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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 14 Dicembre 2020 ore 11,00
Paragrafo n. 34
ORDINE DEL GIORNO 2020-02670
(ODG N. 24/2020) "SALVAGUARDIAMO E SALVIAMO LE POPOLAZIONI INDIGENE DELL'AMAZZONIA PER TUTELARE LA FORESTA PLUVIALE E CON ESSI LA VITA E LA SALUTE DI TUTTI I POPOLI DELLA TERRA" PRESENTATA IN DATA 24 NOVEMBRE 2020 - PRIMO FIRMATARIO MENSIO.
Interventi
MENSIO Federico
Grazie, Presidente. Io ho inteso presentare questo atto - anche con un po’ di colpevole
ritardo, lo ammetto, ma dovuto anche un po’ alla situazione che abbiamo vissuto in
questi mesi - a seguito della visita di una delegazione di Indios Indigeni dell’Amazzonia
brasiliana; in quella visita noi avevamo potuto ascoltare dalle vive voci di tre
rappresentanti di queste tribù qual era la loro situazione e cosa stavano vivendo. La
situazione è quella di una terra ormai compromessa, una terra che è un loro patrimonio
però non è solo un loro patrimonio è un patrimonio che io considero, penso quasi tutti
consideriamo, dell’umanità e non possiamo prescindere il fatto che in natura la vita
degli esseri viventi, siano essi uomini, piante o altre specie animali, sia tutto connesso.
Il fatto che si vada a fare la deforestazione in Brasile non ci deve vedere lontani dal
problema, anzi ci deve vedere molto vicini perché il Brasile e nello specifico o, meglio,
la Foresta Amazzonica in particolare quella brasiliana è in grado, a oggi, stimando, di
immagazzinare tra gli 80 e i 120 miliardi di tonnellate di carbonio all’anno, proprio quei
gas serra che noi cerchiamo di combattere in altra maniera. Ecco, invece di combattere
in altra maniera potremmo aiutare proprio i popoli, gli Indios brasiliani che vivono in
Amazzonia a conservarla quella terra, perché non dico che sia di loro proprietà, perché
credo che il concetto di proprietà per loro sia distante e questo lo hanno anche
dimostrato nella sede in cui sono venuti a presentare le loro istanze, ma la considerano
un bene indissolubile, un bene di tutti perché senza quel bene loro non possono vivere e
se loro non possono vivere noi neanche possiamo vivere; quindi la salvaguardia di quei
popoli è strettamente legata alla salvaguardia del nostro modo di vivere e, soprattutto, è
legata alla salvaguardia di quel territorio di cui loro usufruiscono e vivono dei suoi
prodotti. Ecco, negli anni si è visto uno spolpamento di quelle terre, prima con le
estrazioni minerarie, l’oro, in particolare, che ha, sostanzialmente, inquinato le falde
acquifere, utilizzando metalli pesanti come il mercurio; poi, le attività estrattive del
petrolio e poi la deforestazione, la deforestazione che ha portato alla riduzione drastica
delle specie animali e vegetali di quell’area. Ricordo che il 10% di tutte le specie
vegetali e animali della Terra stanno in Foresta Amazzonica, ci sono 40 mila specie tra
piante e animali e alcune addirittura in via di estinzione come il giaguaro e il tapiro.
