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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 14 Dicembre 2020 ore 11,00
Paragrafo n. 29
DELIBERAZIONE (Giunta: proposta e urgenza) 2020-02660
CONSORZIO PER IL SISTEMA INFORMATIVO (CSI-PIEMONTE). APPROVAZIONE MODIFICHE STATUTARIE.
Interventi
SICARI Francesco (Presidente)
Quindi passiamo al punto 18. Siamo alla deliberazione n. mecc. 202002660/064,
presentata dalla Sindaca Appendino e dall’Assessore Pironti, che ha come oggetto:

“Consorzio per il sistema informativo (CSI - Piemonte).
Approvazione modifiche statutarie”

SICARI Francesco (Presidente)
Lascio quindi la parola all’Assessore Pironti per l’illustrazione. Prego.

PIRONTI Marco (Assessore)
Buongiorno, Presidente. Questo è un punto che abbiamo già discusso in Commissioni
congiunte sulla modifica statutaria. Ricordo che questa modifica è richiesta da una
Legge Regionale, quindi ci siamo adeguati a questa indicazione normativa, ma abbiamo
sfruttato l’occasione anche per proporre e condividere col CSI e altri soci alcuni
adeguamenti di uno Statuto che, in alcuni casi, risultava un po’ datato, anche data la
velocità del settore di riferimento. Abbiamo illustrato in Commissione i vari aspetti che,
dal punto di vista formale e sostanziale, hanno integrato e modificato lo Statuto.
Ricordo due, in particolare: il primo, è che, al di là del… ricordo che, da Statuto, il CSI
si impegna ad approvare, a far approvare ai propri soci un Piano di attività annuale, il
cui equilibrio era, da Statuto, identificato solo come equilibrio economico,
sostanzialmente il rapporto tra ricavi e costi. Abbiamo voluto… (incomprensibile)
anche il rispetto dell’equilibrio finanziario, cioè l’equilibrio tra anche incassi e
pagamenti, perché, pur essendo una società in-house, quindi il cui impegno a coprire i
costi è anche da parte degli stessi consorziati, l’equilibrio finanziario, la corretta
gestione dell’equilibrio finanziario consente anche un alleggerimento dal punto di vista
economico in termini di oneri finanziari, che, ovviamente, poi sono storicamente
ribaltati direttamente sui consorziati. Quindi una corretta e controllata gestione
finanziaria consente anche un recupero di efficienza del costo dell’intera macchina
amministrativa. Abbiamo anche adeguato alcuni spetti relativi all’oggetto del CSI, vi
ripeto, alla luce anche dell’evoluzione tecnologica e del settore di riferimento, con
l’intenzione, in generale, di dare la possibilità al CSI di essere non solo efficiente per i
nostri consorziati, ma anche di coprire quella parte di mercato che, da Statuto,
ovviamente è limitata in percentuali predefinite anche di mercato esterno, cioè rivendere
esperienze, software o competenze specifiche a supporto anche di soggetti al di fuori dei
consorziati stessi. Quindi, questo sarà portato in approvazione alla prossima assemblea,
in cui, ovviamente, noi parteciperemo come soci, oltre che essere tra i principali clienti
e utilizzatori delle risorse del CSI. Grazie, Presidente.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei, Assessore Pironti. Entriamo ora nella discussione e ho il Consigliere
Mensio. Prego.

