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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 15 Febbraio 2021 ore 13,00
Paragrafo n. 15

Comunicazioni della Sindaca su “Sgombero dei senza fissa dimora”.
Interventi
SICARI Francesco (Presidente)
Procediamo adesso con le successive richieste di comunicazioni, che invece verranno
discusse, in merito allo: “Sgombero dei senzatetto e senza fissa dimora”, lascio
quindi…. presentate dal Capogruppo Tresso, dalla Capogruppo Artesio e dalla
Consigliera Parlacino. Lascio, quindi, per la risposta, la parola alla Sindaca Appendino.
Prego.

APPENDINO Chiara (Sindaca)
Sì, grazie Presidente. Cercherò di rispondere alle varie osservazioni che sono state poste
nelle richieste di comunicazioni, consapevoli del fatto che la scorsa settimana in realtà
c’è stata una Commissione Consiliare, e ringrazio il Presidente Versaci, durante la quale
sia la Vicesindaca Schellino, sia l’Assessore Unia hanno, come dire, spiegato le
questioni, mi pare che ci sia stato anche un acceso dibattito in merito. Torno quindi ad
inquadrare quello che è accaduto, e per farlo utilizzo come fonte un comunicato stampa
che è stato fatto in seguito a un Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica che si
è…, come ormai sanno credo tutti i Consiglieri e le Consigliere, che si è tenuto la scorsa
settimana presso la Prefettura di Torino a cui ho partecipato io, la Vicesindaca,
l’Arcivescovo, i vertici provinciali delle Forze dell’Ordine, e in questa sede abbiamo
esaminato la situazione delle persone senza dimora e l’efficacia di quelli che sono i
modelli organizzativi della rete pubblica, ed evidentemente anche del privato sociale
che quotidianamente si occupano del tema offrendo assistenza e mettendo a
disposizione degli homeless servizi di accoglienza in strutture protette. Tra l’altro, come
è stato più volte detto, questi servizi sono stati potenziati e rimodulati, torno su questo
perché una delle due richieste di comunicazioni che è pervenuta questa mattina chiede
nuovamente, sostanzialmente, di capire che cosa sta facendo la Città su un tema che
riguarda appunto gli homeless. Il sistema dei servizi che ha la Città in piedi, e peraltro è
stato appunto rafforzato fin dalle prime fasi dell’emergenza sanitaria, vede un piano di
trasformazione della rete dei servizi e degli interventi rivolti alle persone senza dimora
per cercare di assicurare accoglienza e tutela anche in un periodo particolare come
quello che stiamo vivendo dell’emergenza sanitaria. Come è stato già reso noto, i posti
dedicati, sostanzialmente, la disponibilità di accoglienza per le persone senza dimora in
condizioni di elevata fragilità supera i mille posti, sono 800 di prima accoglienza e 200
di soluzioni abitative a progetto. Grazie al percorso che è stato fatto dalla Città e
insieme al Terzo Settore, affidamenti e concessione di servizi, co-progettazione
nell’ambito del piano sociale, si è costruito un nuovo assetto del sistema che,
ovviamente, ha come obiettivo quello di aumentare e rendere più efficaci gli strumenti
che abbiamo per aiutare le persone che sono in condizioni di grave marginalità adulta e
senza dimora. Sono state fatte tutta una serie di attività di potenziamento, come ad
esempio l’apertura di 24 ore, tutti i giorni dell’anno, delle case di ospitalità
dell’Amministrazione Comunale e per il periodo invernale di altre case di ospitalità; la
possibilità per gli ospiti, di permanenza per più tempo nella stessa casa, l’aumento delle
misure di prevenzione e tutela sanitaria, assicurando procedure di ingresso e di
tamponamento, distanziamento, DPI, anche di questo si è discusso più volte e in
particolare durante la fase emergenziale, la prima fase emergenziale dell’emergenza
sanitaria; l’incremento del numero delle strutture di accoglienza attivate, in
collaborazione con il Terzo Settore. Poi si è lavorato... quindi, questa è la parte di
accoglienza, poi c’è il potenziamento dei Servizi di prossimità e di primo contatto,
quindi l’attivazione di un polo di accesso unificato ai cittadini dedicato ad accogliere le
persone senza dimora, conoscerle e orientarle rispetto alla rete dei servizi cittadini e a
predisporre interventi e percorsi di inclusione; il rafforzamento dei Servizi di Strada
diurni e notturni, che hanno il compito di monitorare e intercettare tempestivamente le
nuove situazioni di fragilità; e poi abbiamo un altro asse che riguarda invece lo sviluppo
dei progetti di autonomia abitativa e sociale. Quindi abbiamo: il potenziamento
dell’accoglienza, il potenziamento dei servizi di prossimità e di primo contatto, e quello
che riguarda invece lo sviluppo dei progetti di autonomia abitativa e sociale, e qui
abbiamo, come è stato già raccontato sicuramente dalla Vicesindaca Schellino, la messa
a sistema del servizio Housing First, l’incremento di opportunità abitative e di
autonomia assicurate dal Terzo Settore nell’ambito del Piano di Inclusione nella Città e
tutta un’altra serie di interventi. Quindi abbiamo, sostanzialmente, un po’ meno di
9 milioni di euro, che è la spesa della Città, divisi su Prossimità e Salute, che sono i
servizi rivolti a facilitare il contatto e l’ingresso nel sistema di aiuto, che sono circa
700.000 euro; l’accoglienza, che riguarda invece le strutture collettive di ospitalità che
sono 5,4 milioni; l’inclusione abitativa, che sono i progetti di inserimento abitativi, che
sono circa 1,5 milioni, e poi abbiamo quasi un milione, un pochino meno di un milione,
per il sostegno alimentare e di inclusione, quindi mense benefiche, progetti di sostegno
alimentare e l’inserimento sociale e lavorativo. Perché dico questo? Ovviamente, in
parte, per rispondere in particolare alla richiesta che è pervenuta questa mattina e di cui
stiamo discutendo in modo congiunto, ma anche perché nell’ambito del Tavolo che si è
aperto insieme al Prefetto e alla Vicesindaca, e in particolare all’Arcivescovo, che
ringrazio, si è deciso di, come dire, operare tramite... insieme anche alle associazioni, a
tutto questo mondo che lavora per la Città, con la Città, ovviamente, per quanto riguarda
le persone più fragili e le marginalità, per cercare di vedere se questo modello - e su
questo noi, ovviamente, siamo assolutamente disponibili e pronti - sia possibile, anche
alla luce dell’emergenza, intervenire rafforzando e migliorando, adottando, come
metodo, il metodo del Tavolo di co-progettazione della Città, che è stato adottato per il
Piano di Inclusione Sociale, dove già partecipano, sostanzialmente, questi soggetti che
nell’ambito, appunto, delle politiche attuate dalla Città, vengono in qualche modo
coordinate e in realtà co-progettate. Quindi, la settimana scorsa c’è stato questo primo
incontro, si è fatto, sostanzialmente, il punto, questo per quanto riguarda in particolare i
servizi, appunto, legati al sociale e nei prossimi giorni ci saranno ulteriori incontri e
l’obiettivo è, quindi, per riassumere…, ovviamente, tra l’altro abbiamo anche alcuni di
questi... come dire, contratti che sono in scadenza nel periodo di marzo-aprile, quindi,
mantenendo comunque le risorse che ci sono a disposizione e sperando che possano
arrivare anche interventi governativi a supporto delle risorse che la Città già mette
nell’ambito della rete, l’obiettivo è valutare se ci sono dei modelli che possono essere
migliorati e in tal senso procedere utilizzando questo metodo di co-progettazione, che
dal nostro punto di vista è stato efficace in altre situazioni già, appunto, in passato.
Aggiungo, sempre per rispondere alle interpellanze di questa mattina… alle
comunicazioni pervenute questa mattina, che… ed è l’unico aggiornamento rispetto alla
Commissione di giovedì scorso, che per fronteggiare il freddo previsto in queste notti,
in particolare mi riferisco a quelle scorse, come misura straordinaria da sabato a Torino,
con la collaborazione della Protezione Civile che ringrazio, sono state montate tre tende
per avere posti aggiuntivi nella struttura di accoglienza di via Traves, dove sia nella
notte di venerdì e sia sabato sono rimasti a disposizione posti liberi. Anche nei dormitori
