Interventi |
SICARI Francesco (Presidente) Procediamo adesso con le successive richieste di comunicazioni, che invece verranno discusse, in merito allo: “Sgombero dei senzatetto e senza fissa dimora”, lascio quindi…. presentate dal Capogruppo Tresso, dalla Capogruppo Artesio e dalla Consigliera Parlacino. Lascio, quindi, per la risposta, la parola alla Sindaca Appendino. Prego. APPENDINO Chiara (Sindaca) Sì, grazie Presidente. Cercherò di rispondere alle varie osservazioni che sono state poste nelle richieste di comunicazioni, consapevoli del fatto che la scorsa settimana in realtà c’è stata una Commissione Consiliare, e ringrazio il Presidente Versaci, durante la quale sia la Vicesindaca Schellino, sia l’Assessore Unia hanno, come dire, spiegato le questioni, mi pare che ci sia stato anche un acceso dibattito in merito. Torno quindi ad inquadrare quello che è accaduto, e per farlo utilizzo come fonte un comunicato stampa che è stato fatto in seguito a un Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica che si è…, come ormai sanno credo tutti i Consiglieri e le Consigliere, che si è tenuto la scorsa settimana presso la Prefettura di Torino a cui ho partecipato io, la Vicesindaca, l’Arcivescovo, i vertici provinciali delle Forze dell’Ordine, e in questa sede abbiamo esaminato la situazione delle persone senza dimora e l’efficacia di quelli che sono i modelli organizzativi della rete pubblica, ed evidentemente anche del privato sociale che quotidianamente si occupano del tema offrendo assistenza e mettendo a disposizione degli homeless servizi di accoglienza in strutture protette. Tra l’altro, come è stato più volte detto, questi servizi sono stati potenziati e rimodulati, torno su questo perché una delle due richieste di comunicazioni che è pervenuta questa mattina chiede nuovamente, sostanzialmente, di capire che cosa sta facendo la Città su un tema che riguarda appunto gli homeless. Il sistema dei servizi che ha la Città in piedi, e peraltro è stato appunto rafforzato fin dalle prime fasi dell’emergenza sanitaria, vede un piano di trasformazione della rete dei servizi e degli interventi rivolti alle persone senza dimora per cercare di assicurare accoglienza e tutela anche in un periodo particolare come quello che stiamo vivendo dell’emergenza sanitaria. Come è stato già reso noto, i posti dedicati, sostanzialmente, la disponibilità di accoglienza per le persone senza dimora in condizioni di elevata fragilità supera i mille posti, sono 800 di prima accoglienza e 200 di soluzioni abitative a progetto. Grazie al percorso che è stato fatto dalla Città e insieme al Terzo Settore, affidamenti e concessione di servizi, co-progettazione nell’ambito del piano sociale, si è costruito un nuovo assetto del sistema che, ovviamente, ha come obiettivo quello di aumentare e rendere più efficaci gli strumenti che abbiamo per aiutare le persone che sono in condizioni di grave marginalità adulta e senza dimora. Sono state fatte tutta una serie di attività di potenziamento, come ad esempio l’apertura di 24 ore, tutti i giorni dell’anno, delle case di ospitalità dell’Amministrazione Comunale e per il periodo invernale di altre case di ospitalità; la possibilità per gli ospiti, di permanenza per più tempo nella stessa casa, l’aumento delle misure di prevenzione e tutela sanitaria, assicurando procedure di ingresso e di tamponamento, distanziamento, DPI, anche di questo si è discusso più volte e in particolare durante la fase emergenziale, la prima fase emergenziale dell’emergenza sanitaria; l’incremento del numero delle strutture di accoglienza attivate, in collaborazione con il Terzo Settore. Poi si è lavorato... quindi, questa è la parte di accoglienza, poi c’è il potenziamento dei Servizi di prossimità e di primo contatto, quindi l’attivazione di un polo di accesso unificato ai cittadini dedicato ad accogliere le persone senza dimora, conoscerle e orientarle rispetto alla rete dei servizi cittadini e a predisporre interventi e percorsi di inclusione; il rafforzamento dei Servizi di Strada diurni e notturni, che hanno il compito di monitorare e intercettare tempestivamente le nuove situazioni di fragilità; e poi abbiamo un altro asse che riguarda invece lo sviluppo dei progetti di autonomia abitativa e sociale. Quindi abbiamo: il potenziamento dell’accoglienza, il potenziamento dei servizi di prossimità e di primo contatto, e quello che riguarda invece lo sviluppo dei progetti di autonomia abitativa e sociale, e qui abbiamo, come è stato già raccontato sicuramente dalla Vicesindaca Schellino, la messa a sistema del servizio Housing First, l’incremento di opportunità abitative e di autonomia assicurate dal Terzo Settore nell’ambito del Piano di Inclusione nella Città e tutta un’altra serie di interventi. Quindi abbiamo, sostanzialmente, un po’ meno di 9 milioni di euro, che è la spesa della Città, divisi su Prossimità e Salute, che sono i servizi rivolti a facilitare il contatto e l’ingresso nel sistema di aiuto, che sono circa 700.000 euro; l’accoglienza, che riguarda invece le strutture collettive di ospitalità che sono 5,4 milioni; l’inclusione abitativa, che sono i progetti di inserimento abitativi, che sono circa 1,5 milioni, e poi abbiamo quasi un milione, un pochino meno di un milione, per il sostegno alimentare e di inclusione, quindi mense benefiche, progetti di sostegno alimentare e l’inserimento sociale e lavorativo. Perché dico questo? Ovviamente, in parte, per rispondere in particolare alla richiesta che è pervenuta questa mattina e di cui stiamo discutendo in modo congiunto, ma anche perché nell’ambito del Tavolo che si è aperto insieme al Prefetto e alla Vicesindaca, e in particolare all’Arcivescovo, che ringrazio, si è deciso di, come dire, operare tramite... insieme anche alle associazioni, a tutto questo mondo che lavora per la Città, con la Città, ovviamente, per quanto riguarda le persone più fragili e le marginalità, per cercare di vedere se questo modello - e su questo noi, ovviamente, siamo assolutamente disponibili e pronti - sia possibile, anche alla luce dell’emergenza, intervenire rafforzando e migliorando, adottando, come metodo, il metodo