente, ma è oggetto della delibera della Giunta Chiamparino,
quindi è un atto che va visto nell’atto giuridico di quello che è il vero senso, l’essenza
del documento stesso. Quindi, andare a incidere su una determina quando c’è una
delibera, lo dico io, la butto lì per dire naturalmente, ma perché non si va a normare
invece un Regolamento, che potrebbero essere quello a cui si devono attenere le varie
associazioni? Sia pro che contro, perché naturalmente lo dico da persona non addetta ai
lavori, insomma, sono un uomo, ma non penso di non poter capire cosa può succedere
all’interno di una famiglia o di una donna o di un qualsiasi altro essere che poi voglia
avere, quindi, naturalmente la liceità di poter scegliere. Quindi, la libertà di scelta deve
essere data a tutti naturalmente, ma in questa libertà devono poter partecipare tutte le
associazioni, sia quelle pro, sia quelle contro, ci mancherebbe, quindi un Regolamento
in cui ci si deve attenere. Quindi, la determina che invece viene qui criticata e quella che
viene, quindi... oggetto di questo ordine del giorno, è una determina che è conseguenza
di una delibera del 2010; quindi su quella delibera bisogna andare ad agire, ed è
giuridica quindi, non è una questione politica su questo caso. Quella delibera è stata,
naturalmente, quindi mutuata da quella che poi è la determina, senza entrare nel merito.
Non volendo entrare nel merito, noi come “Forza Italia” in questo senso, noi su questo
atto non parteciperemo al voto, per questi motivi e perché naturalmente debbono essere,
quindi, valutati in un Regolamento in cui si devono attenere tutte le associazioni, sia
quelle pro che contro naturalmente, e quel Regolamento non possiamo farlo con un
annullamento di un determina, ma con un discorso che va a essere... può essere quindi
consequenziale, che viene fatto in Regione dalle forze politiche sia di Maggioranza che
di Minoranza, su questo nessuno ci vieta e nessuno vieterebbe di farlo. Grazie,
Presidente.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei. Procediamo con il Capogruppo Magliano, ne ha facoltà per cinque minuti,
prego.

