Interventi |
CARLEVARIS Cinzia Sì, grazie. Ringrazio anche i Capogruppo per aver anticipato la trattazione di questo atto che era depositato da inizio ottobre in seguito all’audizione in Commissione Pari Opportunità dell’Associazione “Iran Libero e Democratico” e degli esuli iraniani. Questo atto si colloca nel solco dell'ordine del giorno recentemente approvato per il rilascio del dottore Ahmad Reza Jalali condannato a morte dal regime iraniano. Questa mozione vuole essere una ferma presa di posizione del Consiglio Comunale sulle terribili e permanenti violazioni dei più basilari diritti umani e democratici che vengono perpetrate dal regime teocratico degli ayatollah che è al potere da ormai quarant'anni e che tiene soggiogate diciamo 80 milioni di persone. Come sappiamo, l'Iran è un Paese in cui non è consentito il dissenso, a nessun livello, anche il dissenso pacifico è punito con la pena di morte. È il Paese con il più alto tasso al mondo per cittadini condannati a morte in rapporto alla propria popolazione e la pena di morte è applicata anche a minorenni, anche a ragazzini molto molto giovani e viene applicata quotidianamente e per reati che sono previsti dal Codice penale in una maniera molto vaga e questi reati vaghi vengono spesso usati come strumento legale per condannare i prigionieri di coscienza in virtù dell'esercizio dei loro diritti elementari. Per reati vaghi intendo, per esempio, la cosiddetta “diffusione della corruzione sulla terra”, che è un reato che prevede la pena di morte, oppure il “reato di inimicizia contro Dio”, che è un altro reato che prevede la pena di morte, e inoltre in Iran è ordinario l'utilizzo di pene che rientrano nella categoria della tortura o dei trattamenti disumani e degradanti come la stessa lapidazione, le frustate, le amputazioni, le impiccagioni su pubblica piazza. Il 16 dicembre, quindi meno di un mese fa, le Nazioni Unite hanno adottato la 67°risoluzione di condanna per le violazioni dei diritti umani in Iran; nell'atto è citata la 66°, ma perché questo appunto è di tre settimane fa e questa nuova risoluzione è arrivata pochi giorni dopo l'esecuzione del giornalista Ruhollah Zam che era stato rapito da agenti iraniani durante il suo viaggio in Iraq dopo essere vissuto per anni come rifugiato in Francia perché aveva il passaporto francese, e Zam è stato impiccato il 12 dicembre, quindi meno di un mese fa proprio con l'accusa di ostilità verso Dio e di spionaggio e questa sua esecuzione ha suscitato una diffusa protesta da parte dei Paesi europei e ha portato anche alla cancellazione del previsto Forum economico Europa-Iran. Anche il Parlamento europeo ha approvato l'ennesima risoluzione di condanna del regime iraniano, proprio il 17 dicembre, quindi cinque giorni dopo esecuzione di Zam, con la risoluzione molto, insomma, determinata in cui viene condannata la degenerazione della situazione dei diritti umani in Iran che si è deteriorata regolarmente nell'ultimo anno in seguito alle manifestazioni contro il carovita, iniziate nel novembre 2019, la cui repressione è stata violentissima con centinaia di manifestanti uccisi, migliaia di arrestati e i manifestanti arrestati, così come tutti i prigionieri di coscienza, vengono tenuti in carcere in condizioni disumane senza accesso adeguato di cure mediche, che è un altro strumento che il regime utilizza per costringere alla confessione i prigionieri senza processi equi e sia i manifestanti che i prigionieri di coscienza spesso vengono giustiziati senza informare né i loro avvocati, né i loro familiari, come è avvenuto per esempio nel caso della star del wrestling, il campione nazionale iraniano, Navid Afkari, che è stato giustiziato il 12 settembre del 2020 sulle basi di accuse da lui tra l'altro interamente negate e quindi, oltre appunto alla risoluzione delle Nazioni Unite, c’è quest’altra risoluzione, recentissima, del Parlamento europeo che tra l'altro chiede il rilascio di tutti i cittadini europei di origine iraniana tra cui anche proprio il dottor Ahmad Reza Jalali; chiede una moratoria sulla pena di morte, in particolar modo la sospensione di tutte le condanne a morte dei minori, la scarcerazione dei prigionieri di coscienza e il rispetto del diritto di espressione, che non viene rispettato, soprattutto per le attiviste dei diritti delle donne che vengono arrestate costantemente, e il rispetto dei trattati internazionali. Queste prese di posizione della comunità internazionale, di fronte all'inasprimento della repressione in Iran, potrebbero, o almeno dovrebbero rappresentare un primo passo per una rivalutazione dei rapporti con gli ayatollah da parte dei Paesi, condizionando questi rapporti all'allineamento di Teheran, ma con gli obblighi internazionali a cui l'Iran stesso ha aderito, perché ha firmato tutti i trattati internazionali sui diritti umani. Questa mozione - e chiudo - ha due impegni: impegna la Sindaca e la Giunta 1) ad organizzare occasioni di dibattito pubblico di confronto, di divulgazione, di sensibilizzazione sulla grave violazione dei diritti umani in Iran e 2) a sostenere questa posizione del Consiglio Comunale, quindi di ferma condanna delle violazioni dei diritti umani perpetrate dall'attuale Governo iraniano e a farsene portavoce, quindi a farsi portavoce di questa ferma condanna in ogni occasione di relazione con i rappresentanti delle autorità pubbliche iraniane. Vi ringrazio. |