del Tavolo di co-progettazione della Città, che è stato adottato per il Piano di Inclusione Sociale, dove già partecipano, sostanzialmente, questi soggetti che nell’ambito, appunto, delle politiche attuate dalla Città, vengono in qualche modo coordinate e in realtà co-progettate. Quindi, la settimana scorsa c’è stato questo primo incontro, si è fatto, sostanzialmente, il punto, questo per quanto riguarda in particolare i servizi, appunto, legati al sociale e nei prossimi giorni ci saranno ulteriori incontri e l’obiettivo è, quindi, per riassumere…, ovviamente, tra l’altro abbiamo anche alcuni di questi... come dire, contratti che sono in scadenza nel periodo di marzo-aprile, quindi, mantenendo comunque le risorse che ci sono a disposizione e sperando che possano arrivare anche interventi governativi a supporto delle risorse che la Città già mette nell’ambito della rete, l’obiettivo è valutare se ci sono dei modelli che possono essere migliorati e in tal senso procedere utilizzando questo metodo di co-progettazione, che dal nostro punto di vista è stato efficace in altre situazioni già, appunto, in passato. Aggiungo, sempre per rispondere alle interpellanze di questa mattina… alle comunicazioni pervenute questa mattina, che… ed è l’unico aggiornamento rispetto alla Commissione di giovedì scorso, che per fronteggiare il freddo previsto in queste notti, in particolare mi riferisco a quelle scorse, come misura straordinaria da sabato a Torino, con la collaborazione della Protezione Civile che ringrazio, sono state montate tre tende per avere posti aggiuntivi nella struttura di accoglienza di via Traves, dove sia nella notte di venerdì e sia sabato sono rimasti a disposizione posti liberi. Anche nei dormitori ci sono ancora posti disponibili e quindi continuerà l’impegno della Città per convincere le persone ad intraprendere percorsi di autonomia. Dalla struttura di via Traves che, si ricorda, è un sito di emergenza umanitaria dove si può entrare anche senza documenti, oltre 30 persone sono uscite in questi mesi per essere inserite in dormitori e riprendere così un cammino di uscita dalla marginalità estrema. Per quanto riguarda invece i deceduti, di cui è stato chiesto un riferimento, sempre nelle ultime richieste di comunicazioni di questa mattina, do lettura di quanto mi è stato comunicato dai Servizi che sostanzialmente operano sul territorio: “il primo caso era conosciuto da tempo dai Servizi e non aveva, dalle interlocuzioni che sono state… che si sono avute, non ha mai accettato percorsi di inserimento e la stessa notte del decesso era stato avvicinato per convincerlo ad andare in ospedale o almeno in un dormitorio, ma si era rifiutato in quella sede. Il secondo invece non era conosciuto dai Servizi, né, a quanto ci consta, da altre Associazioni caritatevoli della rete che collabora con la Città. Un nome simile, ma non certo, in quanto questa persona… ma non certo in quanto questa persona dava spesso generalità false, risulterebbe dagli archivi della BOA e corrisponderebbe ad una persona che ha cercato rifugio qualche settimana fa, ma solo per un (incomprensibile) per poi andarsene”. Ovviamente, queste sono le uniche informazioni che abbiamo ad oggi che sono pervenute dai Servizi, e vista la richiesta di comunicazioni, do al Consiglio. Quindi, per chiudere la prima parte di risposta, sostanzialmente, per quanto concerne l’attività che riguarda tutta la rete del Sociale, l’obiettivo è di andare avanti con il modello di co-progettazione, valutare insieme a tutti i soggetti la possibilità di avere migliorie, ricercare risorse aggiuntive che possono essere stanziate in aggiunta agli 8 milioni e io penso che, da questo punto di vista, se, ovviamente, il Consiglio è d’accordo e il Presidente Versaci è a disposizione, potrebbe essere utile che la Commissione continui il lavoro iniziato la scorsa settimana proprio approfondendo e valutando possibili migliorie, anche alla luce del lavoro di confronto che verrà fatto, peraltro coinvolgendo le Associazioni stesse proprio nell’ottica della co-progettazione. Per quanto riguarda, invece, la seconda parte delle richieste di comunicazioni, in particolare quella che riguarda la Polizia Municipale, ricordo, come è stato già fatto nella Commissione Consiliare da parte dell’Assessore Unia, che ringrazio, che nell’ambito anche, insomma, del Comitato per l’Ordine Pubblico e la Sicurezza, è stato evidenziato come da tempo con cadenza settimanale vengano svolti interventi di pulizia e sanificazione dei luoghi dove stazionano i senza dimora nell’interesse dell’igiene pubblica e delle stesse persone che abitualmente dormono in quegli spazi. “In concomitanza...”, anche qui sto leggendo ufficialmente quanto, appunto, comunicato dal (audio disturbato) Comitato per l’Ordine Pubblico e la Sicurezza: “In concomitanza con una di queste operazioni di sanificazione periodica, la Polizia di Stato supportata dalla Polizia Locale ha effettuato un servizio di controllo di alcune persone che stazionano abitualmente nel cuore della città, a fronte di specifici esposti di residenti e commercianti, riscontrando la presenza di alcuni pluripregiudicati italiani e stranieri dediti ad attività illecite che sono stati allontanati e segnalati alla autorità giudiziaria”. L’unica cosa che posso aggiungere rispetto a questa comunicazione che era stata già fatta, penso fosse la Consigliera Artesio che avesse chiesto ulteriori riferimenti, è la relazione di servizio per l’intervento che è stato fatto, appunto, in quella giornata che mi è arrivata, ovviamente, dalla Sezione Circoscrizionale 1 - Centro Crocetta, in cui sostanzialmente viene raccontato, poi ovviamente all’atto si può fare tranquillamente accesso: “Che il giorno 4 gennaio alle ore 08.00 su richiesta del Commissariato di Polizia di Stato di via Verdi, effettuato alcuni giorni prima telefonicamente dal Responsabile del controllo del territorio e a seguito di numerosi esposti pervenuti, il sottoscritto unitamente ad alcune pattuglie del Comparto Decoro si recava in via Cernaia (incomprensibile) per effettuare un controllo dei senza fissa dimora presenti sul posto. Preciso che tale sito è stato più