Interventi |
SICARI Francesco (Presidente) Quindi passiamo al punto 18. Siamo alla deliberazione n. mecc. 202002660/064, presentata dalla Sindaca Appendino e dall’Assessore Pironti, che ha come oggetto: “Consorzio per il sistema informativo (CSI - Piemonte). Approvazione modifiche statutarie” SICARI Francesco (Presidente) Lascio quindi la parola all’Assessore Pironti per l’illustrazione. Prego. PIRONTI Marco (Assessore) Buongiorno, Presidente. Questo è un punto che abbiamo già discusso in Commissioni congiunte sulla modifica statutaria. Ricordo che questa modifica è richiesta da una Legge Regionale, quindi ci siamo adeguati a questa indicazione normativa, ma abbiamo sfruttato l’occasione anche per proporre e condividere col CSI e altri soci alcuni adeguamenti di uno Statuto che, in alcuni casi, risultava un po’ datato, anche data la velocità del settore di riferimento. Abbiamo illustrato in Commissione i vari aspetti che, dal punto di vista formale e sostanziale, hanno integrato e modificato lo Statuto. Ricordo due, in particolare: il primo, è che, al di là del… ricordo che, da Statuto, il CSI si impegna ad approvare, a far approvare ai propri soci un Piano di attività annuale, il cui equilibrio era, da Statuto, identificato solo come equilibrio economico, sostanzialmente il rapporto tra ricavi e costi. Abbiamo voluto… (incomprensibile) anche il rispetto dell’equilibrio finanziario, cioè l’equilibrio tra anche incassi e pagamenti, perché, pur essendo una società in-house, quindi il cui impegno a coprire i costi è anche da parte degli stessi consorziati, l’equilibrio finanziario, la corretta gestione dell’equilibrio finanziario consente anche un alleggerimento dal punto di vista economico in termini di oneri finanziari, che, ovviamente, poi sono storicamente ribaltati direttamente sui consorziati. Quindi una corretta e controllata gestione finanziaria consente anche un recupero di efficienza del costo dell’intera macchina amministrativa. Abbiamo anche adeguato alcuni spetti relativi all’oggetto del CSI, vi ripeto, alla luce anche dell’evoluzione tecnologica e del settore di riferimento, con l’intenzione, in generale, di dare la possibilità al CSI di essere non solo efficiente per i nostri consorziati, ma anche di coprire quella parte di mercato che, da Statuto, ovviamente è limitata in percentuali predefinite anche di mercato esterno, cioè rivendere esperienze, software o competenze specifiche a supporto anche di soggetti al di fuori dei consorziati stessi. Quindi, questo sarà portato in approvazione alla prossima assemblea, in cui, ovviamente, noi parteciperemo come soci, oltre che essere tra i principali clienti e utilizzatori delle risorse del CSI. Grazie, Presidente. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei, Assessore Pironti. Entriamo ora nella discussione e ho il Consigliere Mensio. Prego. MENSIO Federico Grazie, Presidente. Solo per dire che, rispetto alle modifiche statutarie proposte dalla Regione, ho già fatto due appunti in Commissione che vorrei rifare qui. Uno riguardante la modifica dell’articolo 14, anzi, prima, dell’articolo 3, dove, secondo me, sarebbe stato opportuno inserire - visto che è stato ottenuto il riconoscimento, com’è successo per altre società della Regione - la dicitura che il Consorzio è un Consorzio, diciamo, in-house, perché questo avrebbe fugato molti dubbi, come anche confermato dalla nota scritta pervenuta dagli Uffici dietro mia richiesta e che ringrazio. Purtroppo non è stato scritto e questo è, secondo me, una mancanza abbastanza grave, per non dire importante, però su questo io inviterei a riflettere. L’altro dubbio che ho e che mi rimane, e che rimando ovviamente all’assemblea dei soci, è sulla modifica dell’articolo 14, nella fattispecie il comma 2, dove si toglie la parola “anche” parlando dei membri nominati dalla Regione Piemonte. A quanto mi risulta, nella richiesta di riconoscimento della figura di società o meglio di Ente in-house del CSI Piemonte, ANAC ha sollevato la questione della forza di controllo della Regione rispetto agli altri soci, proprio perché nel vecchio Statuto erano indicati due membri indicati dalla Regione Piemonte, anche sentiti, come nel vecchio Statuto, gli altri Enti della Regione, nello specifico le Aziende Ospedaliere. Ora, non credo, e su questo mi riservo poi di fare richiesta all’ANAC direttamente, che togliendo quella parola “anche” si risolva il problema, perché una cosa è dire che Regione Piemonte può nominare un Consigliere di