ci sono ancora posti disponibili e quindi continuerà l’impegno della Città per convincere
le persone ad intraprendere percorsi di autonomia. Dalla struttura di via Traves che, si
ricorda, è un sito di emergenza umanitaria dove si può entrare anche senza documenti,
oltre 30 persone sono uscite in questi mesi per essere inserite in dormitori e riprendere
così un cammino di uscita dalla marginalità estrema.
Per quanto riguarda invece i deceduti, di cui è stato chiesto un riferimento, sempre nelle
ultime richieste di comunicazioni di questa mattina, do lettura di quanto mi è stato
comunicato dai Servizi che sostanzialmente operano sul territorio: “il primo caso era
conosciuto da tempo dai Servizi e non aveva, dalle interlocuzioni che sono state… che
si sono avute, non ha mai accettato percorsi di inserimento e la stessa notte del decesso
era stato avvicinato per convincerlo ad andare in ospedale o almeno in un dormitorio,
ma si era rifiutato in quella sede. Il secondo invece non era conosciuto dai Servizi, né, a
quanto ci consta, da altre Associazioni caritatevoli della rete che collabora con la Città.
Un nome simile, ma non certo, in quanto questa persona… ma non certo in quanto
questa persona dava spesso generalità false, risulterebbe dagli archivi della BOA e
corrisponderebbe ad una persona che ha cercato rifugio qualche settimana fa, ma solo
per un (incomprensibile) per poi andarsene”. Ovviamente, queste sono le uniche
informazioni che abbiamo ad oggi che sono pervenute dai Servizi, e vista la richiesta di
comunicazioni, do al Consiglio.
Quindi, per chiudere la prima parte di risposta, sostanzialmente, per quanto concerne
l’attività che riguarda tutta la rete del Sociale, l’obiettivo è di andare avanti con il
modello di co-progettazione, valutare insieme a tutti i soggetti la possibilità di avere
migliorie, ricercare risorse aggiuntive che possono essere stanziate in aggiunta agli
8 milioni e io penso che, da questo punto di vista, se, ovviamente, il Consiglio è
d’accordo e il Presidente Versaci è a disposizione, potrebbe essere utile che la
Commissione continui il lavoro iniziato la scorsa settimana proprio approfondendo e
valutando possibili migliorie, anche alla luce del lavoro di confronto che verrà fatto,
peraltro coinvolgendo le Associazioni stesse proprio nell’ottica della co-progettazione.
Per quanto riguarda, invece, la seconda parte delle richieste di comunicazioni, in
particolare quella che riguarda la Polizia Municipale, ricordo, come è stato già fatto
nella Commissione Consiliare da parte dell’Assessore Unia, che ringrazio, che
nell’ambito anche, insomma, del Comitato per l’Ordine Pubblico e la Sicurezza, è stato
evidenziato come da tempo con cadenza settimanale vengano svolti interventi di pulizia
e sanificazione dei luoghi dove stazionano i senza dimora nell’interesse dell’igiene
pubblica e delle stesse persone che abitualmente dormono in quegli spazi. “In
concomitanza...”, anche qui sto leggendo ufficialmente quanto, appunto, comunicato dal
(audio disturbato) Comitato per l’Ordine Pubblico e la Sicurezza: “In concomitanza con
una di queste operazioni di sanificazione periodica, la Polizia di Stato supportata dalla
Polizia Locale ha effettuato un servizio di controllo di alcune persone che stazionano
abitualmente nel cuore della città, a fronte di specifici esposti di residenti e
commercianti, riscontrando la presenza di alcuni pluripregiudicati italiani e stranieri
dediti ad attività illecite che sono stati allontanati e segnalati alla autorità giudiziaria”.
L’unica cosa che posso aggiungere rispetto a questa comunicazione che era stata già
fatta, penso fosse la Consigliera Artesio che avesse chiesto ulteriori riferimenti, è la
relazione di servizio per l’intervento che è stato fatto, appunto, in quella giornata che mi
è arrivata, ovviamente, dalla Sezione Circoscrizionale 1 - Centro Crocetta, in cui
sostanzialmente viene raccontato, poi ovviamente all’atto si può fare tranquillamente
accesso: “Che il giorno 4 gennaio alle ore 08.00 su richiesta del Commissariato di
Polizia di Stato di via Verdi, effettuato alcuni giorni prima telefonicamente dal
Responsabile del controllo del territorio e a seguito di numerosi esposti pervenuti, il
sottoscritto unitamente ad alcune pattuglie del Comparto Decoro si recava in via
Cernaia (incomprensibile) per effettuare un controllo dei senza fissa dimora presenti sul
posto. Preciso che tale sito è stato più volte oggetto di reclami (incomprensibile)
pervenuti anche al nostro Comando. La Polizia mi richiedeva anche di prendere accordi
con AMIAT per l’eventuale pulizia del sito. Sul posto erano presenti alcune pattuglie in
borghese della Polizia di Stato e altre pattuglie in divisa del Reparto di Prevenzione
Crimine della Questura. Iniziavamo, quindi, l’intervento in via Cernaia, sul posto vi
erano due senza fissa dimora extracomunitari, di cui uno regolare sul territorio che si
allontanava abbandonando vari rifiuti sul posto ed uno che veniva accompagnato dalla
Polizia in Questura per verificare la regolarità sul territorio nazionale portandosi al
seguito tutti gli effetti personali. Rimanevano sul posto parecchi rifiuti che venivano
conferiti da AMIAT in discarica. Quindi, viste le condizioni igieniche precarie del sito
dovute alla presenza di urina, si procedeva con il lavaggio del sito. Terminato
l’intervento, ci spostavamo in altri siti oggetto di reclamo, sia del Commissariato ma
anche (incomprensibile) quale corso Vinzaglio n. 5, dove veniva identificato un senza
fissa dimora; piazza Castello in via Viotti. Qui vi erano sei persone senza fissa dimora,
la Polizia procedeva alla loro identificazione accompagnandone uno per
l’identificazione. Sul posto vi erano vari cartoni sporchi, rifiuti di vario genere che gli
stessi senza fissa dimora conferivano all’AMIAT, trattenendo solo quello che
ritenevano opportuno. Si precisa che non è stato buttato nulla, se non su esplicita
indicazione dei senza fissa dimora, questa è la procedura adottata solitamente dal
personale operante, nella fattispecie vengono conferiti solo i rifiuti ed i cartoni sporchi
che gli stessi senza fissa dimora lasciano sul posto”. Questa è la relazione... siccome ho
visto che nella richiesta di comunicazioni mi aveva chiesto quale fosse il ruolo della
Polizia Locale, mi sembrava opportuno, appunto, leggere la relazione che credo che sia
il documento più ufficiale che abbiamo, e anche più dettagliato rispetto a quella singola
operazione di cui si è chiesto comunicazioni nella…, appunto, nella richiesta di oggi.
Quindi chiuderei cercando di riassumere perché le richieste erano tante, da un lato,
appunto, c’è un lavoro che si sta portando avanti, ovviamente la regia è della
Vicesindaca, che ringrazio rispetto a questo tema di co-progettazione, facendo anche...
interloquendo e valutando se è possibile migliorare i nostri interventi, lato ovviamente
servizi, nell’ottica di arrivare sempre a cercare di costruire percorsi di autonomia, e su
questo speriamo anche che il nuovo Governo…, avevamo chiesto già alla Ministra
Bonetti insieme al Prefetto di valutare un nostro progetto, la Ministra è stata confermata
e quindi procederemo nuovamente a un incontro per ottenere da un lato risorse
maggiori, evidentemente, ma anche un maggior coordinamento di una serie di
interventi. Per quanto riguarda invece i casi specifici credo di aver dato risposta e penso
potrebbe essere utile, signor Presidente, poi, ovviamente, saranno i Consiglieri e le
Consigliere a decidere, che la Commissione, la IV in particolare, titolata sul tema possa
procedere anche nelle prossime settimane seguendo passo dopo passo il lavoro che verrà
fatto insieme al signor Prefetto, ovviamente, all’Arcivescovo, coordinato dalla
Vicesindaca. Grazie, mi scuso se sono stata un po’ lunga.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei, Sindaca. Allora, adesso iniziamo con gli interventi da parte dei Consiglieri
che hanno richiesto… hanno richiesto, appunto, le richieste di comunicazione. Con
ordine, ho il Capogruppo Tresso, la Capogruppo Artesio e la Consigliera Parlacino.
Quindi iniziamo con il Capogruppo Tresso, che ha cinque minuti a sua disposizione,
prego Capogruppo Tresso.