volte oggetto di reclami (incomprensibile) pervenuti anche al nostro Comando. La Polizia mi richiedeva anche di prendere accordi con AMIAT per l’eventuale pulizia del sito. Sul posto erano presenti alcune pattuglie in borghese della Polizia di Stato e altre pattuglie in divisa del Reparto di Prevenzione Crimine della Questura. Iniziavamo, quindi, l’intervento in via Cernaia, sul posto vi erano due senza fissa dimora extracomunitari, di cui uno regolare sul territorio che si allontanava abbandonando vari rifiuti sul posto ed uno che veniva accompagnato dalla Polizia in Questura per verificare la regolarità sul territorio nazionale portandosi al seguito tutti gli effetti personali. Rimanevano sul posto parecchi rifiuti che venivano conferiti da AMIAT in discarica. Quindi, viste le condizioni igieniche precarie del sito dovute alla presenza di urina, si procedeva con il lavaggio del sito. Terminato l’intervento, ci spostavamo in altri siti oggetto di reclamo, sia del Commissariato ma anche (incomprensibile) quale corso Vinzaglio n. 5, dove veniva identificato un senza fissa dimora; piazza Castello in via Viotti. Qui vi erano sei persone senza fissa dimora, la Polizia procedeva alla loro identificazione accompagnandone uno per l’identificazione. Sul posto vi erano vari cartoni sporchi, rifiuti di vario genere che gli stessi senza fissa dimora conferivano all’AMIAT, trattenendo solo quello che ritenevano opportuno. Si precisa che non è stato buttato nulla, se non su esplicita indicazione dei senza fissa dimora, questa è la procedura adottata solitamente dal personale operante, nella fattispecie vengono conferiti solo i rifiuti ed i cartoni sporchi che gli stessi senza fissa dimora lasciano sul posto”. Questa è la relazione... siccome ho visto che nella richiesta di comunicazioni mi aveva chiesto quale fosse il ruolo della Polizia Locale, mi sembrava opportuno, appunto, leggere la relazione che credo che sia il documento più ufficiale che abbiamo, e anche più dettagliato rispetto a quella singola operazione di cui si è chiesto comunicazioni nella…, appunto, nella richiesta di oggi. Quindi chiuderei cercando di riassumere perché le richieste erano tante, da un lato, appunto, c’è un lavoro che si sta portando avanti, ovviamente la regia è della Vicesindaca, che ringrazio rispetto a questo tema di co-progettazione, facendo anche... interloquendo e valutando se è possibile migliorare i nostri interventi, lato ovviamente servizi, nell’ottica di arrivare sempre a cercare di costruire percorsi di autonomia, e su questo speriamo anche che il nuovo Governo…, avevamo chiesto già alla Ministra Bonetti insieme al Prefetto di valutare un nostro progetto, la Ministra è stata confermata e quindi procederemo nuovamente a un incontro per ottenere da un lato risorse maggiori, evidentemente, ma anche un maggior coordinamento di una serie di interventi. Per quanto riguarda invece i casi specifici credo di aver dato risposta e penso potrebbe essere utile, signor Presidente, poi, ovviamente, saranno i Consiglieri e le Consigliere a decidere, che la Commissione, la IV in particolare, titolata sul tema possa procedere anche nelle prossime settimane seguendo passo dopo passo il lavoro che verrà fatto insieme al signor Prefetto, ovviamente, all’Arcivescovo, coordinato dalla Vicesindaca. Grazie, mi scuso se sono stata un po’ lunga. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei, Sindaca. Allora, adesso iniziamo con gli interventi da parte dei Consiglieri che hanno richiesto… hanno richiesto, appunto, le richieste di comunicazione. Con ordine, ho il Capogruppo Tresso, la Capogruppo Artesio e la Consigliera Parlacino. Quindi iniziamo con il Capogruppo Tresso, che ha cinque minuti a sua disposizione, prego Capogruppo Tresso. TRESSO Francesco Sì, grazie Presidente, ringrazio anche la Sindaca. Era quanto mai urgente che la Sindaca stessa si esponesse su questa situazione che da ormai più di due settimane sta occupando il dialogo politico della Città. Io mi rifaccio alle domande che ho posto, in particolare devo dire che la Sindaca non ha però dato piena risposta ad uno dei quesiti, che era: “Quale sia stato il ruolo della Polizia Municipale”, ce l’ha detto “Ma quali atti siano stati prodotti per indirizzarne l’operato?”. Cioè siccome lei Sindaca ha ripreso le deleghe in termini di Polizia Municipale, noi volevamo sapere in occasione di quell’operazione, svolta il 4 di febbraio scorso, se fosse stata lei stessa ad averla richiesta o, più probabilmente, se ne era comunque al corrente visto che era un’attività congiunta con le Forze dell’Ordine, ma la stessa Questura aveva poi dichiarato che il loro era stato un servizio di risposta, come lei ci ha detto, alle richieste dei cittadini, si erano limitati ad identificare le persone e il resto era stato svolto dalla Polizia Municipale. Questo ruolo della Polizia Municipale è, effettivamente, un aspetto delicato perché abbiamo già avuto modo di discutere, non tanto nella Commissione, ma anche nelle precedenti richieste di comunicazione, sul ruolo svolto dal Comandante Bezzon che di fatto si è preso la briga, diciamo così, di condurre la comunicazione anche per quello che riguarda le politiche sociali della Città; ricordiamo ancora che lo stesso Comandante Bezzon, nell’arco di un’intervista, aveva appunto rilasciato alcune frasi dicendo che bisognava risolvere un problema di degrado generato da queste situazioni e che comunque rassicurava sul fatto che nessuno qui rischia di morire di freddo. Ahimè, purtroppo - e devo dirlo con grande tristezza -, questa sua affermazione è stata puntualmente smentita: due persone, come lei ci ha ricordato, sono decedute proprio questa settimana a causa del freddo; poi non è questione di fare una polemica politica incentrata su questo, purtroppo - e anche qui lo diciamo sempre con una grande presa d’animo - sono morte sempre delle persone in questa città, però è questo momento particolare in cui forse bisognava intervenire con un minimo più di accortezza e non lasciare che tutto venisse risolto semplicemente con delle semplificazioni, che erano appunto quelle di ritenere che la semplice elemosina non risolveva il