MAGLIANO Silvio
Sì, grazie Presidente. Io intervengo su questo tema, che, come ha espresso chi mi ha
preceduto, è un tema oggettivamente molto delicato. Non entro nel merito dell’elenco
delle posizioni espresse dalla prima firmataria Carlevaris, rispetto a parte di un
associazionismo che in alcuni casi utilizza dei toni troppi forti, dei toni oggettivamente
provocatori, però da questo punto di vista c’è anche un’altra parte di associazionismo,
che penso che sia ignorato, almeno da chi mi ha preceduto negli ultimi interventi, che è
un associazionismo che invece non vuole né creare scandalo, né additare le donne o le
famiglie o le coppie che decidono di interrompere la gravidanza in modo violento. Un
associazionismo che penso, forse, qualcuno abbia incontrato, parlo dei Centri di Aiuto
alla Vita, parlo del Movimento per la Vita, non sto parlando dunque delle associazioni
che a mio giudizio - proprio quelle che si presentano davanti agli Ospedali con quella
tipologia di volantini e con quella tipologia di manifestazioni -, invece, creano un
ulteriore danno, un ulteriore danno, a mio giudizio, psicologico per chi è nel momento
di decidere forse una delle cose più importanti della propria vita, se continuare una
gravidanza o interromperla. Però c’è un mondo dell’associazionismo che è previsto
della legge - e forse l’unica parte di questa Legge 194 che non è stata applicata è proprio
l’inserimento dell’associazionismo -, c’è una parte di questo associazionismo, dicevo,
che invece accompagna queste donne e, dai dati che risultano dal Movimento per la
Vita, oltre il 60%, con punte del 70%, dipende dalla regione e dalle città, decidono di
interrompere la gravidanza proprio per motivi economici e motivi lavorativi. E questo
associazionismo è lo stesso che realizza il Progetto Gemma, cioè la possibilità di dare
un contributo economico, fino a un certo numero di mesi, fino a una certa età del
bambino, affinché almeno questo elemento venga eliminato, perché è evidente che, se
una persona decide di interrompere una gravidanza per motivi economici, non stiamo
parlando di libertà, stiamo parlando di costrizione, stiamo parlando di una scelta
dolorosissima che di fatto avviene perché una donna pensa di non poter garantire un
futuro, una sostenibilità economica al bambino o alla bambina che è in arrivo. Per cui,
io capisco che su questo tema tutte le volte si decida di intervenire in maniera più o
meno forte, più o meno violenta da una parte e dall’altra; io penso che sia sempre un
grande dolore il fatto che una vita non possa nascere, è un grande dolore della donna, è
un grande dolore della famiglia. Per cui, da questo punto di vista, io penso, invece, che
ci sia un associazionismo che invece non fa rumore, ma che prova a dare una chance in
più, perché prova a sostenere il tentativo, a volte complicatissimo, di accogliere una
nuova vita. E sono convinto - ha ragione la Consigliera Artesio - sono convinto che le
misure che dovremo mettere in campo... io mi ricordo, e penso si ricorderanno i
colleghi, il Fondo Nasko, che era nato in Regione Lombardia, io nell’altra mia veste
presenterò degli emendamenti al Bilancio regionale proprio perché venga istituito un
fondo di questa natura, che sostenga chi oggi è privo di mezzi, ma sta aspettando un
bambino, una bambina, di poter essere aiutato e sostenuto, perché forse è questo quello
che la politica dovrebbe fare in questo momento: sostenere il più possibile chi decide di
fare una scelta contro corrente, cioè quella di mettere al mondo dei figli.
Detto questo, io sono convinto che il Regolamento è... come diceva il Consigliere
Petrarulo, il problema non è questa determina dirigenziale, ma la delibera che è stata
assunta anni orsono, ma sono anche abbastanza convinto che, se verrà realizzato un
Albo delle associazioni, sia anche un modo da questo punto di vista per garantire la
presenza delle associazioni, sia quelle a favore, sia quelle contro; poi a favore o contro
mi pare... è anche... - mi scuso con i colleghi - è una modalità riduttiva, perché stiamo
parlando comunque di qualcosa di assolutamente difficile e complesso da affrontare,
però forse attraverso questo Albo saremmo in grado di mettere da parte associazioni che
invece hanno solo fini provocatori e non veri fini di sostengo e aiuto all’accoglienza
della vita. Per cui io non mi permetto di giudicare le posizioni politiche altrui, come ha
fatto la prima firmataria, tra parentesi io penso che a Sanremo sia andata in atto una
schifezza, che non ha niente a che fare con la cultura, ma solo con il prendersi beffa di
2.000 anni di storia e di tradizione del nostro Paese, che, volente o dolente, è comunque
una tradizione cristiana. Ma, al di là di questo, così la Consigliere può annoverarmi tra i
bigotti, però da questo punto di vista io penso che provare a inserire associazioni che
veramente possano aiutare le donne a scegliere, in un caso e nell’altro lo dico, perché
poi, mettendo in piedi un bando, ci sarà la possibilità di scegliere le associazioni più
serie in assoluto, io penso che non sia affatto un errore. Detto questo - e concludo
veramente - sono convito, come dice la Consigliera Artesio, che sarà necessario mettere
più risorse possibili affinché su tutte le materie di cui ho parlato, dai nidi alla possibilità
di far coesistere il ruolo di mamma e il ruolo di lavoratrice, ecco, questo sarà necessario
farlo e farlo quanto prima. Chiaro è - e concludo Presidente - che, se, oltre a questa
determina, poi la Regione non mette le risorse adeguate per sostenere la natalità, allora
sì, allora sì è solamente una boutade politica, ma io non mi voglio schierare verso
quell’orientamento e infatti cercherò di fare di tutto, per mia competenza e il mio ruolo
nell’altra Istituzione nella quale sono eletto, e invece, di mettere maggiori risorse
proprio per la natalità. Grazie, Presidente, ho concluso.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei. Procediamo con gli interventi. Ho la Vicepresidente Ferrero, prego.

