Interventi |
SICARI Francesco (Presidente) Siamo, quindi, al punto n. 18, l’ordine del giorno n. mecc. 202108152, che ha come oggetto: “Tutela della salute della donna e del ruolo dei consultori” SICARI Francesco (Presidente) Firmato e presentato dalla Consigliera Carlevaris e sottoscritto da altri Consiglieri. Lo discutiamo, in quanto è stato portato in Aula con articolo 93 del Regolamento del Consiglio Comunale. Lascio, quindi, la parola adesso alla Consigliera Presidente Carlevaris per illustrare l’atto. Prego. CARLEVARIS Cinzia Grazie, Presidente. Come ha evidenziato lei, questo è un atto che ha molte firme. Il fatto lo conosciamo, credo, tutti, si tratta di questa novella iniziativa dell’Assessore regionale Marrone, che fa seguito alle sue esternazioni di settembre, esternazioni che la Giunta Cirio aveva assicurato non avrebbero avuto un seguito, e invece ci troviamo oggi con una determina dirigenziale che prevede l’inserimento nei consultori anche delle associazioni che abbiano nel proprio Statuto la finalità di tutela della vita fin dal concepimento, quindi degli anti-abortisti, diciamo dei pro-gravidanza forzata, e questo è stato fatto, appunto, con una determina, quindi un atto amministrativo e non politico, quindi di fatto sottratto a qualsiasi dibattito pubblico e/o democratico. Una determina che, immaginavo, potevo aspettarmi di vedere scritta sulla cartapecora, non su carta intestata della Regione Piemonte nel 2021, che è veramente vergognoso. La Legge dello Stato garantisce il diritto all’aborto tramite la Sanità pubblica, e se le Istituzioni stesse chiamano a raccolta gli anti-abortisti all’interno del Servizio pubblico, proprio nei percorsi assistenziali preposti a garantire un diritto, allora abbiamo un problema. Credo che a tutte sia capitato, a me è capitato più volte di entrare al Sant’Anna, lato via Ventimiglia, e di trovarmi, sul marciapiede davanti all’ingresso, dei volantinatori molesti che, con fare accusatorio, mi davano dell’assassina, così, sulla sfiducia, senza nemmeno sapere perché stessi entrando, solo perché ero donna; e invece di togliere questi molestatori, che hanno il solo fine di colpevolizzare, invece di toglierli anche dai marciapiedi, vorremmo addirittura farli entrare dentro. Io vi invito a fare un giro sulle pagine web delle associazioni pro-vita: hanno attive, in questo momento, una trentina di petizioni, con decine di migliaia di firme raccolte tra l’altro, troverete per esempio la petizione al Governo per chiedere che l’aborto non sia considerato un intervento indispensabile o urgente durante la pandemia, cioè chiedono la sospensione degli aborti per decreto. Poi chiaramente trovate anche la petizione contro il DDL Zan, contro la teoria gender nelle scuole, comunque sia, contro l’aborto chiaramente, affinché non sia più riconosciuto come un diritto, ma poi anche contro l’eutanasia, le disposizioni fine vita, addirittura c’è una petizione contro la blasfemia di Sanremo 2021 e anche una contro i cartoni della Disney. Troverete anche dei percorsi di cura per le persone omosessuali, che possono guarire avvicinandosi a Dio. Con tutta la necessaria democratica tolleranza per il fondamentalismo, però fuori dai consultori pubblici, queste associazioni considerano la donna che vuole abortire un’assassina, e non si può dire di no perché i manifesti in giro hanno la loro firma sotto. Farli entrare nei consultori significa approvare la loro pressione psicologica, che alla fine diventa una violenza psicologica, perché il messaggio che sostengono è quello della donna assassina. E allora non diventano più un supporto, ma diventano terrorismo psicologico, e siccome ogni donna è libera di autodeterminarsi, a me questa iniziativa fa schifo. La Regione vuole diminuire il numero degli aborti? Ma va benissimo; il trend, lo sappiamo, nel corso degli anni è già calato, però va bene. Cioè, si vuole fare qualcosa? Allora si faccia prevenzione: si inizi col distribuire i contraccettivi gratuitamente ai giovani e alle donne, ma questa è la stessa Regione che non lo sta facendo, nonostante abbia già approvato la relativa delibera nel 2018; ci si adoperi, allora, a fare una corretta educazione sessuale nelle scuole, ma si è contrari anche a quello, all’educazione sessuale, perché viene vista come se fosse una materia di chissà quale scalpore. Però, per fare prevenzione, allora dobbiamo sostenere le politiche sociali, come il reddito di cittadinanza, che dà un sostegno economico alle donne che si trovano in una situazione svantaggiata, che non consentirebbe loro di mantenere un bambino, quindi liberiamo la donna dal bisogno economico; e a quel punto, allora, rimane solo la libertà di scelta, perché, sapendo che ha un sostegno economico, perché ha il reddito di cittadinanza, sapendo che ha fatto sesso consapevole, perché ha avuto l’educazione sessuale a scuola, sapendo che ha avuto accesso