problema e che quindi bastava sospendere l’elemosina per un tot di periodo per poi riuscire a risolvere un problema. Si tratta di una interpretazione molto semplicistica, che va contro un sistema molto più complesso, che invece, come lei stessa ci ha richiamato, deve comprendere una rete del sociale molto più ampia. Allora, ben venga che sia stata convocato, da parte della Prefettura, un vertice, come ci ha riferito, a cui ha preso parte l’Arcivescovo, a cui ha preso parte lei, ma forse la Città poteva prevenire questa situazione capendo la gravità della situazione invernale, come sempre, ma di un contesto che stiamo vivendo, in cui sono, ahimè, aumentate molto queste condizioni di fragilità, che sono in toto dovute... in buona parte dovute a delle situazioni di solitudine, di abbandono, che si stanno verificando a seguito dell’evento pandemico, per cui persone che si trovano in condizioni che non conoscevano prima, condizioni che determinano delle fragilità molto molto più considerevoli e che quindi richiedono, da parte della Città, un certo tipo di attenzione. Io sono molto rattristato, invece, dal vedere che la Città ne ha fatto prioritariamente una questione di decoro urbano, ha ritenuto dare prioritariamente la risposta a quei commercianti, a quei cittadini, probabilmente ritenendo anche di avere giustamente delle loro valutazioni, ma la Città, in questo senso, deve proprio, invece, essere capace di contestualizzare quel tipo di richieste e dare risposte che cerchino di andare in una direzione che è quella che Torino ha sempre avuto, cioè che nessuno può giudicare questo tipo di atteggiamenti, ma, se vogliamo una città che davvero sia votata all’inclusione, allora la questione non riguarda solo un’immagine, diciamo così, di tipo turistico, ma è un problema molto più complesso. E su questo credo che delle azioni concrete la Città possa farle, anche per spiegare ai cittadini quale sia il significato di evitare delle azioni di rappresaglia, come quelle che son state condotte, perché, ahimè, purtroppo questo è un po’ successo, proprio per come... (audio interrotto) ...totalmente d’accordo sul fatto di continuare questo tipo di approfondimento, di farlo con una Commissione, che potrà dare ulteriori spazi - già ne abbiamo avuti - per capire meglio questa rete del sociale come si intende muovere. Però attenzione, perché davvero io credo sia stata condotta un’operazione in maniera superficiale, sia dal punto di vista comunicativo che dal punto di vista di quello che è stato coordinato e, ahimè, di questo lei ne ha una responsabilità, Sindaca Appendino, perché, come dicevamo, la delega è sua. Forse in un momento come questo io personalmente avrei preferito non un’Amministrazione che mi dicesse che non bisogna fare l’elemosina, non vorrei che lo dicesse a me e non vorrei che lo dicesse ai miei figli; vorrei, invece, che questa Città fosse una Città che capisca che non si può giudicare l’elemosina o la fede di ideali umanitari, sto usando le parole dell’Arcivescovo Nosiglia. SICARI Francesco (Presidente) La invito a concludere. TRESSO Francesco Nessuno può giudicare l’elemosina e la fede o gli ideali umanitari che stanno dietro. Questo è il tipo di ideale di Città che ho in mente e questo vorrei che la Sindaca potesse rappresentare. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei. Procediamo con l’intervento della Capogruppo Artesio, che ha cinque minuti a sua disposizione. Prego. ARTESIO Eleonora Grazie. Non mi stupisce che la Sindaca abbia impiegato gran parte del suo intervento a rispondere alla seconda richiesta di comunicazioni, essendo quella mia e del collega Tresso assolutamente simili. Io conosco la sensibilità del Presidente della IV Commissione e anche la completezza con la quale organizza gli appuntamenti della Commissione, e sono certa che avremo modo di approfondire quello che la Sindaca ha chiamato “Piano di trasformazione dei servizi per adulti in difficoltà”. Esprimo, quindi, qui soltanto un giudizio sintetico: se la Prefettura ha ritenuto di rendersi regista di una funzione di coordinamento, dalla quale ha emanato indicazioni di soluzioni abitative di piccole e medie dimensioni e interventi di accompagnamento individuale delle situazioni più gravi; se la Curia ha ritenuto di istituire un coordinamento delle associazioni di Terzo Settore e di volontariato, segnalando l’opportunità di ampliare le opportunità diurne, l’articolazione dei servizi e l’affiancamento professionale e di relazione di aiuto, e ancora ieri ha attivato addirittura l’apertura di proprie stanze all’accoglienza dei senza fissa dimora, questo platealmente dimostra che l’organizzazione che l’Amministrazione comunale ha messo in campo, seppure in una logica di convenzioni con soggetti terzi, non era evidentemente adeguata alla necessità. Ma rimanderò alla Commissione questi approfondimenti. Sono invece molto insoddisfatta della risposta data alle puntuali richieste che avevamo mosso. Relativamente all’operazione che chiamo “di allontanamento” delle persone senza fissa dimora del 4 ultimo scorso, le questioni che sono state restituite riguardano un’iniziativa del Servizio del Corpo di Polizia Municipale, Sezione 1 Centro Crocetta, quindi immagino che il nostro interlocutore per approfondire sarà il Comandante della Sezione Centro Crocetta; deduco che abbia agito senza input del Comandante della Polizia Municipale; deduco che abbia agito senza input della Sindaca, perché l’unico riferimento che viene qui richiamato è esattamente questo. Quella relazione di servizio, che è intestata sotto il titolo “Sanificazione e igiene”, volta alla tutela della salute dei residenti e di chi temporaneamente vi staziona, sarebbe stata condotta, in base a quello che ci ha detto la Sindaca, su richiesta - e qui chiederò di avere l’accesso agli atti - della corrispondente Sezione Locale di via Verdi della Questura. La Questura ha pubblicamente detto di aver gradito l’affiancamento della Polizia Municipale, ma che la sua operazione riguardava solo atti di Polizia di identificazione, non l’allontanamento delle persone, non gli interventi di sanificazione. Allora, qui bisogna essere chiari: quando