Interventi |
MENSIO Federico Grazie, Presidente. Come detto stamattina e anche nelle altre Commissioni dove abbiamo affrontato già nei mesi scorsi gli altri due atti, io non mi trovo assolutamente favorevole a questo tipo di approccio, né all’e-commerce, né al ruolo che ha il Comune nei confronti dei commercianti e dell’e-commerce o perlomeno come è stato declinato nei due atti. Nello specifico, non ritengo che il Comune debba fare un bando pubblico per creare un portale di e-commerce, non è sua competenza. D’altro canto, io sono andato a vedermi cosa dice la scheda di ASCOM Torino, dell’Associazione, perché comunque è un’Associazione e quindi si paga, e nelle cose che fa... dovrebbe fare ASCOM, c’è: “Supporto tecnologico, canali Facebook tematici, vetrine online, spazio di visibilità gratuita a disposizione dei soci sul sito ASCOM, sono solo alcuni esempi del nostro volere intendere l’innovazione”, ecco. Allora, siccome esiste un’Associazione di Categoria a cui si aderisce pagando una quota, che non so quanto sia, perché non sono del mestiere, chiedo scusa, io credo che questo sia un compito assolutamente da associazioni di categoria, non vedo perché debba fare un bando pubblico una Città, che ha tutt’altra competenza, tutt’altra cosa, come dire, per farlo. Tanto più che in realtà quello che è stato fatto durante la fase veramente emergenziale, cioè quando eravamo veramente tutti chiusi anche in casa all’inizio dell’anno, è stato quello - e io di questo ringrazio l’Amministrazione - di mettere su con l’Università di Torino un sistema gratuito, che è FirstLife, nel progetto di Torino City Love, all’interno del progetto Torino City Lab, a cui però a quella piattaforma gratuita, fatta in collaborazione con ASCOM, dall’Università di Torino, quindi non credo l’ultimo, come dire, degli istituti che poteva farlo o mio cugino, come si dice nel gergo normale, bene, a questa piattaforma, più o meno, dico “più o meno”, sulla città di Torino aderiscono tra gli 80 e i 100 esercizi, che non vuol dire solo commercio di vicinato, esercizi vuol dire anche estetisti, vuol dire parrucchieri..., 100. Allora, se non hanno aderito a quella piattaforma che gli è stata messa a disposizione, domandiamoci il perché: è troppo difficile? Non è stata fatta pubblicità? ASCOM non ha fatto il suo dovere? La Città di Torino non ha fatto il suo dovere? Perché non funziona? È difficile da usare e la gente non ci va? Perché il vero problema è che queste cose funzionano quando si fa un certo tipo di squadra. Allora, io sono d’accordo - e l’ho già detto anche stamattina e in altre Commissioni - a fare squadra, per far sì che chi ha un’attività commerciale, di commercio al dettaglio, di artigianato o estetisti, parrucchieri, possa essere avvantaggiato, ma non si fa in questa maniera, sicuramente non si fa in questa maniera. Idem per il delivery: ma il Comune di Torino non può mettersi a fare... a potenziare il delivery, cioè ci sono le società dedicate. con tutti i limiti che hanno queste società, li conosciamo benissimo dopo quello che è successo. Poi, sono mesi che noi chiediamo di vedere qual è l’iniziativa messa in campo dal Comune di Rivoli e non è mai arrivato nulla, perché Rivoli di per sé ha detto, ma non ha fatto, io non ho visto nulla fatto da Rivoli, nulla! Allora, se qualcuno mi porta l’esempio di Rivoli, io lo guardo anche volentieri, ma non mi risulta che sia stato fatto nulla; poi era stato lanciato in pompa magna da qualche giornale, da qualche organo di stampa, questo sistema di delivery con le macchinette a Torino, anche lì visto nulla, visto nulla. Allora, a fare gli annunci stampa credo che siano tutti capaci, l’abbiamo visto anche con i tamponi rapidi in farmacia, l’abbiamo visto con: “Finalmente siamo in zona arancione” per poi arrabbiarci il giorno dopo, perché c’era troppa gente in giro, però poi la realtà delle cose è che qui è un sistema un pochettino più complesso, quello dell’e-commerce, leggerissimamente più complesso. Non è che basta scrivere due righe di codice o mettere quattro foto di prodotti su un sito di e-commerce perché sia fatto e-commerce, perché così non funziona. Quel 30%, che citavano stamattina, di gente che se lo fa autonomamente io vorrei sapere quanto riesce a vendere autonomamente, perché se io non ho alle spalle una struttura, un sistema strutturato anche di conoscenze, di persone che accedono al mio sito normalmente, eccetera, il mio shop online rimane come una goccia in un mare, non esisto, su internet non esisto e non basta fare nei motori di ricerca, non esisto, bisogna... MENSIO Federico Quindi, io sono assolutamente contrario a questi due atti, sono a favore di alcune parti in questi atti - questo lo dico -, tipo le interlocuzioni con la Camera di Commercio, eccetera, ma vanno fatte di comune accordo. Non se ne deve occupare il Comune di Torino, se ne devono occupare le Associazioni e la Camera di Commercio insieme ai negoziati e agli artigiani, ma non il Comune di Torino. Grazie. MENSIO Federico Sì. Guardi, forse non mi sono spiegato, evidentemente no. Io lo ribadisco e lo dico a chi ha parlato prima di me: una cosa è aiutare, in una fase emergenziale, chi vuole essere presente sulla rete in un aggregatore, ma continua a utilizzare, se ce li ha, i propri strumenti di vendita online, e questo è stato fatto. Poi, perché abbiano aderito in pochi o in tanti, questo bisognerebbe chiederlo ad ASCOM, non deve chiederlo al Comune, bisognerebbe chiederlo ad ASCOM perché a Falchera non hanno aderito, non possiamo chiederlo al Comune. ASCOM ha partecipato a quel progetto, ASCOM è un’associazione che ha tra i suoi scopi statutari... MENSIO Federico Però, mi scusi, il fatto personale riguarda che sono stato frainteso, lo ribadisco, sono stato frainteso, forse no o forse sì, non lo so. Detto questo, io ribadisco che il Comune deve fare la sua parte di facilitatore tra i commercianti, tra le Associazioni di categoria, tra le Fondazioni bancarie, tra chi deve farlo, non deve fare dell’operatività con dei bandi pubblici per una cosa che possono e debbono fare i privati. Grazie. |