Interventi |
ARTESIO Eleonora Grazie. Questa proposta di mozione sconta due aspetti sui quali sarebbero stati necessari da allora, 28 maggio 2020, ad ora, alcuni elementi di approfondimento. Dall’altro lato sconta anche un nuovo clima rispetto al quale alcuni mesi fa era quasi impossibile parlare di rivisitazione, addirittura messa in discussione dei debiti degli Enti Locali, mentre oggi, addirittura a livello europeo, si ragiona di ipotesi, di cancellazione o di riduzione dei debiti dello Stato. Quindi, da un lato abbiamo un nuovo clima nel quale discutere di questa questione, dall’altro lato si sono succedute così tante operazioni di riordino degli strumenti finanziari a livello nazionale e a livello locale, in seguito alla condizione della pandemia, che effettivamente occorrerebbe una messa a punto degli strumenti tuttora vigenti per capirne lo stato di attuazione. Nel quadro generale della discussione introdotta dal collega, ma anche nel quadro generale di un nuovo clima con il quale si discute del debito che grava sugli Enti Pubblici, il testo di questa mozione aveva un contenuto molto specifico. Il contenuto specifico è quello previsto dalla Legge 58/2019 che, prendendo atto del fatto che numerosi Enti Locali si sono ritrovati nelle condizioni di mettere mano a procedure di riequilibrio finanziario pluriennale, come ad esempio le ipotesi dei Piani di rientro presentati alla Corte dei Conti e quindi come, ad esempio, il Comune di Torino, in ragione di queste particolari condizioni sulle cui motivazioni ora non intervengo, quella Legge nazionale prevedeva la costituzione di un fondo per il concorso al pagamento del debito dei Comuni capoluoghi della Città Metropolitana e, attraverso l’istituzione di tale fondo, venivano garantiti il pagamento in scadenza dei mutui contratti per spese di investimento. Ovviamente, come tutte le misure che attengono ad una relazione, non solo economica, dello Stato centrale, con le articolazioni delle autonomie, si sarebbe dovuto definire proporzionalmente il riparto all’interno della Conferenza Stato-Città ed autonomie locali, ovviamente, se la mozione presentata significa che per gli elementi informativi oggi disponibili, quel riparto non è stato determinato e non risultano ulteriori convocazioni della Conferenza Stato-Città- Autonomie Locali. È pur vero che quella stessa Conferenza è stata straordinariamente impegnata nel determinare gli elementi di intesa relativi alle risorse che sono atterrate in ragione della funzione di resistenza agli impatti economici e sociali derivanti dalla pandemia ed è stata altrettanto impegnata a definire con quali strumenti finanziari gli Enti Locali potessero compensare le minori entrate relative alla dilazione di tasse e tributi dovute di nuovo alla necessità di sostenere il tessuto economico e sociale della propria città. Tuttavia in sé l’indirizzo che quella Legge 58/2019 aveva definito è tuttora significativo, da un lato perché introduce il fatto di dover calmierare la situazione debitoria a cui sono stati esposti per determinazioni nazionali e per scelte locali, gli Enti Locali e i Comuni in modo particolare, situazione che oggi fa sì che gravi sul bilancio e quindi sull’autonomia della spesa, ma prima ancora sull’autonomia delle scelte politiche di priorità questa spada di Damocle dei debiti; dall’altro lato, se quello strumento tuttora è vivo ed efficace, occorre che ci si ponga mano e si comprenda quali ricadute e quali conseguenze possa avere sulla Città di Torino. Infatti la mozione così conclude: “impegnando la Sindaca a richiedere con urgenza doverosa la traduzione di quella legge e a riferire in Consiglio Comunale sulle rispettive conseguenze”. Ho finito. |