TRESSO Francesco
Sì, grazie Presidente, ringrazio anche la Sindaca. Era quanto mai urgente che la Sindaca
stessa si esponesse su questa situazione che da ormai più di due settimane sta
occupando il dialogo politico della Città. Io mi rifaccio alle domande che ho posto, in
particolare devo dire che la Sindaca non ha però dato piena risposta ad uno dei quesiti,
che era: “Quale sia stato il ruolo della Polizia Municipale”, ce l’ha detto “Ma quali atti
siano stati prodotti per indirizzarne l’operato?”. Cioè siccome lei Sindaca ha ripreso le
deleghe in termini di Polizia Municipale, noi volevamo sapere in occasione di
quell’operazione, svolta il 4 di febbraio scorso, se fosse stata lei stessa ad averla
richiesta o, più probabilmente, se ne era comunque al corrente visto che era un’attività
congiunta con le Forze dell’Ordine, ma la stessa Questura aveva poi dichiarato che il
loro era stato un servizio di risposta, come lei ci ha detto, alle richieste dei cittadini, si
erano limitati ad identificare le persone e il resto era stato svolto dalla Polizia
Municipale. Questo ruolo della Polizia Municipale è, effettivamente, un aspetto delicato
perché abbiamo già avuto modo di discutere, non tanto nella Commissione, ma anche
nelle precedenti richieste di comunicazione, sul ruolo svolto dal Comandante Bezzon
che di fatto si è preso la briga, diciamo così, di condurre la comunicazione anche per
quello che riguarda le politiche sociali della Città; ricordiamo ancora che lo stesso
Comandante Bezzon, nell’arco di un’intervista, aveva appunto rilasciato alcune frasi
dicendo che bisognava risolvere un problema di degrado generato da queste situazioni e
che comunque rassicurava sul fatto che nessuno qui rischia di morire di freddo. Ahimè,
purtroppo - e devo dirlo con grande tristezza -, questa sua affermazione è stata
puntualmente smentita: due persone, come lei ci ha ricordato, sono decedute proprio
questa settimana a causa del freddo; poi non è questione di fare una polemica politica
incentrata su questo, purtroppo - e anche qui lo diciamo sempre con una grande presa
d’animo - sono morte sempre delle persone in questa città, però è questo momento
particolare in cui forse bisognava intervenire con un minimo più di accortezza e non
lasciare che tutto venisse risolto semplicemente con delle semplificazioni, che erano
appunto quelle di ritenere che la semplice elemosina non risolveva il problema e che
quindi bastava sospendere l’elemosina per un tot di periodo per poi riuscire a risolvere
un problema. Si tratta di una interpretazione molto semplicistica, che va contro un
sistema molto più complesso, che invece, come lei stessa ci ha richiamato, deve
comprendere una rete del sociale molto più ampia.
Allora, ben venga che sia stata convocato, da parte della Prefettura, un vertice, come ci
ha riferito, a cui ha preso parte l’Arcivescovo, a cui ha preso parte lei, ma forse la Città
poteva prevenire questa situazione capendo la gravità della situazione invernale, come
sempre, ma di un contesto che stiamo vivendo, in cui sono, ahimè, aumentate molto
queste condizioni di fragilità, che sono in toto dovute... in buona parte dovute a delle
situazioni di solitudine, di abbandono, che si stanno verificando a seguito dell’evento
pandemico, per cui persone che si trovano in condizioni che non conoscevano prima,
condizioni che determinano delle fragilità molto molto più considerevoli e che quindi
richiedono, da parte della Città, un certo tipo di attenzione. Io sono molto rattristato,
invece, dal vedere che la Città ne ha fatto prioritariamente una questione di decoro
urbano, ha ritenuto dare prioritariamente la risposta a quei commercianti, a quei
cittadini, probabilmente ritenendo anche di avere giustamente delle loro valutazioni, ma
la Città, in questo senso, deve proprio, invece, essere capace di contestualizzare quel
tipo di richieste e dare risposte che cerchino di andare in una direzione che è quella che
Torino ha sempre avuto, cioè che nessuno può giudicare questo tipo di atteggiamenti,
ma, se vogliamo una città che davvero sia votata all’inclusione, allora la questione non
riguarda solo un’immagine, diciamo così, di tipo turistico, ma è un problema molto più
complesso. E su questo credo che delle azioni concrete la Città possa farle, anche per
spiegare ai cittadini quale sia il significato di evitare delle azioni di rappresaglia, come
quelle che son state condotte, perché, ahimè, purtroppo questo è un po’ successo,
proprio per come... (audio interrotto) ...totalmente d’accordo sul fatto di continuare
questo tipo di approfondimento, di farlo con una Commissione, che potrà dare ulteriori
spazi - già ne abbiamo avuti - per capire meglio questa rete del sociale come si intende
muovere. Però attenzione, perché davvero io credo sia stata condotta un’operazione in
maniera superficiale, sia dal punto di vista comunicativo che dal punto di vista di quello
che è stato coordinato e, ahimè, di questo lei ne ha una responsabilità, Sindaca
Appendino, perché, come dicevamo, la delega è sua. Forse in un momento come questo
io personalmente avrei preferito non un’Amministrazione che mi dicesse che non
bisogna fare l’elemosina, non vorrei che lo dicesse a me e non vorrei che lo dicesse ai
miei figli; vorrei, invece, che questa Città fosse una Città che capisca che non si può
giudicare l’elemosina o la fede di ideali umanitari, sto usando le parole
dell’Arcivescovo Nosiglia.