MENSIO Federico
Grazie, Presidente. Solo per dire che, rispetto alle modifiche statutarie proposte dalla
Regione, ho già fatto due appunti in Commissione che vorrei rifare qui. Uno riguardante
la modifica dell’articolo 14, anzi, prima, dell’articolo 3, dove, secondo me, sarebbe stato
opportuno inserire - visto che è stato ottenuto il riconoscimento, com’è successo per
altre società della Regione - la dicitura che il Consorzio è un Consorzio, diciamo,
in-house, perché questo avrebbe fugato molti dubbi, come anche confermato dalla nota
scritta pervenuta dagli Uffici dietro mia richiesta e che ringrazio. Purtroppo non è stato
scritto e questo è, secondo me, una mancanza abbastanza grave, per non dire
importante, però su questo io inviterei a riflettere. L’altro dubbio che ho e che mi
rimane, e che rimando ovviamente all’assemblea dei soci, è sulla modifica dell’articolo
14, nella fattispecie il comma 2, dove si toglie la parola “anche” parlando dei membri
nominati dalla Regione Piemonte. A quanto mi risulta, nella richiesta di riconoscimento
della figura di società o meglio di Ente in-house del CSI Piemonte, ANAC ha sollevato
la questione della forza di controllo della Regione rispetto agli altri soci, proprio perché
nel vecchio Statuto erano indicati due membri indicati dalla Regione Piemonte, anche
sentiti, come nel vecchio Statuto, gli altri Enti della Regione, nello specifico le Aziende
Ospedaliere. Ora, non credo, e su questo mi riservo poi di fare richiesta all’ANAC
direttamente, che togliendo quella parola “anche” si risolva il problema, perché una cosa
è dire che Regione Piemonte può nominare un Consigliere di Amministrazione, ma qui
rimane il fatto che ne nomina due, di cui uno è in rappresentanza, ma la scelta appare
chiaro che è ancora in campo alla Regione Piemonte. Nondimeno il fatto che le ASL
non sono Enti autonomi a tutti gli effetti, o meglio, sono Enti autonomi dal punto di
vista gestionale e quindi economico-finanziario, ma non sono Enti autonomi dal punto
di vista delle nomine, perché le nomine le fanno, anzi le fa la Regione Piemonte.
Quindi, come dire, qual è la ratio per cui una Regione nomina nelle ASL delle persone
che poi nominano un Consigliere? Cioè, l’imparzialità è molto labile in quel senso, o
meglio c’è nella forma, ma non so quanto nella sostanza. Quindi, io su quell’“anche”,
secondo me non basta togliere “anche in rappresentanza” e dire: “di cui uno è in
rappresentanza di Enti”, no; bisognava dire che la Regione nomina un membro e gli altri
soci, nello specifico non Enti di secondo livello della Regione, quindi le Aziende
Ospedaliere, ne nominano un altro. Allora, io su questo qualche dubbio mi continua a
permanere nella modifica dello Statuto. Io ovviamente non sono contrario alle
modifiche nel loro complesso, ma su questo punto io chiedo all’Assessore intanto di
farlo presente nell’assemblea dei soci, a nome del Consiglio, se il Consiglio voterà a
favore e gli sta bene anche la mia, come dire, indicazione, o se no a nome della Città, o
se no, come Consigliere Comunale presenterò domanda formale all’ANAC di merito,
proprio su questa modifica, se supera quell’indicazione che ANAC stessa ha dato nel
riconoscere la figura di in-house al CSI Piemonte. Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei. Ho adesso iscritto il Vicepresidente Lavolta. Prego, ne ha facoltà.

