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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 25 Gennaio 2021 ore 10,00
Paragrafo n. 21
DELIBERAZIONE (Giunta: proposta e urgenza) 2020-02867
BILANCIO DI PREVISIONE FINANZIARIO 2021-2023. APPROVAZIONE. #1-2-3-4-5-6-7-8+A# - RICHIESTA PARERI CIRC. IN DATA 22 DICEMBRE 2020. PGC 955/2021
Interventi
ARTESIO Eleonora
Grazie, Presidente. Avendo espresso le obiezioni che ho espresso relativamente al
Documento Unico di Programmazione, non posso che mantenere le stesse obiezioni sul
Bilancio di Previsione, anzi, il Bilancio di Previsione conterrebbe più attenuanti rispetto
alla mia critica, in quanto necessariamente è un impianto contabile e quindi non può
introdurre delle previsioni che non siano ancora supportate da stanziamenti della Legge
Finanziaria 2021 piuttosto che da altre entrate, come invece sarebbe stato possibile
prefigurare all’interno del Documento Unico di Programmazione, laddove si fosse
voluto assecondare gli indirizzi non solo nazionali, ma espressi anche da alcune nostre
mozioni. Intervengo, quindi, soltanto per dire che, se avrei potuto guardare con un
occhio più favorevole e meno riprovevole il Bilancio di Previsione, proprio per la natura
dello strumento, l’elemento, peraltro molto enfatizzato nell’intervento conclusivo della
Sindaca, che mi induce a confermare più che mai il mio voto contrario, è esattamente la
tematica del debito, su cui si è soffermata molto la Sindaca. Ormai tutti i quotidiani che
commentano la candidatura, le candidature, le previsioni delle future elezioni
amministrative, si interrogano non retoricamente rispetto alla consapevolezza che i
futuri candidati o le future coalizioni hanno relativamente allo stato finanziario
dell’Ente Comune, ed è una questione importante, ma è una questione talmente
importante che alcuni tra noi hanno pervicacemente tenuto a sottolineare nel corso di
questi anni, non per chiedere un galleggiamento più o meno competente, più o meno
abile, si facciano, chi lo crede, i complimenti all’Assessore al Bilancio. Io non ho
difficoltà a dire che tecnicamente le operazioni che sono state prodotte possono anche
essere fonte e originate da una buona competenza di governo amministrativo contabile,
ma politicamente. Questo Consiglio Comunale, anche per mia indicazione,
benevolmente accolta dalla Maggioranza, ha ripetutamente sottolineato che il tema del
debito pubblico non è una questione della Ragioneria dello Stato, non è una questione
dell’abilità professionale dell’Assessore al Bilancio, è una questione pubblica ed è una
questione politica; lo è perché la consapevolezza rispetto allo stato delle finanze delle
autonomie locali è una precondizione per costruire una comunità consapevole.
Quando il mio Gruppo ha chiesto l’audit pubblico sul Bilancio, mai realizzato da questa
Amministrazione, non riteneva che nella popolazione torinese si sarebbero trovati
commercialisti o studiosi delle finanze più autorevoli e più capaci dell’Assessore
Rolando, lo ha fatto perché la consapevolezza diffusa di quali sono le condizioni di
autonomia degli Enti Locali rende più consapevoli i cittadini, sia delle proprie
responsabilità in ordine alla compartecipazione alle spese di una comunità, funzionali
agli interessi generali, ma sia della relazione tra le autonomie locali e il Governo
centrale, e non casualmente altri Enti locali hanno praticato l’audit pubblico, perché
questo tema è un tema di Educazione Civica, quindi è un tema di partecipazione
popolare che dovrebbe essere molto caro alla Maggioranza che qui ci governa. Non è
stato fatto, si è pensato di ridurre la cosa a degli advisor professionali, reclutati e
ricompensati sulla base dei maggiori risparmi che si sarebbero ottenuti, poi si è
abbandonata anche quest’idea e il tema del debito pubblico sembra essere, nella
rappresentazione mediatica, ma anche nel senso comune, una di quelle questioni con cui
le forze politiche si schiaffeggiano nel momento in cui succedono l’una all’altra. Ma il
debito pubblico non è questo, il debito pubblico è esattamente l’impianto sul quale si
possono compiere delle scelte di priorità politica, e le scelte di priorità politica si
praticano anche nelle relazioni pubbliche e popolari e diffuse, di concerto con le altre
autonomie locali. Dire che ci sono stati dei debiti illegittimi, cioè, come dice la
campagna contro i debiti illegittimi, fondati su tassi di interesse praticati agli Enti
pubblici tali da non poter essere onorati o da essere così tanto onerosi da compromettere
la selezione delle priorità politiche di una comunità, è un fatto politico. Quindi, che si
sia manovrato più o meno bene nel galleggiare sul debito pubblico, non esime dalla
colpa e dalla responsabilità di non aver prodotto intorno a questo tema, educazione,
consapevolezza, responsabilità e anche mobilitazione, perché non è impossibile; io, che
vengo tacciata non più tardi di cinque minuti fa di essere troppo vecchia nelle
istituzioni, ricordo bene gli anni ’70 e gli anni ’80, in cui la tematica di un Comune di
Torino, a suo tempo non troppo florido, ma che era intenzionato fortemente a investire,
ad esempio, nei Servizi Educativi e Culturali, confrontava quella tematica col Governo
Centrale non nelle chiuse stanze di un Ministero o nel confronto con la Corte dei Conti,
ma in una grande battaglia popolare sulle priorità dei servizi pubblici, sulla Variante 17
del Comune di Torino, sull’orgoglio di una Città di costruire i proprio Servizi Educativi,
quando un Governo Centrale non trasferiva fondi perché riteneva che dovese essere
esclusiva competenza dello Stato. Lo ricordo bene, so che può essere una battaglia
pubblica, ma no, voi non lo avete fatto, e no perché voi, lo ricordo benissimo dalla
conferenza stampa del dicembre del 2017, quando la Sindaca e la Giunta hanno
annunciato il Piano di rientro con la Corte dei Conti, avete affermato: “Non ci interessa
la popolarità, noi facciamo delle scelte di serietà”, che, certo, forse avete anche provato
a ridurre l’esposizione al debito, ma l’avete fatto non con il buon senso del padre di
famiglia con accezione maschilista, con la quale si richiama il buon governo della Città
- ma trascuro, in questo momento, il maschilismo e apprezzo il tema del buon governo -
lo avete fatto con l’atteggiamento del dominus, del principe, che sta al di sopra della
consapevolezza diffusa del pubblico, che può decidere perché ha il potere di comandare,
ma comandare è una cosa diversa dal governare. Quindi, ancorché questo Bilancio di
Previsione sia quello che vi è stato possibile, relativamente alle piccole manovre di
contenimento del debito, non supportate da un dibattito pubblico sul debito, ancorché
sia quello che ritenete giusto, avendo rappresentato, dopo aver fatto mille ringraziamenti
alla macchina comunale, non mancando di farli ogni volta che arriva una delibera, li
rappresentate come un costo e non come una risorsa, tant’è che vi prefiggete di far
funzionare la macchina con mille unità professionali in meno, forse questo Bilancio non
è il peggiore che poteste produrre, ma certamente è un Bilancio che si ispira a quella
logica politica dell’idea di comandare anziché governare. Governare è un compito
complesso, ai problemi complessi ci sono molte risposte semplici, quasi sempre sono
quelle sbagliate, e per me questo è un Bilancio sbagliato.
Quindi, io riconfermo il voto contrario come il Documento Unico (incomprensibile).

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