SICARI Francesco (Presidente)
La invito a concludere.

TRESSO Francesco
Nessuno può giudicare l’elemosina e la fede o gli ideali umanitari che stanno dietro.
Questo è il tipo di ideale di Città che ho in mente e questo vorrei che la Sindaca potesse
rappresentare. Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei. Procediamo con l’intervento della Capogruppo Artesio, che ha cinque
minuti a sua disposizione. Prego.

ARTESIO Eleonora
Grazie. Non mi stupisce che la Sindaca abbia impiegato gran parte del suo intervento a
rispondere alla seconda richiesta di comunicazioni, essendo quella mia e del collega
Tresso assolutamente simili. Io conosco la sensibilità del Presidente della
IV Commissione e anche la completezza con la quale organizza gli appuntamenti della
Commissione, e sono certa che avremo modo di approfondire quello che la Sindaca ha
chiamato “Piano di trasformazione dei servizi per adulti in difficoltà”. Esprimo, quindi,
qui soltanto un giudizio sintetico: se la Prefettura ha ritenuto di rendersi regista di una
funzione di coordinamento, dalla quale ha emanato indicazioni di soluzioni abitative di
piccole e medie dimensioni e interventi di accompagnamento individuale delle
situazioni più gravi; se la Curia ha ritenuto di istituire un coordinamento delle
associazioni di Terzo Settore e di volontariato, segnalando l’opportunità di ampliare le
opportunità diurne, l’articolazione dei servizi e l’affiancamento professionale e di
relazione di aiuto, e ancora ieri ha attivato addirittura l’apertura di proprie stanze
all’accoglienza dei senza fissa dimora, questo platealmente dimostra che
l’organizzazione che l’Amministrazione comunale ha messo in campo, seppure in una
logica di convenzioni con soggetti terzi, non era evidentemente adeguata alla necessità.
Ma rimanderò alla Commissione questi approfondimenti. Sono invece molto
insoddisfatta della risposta data alle puntuali richieste che avevamo mosso.
Relativamente all’operazione che chiamo “di allontanamento” delle persone senza fissa
dimora del 4 ultimo scorso, le questioni che sono state restituite riguardano un’iniziativa
del Servizio del Corpo di Polizia Municipale, Sezione 1 Centro Crocetta, quindi
immagino che il nostro interlocutore per approfondire sarà il Comandante della Sezione
Centro Crocetta; deduco che abbia agito senza input del Comandante della Polizia
Municipale; deduco che abbia agito senza input della Sindaca, perché l’unico
riferimento che viene qui richiamato è esattamente questo.
Quella relazione di servizio, che è intestata sotto il titolo “Sanificazione e igiene”, volta
alla tutela della salute dei residenti e di chi temporaneamente vi staziona, sarebbe stata
condotta, in base a quello che ci ha detto la Sindaca, su richiesta - e qui chiederò di
avere l’accesso agli atti - della corrispondente Sezione Locale di via Verdi della
Questura. La Questura ha pubblicamente detto di aver gradito l’affiancamento della
Polizia Municipale, ma che la sua operazione riguardava solo atti di Polizia di
identificazione, non l’allontanamento delle persone, non gli interventi di sanificazione.
Allora, qui bisogna essere chiari: quando c’è un atto di Polizia, esistono determinate
procedure; la Sindaca ci ha detto lunedì scorso che non avrebbe - e io ho apprezzato -
mai attuato il Daspo urbano, ma il Daspo urbano prevede almeno un’anticipazione
dell’informazione agli interessati 48 ore prima, qui non sappiamo chi ha avviato
l’iniziativa, se non la Sezione 1 Centro Crocetta, sulla base di una telefonata. Quindi,
apprendiamo di un’iniziativa genericamente di sanificazione, la cui titolarità è rinviata
ad un livello circoscrizionale, il quale opera sulla base di una telefonata. Mi pare che,
dal punto di vista del diritto, la certezza dell’operazione non sussista.
Ci viene detto che le persone sono state invitate - e AMIAT svolgeva supporto soltanto
in questo - a consegnare ciò che comunque avrebbero distrutto e a conservare ciò che
era loro caro e loro utile, quindi devo dedurre che la persona che ha dichiarato di avere
in questo conferito - non voglio qui dire, perché non ho gli elementi - volontariamente
le...