Amministrazione, ma qui rimane il fatto che ne nomina due, di cui uno è in rappresentanza, ma la scelta appare chiaro che è ancora in campo alla Regione Piemonte. Nondimeno il fatto che le ASL non sono Enti autonomi a tutti gli effetti, o meglio, sono Enti autonomi dal punto di vista gestionale e quindi economico-finanziario, ma non sono Enti autonomi dal punto di vista delle nomine, perché le nomine le fanno, anzi le fa la Regione Piemonte. Quindi, come dire, qual è la ratio per cui una Regione nomina nelle ASL delle persone che poi nominano un Consigliere? Cioè, l’imparzialità è molto labile in quel senso, o meglio c’è nella forma, ma non so quanto nella sostanza. Quindi, io su quell’“anche”, secondo me non basta togliere “anche in rappresentanza” e dire: “di cui uno è in rappresentanza di Enti”, no; bisognava dire che la Regione nomina un membro e gli altri soci, nello specifico non Enti di secondo livello della Regione, quindi le Aziende Ospedaliere, ne nominano un altro. Allora, io su questo qualche dubbio mi continua a permanere nella modifica dello Statuto. Io ovviamente non sono contrario alle modifiche nel loro complesso, ma su questo punto io chiedo all’Assessore intanto di farlo presente nell’assemblea dei soci, a nome del Consiglio, se il Consiglio voterà a favore e gli sta bene anche la mia, come dire, indicazione, o se no a nome della Città, o se no, come Consigliere Comunale presenterò domanda formale all’ANAC di merito, proprio su questa modifica, se supera quell’indicazione che ANAC stessa ha dato nel riconoscere la figura di in-house al CSI Piemonte. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei. Ho adesso iscritto il Vicepresidente Lavolta. Prego, ne ha facoltà. LAVOLTA Enzo (Vicepresidente Vicario) Grazie, Presidente. Sarò veloce anche perché questa discussione mi ha visto particolarmente coinvolto in fase iniziale, quando nel giugno scorso la Regione Piemonte ha intrapreso questa strada in modifica della Legge Regionale e mi aveva particolarmente sorpreso il fatto che l’Assessore proponente definisse desueta, e quindi anche superata in qualche modo, la caratterizzazione ex articolo 2 dello Statuto del CSI, che oggi noi stiamo sopprimendo, articolo 2 che diceva : “Il Consorzio ha personalità giuridica di diritto pubblico”. All’epoca, nelle mie riflessioni, mi chiedevo, appunto, se la motivazione, con cui il Centrodestra in Regione proponeva la soppressione della disposizione che qualifica il Consorzio Informatico CSI quale Ente di diritto pubblico, fosse sostenibile. Desueto in italiano vuol dire non più abituato a qualche cosa, non più in uso, qualcosa che è caduto in desuetudine. Ecco, per l’ennesima volta io ho giudicato la scelta del Centrodestra in Regione come l’ennesima occasione per sfondare il portone del Consorzio che gestisce le piattaforme informatiche ed i dati degli Enti pubblici della Regione, per consentire ad aziende private di entrare. E noi - io in particolare, ma tanti di noi -, come già è accaduto in questi anni, avevamo ed abbiamo il dovere di riflettere in questo senso e agire coerentemente, cominciando a porci alcune domande che io condivido con voi. La prima, è desueto riconoscere il valore pubblico di una Pubblica Amministrazione che si coordina tra i suoi vari livelli, che fa cose insieme, perché si riconosce portatrice di finalità e progettualità condivise, che si fa sistema sia sul piano alto degli indirizzi e della programmazione, sia su quello operativo della realizzazione? È desueto intendere la Pubblica Amministrazione come soggetto unitario e plurale? È desueto difendere un soggetto pubblico che può operare fuori da considerazioni di profitto e pertanto può produrre servizi anche laddove non ci sia un mercato sufficientemente sviluppato da garantire la sostenibilità economica? È desueto avere questa preoccupazione in un territorio come quello piemontese, caratterizzato dalla presenza di ampie aree montane fortemente svantaggiate, sia sul piano infrastrutturale, che su quello della capacità economica, oltre che da un’estrema frammentazione della presenza istituzionale, più di 1.200 Comuni, che riduce quasi a zero la capacità di spesa in gran parte dei nostri Enti? È desueto pretendere che il CSI continui ad essere precursore sui temi della trasparenza, dell’open government e degli open data? È desueto affermare che il dato gestito dal CSI è un bene pubblico ed in quanto tale deve essere gestito con elementi di garanzia pubblica? Ecco, se per il Centrodestra