FERRERO Viviana (Vicepresidente)
Grazie, Presidente. Questo è sicuramente un argomento difficile, che implica
convinzioni etiche, religiose e politiche, ma io credo che prima di tutto vada intesa la
salute e il benessere di una madre e del suo bambino o della sua bambina. Credo
fortemente al diritto di procreare in modo cosciente e responsabile e anche il consultorio
familiare che sia uno strumento estremamente valido e che sia indispensabile che venga
rafforzato e potenziato, e potenziati, appunto, questi consultori familiari. Il tasso di
abortività fortunatamente continua a scendere, ma i numeri sono impietosi, perché il 60-
70% parla ancora di motivi economici e lavorativi. E lo dico per aver letto quale
sofferenza sia per una donna un intervento doloroso, invasivo, che pone scrupoli e
spesso ripensamenti anche successivi, perché coinvolge una ferita profonda e soprattutto
perché essa non vada mai intesa come un processo di contraccezione postumo, e non lo
voglio neppure immaginare. Immagino anche i tanti giovani che, per convenzioni
sociali, per vergogna, per questo sistema economico che non aiuta le famiglie come
andrebbero aiutate, e lo sappiamo tutti, i bambini e le bambine sono il nostro futuro,
sono una speranza, che, come per il Natale, è la speranza della nascita, è un’attesa quasi
messianica. Siamo un Paese con un tasso di natalità problematico, con una curva in
forte flessione, con un problema di fertilità della popolazione, con un’elevata età media
della popolazione. Quindi nulla va tolto al potere decisionale della donna, soprattutto
della madre, quando ha in sé il bambino o quando lo accudisce allattandolo, perché io
ricordo che - e questa, appunto, è biologia - l’allattamento fa parte del naturale processo
biologico. Ora, il modello che mette come prioritaria l’economia di una famiglia
all’etica di una famiglia, il modello che mette davanti a tutto il profitto e non la
solidarietà, il muto aiuto, la fratellanza. Un bambino o una bambina sono un bene
comune della società, che vanno, quindi, tutelati sopra ogni altra cosa. Per cui sono
favorevole a tutto quello che è il secondo punto del dispositivo e ritengo ancor più che
sia da potenziare l’attività dei consultori, non escludendo però che si possa ricorrere
volontariamente anche a quelle associazioni, e le ha descritte bene il Consigliere
Magliano, perché ci sono fondamentalismi ovunque, ma ci sono associazioni
volenterose e rispettose, le cui finalità non mi paiono neanche tanto religiose, ma di
tutela della vita di un bambino.
Io, quindi, mi asterrò, ritenendo che tutto ciò che concorra a realizzare e dare la
possibilità per una maternità felice e consapevole vada messo a disposizione, senza
colpevolizzazioni, senza pregiudizi, potenziando i consultori, le politiche economiche e
sociali… (voci sovrapposte)...

SICARI Francesco (Presidente)
La invito a concludere.

FERRERO Viviana (Vicepresidente)
Certo,... l’associazionismo, appunto, non violento, perché la maternità sia, appunto, quel
momento non legato all’economia, ma che sia, appunto, quel momento non solo di chi
può permetterselo, ma che sia un momento di tutti, a cui possono concorrere tutte, con
le possibilità che possiamo mettere in campo, che sono, appunto, quelle di sostengo, di
reddito di maternità, proprio perché ci possa permettere, al di là dello status economico.
Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Prego, Consigliera Imbesi.

