Interventi |
TISI Elide Grazie, Presidente. Ringrazio i colleghi che hanno voluto richiamare nuovamente questo tema, che, come veniva ricordato, è stato oggetto di una lunga Commissione giovedì scorso, promossa dal Presidente Versaci, che si è reso disponibile. Credo, però, che intanto quanto detto dalla Sindaca, in realtà, ha lasciato molti punti interrogativi, sia nel merito specifico del tipo di operazione di sgombero che è stata fatta, e proprio su come è stata svolta, qual è stato il ruolo della Città, in che modo, in un’occasione di quel tipo, si è ritenuto comunque di salvaguardare la dignità delle persone. Ricordiamo che il periodo invernale sicuramente rende estremamente complesse e ancora più difficili le condizioni di vita di queste persone, e in più quest’anno e già la primavera scorsa sappiamo come il Covid ha moltiplicato le problematiche di chi vive in strada. Quindi, io credo che sia doveroso, da parte delle istituzioni, non svolgere iniziative come queste con leggerezza, ma valutare tutte le possibili implicazioni e credo sia anche doveroso rendere conto, in sedi come quella di oggi, di che cosa esattamente è avvenuto. Io credo, peraltro, che c’è stata in queste settimane, in questi giorni una sorta di escalation da questo punto di vista anche nelle dichiarazioni pubbliche che sono state fatte, purtroppo i due decessi, le due morti recenti credo abbiano colpito tutti noi e soprattutto abbiano, come dire, dato una lettura di molte delle dichiarazioni che hanno preceduto questi accadimenti, anche da parte del Comandante della Polizia Municipale, in una chiave, direi, molto inquietante, perché - lo ricordava già il collega Tresso - certamente anche a Torino purtroppo si muore di freddo, e dichiarare il contrario, vorrei dire, fa il pari solo con chi ha potuto pensare di eliminare la povertà per decreto. Credo, viceversa, che il compito di un’Amministrazione sia quello di far crescere la cultura della solidarietà, soprattutto laddove così spesso, come fa la Sindaca, si richiama e si evoca la comunità come luogo centrale. Ecco, la comunità: la comunità deve essere un luogo di solidarietà, non un luogo dove le persone più deboli vengono guardate con sospetto, talvolta stigmatizzate e, in questo modo, creando delle condizioni perché ci sia un peggioramento delle loro condizioni di marginalità. Nel Tavolo del 10 di febbraio - vorrei ricordarlo -, quello convocato dall’Arcivescovo, con tutte le organizzazioni che in qualche modo partecipano nella città a sostenere le persone maggiormente fragili, che vivono in strada, è stata richiamata in modo forte la responsabilità istituzionale proprio nell’elaborazione di strategia. Nelle dichiarazioni che ho letto si attende proprio che l’Istituzione comunichi, faccia sapere quali sono le sue strategie in questo senso per provare a risolvere, almeno in parte, i problemi di chi vive in strada, e da questo punto di vista io credo che non si può negare che ci sia stato negli ultimi anni un aumento anche numerico di persone che vivono in strada, una delle ultime stime parlava di oltre 2.000 persone, situazione ulteriormente peggiorata dalla condizione del Covid, come dicevo, e dall’aumento anche di situazioni di patologie. Allora, io penso che, di fronte ad una situazione del genere, certamente tutto il Consiglio Comunale deve essere impegnato, ma credo che prima di tutto occorra, Sindaca, cambiare proprio un po’ l’approccio: certamente i numeri sono importanti, ma, come dicevo, c’è bisogno di creare delle condizioni affinché la città torni ad essere una città accogliente, una città che non ha paura della diversità e che sa superare gli stigmi; e soprattutto, forse di fronte a questi numeri così crescenti, interrogarsi sull’adeguatezza dei nostri servizi, se non c’è da ripensare profondamente al nostro sistema, se forse non dobbiamo cercare di arrivare un po’ prima, un po’ prima che le persone finiscano in strada, perché la strada le segna profondamente e molto spesso è una condizione dalla quale è difficilissimo tornare indietro, ricostruire una dignità. Io credo che la Città ha un potenziale enorme: sono le sue organizzazioni del Terzo Settore, più volte evocate, e la sua storia e l’impegno anche di tanti operatori pubblici, che in questi ambiti si sono spesi e si spendono. A questo proposito vorrei anche richiamare - l’ho detto già nel Consiglio precedente - il ruolo che, oltre ai Servizi Sociali, deve essere riconosciuto, forse ripreso, rilanciato dei Nuclei di Prossimità, che molto spesso hanno svolto, svolgono e spero potranno svolgere ancora una funzione di controllo sociale del territorio insieme ai tanti operatori sociali che nel territorio lavorano. Allora, io credo che non vogliamo sottovalutare le difficoltà e il disagio che vivono tanti cittadini che davanti alla loro casa o al loro negozio si trovano ad avere dei (voci sovrapposte)... TISI Elide Certamente, ma proprio perché non vogliamo sottovalutarli, io credo che c’è da fare un ripensamento importante, da capire come l’apertura dei servizi nelle 24 ore costituisce anche un’apertura di percorsi educativi che non diano soltanto un tetto e un piatto di minestra, ma che riescano davvero ad accompagnare queste persone a una riabilitazione. Grazie, Presidente. |