tutto ciò era desueto, a me più di tanto non ha sorpreso, mi sorprende oggi che lo sia per la forza politica che governa ed amministra la Città. Anche questa volta io indosso l’elmetto per evitare che qualcuno provi a sfondare quel portone. Non giudico desueta la caratterizzazione della personalità giuridica di diritto pubblico del CSI, si sarebbero potute perseguire altre strade, ad esempio come quella del Consorzio Universitario, mi pare opzione caldeggiata anche dall’Università in questi anni. Mi pare che oggi la Città di Torino sia chiamata sostanzialmente a ratificare una scelta politica unilaterale della Regione Piemonte, a cui io, e spero il mio Gruppo Consiliare, non intendano adeguarsi, perché per noi quella caratterizzazione, magari poteva essere anche in parte desueta, ma avrebbe potuto essere affrontata e superata in modi decisamente più coerenti con la sua caratteristica fondamentale e pertanto io anticipo che il sottoscritto ed il mio Gruppo Consiliare non parteciperanno al voto di questa delibera. Grazie, Presidente. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei. Adesso ho il Consigliere Curatella. Prego. CURATELLA Cataldo Grazie, Presidente. Anche io quando siamo arrivati in discussione di questa delibera sono rimasto un po’ stupefatto nel senso che, anche un po’ seguendo quello che è avvenuto negli scorsi nove mesi, sembrerebbe quasi che l’Amministrazione di Torino abbia o, da una parte, voluto cedere le armi e lasciare fare al Centrodestra regionale, andando un po’ a permettere una scalata successiva sul CSI, o, dall’altra parte, si è voluto lasciare agli altri fare quello che quest’Amministrazione aveva in mente sin dall’inizio, e questo lo dico avendo bene in mente alcune discussioni avvenute anche in modo molto acceso - non era presente l’Assessore Pironti, perché non era ancora di quest’Amministrazione -, in relazione ai primi anni di quest’Amministrazione, quando c’era da ragionare sul CSI, da capire come lo si voleva sviluppare. C’era tutta una serie di problematiche legate al CSI. Ricordo anche che un ex Assessore l’aveva definito un carrozzone, cosa che non ho mai ritenuto tale, anzi era forse necessario andare a rivedere com’era organizzato, come agiva sul territorio con le varie Amministrazioni e quali erano le attività che portava a compimento. E questo… nel corso di questi anni, anche grazie alla governance che ha guidato il CSI almeno negli ultimi quattro anni, si è riusciti a renderlo un consorzio molto efficiente, che è capace di essere vicino alle Amministrazioni, di essere molto flessibile, come nell’ultima Commissione abbiamo discusso in presenza del CSI, che ha presentato tutta una serie di attività che ha svolto durante questi mesi di pandemia, dovendo anche in modo rapido modificare tutta una serie di attività che aveva messo in conto, in funzione del proprio piano operativo e che l’emergenza aveva chiesto di modificare e quant’altro. Uno tra tanti, il CSI stava lavorando anche sul creare una nuova piattaforma di didattica a distanza, così da evitare anche di… scollegarsi anche dalle piattaforme legate a Google, ad esempio, di cui oggi abbiamo avuto un esempio di quale problema può portare a livello nazionale. E quindi ricordo bene, quando se ne discuteva, nei primi anni di quest’Amministrazione, che c’era quasi una spinta ad andare verso la privatizzazione, che molto spesso veniva bloccata dai Consiglieri della Maggioranza, che tendevano a bloccare un po’ l’Assessore che sarebbe andato a testa bassa, un po’ come è successo con tutta la piattaforma delle mail del Comune che sono state date a G-Suite. Quindi, mi sembra un po’ una resa del Comune e dirò che è desueta, come diceva il Consigliere che mi ha preceduto, la forma giuridica del diritto pubblico, allora andiamo sul diritto privato. Allora mi chiedo, scusate, noi siamo nel terzo millennio dove forte è la discussione che anche con il discorso dell’avvento dell’intelligenza artificiale, anche con tutti i discorsi legati alla didattica a distanza, alla necessità di sviluppare e fare emergere sempre più gli aspetti legati allo smart working, rivedere tutti i processi, sia nell’ambito dell’Amministrazione pubblica, sia nell’ambito del privato, come poter contribuire anche nella parte del commercio e quindi le piccole attività che non hanno la forza economica di altri player internazionali nell’ambito economico di sfruttare un po’ le piattaforme e quindi andare in una direzione di rendere il diritto all’accesso alla