Interventi |
RUSSI Andrea Grazie, Presidente. Allora, io intanto ringrazio la Consigliera Tevere perché ha detto molte delle cose che avrei voluto dire io e quindi insomma... taglio una grossa parte dell’intervento, ma volevo solo dire che sono assolutamente in linea e che avrei detto praticamente tutto quello che ha detto lei. Io confesso di essere molto, ma davvero molto, molto colpito dalle dichiarazioni dei Consiglieri, non da quelle del Comandante, ribadisco, ma da quelle dei Consiglieri e, in tutta sincerità, io personalmente le stigmatizzo e ne prendo le distanze. Sono molto colpito prima di tutto per via del mio vissuto personale, avevo già fatto presente altre volte che nella mia vita per ragioni di turismo, ma anche per progetti sociali e solidali, ho visitato più di 60 Paesi in tutto il mondo, sia Paesi poveri che Paesi molto ricchi e una delle prime regole che si imparano in viaggio è quella di non fare mai l’elemosina, mai, ma piuttosto indirizzare i propri soldi verso progetti solidali, che sono poi quelli a cui io ho partecipato, proprio per evitare certe dinamiche che sono poi quelle di cui hanno parlato sia la Consigliera Tevere che l’Assessora Schellino. Io parlo delle mie esperienze all’estero perché nei Paesi più poveri i risultati di distorsione di certe pratiche sbagliate sono ancora più evidenti, ma i problemi poi sono gli stessi che possiamo vedere anche qui, non bisogna andare tanto lontano. Il primo problema è che probabilmente se diamo a queste persone i nostri soldi le aiutiamo a vivere male puntando sulla compassione altrui; ci sono ragioni legate al fatto che dare del denaro aiuta a rispondere soprattutto a un bisogno di gratificazione personale e a sollevarci da quel terribile senso di colpa per essere nati dalla parte giusta della strada, con cui tutti quanti crediamo probabilmente di lavarci la coscienza, anche in buona fede, ma è umiliante per quelle persone. Ci sono problemi di sicurezza legati al fatto che spesso dare denaro a chi sta in strada alimenta le dipendenze o il racket e non porta mai ad entrare in quei percorsi virtuosi che possono corrispondere poi ad un aiuto concreto e a un’evoluzione personale. È una pratica che consente anche alle persone disoneste di far leva sulla compassione degli altri e a chiedere dei soldi anche quando non ne hanno poi veramente bisogno. Insomma, noi viviamo a Torino che è una delle città italiane il cui modello di assistenza è preso da esempio da tante altre città, ci chiedono consulenze riguardo a come noi affrontiamo questi problemi, e anche se donare può farci sentire meglio, in realtà stiamo sostenendo uno stile di vita sbagliato e degradante; quindi anziché fare la carità alla singola persona è molto meglio aiutare le iniziative che la nostra comunità, con strumenti legittimi e programmi strutturati, prende per poter alleviare la povertà. Comunque, io la seconda ragione per cui non comprendo proprio le ragioni dei Colleghi, che forse necessitano magari di un po’ di visibilità, è perché sono componente di IV Commissione da quattro anni e mezzo e c’è stato un periodo, quello di cui parlava la Consigliera Montalbano, in cui abbiamo visitato praticamente tutti i dormitori della città, e quello che diceva il personale dei dormitori era esattamente lo stesso, cioè c’erano questioni, situazioni e anche leggende metropolitane riguardo ai guadagni di alcune delle persone che poi utilizzavano... non volevano utilizzare i dormitori; sono cose che abbiamo sentito tutti con le nostre orecchie e che mi hanno lasciato comunque molto colpito. Io poi... cioè c’è anche la Caritas che ha preso posizione in una città come Trieste, ad esempio, che è una Città che ha introdotto il divieto di dare l’elemosina in cambio di multe, cosa che io qua non auspico, per essere chiaro; però anche la Caritas a Trieste si era dichiarata d’accordo, dicendo che loro non danno mai denaro in contanti, pagano le bollette piuttosto o sostengono spese alimentari, ma l’idea del contrastare una pratica sulla quale lucra anche un certo racket è molto buona. Quindi, insomma, anche Associazioni che si occupano di questo hanno sostenuto alcune posizioni. Il problema, Presidente, secondo me, e voglio sottolinearlo, è che non è che la dica il Comandante della Polizia Municipale questa cosa, ma è che la politica, soprattutto una certa parte politica, non è in grado di evidenziarlo, non è in grado di prenderne atto senza scadere in discorsi ideologici perché probabilmente hanno solo più quello di cui parlare, e dunque non è in grado di parlarne se non banalizzandolo. Certa politica è inadeguata perché non racconta la realtà o quantomeno non la analizza, che forse per la nostra Città è la cosa più grave: la Collega Tevere ha parlato delle problematiche della città, è vero, ma il punto è che il Comandante parla di Politiche Sociali spesso in maniera più mirata di quanto fa la politica, che purtroppo parla di cose soltanto perché sa che la gente deve sentirsi dire certe cose. Io sono dunque assolutamente d’accordo con le parole del Comandante e gli do tutto il mio sostegno e ovviamente anche con l’Assessora Schellino. Grazie. |