Interventi |
SICARI Francesco (Presidente) Procediamo adesso, invece, con la richiesta di comunicazioni che verrà trattata, e mi riferisco alla richiesta del Consigliere Curatella in merito alla: “Comunicazione del Presidente per il Club di Scherma di Torino di aver denunciato il Comune di Torino per abuso di Ufficio”. Risponde alla richiesta di comunicazioni l’Assessore Finardi, al quale lascio la parola. FINARDI Roberto (Assessore) Buongiorno, Presidente. Buongiorno a tutti. Mi sentite? SICARI Francesco (Presidente) Sì, Assessore, la sentiamo perfettamente. Prego. FINARDI Roberto (Assessore) Grazie, Presidente. Buongiorno. La deliberazione della Giunta Comunale, datata 5 marzo 2019, che ha modificato la durata della concessione, individuandola come scadenza al 31 dicembre 2016 ed ha approvato la decadenza del concessionario Club Scherma Torino, ha previsto che alla suddetta data fosse applicata un’indennità di occupazione in misura corrispondente a quello che era il canone applicato al contratto di concessione che la deliberazione dichiarava scaduto. Nella contingenza di quel momento si era indubbiamente trattato di un’equa valutazione effettuata dalla Città, rispetto alla prospettiva in cui, sebbene per fatto addebitabile al concessionario, lo stesso si trovava a gestire la struttura il cui contratto veniva dichiarato cessato alcuni anni prima. Nella suddetta valutazione la Città aveva infatti confidato nella tempestiva ottemperanza alla delibera da parte del concessionario stesso nel rilasciare, quindi, l’immobile dopo l’esito di una nuova gara ad evidenza pubblica, che sarebbe stata pubblicata entro breve tempo. A quella previsione il concessionario invece ha reagito impugnando la deliberazione e, nei fatti, procrastinando l’occupazione dell’impianto, senza averne titolo, dal 1° gennaio del 2017 ad oggi. Ora, a quella stessa deliberazione che ha impugnato, ritenendola assolutamente illegittima, credo che il Club si sta richiamando affinché sia oggi rispettata. Il Club non sembra rendersi conto che quella decisione era stata assunta dalla Città in considerazione, e a suo favore oltretutto, della particolare circostanza in cui ci si era trovati nell’attesa di espletare la nuova gara entro brevi tempi. Non dimentichiamo (incomprensibile) causa del Club e solo di questo. Tuttavia, diversamente da quanto il Club ha sempre sostenuto nella propria scelta, la Città aveva cercato anche di considerare degli elementi che fossero a suo favore, ma se le previsioni della deliberazione erano contestate ed avversate al punto non solo da portare la Città davanti al Tribunale Regionale Amministrativo, ma poi, a sentenza sfavorevole per il Club Scherma Torino nel maggio 2020, anche il Consiglio di Stato, con sentenza nuovamente sfavorevole al Club Scherma Torino nel dicembre 2020, ovviamente quella soluzione prevista dalla deliberazione, che (incomprensibile) il contesto sopra descritto, precedentemente da me citato, necessitava di essere rivista alla luce dei nuovi accadimenti, quindi sentenza del Consiglio di Stato, e delle responsabilità quindi incombenti. Detto questo, gli Uffici non si sono assolutamente discostati, nonostante tutto, dai principi della deliberazione, dal momento che nel concetto di corrispondente non può escludersi, visti gli eventi successivi alla deliberazione, fermi i criteri di valutazione, l’adeguamento della misura dell’indennità di occupazione a partire, appunto, dalla data del 1° gennaio 2017, giorno successivo alla data di scadenza del contratto sancito definitivamente dal Consiglio di Stato al 31 dicembre 2016, adeguamento che d’altronde era ben noto al Club Scherma Torino fin dal mese di maggio 2020. Quanto al Club stesso, nel corso di alcuni incontri richiesti alla Città dopo la sentenza del Tar, la Città aveva comunicato la necessità di versare dal 1° gennaio 2017 gli importi integrativi associati alla misura delle indennità di occupazione derivanti da una perizia patrimoniale effettuata addirittura nel mese di maggio del 2015. Per quel che riguarda il periodo successivo alla deliberazione, ossia dal 5 marzo 2019, non coperto dalla deliberazione, ovvero nell’anno 2020, è stato richiesto al Club Scherma Torino ovviamente di corrispondere una misura delle indennità derivanti da una nuova perizia effettuata nel mese di maggio 2020, il che sembra del tutto coerente con i principi di tutela dell’interesse del patrimonio pubblico e ovviamente anche del Bilancio della Città. A questo proposito si deve considerare che, a causa del concessionario, in prossimità della data di scadenza della concessione, la Città non ha potuto procedere, come invece sarebbe stata tenuta a fare, all’avvio del procedimento di gara, attraverso il quale aggiudicare una nuova concessione, cosa questa decisamente contraria ai generali principi che presiedono l’affidamento di beni e servizi pubblici, quali la parità di trattamento, la concorrenza, anche potenziale, e le regole dell’evidenza pubblica. Il primario interesse pubblico da considerare e tutelare consisteva nel garantire la scelta del miglior concessionario attraverso