SICARI Francesco (Presidente)
La invito a concludere.

ARTESIO Eleonora
Sto finendo, ...le proprie medicine, abbia ritenuto che le medicine non fossero un bene
essenziale. Qui è mancata una certezza formale. Perché insisto? Perché credo che
quando si ragiona - e in questo Consiglio ricorre spesso - sul rispetto delle regole,
legalità eccetera, la prima legalità debba essere quella dello Stato, tanto più forte quanto
più i soggetti verso i quali ci si rivolge sono soggetti fragili, che hanno già perso il
diritto al lavoro e il diritto alla casa. Io chiederò l’accesso agli atti e procederò per tutte
le vie formali, istituzionali e giuridiche per approfondire la procedura adottata.

SICARI Francesco (Presidente)
La ringrazio. Con ordine, adesso ha facoltà di intervento, come richiedente, la
Consigliera Parlacino. Sempre cinque minuti, prego.

PARLACINO Francesca
Sì, grazie Presidente. Allora, dunque, noi abbiamo portato avanti questa richiesta di
comunicazione - e comunque ci tengo a ringraziarla per aver accettato - perché abbiamo
appreso dagli organi di stampa, da parte dell’Arcivescovo Nosiglia, la richiesta e... il
supporto da parte delle famiglie dei cittadini. Allora, nel momento in cui, durante le
varie Commissioni che si sono tenute e durante il Consiglio che c’è stato la settimana
scorsa, il quadro che ci veniva posto da parte dell’Assessora Schellino e della Sindaca
era un quadro per cui la maggior parte dei senzatetto erano persone che non accettavano
un aiuto, nel momento in cui invece l’Arcivescovo Nosiglia invita ad aiutare e ad aprire
le proprie case ci è un po’ sorto il dubbio che evidentemente c’è qualcosa che non
funziona, quindi la nostra richiesta di chiarimento e di comunicazioni era dettata,
appunto, da questo.
Rispetto alle risposte che abbiamo avuto dalla Sindaca, io sono molto perplessa e anche
rammaricata: nella prima parte dell’intervento la Sindaca dice che ne abbiamo già
parlato ampiamente durante le Commissioni; è assolutamente vero, noi abbiamo
partecipato, siamo intervenuti, il fatto che si sia affrontato il tema durante la
Commissione è lodevole e ringrazio il Presidente Versaci per averci dato l’occasione.
Dopodiché il tema non si è esaurito, è stato snocciolato, sì, ma ad oggi la situazione è
peggiorata: abbiamo avuto due lutti, sono due persone che sono morte e ammetto, con
profondo rammarico, che ho sentito, Sindaca... l’ho percepita veramente con distanza
mentre leggeva la sua nota e questa è una cosa che mi colpisce moltissimo, perché è
stata brava a raccontare tutto quello che è stato fatto negli anni dalla vostra
Amministrazione, che io apprezzo, ha parlato di aumento dei posti letto, del
potenziamento dei progetti di inclusione, di sviluppo di autonomia, eccetera, che sono
tutti dei progetti bellissimi, ma a quanto pare la fotografia ad oggi non è positiva:
continuano ad esserci persone che sono senza casa e noi tutti abbiamo sulla coscienza
due morti. Quindi, se è stato fatto questo Tavolo... non “se”, è stato fatto questo Tavolo
di Lavoro, io non ho capito però che cosa è emerso, cioè avete preso dei provvedimenti
in più? Avete chiesto di coinvolgere delle famiglie che avessero, ad esempio, voglia di
prendersi cura di queste persone? Perché molto spesso - e ne abbiamo già discusso
ampiamente in Commissione e sono prontissima ad affrontarlo nuovamente - molto
spesso c’è il tema della fiducia alla base di tutto questo, persone che non vogliono
andare nei dormitori perché sono camerate grandissime e non si sentono protette.
Allora, possiamo pensare di fare gruppi più piccoli, così come sta facendo la Chiesa?
Insomma, dire che questa progettualità è efficace mi sembra veramente una cosa folle.
Ciò detto, io spero davvero che la direzione non sia questa, spero che si prendano dei
provvedimenti seri e spero che, in qualche modo, si risolva il prima possibile, perché
due morti in una settimana è davvero una roba che non dovrebbe succedere in qualsiasi
città che si definisce accogliente, che si definisce di alto livello per quanto riguarda
l’inclusione, eccetera. E mentre noi discutiamo, parliamo, cerchiamo di capire e
organizziamo Commissioni, passano i giorni, passano le settimane e questa gente
continua a rimanere per strada. Quindi non penso che sia questa la strada corretta.
Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei, Consigliera. Procediamo adesso con l’intervento della Consigliera Tisi, ne
ha facoltà per cinque minuti, prego.