c’è un atto di Polizia, esistono determinate procedure; la Sindaca ci ha detto lunedì scorso che non avrebbe - e io ho apprezzato - mai attuato il Daspo urbano, ma il Daspo urbano prevede almeno un’anticipazione dell’informazione agli interessati 48 ore prima, qui non sappiamo chi ha avviato l’iniziativa, se non la Sezione 1 Centro Crocetta, sulla base di una telefonata. Quindi, apprendiamo di un’iniziativa genericamente di sanificazione, la cui titolarità è rinviata ad un livello circoscrizionale, il quale opera sulla base di una telefonata. Mi pare che, dal punto di vista del diritto, la certezza dell’operazione non sussista. Ci viene detto che le persone sono state invitate - e AMIAT svolgeva supporto soltanto in questo - a consegnare ciò che comunque avrebbero distrutto e a conservare ciò che era loro caro e loro utile, quindi devo dedurre che la persona che ha dichiarato di avere in questo conferito - non voglio qui dire, perché non ho gli elementi - volontariamente le... SICARI Francesco (Presidente) La invito a concludere. ARTESIO Eleonora Sto finendo, ...le proprie medicine, abbia ritenuto che le medicine non fossero un bene essenziale. Qui è mancata una certezza formale. Perché insisto? Perché credo che quando si ragiona - e in questo Consiglio ricorre spesso - sul rispetto delle regole, legalità eccetera, la prima legalità debba essere quella dello Stato, tanto più forte quanto più i soggetti verso i quali ci si rivolge sono soggetti fragili, che hanno già perso il diritto al lavoro e il diritto alla casa. Io chiederò l’accesso agli atti e procederò per tutte le vie formali, istituzionali e giuridiche per approfondire la procedura adottata. SICARI Francesco (Presidente) La ringrazio. Con ordine, adesso ha facoltà di intervento, come richiedente, la Consigliera Parlacino. Sempre cinque minuti, prego. PARLACINO Francesca Sì, grazie Presidente. Allora, dunque, noi abbiamo portato avanti questa richiesta di comunicazione - e comunque ci tengo a ringraziarla per aver accettato - perché abbiamo appreso dagli organi di stampa, da parte dell’Arcivescovo Nosiglia, la richiesta e... il supporto da parte delle famiglie dei cittadini. Allora, nel momento in cui, durante le varie Commissioni che si sono tenute e durante il Consiglio che c’è stato la settimana scorsa, il quadro che ci veniva posto da parte dell’Assessora Schellino e della Sindaca era un quadro per cui la maggior parte dei senzatetto erano persone che non accettavano un aiuto, nel momento in cui invece l’Arcivescovo Nosiglia invita ad aiutare e ad aprire le proprie case ci è un po’ sorto il dubbio che evidentemente c’è qualcosa che non funziona, quindi la nostra richiesta di chiarimento e di comunicazioni era dettata, appunto, da questo. Rispetto alle risposte che abbiamo avuto dalla Sindaca, io sono molto perplessa e anche rammaricata: nella prima parte dell’intervento la Sindaca dice che ne abbiamo già parlato ampiamente durante le Commissioni; è assolutamente vero, noi abbiamo partecipato, siamo intervenuti, il fatto che si sia affrontato il tema durante la Commissione è lodevole e ringrazio il Presidente Versaci per averci dato l’occasione. Dopodiché il tema non si è esaurito, è stato snocciolato, sì, ma ad oggi la situazione è peggiorata: abbiamo avuto due lutti, sono due persone che sono morte e ammetto, con profondo rammarico, che ho sentito, Sindaca... l’ho percepita veramente con distanza mentre leggeva la sua nota e questa è una cosa che mi colpisce moltissimo, perché è stata brava a raccontare tutto quello che è stato fatto negli anni dalla vostra Amministrazione, che io apprezzo, ha parlato di aumento dei posti letto, del potenziamento dei progetti di inclusione, di sviluppo di autonomia, eccetera, che sono tutti dei progetti bellissimi, ma a quanto pare la fotografia ad oggi non è positiva: continuano ad esserci persone che sono senza casa e noi tutti abbiamo sulla coscienza due morti. Quindi, se è stato fatto questo Tavolo... non “se”, è stato fatto questo Tavolo di Lavoro, io non ho capito però che cosa è emerso, cioè avete preso dei provvedimenti in più? Avete chiesto di coinvolgere delle famiglie che avessero, ad esempio, voglia di prendersi cura di queste persone? Perché molto spesso - e ne abbiamo già discusso ampiamente in Commissione e sono prontissima ad affrontarlo nuovamente - molto spesso c’è il tema della fiducia alla base di tutto questo, persone che non vogliono andare nei dormitori perché sono camerate grandissime e non si sentono protette. Allora, possiamo pensare di fare gruppi più piccoli, così come sta facendo la Chiesa? Insomma, dire che questa progettualità è efficace mi sembra veramente una cosa folle. Ciò detto, io spero davvero che la direzione non sia questa, spero che si prendano dei provvedimenti seri e spero che, in qualche modo, si risolva il prima possibile, perché due morti in una settimana è davvero una roba che non dovrebbe succedere in qualsiasi città che si definisce accogliente, che si definisce di alto livello per quanto riguarda l’inclusione, eccetera. E mentre noi discutiamo, parliamo, cerchiamo di capire e organizziamo Commissioni, passano i giorni, passano le settimane e questa gente continua a rimanere per strada. Quindi non penso che sia questa la strada corretta. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei, Consigliera. Procediamo adesso con l’intervento della Consigliera Tisi, ne ha facoltà per cinque minuti, prego. TISI Elide Grazie, Presidente. Ringrazio i colleghi che hanno voluto richiamare nuovamente questo tema, che, come veniva ricordato, è stato oggetto di una lunga Commissione giovedì scorso, promossa dal Presidente Versaci, che si è reso disponibile. Credo, però, che intanto quanto detto dalla Sindaca, in realtà, ha lasciato molti punti interrogativi, sia nel merito specifico del tipo di operazione di sgombero che è stata fatta, e proprio su come è stata svolta, qual è stato il ruolo della Città, in che modo, in un’occasione di quel tipo, si è ritenuto comunque di salvaguardare la dignità delle persone. Ricordiamo che il periodo invernale sicuramente rende estremamente complesse e ancora più difficili le condizioni di vita di queste persone, e in più quest’anno e già la primavera scorsa sappiamo come il Covid ha moltiplicato le problematiche di chi vive in strada. Quindi, io credo che sia doveroso, da parte delle istituzioni, non svolgere iniziative come queste con leggerezza, ma valutare tutte le possibili implicazioni e credo sia anche doveroso rendere conto, in sedi come quella di oggi, di che cosa esattamente è avvenuto. Io credo, peraltro, che c’è stata in queste settimane, in questi giorni una sorta di escalation da questo punto di vista anche nelle dichiarazioni pubbliche che sono state fatte, purtroppo i due decessi, le due morti recenti credo abbiano colpito tutti noi e soprattutto abbiano, come dire, dato una lettura di molte delle dichiarazioni che hanno preceduto questi accadimenti, anche da parte del Comandante della Polizia Municipale, in una chiave, direi, molto inquietante, perché - lo ricordava già il collega Tresso - certamente anche a Torino purtroppo si muore di freddo, e dichiarare il contrario, vorrei dire, fa il pari solo con chi ha potuto pensare di eliminare la povertà per decreto. Credo, viceversa, che il compito di un’Amministrazione sia quello di far crescere la cultura della solidarietà, soprattutto laddove così spesso, come fa la Sindaca, si richiama e si evoca la comunità come luogo centrale. Ecco, la comunità: la comunità deve essere un luogo di solidarietà, non un luogo dove le persone più deboli vengono guardate con sospetto, talvolta stigmatizzate e, in questo modo, creando delle condizioni perché ci sia un peggioramento delle loro condizioni di marginalità. Nel Tavolo del 10 di febbraio - vorrei ricordarlo -, quello convocato dall’Arcivescovo, con tutte le organizzazioni che in qualche modo partecipano nella città a sostenere le persone maggiormente fragili, che vivono in strada, è stata richiamata in modo forte la responsabilità istituzionale proprio nell’elaborazione di strategia. Nelle dichiarazioni che ho letto si attende proprio che l’Istituzione comunichi, faccia sapere quali sono le sue strategie in questo senso per provare a risolvere, almeno in parte, i problemi di chi vive in strada, e da questo punto di vista io credo che non si può negare che ci sia stato negli ultimi anni un aumento anche numerico di persone che vivono in strada, una delle ultime stime parlava di oltre 2.000 persone, situazione ulteriormente peggiorata dalla condizione del Covid, come dicevo, e dall’aumento anche di situazioni di patologie. Allora, io penso che, di fronte ad una situazione del genere, certamente tutto il Consiglio Comunale deve essere impegnato, ma credo che prima di tutto occorra, Sindaca, cambiare proprio un po’ l’approccio: certamente i numeri sono importanti, ma, come dicevo, c’è bisogno di creare delle condizioni affinché la città torni ad essere una città accogliente, una città che non ha paura della diversità e che sa superare gli stigmi; e soprattutto, forse di fronte a questi numeri così crescenti, interrogarsi sull’adeguatezza dei nostri servizi, se non c’è da ripensare profondamente al nostro sistema, se forse non dobbiamo cercare di arrivare un po’ prima, un po’ prima che le persone finiscano in strada, perché la strada le segna profondamente e molto spesso è una condizione dalla quale è difficilissimo tornare indietro, ricostruire una dignità. Io credo che la Città ha un potenziale enorme: sono le sue organizzazioni del Terzo Settore, più volte evocate, e la sua storia e l’impegno anche di tanti operatori pubblici, che in questi ambiti si sono spesi e si spendono. A questo proposito vorrei anche richiamare - l’ho detto già nel Consiglio precedente - il ruolo che, oltre ai Servizi Sociali, deve essere riconosciuto, forse ripreso, rilanciato dei Nuclei di Prossimità, che molto spesso hanno svolto, svolgono e spero potranno svolgere ancora una funzione di controllo sociale del territorio insieme ai tanti operatori sociali che nel territorio lavorano. Allora, io credo che non vogliamo sottovalutare le difficoltà e il disagio che vivono tanti cittadini che davanti alla loro casa o al loro negozio si trovano ad avere dei (voci sovrapposte)... SICARI Francesco (Presidente) La invito a concludere. TISI Elide Certamente, ma proprio perché non vogliamo sottovalutarli, io credo che c’è da fare un ripensamento importante, da capire come l’apertura dei servizi nelle 24 ore costituisce anche un’apertura di percorsi educativi che non diano soltanto un tetto e un piatto di minestra, ma che riescano davvero ad accompagnare queste persone a una riabilitazione. Grazie, Presidente. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei. Procediamo con l’intervento della Capogruppo Sganga, ha facoltà per cinque minuti. Prego. SGANGA Valentina Sì, grazie Presidente. Il presupposto del mio intervento sono le parole che Don Ciotti ha usato sui giornali per commentare le tragedie dei senzatetto di queste settimane, ha detto: “Non si può agire con l’arroganza di chi presume sempre di sapere cosa è giusto fare, l’impegno in strada non può prescindere dalla relazione”. Ecco, io penso si debba partire da qui, non voglio avere, appunto, l’arroganza di dire cosa si doveva fare, né che ciò che è stato fatto era giusto, ma spero che si possa sempre crescere e migliorare. Il problema di chi non ha una casa - e purtroppo la maggior parte delle persone che, appunto, dormono per strada una casa non ce l’hanno, al di là delle leggende metropolitane - esiste ed è destinato a crescere se non si avrà una proroga dello stop agli sfratti e ai licenziamenti; quindi tutti i torinesi, come Monsignor Nosiglia ha invitato a fare, devono quindi essere pronti ad accogliere, perché si tratta di persone che sono finite ai margini della società, ma che fino a ieri erano il nostro vicino di casa, il nostro amico, il nostro collega, eravamo noi. Allora, la relazione insieme alla comunicazione in questo mondo è fondamentale, ed è lì che dobbiamo concentrare sforzi e investimenti: solo andando a conoscere e a comprendere le storie dei singoli che vivono in queste condizioni di estrema povertà e di estrema precarietà, potremo costruire soluzioni per aiutarli a toglierli dalla