una gara, secondo i principi comunitari di tutela della concorrenza, cosa che la proroga della concessione, approvata con una durata illegittima a seguito di induzione in errore della Città da parte del Club Scherma Torino, non ha reso possibile, questo lo dice il Consiglio di Stato. Ciò ha prodotto una lesione sia dell’interesse pubblico e sia degli interessi di terzi, quali società, enti e associazioni sportive, in quanto per i medesimi è venuta meno, è venuta a mancare l’occasione di poter partecipare alla gara e quindi alla potenziale concessione dell’impianto. Vi sono poi da considerare altre dannose conseguenze per la Città: se si fosse infatti svolta la gara, la Città si sarebbe avvalsa della citata valutazione del nuovo canone del 2015; non sfuggirà, quindi, immagino a nessuno che, laddove a contratto scaduto fosse conseguita, come in via ordinaria sarebbe dovuto accadere, una nuova procedura ad evidenza pubblica, la riconsegna dell’immobile da parte del Club Scherma Torino e la conseguente applicazione di un nuovo canone in misura adeguata, avrebbe determinato delle entrate assai più consistenti e cospicue per la Città. Pertanto, la Città è tenuta certamente a considerare i propri precedenti provvedimenti, ovviamente nella prevedibilità del contesto, ma essa è soprattutto chiamata a considerare lo svolgimento dei fatti successivi, per evitare la contestazione di danni erariali e per non aver adeguatamente valorizzato il bene per molti anni e non aver esperito alcun rimedio in tal senso, perdurando il contrario comportamento del concessionario, peraltro sancito da due gradi di giurisdizione: il Tribunale Regionale Amministrativo ed il Consiglio di Stato. Si informa infine - e vado a concludere, Presidente - che le utenze costituiscono spese di funzionamento dell’impianto e, fino a quando sussiste l’utilizzo di quest’ultimo da parte del concessionario, la Città è pertanto tenuta a recuperarle, fino alla data di rilascio dell’impianto stesso; i relativi contratti di fornitura sono intestati, difatti, alla Città, la quale sostiene le relative spese; qualora non le dovesse recuperare, la Città rischierebbe ancora una volta di incorrere in contestazioni per danno erariale. Grazie dell’attenzione. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei, Assessore Finardi. Possiamo adesso procedere con gli interventi dei Consiglieri, e quindi dal richiedente, quindi il Consigliere Curatella, che ne ha facoltà per cinque minuti, prego. CURATELLA Cataldo Grazie, Presidente. Io ringrazio l’Assessore, che ha fatto anche un po’ l’excursus storico e definendo un po’ la soluzione. Allora, io avevo fatto questa richiesta di comunicazioni perché, quando a tutti noi Consiglieri è arrivata la comunicazione della denuncia del Comune di Torino per abuso d’Ufficio, mi sono preoccupato in relazione a quali sono le ragioni che possono aver portato a una tale richiesta, perché si fa riferimento a delle richieste, derivate dal Comune, che sono al di fuori di quelle previste dalla delibera. Ma una domanda che mi pongo io, anche in funzione di quello che dice l’Assessore, ovvero, se ho capito bene, che questi ulteriori 77.000 euro vanno a coprire l’anno 2020, dove tendenzialmente, come tutti quanti sappiamo, a causa della pandemia non è stato possibile occuparsi di predisporre nuovo bando, avviarlo, cercare un nuovo concessionario, per quello che mi risulta, leggendo la delibera che prevedeva appunto che poi si sarebbe dovuta definire un’indennità di concessione per procedere a dare l’impianto in concessione a qualcun altro con bando, comunque chi restava garantiva tutti gli aspetti legati agli atti vandalici e via dicendo, ma doveva esserci un termine entro cui doveva esserci un bando perché, se dovesse continuare questa situazione pandemica, la situazione resterà sempre congelata così come è ora? La Città a che punto è col bando? Sta procedendo? C’è una data a partire dalla quale è previsto che si andranno, per esempio, a verificare, come previsto anche in delibera, che tutto sia stato salvaguardato e quindi si va in soluzione di continuità con le nuove attività? Perché adesso, da quello che mi sembra di capire, anche da quello che diceva l’Assessore, non solo dalle comunicazioni che sono arrivate, è che al momento non c’è ancora un’idea di una data a partire dalla quale sarà avviato il nuovo bando, ci sarà un nuovo concessionario e quindi si chiuderà questa situazione. Quindi, sono questi un po’ gli aspetti che mi lasciano perplesso. Capisco, l’Assessore si sente tranquillo dal punto di vista di questa denuncia, ci sarà comunque chi deputato a fare tutte le valutazioni di percorso, ma volevo capire bene cosa accadrà di questa struttura, visto che siamo bloccati in una situazione tale per cui il bando non ha ancora visto luce, non si sa ancora bene di che cosa accadrà, perché manca ancora un nuovo concessionario. Grazie, Presidente. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei. Procediamo con gli interventi. Iniziamo con la Consigliera Grippo, prego. GRIPPO Maria Grazia Ha deciso di dar corso al gesto di cavalleria del collega? SICARI Francesco (Presidente) Assolutamente. GRIPPO Maria Grazia La ringrazio. Ma nella giornata, Presidente, preferisco parlare di persone piuttosto che di numeri, nel senso che ho compreso, dalla lettura della nota dell’Assessore, che gli pregherei di poterci girare, anche se non sono io ad aver richiesto le comunicazioni, però è andato veramente molto veloce e quindi diventava complicato seguire nel dettaglio l’excursus, che mi sembra nell’impianto, se vogliamo, anche e ragionevole; poi, certo, c’è l’imbarazzo, chiaramente, che deriva dal fatto che purtroppo la discussione si è spostata da un piano amministrativo a un piano giudiziario e quindi rende più difficile interagire anche per quanto attiene i Consiglieri Comunali. Però, le dicevo, vorrei parlare di persone, perché mi sembra importante comunque ricordare che, al di là della reputazione, penso di poter dire indiscussa, e sarà poi l’Assessore a confermarmelo, del Club di Scherma, di quello che rappresenta e ha rappresentato per la nostra città nel tempo, e dell’interesse dei soci anche sul piano, come dire, più squisitamente emotivo, oltre che di merito, c’è un tema che riguarda le 50 persone che stanno lavorando oggi, e non da oggi in un clima di estrema incertezza, perché, laddove non fosse bastata la conflittualità che purtroppo si è venuta a creare tra i gestori e l’Ente pubblico, poi - lo ricordava il collega Curatella - ci si è messa pure anche la pandemia, quindi vorrei che tentassimo, nella relazione con questo difficile dossier che il Comune sta trattando, che ci ricordassimo anche comunque della difficoltà di tutele che questi lavoratori possono avere. Teniamo conto che c’è una contrattualizzazione, la più varia, che si tratta di diverse figure professionali, molte delle quali storiche, quindi parliamo di maestri di scherma, parliamo di preparatori atletici, come pure personale di sala, piuttosto che manutentori. Io ci tenevo ad accendere la luce su quest’aspetto, perché nella trattazione di questo tema, che spero possa ancora riguardare comunque un momento più corale, magari di Commissione, Presidente, nonostante io mi renda conto che è passato - lo ripeto di nuovo - da un piano più squisitamente amministrativo, di nuovo a un piano giudiziario, però poi - lo ricordava anche il collega che è intervenuto prima di me - c’è un estremo bisogno di dare delle certezze, che, ripeto, non sono soltanto certezze fondamentali in termini di gestione e dell’opportunità comunque di andare a comporre, laddove sia possibile comporre, e io questo sempre mi sento di dirlo, ma di dare delle certezze a chi comunque tutti i giorni presta la sua opera perché non sono solamente singole persone, ma intere famiglie. Grazie, Presidente. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei. Procediamo adesso con l’intervento del Presidente Chessa, prego. CHESSA Marco Grazie, Presidente. Buon pomeriggio tutti. Ritengo che la risposta che abbia dato l’Assessore sia densa e articolata di contenuti e procedure tecniche che vorrei approfondire per una piena analisi, e quindi chiederei anch’io una copia della risposta, se fosse possibile, e vi ringrazio già in anticipo, procedure che in questi anni hanno visto la Città assolutamente in una posizione di regolarità, posizione confermata sia al TAR che al Consiglio di Stato. Credo che l’Amministrazione sia tenuta al rispetto della tutela dell’interesse e della tutela del patrimonio pubblico e, da quanto riportato oggi, sembra che si stia procedendo, anche in questa situazione, in questa direzione. Credo che, se si leggano le sentenze del TAR e del Consiglio di Stato, vengono riprese passo per passo la storia dell’impianto, che è una storia assai complicata, e credo che debbano essere prese in considerazione anche dai colleghi che magari non l’hanno ancora fatto. Volevo cogliere l’occasione per ringraziare l’Assessore, gli Uffici e l’Avvocatura per la disponibilità al confronto, dimostrata anche in questa situazione, nonostante un clima non proprio mite creatosi intorno a questa vicenda, e per il lavoro che è stato compiuto per garantire il rispetto del Regolamento per la concessione al regime sociale degli impianti della Città. Poi da un punto di vista politico, anche riprendendo gli interventi dei colleghi che mi hanno proceduto, io credo che l’Amministrazione abbia sempre affermato e ribadito che la struttura debba essere dedicata alla disciplina della scherma, così come è giusto che sia, una deliberazione mi sembra del 2019 sulla nuova esternalizzazione prevedeva questo intento da parte dell’Amministrazione. Quindi, da un punto di vista Amministrativo, è giusto che vengano rispettate le regole e le procedure; da un punto di vista politico, credo che l’intenzione di continuare a destinare quell’impianto alla disciplina della scherma sia assolutamente la strada da perseguire. Grazie a tutti. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei. Ci sono ulteriori interventi sulla richiesta di comunicazioni? Allora, se non ci sono interventi, darei le comunicazioni per concluse e inizierei con il nostro Ordine dei Lavori. |