Interventi |
TRESSO Francesco Sì, grazie Presidente, ringrazio anche la Sindaca. Era quanto mai urgente che la Sindaca stessa si esponesse su questa situazione che da ormai più di due settimane sta occupando il dialogo politico della Città. Io mi rifaccio alle domande che ho posto, in particolare devo dire che la Sindaca non ha però dato piena risposta ad uno dei quesiti, che era: “Quale sia stato il ruolo della Polizia Municipale”, ce l’ha detto “Ma quali atti siano stati prodotti per indirizzarne l’operato?”. Cioè siccome lei Sindaca ha ripreso le deleghe in termini di Polizia Municipale, noi volevamo sapere in occasione di quell’operazione, svolta il 4 di febbraio scorso, se fosse stata lei stessa ad averla richiesta o, più probabilmente, se ne era comunque al corrente visto che era un’attività congiunta con le Forze dell’Ordine, ma la stessa Questura aveva poi dichiarato che il loro era stato un servizio di risposta, come lei ci ha detto, alle richieste dei cittadini, si erano limitati ad identificare le persone e il resto era stato svolto dalla Polizia Municipale. Questo ruolo della Polizia Municipale è, effettivamente, un aspetto delicato perché abbiamo già avuto modo di discutere, non tanto nella Commissione, ma anche nelle precedenti richieste di comunicazione, sul ruolo svolto dal Comandante Bezzon che di fatto si è preso la briga, diciamo così, di condurre la comunicazione anche per quello che riguarda le politiche sociali della Città; ricordiamo ancora che lo stesso Comandante Bezzon, nell’arco di un’intervista, aveva appunto rilasciato alcune frasi dicendo che bisognava risolvere un problema di degrado generato da queste situazioni e che comunque rassicurava sul fatto che nessuno qui rischia di morire di freddo. Ahimè, purtroppo - e devo dirlo con grande tristezza -, questa sua affermazione è stata puntualmente smentita: due persone, come lei ci ha ricordato, sono decedute proprio questa settimana a causa del freddo; poi non è questione di fare una polemica politica incentrata su questo, purtroppo - e anche qui lo diciamo sempre con una grande presa d’animo - sono morte sempre delle persone in questa città, però è questo momento particolare in cui forse bisognava intervenire con un minimo più di accortezza e non lasciare che tutto venisse risolto semplicemente con delle semplificazioni, che erano appunto quelle di ritenere che la semplice elemosina non risolveva il problema e che quindi bastava sospendere l’elemosina per un tot di periodo per poi riuscire a risolvere un problema. Si tratta di una interpretazione molto semplicistica, che va contro un sistema molto più complesso, che invece, come lei stessa ci ha richiamato, deve comprendere una rete del sociale molto più ampia. Allora, ben venga che sia stata convocato, da parte della Prefettura, un vertice, come ci ha riferito, a cui ha preso parte l’Arcivescovo, a cui ha preso parte lei, ma forse la Città poteva prevenire questa situazione capendo la gravità della situazione invernale, come sempre, ma di un contesto che stiamo vivendo, in cui sono, ahimè, aumentate molto queste condizioni di fragilità, che sono in toto dovute... in buona parte dovute a delle situazioni di solitudine, di abbandono, che si stanno verificando a seguito dell’evento pandemico, per cui persone che si trovano in condizioni che non conoscevano prima, condizioni che determinano delle fragilità molto molto più considerevoli e che quindi richiedono, da parte della Città, un certo tipo di attenzione. Io sono molto rattristato, invece, dal vedere che la Città ne ha fatto prioritariamente una questione di decoro urbano, ha ritenuto dare prioritariamente la risposta a quei commercianti, a quei cittadini, probabilmente ritenendo anche di avere giustamente delle loro valutazioni, ma la Città, in questo senso, deve proprio, invece, essere capace di contestualizzare quel tipo di richieste e dare risposte che cerchino di andare in una direzione che è quella che Torino ha sempre avuto, cioè che nessuno può giudicare questo tipo di atteggiamenti, ma, se vogliamo una città che davvero sia votata all’inclusione, allora la questione non riguarda solo un’immagine, diciamo così, di tipo turistico, ma è un problema molto più complesso. E su questo credo che delle azioni concrete la Città possa farle, anche per spiegare ai cittadini quale sia il significato di evitare delle azioni di rappresaglia, come quelle che son state condotte, perché, ahimè, purtroppo questo è un po’ successo, proprio per come... (audio interrotto) ...totalmente d’accordo sul fatto di continuare questo tipo di approfondimento, di farlo con una Commissione, che potrà dare ulteriori spazi - già ne abbiamo avuti - per capire meglio questa rete del sociale come si intende muovere. Però attenzione, perché davvero io credo sia stata condotta un’operazione in maniera superficiale, sia dal punto di vista comunicativo che dal punto di vista di quello che è stato coordinato e, ahimè, di questo lei ne ha una responsabilità, Sindaca Appendino, perché, come dicevamo, la delega è sua. Forse in un momento come questo io personalmente avrei preferito non un’Amministrazione che mi dicesse che non bisogna fare l’elemosina, non vorrei che lo dicesse a me e non vorrei che lo dicesse ai miei figli; vorrei, invece, che questa Città fosse una Città che capisca che non si può giudicare l’elemosina o la fede di ideali umanitari, sto usando le parole dell’Arcivescovo Nosiglia. TRESSO Francesco Nessuno può giudicare l’elemosina e la fede o gli ideali umanitari che stanno dietro. Questo è il tipo di ideale di Città che ho in mente e questo vorrei che la Sindaca potesse rappresentare. Grazie. |