Interventi |
ARTESIO Eleonora Grazie. In questo Consiglio Comunale giace da dicembre 2020 una proposta di mozione a firma mia, del collega Tresso, della collega Montalbano. Questa proposta di mozione tendeva a proporre alla nostra Assemblea consiliare un comportamento analogo a quello che avviene all’interno di comunità che condividono degli interessi e degli obiettivi. Come nelle condizioni aziendali esistono contratti di solidarietà e fondi di solidarietà interna, con i quali i singoli lavoratori si sottopongono ad un sacrificio parziale a favore di quei lavoratori che per procedimenti di riorganizzazione debbano essere collocati temporaneamente al di fuori dell’attività lavorativa, o come nelle libere aggregazioni delle società di mutuo soccorso, ad esempio, tutti i soci condividono la partecipazione ad un fondo comune, pur non fruendone o sapendo che soltanto alcuni, quelli più bisognosi, quelli in temporanea difficoltà di salute o di lavoro, vi ricorreranno, eppure esiste una compartecipazione e una condivisione, così la proposta che avevo avanzato guardava all’Assemblea del Consiglio Comunale come a un’Assemblea che risponde a una comunità, quella dei propri concittadini, e così, guardando, proponevo che liberamente i Consiglieri devolvessero una quota dell’importo netto dei loro gettoni di presenza - avevo ipotizzato il 10% - a favore esattamente di quel Fondo di solidarietà istituito dal Comune di Torino per contrastare la povertà e soddisfare il bisogno alimentare. Ebbene, quella mozione ha percorso tutte le procedure regolarmente possibili; io non ho obiettato a che il Presidente del Consiglio Comunale sospendesse l’atto per sottoporlo alla Conferenza dei Capigruppo o non lo ritenesse ammissibile come mozione di accompagnamento a una delibera che trattava proprio degli emolumenti dei Consiglieri; ho richiesto due volte che quell’atto venisse messo nell’elenco degli atti proposti al Consiglio in un punto tale da riuscire a votarlo; mi è sempre stato risposto negativamente. Ora, non ho voluto... - altrimenti avrei reso pubblico questo tema -, non ho voluto immaginare che fosse una tattica del rinvio, arrivare alla fine del mandato senza che questa richiesta ai Consiglieri di compartecipare, come si chiede ai cittadini torinesi con erogazioni liberali, al Fondo di solidarietà potesse essere discussa e si estinguesse quindi naturalmente la stessa proposta. Ora vedo questa proposta del Consigliere Fornari. È ovvio, l’ha detto il Presidente, ogniqualvolta esistono risparmi e avanzi sul Fondo dei Gruppi consiliari, questi vengono rideterminati all’interno del Bilancio del Comune, e se vogliamo avere un indirizzo di ove rideterminarli, l’indicazione del Consigliere Fornari è peraltro la stessa che io proponevo per l’erogazione liberale dei singoli Consiglieri. Ma quello che voglio qui rimarcare non è soltanto quanto i colleghi Lo Russo e Foglietta hanno già sottolineato, io voglio rimarcare che una proposta di questo genere ha un connotato culturale preciso. Nel momento in cui si chiede ai singoli Consiglieri eletti un comportamento che li coinvolge personalmente, si pratica la tecnica del rinvio, ma quando si va a individuare il funzionamento della politica, perché i Gruppi consiliari sono un’articolazione della vita politica e amministrativa del Comune, allora la si deve limitare, perché questo è il concetto, a mio avviso, preoccupante, pericoloso, che peraltro nel mio giudizio soggettivo ho sempre avuto rispetto al Movimento 5 Stelle: quello di costruire una sistematica delegittimazione della politica e delle forme organizzate della politica, tranne ovviamente la loro. Allora, da questo punto di vista francamente non, come dire, un atto al quale guardare con un sorriso o con sufficienza, è un atto che riflette quella cultura politica, che per parte mia è veramente riprovevole, perché io invece credo che la partecipazione alla politica abbia bisogno di tutta la struttura e di tutta l’organizzazione delle forme di partecipazione, dai partiti ai Gruppi consiliari. Allora, non parteciperò a questo voto, votate come credete, il destino non cambia, perché comunque sarebbero state risorse da riallocare; al massimo, chi subentrerà dovrà fare lo sforzo di corroborare l’attività dei futuri Gruppi consiliari con uno stanziamento idoneo, ma quello che a me premeva sottolineare è questa (incomprensibile), dal mio punto di vista terribilmente pericolosa. |