IMBESI Serena
Grazie, Presidente. Le mie parole saranno un po’ diverse da quelle che mi hanno
proceduto. Anche se non faccio parte della Commissione Pari Opportunità, sento che
questo tema è fortemente delicato e le motivazioni che possono portare a interruzioni di
gravidanza sono tantissime, e non sempre sono legate a condizioni di tipo economico,
ma sempre sono dolorose per chi le subisce. Io voglio intervenire per rimarcare qualcosa
che è stato già detto dagli interventi precedenti, ma lo voglio ribadire perché alcune
decisioni che sono state prese gettano anche un po’ un’ombra rispetto ai nostri
consultori e a questi presidi pubblici: parlo della professionalità del personale, che nel
tempo ho visto essersi messo fortemente in gioco, anche cambiando il linguaggio e
facendo dei corsi per essere sempre più vicini ai ragazzi, perché “tutela della salute”
vuol dire anche riuscire ad entrare in un consultorio, sentirsi tutelati, sentirsi sereni e
riuscire a spiegare quelli che sono i problemi di una donna o di una coppia o di un uomo
nella maniera più semplice e adeguata possibile e, appunto, serena. È un lavoro, quello
della prevenzione della salute, che deve essere fatto prima di riuscire ad arrivare a
un’interruzione di gravidanza. La politica deve fare in modo di finanziare sempre di più
questi progetti che riguardano la prevenzione e la promozione della salute, perché
andare, per esempio, nelle scuole a parlare di sessualità consapevole e, ancora prima, di
parlare di affettività non deve essere un tabù e non è più un tabù e non lo è più anche
grazie alla professionalità dei professionisti dei consultori, che, come ho già detto, si
sono messi in gioco anche con altre realtà e hanno accolto sempre di più, anche nelle
scuole, nei Centri per il Protagonismo Giovanile, i ragazzi avvicinandoli ai consultori,
che non devono essere in qualche modo tacciati di essere abortifici, anche perché, come
abbiamo visto, i dati si abbassano sempre di più, i dati delle interruzioni di gravidanza, e
solo il 3% di tutta l’attività consultoriale è quella delle interruzioni di gravidanza.
Ma, visto che stiamo parlando di questo argomento, e lo abbiamo fatto con l’articolo 93
proprio perché è urgente parlare e prendere posizione rispetto a questo tema, io chiedo
anche che la IV Commissione possa affrontare, anche attraverso un’audizione con dei
ginecologici o i referenti dei nostri consultori, appunto, affrontare un momento in cui ci
vengono a restituire quello che è il loro lavoro, perché io, cercando di rappresentare al
meglio il Consiglio Comunale, sono stata all’inaugurazione dell’ampliamento
dell’orario del consultorio di via Moretta, è stato un momento veramente interessante e
credo che possa essere utile alla Commissione e al Consiglio tutto avere anche una
minima restituzione…

SICARI Francesco (Presidente)
La invito a concludere.

IMBESI Serena
Sì,... di quelli che sono i dati dei consultori. Ringrazio la prima firmataria e tutti quelli
che sono intervenuti. Ringrazio anche la Sindaca per essersi espressa su questo tema,
anche perché quello che è stato detto è “Querelo tutti”, quindi metterci la faccia in
qualche modo, in questo momento, è stato molto importante. Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei. Procediamo con gli interventi. Ho la Consigliera Albano, prego, ne ha
facoltà per tre minuti.

ALBANO Daniela
Grazie, Presidente. Io sarò breve, soltanto per ringraziare la Presidente Carlevaris di
aver presentato questo atto e per alcune precisazioni anche in merito a quello che ho
sentito nei precedenti interventi. Io credo, comunque, che il percorso che porta
all’interruzione volontaria di gravidanza sia un percorso complesso per le donne e
sicuramente difficile da affrontare. Per fortuna, fortunatamente la scienza medica ha
fatto dei notevoli passi avanti negli ultimi anni, rendendo molto più semplice
l’approccio dal punto di vista medico. Purtroppo gli stessi passi avanti non sono stati
fatti anche dal punto di vista sociale, ed è per questo che noi oggi ci troviamo a dover
discutere, appunto, di questa questione qua e di questa determina della Regione. Mi
rammarico, appunto, di certe cose che ho sentito, perché ritengo che le donne non
abbiano bisogno di essere aiutate a scegliere dalle associazioni, io credo che le donne
abbiano soltanto il diritto e debbano essere tutelate nel portare avanti il proprio diritto
all’autodeterminazione, questa è la cosa più importante, non c’è bisogno di un aiuto a
scegliere, perché le donne saranno libere di farsi aiutare a scegliere dalle persone che
eventualmente hanno accanto o di scegliere in autonomia e in solitaria. Quello che è
importante, invece, secondo me, e che deve essere garantito all’intero delle strutture
pubbliche, come sono i consultori, è il diritto di poter portare a termine la propria scelta,
in libertà e in autonomia, quindi secondo me questa è la cosa più importante. Noi
dovremmo parlare qua non tanto della questione di far entrare o meno queste
associazioni all’interno dei consultori, che dovrebbe ormai essere ben superata, ma
piuttosto dell’importanza del diritto all’autodeterminazione, quindi del fatto che
all’interno dei consultori ci siano ancora dei medici che sono obiettori di coscienza.
È questo, secondo me, il tema da affrontare per andare avanti e per progredire. Grazie,
Presidente.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei. Procediamo con il Presidente Giovara, prego, ne ha facoltà per tre minuti.