ai contraccettivi gratuiti, perché la Regione deve darli in maniera gratuita, allora, se arriva a fare una scelta del genere, è proprio solo perché è consapevole e libera e sa di volerlo fare. Con questo ordine del giorno, infatti, noi chiediamo che, così come già stabilito e già approvato dalla Giunta della Regione Piemonte con la deliberazione 300 del 3 luglio 2018, venga assicurato l’accesso gratuito ai contraccettivi nei consultori per i giovani under 26 e per le donne in difficoltà fino ai 45 anni, delibera approvata, ma che a distanza di tre anni è ancora in attesa di finanziamento, perché se l’obiettivo a cuore della Giunta Regionale è seriamente quello di diminuire il numero degli aborti, allora la strada che la Regione aveva individuato è quella corretta. E chiediamo ovviamente anche che questa determina venga ritirata subito, perché è inaccettabile, perché è irricevibile e perché è vergognosa. E forse chiederei anche all’Assessore, che oggi nella Giunta Regionale si dichiara interessato e preoccupato per le donne, di ascoltarle le donne prima di prendere iniziative, perché altrimenti ogni illuminato provvedimento - tipo questo - si potrebbe ridurre - tipo questo - ad una personale e patriarcale, misogina, sprezzante, faziosa iniziativa ideologica. Aggiungo anche un forte invito ad adeguare la Legge Regionale elettorale del Piemonte alla doppia preferenza di genere, in ottemperanza alla Legge dello Stato, anche questa di cinque anni fa, anche per evitare questi scivoloni vergognosi. Ho finito Presidente, grazie. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei, Presidente Carlevaris. Procediamo, adesso, con gli interventi. Ho la Capogruppo Artesio, ne ha facoltà per cinque minuti. Prego. ARTESIO Eleonora Grazie. Il ringraziamento è esteso alla Presidente della Commissione Pari Opportunità, che, anche rappresentandomi, ha offerto al Consiglio Comunale questa occasione di dibattito. La questione si riduce a termini essenziali, evidenti a coloro che vogliono interpretarli con l’utilità di pensiero e onestà di sentimento. Primo luogo: da quando è stata istituita la Legge 194 sull’interruzione volontaria di gravidanza, ogni anno o periodicamente il Parlamento redige una relazione sull’andamento delle interruzioni volontarie di gravidanza ed è noto a tutti come, con andamenti prima differenziati, poi via via più omogeni tra le Regioni, si siano ridotte, grazie alle attività di prevenzione e di educazione alla contraccezione, le interruzioni di gravidanza. Questo è un dato oggettivo, ma a certo fanatismo l’oggettività non interessa. Le leggi di questo Stato, dalla Legge 194 alla Legge 405, istitutiva dei consultori pubblici, individuano come destinataria principale la donna, e solo in capo ad essa può radicarsi il diritto indifferibile e l’interesse soggettivo ad avvicinarsi, essere accolta, essere accompagnata, essere sostenuta, dal punto di vista medico-sanitario e anche di supporto psicologico, dal sistema sanitario nel suo insieme e, in specie, dall’organizzazione di rete dei consultori territoriali e regionali. Questo a termini di legge, ma talvolta alcuni predicano la legalità, soprattutto quando la pretendono dagli ultimi, ma dimenticano che la legalità ha riconosciuto l’autodeterminazione della donna. Nella stessa determinazione di legge si fa riferimento alle funzioni dei consultori pubblici, alle équipe professionali e interdisciplinari che vi devono operare e al fatto anche che i consultori possono, - “possono”, non “devono” - avvalersi delle collaborazioni volontarie di associazioni di promozione sociale che concorrono al sostegno, laddove venisse richiesto dalle interessate, relativamente al momento che si sta attraversando. Ora, la prima questione: se si vuole potenziare - e sarebbe lodevole - il supporto del sistema sociale nei confronti della condizione della donna nel momento in cui deve determinare la scelta di continuare un percorso di gravidanza, in primo luogo ci si dovrebbe occupare che i consultori abbiano sempre la dotazione delle équipe professionali nell’evoluzione dei bisogni sociali che ai consultori si rivolgono, a cominciare, ad esempio, dal supporto psicologico professionale nel servizio pubblico, a cominciare dai servizi di mediazione interculturale professionale nel servizio pubblico. E quindi, dal punto di vista della volontà di un ente di programmazione e gestione in ambito sanitario, quale la Regione, questi sono stati e sarebbero i lodevoli interventi da praticarsi. Ma ancora, nel momento in cui si vuole sollevare, come sembra indicare retoricamente l’intenzione, peraltro applicata per via amministrativa, ma pubblicizzata per via politica della determina regionale, di voler sollevare dal bisogno essenziale-primario di carattere sociale da parte delle donne affinché possano scegliere liberamente, quindi sollevarle da quel pesante pavimento che le trattiene