LAVOLTA Enzo (Vicepresidente Vicario)
Grazie, Presidente. Sarò veloce anche perché questa discussione mi ha visto
particolarmente coinvolto in fase iniziale, quando nel giugno scorso la Regione
Piemonte ha intrapreso questa strada in modifica della Legge Regionale e mi aveva
particolarmente sorpreso il fatto che l’Assessore proponente definisse desueta, e quindi
anche superata in qualche modo, la caratterizzazione ex articolo 2 dello Statuto del CSI,
che oggi noi stiamo sopprimendo, articolo 2 che diceva : “Il Consorzio ha personalità
giuridica di diritto pubblico”. All’epoca, nelle mie riflessioni, mi chiedevo, appunto, se
la motivazione, con cui il Centrodestra in Regione proponeva la soppressione della
disposizione che qualifica il Consorzio Informatico CSI quale Ente di diritto pubblico,
fosse sostenibile. Desueto in italiano vuol dire non più abituato a qualche cosa, non più
in uso, qualcosa che è caduto in desuetudine. Ecco, per l’ennesima volta io ho giudicato
la scelta del Centrodestra in Regione come l’ennesima occasione per sfondare il portone
del Consorzio che gestisce le piattaforme informatiche ed i dati degli Enti pubblici della
Regione, per consentire ad aziende private di entrare. E noi - io in particolare, ma tanti
di noi -, come già è accaduto in questi anni, avevamo ed abbiamo il dovere di riflettere
in questo senso e agire coerentemente, cominciando a porci alcune domande che io
condivido con voi. La prima, è desueto riconoscere il valore pubblico di una Pubblica
Amministrazione che si coordina tra i suoi vari livelli, che fa cose insieme, perché si
riconosce portatrice di finalità e progettualità condivise, che si fa sistema sia sul piano
alto degli indirizzi e della programmazione, sia su quello operativo della realizzazione?
È desueto intendere la Pubblica Amministrazione come soggetto unitario e plurale? È
desueto difendere un soggetto pubblico che può operare fuori da considerazioni di
profitto e pertanto può produrre servizi anche laddove non ci sia un mercato
sufficientemente sviluppato da garantire la sostenibilità economica? È desueto avere
questa preoccupazione in un territorio come quello piemontese, caratterizzato dalla
presenza di ampie aree montane fortemente svantaggiate, sia sul piano infrastrutturale,
che su quello della capacità economica, oltre che da un’estrema frammentazione della
presenza istituzionale, più di 1.200 Comuni, che riduce quasi a zero la capacità di spesa
in gran parte dei nostri Enti? È desueto pretendere che il CSI continui ad essere
precursore sui temi della trasparenza, dell’open government e degli open data? È
desueto affermare che il dato gestito dal CSI è un bene pubblico ed in quanto tale deve
essere gestito con elementi di garanzia pubblica? Ecco, se per il Centrodestra tutto ciò
era desueto, a me più di tanto non ha sorpreso, mi sorprende oggi che lo sia per la forza
politica che governa ed amministra la Città. Anche questa volta io indosso l’elmetto per
evitare che qualcuno provi a sfondare quel portone. Non giudico desueta la
caratterizzazione della personalità giuridica di diritto pubblico del CSI, si sarebbero
potute perseguire altre strade, ad esempio come quella del Consorzio Universitario, mi
pare opzione caldeggiata anche dall’Università in questi anni. Mi pare che oggi la Città
di Torino sia chiamata sostanzialmente a ratificare una scelta politica unilaterale della
Regione Piemonte, a cui io, e spero il mio Gruppo Consiliare, non intendano adeguarsi,
perché per noi quella caratterizzazione, magari poteva essere anche in parte desueta, ma
avrebbe potuto essere affrontata e superata in modi decisamente più coerenti con la sua
caratteristica fondamentale e pertanto io anticipo che il sottoscritto ed il mio Gruppo
Consiliare non parteciperanno al voto di questa delibera. Grazie, Presidente.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei. Adesso ho il Consigliere Curatella. Prego.