TISI Elide
Grazie, Presidente. Ringrazio i colleghi che hanno voluto richiamare nuovamente questo
tema, che, come veniva ricordato, è stato oggetto di una lunga Commissione giovedì
scorso, promossa dal Presidente Versaci, che si è reso disponibile. Credo, però, che
intanto quanto detto dalla Sindaca, in realtà, ha lasciato molti punti interrogativi, sia nel
merito specifico del tipo di operazione di sgombero che è stata fatta, e proprio su come
è stata svolta, qual è stato il ruolo della Città, in che modo, in un’occasione di quel tipo,
si è ritenuto comunque di salvaguardare la dignità delle persone. Ricordiamo che il
periodo invernale sicuramente rende estremamente complesse e ancora più difficili le
condizioni di vita di queste persone, e in più quest’anno e già la primavera scorsa
sappiamo come il Covid ha moltiplicato le problematiche di chi vive in strada. Quindi,
io credo che sia doveroso, da parte delle istituzioni, non svolgere iniziative come queste
con leggerezza, ma valutare tutte le possibili implicazioni e credo sia anche doveroso
rendere conto, in sedi come quella di oggi, di che cosa esattamente è avvenuto. Io credo,
peraltro, che c’è stata in queste settimane, in questi giorni una sorta di escalation da
questo punto di vista anche nelle dichiarazioni pubbliche che sono state fatte, purtroppo
i due decessi, le due morti recenti credo abbiano colpito tutti noi e soprattutto abbiano,
come dire, dato una lettura di molte delle dichiarazioni che hanno preceduto questi
accadimenti, anche da parte del Comandante della Polizia Municipale, in una chiave,
direi, molto inquietante, perché - lo ricordava già il collega Tresso - certamente anche a
Torino purtroppo si muore di freddo, e dichiarare il contrario, vorrei dire, fa il pari solo
con chi ha potuto pensare di eliminare la povertà per decreto.
Credo, viceversa, che il compito di un’Amministrazione sia quello di far crescere la
cultura della solidarietà, soprattutto laddove così spesso, come fa la Sindaca, si richiama
e si evoca la comunità come luogo centrale. Ecco, la comunità: la comunità deve essere
un luogo di solidarietà, non un luogo dove le persone più deboli vengono guardate con
sospetto, talvolta stigmatizzate e, in questo modo, creando delle condizioni perché ci sia
un peggioramento delle loro condizioni di marginalità. Nel Tavolo del 10 di febbraio -
vorrei ricordarlo -, quello convocato dall’Arcivescovo, con tutte le organizzazioni che in
qualche modo partecipano nella città a sostenere le persone maggiormente fragili, che
vivono in strada, è stata richiamata in modo forte la responsabilità istituzionale proprio
nell’elaborazione di strategia. Nelle dichiarazioni che ho letto si attende proprio che
l’Istituzione comunichi, faccia sapere quali sono le sue strategie in questo senso per
provare a risolvere, almeno in parte, i problemi di chi vive in strada, e da questo punto
di vista io credo che non si può negare che ci sia stato negli ultimi anni un aumento
anche numerico di persone che vivono in strada, una delle ultime stime parlava di oltre
2.000 persone, situazione ulteriormente peggiorata dalla condizione del Covid, come
dicevo, e dall’aumento anche di situazioni di patologie. Allora, io penso che, di fronte
ad una situazione del genere, certamente tutto il Consiglio Comunale deve essere
impegnato, ma credo che prima di tutto occorra, Sindaca, cambiare proprio un po’
l’approccio: certamente i numeri sono importanti, ma, come dicevo, c’è bisogno di
creare delle condizioni affinché la città torni ad essere una città accogliente, una città
che non ha paura della diversità e che sa superare gli stigmi; e soprattutto, forse di
fronte a questi numeri così crescenti, interrogarsi sull’adeguatezza dei nostri servizi, se
non c’è da ripensare profondamente al nostro sistema, se forse non dobbiamo cercare di
arrivare un po’ prima, un po’ prima che le persone finiscano in strada, perché la strada
le segna profondamente e molto spesso è una condizione dalla quale è difficilissimo
tornare indietro, ricostruire una dignità.
Io credo che la Città ha un potenziale enorme: sono le sue organizzazioni del Terzo
Settore, più volte evocate, e la sua storia e l’impegno anche di tanti operatori pubblici,
che in questi ambiti si sono spesi e si spendono. A questo proposito vorrei anche
richiamare - l’ho detto già nel Consiglio precedente - il ruolo che, oltre ai Servizi
Sociali, deve essere riconosciuto, forse ripreso, rilanciato dei Nuclei di Prossimità, che
molto spesso hanno svolto, svolgono e spero potranno svolgere ancora una funzione di
controllo sociale del territorio insieme ai tanti operatori sociali che nel territorio
lavorano. Allora, io credo che non vogliamo sottovalutare le difficoltà e il disagio che
vivono tanti cittadini che davanti alla loro casa o al loro negozio si trovano ad avere dei
(voci sovrapposte)...

SICARI Francesco (Presidente)
La invito a concludere.

TISI Elide
Certamente, ma proprio perché non vogliamo sottovalutarli, io credo che c’è da fare un
ripensamento importante, da capire come l’apertura dei servizi nelle 24 ore costituisce
anche un’apertura di percorsi educativi che non diano soltanto un tetto e un piatto di
minestra, ma che riescano davvero ad accompagnare queste persone a una riabilitazione.
Grazie, Presidente.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei. Procediamo con l’intervento della Capogruppo Sganga, ha facoltà per
cinque minuti. Prego.