nelle attuali diseguaglianza, come è già stato detto forse ci si dovrebbe occupare di non ridurre le opportunità dei bonus per la frequenza agli asili nido, forse ci si dovrebbe preoccupare di non ridurre gli assegni di studio, forse ci si dovrebbe preoccupare di sostenere le cure domiciliari, cioè di sollevare tutta quella complessa rete, che le donne conoscono, di conciliazione tra la propria identità personale, professionale, lavorativa e l’insieme dei servizi di cura a cui sono chiamati anche in direzione dell’infanzia. Ma non di questo ci si preoccupa. Ci si preoccupa di non considerarle sufficientemente autonome e capaci di autodeterminarsi e di aver quindi bisogno di essere supportate da associazioni che abbiano nel loro Statuto originario la difesa della vita fin dal suo concepimento; peccato che la stessa Legge che istituzionalizza i consultori, laddove preveda in ambito volontario, scelto dalle donne, relativamente ad eventuali albi istituiti dalle ASL o dalle Regioni di rivolgersi ad associazioni di volontariato, si chieda che queste si avvalgano di idonee caratteristiche professionali, e questo non è casuale, perché non è banale ricordare, in tempi in cui si pretende di rimuovere i principi legislativi e la realtà sociale, non è banale ricordare che i legislatori, sull’onda di un movimento di partecipazione… SICARI Francesco (Presidente) La invito a concludere. ARTESIO Eleonora … (voci sovrapposte)… di individuare nei consultori quell’équipe di idonee qualifiche professionali e tenute al segreto professionale, cioè al rispetto della persona e delle sue scelte. Quindi, condivido la proposta di ordine del giorno e la forte richiesta alla Regione di revoca di questa determinazione. SICARI Francesco (Presidente) La ringrazio Capogruppo Artesio. Procediamo con gli interventi, ho la Vicecapogruppo Foglietta. Prego, ne ha facoltà per cinque minuti. FOGLIETTA Chiara Sì, grazie Presidente. Volevo ringraziare la collega Carlevaris per la stesura di questo atto, che mi trova d’accordo. Io sono rimasta piuttosto imbarazzata dalle parole che sono arrivate da un esponente della Giunta Regionale la scorsa settimana, come se non fossimo in una pandemia, Presidente, come se nei nostri ospedali non ci fosse la coda di pazienti che temono di avere il Covid, come se non ci fossero malati di cancro che purtroppo non possono essere operati perché in questo momento la nostra Regione ha una priorità, cioè cercare di fronteggiare un virus. Come se questa stessa Regione Piemonte non avesse fatto di tutto per ingarbugliare le carte e perdersi il tracciamento da tantissimi mesi, quella stessa Regione che ancora non ha vaccinato gli ultraottantenni, Presidente, e quindi cosa c’è di meglio da fare in questo momento, che non piantare una bandierina e fare mera propaganda elettorale? Presidente, ho letto alcune dichiarazioni in cui c’è scritto che loro sono dalla parte delle donne, come se io in questo momento fossi contro le donne. Io, a differenza di taluni, cerco di essere dalla parte della libertà, dalla parte dell’autodeterminazione, dalla parte della coerenza, e non solo in campagna elettorale. Lo diceva la collega Carlevaris, mi ha fatto abbastanza sorridere quando ha citato la Legge Zan, ed è proprio quella Legge Zan in cui, se alcuni partiti avessero letto esattamente la proposta di legge, visto che tanto si ergono a difensori del corpo della donna, avrebbero dovuto sostenere la proposta di legge almeno alla Camera, visto che cerca di porre un limite, un freno alla violenza, sì, sicuramente legata all’orientamento sessuale e all’identità di genere, ma anche al genere, quindi alla misoginia, e anche all’agonismo, quindi alla disabilità. Però, mi rendo conto che quello non fa propaganda elettorale, Presidente, perché loro difendono solo ed esclusivamente le donne quando fa comodo. Non è più neanche una questione di parte, come dicevo prima, io non credo che la Regione riesca a portare avanti questo pensiero, perché io immagino che il Presidente Cirio si ravveda, cerchi di tirare per le orecchie l’Assessore, che, in maniera molto entusiasta, si siede dalla parte della verità, verità che indica lui e non indica nessun altro, si ravveda, faccia un passo indietro e riporti la situazione alla realtà e al rispetto della 194, che tanto e con tantissime battaglie e tanti sforzi è stata portata a casa tanti anni fa e ancora deve essere difesa da taluni barbari. Grazie, Presidente. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei. Procediamo con l’intervento del Capogruppo Petrarulo, ne ha facoltà per cinque minuti. Prego. PETRARULO Raffaele Grazie, Presidente. Sarò molto breve, non perché l’argomento non interessa, ma perché è un argomento molto pernicioso sicuramente e alquanto... che interessa tutte le categorie delle donne, quindi qui, come io dissi personalmente, naturalmente tempo addietro: “La libera scelta delle donne deve essere sacrosanta”. In questo caso però noi stiamo votando un atto, che naturalmente è un atto che va a incidere su una determina dirigenziale, che è la conseguenza di una delibera del 2010, che è una delibera che non è oggetto di questo, Presidente, ma è oggetto della delibera della Giunta Chiamparino, quindi è un atto che va visto nell’atto giuridico di quello che è il vero senso, l’essenza del documento stesso. Quindi, andare a incidere su una determina quando c’è una delibera, lo dico io, la butto lì per dire naturalmente, ma perché non si va a normare invece un Regolamento, che potrebbero essere quello a cui si devono attenere le varie associazioni? Sia pro che contro, perché naturalmente lo dico da persona non addetta ai lavori, insomma, sono un uomo, ma non penso di non poter capire cosa può succedere all’interno di una famiglia o di una donna o di un qualsiasi altro essere che poi voglia avere, quindi, naturalmente la liceità di poter scegliere. Quindi, la libertà di scelta deve essere data a tutti naturalmente, ma in questa libertà devono poter partecipare tutte le associazioni, sia quelle pro, sia quelle contro, ci mancherebbe, quindi un Regolamento in cui ci si deve attenere. Quindi, la determina che invece viene qui criticata e quella che viene, quindi... oggetto di questo ordine del giorno, è una determina che è conseguenza di una delibera del 2010; quindi su quella delibera bisogna andare ad agire, ed è giuridica quindi, non è una questione politica su questo caso. Quella delibera è stata, naturalmente, quindi mutuata da quella che poi è la determina, senza entrare nel merito. Non volendo entrare nel merito, noi come “Forza Italia” in questo senso, noi su questo atto non parteciperemo al voto, per questi motivi e perché naturalmente debbono essere, quindi, valutati in un Regolamento in cui si devono attenere tutte le associazioni, sia quelle pro che contro naturalmente, e quel Regolamento non possiamo farlo con un annullamento di un determina, ma con un discorso che va a essere... può essere quindi consequenziale, che viene fatto in Regione dalle forze politiche sia di Maggioranza che di Minoranza, su questo nessuno ci vieta e nessuno vieterebbe di farlo. Grazie, Presidente. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei. Procediamo con il Capogruppo Magliano, ne ha facoltà per cinque minuti, prego. MAGLIANO Silvio Sì, grazie Presidente. Io intervengo su questo tema, che, come ha espresso chi mi ha preceduto, è un tema oggettivamente molto delicato. Non entro nel merito dell’elenco delle posizioni espresse dalla prima firmataria Carlevaris, rispetto a parte di un associazionismo che in alcuni casi utilizza dei toni troppi forti, dei toni oggettivamente provocatori, però da questo punto di vista c’è anche un’altra parte di associazionismo, che penso che sia ignorato, almeno da chi mi ha preceduto negli ultimi interventi, che è un associazionismo che invece non vuole né creare scandalo, né additare le donne o le famiglie o le coppie che decidono di interrompere la gravidanza in modo violento. Un associazionismo che penso, forse, qualcuno abbia incontrato, parlo dei Centri di Aiuto alla Vita, parlo del Movimento per la Vita, non sto parlando dunque delle associazioni che a mio giudizio - proprio quelle che si presentano davanti agli Ospedali con quella tipologia di volantini e con quella tipologia di manifestazioni -, invece, creano un ulteriore danno, un ulteriore danno, a mio giudizio, psicologico per chi è nel momento di decidere forse una delle cose più importanti della propria vita, se continuare una gravidanza o interromperla. Però c’è un mondo dell’associazionismo che è previsto della legge - e forse l’unica parte di questa Legge 194 che non è stata applicata è proprio l’inserimento dell’associazionismo -, c’è una parte di questo associazionismo, dicevo, che invece accompagna queste donne e, dai dati che risultano dal Movimento per la Vita, oltre il 60%, con punte del 70%, dipende dalla regione e dalle città, decidono di interrompere la gravidanza proprio per motivi economici e motivi lavorativi. E questo associazionismo è lo stesso che realizza il Progetto Gemma, cioè la possibilità di dare un contributo economico, fino a un certo numero di mesi, fino a una certa età del bambino, affinché almeno questo elemento venga eliminato, perché è evidente che, se una persona decide di interrompere una gravidanza per motivi economici, non stiamo parlando di libertà, stiamo parlando di costrizione, stiamo parlando di una scelta dolorosissima che di fatto avviene perché una donna pensa di non poter garantire un futuro, una sostenibilità economica al bambino o alla bambina che è in arrivo. Per cui, io capisco che su questo tema tutte le volte si decida di intervenire in maniera più o meno forte, più o meno violenta da una parte e dall’altra; io penso che sia sempre un grande dolore