CURATELLA Cataldo
Grazie, Presidente. Anche io quando siamo arrivati in discussione di questa delibera
sono rimasto un po’ stupefatto nel senso che, anche un po’ seguendo quello che è
avvenuto negli scorsi nove mesi, sembrerebbe quasi che l’Amministrazione di Torino
abbia o, da una parte, voluto cedere le armi e lasciare fare al Centrodestra regionale,
andando un po’ a permettere una scalata successiva sul CSI, o, dall’altra parte, si è
voluto lasciare agli altri fare quello che quest’Amministrazione aveva in mente sin
dall’inizio, e questo lo dico avendo bene in mente alcune discussioni avvenute anche in
modo molto acceso - non era presente l’Assessore Pironti, perché non era ancora di
quest’Amministrazione -, in relazione ai primi anni di quest’Amministrazione, quando
c’era da ragionare sul CSI, da capire come lo si voleva sviluppare. C’era tutta una serie
di problematiche legate al CSI. Ricordo anche che un ex Assessore l’aveva definito un
carrozzone, cosa che non ho mai ritenuto tale, anzi era forse necessario andare a
rivedere com’era organizzato, come agiva sul territorio con le varie Amministrazioni e
quali erano le attività che portava a compimento. E questo… nel corso di questi anni,
anche grazie alla governance che ha guidato il CSI almeno negli ultimi quattro anni, si è
riusciti a renderlo un consorzio molto efficiente, che è capace di essere vicino alle
Amministrazioni, di essere molto flessibile, come nell’ultima Commissione abbiamo
discusso in presenza del CSI, che ha presentato tutta una serie di attività che ha svolto
durante questi mesi di pandemia, dovendo anche in modo rapido modificare tutta una
serie di attività che aveva messo in conto, in funzione del proprio piano operativo e che
l’emergenza aveva chiesto di modificare e quant’altro. Uno tra tanti, il CSI stava
lavorando anche sul creare una nuova piattaforma di didattica a distanza, così da evitare
anche di… scollegarsi anche dalle piattaforme legate a Google, ad esempio, di cui oggi
abbiamo avuto un esempio di quale problema può portare a livello nazionale. E quindi
ricordo bene, quando se ne discuteva, nei primi anni di quest’Amministrazione, che
c’era quasi una spinta ad andare verso la privatizzazione, che molto spesso veniva
bloccata dai Consiglieri della Maggioranza, che tendevano a bloccare un po’
l’Assessore che sarebbe andato a testa bassa, un po’ come è successo con tutta la
piattaforma delle mail del Comune che sono state date a G-Suite. Quindi, mi sembra un
po’ una resa del Comune e dirò che è desueta, come diceva il Consigliere che mi ha
preceduto, la forma giuridica del diritto pubblico, allora andiamo sul diritto privato.
Allora mi chiedo, scusate, noi siamo nel terzo millennio dove forte è la discussione che
anche con il discorso dell’avvento dell’intelligenza artificiale, anche con tutti i discorsi
legati alla didattica a distanza, alla necessità di sviluppare e fare emergere sempre più
gli aspetti legati allo smart working, rivedere tutti i processi, sia nell’ambito
dell’Amministrazione pubblica, sia nell’ambito del privato, come poter contribuire
anche nella parte del commercio e quindi le piccole attività che non hanno la forza