SGANGA Valentina
Sì, grazie Presidente. Il presupposto del mio intervento sono le parole che Don Ciotti ha
usato sui giornali per commentare le tragedie dei senzatetto di queste settimane, ha
detto: “Non si può agire con l’arroganza di chi presume sempre di sapere cosa è giusto
fare, l’impegno in strada non può prescindere dalla relazione”. Ecco, io penso si debba
partire da qui, non voglio avere, appunto, l’arroganza di dire cosa si doveva fare, né che
ciò che è stato fatto era giusto, ma spero che si possa sempre crescere e migliorare.
Il problema di chi non ha una casa - e purtroppo la maggior parte delle persone che,
appunto, dormono per strada una casa non ce l’hanno, al di là delle leggende
metropolitane - esiste ed è destinato a crescere se non si avrà una proroga dello stop agli
sfratti e ai licenziamenti; quindi tutti i torinesi, come Monsignor Nosiglia ha invitato a
fare, devono quindi essere pronti ad accogliere, perché si tratta di persone che sono
finite ai margini della società, ma che fino a ieri erano il nostro vicino di casa, il nostro
amico, il nostro collega, eravamo noi.
Allora, la relazione insieme alla comunicazione in questo mondo è fondamentale, ed è lì
che dobbiamo concentrare sforzi e investimenti: solo andando a conoscere e a
comprendere le storie dei singoli che vivono in queste condizioni di estrema povertà e
di estrema precarietà, potremo costruire soluzioni per aiutarli a toglierli dalla strada. Per
questo penso che i gesti siano importanti e alla legittima aspirazione dei torinesi di non
vivere davanti a dei dormitori a cielo aperto si deve rispondere con competenza. Ecco,
allora le operazioni di pulizia dei portici, che sono ormai una prassi consolidata da anni
- come è stato spiegato anche prima del nostro arrivo -, devono essere accompagnate
dall’intervento di esperti, dagli psicologi agli assistenti sociali, perché non si può
appaltare alla sensibilità del singolo operatore AMIAT o al Vigile Urbano la gestione di
una relazione che è oggettivamente problematica e che ha sempre bisogno di
professionalità specifiche, ancor di più in un momento traumatico come quello in cui si
invita una persona a lasciare quella che in quel momento percepisce come la sua casa.
La comunicazione è importante e per questo non ci si può abbandonare a
semplificazioni e uscite di propaganda, in un segno o nell’altro, non si può, anche se
l’obiettivo è nobile ed è certamente quello di fare di tutto affinché gli esseri umani non
dormano in strada in notti fredde come queste.
Questa Amministrazione ha fatto tanto e bene nel comparto dell’inclusione sociale dei
senzatetto - lo ricordava la Sindaca -, ma deve raccontarlo senza cedere nella retorica e
mostrando unicamente i risultati. La Sindaca ne ha citati alcuni importanti, che vale la
pena, appunto, ripetere: io credo che sia un risultato importante aver attivato dei
percorsi di accompagnamento all’abitare, come appunto l’Housing First; è importante
l’apertura h24 delle case di ospitalità dell’Amministrazione comunale, come lo è anche,
appunto, l’accesso degli animali di compagnia nei dormitori. Un altro risultato che non
era stato menzionato, ma credo valga la pena menzionare, è quello di aver raddoppiato,
dopo l’emergenza Covid, i pasti caldi, che appunto vengono somministrati ogni mese,
ho recuperato i dati: questi sono passati da 9.000 a 17.000. Allora, davvero dovremmo
tutti sforzarci di uscire da questo delirio di semplicismo, che ho letto in molte
affermazioni sui giornali in queste settimane, e affrontare il problema nella sostanza,
narrando, appunto, le azioni che con fatica vengono portate avanti, senza prestare il
fianco a deliri di semplicismo di chi pensa che bastino delle prove di forza per
affrontare una realtà complessa. D’altra parte, come dice Don Ciotti, proviamo tutti,
dalla politica ai media, ad abbandonare l’arroganza: se qualcosa è stato sbagliato è
giusto riconoscerlo, confrontarsi con chi ha esperienza maggiore e capire come
possiamo migliorare. Ecco, io credo che solo così riusciremo ad onorare quella
tradizione sociale di Torino, che, sono certa, è una tradizione che è radicata in tutti noi.
Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei, Capogruppo Sganga. Il suo Gruppo, quindi, ha finito il tempo a
disposizione. Io non ho ulteriori richieste di intervento... Prego, Consigliere Curatella,
cinque minuti.

CURATELLA Cataldo
La ringrazio, Presidente. Ringrazio la Sindaca Appendino per la risposta, che ci trova,
come Gruppo Azione, un po’ perplessi, nel senso che, sia in funzione di quello che ha
detto oggi la Sindaca, sia di quello che nella Commissione della settimana scorsa ha
detto l’Assessora Schellino, ci sono due grossi aspetti che emergono: il primo aspetto è
che non sembra la Città avere nessun tipo di stima, di idea, di valutazione su quanto sia
esteso numericamente il fenomeno dei senza fissa dimora; ci è stata presentata tutta una
serie di numeri, ma manca una stima di quante sono attualmente le persone che
potenzialmente, quindi, come diceva anche la Capogruppo Artesio in precedenza, qual è
la base, i benefici, qual è la domanda rivolta al Comune di Torino per affrontare questa
grave problematica. Nella Casa Comunale di Torino sono iscritte circa 5.300 persone,
sono tutte quante potenzialmente a rischio di dover essere servite dalla Città di Torino,
quindi di dover utilizzare i servizi forniti dalla Città di Torino, che attualmente, tra
accoglienza e inclusione, va a coprire circa 1.000 posti? Manca una stima dell’attuale
domanda, manca anche una stima delle previsioni su come questo fenomeno possa
ulteriormente estendersi in futuro. Il secondo aspetto che emerge - che anche adesso la
Sindaca Appendino ha presentato i numeri - è che circa dei circa 8,6 milioni che la Città
ha utilizzato per attività di accoglienza e inclusione, più del 60% sono rivolti
all’accoglienza, ma per quello che riguarda l’inclusione sociale, ovvero progetti di
inserimento sociale e lavorativo, siamo a delle cifre che sono inferiori al milione, perché
in quei 959.000 euro è anche compresa tutta la parte legata alle mense benefiche e
progetti di sostegno alimentare. Quindi manca una visione che non sia solo “Assistiamo
puntualmente le necessità”, ma predisporre, progettare dei percorsi di inclusione
lavorativa e quindi investire in questi percorsi, aumentando la possibilità di poter dare
un nuovo futuro a queste persone, che non è che si divertono, che troppo spesso
purtroppo alcuni componenti di questa Amministrazione hanno molto semplicemente
raffigurato come malfattori, pregiudicati, l’ultima volta si è parlato, appunto, che sono
dei pregiudicati, prima ancora “fanno parte del racket”. Bisogna anche capire, quali
sono le diverse situazioni? Quali sono le problematiche che possono avere queste
tipologie di persone? Mancano delle risposte da questo punto di vista. Quindi, credo
che, dal punto di vista della politica, quello che è necessario per la Città di Torino sia
innanzitutto capire qual è l’impatto del fenomeno, quindi quante sono potenzialmente le
persone che sono a rischio attualmente e che in futuro potrebbero essere a rischio,
quindi, numericamente: questo numero non c’è da nessuna parte. Secondo aspetto: è
necessario che la Città investa in modo particolare nei progetti di inclusione sociale e
lavorativa, e non soltanto in progetti di mera accoglienza. Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei. Procediamo con l’intervento del Capogruppo Petrarulo. Prego, ne ha
facoltà per cinque minuti.

