Interventi |
SCHELLINO Sonia (Vicesindaca) Sono qui. SCHELLINO Sonia (Vicesindaca) Benissimo, cercherò di essere sintetica, anche se sei quesiti complessi sono un po’ lunghi, però cercherò di leggere velocemente. In merito alla tutela della salute dei residenti durante i lavori, si rimanda alle precisazioni operative previste dal Piano di sicurezza nell’ambito della valutazione del rischio, che tengono conto della tutela degli ambienti circostanti l’area di cantiere, nonché delle maestranze ivi operanti. In merito alla salute degli ospiti a opera finita, relativamente agli aspetti legati alle bonifiche ambientali, finché la struttura sarà utilizzata per Social Housing, con permanenza temporanea, come previsto in sede di chiusura del procedimento di bonifica, non ci sono obblighi. Si evidenzia che, sulla base delle indagini disponibili svolte sul sito, la contaminazione è ascrivibile alla presenza di terreno di riporto, del quale ARPA ha richiesto la rimozione. La contaminazione è stata riscontrata generalmente nel primo metro di terreno, eccezion fatta per un punto centrale del sito, fino a circa 2,5 metri. Nel corso degli scavi edilizi, per necessità legate alla gestione del cantiere, è stata finora rimossa una porzione rilevante di terreno, per uno spessore di circa 1,4 metri, mentre è previsto l’approfondimento dello scavo fino a circa 5 metri, in corrispondenza dell’impronta dell’edificio in costruzione, che determinerà pertanto anche la rimozione del suddetto, appunto, contaminato, rispetto ai limiti residenziali, più profondo. Al termine degli scavi, quindi, sarà stata ragionevolmente rimossa tutta la potenziale sorgente di contaminazione, in ottica residenziale. Come da parere urbanistico rilasciato a gennaio 2018, l’area libera di proprietà della Città, sulla quale è previsto l’intervento in oggetto, risulta destinata a servizi e in particolare, secondo le indicazioni della scheda normativa, il tipo di servizio previsto è “Area per attrezzature di interesse comune”, quale si configura la residenza temporanea, Social House. Le percentuali di destinazione d’uso delle utilizzazioni edificatorie citate, minimo 80% residenze, massimo 20% servizi, sono valide esclusivamente qualora la Città avesse dato in concessione gratuita il diritto edificatorio ad un privato, e non è questo il caso, in quanto il diritto edificatorio è esercitato dalla Città, in quanto proprietaria dell’area. Il vigente Piano Regolatore prescrive, in caso di edificazione, il completamento della cortina edilizia su via Vagnone, quindi il costruire in aderenza rispetto agli stabili esistenti non è stata una scelta progettuale, ma un adempimento normativo. Tra il nuovo edificio e quello adiacente di via Vagnone 17 non si creerà alcuna intercapedine propriamente detta, ma le rispettive pareti risulteranno strutturalmente indipendenti e parimenti accostate. Il Progetto Esecutivo ha previsto e valutato economicamente le opere necessarie per realizzare tale accostamento a regola d’arte; non contiene elaborati grafici specifici, in quanto trattasi di dettagli prettamente costruttivi, come tali da (incomprensibile) nel corso dei lavori e non in sede progettuale. Il condominio del civico 17 ha rotto il silenzio che ha sempre serbato nei confronti delle richieste del Comune, comunicandoci di accettare un sopralluogo congiunto tra i propri tecnici e quelli del Comune, che sta avvenendo in questi giorni; prima, a differenza del civico 13, il 17 non aveva accettato i sopralluoghi. La residenza temporanea che verrà realizzata prevede al piano terreno due sale comuni, rispettivamente di 85 e 38 metri quadri. Nella convenzione stipulata col futuro concessionario dell’opera da realizzare, si potrebbe inserire la clausola di rendere disponibili tali locali anche per attività aperte alla comunità di quartiere. L’utilizzazione a parcheggio dell’area era stata concessa dalla Civica Amministrazione a titolo temporaneo, fino al completamento dell’iter progettuale per l’edificazione dell’area. Le ragioni di destinazione ad housing sociale furono quelle di intercettare le varie esigenze sociali, di breve o medio periodo, di chi necessita di soluzioni abitative temporanee, con specifico riferimento all’emergenza abitativa, cercando di creare, se possibile, un adeguato mix di presenze, in modo da garantire da un lato la sostenibilità economica della gestione e dell’altro l’inclusione sociale delle fragilità. Da un punto di vista tecnico, la proposta di riconversione a residenza permanente per disabili presuppone lo stravolgimento, sia in termini progettuali che economici, di un progetto già appaltato con congruo accorpo e quindi potrebbe generare onerose conseguenze: lo sforamento delle tempistiche collegate ai fondi europei, che hanno finanziato in gran parte la realizzazione del complesso di via Vagnone 15 in argomento, cioè PON Metro, risorse che così verrebbero irrimediabilmente perse; lo scioglimento unilaterale da parte della Città del contratto, con conseguente pagamento di cospicui indennizzi all’appaltatore; la predisposizione di un ulteriore iter finanziario ad adeguamento delle procedure di valutazione del rischio ambientale; la redazione di una nuova progettazione e l’indizione di una nuova gara d’appalto con i connessi costi. La richiesta di sopralluogo congiunto presso il civico 17, formulata per verificare lo stato di fatto delle strutture confinanti e redigere dei verbali di constatazione prima dei lavori, è stata non solo opportuna, ma addirittura doverosa, in quanto finalizzata sia allo svolgimento dei lavori in sicurezza che alla tutela di quei condomini. Si ricorda che l’appaltatore ha per legge l’onere di stipulare idonee polizze, per danni di esecuzione e responsabilità civili presso terzi, che cautelano anche il condominio di via Vagnone 17; senza la stesura della suddetta documentazione, gli eventuali danni subiti dai proprietari dello stabile non avrebbero potuto essere appurati con immediatezza e quindi ristorati, se non dopo le procedure più complesse e lunghe. Precisando che non esisteva all’epoca, e né sussiste ora, alcun divieto di procedere a tali sopralluoghi a causa della pandemia in atto, a fronte del permanere delle esigenze realizzative del pubblico interesse, si deve ribadire che tali operazioni sarebbero state condotte con l’osservanza di tutte le regole prescritte dalla normativa “Prevenzione e Salvaguardia della Salute”. A piena riprova di quanto asserito, si osserva che la medesima richiesta di sopralluoghi è stata accolta dalla proprietà di via Vagnone 13; si è quindi proceduto a eseguirli in sicurezza presso le parti comuni e a ben nove alloggi, non risultando in proposito lagnanze degli inquilini in merito al cattivo o mancato utilizzo di dispositivi. Mette conto concludere che l’azione della Città si è quindi basata strettamente non solo su canoni di pubblico interesse, come visto, ma anche sull’instaurazione di un dialogo collaborativo con i due condomini adiacenti, via Vagnone 13 e 17, il quale ha ispirato la presente interpellanza. Tale spirito però non è stato da quest’ultimo corrisposto in un primo momento, stante il costante silenzio che quei proprietari hanno serbato a lungo. Ora però, come dicevo, oggi pomeriggio si sta facendo un sopralluogo e quindi si suppone che si possa interloquire anche con quell’immobile adiacente. Ho terminato, grazie. |