Ecco, la difesa di quel territorio, la difesa delle popolazioni che usano quel territorio per
vivere e ci vivono è fondamentale. Perché ho presentato quest’ordine del giorno? Perché
quando dicono che i problemi sono distanti non è così; la deforestazione, in quel caso,
avviene per due motivi: uno, per la produzione diretta di carne tramite pascoli intensivi,
carne che noi consumiamo in modo eccessivo - lo dico apertamente, dobbiamo
cambiare modo di vivere, tutti, non solo gli italiani, non solo i torinesi -, un consumo
eccessivo di carne che non solo viene dalle foreste brasiliane, ormai ridotte ad ampi
spazi per allevamenti intensivi, ma anche dai nostri allevamenti, allevamenti intensivi in
Europa, ma che hanno un riflesso proprio sulla deforestazione brasiliana, perché la
deforestazione brasiliana, in buona parte, avviene proprio per far spazio a coltivazioni di
vegetali utilizzati per mangimi per gli allevamenti intensivi, in particolare la soia e
questo, la deforestazione, in questo senso, avviene per l’80% in Brasile e in Foresta
Amazzonica più in generale. Ecco, l’Unione Europea importa per l’80%, ed è il secondo
importatore mondiale, proprio dal Brasile la soia per i suoi allevamenti intensivi. È tutto
collegato, lo ribadisco, è tutto collegato. Il nostro modo di vivere, quello di mangiare
ingenti quantità di carne rossa derivata dagli allevamenti intensivi in Europa ha dei
riflessi, proprio perché quegli allevamenti intensivi usano la soia prodotta in
Amazzonia. Di certo il Governo brasiliano negli ultimi anni non si è impegnato, e
questa è notizia di qualunque giornale, a fermare questa deforestazione, anzi si è andati
avanti a spron battuto, tanto più che, addirittura, il Governo brasiliano ha trasferito al
Ministero dell’Agricoltura le decisioni in merito a quelle terre rivendicate dai popoli
indigeni, lo ripeto, terre che erano di loro non proprietà, ma di loro uso, proprio per
vivere. Allora, in tutto questo senso si sta vivendo una crisi, una crisi profonda di quella
Foresta Amazzonica, c’è un report che dal 2000 al 2018, quindi in 18 anni la Foresta
Amazzonica è ridotta dell’8%, parliamo di 513.000 chilometri quadrati, ve lo ripeto
513.000 chilometri quadrati, che cosa vuol dire? Vuol dire che in 20 anni si sono
consumate 4.000 Città di Torino, 4.000 Città di Torino, un territorio che è più di una
volta e mezzo il territorio italiano, il territorio della Spagna; ogni anno sparisce
dall’Amazzonia una superficie pari a 200 Città di Torino, non stiamo parlando di
numeri piccoli, stiamo parlando di una crisi, di una enorme devastazione, ecco, in tutto
questo nell’ultimo anno poi si è aggiunta la crisi della pandemia della SARS-CoV-2, i
popoli indigeni hanno visto emigrazioni, come succedeva anche in Italia verso le grandi
Città, bene quando è scoppiata la pandemia, loro sono tornati a vivere nella zona di
origine portando con sé il virus e il Governo brasiliano non ha avuto misure sufficienti,
in particolare la fornitura di ossigeno, proprio per gestire la pandemia nelle aree dove
vivono gli Indios. I disastri che sono sotto gli occhi di tutti, dei cambiamenti climatici, e
che sono in atto, ed è inutile negarlo, dipendono proprio dalla incapacità complessiva
mondiale di affrontare il problema alla radice, ecco, non possiamo più nasconderci. Noi
dobbiamo difendere quel territorio perché è un bene comune, è un bene senza il quale
noi faremo una bruttissima fine, non è il tempo di pensarci, è il tempo di agire, bisogna,
per fare un eufemismo, tirare il freno, schiacciare sul pedale del freno fino in fondo,
tirare il freno a mano e forse non basterà e se non basterà noi non avremmo perso degli
alberi, perderemmo le specie animali, le specie di vegetali, la biodiversità e con loro la
nostra vita. Il dramma più grosso che queste popolazioni, tra l’altro, hanno vissuto, e in
particolare chi è venuto qui, è il fatto che pochi giorni dopo della visita, concludo, della
visita della delegazione degli indigeni, il fratello di una delle presenti della delegazione
è stato ucciso proprio per difendere quei territori. Ecco, allora io chiedo al Consiglio
Comunale e a tutti i Consiglieri di votare quest’ordine del giorno per chiedere che tutti
gli enti preposti, dal Parlamento Europeo, il Consiglio Europeo, il Consiglio
dell’Unione, la Commissione e anche il Parlamento Italiano, il Governo Italiano, si
attivino presso le sedi, tutte le sedi, proprio per ridurre l’importazione di carne e di
mangimi destinati al consumo animale, che arrivano da quelle zone, soprattutto dalle
zone di deforestazione brasiliane della Foresta Amazzonica. A riconoscere quei territori
e le tribù indigene come aree e persone da salvare e salvaguardare, e infine riconoscere,
questo lo diciamo da tempo, che esistono dei benefici per la salute umana diretti e
indiretti in una dieta povera di proteine animali, ecco, questo noi dobbiamo chiederlo a
tutti gli enti ed in particolare al Governo brasiliano. Io ringrazio anche i Capigruppo che
hanno voluto portare oggi, con una certa urgenza, questo atto, a chi lo ha sottoscritto,
anche le Minoranze, io ve lo chiedo non per me, ma per tutti noi e, soprattutto, per i
popoli della Foresta Amazzonica e per chi oltre a vivere là ne conserva il patrimonio
ambientale e naturale. Grazie.

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