economica di altri player internazionali nell’ambito economico di sfruttare un po’ le
piattaforme e quindi andare in una direzione di rendere il diritto all’accesso alla rete,
all’utilizzo dei servizi di rete un diritto fondamentale come l’acqua, quindi la gestione...
Ricordiamoci che il CSI ha dei server allocati qui in Piemonte in fibra ottica dedicata,
quindi dell’infrastruttura di collegamento che noi utilizziamo CSI è proprietaria; di CSI
è tutta la parte delle infrastrutture dei collegamenti in fibra ottica che il CSI ha creato.
Quindi si va in un’ottica di diritto pubblico legato alle infrastrutture.
Quest’Amministrazione, almeno nelle dichiarazioni che erano state fatte quando si era
preparato il programma, era a favore dell’acqua pubblica, c’era anche… ricordo bene, si
voleva trasformare SMAT in un’azienda di diritto pubblico, adesso questa stessa
Amministrazione 5 Stelle, che nel proprio programma dice che l’acqua pubblica, i diritti
pubblici devono essere - tutto quello che è infrastruttura pubblica: trasporti, acqua,
eccetera, che è fondamentale -, debba essere gestito da un’azienda di diritto pubblico,
oggi accetti, avalli, una modifica di Statuto voluta dalla Regione, e io mi chiedo in
questi mesi come si è collaborato con la Regione per cercare di arrivare insieme a una
definizione che si fosse concordata, si accetti ed oggi si voti favorevolmente uno Statuto
che definisce che CSI non è un’azienda, una persona giuridica di diritto pubblico, ma
diventa di diritto privato, quindi potenzialmente scalabile. Ricordiamoci che ad oggi,
pur restando di diritto pubblico, non è che il privato è escluso dal Consorzio, può
comunque entrare all’interno del Consorzio in una quota massima pari al 20% e,
aumentando la quota pubblica consorziata con CSI, può aumentare quindi anche la parte
del privato, restando sempre nel rapporto 80/20. Quindi, non c’è una preclusione
all’ingresso attuale, però è sancito fino ad oggi che è un’azienda di diritto pubblico che
ha determinati limiti, non blocca il privato, però agisce soprattutto per le
Amministrazioni pubbliche. Abbiamo sentito nell’ultima Commissione che nel CSI è
entrata la Città Metropolitana di Milano, la Città Metropolitana di Roma, sta entrando,
manca solo una delibera di Consiglio, anche la Città di Milano, ci sono diverse strutture.
Quindi, potenzialmente, è un Consorzio che può essere molto vicino alle
Amministrazioni pubbliche e che può gestire tutto ciò che riguarda la cosa pubblica:
Amministrazioni, Enti Locali, Enti regionali e volendo anche a livello nazionale.
Quindi, resto un po’ basito, no, scusate, a qualcuno non piace il termine “basito”, resto
un po’ senza parole nel vedere che oggi si avalli questa scelta regionale di andare su una
personalità di diritto privato e quindi di privatizzare un Ente che in questi ultimi anni, a
seguito della nuova riorganizzazione e di come stava svolgendo le attività, aveva
dimostrato come un Ente pubblico può gestire l’innovazione, l’intelligenza artificiale,
tutto ciò che è il futuro, che noi aspettiamo dal punto di vista innovativo della nostra
Città, e lo si lasci ad un’azienda del diritto pubblico. Anche per questo comunico che
non parteciperemo al voto come “Azione”.