il fatto che una vita non possa nascere, è un grande dolore della donna, è un grande dolore della famiglia. Per cui, da questo punto di vista, io penso, invece, che ci sia un associazionismo che invece non fa rumore, ma che prova a dare una chance in più, perché prova a sostenere il tentativo, a volte complicatissimo, di accogliere una nuova vita. E sono convinto - ha ragione la Consigliera Artesio - sono convinto che le misure che dovremo mettere in campo... io mi ricordo, e penso si ricorderanno i colleghi, il Fondo Nasko, che era nato in Regione Lombardia, io nell’altra mia veste presenterò degli emendamenti al Bilancio regionale proprio perché venga istituito un fondo di questa natura, che sostenga chi oggi è privo di mezzi, ma sta aspettando un bambino, una bambina, di poter essere aiutato e sostenuto, perché forse è questo quello che la politica dovrebbe fare in questo momento: sostenere il più possibile chi decide di fare una scelta contro corrente, cioè quella di mettere al mondo dei figli. Detto questo, io sono convinto che il Regolamento è... come diceva il Consigliere Petrarulo, il problema non è questa determina dirigenziale, ma la delibera che è stata assunta anni orsono, ma sono anche abbastanza convinto che, se verrà realizzato un Albo delle associazioni, sia anche un modo da questo punto di vista per garantire la presenza delle associazioni, sia quelle a favore, sia quelle contro; poi a favore o contro mi pare... è anche... - mi scuso con i colleghi - è una modalità riduttiva, perché stiamo parlando comunque di qualcosa di assolutamente difficile e complesso da affrontare, però forse attraverso questo Albo saremmo in grado di mettere da parte associazioni che invece hanno solo fini provocatori e non veri fini di sostengo e aiuto all’accoglienza della vita. Per cui io non mi permetto di giudicare le posizioni politiche altrui, come ha fatto la prima firmataria, tra parentesi io penso che a Sanremo sia andata in atto una schifezza, che non ha niente a che fare con la cultura, ma solo con il prendersi beffa di 2.000 anni di storia e di tradizione del nostro Paese, che, volente o dolente, è comunque una tradizione cristiana. Ma, al di là di questo, così la Consigliere può annoverarmi tra i bigotti, però da questo punto di vista io penso che provare a inserire associazioni che veramente possano aiutare le donne a scegliere, in un caso e nell’altro lo dico, perché poi, mettendo in piedi un bando, ci sarà la possibilità di scegliere le associazioni più serie in assoluto, io penso che non sia affatto un errore. Detto questo - e concludo veramente - sono convito, come dice la Consigliera Artesio, che sarà necessario mettere più risorse possibili affinché su tutte le materie di cui ho parlato, dai nidi alla possibilità di far coesistere il ruolo di mamma e il ruolo di lavoratrice, ecco, questo sarà necessario farlo e farlo quanto prima. Chiaro è - e concludo Presidente - che, se, oltre a questa determina, poi la Regione non mette le risorse adeguate per sostenere la natalità, allora sì, allora sì è solamente una boutade politica, ma io non mi voglio schierare verso quell’orientamento e infatti cercherò di fare di tutto, per mia competenza e il mio ruolo nell’altra Istituzione nella quale sono eletto, e invece, di mettere maggiori risorse proprio per la natalità. Grazie, Presidente, ho concluso. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei. Procediamo con gli interventi. Ho la Vicepresidente Ferrero, prego. FERRERO Viviana (Vicepresidente) Grazie, Presidente. Questo è sicuramente un argomento difficile, che implica convinzioni etiche, religiose e politiche, ma io credo che prima di tutto vada intesa la salute e il benessere di una madre e del suo bambino o della sua bambina. Credo fortemente al diritto di procreare in modo cosciente e responsabile e anche il consultorio familiare che sia uno strumento estremamente valido e che sia indispensabile che venga rafforzato e potenziato, e potenziati, appunto, questi consultori familiari. Il tasso di abortività fortunatamente continua a scendere, ma i numeri sono impietosi, perché il 60- 70% parla ancora di motivi economici e lavorativi. E lo dico per aver letto quale sofferenza sia per una donna un intervento doloroso, invasivo, che pone scrupoli e spesso ripensamenti anche successivi, perché coinvolge una ferita profonda e soprattutto perché essa non vada mai intesa come un processo di contraccezione postumo, e non lo voglio neppure immaginare. Immagino anche i tanti giovani che, per convenzioni sociali, per vergogna, per questo sistema economico che non aiuta le famiglie come andrebbero aiutate, e lo sappiamo tutti, i bambini e le bambine sono il nostro futuro, sono una speranza, che, come per il Natale, è la speranza della nascita, è un’attesa quasi messianica. Siamo un Paese con un tasso di natalità problematico, con una curva in forte