strada. Per questo penso che i gesti siano importanti e alla legittima aspirazione dei torinesi di non vivere davanti a dei dormitori a cielo aperto si deve rispondere con competenza. Ecco, allora le operazioni di pulizia dei portici, che sono ormai una prassi consolidata da anni - come è stato spiegato anche prima del nostro arrivo -, devono essere accompagnate dall’intervento di esperti, dagli psicologi agli assistenti sociali, perché non si può appaltare alla sensibilità del singolo operatore AMIAT o al Vigile Urbano la gestione di una relazione che è oggettivamente problematica e che ha sempre bisogno di professionalità specifiche, ancor di più in un momento traumatico come quello in cui si invita una persona a lasciare quella che in quel momento percepisce come la sua casa. La comunicazione è importante e per questo non ci si può abbandonare a semplificazioni e uscite di propaganda, in un segno o nell’altro, non si può, anche se l’obiettivo è nobile ed è certamente quello di fare di tutto affinché gli esseri umani non dormano in strada in notti fredde come queste. Questa Amministrazione ha fatto tanto e bene nel comparto dell’inclusione sociale dei senzatetto - lo ricordava la Sindaca -, ma deve raccontarlo senza cedere nella retorica e mostrando unicamente i risultati. La Sindaca ne ha citati alcuni importanti, che vale la pena, appunto, ripetere: io credo che sia un risultato importante aver attivato dei percorsi di accompagnamento all’abitare, come appunto l’Housing First; è importante l’apertura h24 delle case di ospitalità dell’Amministrazione comunale, come lo è anche, appunto, l’accesso degli animali di compagnia nei dormitori. Un altro risultato che non era stato menzionato, ma credo valga la pena menzionare, è quello di aver raddoppiato, dopo l’emergenza Covid, i pasti caldi, che appunto vengono somministrati ogni mese, ho recuperato i dati: questi sono passati da 9.000 a 17.000. Allora, davvero dovremmo tutti sforzarci di uscire da questo delirio di semplicismo, che ho letto in molte affermazioni sui giornali in queste settimane, e affrontare il problema nella sostanza, narrando, appunto, le azioni che con fatica vengono portate avanti, senza prestare il fianco a deliri di semplicismo di chi pensa che bastino delle prove di forza per affrontare una realtà complessa. D’altra parte, come dice Don Ciotti, proviamo tutti, dalla politica ai media, ad abbandonare l’arroganza: se qualcosa è stato sbagliato è giusto riconoscerlo, confrontarsi con chi ha esperienza maggiore e capire come possiamo migliorare. Ecco, io credo che solo così riusciremo ad onorare quella tradizione sociale di Torino, che, sono certa, è una tradizione che è radicata in tutti noi. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei, Capogruppo Sganga. Il suo Gruppo, quindi, ha finito il tempo a disposizione. Io non ho ulteriori richieste di intervento... Prego, Consigliere Curatella, cinque minuti. CURATELLA Cataldo La ringrazio, Presidente. Ringrazio la Sindaca Appendino per la risposta, che ci trova, come Gruppo Azione, un po’ perplessi, nel senso che, sia in funzione di quello che ha detto oggi la Sindaca, sia di quello che nella Commissione della settimana scorsa ha detto l’Assessora Schellino, ci sono due grossi aspetti che emergono: il primo aspetto è che non sembra la Città avere nessun tipo di stima, di idea, di valutazione su quanto sia esteso numericamente il fenomeno dei senza fissa dimora; ci è stata presentata tutta una serie di numeri, ma manca una stima di quante sono attualmente le persone che potenzialmente, quindi, come diceva anche la Capogruppo Artesio in precedenza, qual è la base, i benefici, qual è la domanda rivolta al Comune di Torino per affrontare questa grave problematica. Nella Casa Comunale di Torino sono iscritte circa 5.300 persone, sono tutte quante potenzialmente a rischio di dover essere servite dalla Città di Torino, quindi di dover utilizzare i servizi forniti dalla Città di Torino, che attualmente, tra accoglienza e inclusione, va a coprire circa 1.000 posti? Manca una stima dell’attuale domanda, manca anche una stima delle previsioni su come questo fenomeno possa ulteriormente estendersi in futuro. Il secondo aspetto che emerge - che anche adesso la Sindaca Appendino ha presentato i numeri - è che circa dei circa 8,6 milioni che la Città ha utilizzato per attività di accoglienza e inclusione, più del 60% sono rivolti all’accoglienza, ma per quello che riguarda l’inclusione sociale, ovvero progetti di inserimento sociale e lavorativo, siamo a delle cifre che sono inferiori al milione, perché in quei 959.000 euro è anche compresa tutta la parte legata alle mense benefiche e progetti di sostegno alimentare. Quindi manca una visione che non sia solo “Assistiamo puntualmente le necessità”, ma predisporre, progettare dei percorsi di inclusione lavorativa e quindi investire in questi percorsi, aumentando la possibilità di poter dare un nuovo futuro a queste persone, che non è che si divertono, che troppo spesso purtroppo alcuni componenti di questa Amministrazione hanno molto semplicemente raffigurato come malfattori, pregiudicati, l’ultima volta si è parlato, appunto, che sono dei pregiudicati, prima ancora “fanno parte del racket”. Bisogna anche capire, quali sono le diverse situazioni? Quali sono le problematiche che possono avere queste tipologie di persone? Mancano delle risposte da questo punto di vista. Quindi, credo che, dal punto di vista della politica, quello che è necessario per la Città di Torino sia innanzitutto capire qual è l’impatto del fenomeno, quindi quante sono potenzialmente le persone che sono a rischio attualmente e che in futuro potrebbero essere a rischio, quindi, numericamente: questo numero non c’è da nessuna parte. Secondo aspetto: è necessario che la Città investa in modo particolare nei progetti di inclusione sociale e lavorativa, e non soltanto in progetti di mera accoglienza. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei. Procediamo con l’intervento del Capogruppo Petrarulo. Prego, ne ha facoltà per cinque minuti. PETRARULO Raffaele Grazie, Presidente. Grazie anche all’interlocuzione che ho ascoltato di molti naturalmente in questo Consiglio. Io debbo essere sincero, perché non sono di quelli che lancia la pietra e poi ritira la mano, come fanno in molti; io mi ricordo che, subito dopo che fu fatto quell’intervento infelice, infelice per la sostanza, da parte della Polizia Locale, quello quindi di andare a togliere tutte le masserizie di questi senzatetto per Torino, il giorno dopo scrissi, naturalmente, perché... scusate, l’Arcivescovo Nosiglia scrisse che è una ferita per Torino quei clochard e quindi accusava il Comune in quel senso e io scrissi, naturalmente poi, come spesso avviene, ma mi sa che non è che sia contento, poi mi devo ricredere dopo, ma adesso dico il perché, scrissi: “Concordo con l’Arcivescovo Nosiglia, ma gli domando e mi chiedo come mai, con tutti i luoghi sacri o di culto mai utilizzati o sovradimensionati - non parlo delle chiese, ma parlo dei vari oratori, varie case - perché non li offre a queste persone più sfortunate senza un tetto stabile. Misteri della fede? In fin dei conti, l’otto per mille molti lo donano alla Chiesa per opere caritatevoli; se non ora, quando?”. Scrissi questo e dopo un giorno o due... non perché l’ha scritto Petrarulo, ci mancherebbe, perché sembra sempre che quasi quasi una pedina riesca a muovere quello che non riescono a fare tanti in tanto tempo; un giorno dopo o due, quindi bisogna anche dargli atto all’Arcivescovo Nosiglia, ha aperto quindi le porte anche della Curia a numerosi... a decine e decine di senzatetto. Quindi, come è mio costume, è giusto criticare, ma è anche giusto dare poi un senso compiuto a chi poi si adopera in quello che ha fatto, quindi l’Arcivescovo Nosiglia in questo caso, così come quando lo criticai per le mascherine del Duomo, poi alla fine vennero tolte e quindi si vede forse che o mi segue, ma per quel poco che posso valere, oppure c’è qualcosa che non quadra. Arriviamo invece ai senzatetto, di questo mi interessa parlare, perché questo è importante: le forze messe in campo sono sempre poche, poche e non sufficienti; abbiamo un sacco di dormitori e naturalmente... o posti anche di una rilevanza diversa, via Traves è cambiata, non si può essere... non si può andare a criticare i 60 posti di via Traves, dove ci sono camere a due postazioni; c’è da vedere un attimo il discorso di far accompagnare i senzatetto, che spesso e volentieri hanno degli animali assieme, naturalmente all’interno di questi che sono i locali, quindi su questo bisogna avere una tolleranza diversa e cercare di avere delle collocazioni in maniera diversa. Mi stupisce - e questa è una cosa che io ho sentore -, a parte l’intervento, che quindi, come ho criticato prima, plaudo oggi all’Arcivescovo Nosiglia per quello che ha fatto, ci mancherebbe, perché poi alla fin fine è giusto criticare, ma poi se un politico locale critica e poi viene recepito, quindi chiunque esso sia, che sia di una parte politica o dell’altra, sarebbe stupido dire che ha fatto male, quindi su questo, aprire le porte della Curia, doveva farlo prima, ma se l’ha fatto dopo l’ha fatto lo stesso e va bene lo stesso. Quello che mi interessa sapere è invece che cosa vuole fare questo Comune, perché l’emergenza è tanta, tutti parlano naturalmente che si poteva fare di più e si può fare di più, io penso che la Sindaca in certi casi, certe volte è difficile fare il Sindaco quando tutti vogliono, ma poi nessuno alla fine parla, ma poi alla fine non riesce a fare qualcosa, ecco, quindi la concretezza - ripeto - di Nosiglia è stata importante, perché ha fatto qualcosa di reale. Cosa fanno gli altri? Cosa facciamo noi per poter aiutare queste persone, a parte parlare, criticare, vedere che cosa è successo o, come fa anche il sottoscritto in campo di Bilancio, accedere agli atti e vedere quello che è stato, qual è stato l’ordine, per quale motivo è partito questo ordine e per quale motivo non è andato avanti? Cioè, logicamente tutto va bene e tutto funziona, però bisogna andare a conciliare quello che è l’interesse, anche perché, come diciamo spesso e volentieri, qualcuno parla dei senzatetto, i senzatetto, lo diceva..., molti hanno la residenza nella Casa Comunale, fruiscono anche - perché, poverini, non hanno quel tenore di vita, ma è giusto che sia così in quel caso - del reddito di cittadinanza, quindi su questo e sugli affitti si potrebbe anche vedere, insieme al Vicesindaco Schellino, un qualcosa che possa essere di accompagnamento in alloggi o in nuove strutture che ci sono sul territorio; sappiate che 280 euro di affitto vengono dati a chi ha il reddito di cittadinanza, a chi ha un regolare contratto. Quindi, con una garanzia di quello che può fare il Comune, io penso che molti di questi, anziché stare sotto i portici o poter fare quello che sta succedendo adesso, con queste due morti che veramente sono un pugno allo stomaco, ma non solo un pugno allo stomaco, quello che è stato fatto e detto prima, sinceramente fa rabbia e fa rabbia a chi ha un minimo di coscienza civile naturalmente; poi dopo, se uno vuole dare fiato ai polmoni, si fa tutti in fretta e si può fare tranquillamente. Quindi, quello che chiedo naturalmente, come Forza politica, è un’attenzione maggiore, ma con delle risorse che sono messe sul campo per fare un qualcosa di pratico, perché io sono un pratico. Cioè, parliamo di inclusione sociale... SICARI Francesco (Presidente) La invito a concludere. PETRARULO Raffaele Concludo. Parliamo di inclusione sociale, va tutto bene, i grandi progetti, le grandi associazioni, i grandi girotondi che si possono fare intorno a queste cose, quello che serve sono degli alloggi, sono delle unità abitative dove ci possono andare i clochard con i loro animali e naturalmente con un servizio di accompagnamento, che è quello anche di vitto e alloggio, perché qui non è un hotel, è gente che ha bisogno di essere aiutata. Come vede, non c’è solo la Chiesa che lo dice, ma anche la politica, in certi casi. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei, Capogruppo Petrarulo. Non ho ulteriori richieste di intervento. Non rilevo nemmeno la volontà della Giunta di replicare, e quindi direi che possiamo dare per discusse le richieste di comunicazioni. |