rete, all’utilizzo dei servizi di rete un diritto fondamentale come l’acqua, quindi la gestione... Ricordiamoci che il CSI ha dei server allocati qui in Piemonte in fibra ottica dedicata, quindi dell’infrastruttura di collegamento che noi utilizziamo CSI è proprietaria; di CSI è tutta la parte delle infrastrutture dei collegamenti in fibra ottica che il CSI ha creato. Quindi si va in un’ottica di diritto pubblico legato alle infrastrutture. Quest’Amministrazione, almeno nelle dichiarazioni che erano state fatte quando si era preparato il programma, era a favore dell’acqua pubblica, c’era anche… ricordo bene, si voleva trasformare SMAT in un’azienda di diritto pubblico, adesso questa stessa Amministrazione 5 Stelle, che nel proprio programma dice che l’acqua pubblica, i diritti pubblici devono essere - tutto quello che è infrastruttura pubblica: trasporti, acqua, eccetera, che è fondamentale -, debba essere gestito da un’azienda di diritto pubblico, oggi accetti, avalli, una modifica di Statuto voluta dalla Regione, e io mi chiedo in questi mesi come si è collaborato con la Regione per cercare di arrivare insieme a una definizione che si fosse concordata, si accetti ed oggi si voti favorevolmente uno Statuto che definisce che CSI non è un’azienda, una persona giuridica di diritto pubblico, ma diventa di diritto privato, quindi potenzialmente scalabile. Ricordiamoci che ad oggi, pur restando di diritto pubblico, non è che il privato è escluso dal Consorzio, può comunque entrare all’interno del Consorzio in una quota massima pari al 20% e, aumentando la quota pubblica consorziata con CSI, può aumentare quindi anche la parte del privato, restando sempre nel rapporto 80/20. Quindi, non c’è una preclusione all’ingresso attuale, però è sancito fino ad oggi che è un’azienda di diritto pubblico che ha determinati limiti, non blocca il privato, però agisce soprattutto per le Amministrazioni pubbliche. Abbiamo sentito nell’ultima Commissione che nel CSI è entrata la Città Metropolitana di Milano, la Città Metropolitana di Roma, sta entrando, manca solo una delibera di Consiglio, anche la Città di Milano, ci sono diverse strutture. Quindi, potenzialmente, è un Consorzio che può essere molto vicino alle Amministrazioni pubbliche e che può gestire tutto ciò che riguarda la cosa pubblica: Amministrazioni, Enti Locali, Enti regionali e volendo anche a livello nazionale. Quindi, resto un po’ basito, no, scusate, a qualcuno non piace il termine “basito”, resto un po’ senza parole nel vedere che oggi si avalli questa scelta regionale di andare su una personalità di diritto privato e quindi di privatizzare un Ente che in questi ultimi anni, a seguito della nuova riorganizzazione e di come stava svolgendo le attività, aveva dimostrato come un Ente pubblico può gestire l’innovazione, l’intelligenza artificiale, tutto ciò che è il futuro, che noi aspettiamo dal punto di vista innovativo della nostra Città, e lo si lasci ad un’azienda del diritto pubblico. Anche per questo comunico che non parteciperemo al voto come “Azione”. SICARI Francesco (Presidente) Ci sono altri interventi da parte dei Consiglieri? Non essendoci ulteriori interventi da parte dei Consiglieri, è il momento in cui vi è la replica da parte dell’Assessore. Prego. PIRONTI Marco (Assessore) Grazie, Presidente. Cito solo, per essere un po’ più preciso, i nuovi articoli, in funzione delle sollecitazioni dei Consiglieri. Il passaggio sulla forma giuridica è: il Consorzio è un Ente di diritto privato in controllo pubblico, dotato di personalità giuridica di diritto privato. Quindi qui non credo si metta in discussione il controllo pubblico del CSI, ma solo un adeguamento anche normativo, perché ricordo che, in realtà, la situazione normativa… SICARI Francesco (Presidente) Microfoni, grazie. Un attimo, un attimo. Microfoni disattivati. Grazie. Può riattivare il suo microfono, Assessore. Prego. PIRONTI Marco (Assessore) Questa situazione normativa del CSI già all’origine è stata un po’ una situazione ibrida, ricordo che il Contratto collettivo dei dipendenti stessi risponde a logiche privatistiche, quindi oggi, da quel punto di vista, questo mi preme ricordarlo, soprattutto per i dipendenti, questo non è un minus, anzi è un allineamento di quello che è già nei fatti del loro Contratto nazionale. Il Consigliere Curatella citava le ultime entrate nel Consorzio, e questo credo, considerando che le nuove entrate riguarderanno già il nuovo Statuto, questo credo che anche a soggetti esterni, che non