flessione, con un problema di fertilità della popolazione, con un’elevata età media della popolazione. Quindi nulla va tolto al potere decisionale della donna, soprattutto della madre, quando ha in sé il bambino o quando lo accudisce allattandolo, perché io ricordo che - e questa, appunto, è biologia - l’allattamento fa parte del naturale processo biologico. Ora, il modello che mette come prioritaria l’economia di una famiglia all’etica di una famiglia, il modello che mette davanti a tutto il profitto e non la solidarietà, il muto aiuto, la fratellanza. Un bambino o una bambina sono un bene comune della società, che vanno, quindi, tutelati sopra ogni altra cosa. Per cui sono favorevole a tutto quello che è il secondo punto del dispositivo e ritengo ancor più che sia da potenziare l’attività dei consultori, non escludendo però che si possa ricorrere volontariamente anche a quelle associazioni, e le ha descritte bene il Consigliere Magliano, perché ci sono fondamentalismi ovunque, ma ci sono associazioni volenterose e rispettose, le cui finalità non mi paiono neanche tanto religiose, ma di tutela della vita di un bambino. Io, quindi, mi asterrò, ritenendo che tutto ciò che concorra a realizzare e dare la possibilità per una maternità felice e consapevole vada messo a disposizione, senza colpevolizzazioni, senza pregiudizi, potenziando i consultori, le politiche economiche e sociali… (voci sovrapposte)... SICARI Francesco (Presidente) La invito a concludere. FERRERO Viviana (Vicepresidente) Certo,... l’associazionismo, appunto, non violento, perché la maternità sia, appunto, quel momento non legato all’economia, ma che sia, appunto, quel momento non solo di chi può permetterselo, ma che sia un momento di tutti, a cui possono concorrere tutte, con le possibilità che possiamo mettere in campo, che sono, appunto, quelle di sostengo, di reddito di maternità, proprio perché ci possa permettere, al di là dello status economico. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Prego, Consigliera Imbesi. IMBESI Serena Grazie, Presidente. Le mie parole saranno un po’ diverse da quelle che mi hanno proceduto. Anche se non faccio parte della Commissione Pari Opportunità, sento che questo tema è fortemente delicato e le motivazioni che possono portare a interruzioni di gravidanza sono tantissime, e non sempre sono legate a condizioni di tipo economico, ma sempre sono dolorose per chi le subisce. Io voglio intervenire per rimarcare qualcosa che è stato già detto dagli interventi precedenti, ma lo voglio ribadire perché alcune decisioni che sono state prese gettano anche un po’ un’ombra rispetto ai nostri consultori e a questi presidi pubblici: parlo della professionalità del personale, che nel tempo ho visto essersi messo fortemente in gioco, anche cambiando il linguaggio e facendo dei corsi per essere sempre più vicini ai ragazzi, perché “tutela della salute” vuol dire anche riuscire ad entrare in un consultorio, sentirsi tutelati, sentirsi sereni e riuscire a spiegare quelli che sono i problemi di una donna o di una coppia o di un uomo nella maniera più semplice e adeguata possibile e, appunto, serena. È un lavoro, quello della prevenzione della salute, che deve essere fatto prima di riuscire ad arrivare a un’interruzione di gravidanza. La politica deve fare in modo di finanziare sempre di più questi progetti che riguardano la prevenzione e la promozione della salute, perché andare, per esempio, nelle scuole a parlare di sessualità consapevole e, ancora prima, di parlare di affettività non deve essere un tabù e non è più un tabù e non lo è più anche grazie alla professionalità dei professionisti dei consultori, che, come ho già detto, si sono messi in gioco anche con altre realtà e hanno accolto sempre di più, anche nelle scuole, nei Centri per il Protagonismo Giovanile, i ragazzi avvicinandoli ai consultori, che non devono essere in qualche modo tacciati di essere abortifici, anche perché, come abbiamo visto, i dati si abbassano sempre di più, i dati delle interruzioni di gravidanza, e solo il 3% di tutta l’attività consultoriale è quella delle interruzioni di gravidanza. Ma, visto che stiamo parlando di questo argomento, e lo abbiamo fatto con l’articolo 93 proprio perché è urgente parlare e prendere posizione rispetto a questo tema, io chiedo anche che la IV Commissione possa affrontare, anche attraverso un’audizione con dei ginecologici o i referenti dei nostri consultori, appunto, affrontare un momento in cui ci vengono a restituire quello che è il loro lavoro, perché io, cercando di rappresentare al meglio il Consiglio Comunale, sono stata all’inaugurazione dell’ampliamento dell’orario del consultorio di via Moretta, è stato un momento veramente interessante e credo che possa essere utile alla Commissione e al Consiglio tutto avere anche una minima restituzione… SICARI Francesco (Presidente) La invito a concludere. IMBESI Serena Sì,... di quelli che sono i dati dei consultori. Ringrazio la prima firmataria e tutti quelli che sono intervenuti. Ringrazio anche la Sindaca per essersi espressa su questo tema, anche perché quello che è stato detto è “Querelo tutti”, quindi metterci la faccia in qualche modo, in questo momento, è stato molto importante. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei. Procediamo con gli interventi. Ho la Consigliera Albano, prego, ne ha facoltà per tre minuti. ALBANO Daniela Grazie, Presidente. Io sarò breve, soltanto per ringraziare la Presidente Carlevaris di aver presentato questo atto e per alcune precisazioni anche in merito a quello che ho sentito nei precedenti interventi. Io credo, comunque, che il percorso che porta all’interruzione volontaria di gravidanza sia un percorso complesso per le donne e sicuramente difficile da affrontare. Per fortuna, fortunatamente la scienza medica ha fatto dei notevoli passi avanti negli ultimi anni, rendendo molto più semplice l’approccio dal punto di vista medico. Purtroppo gli stessi passi avanti non sono stati fatti anche dal punto di vista sociale, ed è per questo che noi oggi ci troviamo a dover discutere, appunto, di questa questione qua e di questa determina della Regione. Mi rammarico, appunto, di certe cose che ho sentito, perché ritengo che le donne non abbiano bisogno di essere aiutate a scegliere dalle associazioni, io credo che le donne abbiano soltanto il diritto e debbano essere tutelate nel portare avanti il proprio diritto all’autodeterminazione, questa è la cosa più importante, non c’è bisogno di un aiuto a scegliere, perché le donne saranno libere di farsi aiutare a scegliere dalle persone che eventualmente hanno accanto o di scegliere in autonomia e in solitaria. Quello che è importante, invece, secondo me, e che deve essere garantito all’intero delle strutture pubbliche, come sono i consultori, è il diritto di poter portare a termine la propria scelta, in libertà e in autonomia, quindi secondo me questa è la cosa più importante. Noi dovremmo parlare qua non tanto della questione di far entrare o meno queste associazioni all’interno dei consultori, che dovrebbe ormai essere ben superata, ma piuttosto dell’importanza del diritto all’autodeterminazione, quindi del fatto che all’interno dei consultori ci siano ancora dei medici che sono obiettori di coscienza. È questo, secondo me, il tema da affrontare per andare avanti e per progredire. Grazie, Presidente. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei. Procediamo con il Presidente Giovara, prego, ne ha facoltà per tre minuti. GIOVARA Massimo Grazie, Presidente. Non si preoccupi, sarò molto breve. Io credo che qui non ci si debba permettere, bisognerebbe avere l’eleganza di fare molta attenzione ad entrare nelle opinioni, a esprimere delle opinioni. Qui non stiamo parlando di opinioni, e i Consiglieri Comunali e i politici in generale non dovrebbero permettersi di entrare nelle scelte personali delle persone, soprattutto quando queste persone sono persone in difficoltà. Noi non possiamo dire alle persone quello che devono o non devono fare, quando si tratta del loro corpo e della loro esistenza, noi possiamo - come ha detto anche qualcuno - creare le condizioni per cui la libertà di scelta sia veramente garantita. Questo per dare il mio massimo sostegno e ringraziamento alla Consigliera Carlevaris per questo atto, e il mio disgusto nel vedere il ritorno al passato di battaglie che ormai dovrebbero essere condivise da tutti, e questo è proprio l’abc della politica. Grazie, Presidente. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei. Procediamo con la Consigliera Azzarà, ne ha facoltà per tre minuti. Prego. AZZARÀ Barbara Grazie, Presidente. Solo per dare il mio appoggio e sostegno a questo atto, che, devo dire, è assolutamente evidentemente non solo adeguato ma necessario. Devo dire che non immaginavo, nel 2021, con tutto quello che sta capitando, di tornare indietro nella storia di decenni, lotte che hanno portato avanti mia madre e la generazione passata, e che io debba ancora sentire cose di questo tipo e che ancora dobbiamo esprimerci con degli atti in Consiglio Comunale per far valere quello che è di fatto un diritto. Un diritto delle donne, che hanno conquistato con grandissima fatica, appunto, in decenni passati. Veramente è un rammarico dover dire che è necessario questo atto, ma lo è assolutamente. Quindi, non solo convintamente, insomma, avrà il mio appoggio, ma assolutamente io veramente trovo scandaloso, non solo vergognoso, scandaloso che ancora la donna non possa avere..., diciamo, essere considerata, poi di fronte a quello che stiamo vendendo, femminicidi continui, eccetera, non possa essere considerata nella società come capace di essere in grado di avere un’autodeterminazione sul proprio corpo - perché di quello si sta parlando - e che abbia la necessità di ancora qualcuno che le debba dire o non dire che cosa è meglio fare per sé e per il proprio futuro; io lo trovo veramente scandaloso. Quindi, assolutamente questo veramente oscurantismo mi auguro - come mamma lo dico e anche come rappresentate delle Istituzioni - veramente venga il prima possibile abbandonato e accantonato. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei. Procediamo con il Presidente Mensio, ne ha facoltà per tre minuti. Prego. MENSIO Federico Grazie, Presidente. Io sarò molto più breve. Mi sono permesso, in qualità di uomo, non di donna, di sottoscrivere l’atto della Consigliera Carlevaris, che ringrazio, e ringrazio anche le altre firmatarie. Parlo senza grossa cognizione di causa, quindi cercherò di limitare moltissimo l’intervento e le parole, perché secondo me bisogna veramente essere dentro i problemi, e in questo caso anche dentro i problemi delle donne e della psicologia delle donne. Io sono abbastanza, come dire, lo dico da me stesso, un po' indegno di aver firmato un atto che mi riguarda solo forse parzialmente, però lo ritengo un atto importante. Importante perché deve restituire quella giusta coerenza prevista dalle leggi dello Stato e anche da molte indicazioni stesse della Regione, come lo Statuto stesso della Regione. Vorrei ricordare a tutti che, fino a prova contraria, lo Stato è ancora uno Stato laico, la funzione dei consultori è quella di aiutare le donne ed eventualmente i propri compagni a fare una scelta, una scelta che il più della volte - come hanno già detto molti prima di me - è difficile e dolorosa. Faccio un invito, però, in questo senso, veramente a comprendere che, per non arrivare in quel punto, bisogna lavorare prima, molto bisogna lavorare prima, bisogna aiutare le persone non solo a trovare un lavoro, ma a trovare una propria dimensione sociale e culturale; questo si può fare e si deve fare non solo economicamente, ma in un senso molto più ampio. Questo bisogna che le Istituzioni facciano, aiutino queste persone che vogliono fare un percorso che evidentemente è difficile per loro e per la società. Io comunque ringrazio ancora la Consigliera Carlevaris e tutte le altre Consigliere che hanno sottoscritto l’atto, invitandole ovviamente, invitando tutti i Consiglieri, non... ovviamente appartenenti al sesso maschile, a votare favorevolmente questo atto. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei. Io non ho ulteriori richieste di intervento. Prego, Vicepresidente Lavolta. LAVOLTA Enzo (Vicepresidente Vicario) Grazie, Presidente. La furia ideologica che sostiene le posizioni di chi la Legge 194 vorrebbe abolirla si maschera in malcelate buone intenzioni di protezione della salute della donna, ma è a mio avviso tanto violenta quanto ipocrita. Nel testo presentato dall’Assessore Marrone si propone, tra l’altro - lo ha ben detto, e la ringrazio, la collega Carlevaris - come punto qualificante, quello di aprire con soldi pubblici sportelli gestiti dalle associazioni contrarie alla 194. In tutto questo - e lo diceva anche qualche maschietto intervenuto prima di me -, si parla delle donne come di persone poco accorte, a volte poche avvedute, mascherando tra l’altro un pensiero patriarcale e - mi permetto di dire - misogino, con belle parole e buone intenzioni di maggior tutela, secondo me non si fa altro che, in realtà, insultare le donne e tutto questo è in contrasto non solo con lo spirito della Legge, che, non sta a me ricordalo, ma garantisce la libera scelta e l’autodeterminazione, lo diceva bene la collega Foglietta, ma anche con l’allargamento dei diritti. Il nodo della questione sta proprio nella volontà di smantellare alcuni diritti che già ci sono, e l’ideologia sottesa mira a non sostenere politiche di welfare, le uniche che dal mio punto di vista possono essere a sostegno delle donne e che in parte alcuni, anche se non sufficientemente mettendolo in evidenza, lo hanno ricordato. La lotta all’aborto si fa non attraverso la limitazione coattiva della libertà della donna, ma la si fa implementando politiche sociali adeguate, così come la si fa ampliando le possibilità di scelta. Io sono particolarmente contento - e volevo ringraziare le collega Carlevaris - che il Consiglio Comunale quest’oggi possa esprimere con forza e nettezza la propria posizione. Grazie, collega. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei. Ci sono ulteriori interventi da parte dei Consiglieri? Non rilevo richieste di intervento, allora possiamo procedere con la votazione dell’atto. Lascio, quindi, la parola al Vicesegretario per procedere con l’appello nominale. Prego. FERRARI Giuseppe (Vicesegretario Generale) (Votazione per appello nominale). Allora, 31 e 3 astenuti. SICARI Francesco (Presidente) La ringrazio Segretario. Quindi, con 34 Consiglieri presenti e 31 voti a favore, il Consiglio Comunale approva l’ordine del giorno. |