SICARI Francesco (Presidente)
Ci sono altri interventi da parte dei Consiglieri? Non essendoci ulteriori interventi da
parte dei Consiglieri, è il momento in cui vi è la replica da parte dell’Assessore. Prego.

PIRONTI Marco (Assessore)
Grazie, Presidente. Cito solo, per essere un po’ più preciso, i nuovi articoli, in funzione
delle sollecitazioni dei Consiglieri. Il passaggio sulla forma giuridica è: il Consorzio è
un Ente di diritto privato in controllo pubblico, dotato di personalità giuridica di diritto
privato. Quindi qui non credo si metta in discussione il controllo pubblico del CSI, ma
solo un adeguamento anche normativo, perché ricordo che, in realtà, la situazione
normativa…

SICARI Francesco (Presidente)
Microfoni, grazie. Un attimo, un attimo. Microfoni disattivati. Grazie. Può riattivare il
suo microfono, Assessore. Prego.

PIRONTI Marco (Assessore)
Questa situazione normativa del CSI già all’origine è stata un po’ una situazione ibrida,
ricordo che il Contratto collettivo dei dipendenti stessi risponde a logiche privatistiche,
quindi oggi, da quel punto di vista, questo mi preme ricordarlo, soprattutto per i
dipendenti, questo non è un minus, anzi è un allineamento di quello che è già nei fatti
del loro Contratto nazionale. Il Consigliere Curatella citava le ultime entrate nel
Consorzio, e questo credo, considerando che le nuove entrate riguarderanno già il nuovo
Statuto, questo credo che anche a soggetti esterni, che non hanno vissuto un po’ la…
(incomprensibile) anche della storia del CSI, questo non è un problema, anzi è un
ulteriore strumento affinché questo auspicato allargamento anche di altri soggetti possa
rafforzarsi. Quindi l’entrata della Città Metropolitana e la prossima entrata anche della
Città di Milano, io credo che, in qualche modo, vadano a rafforzare, nei fatti, il supporto
ed il controllo pubblico del CSI.
Cito, invece, l’articolo 4 per quanto riguarda la governance in-house del CSI. Nel
comma 2 viene riportato, quindi il nuovo Statuto che andremo a votare: “il Consorzio
svolge attività strumentali nei confronti degli Enti consorziati, operando secondo il
modello dell’in-house providing”. Quindi, il concetto dell’in-house è, se vogliamo,
anche rafforzato da questo punto di vista, ed ovviamente tutto ciò, per controllo
analogo, per quanto riguarda gli Enti di controllo nazionali ad essi delegati. Quindi, da
questo punto di vista è stata nostra premura quella di confrontarci anche con gli altri
soci, affinché tutto potesse, in qualche modo, corrispondere ad una normativa, al di là
che è regionale, anche a un allineamento a quelle che sono le imposizioni nazionali.
L’ultima riflessione riguardo alle sollecitazioni per la composizione del Consiglio di
Amministrazione. Faccio un brevissimo inciso, giusto per allinearci tutti, anche quelli
non così addentro al diritto societario. Ricordo che il Consiglio di Amministrazione è un
organo nominato dall’assemblea e l’assemblea si esprime in funzione delle quote che
nel capitale rappresentano. Oggi, quindi, prima della modifica statutaria, due membri su
cinque sono di nomina della Regione. Quell’“anche”, che si citava prima, allinea un po’
quella che è la composizione dell’assemblea, rispetto alla composizione del Consiglio di
Amministrazione, ricordo che le ASL e tutti i soggetti che rientrano in quel comma,
rappresentano quasi oltre il 15% del capitale, quindi quell’“anche”, sostanzialmente,
riequilibra un po’ rispetto a quello che è attualmente un potere regionale che, in qualche
modo, oggi va riportato nel giusto equilibrio rispetto a quelle che sono le reali coperture
delle quote in assemblea. Quindi, ovviamente, qui il richiamo in Statuto del controllo
pubblico credo che sia un’adeguata, almeno fin quando questo Statuto non verrà
ulteriormente cambiato, tutela a che il CSI…, cosa che - al di là della forma e nei fatti,
compresi anche i nuovi consorziati - sia strumentale agli obiettivi, in primis la Pubblica
Amministrazione, ma non ultimo aprendo anche la possibilità a CSI di essere più, in
maniera più agevole, reattiva a quelle che sono le sollecitazioni di un mercato che
ovviamente va molto veloce e che spesso la Pubblica Amministrazione fa fatica a
seguire. Quindi l’invito, anche attraverso questa modifica statutaria, di portare un CSI,
al di là della forma, nella sostanza in ottica concorrenziale, questo credo che sia un
impegno di tutti e i fatti, infatti, lo stanno dimostrando. Ovviamente poi sta nella
sensibilità dei consorziati, dei loro rappresentanti in assemblea e dei loro rappresentanti
in Consiglio di Amministrazione quello di ricordare e di tutelare questo controllo
pubblico, non solo nella forma, ma anche e soprattutto nei fatti. Grazie, Presidente.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei, Assessore. Procediamo adesso quindi con le dichiarazioni di voto da parte
dei Gruppi Consiliari. Ho un Ordine dei Lavori del Consigliere Mensio. Prego.

MENSIO Federico
Sì, vi chiedo scusa. Ha ragione l’Assessore, rettifico la mia mancanza. Non avevo visto
il discorso dell’in-house providing nell’articolo 4. Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
A lei. Bene, ripeto, ora siamo al punto delle dichiarazioni di voto da parte dei Gruppi.
Qualora qualcuno volesse esprimere una posizione tramite le dichiarazioni di voto. Non
vedo alcuna richiesta di iscrizione per intervento. Allora, possiamo procedere con la
votazione della deliberazione. Lascio la parola al Segretario Generale per l’appello
nominale. Prego.

SPOTO Mario (Segretario Generale)
(Votazione per appello nominale).
Presidente, 24 favorevoli.

SICARI Francesco (Presidente)
La ringrazio. Quindi, con 24 Consiglieri votanti e 24 voti a favore, il Consiglio
Comunale approva la deliberazione.

SICARI Francesco (Presidente)
Se non vi sono delle contrarietà, darei lo stesso esito per l’immediata eseguibilità
dell’atto. Non vedo contrarietà, allora adiamo lo stesso esito all’immediata eseguibilità.
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