hanno vissuto un po’ la… (incomprensibile) anche della storia del CSI, questo non è un problema, anzi è un ulteriore strumento affinché questo auspicato allargamento anche di altri soggetti possa rafforzarsi. Quindi l’entrata della Città Metropolitana e la prossima entrata anche della Città di Milano, io credo che, in qualche modo, vadano a rafforzare, nei fatti, il supporto ed il controllo pubblico del CSI. Cito, invece, l’articolo 4 per quanto riguarda la governance in-house del CSI. Nel comma 2 viene riportato, quindi il nuovo Statuto che andremo a votare: “il Consorzio svolge attività strumentali nei confronti degli Enti consorziati, operando secondo il modello dell’in-house providing”. Quindi, il concetto dell’in-house è, se vogliamo, anche rafforzato da questo punto di vista, ed ovviamente tutto ciò, per controllo analogo, per quanto riguarda gli Enti di controllo nazionali ad essi delegati. Quindi, da questo punto di vista è stata nostra premura quella di confrontarci anche con gli altri soci, affinché tutto potesse, in qualche modo, corrispondere ad una normativa, al di là che è regionale, anche a un allineamento a quelle che sono le imposizioni nazionali. L’ultima riflessione riguardo alle sollecitazioni per la composizione del Consiglio di Amministrazione. Faccio un brevissimo inciso, giusto per allinearci tutti, anche quelli non così addentro al diritto societario. Ricordo che il Consiglio di Amministrazione è un organo nominato dall’assemblea e l’assemblea si esprime in funzione delle quote che nel capitale rappresentano. Oggi, quindi, prima della modifica statutaria, due membri su cinque sono di nomina della Regione. Quell’“anche”, che si citava prima, allinea un po’ quella che è la composizione dell’assemblea, rispetto alla composizione del Consiglio di Amministrazione, ricordo che le ASL e tutti i soggetti che rientrano in quel comma, rappresentano quasi oltre il 15% del capitale, quindi quell’“anche”, sostanzialmente, riequilibra un po’ rispetto a quello che è attualmente un potere regionale che, in qualche modo, oggi va riportato nel giusto equilibrio rispetto a quelle che sono le reali coperture delle quote in assemblea. Quindi, ovviamente, qui il richiamo in Statuto del controllo pubblico credo che sia un’adeguata, almeno fin quando questo Statuto non verrà ulteriormente cambiato, tutela a che il CSI…, cosa che - al di là della forma e nei fatti, compresi anche i nuovi consorziati - sia strumentale agli obiettivi, in primis la Pubblica Amministrazione, ma non ultimo aprendo anche la possibilità a CSI di essere più, in maniera più agevole, reattiva a quelle che sono le sollecitazioni di un mercato che ovviamente va molto veloce e che spesso la Pubblica Amministrazione fa fatica a seguire. Quindi l’invito, anche attraverso questa modifica statutaria, di portare un CSI, al di là della forma, nella sostanza in ottica concorrenziale, questo credo che sia un impegno di tutti e i fatti, infatti, lo stanno dimostrando. Ovviamente poi sta nella sensibilità dei consorziati, dei loro rappresentanti in assemblea e dei loro rappresentanti in Consiglio di Amministrazione quello di ricordare e di tutelare questo controllo pubblico, non solo nella forma, ma anche e soprattutto nei fatti. Grazie, Presidente. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei, Assessore. Procediamo adesso quindi con le dichiarazioni di voto da parte dei Gruppi Consiliari. Ho un Ordine dei Lavori del Consigliere Mensio. Prego. MENSIO Federico Sì, vi chiedo scusa. Ha ragione l’Assessore, rettifico la mia mancanza. Non avevo visto il discorso dell’in-house providing nell’articolo 4. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) A lei. Bene, ripeto, ora siamo al punto delle dichiarazioni di voto da parte dei Gruppi. Qualora qualcuno volesse esprimere una posizione tramite le dichiarazioni di voto. Non vedo alcuna richiesta di iscrizione per intervento. Allora, possiamo procedere con la votazione della deliberazione. Lascio la parola al Segretario Generale per l’appello nominale. Prego. SPOTO Mario (Segretario Generale) (Votazione per appello nominale). Presidente, 24 favorevoli. SICARI Francesco (Presidente) La ringrazio. Quindi, con 24 Consiglieri votanti e 24 voti a favore, il Consiglio Comunale approva la deliberazione. SICARI Francesco (Presidente) Se non vi sono delle contrarietà, darei lo stesso esito per l’immediata eseguibilità dell’atto. Non vedo contrarietà, allora adiamo lo stesso esito all’immediata eseguibilità. |