PETRARULO Raffaele
Grazie, Presidente. Grazie anche all’interlocuzione che ho ascoltato di molti
naturalmente in questo Consiglio. Io debbo essere sincero, perché non sono di quelli che
lancia la pietra e poi ritira la mano, come fanno in molti; io mi ricordo che, subito dopo
che fu fatto quell’intervento infelice, infelice per la sostanza, da parte della Polizia
Locale, quello quindi di andare a togliere tutte le masserizie di questi senzatetto per
Torino, il giorno dopo scrissi, naturalmente, perché... scusate, l’Arcivescovo Nosiglia
scrisse che è una ferita per Torino quei clochard e quindi accusava il Comune in quel
senso e io scrissi, naturalmente poi, come spesso avviene, ma mi sa che non è che sia
contento, poi mi devo ricredere dopo, ma adesso dico il perché, scrissi: “Concordo con
l’Arcivescovo Nosiglia, ma gli domando e mi chiedo come mai, con tutti i luoghi sacri o
di culto mai utilizzati o sovradimensionati - non parlo delle chiese, ma parlo dei vari
oratori, varie case - perché non li offre a queste persone più sfortunate senza un tetto
stabile. Misteri della fede? In fin dei conti, l’otto per mille molti lo donano alla Chiesa
per opere caritatevoli; se non ora, quando?”. Scrissi questo e dopo un giorno o due...
non perché l’ha scritto Petrarulo, ci mancherebbe, perché sembra sempre che quasi
quasi una pedina riesca a muovere quello che non riescono a fare tanti in tanto tempo;
un giorno dopo o due, quindi bisogna anche dargli atto all’Arcivescovo Nosiglia, ha
aperto quindi le porte anche della Curia a numerosi... a decine e decine di senzatetto.
Quindi, come è mio costume, è giusto criticare, ma è anche giusto dare poi un senso
compiuto a chi poi si adopera in quello che ha fatto, quindi l’Arcivescovo Nosiglia in
questo caso, così come quando lo criticai per le mascherine del Duomo, poi alla fine
vennero tolte e quindi si vede forse che o mi segue, ma per quel poco che posso valere,
oppure c’è qualcosa che non quadra. Arriviamo invece ai senzatetto, di questo mi
interessa parlare, perché questo è importante: le forze messe in campo sono sempre
poche, poche e non sufficienti; abbiamo un sacco di dormitori e naturalmente... o posti
anche di una rilevanza diversa, via Traves è cambiata, non si può essere... non si può
andare a criticare i 60 posti di via Traves, dove ci sono camere a due postazioni; c’è da
vedere un attimo il discorso di far accompagnare i senzatetto, che spesso e volentieri
hanno degli animali assieme, naturalmente all’interno di questi che sono i locali, quindi
su questo bisogna avere una tolleranza diversa e cercare di avere delle collocazioni in
maniera diversa.
Mi stupisce - e questa è una cosa che io ho sentore -, a parte l’intervento, che quindi,
come ho criticato prima, plaudo oggi all’Arcivescovo Nosiglia per quello che ha fatto,
ci mancherebbe, perché poi alla fin fine è giusto criticare, ma poi se un politico locale
critica e poi viene recepito, quindi chiunque esso sia, che sia di una parte politica o
dell’altra, sarebbe stupido dire che ha fatto male, quindi su questo, aprire le porte della
Curia, doveva farlo prima, ma se l’ha fatto dopo l’ha fatto lo stesso e va bene lo stesso.
Quello che mi interessa sapere è invece che cosa vuole fare questo Comune, perché
l’emergenza è tanta, tutti parlano naturalmente che si poteva fare di più e si può fare di
più, io penso che la Sindaca in certi casi, certe volte è difficile fare il Sindaco quando
tutti vogliono, ma poi nessuno alla fine parla, ma poi alla fine non riesce a fare
qualcosa, ecco, quindi la concretezza - ripeto - di Nosiglia è stata importante, perché ha
fatto qualcosa di reale. Cosa fanno gli altri? Cosa facciamo noi per poter aiutare queste
persone, a parte parlare, criticare, vedere che cosa è successo o, come fa anche il
sottoscritto in campo di Bilancio, accedere agli atti e vedere quello che è stato, qual è
stato l’ordine, per quale motivo è partito questo ordine e per quale motivo non è andato
avanti? Cioè, logicamente tutto va bene e tutto funziona, però bisogna andare a
conciliare quello che è l’interesse, anche perché, come diciamo spesso e volentieri,
qualcuno parla dei senzatetto, i senzatetto, lo diceva..., molti hanno la residenza nella
Casa Comunale, fruiscono anche - perché, poverini, non hanno quel tenore di vita, ma è
giusto che sia così in quel caso - del reddito di cittadinanza, quindi su questo e sugli
affitti si potrebbe anche vedere, insieme al Vicesindaco Schellino, un qualcosa che
possa essere di accompagnamento in alloggi o in nuove strutture che ci sono sul
territorio; sappiate che 280 euro di affitto vengono dati a chi ha il reddito di
cittadinanza, a chi ha un regolare contratto. Quindi, con una garanzia di quello che può
fare il Comune, io penso che molti di questi, anziché stare sotto i portici o poter fare
quello che sta succedendo adesso, con queste due morti che veramente sono un pugno
allo stomaco, ma non solo un pugno allo stomaco, quello che è stato fatto e detto prima,
sinceramente fa rabbia e fa rabbia a chi ha un minimo di coscienza civile naturalmente;
poi dopo, se uno vuole dare fiato ai polmoni, si fa tutti in fretta e si può fare
tranquillamente.
Quindi, quello che chiedo naturalmente, come Forza politica, è un’attenzione maggiore,
ma con delle risorse che sono messe sul campo per fare un qualcosa di pratico, perché io
sono un pratico. Cioè, parliamo di inclusione sociale...

SICARI Francesco (Presidente)
La invito a concludere.

PETRARULO Raffaele
Concludo. Parliamo di inclusione sociale, va tutto bene, i grandi progetti, le grandi
associazioni, i grandi girotondi che si possono fare intorno a queste cose, quello che
serve sono degli alloggi, sono delle unità abitative dove ci possono andare i clochard
con i loro animali e naturalmente con un servizio di accompagnamento, che è quello
anche di vitto e alloggio, perché qui non è un hotel, è gente che ha bisogno di essere
aiutata. Come vede, non c’è solo la Chiesa che lo dice, ma anche la politica, in certi
casi. Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei, Capogruppo Petrarulo. Non ho ulteriori richieste di intervento. Non rilevo
nemmeno la volontà della Giunta di replicare, e quindi direi che possiamo dare per
discusse le richieste di comunicazioni.
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