GIOVARA Massimo
Grazie, Presidente. Non si preoccupi, sarò molto breve. Io credo che qui non ci si debba
permettere, bisognerebbe avere l’eleganza di fare molta attenzione ad entrare nelle
opinioni, a esprimere delle opinioni. Qui non stiamo parlando di opinioni, e i
Consiglieri Comunali e i politici in generale non dovrebbero permettersi di entrare nelle
scelte personali delle persone, soprattutto quando queste persone sono persone in
difficoltà. Noi non possiamo dire alle persone quello che devono o non devono fare,
quando si tratta del loro corpo e della loro esistenza, noi possiamo - come ha detto
anche qualcuno - creare le condizioni per cui la libertà di scelta sia veramente garantita.
Questo per dare il mio massimo sostegno e ringraziamento alla Consigliera Carlevaris
per questo atto, e il mio disgusto nel vedere il ritorno al passato di battaglie che ormai
dovrebbero essere condivise da tutti, e questo è proprio l’abc della politica. Grazie,
Presidente.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei. Procediamo con la Consigliera Azzarà, ne ha facoltà per tre minuti. Prego.

AZZARÀ Barbara
Grazie, Presidente. Solo per dare il mio appoggio e sostegno a questo atto, che, devo
dire, è assolutamente evidentemente non solo adeguato ma necessario. Devo dire che
non immaginavo, nel 2021, con tutto quello che sta capitando, di tornare indietro nella
storia di decenni, lotte che hanno portato avanti mia madre e la generazione passata, e
che io debba ancora sentire cose di questo tipo e che ancora dobbiamo esprimerci con
degli atti in Consiglio Comunale per far valere quello che è di fatto un diritto. Un diritto
delle donne, che hanno conquistato con grandissima fatica, appunto, in decenni passati.
Veramente è un rammarico dover dire che è necessario questo atto, ma lo è
assolutamente. Quindi, non solo convintamente, insomma, avrà il mio appoggio, ma
assolutamente io veramente trovo scandaloso, non solo vergognoso, scandaloso che
ancora la donna non possa avere..., diciamo, essere considerata, poi di fronte a quello
che stiamo vendendo, femminicidi continui, eccetera, non possa essere considerata nella
società come capace di essere in grado di avere un’autodeterminazione sul proprio
corpo - perché di quello si sta parlando - e che abbia la necessità di ancora qualcuno che
le debba dire o non dire che cosa è meglio fare per sé e per il proprio futuro; io lo trovo
veramente scandaloso. Quindi, assolutamente questo veramente oscurantismo mi
auguro - come mamma lo dico e anche come rappresentate delle Istituzioni - veramente
venga il prima possibile abbandonato e accantonato. Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei. Procediamo con il Presidente Mensio, ne ha facoltà per tre minuti. Prego.

MENSIO Federico
Grazie, Presidente. Io sarò molto più breve. Mi sono permesso, in qualità di uomo, non
di donna, di sottoscrivere l’atto della Consigliera Carlevaris, che ringrazio, e ringrazio
anche le altre firmatarie. Parlo senza grossa cognizione di causa, quindi cercherò di
limitare moltissimo l’intervento e le parole, perché secondo me bisogna veramente
essere dentro i problemi, e in questo caso anche dentro i problemi delle donne e della
psicologia delle donne. Io sono abbastanza, come dire, lo dico da me stesso, un po'
indegno di aver firmato un atto che mi riguarda solo forse parzialmente, però lo ritengo
un atto importante. Importante perché deve restituire quella giusta coerenza prevista
dalle leggi dello Stato e anche da molte indicazioni stesse della Regione, come lo
Statuto stesso della Regione. Vorrei ricordare a tutti che, fino a prova contraria, lo Stato
è ancora uno Stato laico, la funzione dei consultori è quella di aiutare le donne ed
eventualmente i propri compagni a fare una scelta, una scelta che il più della volte -
come hanno già detto molti prima di me - è difficile e dolorosa. Faccio un invito, però,
in questo senso, veramente a comprendere che, per non arrivare in quel punto, bisogna
lavorare prima, molto bisogna lavorare prima, bisogna aiutare le persone non solo a
trovare un lavoro, ma a trovare una propria dimensione sociale e culturale; questo si può
fare e si deve fare non solo economicamente, ma in un senso molto più ampio. Questo
bisogna che le Istituzioni facciano, aiutino queste persone che vogliono fare un percorso
che evidentemente è difficile per loro e per la società. Io comunque ringrazio ancora la
Consigliera Carlevaris e tutte le altre Consigliere che hanno sottoscritto l’atto,
invitandole ovviamente, invitando tutti i Consiglieri, non... ovviamente appartenenti al
sesso maschile, a votare favorevolmente questo atto. Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei. Io non ho ulteriori richieste di intervento. Prego, Vicepresidente Lavolta.

LAVOLTA Enzo (Vicepresidente Vicario)
Grazie, Presidente. La furia ideologica che sostiene le posizioni di chi la Legge 194
vorrebbe abolirla si maschera in malcelate buone intenzioni di protezione della salute
della donna, ma è a mio avviso tanto violenta quanto ipocrita. Nel testo presentato
dall’Assessore Marrone si propone, tra l’altro - lo ha ben detto, e la ringrazio, la collega
Carlevaris - come punto qualificante, quello di aprire con soldi pubblici sportelli gestiti
dalle associazioni contrarie alla 194. In tutto questo - e lo diceva anche qualche
maschietto intervenuto prima di me -, si parla delle donne come di persone poco
accorte, a volte poche avvedute, mascherando tra l’altro un pensiero patriarcale e - mi
permetto di dire - misogino, con belle parole e buone intenzioni di maggior tutela,
secondo me non si fa altro che, in realtà, insultare le donne e tutto questo è in contrasto
non solo con lo spirito della Legge, che, non sta a me ricordalo, ma garantisce la libera
scelta e l’autodeterminazione, lo diceva bene la collega Foglietta, ma anche con
l’allargamento dei diritti. Il nodo della questione sta proprio nella volontà di smantellare
alcuni diritti che già ci sono, e l’ideologia sottesa mira a non sostenere politiche di
welfare, le uniche che dal mio punto di vista possono essere a sostegno delle donne e
che in parte alcuni, anche se non sufficientemente mettendolo in evidenza, lo hanno
ricordato. La lotta all’aborto si fa non attraverso la limitazione coattiva della libertà
della donna, ma la si fa implementando politiche sociali adeguate, così come la si fa
ampliando le possibilità di scelta. Io sono particolarmente contento - e volevo
ringraziare le collega Carlevaris - che il Consiglio Comunale quest’oggi possa
esprimere con forza e nettezza la propria posizione. Grazie, collega.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei. Ci sono ulteriori interventi da parte dei Consiglieri? Non rilevo richieste di
intervento, allora possiamo procedere con la votazione dell’atto.
Lascio, quindi, la parola al Vicesegretario per procedere con l’appello nominale. Prego.

FERRARI Giuseppe (Vicesegretario Generale)
(Votazione per appello nominale).
Allora, 31 e 3 astenuti.

SICARI Francesco (Presidente)
La ringrazio Segretario. Quindi, con 34 Consiglieri presenti e 31 voti a favore, il
Consiglio Comunale approva l’ordine del giorno.
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